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Autore: Redazione StudioNews

La Fed segna una pausa sui rialzi dei tassi ma ne medita altri

La Fed segna una pausa sui rialzi dei tassi ma ne medita altriRoma, 14 giu. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale statunitense ha come da attese segnato una pausa nella sua aggressiva manovra di rialzo dei tassi di interesse, ma al tempo stesso ha sorpreso gli operatori lanciando indicazioni che fanno presagire altri due aumenti entro la fine dell’anno. “Quasi tutti i partecipanti (al direttorio, il Fomc) hanno ritenuto che servirà qualche ulteriore inasprimento verso la fine dell’anno”, ha riferito il presidente, Jerome Powell nella conferenza stampa post Fomc.

Il segnale era già contenuto nelle nuove previsioni economiche, pubblicate contestualmente al comunicato del direttorio. Forniscono le attese degli esponenti del Fomc sul futuro dei tassi che essi stessi stabiliscono. E ora l’attesa mediana sul 2023 è di un picco al 5,6%, che implicherebbe altri due aumenti da 25 punti base. La Fed, poi, inizierebbe a tagliare i tassi già dal prossimo anno portandoli al 4,6% e poi al 3,4% nel 2025. A marzo queste stime interne indicavano, rispettivamente, 4,3% e 3,1% sui prossimi due anni. Attualmente i tassi sul dopllaro sono ad una forchetta del 5-5,25%. A più riprese oggi Powell ha spiegato che gli sforzi per far calare l’inflazione non sono finiti.

Intanto la Fed ha rivisto nettamente al rialzo le previsioni di crescita economica di quest’anno, ma ha limato al ribasso quelle dei due anni successivi. Ha limato l’attesa di inflazione per quest’anno al 3,2%, un decimale in meno rispetto alle previsioni di marzo, mentre ha confermato la stima sul 2024 al 2,5% e quella sul 2025 al 2,1%. Per l’economia Usa ora la Banca centrale statunitense prevede una espansione del Pil dell’1% quest’anno – una netta revisione al rialzo rispetto al +0,4% stimato a marzo – cui dovrebbe seguire un più 1,1% nel 2024 e un più 1,8% nel 2025. Sia il prossimo anno che quello successivo hanno visto le stime sul Pil ridotte di 0,1 punti percentuali rispetto a marzo.

Debolezza a Wall Street, che dopo una reazione iniziale tutta in ribasso ha visto tentativi di miglioramento in un quadro di volatilità. A fine scambi il Dow Jones perde lo 0,90%, mentre il Nasdaq ha guadagnato uno 0,39% e l’S&P è tornato leggermente positivo con un più 0,08%. Nette oscillazioni sul dollaro che in serata si attesta in parziale recupero, con l’euro a 1,0824 sul biglietto verde.

Sogei, Cannarsa nominato nuovo amministratore delegato

Sogei, Cannarsa nominato nuovo amministratore delegatoRoma, 14 giu. (askanews) – Il ministero dell’Economia e delle finanze comunica che si è riunita oggi l’assemblea degli azionisti di Sogei (partecipata al 100% dal Tesoro) che ha nominato Cristiano Cannarsa nuovo amministratore delegato.

Secondo quanto riporta un comunicatoCannarsa, manager di consolidata esperienza nel settore della pubblica amministrazione, proviene da Consip e ha già ricoperto il ruolo di ad di Sogei. “L’azionista ringrazia l’amministratore delegato uscente, il Andrea Quacivi, per il pregevole lavoro svolto – si legge – e per il contributo fornito nel percorso di modernizzazione e di supporto alla transizione digitale nel settore pubblico”.

Tim: 9 consiglieri su 14 a favore di cooptazione in cda di Pansa

Tim: 9 consiglieri su 14 a favore di cooptazione in cda di PansaMilano, 14 giu. (askanews) – Nove consiglieri su 14 hanno votato a favore della cooptazione di Alessandro Pansa nel cda di Tim. Il voto, secondo quanto si apprende, non vuole rappresentare alcuna mossa ostile contro il primo socio Vivendi. Il gruppo francese aveva soltanto suggerito il nome dell’ex presidente di Leonardo, Luciano Carta, ma non lo aveva proposto ufficialmente come proprio rappresentante nel board, viene spiegato.

