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Autore: Redazione StudioNews

Lufthansa archivia 2023 brillante e resta ottimista su Ita

Lufthansa archivia 2023 brillante e resta ottimista su ItaRoma, 7 mar. (askanews) – Lufthansa archivia un 2023 con il terzo miglior risultato di sempre grazie alla forte ripresa della domanda nel trasporto aereo e rimane ottimista sulla finalizzazione dell’ingresso nel capitale di Ita Airways anche se la procedura avviata dalla Commissione europea per l’esame dell’operazione risulta più lenta del previsto. La compagnia ha anche annunciato un ritorno al dividendo (mancava dal 2019) con una cedola di 30 centesimi per azione.


Il fatturato del gruppo tedesco lo scorso anno è salito a 35,4 miliardi di euro (30,9 miliardi nel 2022), mentre l’utile operativo rettificato è salito a 2,7 miliardi di euro (1,5 miliardi il precedente anni). Più che raddoppiato l’utile netto portandolo a 1,7 miliardi di euro (790 milioni di euro nel 2022). La compagnia prevede però un impatto negativo sui conti del primo trimestre dagli scioperi in corso. “Nel primo trimestre – spiega -, la perdita dell’Ebit rettificato dovrebbe essere superiore a quella dell’anno precedente, a causa dell’impatto degli scioperi sugli utili e del calo degli utili nella divisione Logistica, che nel primo trimestre dell’anno precedente aveva beneficiato considerevolmente dallo sviluppo eccezionalmente forte del mercato del trasporto aereo” dopo il difficile periodo della pandemia. Sul lato passeggeri, nel 2023 le compagnie aeree del gruppo hanno fatto registrare un totale di 123 milioni, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Le compagnie aeree del Gruppo hanno aumentato il numero dei voli offerti del 14% arrivando a 946 mila, con un loard factor migliorato di 3,1 punti percentuali attestandosi all’83% circa, tornando ai livelli pre-crisi.


Tra le società del gruppo, quella dedicata alla manutenzione ha registrato risultati record. Nel 2023, Lufthansa Technik ha generato un utile operativo di 628 milioni, rispetto ai 554 milioni dell’esercizio precedente. Per quanto rigurda l’esercizio in corso, il Gruppo prevede un continuo aumento della domanda di biglietti aerei, mentre già ora la domanda è elevata, soprattutto per i voli nel periodo pasquale e delle vacanze estive. Nonostante l’aumento della capacità, il load factor sui biglietti prenotati per i prossimi tre mesi sono superiori al livello dell’anno scorso. Le destinazioni più popolari sono Spagna, Italia, Grecia e altri paesi del Mediterraneo. Anche le altre compagnie aeree del Gruppo registrano una domanda costantemente elevata di servizi da e per il Nord America. Per l’intero 2024, Lufthansa prevede un’offerta di capacità media di circa il 94% rispetto al 2019. Ciò corrisponde a una crescita anno su anno di circa il 12%. Sul lato dei ricavi, il gruppo stima un aumento significativo, mentre i ricavi unitari delle compagnie aeree passeggeri del gruppo rimarranno stabili o solo leggermente al di sotto del livello dell’anno precedente, mentre i costi unitari dovrebbero rimanere stabili. Il Gruppo resta impegnato a raggiungere l’obiettivo di generare un margine Ebit rettificato sostenibile di almeno l’8%, con un flusso di cassa libero rettificato che raggiungerà almeno 1,5 miliardi di euro. Si prevede che gli investimenti netti ammonteranno a 2,5-3 miliardi di euro.


Infine, per quanto riguarda l’ingresso in Ita, Lufthansa comunica che sta lavorando a stretto contatto e in modo costruttivo con la Commissione Europea per ottenere “una rapida conclusione e la successiva attuazione della transazione” nel corso di quest’anno. Il presidente e ceo del gruppo tedesco Carsten Spohr, nel corsod ella conference call con gli analisti ha poi aggiunto di essere ottimista sull’operazione, anche se la procedura avviata da Bruxelles sta procedendo più lentamente del previsto. “Sarebbe bello” se la procedura fosse meno lenta, ha aggiunto perché “abbiamo bisogno di una industria europea che funziona e che può competere” con le altre grandi compagnie del mondo.

