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Autore: Redazione StudioNews

Colossali onde d’urto (polarizzate) scuotono universo

Colossali onde d’urto (polarizzate) scuotono universoRoma, 16 feb. (askanews) – Uno studio pubblicato su Science Advances, guidato dall’astronoma Tessa Vernstrom della University of Western Australia (UWA), a cui hanno collaborato astrofisici dell’Università di Bologna e dell’INAF di Bologna, mostra per la prima volta la presenza di segnali radio prodotti da colossali onde d’urto di masse di plasma nella rete cosmica. Si tratta delle prime tracce inequivocabili del magnetismo cosmico che viene generato alla periferia degli ammassi di galassie, le più grandi strutture dell’universo: un evento predetto da decenni nelle simulazioni numeriche, ma finora mai osservato in modo diretto.
“Queste onde d’urto accelerano elettroni relativistici, che spiraleggiando in un campo magnetico esterno irraggiano energia nella banda radio dello spettro elettromagnetico”, spiega Franco Vazza, professore al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna, associato INAF e autore delle simulazioni numeriche utilizzate nello studio. “Le nuove osservazioni rispecchiano molto da vicino le previsioni teoriche, e questo ci fa sperare di avere effettivamente rivelato per la prima volta il segnale del plasma magnetizzato, spazzato dalle onde d’urto della rete cosmica”.
Osservando il cosmo alla scala più ampia possibile, la materia appare organizzata come un’intricata rete di filamenti e di aloni pieni di gas caldissimo e rarefatto (plasma), separati da giganteschi spazi vuoi estesi milioni di anni luce. Questa struttura “a tela di ragno” della rete cosmica era stata prevista già negli anni ’60 dai primi modelli numerici prodotti al computer, ed è stata poi confermata da una serie di osservazioni a partire dagli anni ’80. Nel corso degli ultimi anni, gli astronomi sono poi riusciti a mappare la ragnatela cosmica con osservazioni sempre più profonde e complete, che hanno prodotto nuove domande e misteri.
Tra questi interrogativi, uno dei più rilevanti riguarda l’evoluzione dei campi magnetici nella ragnatela cosmica e in particolare negli spazi apparentemente vuoti tra una galassia e l’altra. Esistono linee di campo magnetico in queste regioni “vuote”? E se esistono, come influiscono nell’evoluzione della rete cosmica? Sono domande a cui la comunità astrofisica mondiale sta cercando risposte da diversi decenni. Risposte che passano necessariamente dall’osservazione, finora mai ottenuta in modo inequivocabile, dell’esistenza effettiva di questi campi magnetici nelle regioni più rarefatte dell’universo. Roma, 16 feb. (askanews) – “I campi magnetici pervadono l’universo, dalla scala dei pianeti e delle stelle a quella dello spazio intergalattico: tuttavia, molti aspetti fondamentali del magnetismo su scale cosmologiche ci sfuggono”, spiega Tessa Vernstrom. “Quando colossali masse di plasma vengono accelerate verso la rete cosmica, per effetto della gravità della materia già presente nella rete, si generano colossali onde d’urto che comprimono le linee di campo magnetico intergalattico. Quello che pensiamo di aver finalmente osservato per la prima volta è proprio il segnale di queste linee di campo magnetico compresse”.
Questo risultato arriva dopo anni di studi e osservazioni. Già nel 2020, il gruppo di ricerca aveva ottenuto esiti promettenti sommando tra loro centinaia di migliaia di immagini, apparentemente vuote, dei campi intergalattici presenti tra coppie di galassie. Non era però ancora possibile escludere del tutto che questi segnali fossero generati da altri oggetti celesti. Gli esiti pubblicati ora su Science Advances superano anche gli ultimi dubbi e mostrano in modo inequivocabile la presenza di emissioni radio polarizzate provenienti dai filamenti della rete cosmica.
“Sono molto poche le sorgenti celesti in grado di produrre emissione radio polarizzata su scale cosmiche così grandi”, conferma Christopher Riseley, astronomo del Dipartimento di Fisica ed Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna, associato INAF e coautore dello studio. “Le nuove osservazioni prodotte per questo studio, hanno preso in considerazione solo la parte polarizzata dell’emissione radio celeste e questo ha permesso di escludere altre possibili fonti di emissione”.
Gli studiosi hanno utilizzato i dati e le mappe della Global Magneto-Ionic Medium Survey, l’archivio dei dati della Missione Planck, l’interferometro radio Owens Valley Long Wavelength Array, e il Murchison Widefield Array, uno dei radiotelescopi più potenti del pianeta (insieme all’europeo LOFAR) e “precursore” dello Square Kilometre Array (il più colossale osservatorio astronomico mai concepito, la cui costruzione è da poco iniziata anche grazie alla collaborazione italiana, e la cui “prima luce” è prevista per il 2029).
Le simulazioni numeriche utilizzate per produrre le previsioni teoriche del segnale polarizzato radio della rete cosmica sono state prodotte facendo “girare” il codice Enzo su circa duemila processori, presso il centro di calcolo CSCS di Lugano (Svizzera), come parte del progetto di ricerca MAGCOW, condotto dal prof. Vazza e finanziato dallo European Research Council. L’attività di ricerca di Christopher Riseley è invece supportata dal progetto europeo DRANOEL.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances con il titolo “Polarized accretion shocks from the cosmic web”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Franco Vazza e Christopher Riseley del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”, entrambi associati INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica.

