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Autore: Redazione StudioNews

Iraq-Ucraina, Blair: nessun paragone possibile

Iraq-Ucraina, Blair: nessun paragone possibileRoma, 20 mar. (askanews) – Vent’anni fa, l’ex primo ministro britannico Tony Blair ha trascinato il Regno Unito nella guerra in Iraq dietro gli Stati Uniti, una mossa che ha scatenato massicce proteste nel suo paese. Oggi rifiuta qualsiasi paragone tra l’Iraq, una guerra condotta senza mandato dell’Onu, e l’Ucraina, anche se il presidente russo Vladimir Putin ne ha fatto “una scusa”.
“Non c’è alcuna ragionevole giustificazione per invadere un Paese indipendente e sovrano, con un presidente democratico, (che non ha posto) alcun problema a nessuno” e non ha violato “nessun obbligo internazionale”, spiega Tony Blair in un’intervista all’AFP e ad altre agenzie di stampa europee. “Se non avesse usato questa scusa (dell’Iraq), ne avrebbe usata un’altra”, ha detto il 69enne ex leader laburista di Vladimir Putin.
L’ex dittatore iracheno Saddam Hussein ha provocato due guerre regionali, ha sfidato molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite e ha lanciato un attacco chimico contro il suo stesso popolo, ricorda Tony Blair. “Almeno possiamo riconoscere che abbiamo rimosso un despota dal potere (in Iraq) per cercare di instaurare una democrazia”.
“Naturalmente possiamo discutere di tutte le conseguenze” della guerra in Iraq, ammette ma “non dobbiamo mai dimenticare quello che ha fatto Vladimir Putin in Medio Oriente, in Siria. (…) Il suo intervento in Medio Oriente è servito a mantenere un despota al potere e a rifiutare una democrazia. Quindi dovremmo trattare tutta questa propaganda con il poco rispetto che merita”, aggiunge Tony Blair.
Vladimir Putin è ora oggetto di un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale (CPI) per il crimine di guerra di “deportazione illegale” di bambini ucraini dopo l’invasione russa dell’Ucraina, decisione che secondo Mosca non ha alcun valore legale.

