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Autore: Redazione StudioNews

Superbonus, FINCO: preoccupa stop a cessioni credito e sconti in fattura

Superbonus, FINCO: preoccupa stop a cessioni credito e sconti in fatturaRoma, 17 feb. (askanews) – Una simile misura avrà (speriamo di poter dire avrebbe) ripercussioni gravi e purtroppo durature sull’assetto di migliaia di imprese che già hanno i cassetti fiscali pieni ed i conti correnti vuoti. Le conseguenze – si legge in una nota della FINCO – si faranno pesantemente sentire anche sul consumatore sia singolo che condominiale. Cosa paradossale, tenuto conto che la misura è nata soprattutto per tale categoria, generando legittime aspettative, oltre che impegni concreti, messi ora in discussione.
La Federazione FINCO si chiede poi perché coinvolgere in questa cessazione anche i bonus per la riqualificazione al 50% che hanno sempre funzionato, mai dato luogo ad abusi e inciso, in realtà, in termini positivi perfino sulle Casse dello Stato.
Bloccare – in una situazione di fermo da parte degli istituti bancari ed assicurativi! – anche la pur parziale soluzione di acquisto dei crediti da parte delle Regioni e degli Enti Pubblici è una misura controproducente già nel medio periodo, senza contare, in generale, gli aspetti di contenzioso che tale decisione indurrà ed il disallineamento di tale provvedimento rispetto alle direttive comunitarie relative alla transizione energetica. Inoltre, i bonus edilizi, in assenza di cessione del credito e sconto in fattura, saranno fruibili fondamentalmente dai più abbienti, cosa che renderà poco raggiungibili gli obiettivi di riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare, oltre che creare disparità di trattamento tra i cittadini.
Confidiamo in un ripensamento nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto legge 11/2023 o, almeno, nell’individuazione di soluzioni alternative che non possono limitarsi all’esenzione da questo vincolo per interventi per cui sia stata già presentata la Cila prima dell’entrata in vigore del decreto in questione o, nel caso di condominii, sia stata già adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori o, ancora, il fatto che i cessionari non sarebbero più responsabili in solido ove in possesso di documentazione utile a tal fine.
Soprattutto, confidiamo nel mantenimento delle possibilità di sconto in fattura e di cessione del credito per gli interventi che da tempo funzionano, come quelli specificatamente volti alla riqualificazione energetica.
La Federazione – con tutte le Associazioni ad essa federate, dai produttori di infissi, alle coperture, alle schermature solari e tutti i settori dell’involucro edilizio, ma anche del verde per coibentazione, del settore delle rinnovabili e molti altri comparti – si rende perfettamente conto dei vincoli di bilancio, ed è per questo che sul Superbonus FINCO è da sempre favorevole ad un decremento percentuale progressivo dell’agevolazione con una sua connessa stabilizzazione, ma non con queste repentine modalità.
Un’analisi approfondita delle cifre dovrebbe indurre a ritenere che in questo caso la spesa varrebbe l’impresa: sottoforma di ritorni per l’Erario, di innovazione tecnologica, di emersione del nero, ma ancor prima per evitare risorse che l’Erario dovrà (dovrebbe) comunque impiegare per le casse integrazioni che saranno causate da una siffatta misura.
Ancora una volta sarebbe stato (e sarà) essenziale coinvolgere gli operatori, dall’inizio, come del resto prevede il procedimento AIR (Analisi di Impatto della Regolamentazione), ivi inclusa la principale rappresentanza italiana di produttori ed installatori di componenti e sistemi per l’efficienza energetica, quale è FINCO.

