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Autore: Redazione StudioNews

Casa, Idealista: ad aprile affitti su 3,1% da marzo, più 10,1% annuo

Casa, Idealista: ad aprile affitti su 3,1% da marzo, più 10,1% annuoRoma, 9 mag. (askanews) – Il mese di aprile 2023 si è chiuso all’insegna di un robusto aumento dei canoni di locazione del 3,1%, attestandosi a 12,5 euro/m2, secondo l’ultimo report dei prezzi degli affitti pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia. La variazione su base annuale segna un incremento del 10,1%. Il dato di aprile fa registrare il massimo storico raggiunto dal prezzo dell’affitto in Italia da quando idealista ha iniziato le sue rilevazioni (2012).

Prevalenza di regioni con andamento positivo, 15 questo mese contro 5 in terreno negativo. I maggiori aumenti si registrano in Calabria (9,4%), Marche (7,4%) e Liguria (5,1%). Rialzi superiori alla media nazionale del 3,1% in altre 4 aree: Valle d’Aosta (4,1%), Lazio (3,6%), Sardegna e Puglia (entrambe su del 3,3%). Aumenti in altre 8 regioni compresi tra il 2,4% della Toscana e lo 0,5% della Sicilia. Sul fronte dei ribassi, i maggiori spettano a Trentino-Alto Adige (-3%), Molise (-1,4%) e Basilicata (-1,3%). Giù anche Friuli-Venezia-Giulia (-0,9%) e Umbria (-0,1%) Per quanto riguarda i prezzi, la Valle d’Aosta è la regione più cara dello stivale con i suoi 18,2 euro/m2 seguita da Toscana (16,8 euro/m2) e Lombardia (16,6 euro/m2). Prezzi di richiesta superiori alla media italiana di 12,5 euro mensili anche in Emilia-Romagna (15,4 euro/m2), Trentino-Alto Adige (14,1 euro/m2) e Lazio (12,8 euro/m2). Nelle altre regioni prezzi che vanno dagli 11,6 euro della Liguria a scendere sino ai 6 euro mensili del Molise, la regione più economica per gli affittuari italiani.

I mercati provinciali continuano a segnare aumenti piuttosto diffusi in 73 province italiane su 104, e a registrare oscillazioni dei prezzi molto ampie, come dimostrano i rimbalzi di Crotone (28%), Latina (13,4%) e Macerata (12,1%), Grosseto (12%) e Pesaro-Urbino (11,8%). I mercati provinciali intorno ai maggiori centri urbani italiani sono trainati da Bologna (5,9%), che precede, Roma (2,8%), Torino (2,1%), Napoli e Milano (entrambe su dell’1,1%). I maggiori cali, invece, si concentrano a Terni (-5,9%), Udine (-4,5%) e Piacenza (-4,3%). Lucca (28,7 euro/m2) è la provincia italiana più cara per gli affittuari. La seguono Ravenna (28 euro/m2), Belluno (27,9 euro/m2) e Grosseto (23,9 euro/m2). Richieste superiori alla media italiana di 12,5 euro mensili in altre 15 province italiane, che vanno dai 20,5 euro di Milano ai 13, 4 euro mensili di Roma. In 85 aree provinciali i valori restano inferiori alla media nazionale, compresi tra gli 11,9 euro mensili di Imperia e 4,8 di Enna, la provincia con i canoni di locazione più economici in Italia.