Smog alleato del polline: 3 milioni di italiani a rischio

Smog alleato del polline: 3 milioni di italiani a rischioRoma, 20 mar. (askanews) – C’è chi è notoriamente ipersensibile ai pollini e chi invece lo diventa nelle grandi città in cui sono presenti nell’aria livelli elevati di particolari inquinanti. Per questo dei 10 milioni di italiani allergici al polline, ben 1 su 3 potrebbe non esserlo davvero, o meglio: manifesterebbe tutti i classici sintomi – rinite, tosse e asma – ma solo a causa dell’inquinamento ambientale. Uno studio tedesco, condotto dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz e dalla University Medical Center dell’Università Johannes Gutenberg, pubblicato sulla rivista Frontier Allergy, ha dimostrato che il polline “cattura” e “trasporta” alcuni noti inquinanti atmosferici, come l’ozono, il biossido di azoto (NO2) e il particolato, per poi rilasciarli nelle vie respiratorie, intensificando nei soggetti allergici le manifestazioni di ipersensibilità agli allergeni e innescando nei soggetti non allergici rinite, tosse e asma.
“La prevalenza e la gravità delle malattie allergiche scatenate dal polline delle piante trasportato dall’aria e da altri allergeni sono in aumento in tutto il mondo – spiega Vincenzo Patella, presidente SIAMA e Direttore UOC di Medicina Interna Azienda Sanitaria Salerno -. Finora si era partiti dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni, fosse da ricondurre alla combinazione tra predisposizione genetica e anomalie climatiche con inverni più caldi che tendono a favorire un carico pollinico sempre più abbondante e duraturo per le fioriture anticipate. Ad avere un ruolo determinante in questa ‘epidemia di allergie’ sarebbe anche l’esposizione eccessiva degli allergeni ad alcuni inquinanti atmosferici che, proprio negli ultimi anni, hanno raggiunto concentrazioni elevate – osserva l’esperto -. L’ozono, il biossido di azoto e il particolato, componenti dello smog estivo creato dal traffico, possono alterare il potenziale allergenico e infiammatorio del polline: gli inquinanti entrano infatti nel polline e una volta raggiunte le vie respiratorie, vengono poi liberati, potenziando così, da un lato i sintomi del paziente allergico, e dall’altro scatenando reazioni simil-allergiche nelle persone che hanno sempre mostrato una soglia abbastanza alta di sensibilizzazione al polline”. In sostanza, il polline “inquinato”, scatenerebbe reazioni allergiche anche nelle persone che in realtà non lo sono.
“Lo studio tedesco pubblicato sulla rivista Frontier Allergy, con esperimenti di laboratorio ha mostrato che i pollini delle zone inquinate sono ricoperti da sostanze nocive che alterano il loro contenuto allergenico e possono rafforzarne l’effetto, provocando con maggiore facilità reazione allergiche anche in chi non ne soffre – spiega Mario Di Gioacchino, presidente SIAAIC -. Gli ossidi di azoto e l’ozono se raggiungono elevate concentrazioni alterano le componenti proteiche dei granuli pollinici a tal punto da innescare nei soggetti non allergici sintomi come rinite e tosse. Lo studio tedesco mostra, in particolare che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l’iperattivazione dei Toll-like receptor 4 (TLR4), recettori cellulari che attivano la reazione allergica del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie”. Clima e smog, secondo i dati SIAMA, sarebbero responsabili anche dei valori record di concentrazione dei pollini, molto sopra la media, registrati quest’anno in Italia. “Nel nostro paese è difficile sintetizzare quando si parla di pollini perché ci sono aree molto diverse dal punto di vista del clima e della vegetazione – precisa Patella – ma l’anno che stiamo vivendo è uno di quelli che lasciano il segno perché siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più. Questo ci obbliga a migliorare la raccolta di questi dati, a cura di ISPRA, SIAMA e AAIITO, in modo omogeneo e unitario tra le diverse agenzie di monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Inoltre chiediamo al legislatore di normare meglio le soglie di tossicità delle singole specie polliniche, confrontandole con i dati delle centraline dello smog. In questo modo potremmo favorire le campagne di prevenzione sulla qualità dell’aria molto più prontamente che in passato”.
“L’inquinamento aumenta frequenza e intensità delle allergie ai pollini in due modi diversi: sia perché favorisce l’aumento dei pollini prodotti con maggiore capacità da parte di essi di liberare allergeni, sia perché utilizza i pollini come ‘veicoli’ per raggiungere le vie respiratorie – sottolineano Patella e Di Gioacchino -. Diventa dunque imprescindibile studiare e affrontare la malattia allergica alla luce anche delle problematiche ambientali, che possono aggravarlo o addirittura scatenarla. Per migliorare la qualità dell’aria è importante dunque che le pubbliche amministrazioni non solo adottino politiche di riduzione del tasso dei principali inquinanti atmosferici ma anche misure di contenimento della carica di pollini allergizzanti. Ciò può avvenire con la progettazione di giardini pubblici soprattutto nelle aree metropolitane con specie non allergeniche, come gelsomino, camelia ed erica, al posto di piante morte già esistenti anemofile che affidano al vento la propagazione dei pollini, come betulle, cipressi e ulivi”. Ecco le raccomandazioni degli esperti per chi non soffre di allergie: Ricorso a lavaggi nasali ipersalini; utilizzo di lacrime artificiali; pettinarsi nel bagno e non in camera da letto per evitare che il cuscino raccolga il polline attraverso i capelli; se i sintomi peggiorano rivolgersi allo specialista prima di ricorrere ad antistaminici e corticosteroidi.