Presentata prima fase masterplan di ricostruzione di Mykolaiv

Presentata prima fase masterplan di ricostruzione di MykolaivMilano, 17 feb. (askanews) – One Works, al fianco del Sindaco di Mykolaiv Oleksandr Syenkevch, di Paola Deda – Director Forests, Land and Housing Division, UNECE – ha presentato oggi i risultati della prima importante fase di analisi per la realizzazione del progetto UN4Mykolaiv: poste le basi per consentire entro il prossimo anno al team internazionale e quello di esperti locali, di lavorare insieme allo sviluppo del masterplan che in diverse fasi nei prossimi decenni guiderà la ricostruzione della città, tra le più importanti in Ucraina e tra le più colpite dalla guerra.
Negli ultimi 6 mesi, il team di One Works e i suoi partner accademici Politecnico di Milano e Università LIUC, nonché il partner di digitalizzazione GISDevio, hanno lavorato pro-bono, insieme alle autorità e istituzioni della città di Mykolaiv, allo sviluppo di un quadro strategico preliminare per la città al fine di offrire informazioni di background sul contesto fisico, sociale ed economico, nonché obiettivi comuni definiti con un approccio partecipato tra istituzioni e popolazione, a tutti coloro che sono e saranno coinvolti nel futuro sviluppo di Mykolaiv.
Oleksandr Syenkevch, Sindaco di Mykolaiv, aprendo la conferenza ha dichiarato: “Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che stanno contribuendo a questo progetto. Siamo sicuri che grazie alla collaborazione proficua con One Works, che ha messo a disposizione della città di Mykolaiv un team di professionisti determinati a realizzare un eccellente piano di ricostruzione, potremo portare avanti il progetto. Quello a cui stiamo lavorando non è soltanto un’occasione unica di rinascita per Mykolaiv, ma per tutta l’Ucraina, un modello di ricostruzione e ammodernamento di riferimento per tutto il Paese alla fine del conflitto”.
Giulio De Carli, founder e managing partner di One Works, ha dichiarato: “In questi 6 intensissimi mesi di lavoro al fianco delle straordinarie persone che rappresentano la città di Mykolaiv, tutto il nostro team si è misurato con dinamiche di crescita professionale e umana fuori dal comune. La complessità della sfida è stata governata solo grazie all’altissimo livello di collaborazione tra tutti i partner, che ringrazio. Oggi col completamento della prima fase, imprescindibile base per lo sviluppo effettivo del masterplan, si apre un nuovo capitolo. C’è l’opportunità sia per attori istituzionali sia per diverse filiere di mercato di contribuire alla ricostruzione finanziando i primi progetti pilota, e mi auguro si possa partire presto con il reperimento dei fondi perché abbiamo visto con estrema chiarezza quanto sia fondamentale per la popolazione, nei fatti e nello spirito, sapere e vedere che un nuovo futuro li attende”.
Paola Deda, Director Forests, Land and Housing Division, UNECE, aggiunge: “Quella a cui abbiamo assistito oggi è la dimostrazione che il ruolo assunto da UNECE di matchmaking per favorire l’incontro tra le migliori figure professionali del mondo dell’architettura, della pianificazione e dell’ingegneria e le città, è l’ultimo ma decisivo elemento per la messa a terra concreta ed efficace del progetto UN4. Continuiamo a guardare attivamente agli operatori che potrebbero svolgere questo ruolo, e saremo contenti di valutare candidature spontanee di realtà che si sentano in grado e desiderose di replicare l’esperienza su altre città, aggiungendosi alla Fondazione Foster e One Works con cui abbiamo validato un modello rispettivamente su Kharkiv e Mykolaiv. Partiamo dalle città perché come UNECE siamo convinti – come da tempo abbiamo imparato grazie al nostro Forum dei Mayors – che queste siano il luogo in cui più chiaramente emergono i veri bisogni, più rapidamente si possono concretizzare i progetti e con maggior sicurezza e precisione è possibile tenere traccia del corretto impiego delle risorse e della corretta realizzazione delle opere”.

