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Autore: Redazione StudioNews

Per 91% italiani inglese rilevante al lavoro ma 64% lo studia solo a scuola

Per 91% italiani inglese rilevante al lavoro ma 64% lo studia solo a scuolaMilano, 10 mar. (askanews) – Nove italiani su 10 sono consapevoli che l’inglese giochi un ruolo importante per la propria vita lavorativa (91%). Da noi la conoscenza della lingua è considerata un vero e proprio fattore di empowerment. Tuttavia il 64% ha imparato l’inglese esclusivamente a scuola, con un percorso medio che dura 6,6 anni. A tracciare il quadro è una ricerca commissionata da Pearson, editore nel settore education, a Bps Insight, condotta in Italia, Arabia Saudita, Florida, Giappone e Brasile per sondare l’impatto della conoscenza della lingua inglese come carburante per una vita migliore a 360 gradi. In tutti i Paesi oggetto dell’indagine, eccezion fatta per il Giappone che appare ancora linguisticamente chiuso, questa rilevanza è pienamente riconosciuta da oltre l’85% degli intervistati e lo sarà ancora di più nei prossimi cinque anni.


Oltre l’80% degli intervistati ritiene che la conoscenza dell’inglese sia una condizione fondamentale per avere vantaggi a livello economico in campo lavorativo, tanto che il 40% ritiene che una buona conoscenza della lingua inglese possa portare a un aumento salariale del 50-80%. Questa convinzione è fortissima in Arabia Saudita (98%) al pari della Florida. Per quanto riguarda invece l’Italia, il 91% ritiene che conoscere l’inglese sia importante per la propria vita lavorativa. I motivi principali che muovono l’apprendimento dell’inglese sono l’accesso a una gamma di posizioni professionali più ampia (44%) e l’opportunità di retribuzioni migliori (42%). Rispetto alle altre nazioni, inoltre, l’Italia si distingue per essere l’unico che riconosce a questa competenza il ruolo di fattore chiave nel momento in cui l’intelligenza artificiale dovesse portare alla ricerca di un’alternativa professionale. Insomma, l’inglese è un vero e proprio fattore di “empowerment”, in particolare per le donne, per cui questa lingua diventa un’importante leva per superare determinati gap.


Secondo la ricerca di Pearson, il lavoro è on top come stimolo per apprendere la lingua inglese. Il suo uso quotidiano tra gli italiani è molto più comune di quanto si pensi (36%) e lo è ancora di più tra coloro che hanno competenze avanzate, dove il 70% lo usa quotidianamente. La maggior parte degli studenti italiani (58%) afferma inoltre che troverebbe lavoro più facilmente se conoscesse meglio questa lingua. “La vera rivoluzione avviene quando nella percezione degli studenti e delle studentesse la lingua inglese da disciplina di studio si trasforma in uno strumento per comunicare, viaggiare, lavorare e vivere. L’idea del ruolo cruciale della lingua inglese nella propria sfera personale e professionale è molto forte nelle ragazze, come testimonia il dato Istat in base al quale l’86% degli studenti universitari di lingua è donna” afferma Letizia Cinganotto, PhD Università per Stranieri di Perugia Milano, 10 mar. (askanews) – Al di là del lavoro, il principale agente motivatore per l’apprendimento dell’inglese per gli italiani è la voglia di viaggiare di più (69%). Sapere l’inglese è ormai imprescindibile anche nei contesti sociali e culturali. Basti pensare alle categorie più giovani, cresciute a videogames e musica hip-hop. Ma anche per le altre fasce d’età questa lingua costituisce un migliore accesso alla socialità, alla cultura, alla moda, all’arte e, più in generale, all’intrattenimento. “Ciò che una volta fu un’esigenza, oggi è un’opportunità – afferma Steven Sprague, president of The british chamber of commerce for Italy – L’inglese non è solo la lingua degli affari, ma il ponte che collega culture e mercati globali. In un mondo sempre più interconnesso, padroneggiare l’inglese non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per il successo nel commercio internazionale”.