Pansa, presidente di Sparkle, è nel gruppo Tim dal 2019 ed è già informato sul dossier rete, argomento che sarà sul tavolo dei cda già convocati del 19 e 22 giugno. Pansa, 72 anni, nel 2013 è stato nominato Capo della Polizia e dal 2016 al 2018 è stato a capo del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).

BBC riesce a intervistare gente in Nordcorea: situazione drammatica

BBC riesce a intervistare gente in Nordcorea: situazione drammaticaRoma, 14 giu. (askanews) – La BBC ha realizzato un pericoloso e clamoroso reportage pubblicato oggi: con l’aiuto di Daily NK, è riuscita a intervistare tre persone all’interno della Corea del Nord – paese sigillato ai media esteri – i quali hanno parlato di una situazione drammatica, di un paese alla fame.

Una donna che vive nella capitale Pyongyang ha detto alla BBC di conoscere una famiglia di tre persone che era morta di fame a casa. “Abbiamo bussato alla loro porta per dar loro dell’acqua, ma nessuno ha risposto”, ha detto Ji Yeon. Quando le autorità sono entrate, le hanno trovate morte. I nomi delle persone intervistate sono stati cambiati per proteggere la loro sicurezza.

Un operaio edile che vive vicino al confine cinese, Chan Ho, ha detto che le scorte di cibo sono così scarse che cinque persone nel suo villaggio erano già morte di fame. “All’inizio avevo paura di morire di Covid, ma poi ho iniziato a preoccuparmi di morire di fame”, ha detto. La Corea del Nord non è mai riuscita a produrre cibo a sufficienza per i suoi 26 milioni di abitanti e negli anni ’90 ha vissuto una devastante crisi alimentare provocata dal collasso del sistema statale di distribuzione.

A gennaio 2020 il leader Kim Jong Un ha ordinato la chiusura ermetica dei confini per impedire l’arrivo della pandemia Covid-19. Ma le autorità hanno interrotto anhce tutto il commercio, impedendo così anche l’afflusso di fertilizzanti, macchinari e componenti necessari all’agricoltura. Anche il contrabbando è stato impedito in maniera draconiana. Una commerciante di un mercato del nord del Paese – illegale, ma in passato tollerato – ha detto che quasi tre quarti dei prodotti nel suo mercato locale provenivano dalla Cina, ma che ora è “vuoto”. Lei, come altri che si guadagnano da vivere vendendo merci contrabbandate da oltre confine, ha visto scomparire gran parte del suo reddito. Ha raccontato che la sua famiglia non ha mai avuto così poco da mangiare e che di recente le persone hanno bussato alla sua porta chiedendo del cibo perché erano così affamate.

Da Pyongyang, Ji Yeon ha detto di aver sentito di persone che si sono suicidate in casa o sono scomparse tra le montagne per morire, perché non potevano più guadagnarsi da vivere. Lei stessa fa fatica a nutrire i suoi figli. Una volta è rimasta due giorni senza mangiare e ha pensato che sarebbe morta nel sonno. Lo stesso leader nordcoreano Kim Jong Un ha accennato alla gravità della situazione, a un certo punto parlando apertamente di una “crisi alimentare”, mentre compiva vari tentativi per rilanciare la produzione agricola. Gli intervistati dalla BBC hanno anche confermato che il governo ha utilizzato gli ultimi tre anni per aumentare il controllo sulla vita delle persone, rafforzando le pene e approvando nuove leggi. Il numero dei fuggiaschi verso la Cina è crollato a causa del controllo diventato asfissiante. Prima della pandemia, più di 1.000 persone fuggivano dal paese ogni anno, attraversando il fiume Yalu verso la Cina, secondo i numeri diffusi dal governo sudcoreano. La commerciante di mercato ha detto che è diventato impossibile scappare. “Se ti avvicini al fiume ora ti verrà data una dura punizione, quindi quasi nessuno sta attraversando”, ha detto. L’operaio edile Chan Ho ha detto che il figlio del suo amico ha recentemente assistito a diverse esecuzioni a porte chiuse. In ognuna, tra le tre e le quattro persone erano state uccise per aver tentato la fuga. “Ogni giorno diventa più difficile vivere”, ci ha detto. “Una mossa sbagliata e sei di fronte all’esecuzione”.