Aumenti si registrano nel 58% dei capoluoghi monitorati, mentre sono 5 le città le cui richieste dei proprietari sono rimaste invariate nell’ultimo mese: Bolzano, Cosenza, Reggio Calabria, Venezia e Livorno. I maggiori rialzi del mese di aprile toccano Pesaro (16%), Massa (14,5%) e Ragusa (9,4%). Altri 15 centri presentano variazioni sopra la media del periodo, compresi tra l’8,1% di Ravenna e il 3,2% di Novara. Per quanto riguarda i principali mercati cittadini italiani, si registrano rialzi forti a Bologna (5,8%) e Bari (4,4%); più stabili Napoli (1,7%) Torino (1,2%), Milano e Roma (in salita dello 0,8%), mentre Firenze (-1%) e Palermo (-2,1%) sono in calo. I maggiori ribassi del mese riguardano Arezzo (-9,3%), Cesena (-5,6%) e Lecce (-3,9%). Milano (22 euro/m2) si conferma anche ad aprile la città con gli affitti più salati dello stivale, ai massimi da quando l’indicatore di idealista è stato creato (2012). La seguono Firenze (18,3 euro/m2), Bologna (18 euro/m2) e Venezia (16,9 euro/m2). Di contro, le città più economiche per gli affittuari italiani risultano essere Caltanissetta (4,9 euro/m2), Reggio Calabria (5 euro/m2) e Vibo Valentia (5,4 euro/m2).

Per la realizzazione dell’indice dei prezzi degli immobili di idealista vengono analizzati i prezzi di offerta basati sui metri quadri costruiti (a corpo) pubblicati dagli inserzionisti della piattaforma. Le inserzioni atipiche e le inserzioni con prezzi fuori mercato vengono eliminate dalle statistiche. Includiamo la tipologia di case unifamiliari (ville) e scartiamo immobili di qualsiasi tipologia che non hanno ottenuto interazioni da parte degli utenti per molto tempo. I dati finali vengono generati utilizzando la mediana di tutte le inserzioni valide in ciascun mercato.

Giappone, sì camera bassa a controversa norma sul diritto d’asilo

Giappone, sì camera bassa a controversa norma sul diritto d’asiloRoma, 9 mag. (askanews) – La Camera dei rappresentanti giapponese ha approvato oggi un disegno di legge assai controverso che punta a modificare la legge sul’immigrazione consentendo l’espulsione verso il paese d’origine di migranti che abbiano chiesto più di una volta asilo politico, anche in pendenza di un esito della domanda. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

L’approvazione da parte della camera bassa – il più importante dei due rami del parlamento – è arrivata nonostante la forte opposizione dei sostenitori dei richiedenti asilo, i quali sostengono che la riforma potrebbero comportare il ritorno delle persone a rischio di persecuzione nei loro Paesi d’origine. Il Giappone attualmente non può espellere cittadini stranieri nei paesi d’origine mentre le loro domande per lo status di rifugiato sono ancora in sospeso. Il governo sospetta che molti abbiano abusato del sistema chiedendo più volte il diritto d’asilo per gli stessi motivi con l’obiettivo di rimanere nel paese.

Il governo guidato dal primo ministro Fumio Kishida ha sostenuto di voler porre fine alla detenzione prolungata nelle strutture per l’immigrazione di cittadini stranieri che non rispettano gli ordini di espulsione emessi per soggiorno eccessivo. Il disegno di legge consentirebbe al governo di rimpatriare coloro che non dimostrano il motivo per cui dovrebbero ottenere lo status di rifugiato, quando fanno domanda per la terza volta o successivamente.

L’emendamento previsto include anche la possibilità di concedere lo status di “quasi rifugiato” a persone provenienti da paesi e regioni colpiti da conflitti, per consentire loro di rimanere in Giappone anche se non soddisfano appieno i criteri per i rifugiati. Come parte degli sforzi per prevenire la detenzione a lungo termine, il governo consentirebbe alle persone che richiedono lo status di rifugiato di vivere al di fuori delle strutture per l’immigrazione sotto la supervisione dei loro sostenitori.

Nel 2021, il governo aveva dovuto accantonare un disegno di legge di modifica della legge sull’immigrazione a causa delle polemiche dopo che una donna dello Sri Lanka di 33 anni era morta mentre era detenuta in una struttura per l’immigrazione a Nagoya, nel Giappone centrale. All’inizio di quest’anno, il governo ha presentato al parlamento l’ultimo disegno di legge, che conserva in gran parte il contenuto di quello precedentemente ritirato.