Cia: import cereali minaccia produzione made in Italy

Cia: import cereali minaccia produzione made in ItalyRoma, 7 mar. (askanews) – La massiccia importazione di frumento da Paesi come Turchia, Russia e Ucraina, rappresenta un’ulteriore e seria minaccia per le produzioni Made in Italy. Crollano i prezzi all’origine e le semine nazionali sono al minimo storico. Serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori. Così in una nota Cia-Agricoltori Italiani, ricordando le richieste già avanzate al Governo e sempre più in allarme per le sorti di un settore già costretto a lavorare in perdita e senza strumenti adeguati per uscire dalla crisi.


Per l’ennesima volta, Cia fa riferimento all’inconcepibile mancata istituzione del registro telematico sulle giacenze dei cereali, Granaio Italia, importante in termini di maggiore trasparenza e la cui entrata in vigore viene continuamente rinviata. Così come si attende da tempo uno strumento che certifichi i costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche i termini di contrattazione. L’Italia, ricorda Cia, importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro.


Non solo, i primi dati Cia sulle nuove semine segnalano un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130 mila ettari. Anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospettare per il Paese un raccolto tra i più bassi di sempre. E la situazione non è differente per il grano tenero e il mais. “Non è pensabile andare avanti senza politiche di contenimento da parte dell’Europa – dice il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – le aziende stanno abbandonando le colture. Le istituzioni tutte agiscano rapidamente, il Governo ci dia risposte immediate rispetto alle istanze presentate da troppo tempo, con un documento concreto di proposte, una mobilitazione in piazza e una petizione online ‘salva-grano’ Made in Italy, che supera le 75mila firme. Non si trascurino ancora i rischi economici, sociali e ambientali di questa crisi, non solo per il comparto cerealicolo, ma per l’intero Paese”.

Consorzio Vino Nobile Montepulciano a Prowein con oltre 50 etichette

Consorzio Vino Nobile Montepulciano a Prowein con oltre 50 etichetteMilano, 7 mar. (askanews) – Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano torna a Prowein, che si svolgerà dal 10 al 12 marzo nei padiglioni della fiera di Dusseldorf dove sarà presente con uno stand collettivo in rappresentanza di gran parte della Denominazione, con oltre 50 etichette in degustazione al banco consortile e numerose aziende presenti in forma diretta.


Quelli di Prowein saranno tre giorni di contatti diretti pronti a scoprire le ultime annate in commercio: il Nobile 2021 e la Riserva 2020. Inoltre, nella giornata inaugurale, alle 16.30, il Vino Nobile di Montepulciano sarà protagonista del seminario guidato dal giornalista specializzato Christian Eder allo stand di Vinum. “A pochi giorni dalle conferme dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, torniamo a confrontarci con il mercato in una delle piazze più importanti a livello internazionale e naturalmente europeo” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Andrea Rossi, sottolineando che “la Germania nel 2023 è tornata a recuperare quote di mercato, oltre a essere un Paese da cui si muove ancora gran parte di turismo verso la Toscana”. La Germania resta infatti il primo mercato del Nobile con il 38% della quota esportazioni, che l’anno scorso anno ha rappresentato complessivamente il 66% del totale della produzione.

Abruzzo, Marsilio: via intitolata a Murgia? Quali meriti ha?

Abruzzo, Marsilio: via intitolata a Murgia? Quali meriti ha?Roma, 7 mar. (askanews) – “Non ho mai letto in vita mia un libro di Michela Murgia. Prima di intitolarle una via dovrei capire quali sarebbero i suoi meriti per capire se è meritevole di essere proposta per intitolarle una strada. Non ho sufficienti informazioni, non escludo che possa averne le caratteristiche perché non riesco a seguire tutto. Francamente non è il personaggio della mia vita, non seguivo le sue cose. E probabilmente le sarei stato anche antipatico. Non mi sembrava una persona molto aperta alla diversità di opinioni e alle idee politiche diverse dalla sua. Questo era il suo carattere ed era libera di esprimerlo. Lo ha fatto spesso anche con molta violenza verbale. Pace all’anima sua”. Così Marco Marsilio, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Abruzzo, sul web talk YouTube ‘Klaus Condicio’.

Federpesca: da Masaf segnale positivo sui limiti a pesca sportiva

Federpesca: da Masaf segnale positivo sui limiti a pesca sportivaRoma, 7 mar. (askanews) – E’ stato apprezzato da Federpesca il provvedimento del Masaf che ha ridotto da 200 a 50 il numero massimo degli ami dei palangari utilizzati su imbarcazioni da diporto dai pescatori ricreativi e sportivi. Un’attività “che poco aveva a che fare con la pesca ricreativa e che utilizzava attrezzature proprie della pesca professionale eludendo i controlli delle autorità marittime e spesso vendendo illegalmente il prodotto pescato e facendo così concorrenza sleale alle imprese della pesca”, spiega Federpesca in una nota.