Vino, Uiv: bene un Istituto indipendente per la ricerca scientifica

Vino, Uiv: bene un Istituto indipendente per la ricerca scientificaMilano, 16 feb. (askanews) – “La metanalisi presentata oggi dimostra come non debbano esistere verità indiscusse di stampo Tolemaico su un tema delicato come quello relativo a vino e salute. La scienza è un metodo per trovare risposte, non dogmi”. Così il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha commentato l’excursus sulle evidenze scientifiche presentato oggi al convegno “Bere Mediterraneo, gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino” che si è tenuto oggi in Senato, dove è stata annunciata anche la nascita dell’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute.
“Come Unione italiana vini – ha proseguito Frescobaldi – accogliamo con entusiasmo la nascita di un istituto indipendente come quello annunciato oggi, in grado di stimolare la ricerca e il confronto sui temi così importanti”. Per il presidente dell’associazione che rappresenta oltre l’85% dell’export vitivinicolo italiano, “oggi il vino è anche economia: con 310mila imprese, 670mila ettari vitati, 1,2milioni di addetti è in grado di generare un fatturato diretto di circa 15 miliardi di euro”. “Il vino realizza il 75% del valore delle esportazioni tutte le bevande alcoliche italiane e ha una bilancia commerciale in attivo di circa 7,5 miliardi di euro l’anno, che incide per oltre il 40% del saldo import-export di tutto l’agroalimentare italiano” ha ricordato Frescobaldi, sottolineando che “a questi numeri si aggiunge il beneficio esponenziale in termini di indotto turistico, di personale specializzato, di sostegno socioeconomico in favore di aree rurali svantaggiate, di valorizzazione del bene fondiario e del brand Italia, numeri che presenteremo in occasione della conferenza stampa di Vinitaly, tra circa un mese a Roma”.
Un asset che, ha concluso Frescobaldi, è strategico non solo in termini di Pil ma “prima di tutto, il vino è un fattore identitario del nostro Paese, e questo è un valore inestimabile: se lo dovessimo perdere penso che rinunceremmo a una parte di noi stessi, a una componente fedele della nostra storia e del nostro futuro”.

Generali aderisce a iniziativa “M’illumino di Meno”