Kishida: Giappone investirà 75 mld dollari in Indo-Pacifico

Kishida: Giappone investirà 75 mld dollari in Indo-PacificoRoma, 20 mar. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato oggi oltre 75 miliardi di dollari di assistenza per le infrastrutture e per la sicurezza per l’Indo-Pacifico durante la sua visita in India. Lo riferisce Nikkei Asia.
Kishida ha tenuto un discorso a un evento organizzato dal think tank Indian Council of World Affairs, dopo un vertice faccia a faccia con Modi, in cui ha invitato il leader indiano a partecipare al vertice del Gruppo dei Sette a Hiroshima a maggio. Modi ha accettato.
Il nuovo stanziamento per lo sviluppo per l’Indo-Pacifico diverrà operativo da qui al 2030, in collaborazione con il settore privato, va inquadrato in quella che Kishida ha definito una nuova visione per un “Indo-Pacifico libero e aperto” riprendendo una formula coniata per la prima volta dal suo defunto predecessore Shinzo Abe nel 2016.
Da allora, ha affermato Kishida, la comunità internazionale ha assistito a grandi eventi che potrebbero essere descritti come cambiamenti di paradigma, tra cui la pandemia di COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina. Questo obbliga tutti “ad affrontare la sfida più fondamentale: difendere la pace”, ha detto il leader giapponese.
La due giorni di Kishida in India si colloca in un contesto internazionale caratterizzato dalla guerra in Ucraina, ma anche da una serie di preoccupazioni per la crescente influenza cinese nella regione indo-pacifica. Tra gli strumenti adottati da Pechino anche l’Iniziativa Belt and Road Initiative, che sta anche creando preoccupazioni per il debito insostenibile in cui vengono incastrate alcune economie fragili, come accaduto nello Sri Lanka.
Kishida, a questo, oppone l’idea d’investire “infrastrutture di qualità”, in linea con gli obiettivi del G20, presieduto quest’anno dall’India. Come parte della sua proposta di aiuto, il primo ministro ha anche offerto assistenza di sicurezza gratuita alle forze armate di nazioni che la pensano allo stesso modo.
“Nella comunità internazionale si sta verificando un grande cambiamento nell’equilibrio di potere”, ha detto KIishida. L’idea di un Indo-Pacifico libero e aperto, ha sottolineato, è radicata nello stato di diritto così come nel rispetto della diversità, inclusività e apertura. “In altre parole, non escludiamo nessuno, non creiamo campi”.
Poi ha aggiunto: “Credo che dovremmo mirare a un mondo in cui diverse nazioni coesistono e prosperano insieme sotto lo stato di diritto senza cadere nella competizione geopolitica”. Dicendo che la sua visione richiede la collaborazione di più parti interessate, ha affermato: “Certo, l’India è indispensabile”.
In precedenza, parlando insieme ai giornalisti a Nuova Delhi, Kishida e Modi hanno salutato la cooperazione dei loro paesi e sottolineato l’importanza che l’India abbia ospitato il G20 e il Giappone il G7 nello stesso anno.
“Ecco perché è la migliore opportunità per lavorare sulle nostre rispettive priorità”, ha detto Modi, aggiungendo che un importante pilastro della presidenza indiana del G-20 è dare voce al Sud del mondo, un termine collettivo per le nazioni meno sviluppate che sentono la loro interessi sono stati spesso trascurati sulla scena internazionale.
Modi ha evidenziato come il partenariato India-Giappone si basa su valori democratici comuni e sul rispetto dello stato di diritto. “Il rafforzamento di questa partnership non è solo importante per i nostri due paesi, ma promuove anche la pace, la prosperità e la stabilità nell’Indo-Pacifico”, ha affermato .
Parlando degli obiettivi del G-7 del Giappone, Kishida ha sottolineato la necessità di sostenere un ordine internazionale basato sullo stato di diritto, rafforzando al contempo i legami nella comunità internazionale, “compresi i paesi di quello che viene chiamato il Sud del mondo”.
Successivamente, Kishida ha anche rivelato la sua intenzione di invitare al vertice di Hiroshima anche altri paesi, tra cui Vietnam, Corea del Sud e Brasile.
Modi e Kishida inoltre hanno entrambi fatto riferimento a un obiettivo di investimenti giapponesi di 5mila miliardi di yen (38,7 miliardi di dollari) in India per un periodo di cinque anni, annunciato durante la visita del leader giapponese lo scorso anno.