Addio al Cavaliere.Per Fi incognita Marta-Marina. E spunta Cairo

Addio al Cavaliere.Per Fi incognita Marta-Marina. E spunta CairoMilano, 14 giu. (askanews) – La regia by Mediaset è enfatica quanto basta, la cerimonia senza fronzoli. Si potrebbe dire quasi sobria, se non si stesse parlando dell’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, l’uomo con più eccessi e imprevedibilità che la politica italiana della Seconda Repubblica potesse immaginare. Il funerale è forse la cosa della sua vita che meno somiglia all’istrionico ex presidente del Consiglio. Il colore, soprattutto il rossonero dei tifosi milanisti, resta fuori, nel sagrato antistante il Duomo, super transennato e super sorvegliato.

Dentro, dove può entrare solo chi è accreditato, c’è soprattutto il nero del lutto e il grigio di certi abiti e di certe personalità che non avendo assegnazione nominale del posto, provano a conquistare il banco più avanzato anche a costo di occupare file destinate ad altri. E’ un ricco sottobosco in cui si cela buona parte del mondo berlusconiano che fu, ex ministri, potenti di un tempo di cui in alcuni casi ora si fa fatica a ricordare il nome. Non le prime file, lì il cerimoniale è rigido e seguito con scrupolo. Da un lato la famiglia, i figli, gli eredi dell’impero finanziario, e i volti che di quel mondo sono il simbolo, come Maria De Filippi o Silvia Toffanin, che è anche moglie di Piersilvio. Dall’altro la politica, il regno in cui Berlusconi invece di eredi non ne ha voluti lasciare, ma dove in tanti devono a lui la loro carriera. C’è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato, Ignazio La Russa e della Camera Lorenzo Fontana, ci sono i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. C’è, soprattutto, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, il cui arrivo viene accolto con un applauso.

In mezzo, tra l’una e l’altra navata, si materializza però la grande incognita del futuro che riguarda Forza Italia ma che potrebbe incrociare anche il destino delle aziende. Ci sono tante delle donne della sua vita: Veronica Lario, seduta in seconda fila, Francesca Pascale che, a differenza di altri dichiaratori seriali presenti al funerale, dice soltanto che in una giornata come questa non c’è alternativa al silenzio. Ma gli occhi sono puntati su due donne in particolare, sedute una accanto all’altra in prima fila: Marta Fascina e Marina, l’una che piange a più riprese e fissa il feretro, l’altra che le tiene la mano. Di certo, l’immagine di loro due affiancate e strette nel dolore è una delle più forti e simboliche di questa giornata.

Ma per gli orfani di Berlusconi, quelli che adesso si chiedono soprattutto che fine farà la loro carriera parlamentare, quell’istantanea porta con sé una serie di domande: Che ruolo avranno ora? La primogenita continuerà a tenere in vita il partito? Economicamente almeno, perché su un impegno politico in prima persona ha già deciso tempo fa. E la quasi moglie ora si farà garbatamente da parte dopo aver assolto al suo compito di compagna fino all’ultimo respiro oppure proverà ad allungare la sua ombra sulle sorti di un partito che ora teme di avere davanti a sé solo il rischio della dissoluzione o dell’annessione in una sorta di Pdl 2.0? Il tentativo, che sarà affidato ad Antonio Tajani, sarà – per un accordo preso tra la stessa Marina e Giorgia Meloni – quello di tenere in vita il partito fino alle Europee sperando che superi la soglia del 4% anche senza il suo padre e padrone. Ma perché questa pax si mantenga è necessario che si mettano da parte le faide che hanno segnato Forza Italia negli ultimi mesi di Berlusconi. La minoranza, quella dei cosiddetti ronzulliani, si aspetta che ci sia una gestione equilibrata del potere, di certo non blitz come quelli che hanno portato a fine marzo alla defenestrazione di Alessandro Cattaneo da capogruppo alla Camera. Ma i dieci mesi che separano questo momento dalle elezioni per Strasburgo sono tanti, un’era geologica in una polveriera come Forza Italia. Passato il momento del lutto e del rispetto c’è già chi si chiede se non ci possa essere un nuovo re all’orizzonte.

