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Autore: Redazione StudioNews

Rinnovabili: Altea Green Power sigla nuovo accordo con Aer Soléir

Rinnovabili: Altea Green Power sigla nuovo accordo con Aer SoléirTorino, 7 feb. (askanews) – Altea Green Power ha siglato un secondo accordo di co-sviluppo con Aer Soléir, gruppo irlandese tra i principali player nel settore dell’energia in Europa, partecipata da Quantum Energy. La partnership ha lo scopo di sviluppare congiuntamente progetti agri voltaici per un totale di circa 300 MW nei prossimi 36 mesi, permettendo ad Altea Green Power di accrescere la propria quota di mercato nel settore dello sviluppo di progetti rinnovabili in Italia.
“Siamo molto orgogliosi del rafforzamento della già fruttuosa collaborazione con Aer Soléir con cui Altea ha già sottoscritto il primo luglio 2022 un importante contratto di co-sviluppo su impianti di Storage BESS per oltre 510MW”, diche Giovanni Di Pascale, fondatore e ceo di Altea Green Power, azienda torinese attiva nello sviluppo e nella realizzazione di impianti per la produzione di energia e come “integratore di servizi” per un’assistenza completa durante tutte le fasi della realizzazione e gestione di impianti green. “Questo nuovo e importante accordo darà un’ulteriore spinta al nostro costante impegno nell’ambito delle energie rinnovabili e al percorso di crescita di Altea Green Power, che si fonda sui valori fondamentali di innovazione e rispetto per l’ambiente. La partnership con Aer Soléir, con cui ci impegniamo a generare e condividere il fondamentale valore della sostenibilità e del green, attesta Altea come sviluppatore leader in Italia nel settore dell’energia”.
“L’accordo siglato con Altea Green Power rappresenta la nostra seconda collaborazione con AGP con uno sviluppatore esperto nel mercato italiano delle rinnovabili. E ciò grazie alla partnership di successo, fino ad oggi, sul nostro portafoglio BESS – dice Andy Kinsella, ceo e founding partner di Aer Soléir – L’accordo è la dimostrazione del nostro impegno ad espandere il nostro portafoglio esistente di progetti eolici, solari e di stoccaggio dell’energia in Italia. Questo nuovo e importante accordo darà un’ulteriore spinta al nostro costante impegno nell’ambito delle energie rinnovabili e al percorso di crescita di Altea Green Power, che si fonda sui valori fondamentali di innovazione e rispetto per l’ambiente. La partnership con Aer Soléir, con cui ci impegniamo a generare e condividere il fondamentale valore della sostenibilità e del green, attesta Altea come sviluppatore leader in Italia nel settore dell’energia”.
Aer Soléir, società irlandese con sede a Dublino e focalizzata sullo sviluppo, la costruzione e la gestione di energie rinnovabili multi-tecnologiche, con particolare attenzione ai progetti eolici, solari e di accumulo di energia su scala utility in tutta Europa, ha ottenuto un impegno di finanziamento di 250 milioni di dollari da 547 Energy. Aer Soléir è affiliata al fondo USA 547 Energy, che funge da piattaforma di investimento per Quantum Energy Partners, fornitore di capitale privato per l’industria energetica globale dal 1998 e che attualmente ha oltre 17 miliardi di dollari di attività in gestione. 547 Energy e Quantum hanno entrambe sede a Houston, in Texas. (nella foto: Giovanni Di Pascale, Fondatore & CEO di Altea Green Power)

Sanremo, Gianluca Grignani: “E’ il pezzo più bello che ho scritto”