Generali aderisce a iniziativa “M’illumino di Meno”Roma, 16 feb. (askanews) – Generali aderisce per il quinto anno consecutivo all’iniziativa “M’illumino di Meno”, la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili promossa da Rai Radio2 con Caterpillar e lanciata nel 2005. Generali spegnerà le luci delle sue sedi a Milano, ovvero l’iconica Torre disegnata da Zaha Hadid, le Procuratie Vecchie in piazza San Marco a Venezia e palazzo Berlam a Trieste, per confermare il proprio impegno nella sostenibilità. L’iniziativa invita ogni anno la comunità a spegnere tutte le luci che non sono indispensabili, un gesto simbolico con un impatto concreto e positivo sul pianeta e sui suoi abitanti. Generali, alle ore 20.00, spegnerà le luci delle sedi della Compagnia scelte per circa dieci minuti per dare visibilità all’iniziativa.
Barbara Lucini, Responsabile Sustainability e Social Responsibility di Generali Country Italia, ha commentato: “Generali aderisce a M’illumino di Meno con l’obiettivo condiviso di promuovere stili di vita e comportamenti sostenibili per una Transizione Giusta verso un’economia a basse emissioni di gas serra. In coerenza con il piano Lifetime Partner 24: Driving Growth la sostenibilità è al centro della nostra strategia industriale e delle nostre attività di assicuratori e di asset manager globali”.

E’ nato l’Istituto per la ricerca su vino, alimentazione e salute

E’ nato l’Istituto per la ricerca su vino, alimentazione e saluteMilano, 16 feb. (askanews) – E’ nato l’Istituto per la ricerca su vino, alimentazione e salute. L’ente neocostituito è stato presentato oggi nel corso del convegno “Bere mediterraneo, gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino” che si è tenuto a Palazzo Giustiniani a Roma su impulso del vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega).
A dare l’annuncio è stato lo stesso presidente, il medico legale e tossicologo Luigi Tonino Marsella che nel corso del suo intervento, ha spiegato che si tratta di “un’associazione scientifica che ha come scopo quello di promuovere il benessere alimentare e l’efficace diffusione delle conoscenze sulla correlazione tra stili di vita e salute; promuovere e diffondere la ricerca e la conoscenza su tutti gli aspetti dell’alimentazione umana inserita nella medicina; prevenire le malattie croniche e associate all’alimentazione; proporre elementi utili per linee guida e standarizzare i criteri per la preparazione e il consumo del vino a beneficio della salute; favorire la collaborazione e il confronto scientifico tra le diverse discipline interessate”. A tutto questo si aggiunge la promozione di momenti di confronto e formazione a livello nazionale e internazionale.
Marsella ha poi precisato che “l’associazione scientifica” nasce su una libera iniziativa sua, di Aldo Borelli e Antonio Ciaschi, su impulso dello studio “Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review”, pubblicata sulla rivista scientifica “peer-reviewed”, Nutrients. Questo studio, realizzato da Silvana Hrelia,Laura Di Renzo, Luigi Bavaresco, Elisabetta Berardi,Marco Malaguti e Attilio Giacosa e che è stato illustrato oggi in Senato, afferma che “l’analisi indica chiaramente che il vino si differenzia dalle altre bevande alcoliche e che il suo consumo moderato non solo non aumenta il rischio di malattie cronico-degenerative, ma è anche associato a benefici per la salute, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea”.
“L’istituto è composto di ricercatori, e potranno collaborare esperti, Enti universitari e centri scientifici” ha aggiunto il presidente, evidenziando che “si è già avvalso di un autorevole comitato scientifico, fra cui ci sono gli autori di questo grande lavoro”. “Il vino è stile, eleganza e cultura millenaria” ha detto ancora Marsella, sottolineando che “il vino, la cui assunzione deve essere moderata e ponderata, e la dieta mediterranea sono il connubio perfetto che rispecchia fedelmente quello che è il concetto di salute dell’Oms: benessere fisico, psichico e sociale”.
“La politica deve essere in prima fila per difendere le nostre eccellenze e i nostri consumatori” ha detto Centinaio sottolineando che “serve fare un lavoro di squadra: la forza del nostro Paese è sempre stata questa e mi fa piacere sottolineare che ogni volta che arriva in Aula un provvedimento a tutela dell’agroalimentare italiano c’è l’unanimità”. “Il messaggio che avete lanciato è importante e l’obiettivo deve essere ora quello di divulgarlo nei territori – ha concluso il vicepresidente del Senato – e vorrei che gli atti fossero inviati anche ai nostri europarlamentari perché la partita si gioca là e vorrei che avessero degli strumenti scientifici in più per poter ribattere ai burocrati europei, a cui abbiamo sentito dire, quando parlavano del ‘cancer plan’, teorie senza vere motivazioni scientifiche”.