Nel 2022, il Giappone ha concesso lo status di rifugiato a 202 persone, un record da quando ha iniziato a concederlo nel 1982. Tuttavia questo dato non è neanche paragonabile alle concessioni da parte dei paesi europei e degli Stati uniti, dove le richieste di asilo sono spesso accettate a decine di migliaia all’anno.

Poste, oggi Mimit emette francobollo celebrativo Europa 2023

Poste, oggi Mimit emette francobollo celebrativo Europa 2023Roma, 9 mag. (askanews) – Poste Italiane comunica che oggi 9 maggio 2023 viene emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy un francobollo celebrativo di Europa 2023, relativo al valore della tariffa B zona 1 pari a 1,25€. Lo rende noto un comunicato.

Il francobollo, prodotto in trecentomilaquindici esemplari, è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Il bozzetto è a cura delle Poste del Lussemburgo ed è ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. La vignetta riproduce il disegno vincitore del concorso filatelico EUROPA 2023 con soggetto tematico la “Pace” indetto da PostEurop raffigurante, in grafica stilizzata, due mani che si annodano formando geometricamente due cuori policromatici, ispirato al simbolo celtico che rappresenta l’amore con un nodo. In alto, a sinistra è ripodotto il logo di PostEurop.

Completa il francobollo la scritta “ITALIA”. L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Assisi (PG). Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.

Mattarella: si è parlato molto dei terroristi e poco delle vittime

Mattarella: si è parlato molto dei terroristi e poco delle vittimeRoma, 9 mag. (askanews) – “Si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi” ma meno delle vittime e della reazione del popolo italiano. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.

Il capo dello Stato nota che in questi anni si è tanto scritto delle motivazioni dei terroristi “meno si è, invece, scritto e parlato della reazione unanime del popolo italiano. Meno dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione. Meno di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche. Ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella”.“E’ stata – come Moro auspicava – la reazione morale del popolo italiano a fare la differenza, nella lotta ai terrorismi e all’eversione, facendo prevalere la Repubblica e la sua legalità” ha ricordato Mattarella. “Un popolo che, nella sua stragrande maggioranza, ha respinto le nefaste velleità di chi avrebbe voluto trascinare l’Italia fuori dal novero delle nazioni libere e democratiche – ha aggiunto il capo dello Stato -. Un popolo che, memore dei disastri della guerra, ha rifiutato con decisione l’uso della violenza come arma per la lotta politica. E che si è stretto attorno alle istituzioni, avvertite come presidio di libertà, diritti e democrazia. Lottando ovunque, nel posto di lavoro, all’interno della società. Scendendo persino in piazza per manifestarne la difesa”. Quindi Mattarella ha detto che “l’odio e la violenza costituiscono il percorso dei regimi autoritari. Rappresentano il fallimento dell’umanità, chiamata alla libertà e al rispetto reciproco”. La guerra al terrorismo “è stata vinta – è bene sottolinearlo, qui e ovunque – combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all’amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità”. Le parole di odio e l’avversario trasformato in nemico da abbattere sono “modalità patologiche della contesa politica che vanno condannate e respinte”. E’ l’invito rivolto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.

“La Repubblica ha saputo produrre i suoi anticorpi – ha ricordato il capo dello Stato -, ben sapendo che un clima di scontro violento, parole d’odio, l’avversario trasformato in nemico da abbattere, costituiscono modalità patologiche della contesa politica che, oggi come allora, vanno condannate e respinte con decisione”.Le vittime del terrorismo “parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani, sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall’odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni” ha detto Mattarella. “Le stragi” del terrorismo “talvolta sono state compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata di scontro ideologico” ha detto Mattarella. “Le cifre di quei tragici eventi sono impressionanti: quasi 400 vittime per il terrorismo interno, ai quali vanno aggiunti i
caduti per il più recente fenomeno del terrorismo internazionale”, ha ricordato il capo dello Stato aggiungendo che “ciascuno di loro fa parte, a pieno titolo, della storia repubblicana”.