Il nome che comincia a circolare è quello di Urbano Cairo, che in questi giorni si è fatto notare per la generosità con cui ha ricordato di essere “allievo” di Berlusconi e la voglia di raccontare di averlo incontrato ben tre volte a gennaio. Il particolare che non riferisce è di essere stato a un passo dal comprare ‘Il Giornale’, uno dei simboli dell’impero mediatico al servizio dell’impegno politico, alla fine passato nelle mani degli Angelucci. E, poi, ci sono quelle voci di un interessamento addirittura nei confronti di Mediaset. Se tutto ciò è davvero prodromico a una ‘discesa’ nell’agone politico al momento non è dato sapere. Di certo, resta agli atti la lunghissima chiacchierata avuta al termine della cerimonia dallo stesso Cairo con Licia Ronzulli. E, per quello che vale, anche la risposta di un’ esponente della minoranza: “Lui in campo? Magari”.

Tim: Alessandro Pansa cooptato nel cda

Tim: Alessandro Pansa cooptato nel cdaMilano, 14 giu. (askanews) – Il cda di Tim ha proceduto, a maggioranza, alla cooptazione di Alessandro Pansa come consigliere, in sostituzione del Ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, che si è dimesso lo scorso gennaio. Lo comunica una nota del gruppo.

Pansa, attuale presidente di Sparkle (Tim) e capo della Polizia dal 2013 al 2016, non detiene azioni Tim e si qualifica come amministratore non esecutivo, informa la nota. Il primo azionista di Tim, Vivendi, aveva proposto come consigliere l’ex presidente di Leonardo, Luciano Carta.

Wimbledon, montepremi da record: 44,7 milioni di sterline

Wimbledon, montepremi da record: 44,7 milioni di sterlineRoma, 14 giu. (askanews) – Come annunciato dall’All England Club, l’edizione 2023 dei Championships, il torneo di Wimbledon, avrà un montepremi da record di 44,7 milioni di sterline, con un +11,2% rispetto all’anno scorso e un +17,1% rispetto all’evento pre pandemia nel 2019. Premi più ricchi per tutti, da chi uscirà al primo turno sino al vincitore. Il torneo di Wimbledon sarà dal 3 al 16 luglio. I campioni e i secondi classificati del singolare femminile e maschile riceveranno rispettivamente 2,35 milioni di sterline e 1,17 milioni di sterline, con un premio in denaro per questi due risultati che salirà ai livelli del 2019, ha affermato l’All England Club. I giocatori del tabellone principale che perdono al primo turno riceveranno 55.000 sterline, un aumento del 10% rispetto al 2022. “La nostra ambizione con questa distribuzione è riportare i premi in denaro dei campioni e dei secondi classificati ai livelli del 2019 prima della pandemia, fornendo allo stesso tempo il meritato supporto ai giocatori nei primi turni dell’evento”, ha dichiarato Ian Hewitt, presidente dell’All England Club. MONTEPREMI SINGOLARE MASCHILE E FEMMINILE Vincitore: 2.350.000 sterline Finalista: 1.175.000 sterline Semifinali: 600.000 sterline Quarti di finale: 340.000 sterline 4° turno: 207.000 sterline 3° turno: 131.000 sterline 2° turno: 85.000 sterline 1° turno: 55.000 sterline MONTEPREMI QUALIFICAZIONI (MASCHILE E FEMMINILE) 3° turno: 36.000 sterline 2° turno: 21.750 sterline 1° turno: 12.750 sterline IL TOTALE DEI PREMI Singolare maschile: 16.077.000 sterline Singolare femminile: 16.077.000 sterline Qualificazioni maschili: 2.088.000 sterline Qualificazioni femminili: 2.088.000 sterline Doppio maschile: 2.582.000 sterline Doppio femminile: 2.582.000 sterline Doppio misto: 448.000 sterline Wheelchair event: 738.000 sterline Doppio a inviti: 570.000 sterline

Vino, 25 e 26 giugno la Tenuta Marchesi Alfieri ospita “Sbarbatelle”

Vino, 25 e 26 giugno la Tenuta Marchesi Alfieri ospita “Sbarbatelle”Milano, 14 giu. (askanews) – Il 25 e 26 giugno la storica Tenuta Marchesi Alfieri di San Martino Alfieri (Asti) ospiterà la sesta edizione di “Sbarbatelle”, evento dedicato alle giovani produttrici italiane e ai loro vini. Nel parco e nell’orangerie della Tenuta, si ritroveranno un’ottantina di vignaiole con i loro 240 vini ai banchi di assaggio.