Cina: Nato si dice alleanza difensiva, ma vuole allargare confini

Cina: Nato si dice alleanza difensiva, ma vuole allargare confiniRoma, 16 feb. (askanews) – La Nato, pur dichiarando di essere un’alleanza difensiva, continua a “violare i suoi confini geografici”. L’ha affermato oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella quotidiana conferenza stampa.
Wang ha risposto a una domanda sul fatto che l’Alleanza atlantica nel suo Concetto strategico ha definito la Cina come portatrice di “sfide sistemiche” per la Nato.
“Il concetto strategico della Nato rappresenta in maniera errata i fatti e la verità affermando che la Cina pone ‘sfide strategiche’ e diffamando la politica estera, la normale postura militare e la politica di difesa della Cina”, ha detto Wang.
“Il documento – continua – cerca di inasprire lo scontro e l’antagonismo. Si basa pesantemente su una mentalità da Guerra fredda e pregiudizi ideologici. La Cina è gravemente preoccupata per questo e vi si oppone fermamente”.
Wang Wenbin ha affermato che Pechino è conosciuta come “una forza per la pace” e come sostenitrice dello “sviluppo globale e difensore dell’ordine internazionale” e non pone “minacce sistemiche” come sostenuto dalla Nato.
Poi il portavoce ha attaccato. “La Nato afferma di essere un’alleanza regionale difensiva, ma ha costantemente cercato di violare i confini gerografici e di espandere la sua agenda, di inasprire le divisioni e le tensioni e di creare paura e scontro”, ha accusato. “Noi invitiamo la Nato – ha proseguito – ad abbandonare la datata mentalità da guerra fredda e da scontro tra i blocci, smetterla di creare nemici immaginari e destabilizzare l’Europa e l’Asia-Pacifico per fare qualcosa di buono per la pace e la stabilità in Europa e oltre”.

A Milano apre al pubblico nuova piscina comunale Cambini Fossati

A Milano apre al pubblico nuova piscina comunale Cambini FossatiMilano, 16 feb. (askanews) – Apre al pubblico la nuova piscina del centro sportivo Cambini Fossati, nel Municipio 2. Si tratta di una struttura gestita dalla municipalizzata Milanosport che affianca e completa il centro sportivo esistente con una vasca da 25 metri a 6 corsie (la cui profondità varia da 1,20 m a 1,75 m), una vasca didattica per i corsi di nuoto family, baby e per fitness acquatico e una palestra destinata ai corsi di boxe, difesa personale e fitness. Inoltre, in estate l’ampio giardino, accessibile direttamente dalla zona vasca, si trasformerà in solarium. C’è anche un bar aperto tutto l’anno.
Il nuovo complesso va ad arricchire la proposta di sport e attività che si possono praticare nel centro, rinnovato nel 2018. Il Cambini Fossati comprende già due palestre di 800 mq dotate di tribune da 252 e 127 posti – la Palestra Ginnica e la Palestra Giordani, dedicata ad Aldo Giordani, cestista, allenatore e giornalista sportivo -, due campi da tennis – uno in terra rossa e uno in sintetico – e quattro campi da padel inaugurati nel 2022 (3 al coperto con possibilità di apertura laterale e uno scoperto). Il nuoto libero aprirà dal 20 febbraio, mentre i corsi per bambini e adulti prenderanno il via dal 6 marzo.
“Sono orgogliosa di poter annunciare l’imminente apertura della piscina del centro Cambini Fossati – dichiara l’assessore allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili, Martina Riva – con cui si completa un’opera di riqualificazione che di fatto renderà il centro gestito da Milanosport un vero e proprio polo di eccellenza. I milanesi potranno usufruire dell’impianto tutto l’anno e sperimentare un’offerta sportiva in grado di soddisfare la più ampia domanda, tra nuoto, tennis, padel, fitness, boxe e tanto altro”.