Ue, Giorgetti:con shock attuale vecchio patto stabilità irrealistico

Ue, Giorgetti:con shock attuale vecchio patto stabilità irrealisticoMilano, 20 mar. (askanews) – “Tornare alle regole sospese 3 anni fa non è coerente con l’elevato livello dei debiti pubblici accumulato a seguito della pandemia. Lo sforzo fiscale richiesto dalle precedenti regole per ridurre di un ventesimo all’anno il rapporto debito/Pil sarebbe stato infatti già molto complicato da realizzare, con dati pre-Covid. Irrealistico oggi, alla luce dello shock che ha replicato in termini quantitativi di finanza pubblica quello della crisi finanziaria post 2008”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del suo intervento all’evento organizzato da Intesa Sanpaolo sulla riforma del patto di stabilità.
La proposta della Commissione europea di riforma della governance economica, ha spiegato, “rappresenta sicuramente il punto di partenza, non certo quello di arrivo, della riforma della governance economica europea. L’Italia sta partecipando al dibattito, nei tavoli istituzionali del Consiglio, con analisi e proposte di tipo costruttivo finalizzate a migliorare le linee di riforma”. “È un approccio realistico”, ha concluso Giorgetti.

Giornata Salute Orale: curare i denti per benessere di tutto l’organismo

Giornata Salute Orale: curare i denti per benessere di tutto l’organismoRoma, 20 mar. (askanews) – Dalla carie nei bambini alla parodontite negli adulti o la perdita di denti negli anziani: sono diversi i problemi che, a seconda delle età, possono intaccare la nostra salute orale e non solo. Se non adeguatamente trattati, questi disturbi rischiano di causare complicanze anche in altri distretti e funzioni dell’organismo. Con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di mantenere la bocca in salute “at every stage of life”, come recita la campagna “Be Proud of Your Mouth” promossa dalla FDI – World Dental Federation in occasione del World Oral Health Day che si celebra il 20 marzo, gli esperti del Comitato Medico Scientifico DentalPro richiamano l’attenzione su un aspetto poco noto e spesso sottovalutato, la correlazione tra salute dentale e benessere generale della persona, spiegando perché è bene prendersi cura della nostra bocca, nelle diverse fasi della vita.
“Già nel 2003, l’OMS dichiarava che lo stato di salute orale rappresenta un elemento determinante nel mantenimento del benessere generale, riconoscendo per la prima volta l’influenza che l’apparato masticatorio può esercitare sul resto dell’organismo”, ricorda Samuele Baruch, Direttore del Comitato Medico Scientifico DentalPro, “ciononostante, ancora oggi la salute orale è uno degli aspetti della cura di sé che gli italiani tendono a sacrificare. Una recente indagine di Key-Stone ha evidenziato che, in un anno, solo il 45% si è recato dal dentista, un dato inferiore alla media europea del 55%, con valori sotto il 30% nel Sud Italia. A prescindere dall’età, tutti avrebbero un buon motivo per sottoporsi a una visita di controllo e per dedicare la dovuta attenzione alla cura dei propri denti”.
“L’età pediatrica – evidenzia l’esperto – è una fase molto delicata, durante la quale è fondamentale instaurare le corrette abitudini alla base di una duratura salute orale, cominciando dal prendere confidenza con la figura dell’odontoiatra”. Prima visita intorno ai 4-6 anni. È in questo momento che inizia ufficialmente il percorso del piccolo paziente alle prese con la cura della propria bocca: sta diventando autonomo nel lavarsi i denti, sa che periodicamente farà visita al suo studio dentistico di fiducia per i controlli di routine, per la pulizia di placca e tartaro e per avere consigli su come migliorare la propria igiene orale. Occhi puntati sulla carie, tra i disturbi più diffusi anche in età adulta ma soprattutto grande nemica dei più piccoli (interessa oltre il 21% dei bambini di 4 anni e circa il 43% dei dodicenni). Origina dal tartaro e può esordire già con i denti decidui, assolutamente da non trascurare. Se i genitori notano qualche macchia che non va via neanche lavando i denti, può essere opportuno un consulto odontoiatrico, per trattare eventuali lesioni cariose precoci. Correggere le malocclusioni, il principale disturbo su cui è necessario intervenire durante l’adolescenza, dovuto al fatto che le due arcate non occludono in maniera corretta. Il disallineamento dei denti e la carie, che se non trattata può portare anche alla perdita di denti permanenti, possono avere gravi ripercussioni sulla capacità di masticazione e di alimentazione del bambino e sulla corretta conformazione delle mascelle in via di sviluppo.
Anche in età adulta, la carie continua a rappresentare uno dei motivi per cui più di frequente ci si rivolge all’odontoiatra. In questa fase, può capitare che si sia perso il treno di un intervento “conservativo” e la lesione cariosa sia arrivata a penetrare gli strati più profondi del dente, richiedendo trattamenti più invasivi come la devitalizzazione e l’estrazione del dente, che deve poi essere sostituito con impianti e protesi. Gli adulti fanno spesso i conti anche con altri due problemi: parodontite e malocclusioni. Entrambi, se non trattati, possono arrivare a causare patologie che, nel senso comune, non verrebbero associate all’ambito della salute orale.