In Italia, il percorso medio di apprendimento dell’inglese dura 6,6 anni con il 64% che ha imparato l’inglese esclusivamente a scuola e il 23% che ha imparato l’inglese sia a scuola sia all’università. Poco più della metà degli italiani (55%) afferma di aver raggiunto un buon livello di inglese attraverso l’istruzione formale contro il 45% globale. In Italia, come in altri mercati, l’ostacolo più significativo all’apprendimento dell’inglese è la mancanza di tempo (39%), seguita dal divario tra istruzione formale e requisiti sul posto di lavoro (34%) e limitate opportunità di praticare (32%). Non è un caso che la classificazione di “inglese scolastico” corrisponda a una conoscenza della lingua di livello minimo. “Questa nuova ricerca dimostra l’importanza dell’inglese nell’aiutare le persone a condurre una vita più appagante sia dentro che fuori dal posto di lavoro – ha affermato Gio Giovannelli, presidente di Pearson, English language learning – Eppure, molte persone lottano ancora con una mancanza di fiducia nella propria conoscenza dell’inglese, che ha un impatto sulla loro capacità di svolgere le attività quotidiane al lavoro, di interagire con gli altri e persino di interagire semplicemente con il mondo che li circonda o sui social media”.

Lufthansa, sciopero 48 ore da martedì, previste cancellazioni

Lufthansa, sciopero 48 ore da martedì, previste cancellazioniRoma, 10 mar. (askanews) – Da martedì scatterà uno sciopero di 48 ore del personale di volo Lufthansa che comporterà “un impatto significativo sui voli”. Lo annuncia la stessa compagnia aerea tedesca.


“Il sindacato UFO ha indetto uno sciopero del personale di volo della Lufthansa per martedì 12 e mercoledì 13 marzo” si legge in una nota della compagnia “di conseguenza, Lufthansa prevede impatti significativi sull’orario dei voli. I clienti i cui voli sono interessati dallo sciopero riceveranno informazioni sulle cancellazioni e, naturalmente, sulle opzioni di riprenotazione”. “Ci scusiamo per i disagi che questo sciopero potrebbe causare ai vostri programmi di viaggio” conclude Lufthansa.

Catherine Deneuve torna al cinema ne “La moglie del Presidente”

Catherine Deneuve torna al cinema ne “La moglie del Presidente”Roma, 10 mar. (askanews) – Catherine Deneuve torna sul grande schermo nel ruolo brillante e irresistibile di Bernadette, ovvero “La moglie del Presidente”. Il film sarà distribuito al cinema a partire dall’11 aprile da Europictures, per la regia di Léa Domenach, al suo esordio dietro alla macchina da presa.


“La moglie del Presidente” è una commedia che si ispira alla vicenda di madame Chirac, la consorte del due volte presidente francese, per raccontare una storia di empowerment femminile. Un racconto irriverente e anticonformista: il ritratto di una mamma e moglie che imprigionata troppo a lungo nel suo ruolo, prende in mano il suo destino. Una donna che si libera dal suo stereotipo per trasformarsi in un’icona femminista.

Ue, Domani Eurogruppo a Bruxelles, martedì si riunisce l’Ecofin

Ue, Domani Eurogruppo a Bruxelles, martedì si riunisce l’EcofinRoma, 10 mar. (askanews) – Domani a Bruxelles tornano a riunirsi i ministri delle finanze dell’area euro, nel formato dell’eurogruppo che all’ordine del giorno prevede una analisi degli sviluppi macroeconomici e sulla politica di bilancio nella zona euro in vista del 2025. La riunione sarà presieduta dall’irlandese Paschal Donohoe, che in serata terrà una conferenza stampa esplicativa assieme al commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.