In Italia caffè vale 5,8mld, Lavazza e Zanetti in top 10 mondiale

In Italia caffè vale 5,8mld, Lavazza e Zanetti in top 10 mondialeMilano, 16 feb. (askanews) – Le grandi aziende italiane del caffè fatturano 5,8 miliardi di euro, il 55,5% è venduto all’estero (contro il 27,5% di export dell’intero settore alimentare). Le imprese di maggiore dimensione valgono il 69,1% delle vendite oltre confine, mentre quelle del Sud e Isole hanno una vocazione domestica con export limitato al 9,9%. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Area Studi Mediobanca dedicata all’industria internazionale del caffè.
In Italia i player che fatturano oltre 10 milioni di euro sono 49. Sei aziende, per 605 milioni di ricavi, sono riconducibili a proprietà straniera. Lavazza e Massimo Zanetti Beverage, che insieme rappresentano il 4,1% della torrefazione del green coffee globale, sono nella top ten mondiale dei produttori di caffè.
“L’industria del caffè italiana – si legge nel report – restituisce una immagine di complessiva solidità tanto da meritarsi una valutazione pari a BBB che le consente l’attribuzione alla macrocategoria ‘investment grade’, ossia quella con la maggiore solvibilità”, viene evidenziato.
Nel mondo il mercato del caffè torrefatto nel 2022 è valutato 120 miliardi di dollari, per 170,8 milioni di sacchi da 60 kg, equivalenti a 3,1 miliardi di tazzine bevute ogni giorno su scala globale. L’Italia è settima come Paese consumatore: 95 milioni di tazzine di caffè sorseggiate ogni giorno, ovvero 1,6 in media per abitante. In termini pro-capite i Paesi del Nord Europa vantano i livelli più alti: 4,4 tazzine quotidiane per la Finlandia, 3,2 per la Svezia e 2,6 per la Norvegia. Nel prossimo futuro, con un aumento regolare delle quantità consumate e tassi di crescita tra l’1% e il 2%, il consumo mondiale potrebbe salire a 208 milioni di sacchi nel 2030, ovvero 3,8 miliardi di tazzine al giorno.

Coca Cola Hbc: Maria Teresa Sorrentino a capo dello stabilimento Lurisia

Coca Cola Hbc: Maria Teresa Sorrentino a capo dello stabilimento LurisiaMilano, 16 feb. (askanews) – Maria Teresa Sorrentino è la nuova plant manager dello stabilimento di Roccaforte Mondovì (Cuneo), dedicato all’imbottigliamento dei prodotti Lurisia. Lo comunica in una nota Coca-Cola Hbc Italia, principale imbottigliatore dei prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, che nel 2019 perfezionò l’acquisizione dell’azienda piemontese.
Sorrentino, dopo significative esperienze in ambito produzione, dalla fine del 2022 ha il compito di consolidare il processo di adeguamento dello stabilimento agli standard di Coca-Cola Hbc, con particolare attenzione al miglioramento della performance produttiva e di sostenibilità del sito, oltre che allo sviluppo del personale in forza nello stabilimento, una realtà industriale strategica per il territorio che è in continuo rinnovamento, grazie al piano di investimenti industriali da 10 milioni di euro partito nel 2020.
“Sono entusiasta di questa nuova sfida professionale e di poter guidare un team di persone di talento – ha dichiarato Sorrentino – Lavoreremo insieme in un percorso basato sull’ascolto reciproco e sulla condivisione di obiettivi per garantire lo sviluppo sostenibile del sito e ottimizzare le performance produttive”.