Discariche abusive, Commissario Unico: stralcio da infrazione di 5 siti

Discariche abusive, Commissario Unico: stralcio da infrazione di 5 sitiRoma, 20 mar. (askanews) – Grazie alla continua sinergia dell’Ufficio del Commissario Unico con il Ministero dell’Ambiente e con la Struttura di Missione per le Procedure di Infrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché con la Rappresentanza Italiana a Bruxelles sono stati regolarizzati ed approvati i dossier proposti a giugno 2022 alla Direzione Generale Ambiente della Commissione UE, che al 3 marzo 2023, ha comunicato lo stralcio dalla procedura di infrazione di 5 siti di discarica abusivi su 7 proposti dal Commissario.
In questi anni (dal 2 dicembre 2014 data di inizio della penalità comminata dalla Corte di Giustizia UE) l’Italia ha bonificato 182 siti, dei 200 iniziali con la conseguente riduzione della sanzione semestrale da 42.800.000 di euro agli attuali 4.000.000.
Decorsi 11 semestri dalla nomina del Commissario (marzo 2017 – 81 siti affidati) il lavoro fino ad ora svolto, in collaborazione con tutti i soggetti del settore bonifiche in ambito nazionale, ha portato alla fuoriuscita dalla procedura di 63 discariche abusive, poco più quindi di 10 discariche sanate e non più in procedura per ogni anno di commissariamento.
Oltre alle 63 è da considerare anche rilevante la richiesta dello scorso dicembre (ulteriori 4 siti) per un totale complessivo di 67 siti regolarizzati, rispetto agli iniziali 81.
Tutto ciò ha prodotto un risparmio sulla penalità inflitta all’Italia pari a 25.600.000 di euro.
La sanzione europea annuale quindi, per gli 81 siti affidati all’Arma dei Carabinieri e al Commissario Unico, è stata abbattuta dagli iniziali 42.800.000 di euro agli attuali 4.000.000 con un risparmio a giugno 2022 di 25.600.000 per ciascun anno del periodo commissariale, quindi ad oggi, dopo a 6 anni di commissariamento, il risparmio complessivo di oltre 150.000.000 di euro.
I 5 dossier espunti dalla procedura, che il 02 giugno 2022 (15esima semestralità) furono inviati a Bruxelles d’intesa con il MASE e la Struttura di Missione sono i seguenti:
Per la regione Puglia: SANNICANDRO in provincia di Bari Per la regione Campania: SAN LUPO in provincia di Benevento Per la regione Calabria: LONGOBARDI in provincia di Cosenza; SANGINETO in provincia di Cosenza Per la regione Sicilia: PATERNO’ in provincia di Catania
“Questo risultato semestrale è un altro tassello verso la conclusione della procedura sanzionatoria nei confronti del nostro Paese – ha commentato il Commissario Gen. Vadalà in merito alla comunicazione di accettazione della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea – D.G. Envi -. Continuiamo a lavorare sulla strada giusta, costantemente e ben focalizzati ai risultati: 63 siti espunti in 6 anni, ovvero più di 10 ogni anno. Ad oggi l’Italia pagherà 4.000.000 di euro ogni semestre ovvero 1/10 di quello pagato nel 2014. Non molliamo anzi lavoriamo ancora più sodo per gli ultimi siti, quelli forse più ostici ma che siamo certi di poter concludere a breve nel rispetto dei cronoprogrammi attutivi che ci siamo dati”.