“Due vite” di Marco Mengoni è il brano più trasmesso in radio

“Due vite” di Marco Mengoni è il brano più trasmesso in radioRoma, 17 feb. (askanews) – Non si ferma il successo di Due vite (Epic Records Italy / Sony Music Italy), con cui Marco Mengoni ha trionfato al 73esimo Festival di Sanremo. Il brano è, infatti, il più trasmesso in radio e, dopo aver debuttato al primo posto di tutte le classifiche streaming e download italiane e al 49# nella classifica global di Spotify, rimane stabile ai vertici delle top chart dei singoli più scaricati in Italia. Due vite inoltre è stato decretato da EarOne come il brano più radiofonico tra le canzoni in gara al Festival di Sanremo.
Nella settimana di lancio, il brano è entrato anche in 54 classifiche di iTunes: al primo posto in Italia, Svizzera, Slovenia e Lussemburgo e in top10 in Belgio, Francia, Germania, Romania, Spagna e Slovacchia. Due vite è anche al vertice delle classifiche di Shazam e dei brani di Sanremo più popolari su TikTok.
Il videoclip ufficiale di Due vite ha dominato le tendenze musicali su YouTube ed ha raggiunto 20 milioni di view insieme al video della performance sul palco dell’Ariston.
Cresce anche l’attesa per i prossimi appuntamenti live di Marco Mengoni che questa estate affronterà ancora una volta gli stadi: per “Marco negli stadi” sono già stati venduti, infatti, 210mila biglietti.
Dopo 13 anni di carriera, 7 album in studio, 68 dischi di platino, oltre 1.8 miliardi di stream audio/video e 9 tour live, culminati con il successo degli stadi della scorsa estate e del tour nei palazzetti tutto sold out concluso lo scorso autunno, e il nuovo tour negli stadi che lo attende la prossima estate, l’8 luglio Marco Mengoni concluderà i suoi live negli stadi a San Siro, dove lo scorso 19 giugno si era esibito per la prima volta in uno stadio tutto sold out. Prima del gran finale milanese il tour toccherà gli stadi di Bibione (17 giugno – data zero), Padova (20 giugno), Salerno (24 giugno), Bari (28 giugno), Bologna (1 luglio) e Torino (5 luglio).

Editoria, Zaia: seguo con attenzione evolversi vicende gruppo Gedi

Editoria, Zaia: seguo con attenzione evolversi vicende gruppo GediVenezia, 17 feb. (askanews) – “Sto seguendo con particolare attenzione le notizie riguardanti il gruppo editoriale GEDI. Le testate che operano in Veneto e nel Nordest rappresentano un presidio di professionalità, informazione, democrazia, al pari di tutta l’informazione professionale che opera nei nostri territori. È necessario che i protagonisti coinvolti compiano ogni sforzo per evitare il rischio che queste storiche testate del gruppo possano andare incontro ad un ridimensionamento del proprio ruolo”. Così Luca Zaia, presidente del Veneto.
“Conosco il grado di professionalità e la passione che soggiace alla realizzazione quotidiana dei giornali e dell’informazione online garantita dai giornalisti del Gruppo GEDI – aggiunge Zaia -. Auspico che possa arrivare presto una soluzione positiva alla vicenda: il Veneto, il Nordest, hanno bisogno di mantenere il rapporto di fiducia creato da queste testate con i lettori. Un legame consolidatosi ulteriormente, anche con le istituzioni, durante la recente pandemia. Attendendo che si possano presto conoscere gli aspetti principali del futuro di questi giornalisti e delle testate del gruppo, per quanto di mia competenza resto a disposizione”.