 

Giubileo, mons. Fisichella: Roma sarà più godibile e più bella

Giubileo, mons. Fisichella: Roma sarà più godibile e più bellaCittà del Vaticano, 9 mag. (askanews) – Sarà un “percorso impegnativo” ma che porterà a rendere ancora più bella e godibile la città di Roma. Lo ha affermato stamane il mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nel corso di una conferenza stampa in Vaticano per fare il punto sui lavori per il prossimo Giubileo del 2025. Una certezza, quella del presule messo a capo da Papa Francesco alla macchina organizzativa dell’Anno Santo, confermata, ha riferito mons. Fisichella, dopo il “primo incontro bilaterale con governo ed enti locali, che si è svolto nella sala del Concistoro lo scorso 19 aprile 2023, e che “ha permesso di verificare – ha detto – la fattiva collaborazione, e il comune intendimento, per la riuscita positiva del prossimo Giubileo”.

Invitando tutti ad avere “la capacità di saper guardare insieme, anche se da prospettive differenti” alla preparazione all’anno giubilare, mons. Fisichella ha ricordato come la macchina organizzativa “troverà presto riscontro nell’avvio dei lavori che terranno occupata la città di Roma nei prossimi mesi”. “Certamente si comprendono le difficoltà che dovranno affrontare i cittadini e i turisti, che saranno costretti a utilizzare percorsi alternativi per spostarsi in città, a causa della presenza dei cantieri. – non si è nascosto il presule – Ma siamo altrettanto sicuri che tutti potremo ben presto, una volta ultimati i lavori, vivere in una città ancora più bella, più accogliente, rinnovata nelle sue opere artistiche e più facilmente godibile da tutti, per i percorsi migliorativi e le nuove infrastrutture che verranno integrate nel tessuto cittadino”.

Cina: questione Nordcorea pretesto per una corsa agli armamenti

Cina: questione Nordcorea pretesto per una corsa agli armamentiRoma, 9 mag. (askanews) – La questione nordcoreana è un “pretesto” che Stati uniti, Giappone e Corea del Sud stanno usando per innescare una corsa agli armamenti, destabilizzando la regione dell’Asia nordorientale. L’ha sostenuto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella quotidiana conferenza stampa a Pechino.

Wang ha sottolineato come la questione nordcoreana sia “una questione politica e di sicurezza rimasta della Guerra Fredda” che però “Stati uniti, Giappone e Corea del Sud usano (…) come pretesto per rafforzare la cooperazione militare”. Questo – ha continuato il portavoce cinese – “non aiuterà a risolvere i residui della guerra fredda e a promuovere il progresso di un meccanismo di pace nella penisola, ma aumenterà solo il rischio di scontro tra le parti regionali, minando la già fragile fiducia reciproca tra le parti e danneggiando gli interessi strategici di sicurezza di altri paesi”.

Il portavoce ha inoltre sostenuto che “se la situazione nella penisola è scivolata in un circolo vizioso di tensione, scontro e corsa agli armamenti, nessuna le parti interessate può assolversi dalla responsabilità”. Le dichiarazioni di Wang vengono dopo che, a Pyongyang, la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son Hui ha avuto un colloquio col nuovo ambasciatore cinese Wang Yujun nel quale ha auspicato un approfondimento della collaborazione tra Pechino e Pyongyang.

Inter, Gianfelice Rocca smentisce le notizie di un suo interesse

Inter, Gianfelice Rocca smentisce le notizie di un suo interesseMilano, 9 mag. (askanews) – Gianfelice Rocca, presidente del gruppo Techint, nonchè presidente dell’Istituto Clinico Humanitas ed ex numero di Assolombarda, smentisce le notizie circa un suo interesse per l’acquisto dell’Inter.

In merito a quanto apparso su alcuni organi di stampa, il gruppo Techint precisa in una nota “che le notizie di un interesse di Gianfelice Rocca alla proprietà della società di calcio F.C. Internazionale Milano sono destituite di ogni fondamento e per questo devono essere smentite con forza”. Oggi il quotidiano Il Giornale ha scritto che l’imprenditore milanese avrebbe messo nel mirino il club nerazzurro.