In un momento in cui la pesca professionale è in crisi e la tutela dei mari e delle risorse è a rischio, “riteniamo corretta una stretta sulla pesca ricreativa e sportiva volta a contenere un eccessivo prelievo delle risorse ittiche da parte di chi non vive di questo mestiere e non ha il duro compito di garantire reddito e occupazione per imprese e famiglie”, prosegue Federpesca. “Per troppi anni – aggiunge la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca – abbiamo assistito ad una disparità di trattamento tra pescatori professionali e pescatori sportivi. Il provvedimento del Ministro Lollobrigida rappresenta un segnale importante per quanti operano onestamente nel settore della pesca professionale. Siamo certi che questo provvedimento oltre a garantire maggiori controlli e a proteggere i nostri mari, tutelerà anche quei pescatori sportivi e ricreativi che operano nella legalità”.

Per Nadal niente Indian Wells: non posso mentire a me stesso

Per Nadal niente Indian Wells: non posso mentire a me stessoRoma, 7 mar. (askanews) – Rafa Nadal si ritira dal Masters 1000 di Indian Wells, come annunciato in un psot affidato ai social.”Non posso mentire a me stesso e a migliaia di tifosi” ha scritto il tennista spagnolo. Salta, dunque, l’atteso primo turno contro Milos Raonic, che affronterà l’indiano Sumit Nagal. “Sapete tutti quanto mi piaccia giocare qui, è una delle ragioni per cui sono venuto molto presto per allenarmi e cercare di essere pronto – ha scritto -. Ho lavorato duro, mi sono allenato, mi sono anche messo alla prova questo weekend ma non mi sento pronto per giocare al massimo livello un torneo così importante. E’ una decisione difficile, mi mancherete”. Nadal non gioca dal torneo di Brisbane: ha rinunciato agli Australian Open a causa di una microlacerazione muscolare.

Banca Etica compie 25 anni, Fasano: è il successo dell’economia sociale

Banca Etica compie 25 anni, Fasano: è il successo dell’economia socialeMilano, 7 mar. (askanews) – Utilizzare gli strumenti bancari e finanziari per perseguire una maggiore giustizia sociale e ambientale. E’ la scelta che Banca Etica sta concretizzando con le sue attività dimostrando così che fare banca e finanza in modo etico e sostenibili è possibile. Due indicatori possono spiegare su cosa si poggia questa visione: il 23 per cento di chi ha ottenuto un credito da Banca Etica aveva visto un rifiuto da un altro istituto tradizionale. E per quanto riguarda il dato sulle sofferenze, per Banca Etica sono stabilmente molto al di sotto rispetto alla media del sistema bancario: nel 2023 le sofferenze nette per Banca Etica si sono attestate sullo 0,23% contro una media del sistema bancario italiano di 1,05%. Sostenere chi escluso dagli istituti tradizionali perché non rientra nei parametri di opportunità business, e non perché non meritevole di fiducia, vuol dire dare credito a chi ha una visione del lavoro, e del capitale necessario a sostenerlo, distante da quella speculativa; contribuendo così a costruire un cambiamento del modello economico della società.


Dopo 25 anni di attività, Banca Etica è oggi una realtà che conta oltre 48 mila persone e organizzazioni socie; crediti in corso per oltre un miliardo e 200 milioni; capitale sociale di oltre 92 milioni di euro a fine 2023 con una crescita media annua nell’ultimo decennio del +7,5% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale. E registra livelli di solidità patrimoniale migliori rispetto alla media del sistema bancario tradizionale: con un un CET1 ratio del 20,8% e un Total Capital Ratio del 25,3% contro rispettivo dato medio del 16,98% e del 18,62% registrati a settembre 2023 dal sistema bancario italiano. I dati che descrivono la realtà di Banca Etica sono stati presentati nel corso di un incontro presso il Cnel in occasione dei 25 anni di attività di Banca Etica. Durante i lavori è stata presentata anche la ricerca “Azionisti del bene comune. 25 anni per la pace l’ambiente e l’inclusione” curata da Aiccon, il Centro Studi promosso dall’Università di Bologna,