Fintech, Sistemi spa acquisisce 25% di Ultroneo srl

Fintech, Sistemi spa acquisisce 25% di Ultroneo srlRoma, 20 mar. (askanews) – È stato finalizzato negli scorsi giorni l’accordo di Sisfin Partecipazioni e Investimenti Srl, la holding finanziaria della Sistemi SpA, per l’acquisto del 25% di quote di Ultroneo Srl, l’azienda ideatrice dell’innovativo sistema GetYourBill per la fatturazione elettronica diretta. L’operazione si è divisa in due: da una parte Sistemi ha acquistato varie quote dei business angels che fino ad ora hanno finanziato la crescita della giovane azienda, come Italian Angels for Growth (IAG), dall’altra immettendo capitale nella stessa. LO rende noto Sistemi in un comunicato.
Gli obiettivi dell’operazione sono chiari, e convergono in una direzione fortemente sinergica: sviluppo di nuovi servizi e incremento della forza commerciale. “La partnership con Sisfin rappresenta per Ultroneo l’inizio di una nuova fase di sviluppo per la nostra azienda – afferma il Presidente del CdA di Ultroneo srl, Alvise Abu-Khalil – questo grazie alle importanti azioni che porteremo sul mercato nei prossimi mesi”.
Anche la Presidente del CdA di Sisfin, Enrica Eandi, si rivela molto soddisfatta: “Questa operazione è un ottimo punto di partenza, perché l’integrazione dei servizi di Ultroneo con le nostre soluzioni aumenterà ancora di più il valore aggiunto che portiamo ai nostri utenti e clienti”.
Ultroneo, azienda fintech che ha inventato il sistema GetYourBill per la fatturazione elettronica diretta, ha una storia più unica che rara: da start up legata all’Università di Udine, in soli 5 anni è diventata un’azienda di successo che punta a raggiungere un fatturato di 2 milioni di euro. Dall’altra parte, Sistemi SpA è un punto di riferimento di settore che da oltre 40 anni sviluppa software, supporti e piattaforme di servizio per professionisti, imprese e associazioni. Con più di 100 partner in tutta Italia, 329 dipendenti e un fatturato che ha toccato la quota di 125 milioni nel 2022 si presta a dare uno slancio notevole all’azienda friulana Ultroneo.
“Ringraziamo i partner finanziari che ci hanno aiutati ad arrivare a questo primo livello di sviluppo, – continua Abu-Khalil – ora, anche grazie all’importante appoggio di Sistemi Spa, guardiamo al futuro con entusiasmo e determinazione: siamo pronti a mettere sul mercato nuovi prodotti per i nostri clienti e ad esportarli anche all’estero”.