Da Prigozhin a Surkov, per spiegare la non vittoria in Ucraina

Da Prigozhin a Surkov, per spiegare la non vittoria in UcrainaMilano, 16 feb. (askanews) – I tempi della guerra in Ucraina si allungano, mentre in Russia prendono la parola, con spazio e sicurezza crescenti, i sanguinari falchi nazionalisti come Ramzan Kadyrov e Evgenij Prigozhin, che continuano a criticare la leadership della difesa russa per l’inefficienza sul campo di battaglia delle forze di Mosca. Ma anche raffinate ex eminenze grigie del calibro di Vladislav Surkov, che rimescolano le carte delle analisi geopolitiche.
Questa settimana di vigilia del 24 febbraio, primo anniversario dell’inizio dell’invasione russa, si è aperta con una intervista della tv russa al presidente della Cecenia Kadyrov che ha mostrato alla – insolitamente sorridente – presentatrice Olga Skabejeva la pistola Mauser M 19 10(che secondo lui è appartenuta a Hitler) con cui vuole che il presidente ucraino Volodymyr Zelenksy “si spari”: 23 lunghissimi e preziosi minuti sul canale di stato Rossija 1, di lunedì in prima serata. E oggi 16 febbraio giovedì, giorno della settimana preferito dal Cremlino per i grandi proclami, è stato il turno di un’insolita conferenza stampa per Evgenij Prigozhin, il fondatore della compagnia di mercenari russa Wagner: i passaggi registrati in video dove in primo luogo Prigozhin sferra l’ennesima critica rivolta al ministero della Difesa russo e alla sua burocrazia durante la guerra in Ucraina. Oltre a perorare la causa dei “suoi” galeotti, liberati dalle carceri russe per combattere contro Kiev.
L’accusa di Prigozhin questa volta è però pesantissima: non nomina il ministro della Difesa Sergey Shoigu ma è fin troppo palese a chi sia rivolto il suo attacco: “Da una beauty farm fuori città, da un ufficio da 500 mq, durante un trattamento per ringiovanire o qualsiasi altro massaggio cosmetico, non puoi condurre i soldati in battaglia!”, ha dichiarato, sapendo bene che il suo pubblico social lo avrebbe guardato con attenzione. “È impossibile controllare i soldati in guerra da enormi uffici. Un soldato non è un videogame, non ha una dozzina di vite. Ogni soldato deve essere curato”, ha anche detto, ostentando grande comprensione e umanità per i “suoi” ex detenuti. “Finchè non si prende Bakhmut ci devono essere altri successi” ha aggiunto.
Ma il tempo dilatato di Bakhmut è un problema per tutti, difficile da giustificare: la battaglia che secondo il presidente Zelensky – ma anche per i russi – può decidere le sorti della guerra, non si risolve da 6 mesi. Prigozhin è cauto. Forse più ottimista sui tempi, rispetto a recenti dichiarazioni: prevede entro fine marzo, inizio aprile di prendere la città ucraina. Forse più aggressivo nel racconto: confida di aver bombardato Bakhmut nella notte del 6 febbraio in una sortita su un bombardiere supersonico Su-24 (il suo ruolo comunque, sull’aereo da combattimento, era di navigatore).
Ma il palcoscenico russo per questo giovedì non è solo di Prigozhin. Un altro provocatore, dai metodi molto raffinati, torna alla ribalta dopo oltre un anno di silenzio: si tratta dell’ex assistente di Vladimir Putin, Vladislav Surkov – in passato considerato l’eminenza grigia del Cremlino – che in un’intervista pubblicata oggi su Telegram, offre risposte a monosillabi al suo interlocutore:
“1. Un anno fa, una settimana prima dell’inizio dell’operazione speciale (l’invasione dell’Ucraina, ndr), ha predetto che la Russia avrebbe ampliato i suoi confini occidentali. È soddisfatto di come è andata? “SÌ”. 2. Considera efficaci le azioni del nostro esercito russo? “SÌ”. 3. Quando ha lavorato agli accordi di Minsk, è partito dal fatto che dovevano essere attuati? “NO”. 4. Le relazioni tra Russia e Occidente si normalizzeranno nel prossimo futuro? “SÌ””.
Laconico più che mai, Surkov – designato da Mosca come mente del separatismo del Donbas – sconfessa gli accordi di Minsk, con un semplice “NO”, polverizzando dopo molti anni le intese che prevedevano un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Donetsk e Lugansk. Quegli stessi accordi e i successivi Minsk 2 (firmati nel febbraio 2015 anche da Francia e Germania come mediatori) che sarebbero dovuti essere una garanzia per la sovranità ucraina ma che la Russia vedeva come uno strumento con cui paralizzare la sovranità dell’Ucraina.
Il direttore del Center for Political Conjuncture Alexei Chesnakov che intervista Surkov, gli chiede anche nella prima domanda, dell’articolo che aveva pubblicato il 14 febbraio 2022 alla vigilia dell’invasione: “Il nebbioso futuro del mondo osceno”. In esso Surkov sconfessava anche il trattato di Brest-Litovsk, del 1918, a causa del quale Mosca “ha abbandonato i vasti territori degli Stati baltici, della Bielorussia e dell’Ucraina che in precedenza le appartenevano”. Per poi concludere “ed è impensabile che la Russia rimanga entro i confini di un mondo osceno”.
Kadyrov, Prigozhin e Surkov sono ciascuno con il suo stile, voci di quell’aggressione russa che continua a minacciare non soltanto l’Ucraina, ma la stabilità europea e mondiale. E si alzano alla vigilia di nuovi e previsti attacchi su larga scala. Eppure la guerra non sta andando secondo i programmi, e nonostante l’intensificazione dell’attività militare e dei bombardamenti; i tempi si allungano e la vittoria russa si allontana. Secondo un rapporto della CNN, un alto funzionario militare statunitense ha affermato che la mossa è “più ambiziosa che realistica” in quanto non vi è alcun segno che le forze russe abbiano accumulato abbastanza potere per portarla a termine con successo, anche nonostante un aumento delle truppe.
In sostanza la potenza militare russa è rimasta bloccata in Ucraina. L’invasione ha messo in luce debolezze fondamentali nella capacità bellica. Un’intelligence poco efficace nella comprensione della situazione e un debole sistema di cooperazione nelle forze militari (regolari e Wagner) hanno contribuito a impedire alla Russia di raggiungere i suoi obiettivi con l’invasione. Quella che la Russia continua a descrivere come un’operazione speciale – e che invece per l’Ucraina è una battaglia per la sopravvivenza della nazione – si è quindi trasformata in un’estenuante guerra di posizione, difensiva, lungo un fronte di 2.500 chilometri.
Senza pensare poi che l’invasione ha mobilitato l’Occidente, che addestra soldati ucraini e fornisce armi all’Ucraina, oltre a spingere Svezia e Finlandia a cercare l’adesione alla NATO e a provocare sanzioni politiche ed economiche che hanno chiuso l’accesso ai mercati occidentali per il prossimo futuro. In sostanza: un errore strategico.
(di Cristina Giuliano)