Sanremo, Gianluca Grignani: “E’ il pezzo più bello che ho scritto”Milano, 7 feb. (askanews) – Gianluca Grignani è in gara al 73° Festival di Sanremo con il brano “Quando ti manca il fiato” (Falco a Metà / Sony Music).
“E’ il pezzo più bello che ho scritto. Ogni volta che canto la mia canzone mi emoziona in modo diverso mi mette di fronte a me stesso, e mi fa anche soffrire. Questa canzone non dà una risposta, non ha una morale è una emozione” ha detto in conferenza stampa Gianluca Grignani, che si esibirà per la prima volta questa sera, martedì 7 febbraio, accompagnato sul palco da Salvatore Cafiero (chitarra) e Enrico Magnanini (pianoforte).
Il cantautore elettrico torna sul palco del Teatro Ariston dopo averlo calcato per 6 volte in gara e 2 volte in qualità di ospite. “Quando sono venuto a Sanremo la prima volta ascoltavo tutti, ero un ragazzo che si difendeva, ora sono gli altri che si devono difendere da me, ho dato un decimo di quello che potevo dare. Io sono fortunato, la mia partecipazione è stata considerata obsoleta ma ho tanto da dare. Ho scelto di partecipare perchè ho la certezza che la mia musica c’era e aveva un futuro, per questo sono andato avanti per la mia strada, prima non c’era quello che facevo io. Io sono il mio futuro” ha spiegato.
Rispetto alle polemiche dello scorso anni sulla sua forma fisica durante la scorsa edizione del Festival dove si è esibito con Irama ha detto: “Avevo preso il cortisone perchè dovevo cantare con Irama e avevo dei problemi e mi ha gonfiato, ma non mi hanno toccato le polemiche, sembrava avessi vinto io il Festival perchè parlavano tutti di me”.
“Non è una ballata ma è blues e il blues non ha morale, nasce dagli schiavi nel campi di cotone che non dovevano far vedere agli schiavisti se erano felici o tristi. Questa canzone non ha morale, avrei potuta intitolarla Ciao papà, ma era troppo accattivante e non sarebbe stata vera. È una canzone per tutti e di tutti” ha aggiunto Grignani.
A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Gianluca Grignani il Maestro Enrico Melozzi, che ha cofirmato con il cantautore la canzone sanremese. Nella serata di venerdì 10 febbraio, dedicata alle cover, Gianluca Grignani duetterà con l’amica e collega Arisa portando sul palco del teatro Ariston “Destinazione paradiso”, l’iconico brano, rimasto nella memoria di più generazioni, che Gianluca presentò al Festival nel 1995.
Oggi Gianluca Grignani ha ricevuto il “Premio SIAE” a trent’anni dal suo primo deposito alla Società Italiana degli Autori ed Editori.