Sisma Turchia, aperto ospedale da campo Regione Piemonte ad Antiochia

Sisma Turchia, aperto ospedale da campo Regione Piemonte ad AntiochiaRoma, 17 feb. (askanews) – Ha aperto stamattina alle 8, con almeno dodici ore di anticipo rispetto al previsto, l’ospedale da campo Emergency medical team type 2 (Emt2) della Regione Piemonte allestito nell’area di un impianto sportivo vicino all’ospedale di Antiochia distrutto dal terremoto. Lo comunica l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, che insieme al presidente della Regione Alberto Cirio e all’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi è in costante contatto con il coordinatore della missione della Maxiemergenza regionale in Turchia, Mario Raviolo.
“I nostri sanitari e volontari della Protezione civile operativi ad Antiochia – osserva Icardi – hanno trovato una situazione catastrofica. La popolazione è stremata, le richieste di assistenza all’ospedale sono continue e di ogni genere. Abbiamo impegnato sul campo personale altamente specializzato e in grado di lavorare in condizioni di massima emergenza. L’ospedale Emt2 della Regione Piemonte è unico in Italia e tra le dodici strutture di questo genere al mondo. Ringrazio tutti coloro che in questo momento stanno prestando senza riserve la loro opera per renderlo completamente funzionale alle esigenze delle popolazioni terremotate della Turchia”.
“Ancora una volta il Piemonte scende in campo con la forza preziosa del suo personale sanitario e dei volontari della Protezione Civile per aiutare chi sta vivendo momenti terribili – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Sappiamo quanta dedizione stanno mettendo in campo e non potremmo essere più orgogliosi di loro”.
Il team sanitario della Maxiemergenza della Regione Piemonte attualmente operante nell’ospedale da campo di Antiochia è composto da 76 persone: un team leader (chirurgo), un deputy team leader (chirurgo), un medico infettivologo, quattro medici urgentisti, un medico pediatra, cinque medici anestesisti, quattro chirurghi, tre chirurghi ortopedici, due ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, trentuno infermieri (inclusi coordinatori, strumentisti, infermieri sala operatoria), due tecnici di radiologia, due tecnici di laboratorio, un assistente amministrativo, un ingegnere, tre tecnici logisti e dodici tecnici logisti afferenti al Coordinamento regionale del Volontariato di Protezione Civile. Un organico al quale si aggiungono gli oltre 40 volontari della Protezione civile piemontese operanti nella stessa zona e che hanno contribuito all’allestimento dell’ospedale.
“L’aiuto che diamo in queste circostanze è sempre straordinario – continua Marco Gabusi assessore alla Protezione Civile – sono molto grato a tutti i volontari della Protezione civile piemontese che hanno scelto di partire per la Turchia e portare il loro bagaglio di conoscenza alle persone più bisognose. Il numero dei decessi sta salendo rapidamente è quindi importante intervenire con rapidità per continuare a salvare il maggior numero di persone possibile”.
Conclude Gabusi “Sulla nave sono saliti elettricisti, idraulici, traduttori e personale altamente formato per le situazioni da campo. Siamo in continuo contatto con i volontari nelle zone terremotate: in questo modo possiamo agire prontamente. Il Piemonte e la Protezione Civile ci sono, pronti in prima linea”.
“La popolazione ci ha accolti a braccia aperte – testimonia il coordinatore della missione, Mario Raviolo -, tutti cercano di darci una mano, si mettono a disposizione e ci forniscono con grande affetto acqua e biscotti. Stiamo operando al massimo delle nostre possibilità”.