L’eurogruppo in “formato inclusivo” esaminerà anche il futuro dell’Unione dei mercati dei capitali, su cui la Bce ha appena lanciato nuovi richiami a procedere in maniera spedita, oltre ai preparativi per il vertice euro di marzo. Martedì le riunioni proseguiranno allargate a tutti i ministri dell’Unione europea, con l’Ecofin, l’agenda prevede innanzitutto discussione sullo stato dell’attuazione dei piani per la ripresa e resilienza. È previsto anche uno scambio di opinioni sulla situazione attuale in relazione alle conseguenze economiche e finanziarie della guerra i Ucraina. In agenda anche una informativa della commissione sui risultati della riunione del G20 delle Finanze che si è svolto a fine febbraio a San Paolo, in Brasile.


Infine l’Ecofin dovrebbe approvare i suoi orientamenti per per il bilancio dell’Unione Europea del 2025 con cui la Commissione procederà a effettuare i preparativi.

GB, prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazione

GB, prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazioneRoma, 10 mar. (askanews) – Pubblicata sui social di Kensigton Palace la prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazione cui è stata sottoposta a gennaio.


La fotografia ritrae la Principessa di Galles sorridente insieme ai figli George, Charlotte e Louis. “Grazie per i vostri gentili auguri e per il sostegno continuo negli ultimi due mesi. Auguro a tutti una felice festa della mamma” si legge nel post pubblicato su X. Nel post si precisa che la foto è stata scattata dal Principe di Galles. Negli ultimi tempi erano circolate sui media internazionali voci sulle condizioni di salute della Principessa dopo l’annullamento di alcuni impegni pubblici.

GB, prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazione

GB, prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazioneRoma, 10 mar. (askanews) – Pubblicata sui social di Kensigton Palace la prima foto ufficiale di Kate Middleton dopo l’operazione cui è stata sottoposta a gennaio.


La fotografia ritrae la Principessa di Galles sorridente insieme ai figli George, Charlotte e Louis. “Grazie per i vostri gentili auguri e per il sostegno continuo negli ultimi due mesi. Auguro a tutti una felice festa della mamma” si legge nel post pubblicato su X. Nel post si precisa che la foto è stata scattata dal Principe di Galles. Negli ultimi tempi erano circolate sui media internazionali voci sulle condizioni di salute della Principessa dopo l’annullamento di alcuni impegni pubblici.

Fuori “Ruggine”, il nuovo singolo di Mace con Chiello e Coez

Fuori “Ruggine”, il nuovo singolo di Mace con Chiello e CoezMilano, 10 mar. (askanews) – E’ uscito venerdì 8 marzo 2024 in digitale e in rotazione radiofonica “Ruggine”, il nuovo singolo di Mace con Chiello e Coez che anticipa l’uscita dell’atteso album Maya, disponibile da venerdì 5 aprile nei formati CD, 2LP colorato e autografato e in digitale su tutte le piattaforme di streaming per Island Records / Universal Music Italia.


La produzione di “Ruggine” si ispira alle atmosfere della New Wave britannica degli anni ’80. Nella traccia sono i contrasti a definirne l’essenza: tra l’impatto aggressivo della sezione ritmica e la sospensione di synth e chitarre sognanti, tra la spensieratezza della melodia e il testo lacerante degli ospiti Chiello e Coez. Insieme a “Non mi riconosco?”, con Salmo e centomilacarie, “Ruggine” anticipa l’uscita del nuovo producer album di MACE, “Maya”.