Sanremo, Ultimo: Favorito? Metterei la firma per altri 4 anni così

Sanremo, Ultimo: Favorito? Metterei la firma per altri 4 anni cosìMilano, 7 feb. (askanews) – Ultimo, in gara alla 73ª edizione del Festival di Sanremo con il brano “Alba” e viene dato tra i favoriti. Il cantautore romano nel 2019 aveva perso le staffe nella sala stampa che gli aveva preferito Mahmood arrivato primo. “Onestamente metterei la firma per rivivere quattro anni come quelli ultimi che ho vissuto quindi, la vivo con serenità nonostante tutte le difficoltà perchè comunque sono una persona sensibile e timida, se arrivo secondo vuol dire che probabilmente rivivrò altri quattro anni come questi, con un pubblico così bello”.
“Tornare dove tutto è iniziato è una grande responsabilità, a differenza di quando faccio un concerto dove il pubblico ha scelto di venire a vedermi e non hai paura di sbagliare, qui invece sei su un palco dove ogni cosa è sotto i riflettori, e sento quel tipo di pressione. Voglio far capire quanto questo palco mi ha dato, ho grande rispetto per questo palco, perchè questo palco mi ha dato tanto e Alba mi sembra la canzone giusta per tornare e avere un ricordo di Sanremo diverso. Non mi piaceva il modo in cui mi ero lasciato con Sanremo e sono vuluto tornare per chiudere un cerchio con Sanremo diverso, questa è la mia voglia e le voglie sono quelle che ti fanno fare le cose. Ho voluto tornare con Alba che mi sembra possa dimostrare la mia crescita e il mio cambiamento artistico” ha detto Ultimo.
“Onestamente la sto vivendo con un senso di leggerezza ma con grande rispetto, ho voglia di presentare qui Alba e lanciare il messaggio che voglio lanciare: guardarsi dentro e provare a superarsi in ogni circostanza della vita” ha aggiunto.
“Ho pensato molto se tornare o no a Sanremo. Torno perchè ho 27 anni, il fatto che faccia gli stadi non significa che non voglia mettermi in gioco, ho il fuoco dentro, sono qui perchè credo nella canzone e nel mio disco. Ciò per cui lavoro è avere un percorso live e un rapporto di sangue col pubblico. Io sento una forte pressione rispetto al futuro, è difficile avere una risposta, bisogna sentirsi completi facendo quello che ami fare”.
Ultimo si esibirà per la prima volta con Eros Ramazzotti nella serata dedicata alle cover di venerdì 10 febbraio. I due artisti, già legati da un rapporto di amicizia e stima, non hanno mai cantato insieme prima e lo faranno in occasione della serata dei duetti con un medley di canzoni di Eros: un omaggio di Ultimo alla carriera dell’amico, da oltre 35 anni al centro della scena musicale internazionale e partita proprio da Sanremo. “Abbiamo un rapporto semplice, vero e diretto. Per il medley ho scelto tre brani che sono le mie canzoni preferite tra cui Un’emozione per sempre, che mi riempie di gioia e mi fa respirare. L’ho chiamato e gli ho detto: ti va di fare questa cosa e lui ha detto di sì, tutto molto semplice. Collego le canzoni di Eros alla mia infanzia”. Ultimo sarà sul palco dell’Ariston senza il pianoforte. “Ho scritto Alba al pianoforte ma mi sembrava giusto partire dalla faccia esibirmi in piedi con l’asta per dare spazio alle parole e per dare maggior importanza all’intepretazione” ha spiegato.
Del suo brano poi dice: “Alba è una canzone diversa, più eterea e astratta, mi piaceva mettere il cuore nella canzone e nella seconda strofa c’è questo battito che è fondamentale. Ha due ritornelli ma uno diverso dall’altro. Ci sono delle canzoni che sono destinate a crescere quando sono fatte dall’orchestra, e qui ho la possibilità di far crescere il mio brano che si sposa bene con gli archi”.

Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economia

Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economiaNapoli, 7 feb. (askanews) – “La sfida dell’innovazione deve coinvolgere tutte le realtà imprenditoriali, dalle più grandi alle Pmi fino a quelle a conduzione familiare, per consentire al maggior numero possibile di aziende di poter continuare ad essere competitive sui mercati di riferimento e di ampliare i volumi di produzione. Diversi studi mettono, al contrario, in evidenza quanto il processo di innovazione sia appannaggio quasi esclusivo delle realtà aziendali più grandi e consolidate. Ai professionisti spetta il compito di colmare questo gap che rischia di rallentare la ripresa del tessuto economico riducendo al minimo il ‘digital divide’ che non riguarda solo il tessuto sociale ma anche quello imprenditoriale”. Lo ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso della presentazione del forum “Technology Trends e nuovi modelli di trasferimento dell’Innovazione nell’Ecosistema delle PMI”, promosso dall’Odcec Napoli, che si terrà giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 15 presso la sede dell’Ordine partenopeo.
“Bisogna fare sistema con un obiettivo in comune: migliorare le potenzialità dell’economia digitale – ha sottolineato a sua volta Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Developer Academy che ha partecipato alla presentazione – attirare capitali ed investimenti, e porre le condizioni per uno sviluppo duraturo e prolungato. Sfida difficile senza dubbio alcuno, ma al contempo stimolante. Fare dell’innovazione tecnologica la chiave dello sviluppo futuro del tessuto imprenditoriale è la mission del futuro. Una risorsa intangibile ma più forte di qualsiasi altro fattore produttivo, un’energia invisibile che potrà finalmente spingere la nostra regione a riprendersi il ruolo di capitale del mediterraneo che le spetta per storia, tradizione e prestigio”.
Per i consiglieri dell’ODCEC di Napoli con delega alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Gianluca Battaglia e Maria Cristina Gagliardi: “l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Napoli è in prima fila per intercettare tutte le reali potenzialità di sviluppo del territorio e l’evento del 16 febbraio ne è una chiara dimostrazione. Lo sviluppo passa attraverso la professionalità e la competenza dei dottori commercialisti che sono gli unici interlocutori affidabili per coniugare le esigenze delle imprese a quelle delle istituzioni”.
Il presidente della Commissione Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Fabrizio Monticelli, ha sottolineato come “una grande città come Napoli che ha nell’innovazione la sua vocazione naturale non possa che profondere tutti i propri sforzi per trarre dalla innovazione la spinta verso un rilancio più generale dell’economia cittadina”.
Per Edoardo Imperiale, amministratore delegato Campania DIH “Il lavoro comune con ‘L’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli’ ha l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze per il trasferimento dell’innovazione nell’ecosistema delle PMI. L’Istat racconta che il Sud, rispetto al resto del Paese, è indietro ma il tessuto produttivo è dinamico e qui abbiamo i maggiori margini di crescita. Serve allora accelerare. Siamo in campo per fornire ai professionisti interessati strumenti e know how idonei a incrementare la conoscenza delle opportunità derivanti dal processo di digitalizzazione e transizione tecnologica”.
Giovanni Lombardi, presidente del gruppo Tecno ha affermato che “Esiste una stretta correlazione tra le imprese più innovative e quelle che affrontano la sfida ESG: da tener presente che il periodo del greenwashing è finito, e che la sfida per le aziende è pluriennale, continuativa e educativa, ossia come detto impatta tutte le funzioni aziendali e tutti, ma proprio tutti, i dipendenti”.
Il professore Luigi Nicolais, Coordinatore CTS della commissione Sviluppo Attività Produttive ricerca ed innovazione, ha sottolineato come “Il nostro grande patrimonio immateriale in ambito di ricerca e innovazione è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale, attraverso un contributo lucido e razionale alla transizione di una società basata sulla conoscenza. Tenendo conto che l’innovazione e la tecnologia sono generalmente il prodotto di attività di ricerca svolte negli Atenei e negli Enti di Ricerca, appare di solare evidenza la necessità di incrementare una cooperazione fra i diversi attori territoriali del sistema, attraverso l’engagement delle piccole e medie imprese (PMI) in ottica di open innovation”. (nella foto: Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli)

Mutilazioni genitali, allarme esperti: mancano fondi, serve sforzo congiunto

Mutilazioni genitali, allarme esperti: mancano fondi, serve sforzo congiunto

Conferenza internazionale organizzata dall’Istituto IRCCS “San Gallicano” di Roma