Il patrimonio di Banca Etica è di oltre 180 milioni. Il capitale sociale, complessivamente, tra il 2007 al 2023 ha registrato un +375% contro il +29% del sistema bancario tradizionale. Il tasso di crescita dei depositi è aumentato mediamente nello stesso periodo del 13,8% annuo, contro l’8% medio annuo del sistema italiano. Con l’ampliamento del numero di clienti e la crescita del capitale, è aumentato anche il credito concesso a organizzazioni e persone, un valore, questo, in costante crescita negli ultimi 25 anni per un totale aggiornato al 2023 di 1.211 milioni di euro e con un tasso medio annuo del +9,7% mentre il volume dei crediti erogati dal sistema bancario nel suo insieme è rimasto praticamente invariato nello stesso periodo includendo anche periodi di vero credit crunch. Andamento positivo anche per titoli e altri investimenti finanziari che vanno ad aggiungersi per un totale di ulteriori 1.342 milioni di euro. Nonostante le norme che regolano l’accesso al credito siano sempre più rigide, l’analisi di Aiccon mostra come Banca Etica riesca ad attuare una politica inclusiva lavorando attivamente per ridurre l’esclusione creditizia. Tra coloro che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento da Banca Etica, il 9% delle persone e il 10% delle organizzazioni si era già visto rifiutare prima una richiesta di finanziamento da un’altra banca, percentuale quest’ultima che nel caso di organizzazioni non socie della Banca e sale fino al 41,7%.


La ricerca dà dunque conto di una crescita eccezionale della finanza etica nel nostro Paese, un settore che soprattutto 25 anni fa scontava parecchi pregiudizi finanziari ed era considerato poco bancabile. L’attività e i risultati raggiunti da Banca Etica in questi anni dimostrano – soprattutto attraverso il parametro in costante crescita dei crediti erogati – come le imprese sociali siano un soggetto economico stabile e affidabile. “I risultati di Banca Etica possono essere letti come il successo di tutto il comparto dell’economia sociale italiana. Banca Etica è nata nel 1999 dall’impegno delle principali reti della società civile italiana, quelle stesse reti che tutt’oggi sono i nostri soci di riferimento. Venticinque anni fa in molti credevano che il terzo settore non fosse bancabile: abbiamo dimostrato che non è così. Intanto il mondo è cambiato e alla dicotomia tra imprese profit e nonprofit si è aggiunta la vasta sfera delle imprese sociali che coniugano i principi dell’efficienza di impresa con il perseguimento di obiettivi di interesse collettivo come la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone e le comunità impattate dalle attività economiche. Lo stesso terzo settore è diventato più imprenditoriale senza perdere la sua vocazione. Banca Etica è stata un precursore e un acceleratore di queste trasformazioni, riuscendo a contagiare il resto del sistema economico, sociale e finanziario, e lo stesso sistema normativo, che oggi guarda con sempre maggiore attenzione agli impatti sociali e ambientali delle attività di impresa. Al netto dei rischi di greenwashing e social-washing che vanno gestiti e arginati, possiamo dire che il cambiamento è avviato. Ma ha ancora bisogno di molte energie per farsi sistema e per contrastare gli effetti più nefasti del capitalismo sfrenato. Gli attori che genuinamente mettono la giustizia socio-ambientale al centro del proprio agire devono sempre più fare rete e coinvolgere le nuove generazioni che sono sempre più attente a questi temi, ma che devono essere messe in condizione di partecipare attivamente alla costruzione e diffusione di nuovi modelli economici. A questo saranno dedicati i nostri sforzi per i prossimi anni, anche in un contesto normativo sempre più stringente”.