Autorità antiriciclaggio Ue, Schifani e Lagalla candidano sede Palermo

Autorità antiriciclaggio Ue, Schifani e Lagalla candidano sede PalermoRoma, 17 feb. (askanews) – La Regione Siciliana e il Comune di Palermo sono pronti ad accogliere l’Autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo, di prossima istituzione. La sede individuata è Castello Utveggio. Nei giorni scorsi, il governatore dell’Isola, Renato Schifani, e il sindaco, Roberto Lagalla, hanno avanzato la proposta al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E oggi è già arrivata la risposta di Palazzo Chigi, a firma del sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, su delega dello stesso premier. Nella nota vengono richieste ulteriori informazioni specifiche in modo tale da poter far concorrere Palermo come città candidata per l’Italia, insieme a Roma, Torino e Venezia.
“La risposta immediata di Palazzo Chigi è già una prima buona notizia. Gli uffici della Regione e del Comune stanno già preparando il dossier richiesto dal governo nazionale. Riteniamo che Palermo abbia tutte le carte in regola perché proprio qui, attraverso l’opera e gli insegnamenti di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel quadro del contrasto alla criminalità di stampo mafioso, sono state gettate le basi per l’elaborazione della normativa nazionale in materia di antiriciclaggio. Uno strumento imprescindibile di prevenzione e di lotta alla corruzione dalla quale deriva l’inquinamento dell’economia e l’alterazione delle regole di mercato”, evidenzia Schifani.
“Esprimo grande soddisfazione e pur nel rispetto di ogni proposta ritengo che Palermo possa aspirare ad esserne la sede più idonea. La scelta della nostra città assumerebbe, poi, un alto valore simbolico e di deterrenza dei reati mafiosi. In particolare di quelli connessi al reinvestimento di risorse illecite, anche per la possibilità di assegnare alla nuova Autorità, senza oneri finanziari a carico dell’Ue, immobili confiscati alla criminalità organizzata. Un segnale di grande importanza è inoltre l’appoggio formale che stanno dando all’iniziativa tutte le istituzioni, fondazioni e associazioni che tengo a ringraziare”, aggiunge Lagalla.
La Regione ha già manifestato la propria disponibilità ad ospitare l’Amla nella sede di Castello Utveggio, recentemente ristrutturato dall’amministrazione regionale con un corposo intervento di riqualificazione anche energetica. Il Comune, invece, potrebbe conferire ulteriori spazi d’ufficio e un immobile di pregio storico nel centro della città, esattamente dove nacque e visse Giovanni Falcone.
Alla proposta di candidatura avanzata a Palazzo Chigi sono allegate una decina di lettere di gradimento da parte di enti pubblici e privati disponibili a contribuire, ciascuno per le proprie competenze, allo sviluppo delle attività dell’Autorità. Si va dall’Università agli Ordini degli avvocati e dei commercialisti, dal Distretto giudiziario della Corte d’Appello alle Fondazioni “Gaetano Costa”, “Giovanni Falcone”, “Rocco Chinnici” “Progetto Legalità”, “Luigi Einaudi” e “Sicilia”, dal Centro studi “Cesare Terranova” al Siracusa international institute for criminal justice and human rights.
Attualmente, nel Mezzogiorno non sono presenti Autorità o articolazioni europee e tutte quelle esistenti hanno sede nell’Italia settentrionale o centrale: Sicurezza alimentare a Parma, Formazione professionale a Torino, Ricerca a Ispra, Istituto universitario a Fiesole, oltre agli Uffici d’ informazione del Parlamento europeo (Roma e Milano), della Bei e della delegazione Ue nella Capitale.
“Confidiamo in un’attenta valutazione della candidatura e nell’accoglimento della proposta, certi comunque che se l’Autorità fosse insediata a Palermo contribuirebbe in modo determinante all’ulteriore sviluppo del nostro territorio, essendo percepita da tutti i cittadini come una concreta attestazione di vicinanza delle istituzioni europee e soprattutto nazionali alla loro voglia di riscatto e di crescita economica culturale e civile”, concludono Schifani e Lagalla.