Roma, 7 feb. (askanews) – Per rendere veramente efficace la lotta alle Mutilazioni genitali femminili (Mgf) è necessario investire risorse finanziarie e professionali e fare in modo che ci sia un grande sforzo congiunto di operatori sanitari e istituzioni politiche a livello nazionale e internazionale. È quanto è emerso nel corso della Conferenza Internazionale contro la violenza di genere, dal titolo “Mutilazioni genitali femminili. Restituire dignità e salute alle donne tra Nord e Sud del Mondo” – che si è tenuta a Roma, presso il Ministero della Salute, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili – e che ha messo in luce come la pandemia di Covid-19 abbia assorbito la maggior parte delle risorse finanziare, portando a un arresto nel contrasto alle Mgf e quindi a un loro aumento.
L’evento, promosso e organizzato dal Professor Aldo Morrone, direttore scientifico dell’IRCCS San Gallicano, ha voluto fare il punto sulla situazione delle Mgf in Italia e nel mondo e provare a delineare delle strategie efficaci per il loro contrasto. Su questo fronte è stata, in particolare, posta l’attenzione sulla necessità che tutti i paesi che hanno aderito all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, attuino realmente l’obiettivo 5.3 che recita: “Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato e le mutilazioni dei genitali femminili”.
Fondamentale è anche aumentare la conoscenza di questa pratica tra tutti gli operatori sociosanitari. Dal convegno è infatti emerso che sono ancora troppi quelli che non sanno di cosa si tratti e che non hanno quindi gli strumenti per riconoscerla e contrastarla. Un grande aiuto verrebbe di certo dall’istituzione di una grande conferenza internazionale organizzata dalle Nazioni Unite, con un investimento finanziario strutturale e professionale come si è fatto intelligentemente per la Pandemia da Covid-19.
“Se vogliamo davvero l’eliminazione della pratica delle mutilazioni genitali femminili, dobbiamo ancora molto, molto, molto impegnarci, perché dinanzi ai piccoli miglioramenti che avevamo fino al 2019, la pandemia da Covid-19 ha definitivamente distrutto questi risultati. C’è stato un peggioramento netto in questi tre anni, c’è stato l’aumento annuale di almeno un altro milione di bambine che sono state infibulate”, ha sottolineato il professor Morrone. “Abbiamo decisamente bisogno di un investimento maggiore, perché c’è molto da fare, dal punto di vista strutturale, professionale ed economico – ha aggiunto -. Abbiamo la necessità di sensibilizzare i nostri operatori sanitari, creare corsi di formazione su queste tematiche, un investimento internazionale per porre fine definitivamente a questa pratica, soprattutto nei Paesi a forte tradizione rescissorea, in Africa, in Medioriente, in estremo Oriente”, ha aggiunto.
L’Imam Nader Akkad, della Grande Moschea di Roma, dal canto suo ha condannato in maniera netta questa pratica, affermando che “la dignità viene lesionata in modo grave da questa pratica barbarica che io posso definire in termini inequivocabili come un genocidio contro la dignità del corpo femminile. È uno sterminio, un terrorismo che viene commesso contro il corpo della donna, nelle parti più importanti. Ricordiamo che tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di passare dal ventre di una donna. Mutilare quelle parti significa mutilare la dignità non soltanto delle donne ma di tutta l’umanità”.
All’evento è intervenuto anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha dichiarato: “Questa pratica deve essere contrastata con coraggio. In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, dobbiamo continuare a lavorare per la promozione della salute delle donne, obiettivo strategico che misura la qualità, l’efficacia e l’equità del nostro Sistema sanitario. È perciò fondamentale sostenere ogni iniziativa diretta a eliminare le disuguaglianze per difendere il diritto costituzionale alla tutela della salute di ogni cittadino”.
I numeri del fenomeno. Sono oltre 250 milioni secondo le stime dell’ONU le donne che in tutto il mondo hanno subito una Mutilazione Genitale Femminile (MGF), e sono oltre 4 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni anno. Questa pratica è ancora attiva in oltre 30 Paesi tra Africa e Medio Oriente, ma il fenomeno interessa anche donne immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Oltre la metà delle ragazze che ha subìto una forma di MGF non aveva compiuto ancora cinque anni di vita, mentre sarebbero almeno 44 milioni le bambine e adolescenti ad averle subite entro i 14 anni. In questa fascia di età, la prevalenza maggiore è stata riscontrata in Gambia, con il 56%, in Mauritania con il 54% e in Indonesia, dove circa la metà delle bambine fino a undici anni avrebbe subito una delle diverse forme di mutilazione.
I Paesi con la più alta prevalenza tra le ragazze e le donne tra i 15 e i 49 anni sono Somalia (98%), Guinea (97%) e Djibouti (93%). Anziché diminuire con il tempo, queste pratiche sembrano diventare ancora più diffuse, anche a causa del fenomeno migratorio, con il risultato di essere oggi presenti anche in paesi dove prima erano sconosciute come nel caso degli Stati Uniti, dove il numero degli interventi è addirittura triplicato negli ultimi anni. La Commissione europea stimava a febbraio 2022 che solo in 13 paesi europei almeno 180.000 bambine continuino a essere a rischio di mutilazione, mentre 600.000 donne convivono con le conseguenze delle MGF in Europa. In Italia, una stima approssimativa delle donne che hanno subito una delle forme di MGF nei loro Paesi di origine e che vivono in Italia, indicherebbe una cifra intorno a 88 mila donne di cui oltre 7 mila minorenni.
I costi delle MGF. Le MGF comportano un onere economico di 1,4 miliardi di dollari all’anno, che salirà a 2,1 miliardi di dollari all’anno entro il 2047. Attualmente questo costo rappresenta dal 9% al 30% dell’attuale spesa sanitaria pro capite nei 27 Paesi africani con la più alta incidenza di MGF. L’abbandono completo ridurrebbe l’onere futuro a 0,8 miliardi di dollari all’anno entro il 2047. LE MGF non sono solo una violazione dei diritti umani e un problema sanitario, ma anche un notevole onere economico che può essere evitato attraverso efficaci strategie di prevenzione per giungere alla loro eliminazione definitiva.
Il ruolo del Covid-19. Se questi numeri non accennano a diminuire la colpa è anche della pandemia di Covid-19 che ha bloccato i programmi mondiali messi in atto per combattere questa terribile violenza e ha tagliato i fondi pubblici destinati al suo contrasto. Il rischio di compromettere i progressi finora raggiunti è elevato, poiché le misure adottate per contrastare la diffusione del Covid hanno costretto all’isolamento molte ragazze vulnerabili, privandole di qualsiasi tipo di protezione. Allo stesso tempo, il lockdown ha aumentato i casi di MGF praticati a domicilio, nell’impossibilità dei centri educativi di realizzare campagne di sensibilizzazione e controlli di routine.