Cina, Xi: dobbiamo puntare su export e attirare investimenti

Cina, Xi: dobbiamo puntare su export e attirare investimentiRoma, 16 feb. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato l’importanza del ruolo della Cina come esportatore globale e come centro d’attrazione per gli investimenti stranieri in un articolo pubblicato sulla rivista idieologica del Partito comunista cinese, Qiushi, nella quale ha proposto la direzione che la politica economica cinese dovrà riprender.e
L’intervento viene a due settimane dall’iniozio delle consuete “Due sessioni”, la riunione del Congresso nazionale del popolo, il “parlamento” cinese, e della Commissione consultiva politica, un importante organismo di definizione delle politiche. In quell’occasione verranno posti gli obiettivi e le priorità economiche per il 2023.
“Dobbiamo stabilizzare le esportazioni verso i paesi sviluppati, espandere le esportazioni verso i mercati emergenti”, ha affermato Xi. “Guardandoci attorno, sia le nazioni sviluppate sia quelle emergenti faranno investimenti esteri come loro politica centrale, il che porterà il panorama competitivo in termini di attrazione degli investimenti stranieri”.
Con le ali appesantite dalla crisi Covid e dalla politica Zero Covid promossa fino allo scorso anno dal governo, l’economia cinese ha registrato la seconda peggiore crescita negli ultimi 50 anni nel 2022, con un +3 per cento (rispetto al 5,5 per cento del target). Le tensioni con gli Stati uniti e con i suoi alleati, che rappresentano una quota enorme dell’economia globale, contribuiscono a mettere in difficoltà l’economia, che subisce anche i contraccolpi della crisi di liquidità nel grande settore immobiliare, la quale si riversa nel comparto finanziario.
Xi ha anche chiesto attenzione a aiuto al settore privato, un’esigenza che era stata già messa nero su bianco nella due giorni della conferenza economica di dicembre a Pechino.