Terrorismo, Rocca: doveroso ricordare Moro e Impastato

Terrorismo, Rocca: doveroso ricordare Moro e ImpastatoRoma, 9 mag. (askanews) – “9 maggio 1978. Una data che accomuna – tragicamente – due grandi italiani vittime della mafia e del terrorismo: Aldo Moro e Peppino Impastato. Così diversi, per culture e storie personali, queste figure simboleggiano un’Italia che non si è arresa alla violenza e alla sopraffazione, ma che ha speso tutto di sé – fino al sacrificio della vita – per il bene comune. Moro e Impastato non vanno soltanto ricordati e commemorati, ma dal loro insegnamento dobbiamo trarre la forza ed il coraggio necessari per rifiutare lo status quo e lavorare per un’Italia diversa e migliore”. Così il presidente della regione Lazio Francesco Rocca.

“Come ripeteva il giovane Impastato: ‘Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore’. Ho speso parte della mia vita sotto scorta, da avvocato penalista e questa esperienza, unita a una lotta senza quartiere a qualsiasi forma di illegalità, saranno il faro del nostro operato in Regione Lazio. Non ci sarà spazio per le zone d’ombra”, ha concluso Rocca.

Cina, arrestato miliardario Zhang Jin: raccolta illegale fondi

Cina, arrestato miliardario Zhang Jin: raccolta illegale fondiRoma, 9 mag. (askanews) – Zhang Jin, un miliardario cinese proprietario del gigante delle materie prime Cedar Holdings, è stato arrestato per una raccolta di fondi illegale stimata in circa 20 miliardi di yuan (2,9 miliardi di dollari). Lo riferiscono i media cinesi.

La polizia di Guangzhou ha aperto un’indagine sull’assorbimento illegale di depositi pubblici da parte di Guangdong Yuanfang Investment, un’unità interamente controllata da Cedar, e ha arrestato Zhang, ha dichiarato l’ufficio di pubblica sicurezza in una dichiarazione pubblicata su il suo account WeChat ufficiale domenica. In un’informazione alla borsa da parte di Cedar Development, la filiale di Cedar Holdings attiva nell’abbigliamento e quotata a Shanghai, Zhang Jin, che controlla la società con quasi il 70% delle azioni attraverso partecipazioni indirette, è stato indicato come “non raggiungibile”. Alcuni giornali finanziari hanno riferito che è stato arrestato dalla polizia e la circostanza è stata poi confermata dalle autorità.

L’arresto arriva mentre le autorità cinesi intensificano la loro attività di repressione dei crimini finanziari, in un momento di ripresa incerta dopo la crisi indotta dalla pandemia Covid-19. Zhang è il pesce più grosso mai finito nella rete della campagna. I suoi beni sono stati congelati. Zhang, 52 anni, è originario della provincia meridionale di Hunan. E’ stato il fondatore di Cedar a Guangzhou nel 1997, dopo aver fatto fortuna con il mercato azionario.

Cedar è un conglomerato di imprese attive dalle catene di approvvigionamento delle materie prime fino alla cultura. E’ inoltre attivo nel turismo e nei servizi per la comunità intelligente. Si è classificato al 359mo posto nell’elenco Global500 della rivista Fortune nel 2021 con un fatturato di 233,4 miliardi di yuan (oltre 30 miliardi di euro).