Maya, traducibile con “inganno”, è un termine che nasce dalla filosofia induista per esprimere la grande illusione che avvolge ciò che definiamo comunemente come “reale”, un velo che nasconde la vera Natura delle cose e di noi stessi. Seguire questa visione significa esercitarsi a vedere l’universo come un unico organismo, interconnesso e immateriale, esplorare il mondo dell’inconscio, dell’invisibile, del segreto, scostare leggermente il velo della fisicità in modo da poter liberare lo sguardo sulle cose. Impalpabile, (quasi) immateriale, la musica ha il potere di condurre altrove, di trasportare chi ne fruisce in dimensioni che evadono dalla realtà che percepiamo come oggettiva, schiudendone la porta. Il nuovo album di Mace nasce, anche, da questa visione. Da una parte il desiderio del produttore multiplatino di accompagnare l’ascoltatore in dimensioni immateriali, di percorrere un vero e proprio viaggio attraverso le atmosfere psichedeliche delle produzioni e di condurre le numerose voci ospiti fuori dalla loro zona di comfort. Dall’altra la volontà di tornare ad un processo creativo che privilegiasse un lavoro collettivo: per la scrittura musicale del disco Mace ha infatti radunato 15 tra i migliori strumentisti Italiani.


Mace è partito dall’intuizione per processare in un secondo momento tutto il materiale raccolto, arricchendolo di squarci sonori, forti contrasti e frammenti di psichedelia per immergere l’ascoltatore in un territorio straniante e irreale. Il 18 ottobre 2024 Mace terrà il suo primo concerto al Forum di Milano: un’esperienza extracorporea che condurrà lo spettatore in un viaggio attraverso OBE, OLTRE e il suo prossimo album. Ad accompagnare Mace in questo viaggio ci saranno musicisti, visual artist e diversi ospiti che si alterneranno sul palco per trasportare il pubblico in un itinerario multi sensoriale. Il concerto è prodotto da Artist First, i biglietti sono disponibili in prevendita su ticketone al sito ticketone.it

Libri, Walter Rodinò anticipa temi di “Idee, ideologie, ideali”

Libri, Walter Rodinò anticipa temi di “Idee, ideologie, ideali”Roma, 10 mar. (askanews) – In attesa dell’uscita prossima del suo libro “Idee, ideologie, ideali” , lo scrittore Walter Rodinò dà un’anticipazione sul tema “Dalla sacralizzazione dell’assetto costituzionale ad una riforma per migliorare la democrazia”. Continua dunque la serie dello scrittore, esperto in Comunicazione, dei suoi libri caratterizzati anche dal titolo sempre con tre parole. “Una trilogia” che avrà seguito a formare una collana su vari temi.