Dal pack in cera d’api al robot-ortolano: gli oscar green di Coldiretti

Dal pack in cera d’api al robot-ortolano: gli oscar green di ColdirettiMilano, 17 feb. (askanews) – Dal contadino robot all’avvocato agricoltore che aiuta i detenuti, dalle posate di cardo al fagiolo della fertilità fino all’Ape pack per conservare i salumi, sono stati assegnati gli Oscar green della Coldiretti ai giovani innovativi. I premi sono stati consegnati nel corso delle finali di Roma, alla presenza tra gli altri del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e dei ministri dell’agricoltura e dello sport Francesco Lollobrigida e Andrea Abodi.
Anna Madeo in Calabria ha inventato la prima Ape pack, una carta d’api fatta con lino e cera d’api per avvolgere i salumi del suino nero, premiata con l’Oscar Campagna Amica. Un packaging totalmente green che sostituisce la plastica e il sottovuoto garantendo la conservazione dei salumi anche fuori dal frigo e per lunghi periodi di tempo, oltre ad essere lavabile e riutilizzabile.
In Campania nelle terre confiscate alla camorra è nata con Nicola Margarita e la cooperativa terra Felix una filiera per la produzione di bioplastiche sfruttando la pianta del cardo che viene trasformata in posate green biodegradabili, in teli per proteggere le piante e in altri oggetti, mentre con gli scarti della lavorazione si fanno dei pannelli per far nascere i funghi cardoncelli. Un’idea che è valsa l’Oscar nella categoria Fare filiera.
In Molise premiato con l’Oscar Custodi d’Italia Carmine Mosesso che ha recuperato un’antica varietà di fagioli, detti della levatrice, o fagiolo della fertilità che si donava anticamente alle donne che desideravano diventare madri ma che negli ultimi anni era quasi estinto prima di tornare sulle tavole grazie all’impegno dei giovani agricoltori.
In Val d’Aosta vince l’Oscar Impresa digitale Didier Chappoz con Hortobot, il contadino robot che analizza l’orto prima ancora di essere coltivato, si occupa della semina, poi del trapianto, dell’irrigazione, della frollatura del terreno e del raccolto, aiuta a risparmiare energie e acqua ed è in grado di leggere e decifrare anche improvvise avversità meteo.
L’Oscar alla solidarietà va a Stefano Piatti, avvocato esperto in gestione penitenziaria che è tornato alla terra avviando in Lombardia l’azienda agricola San Giuda divenuta un’occasione del recupero per detenuti ma anche soggetti con disagi psichici, ex tossicodipendenti e ragazze madri.
Serena Vanzetti, della Cooperativa agricola Speranza in Piemonte, si aggiudica l’Oscar Energia per il futuro e la sostenibilità grazie a un progetto che ha permesso di utilizzare i reflui dell’allevamento per ricavare elettricità e biogas per assicurare il riscaldamento del Centro di ricerca sui tumori di Caldiolo (Torino), ma anche biocarburante per i camion.

Ucraina, ambasciatore Italia a Mosca convocato da min. Esteri russo

Ucraina, ambasciatore Italia a Mosca convocato da min. Esteri russoMilano, 17 feb. (askanews) – L’Ambasciatore d’Italia a Mosca Giorgio Starace è stato “convocato” dal ministero degli Esteri della Federazione russa. Il ministero dice di aver fornito all’ambasciatore le proprie valutazioni sulla fornitura di armamenti ed equipaggiamenti militari da parte italiana all’Ucraina. “Il diplomatico italiano è stato informato delle valutazioni russe sulle continue forniture di armi e attrezzature militari” a Kiev, “comprese quelle offensive, sull’addestramento del personale militare ucraino e, in generale, sulla linea occidentale di intensificazione il conflitto” si scrive da Mosca in una nota del Ministero degli Esteri russo. Durante la convocazione dell’ambasciatore d’Italia è stato inoltre espresso “sconcerto” da parte russa “in relazione alla recente cancellazione delle esibizioni di alcuni artisti russi nella Repubblica italiana”.
Le decisioni delle autorità italiane “purtroppo, testimoniano la manifestazione di una tendenza a discriminare gli artisti russi e gli stretti scambi culturali e umanitari, che è discordante con le dichiarazioni dei rappresentanti della leadership italiana sull’importanza di mantenere un spazio unico della cultura europea e mondiale, sull’inammissibilità di erigere barriere basate sulla nazionalità”, si legge nel testo pubblicato dal ministero degli Esteri russo. “All’ambasciatore è stato detto che la Russia rimane aperta al dialogo nel campo della cultura e non intende imporre restrizioni alle figure culturali italiane, ovviamente, se la parte italiana rispetta le condizioni di uguaglianza e reciprocità nell’attuazione delle relazioni in questo settore” si aggiunge.
Chiaro il riferimento ai concerti del pianista russo Denis Matsuev, che erano previsti per maggio di quest’anno a Brescia e Bergamo, e che sono stati annullati. I sindaci Giorgio Gori ed Emilio Delbono hanno, infatti, accolto la richiesta dell’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk di riconsiderare la presenza di Matsuev, “noto per essere particolarmente vicino a Putin”, come ha spiegato la stampa locale bergamasca. Per questo la cancellazione al Teatro Donizetti e al Teatro Grande.
L’ambasciata russa in Italia ha sostenuto che la rappresentanza diplomatica ucraina a Roma farebbe da “censore” in Italia: “L’Ambasciata dell’Ucraina in Italia continuerà ad agire come censore dei teatri e delle sale da concerto italiane? O c’è speranza che l’Italia possa ancora difendere la propria sovranità in questo campo?” ha scritto in un tweet nei giorni scorsi.