Non solo credito, negli ultimi 20 anni l’azione di Banca Etica si è estesa all’attività di investimento con la nascita della società di gestione del risparmio Etica Sgr e la creazione di un Gruppo Bancario. La nascita del nuovo ramo ha permesso di contaminare anche il settore degli investimenti con i valori, i principi e le finalità che distinguono e ispirano il modus operandi del Gruppo. Etica Sgr, infatti, propone una metodologia proprietaria – ESG EticApproach – che prevede un doppio screening volto ad individuare al contempo i Paesi e le aziende più virtuosi dal punto di vista socio-ambientale e più attente al benessere collettivo. La ricerca Aiccon mostra come, al pari della banca, anche Etica Sgr ha registrato un’importante crescita del patrimonio gestito che nel 2023 ha raggiunto 7,4 miliardi di euro, con un ritmo del +20% medio annuo. La ricerca evidenzia infine la capacità di Banca Etica di condividere la propria mission con i suoi soci: il 98% degli intervistati sostiene che la distintività del Gruppo Banca Etica emerga rispetto a quella degli altri gruppi bancari e il 96% afferma che l’azione condotta sia coerente, e dunque mantenga fede, ai principi e valori cui aderisce e che promuove. In particolare, però, gli stakeholder rilevano una funzione di capacity building svolta dalla Banca in materia di educazione finanziaria: più di 1 persona su 3 (38,79%) sostiene di conoscere i propri diritti come risparmiatori oggi meglio di quando non erano in relazione con Banca Etica e allo stesso modo quasi 1 organizzazione su 3 (30,88%) rileva di conoscere meglio i propri diritti come cliente di una banca. Oltre a ciò, più di 1 persona su 3 (34,88%) e 3 organizzazioni su 10 (29,03%) sentono di aver acquisito una miglior conoscenza degli strumenti e del linguaggio finanziario. Nel complesso 7 persone su 10 ritengono che il Gruppo Banca Etica in questi 25 anni sia stato realmente capace di contaminare in senso positivo l’intero sistema socio-economico mostrando sia con la sua azione economica sia con l’azione culturale, portata avanti in sintonia e sinergia con Fondazione Finanza Etica, che è possibile fare finanza mettendo al centro valori quali la protezione dell’ambiente e dei diritti delle persone in tutto il mondo. La ricerca è stata il punto di partenza per una mattinata di confronti e riflessioni sui grandi temi della finanza etica che ha visto, fra gli altri, gli interventi di suor Alessandra Smerilli, segretaria generale del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, Renato Brunetta, presidente del Cnel, Antonio Patuelli, presidente di ABI e Gianfranco Torriero vice direttore vicario dell’ABI, e il professor Stefano Zamagni dell’Università di Bologna. Per Banca Etica sono intervenuti la presidente Anna Fasano e il direttore generale, Nazzareno Gabrielli. La ricerca – realizzata su un campione di 3.795 clienti fra persone fisiche e giuridiche – dà conto dei risultati raggiunti da Banca Etica, in Italia l’unico istituto che opera esclusivamente nel campo della finanza etica, e della sua capacità di generare una azione trasformativa positiva nei contesti in cui opera, nel senso di una maggiore giustizia economico, sociale e ambientale.

Abruzzo, Calenda: campo largo non esiste, ma D’Amico buon candidato

Abruzzo, Calenda: campo largo non esiste, ma D’Amico buon candidatoRoma, 7 mar. (askanews) – “Credo che il campo largo non esista neanche tra Pd e M5s: non credo che queste coalizioni riescano a governare l’Italia. Azione nasce per dare un’alternativa di voto a chi non ci crede. Poi se c’è un buon candidato per carità. Vale sempre per prima la competenza”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Tg2 Italia Europa, a proposito del suo appoggio a Luciano D’Amico, candidato del centrosinistra allargato per la presidenza della Regione Abruzzo.


“Pensi quanto può essere bravo il candidato per farmi fare uno dei famosi campi larghi: D’Amico è di una qualità straordinaria ha rimesso a posto l’università di Teramo, è un liberale, ha messo a posto l’azienda dei trasporti. Questa è l’unica ragione, ed è la ragione per cui sosteniamo Occhiuto, che è un liberale moderato di centrodestra in Calabria”, ha spiegato.

Abruzzo, Schlein: è ora di cambiare, governo Marsilio non ha risolto

Abruzzo, Schlein: è ora di cambiare, governo Marsilio non ha risoltoRoma, 7 mar. (askanews) – “A Bussi sul Tirino. 236 ettari di discarica inquinante dove si incontrano due parchi nazionali. La discarica di veleni più grande d’Europa. Una ferita ambientale che va sanata, un’area che va riconvertita. Sbaglia la destra a negare la crisi climatica. Cinque anni di governo Marsilio non hanno prodotto soluzioni. È ora di cambiare. #Abruzzo #DAmico”. Lo scrive su Instagram la segretaria del Pd Elly Schlein, da ieri impegnata nel tour finale in vista del voto di domenica in Abruzzo.

Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead network

Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead networkMilano, 7 mar. (askanews) – Promuovere l’effettiva parità di genere è anche una questione di filiera. E quando un’azienda si qualifica come leader di mercato ha la responsabilità di guardare oltre i propri confini aziendali per favorire quel cambiamento nel tessuto economico di cui fa parte. Il gruppo Barilla con la partnership strategica siglata con Lead network (Leading executives advancing diversity), ha deciso di portare avanti questo obiettivo, annunciato in vista della Giornata internazionale dei diritti delle donne. Attraverso la collaborazione con la Ong, che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa, il gruppo di Parma, infatti, promuoverà politiche inclusive nelle varie filiere di approvvigionamento, realizzando attività di formazione, mentoring, progetti condivisi e attivazione di capitoli locali.


“Ci è venuto naturale unire le forze con Lead network, organizzazione di punta nella promozione della diversità, che, come noi, considera la parità di genere un pilastro strategico – ha dichiarato Gianluca Di Tondo, amministratore delegato del gruppo Barilla – L’impegno di Lead network per l’eccellenza si allinea perfettamente con i nostri valori. Sono convinto che, insieme, riusciremo a dare ancora più valore alle nostre attività e ai nostri mercati”. “Il percorso di Barilla per promuovere la diversità e la parità di genere si arricchisce di un’altra tappa fondamentale – afferma Floriana Notarangelo, chief diversity & inclusion officer del gruppo Barilla – Questa nuova alleanza si propone di alzare l’asticella per la promozione di diversità e inclusione nel nostro settore”. Barilla, già sei anni fa, con il Global supplier diversity program, ha intrapreso un percorso per il cambiamento culturale nella catena di produzione, coinvolgendo direttamente i fornitori. E le storie di Alessandra Lameri, Ad di Lameri, e di Margherita Caffa e Giovanna Galletti, Ceo di Lino, entrambe aziende fornitrici del gruppo di Parma, sono due esempi in due filiere strategiche per il mercato italiano, quella dei cereali e della nocciola.


Alessandra Lameri è entrata, nell’azienda fondata dal padre nel 1968, a 26 anni, come addetta in laboratorio qualità. Da allora il suo ruolo è progressivamente cresciuto. “Venti anni fa avevamo un solo stabilimento dedicato alla trasformazione dei cereali, oggi contiamo sei stabilimenti, tra i quali due aziende dolciarie in un’ottica di diversificazione del mercato – ha raccontato – Nel tempo abbiamo investito molto nella professionalità dei nostri collaboratori, in qualità, innovazione e nuove tecnologie per soddisfare le sempre più crescenti richieste dei nostri clienti. Barilla è stata tra i nostri clienti la prima a sensibilizzare su inclusione sociale e valorizzazione della diversità e del talento femminile. E anche noi negli ultimi anni abbiamo aumentato del 15% l’occupazione femminile, cosa non scontata in un settore tradizionalmente a predominanza maschile”. La seconda storia arriva dal Piemonte: Lino, società nata a fine anni Ottanta, lavora le nocciole che ritroviamo nei Pan di Stelle e nei Baiocchi Mulino Bianco. Nel 2012, a seguito della scomparsa improvvisa del fondatore, Carlo Caffa, Rosalba, Federica e Margherita ne raccolgono l’eredità: è l’inizio di un percorso che ha assicurato la continuità aziendale con una guida interamente al femminile. “Le donne oggi sono la maggioranza in tutti i ruoli aziendali, dal Cda allo stabilimento produttivo. Io entro in azienda a 23 anni e a 27 divento mamma – ha ricostruito Margherita Caffa – non è oggi semplice conciliare la volontà di essere una madre presente con le attese sul ruolo di imprenditrice, ma la passione e la voglia di fare crescere l’azienda sono state l’occasione per contrattare continuamente la realtà”. “Per una donna vita e lavoro non sono mai davvero separate. Tutti i nostri sforzi compiuti in questi anni – ha aggiunto l’altra ceo Giovanna Galletti – sono stati rivolti a mantenere un elevato standard qualitativo, nella piena consapevolezza che scelte di questo tipo generano un impatto non solo all’interno dell’azienda ma sulla comunità intera”.


Per favorire l’inclusione e la parità di genere, Barilla qualche mese fa ha adottato una nuova global policy per il congedo di paternità e maternità, garantendo a tutti i genitori del gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. Nel 2020, il raggiungimento della parità retributiva di genere per tutti i dipendenti elimina ogni divario retributivo ingiustificato. Inoltre, il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne e il 47% delle dipendenti lavora a diretto riporto del Global leadership team. In Italia un team di donne guida tre degli stabilimenti produttivi più strategici del gruppo, a Castiglione delle Stiviere (VR), Novara e Melfi (PZ).