Non mancheranno inoltre le esperienze dedicate al food con i piatti de Il Cascinalenuovo dello chef stellato Walter Ferretto, l’american bbq in chiave piemontese di Osteria Social e i prodotti di Casa Costa, e all’arte, con la mostra personale di Lucrezia Carrega, pittrice nonché produttrice di vino. A completare l’offerta delle giornate, nella sala delle porcellane del castello, gli ospiti potranno partecipare agli assaggi di rum della Martinica raccontati dagli esperti del Gruppo Sagna e vivere le esperienze olfattive curate dalle ricercatrici del Centro ricerca viticoltura ed enologia (Crea) di Asti. La sesta edizione di “Sbarbatelle” aprirà una stagione estiva di nuove proposte per la Cantina Marchesi Alfieri “tra cui – ha spiegato la Heritage manager della Tenuta, Irene Rubino – due nuovi percorsi di degustazione dedicati ai visitatori, con l’obiettivo di rendere ancor più completo il viaggio sensoriale alla scoperta dei nostri vini”.

L’addio di Milano al Cavaliere, in piazza più Milan che Fi

L’addio di Milano al Cavaliere, in piazza più Milan che FiMilano, 14 giu. (askanews) – Cori da stadio e bandiere, tante magliette e sciarpe. A guardare il sagrato di piazza del Duomo, il popolo che è venuto a dire addio a Silvio Berlusconi è quello con i colori rossoneri del Milan, più che quello con il tricolore di Forza Italia. Con la Curva Sud, il settore di San Siro che ospita i tifosi rossoneri più accesi, che è protagonista in piazza.

Le grandi bandiere del Milan che solitamente sventolano allo stadio, stavolta segnano ogni momento saliente della cerimonia funebre, accompagnando le immagini trasmesse dai maxischermi in piazza. Il coro più frequente è “Un presidente, c’è solo un presidente”. Che nel caso di Berlusconi potrebbe valere per le tante cariche ricoperte ma che regolarmente si alza dal cuore della piazza occupato dai tifosi. Insieme al coro “Berlusconi uno di noi”, scandito più volte. Hanno meno successo il coro “C’è solo un Cavaliere” e l’inno nazionale che alcuni cittadini intonano. I tanti in piazza per la politica, lo sono però in modo meno organizzato e quindi meno visibile: qualche bandiera, tante spillette di Forza Italia, cartelli e striscioni fatti in casa. Come quello che è nella prima fila dello spazio riservato ai cittadini comuni: “L’Italia è il Paese che amo”, riprendendo l’incipit più famoso della politica, quello della discesa in campo del 1994. Affianco, lo striscione del Milan Club di Sassuolo.

L’addio a Berlusconi a Milano, in piazza più Milan che Fi

L’addio a Berlusconi a Milano, in piazza più Milan che FiMilano, 14 giu. (askanews) – Cori da stadio e bandiere, tante magliette e sciarpe. A guardare il sagrato di piazza del Duomo, il popolo che è venuto a dire addio a Silvio Berlusconi è quello con i colori rossoneri del Milan, più che quello con il tricolore di Forza Italia. Con la Curva Sud, il settore di San Siro che ospita i tifosi rossoneri più accesi, che è protagonista in piazza.

Le grandi bandiere del Milan che solitamente sventolano allo stadio, stavolta segnano ogni momento saliente della cerimonia funebre, accompagnando le immagini trasmesse dai maxischermi in piazza. Il coro più frequente è “Un presidente, c’è solo un presidente”. Che nel caso di Berlusconi potrebbe valere per le tante cariche ricoperte ma che regolarmente si alza dal cuore della piazza occupato dai tifosi. Insieme al coro “Berlusconi uno di noi”, scandito più volte. Hanno meno successo il coro “C’è solo un Cavaliere” e l’inno nazionale che alcuni cittadini intonano. I tanti in piazza per la politica, lo sono però in modo meno organizzato e quindi meno visibile: qualche bandiera, tante spillette di Forza Italia, cartelli e striscioni fatti in casa. Come quello che è nella prima fila dello spazio riservato ai cittadini comuni: “L’Italia è il Paese che amo”, riprendendo l’incipit più famoso della politica, quello della discesa in campo del 1994. Affianco, lo striscione del Milan Club di Sassuolo.