Pechino andrà alla guerra per Taiwan? Xi di fronte a un bivio

Pechino andrà alla guerra per Taiwan? Xi di fronte a un bivioRoma, 17 feb. (askanews) – A quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, gli occhi del mondo cominciano a guardare con attenzione a un altro focolaio di conflitto che potrebbe accendersi coinvolgendo una superpotenza: Taiwan. E, mai come oggi, il rischio geopolitico collegato alla Repubblica di Cina, nata dalla fuga di Chiang Kai-shek nel 1949 di fronte all’avanzata delle forze comuniste di Mao Zedong, è percepito come elevato. Tutti se ne sono resi conto a luglio scorso, quando l’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi fece un’inedita visita a Taipei: Pechino rispose lanciando missili nello stretto in un’esercitazione a fuoco vivo che segnalò quanto questo passaggio dell’esponente dem americana fosse urticante per Xi Jinping.
Oggi un altro alto esponente americano – secondo quanto ha rivelato il Finn+ancial Times – ha messo piede a Taiwan. Si tratta dei vice assistente segretario alla Difesa Michael Chase, il delegato di Lloyd Austin a seguire le questioni cinesi. Chase è il primo funzionario del Pentagono ad arrivare a Taiwan dal 2019. La precedente visita di Heino Klinck, allora assistente segretario alla Difesa, interrompeva un’assenza di funzionari del Pentagono nell’isola durata un quarantennio.
Segno di una particolare preoccupazione americana rispetto alla situazione nello Stretto, che ha spinto Washington a rafforzare la presenza militare, ad aumentare seccamente le forniture di sistemi d’arma sostificati a Taipei e ha chiedere ai suoi alleati regionali più importanti – Giappone e Corea del Sud – a rafforzare la loro capacità militare.
La reazione cinese è stata come consueto secca. “Siamo fermamente contrari alle interazioni ufficiali e ai contatti militari tra gli Stati Uniti e la regione di Taiwan. Questa posizione è coerente e inequivocabile”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. “Esortiamo gli Stati Uniti – ha proseguire – a rispettare il principio dell’Unica Cina e i tre comunicati congiunti Cina-Usa, a mantenere l’impegno dei leader statunitensi di non sostenere la cosiddetta indipendenza di Taiwan, a interrompere ogni forma di contatto ufficiale e militare con Taiwan, a smettere di intromettersi la questione di Taiwan e smettere di creare nuovi fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan”.
Non è affatto detto che a Taiwan scoppi un conflitto, anzi diversi esperti tendono a escluderlo. Tuttavia è evidente che Xi Jinping insiste sul tema della “riunificazione” molto più di tutti i suoi predecessori. Il più forte tra i leader cinesi dai tempi di Mao sembra voler lasciare come eredità del suo lungo periodo al potere iniziato nel 2012, proprio l’unificazione della madrepatria.
Pechino è però consapevole che più passa il tempo, più la prospettiva di una riunificazione pacifica si allontana. L’opinione pubblica a Taipei diventa sempre meno cinese e sempre più “taiwanese”. In questo senso gli anni al potere di Tsai Ing-wen, una presidente che ha avuto toni spiccatamente indipendentisti pur senza superare la linea rossa di una dichiarazione formale, hanno contribuito a consolidare un’identità “nazionale” taiwanese.
Questo slittamento verso l’indipendenza di fatto non può essere certamente accettato impunemente dalla Cina, e tanto meno dalla Cina di Xi. Così Pechino ha fortemente aumentato la pressione militare sul’isola. Nel 2023, in poco più di un mese e mezzo, si sono già tenute tre esercitazioni militari consistenti che hanno avuto lo scopo di fare da “secco avvertimento contro l’escalation di provocazioni da parte di Taiwan e degli Stati uniti, che hanno danneggiato lapace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”, come ha detto senza mezzi termini il portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan Ma Xiaoguang.