“In Italia, per nostra fortuna, vige un sistema liberale e democratico ma, c’è sempre un ma, ritenuto intoccabile scrive Rodinòm -. Si è sviluppata una sorta di atmosfera sacrale intorno all’attuale assetto costituzionale, che impedisce qualsiasi adattamento alle mutevoli circostanze e al nuovo habitat geopolitico multipolare, qualsiasi possibilità di ripensamento, anche se potrebbe portare a risultati migliorativi per la nostra democrazia. Come se ri-pensare diversamente funzioni e competenze facesse di nuovo sprofondare il Paese nelle tenebre di decenni che tutti vorrebbero dimenticare. Alle proposte di riforma più audaci, si accompagna sempre l’eco delle accuse più variegate, dalla voglia di autoritarismo a quelle di criptofascismo. Se usassimo di meno la pancia e un po’ più la testa, ci renderemmo conto che tale atteggiamento riposa su alcuni malintesi concettuali e non mette in risalto un punto essenziale”. Per Rodinò “Il primo equivoco è che l’assetto liberale, proprio per definizione, non può che liberamente mettersi in discussione. Non certo per uscire dal recinto della democrazia (il che è impossibile, in tale frangente storico), ma per migliorare in termini di efficienza nella risposta all’accelerazione forsennata che il processo storico della globalizzazione ha impresso alle democrazie liberali. Nel 1946 il mondo era diviso in blocchi d’influenza che ingessavano naturalmente l’evoluzione del mondo. In tale contesto, a maggior vantaggio, l’Italia non subiva la concorrenza né dei paesi comunisti, compresa la Cina, e nemmeno di quelli usciti o in procinto di uscire dalle dominazioni coloniali. Il sistema, perciò, poteva tranquillamente riposare sulla legge formulata dai Padri Costituenti che, in larga parte, ricordiamolo, erano ancora legati a una visione ideologica ottocentesca. Gli eventi di crescente democratizzazione susseguitisi velocemente nel dopoguerra, hanno allargato a dismisura gli attori sul palco della scena mondiale. L’inedito fenomeno dei BRICS (le economie di Brasile, Russia, India e Cina) che comprende anche paesi mediorientali (l’Iran) e addirittura africani (Egitto ed Etiopia) è solo uno dei tanti riflessi dello scongelamento geopolitico avvenuto dopo il 1989. Per un’apparente paradosso, proprio la vittoria universale dell’idea di democrazia liberale, ha vertiginosamente messo in discussione il nostro ruolo di capofila. Se Gianni De Michelis negli anni Ottanta poteva ancora vantarsi di un’Italia ai primissimi posti delle nazioni più industrializzate del mondo, oggi, in piena deindustrializzazione da global economy, siamo scesi a occupare posti di rincalzo nella graduatoria mondiale. Se, forse, la realtà istituzionale non ha preso atto di ciò che sta accadendo, è anche vero che pare poco munita degli strumenti per evitare lo splashdown finale. La nostra struttura impone ritmi lenti (anzi: lentissimi) nel rispondere adeguatamente alle sfide del nuovo millennio. La diffusa sensazione popolare è che in Italia nessuno pare decidere niente, se no quando si devono recepire decisioni sovranazionali, e questo attendismo si riflette inevitabilmente sul sistema-Paese, dalla giustizia al lavoro alla sanità, settori ormai impastoiati in iter e assolvimenti macchinosi e dispersivi a cui nessuno sembra voler metter mano. Anche il pacifico uccello marino chiamato dodo, finché poteva aggirarsi nella deserta isola di Mauritius cibandosi di semi e radici, prosperò tranquillamente; quando l’isola, in seguito alla prima grande globalizzazione innescata da Cristoforo Colombo, fu invasa dagli Olandesi alla fine del XVI secolo, per il dodo non ci fu nulla da fare. Incapace di volare e di contrastare quegli aggressivi intrusi, si estinse in nemmeno un secolo”.