Fisco, appello di accademici: delega in contrasto con riforma equa

Fisco, appello di accademici: delega in contrasto con riforma equaRoma, 9 mag. (askanews) – “Il sistema fiscale italiano versa in una crisi gravissima che ne mina il corretto funzionamento e la stessa legittimazione. Una corretta distribuzione del carico fiscale è quindi un elemento fondamentale del contratto sociale in cui i cittadini dovrebbero riconoscersi”. E’ quanto riporta l’appello di 26 accademici di diverse università italiane e esperti del settore, mentre la Camera sta esaminando il disegno di legge del governo sulla delega fiscale. E proprio sulla delega si concentra l’attenzione degli esperti, secondo cui il provvedimento “non affronta, anzi trascura ed appare in contrasto con le necessità di riforma”. Tra i promotori dell’iniziativa figurano Giuseppe Pisauro, dell’Università la Sapienza di Roma e ex presidente dell’Upb, Massimo Bordignon dell’Università Cattolica di Milano, Franco Gallo della Luiss e già ministro delle finanze, Vieri Ceriani, già sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, Elena Granaglia dell’Università Roma 3, Vincenzo Visco della Sapienza di Roma e già ministro dell’economia, Silvia Giannini dell’Università di Bologna.

Per questo i 26 esperti, ritenenendo opportuna una “una presa di coscienza e una mobilitazione” hanno sottoscritto un appello, che pongono all’attenzione dell’opinine pubblica e che invitano coloro che ne condividono lo sperito a sottoscriverlo. L’obiettivo è quello di “per promuovere un cambiamento che renda di nuovo il fisco la casa di tutti e non più una fabbrica di abusi, privilegi e iniquità, integrando al tempo stesso il sistema di welfare, che va esteso in tutte le sue componenti anche ai lavoratori indipendenti, per motivi di equità e per evitare che le lacune esistenti possano diventare un alibi per l’infedeltà fiscale”. Nel loro appello i promotori analizzano i pricipali elementi che caratterizzano la crisi dell’attuale sistema fiscale e che andrebbero modificati con la riforma.

Al primo posto “la massiccia evasione di intere categorie di contribuenti che nascondono al fisco il 65-70% della loro base imponibile proveniente da redditi di lavoro autonomo e da impresa individuale”. A questi stessi contribuenti, sottolineano gli esperti, viene poi riservata la determinazione forfettaria dell’imponibile e una aliquota piatta “molto favorevole”, cui si è aggiunta, per chi non aderisce al regime forfettario, l’aliquota piatta sugli incrementi di reddito. “Il trattamento agevolato per lavoratori autonomi e professionisti – spiega l’appello – si traduce in una serie di distorsioni che aggravano la scarsa produttività del settore dei servizi, uno dei limiti principali dell’economia italiana”. Altri elementi di criticità riportati nell’appello sono: la frammentazione del sistema di imposizione per cui pure a parità di reddito, i contribuenti subiscono prelievi molto diversi; i regimi cedolari e sostitutivi; il trattamento difforme dei diversi redditi di capitale, il cui onere varia da 0 al 26%, che influisce negativamente su una corretta allocazione del risparmio, e quindi sugli investimenti; la struttura delle aliquote effettive dell’Irpef, caratterizzata dall’esistenza di aliquote implicite molto elevate che, a causa del sistematico svuotamento della sua base imponibile, riserva sempre più la progressività del prelievo ai soli redditi di lavoro dipendente e pensione; la pianificazione fiscale aggressiva dei gruppi multinazionali; il meccanismo di pagamento concentrato su due versamenti, a saldo e in acconto, che crea seri problemi di liquidità a molti contribuenti; l’arretratezza del catasto che penalizza i proprietari di immobili di minor pregio rispetto a quelli di maggior valore; l’eccesso del prelievo fiscale e contributivo sul lavoro rispetto agli altri redditi e agli altri fattori di produzione; il sistema di riscossione totalmente inefficiente che determina la concessione di periodiche cancellazioni di ruoli, di cui molti perfettamente esigibili; il ricorso continuo a misure di definizione agevolata dei carichi tributari che coltiva la convinzione dell’impunità per l’infedeltà fiscale.

“In sostanza – conclude l’appello – tutti i principi fondamentali di un buon sistema fiscale sono da noi inapplicati, con gravi conseguenze non solo di disparità di trattamento, ma anche di distorsioni economiche che determinano una riduzione della crescita. Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano come una significativa riduzione dell’evasione fiscale, conseguita a parità di pressione fiscale complessiva, determinerebbe un significativo aumento del Pil italiano”.