“Cold Moon in deep water”, il primo videoclip realizzato con AI

“Cold Moon in deep water”, il primo videoclip realizzato con AIRoma, 20 mar. (askanews) – Nasce il primo videoclip musicale realizzato interamente con l’intelligenza artificiale (AI) dalla collaborazione tra il gruppo Underdog e l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie. A oltre 10 anni di distanza dalla pubblicazione del disco “Keep Calm” (Altipiani/MArteLabel, 2012) gli Underdog tornano sulla scena musicale con il nuovo singolo “Cold Moon In Deep Water”, preludio al terzo album “Underdog vs Underdog” in uscita il prossimo 21 aprile per Phonosphera Records. E per la prima volta in Italia, un video viene realizzato sfruttando le potenzialità dell’AI, grazie alla collaborazione con la farm CONTAMINAZIONI dell’Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie di Roma, ideata da Davide Cardea: un laboratorio sperimentale di comunicazione che, con un gruppo selezionato di giovanissimi studenti dei dipartimenti di Graphic Design, Design e Videomaking, esplora innovativi percorsi di comunicazione.
“Il videoclip di Cold Moon In Deep Water nasce come un soggetto scritto, ispirato al testo della canzone, che è stato tradotto prima in sceneggiatura e poi in uno storyboard. Questa è stata la nostra griglia di partenza, la nostra comfort zone per iniziare a sperimentare con l’AI, in questo caso Stable Diffusion, che abbiamo utilizzato per disegnare le scene – spiega Davide Cardea, docente di AANT che ha seguito la realizzazione del video – per rimanere aderenti a come avevamo immaginato il video, abbiamo dovuto operare profonde personalizzazioni del software e delle sue librerie, passando per script a riga di comando e interfacce ai limiti dell’usabilità”.
L’Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie come ente di formazione, ricerca e sperimentazione non può non interrogarsi sulle implicazioni e sulle potenzialità di uno strumento che si muove in assenza di regolamentazione e sul quale sono molte le riflessioni in atto.
“Il nostro approccio è stato, fin dall’inizio del percorso progettuale, quello di collocare l’AI nella sfera dei tool, degli strumenti disponibili, cercando di farne un uso più professionale possibile, andando aldilà dei risultati facilmente ottenibili e comprendendone, proprio usandola, quali fossero le potenzialità e i limiti” riflette la Direttrice di AANT, Rossana Quarta che aggiunge “consapevoli del fatto che siamo all’inizio di una nuova epoca e che certamente molte regole in quest’ambito devono ancora essere scritte, il contributo di AANT vuole consistere proprio nella presa di coscienza della potenza del mezzo e delle implicazioni che l’utilizzo dell’AI comporta, anche in senso etico e morale. Ma, soprattutto, è stata la natura pionieristica dell’Accademia a guidare l’indagine, l’occhio orientato al piacere della scoperta a dettare il tipo di approccio, ponendo delle domande nate in itinere alla base di un percorso che prima di tutto è culturale e orientato a definire in che direzione si evolveranno le figure creative del futuro. Un futuro in cui essere creativi consisterà sempre di più nella capacità di adattare le proprie competenze tecniche ad un immaginario visivo e culturale da studiare, affinare e sviluppare, in cui la cultura del progetto e la curiosità del creativo permetteranno di definire la valorizzazione dei prodotti di comunicazione e design. Non possiamo sapere oggi quale sarà il futuro dell’AI, ma come tutte le cose nuove è stata accolta in AANT e messa sotto la lente dell’osservazione, per capirla prima di giudicarla, per restarne affascinati ma anche esplorarne i limiti. E farci domande”.
“Cold Moon In Deep Water è per me l’occasione di affermare questa posizione: avremmo potuto scrivere due cose a caso e lasciar fare l’AI, o utilizzare alcune piattaforme che oggi con un click ti permettono di creare qualcosa senza grande impegno: questo lo possono fare tutti o quasi ma credo che questo tipo di proposte avranno vita breve, un fuoco di paglia che si spegnerà finito l’entusiasmo per il nuovo gioco” conclude Cardea.
Proprio in virtù della sua natura di ente di ricerca e luogo di sperimentazione, l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie organizzerà sul tema dell’intelligenza artificiale e delle sue implicazioni una serie di tavole rotonde aperte a studenti, insegnanti e a quanti volessero approfondire la materia nell’Aula Magna della sua sede in Via Monza a Roma.