La via militare, tuttavia, resta una delle opzioni, non l’unica e neanche la preferibile, anche nell’elaborazione di Xi.
In questo senso potrebbe essere cruciale la scadenza elettorale del 2024, quando i taiwanesi saranno chiamati a eleggere un nuovo presidente, visto che Tsai non si ricandiderà. Pechino osserverà con grande attenzione quella scadenza e il percorso che porterà al voto. Nelle elezioni locali dello scorso anno il Partito democratico-progressivo di Tsai, che ha un approccio molto vicino all’indipendentismo, ha registrato una cocente sconfitta e c’è stato un ritorno di fiamma del Kuomintang, il partito nazionalista che fu guidato da Chiang Kai-shek e quindi fautore della creazione della Repubblica di Cina (Roc), ma che negli ultimi anni è diventato il più propenso a instaurare un rapporto migliore con la Cina popolare.
A questa scadenza potrebbe essere anche mirato il cambiamento previsto al vertice dell’organismo che si occupa di Taiwan. Al XX Congresso del Pcc, che ha sancito un inedito terzo mandato per Xi come leader, ha promosso il teorico Wang Huning al Comitato permanente del Politburo, sostanzialmente l’organismo di vertice del partito formato da fedelissimi del presidente, e a capo della Conferenza politico-consultiva del popolo cinese che, accanto al Congresso nazionale del popolo, svolge le cosiddette “Due Sessioni”, principale appuntamento legislativo cinese. Si terrà il mese prossimo.
La Conferenza consultiva ha specifiche competenze sulle minoranze – quindi pure su quella di Taiwan – e Wang ha cominciato a lavorare sulla questione taiwanese anche attraverso apparizioni pubbliche. La scelta in quel ruolo di un teorico, considerato sì di grande spessore, ma che non ha un background di politica e amministrazione, ha fatto pensare agli osservatori che il presidente voglia essere pronto a modificare alla bisogna la cornice teorica di una possibile riunificazione.
Secondo quanto scrive The Diplomat, una testata online solitamente attenta a queste sfumature, Xi potrebbe aver compreso che la proposta di replicare a Taiwan il sistema adottato per il rientro di Hong Kong, cioè “un paese-due sistemi”, non ha alcun appeal per i taiwanesi, i quali sono nella quasi totalità contrari a questo tipo di opzione (tanto più dopo l’imposizione nell’ex colonia britannica della legge sulla sicurezza nazionale che ne ha ulteriormente ristretto gli spazi di libertà), potrebbe volere la flessibilità teorica di proporre a Taiwan una nuova piattaforma per accettare la riunificazione. O un cuneo propagandistico per ottenere un minimo di consenso internazionale, se dovrà usare la forza.

Covid, questa settimana casi ancora in calo ma salgono i decessi (+7,2%)

Covid, questa settimana casi ancora in calo ma salgono i decessi (+7,2%)Roma, 17 feb. (askanews) – Nella settimana 10-16 febbraio 2023 sono stati registrati 28.354 nuovi casi positivi al Covid-19 con una variazione di -8,3% rispetto alla settimana precedente (erano stati 30.911). Sono i dati settimanali relativi alla situazione epidemiologica nel Paese resi noti da Iss-Ministero della Salute. 299 i deceduti con una variazione di +7,2% rispetto alla settimana precedente (279). Ancora in calo il numero di tamponi processati: 536.080 tamponi con una variazione di -2,0% rispetto alla settimana precedente (547.026). Il tasso di positività è al 5,3% con una variazione di -0,4% rispetto alla settimana precedente (5,7%).