Il secondo malinteso “riposa sulla paura del passato prossimo. Qualunque modifica alla Costituzione viene guardata col sospetto di una ricaduta nell’inferno di un occulto autoritarismo: come se dei postmoderni Pinochet o Videla, dismessi gradi e mostrine, in un rassicurante completo grigio perla, potessero annidarsi fra le pieghe delle riforme pronti a ghermire la nostra fragile democrazia. E se tale riflesso pavloviano è intrinsecamente sbagliato, lo è ulteriormente oggi, 2024, in una situazione di rapporti e alleanze internazionali che non permette all’Italia di muoversi come un’individualità a sé stante, con impennate autarchiche. Il multiculturalismo, la secolarizzazione e, soprattutto, l’interconnessione concessa dalla rapidissima rivoluzione social-digitale, fa sì che l’Italia sia legata a comportamenti ed etiche istituzionali largamente condivisi da altre democrazie; un italiano, un norvegese, un tedesco sono ormai immersi in un flusso condiviso di notizie, pulsioni e consapevolezze pienamente “democratici”. I timori per una “pretesa del comando” sono, perciò, infondati e inesistenti”. Da ultimo, “il punto essenziale. Pare assai grottesco che le raffinatissime o allarmate disquisizioni sulla forma istituzionale italiana avvengano spesso in assenza di Italiani. Come se i titolari della sovranità fossero un maldestro inciampo da interpellare svogliatamente solo in occasione delle elezioni. Nei talk show, ad esempio, il giornalista intervista un politico che rimpalla la vexata quaestio a un costituzionalista che ispira un opinionista il quale, a sua volta, cita lo storico preferito dal giornalista che, in estasi, si rifà sotto col politico … Un gioco dell’oca consumantesi in un girotondo che non porta da nessuna parte. E anche un poco allucinato poiché la volontà popolare che nessuno nomina, per paura o perché non conviene, pare il Convitato di pietra di Don Giovanni. Presente, ma non interpellata. In realtà, cosa pensano gli Italiani? I sondaggi si susseguono, ma paiono fatti per celarne i desideri più che esprimerli e tramutarli in azione politica. Gli Italiani sono, nella maggior parte, sfiduciati e rassegnati. Dagli impacci burocratici, dai bizantismi, dalle piroette di chi decide poco e, spesso, lo fa non nel loro interesse. Gli Italiani hanno preso pure a rimpiangere gli uomini della Prima Repubblica dai quali potevano dirsi, coi loro limiti, pienamente rappresentati”. “Gli Italiani sentono l’indefinibile nostalgia non dell’uomo forte, ma di un leader che dica un sì che sia un sì, senza infingimenti o trucchi o retromarce più o meno velate. Gli Italiani hanno bisogno e richiedono sicurezza. Di chi? Di una serie di statisti che infondano quella serenità che deriva dall’osservare un orizzonte stabile. In fondo reclamano poco, solamente una direzione di marcia condivisa; e dei partiti abili a intrattenere con l’elettorato un rapporto basato su una corrispondenza di reciproca fiducia e che non s’interroghi continuamente sui limiti di tale fiducia. Questo sarà reso possibile solo da una riforma che riporti gli elettori a scegliere la persona e la maggioranza in grado di interpretare i loro bisogni in un momento di trapasso epocale. E che plachi il loro grande smarrimento”, conclude Rodinò.

Il rapper Tony Effe annuncia il suo primo vero tour da solista

Il rapper Tony Effe annuncia il suo primo vero tour da solistaMilano, 10 mar. (askanews) – Da giorni diverse città italiane sono state invase da affissioni digitali che hanno fatto presagire al pubblico che qualcosa di grosso stesse bollendo nella pentola dell’iconico Tony Effe, creando un’attesa palpabile tra i fan dell’intoccabile della trap italiana. Arriva oggi finalmente la conferma ufficiale: a distanza di due anni dagli ultimi live Tony è pronto a calcare i palchi dei palazzetti più importanti d’Italia con Icon tour (prodotto da Vivo Concerti), il suo primo vero tour da solista. Due imperdibili appuntamenti fissati per il 5 ottobre 2024 al Palazzo dello Sport di Roma e il 12 ottobre al Forum di Milano con cui il rapper romano farà scatenare i fan sulle note di una potente setlist che attingerà da tutto il suo repertorio. Con una grande fame di rivendicare il proprio ruolo nella scena trap e uno stile dirompente, lo status di Tony Effe non può essere messo in discussione e le due date di Icon tour sono pronte a testimoniarlo.


I biglietti saranno disponibili a partire dalle 14:30 di venerdì 8 marzo sul sito di Ticketone e dalle 10:00 di mercoledì 13 marzo nei punti di vendita offline di Ticketone e sul sito di Ticketmaster.

Tim: al via cda straordinario, verso integrazione informazioni piano

Tim: al via cda straordinario, verso integrazione informazioni pianoMilano, 10 mar. (askanews) – E’ iniziato da pochi minuti il cda straordinario di Tim convocato dall’AD Pietro Labriola per fornire un’informativa ai consiglieri sul crollo in Borsa di giovedì, con scambi boom, in occasione della presentazione del piano industriale 2024-2026 della nuova Tim senza la rete.


Labriola sarebbe in sede a Roma, mentre la maggior parte dei consiglieri è in videocollegamento. L’attesa è che il management fornisca un’integrazione di informazioni di dettaglio al piano.