Whirlpool, Alessandro Perucchetti presidente attività Usa

Whirlpool, Alessandro Perucchetti presidente attività UsaRoma, 20 mar. (askanews) – Whirlpool Corporation annuncia la nomina di Alessandro Perucchetti a presidente delle attività operative Usa dell’azienda. Perucchetti diventa anche membro del comitato esecutivo internazionale di Whirlpool Corporation.
Perucchetti supervisionerà le attività commerciali e aziendali di Whirlpool Corp. negli Stati Uniti, tra cui la strategia del brand, di marketing, delle vendite, e dei servizi al consumatore e della supply chain negli stabilimenti degli Stati Uniti e del Messico.
“Alessandro ha una comprovata esperienza, la sua leadership e la sua esperienza all’interno dell’azienda gli permettono di avere una prospettiva unica sul nostro business nordamericano – ha dichiarato Marc Bitzer, presidente e amministratore delegato di Whirlpool Corp -. Questo è un momento cruciale per il settore degli elettrodomestici e Alessandro è la persona ideale per guidare i brand in portafoglio e accelerare il ritmo dell’innovazione”.
“Sono entusiasta di tornare negli Stati Uniti per contribuire alla leadership di prodotto, alla crescita del nostro business diretto al consumatore e al proseguimento del lavoro svolto per costruire una catena di approvvigionamento resiliente – ha dichiarato Perucchetti -. Due terzi delle case americane contengono un prodotto Whirlpool. Si tratta di una responsabilità unica, che ci permette di concentrarci sul miglioramento della vita in casa”.

Bonomi:no incentivi per assunzioni ma a chi investe e patrimonializza

Bonomi:no incentivi per assunzioni ma a chi investe e patrimonializzaMilano, 20 mar. (askanews) – “Io mi aspetto che premi chi investe e patrimonializza, non chi assume”. In questa frase c’è la posizione del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha parlato della delega fiscale in Bocconi a Milano in occasione della presentazione del nuovo Affari&Finanza. “Se si parla di un riordino delle aliquote Irpef facciamolo – ha detto – se vogliamo fare fisco d’impresa secondo me deve servire a premiare, non essere leva di gettito fiscale”.
“Io – ha detto senza troppi giri di parole – sono contrario agli incentivi per gli imprenditori che assumono, quello è il mio mestiere. Quello che chiedo è tagliare le tasse sul lavoro e agire sulla leva contributiva. Da due anni chiediamo il taglio del cuneo fiscale, il riordino delle aliquote Irpef è un risparmio di 300 euro a famiglia, il taglio del cuneo fiscale come l’abbiamo proposto noi per chi ha un reddito di 35mila euro euro l’anno porta un risparmio di 1.200 euro”.
Più in generale Bonomi pensa “a una delega fiscale organica, non si può affrontare pezzo a pezzo”, ha detto precisando che “capiremo dai decreti attuativi se ci saranno più vantaggi o svantaggi per le imprese”. Quello che auspica il numero uno di Confindustria è che “ci sia un fisco di impresa che non guardi più a fisco come gettito ma come leva di politica industriale. Questa è la grande sfida”. “Se potessi scegliere – ha aggiunto – vorrei un fisco premiale, che premia chi investe, chi patrimonializza e fa crescere il Paese”. “Non è la leva fiscale la leva corretta per premiare chi crea posti di lavoro – ha ribadito – se si deve fare, occorre lavorare sulla leva contributiva, è lo strumento corretto per premiare chi crea posti di lavoro”.