Vino, etichetta Irlanda al vaglio dell’Omc: 90 giorni per opporsi

Vino, etichetta Irlanda al vaglio dell’Omc: 90 giorni per opporsiMilano, 7 feb. (askanews) – L’Irlanda ha ufficialmente notificato all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) la normativa che stabilisce la nuova etichettatura delle bevande alcoliche con i cosiddetti “health warning” sul modello di quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette. Da oggi scattano i 90 giorni entro i quali qualsiasi Paese membro dell’Omc può presentare pareri contrari. “Ora è il momento che i partner internazionali a livello di Omc sollevino le loro preoccupazioni in merito alla proposta irlandese, che rappresenta un chiaro ostacolo al commercio internazionale. L’Irlanda li ascolterà o rimarrà sorda come ha fatto con i commenti dei partner dell’UE?” ha dichiarato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, aggiungendo “facciamo un appello al governo italiano: dopo avere guidato la battaglia in Europa invitiamo il governo Meloni a fare altrettanto al livello di Omc, creando una coalizione di Paesi a sostegno delle nostre posizioni”.
“La proposta irlandese è basata su un approccio demonizzante delle bevande alcoliche, con indicazioni sanitarie che non distinguono tra consumo moderato e abuso” ha ricordato Federvini, ricordando che “non a caso questa proposta, presentata alla Commissione Europea nei mesi scorsi, ha ricevuto il parere contrario di ben 13 Stati membri: Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna”.
“Purtroppo l’immobilismo della Commissione Europea ha di fatto creato un via libera alla normativa irlandese che oggi, come ultimo ostacolo, deve superare solo le eventuali riserve dell’organizzazione che gestisce il commercio mondiale” ha continuato Pallini, sottolineando che “l’Irlanda ha deciso di non modificare una sola virgola della bozza notificata all’OMC, nonostante la forte contrarietà di molti Paesi”.
La bozza di regolamento irlandese, ha proseguito l’organizzazione aderente a Confindustria, “oltre a denunciare un atteggiamento discriminatorio verso le bevande alcoliche, sembra chiaramente incompatibile con il diritto dell’UE, in quanto rappresenta un chiaro ostacolo alla libera circolazione delle merci nell’Unione Europa”. “Persino le autorità irlandesi lo hanno riconosciuto, scherzando, durante un evento organizzato dalla presidenza svedese il 1 febbraio” ha evidenziato Federvini, che ha ricordato quanto spiegato dal rappresentante irlandese: “Di recente siamo stati sottoposti a un processo di valutazione da parte dell’UE perché chiaramente ciò che stavamo facendo violava in qualche modo il mercato unico. […] Siamo molto grati e in qualche modo sorpresi che la nostra proposta abbia superato con successo il processo di valutazione dell’UE”.
“Un terzo degli Stati membri dell’UE, a partire dall’Italia, ha chiesto alla Commissione, in una lettera comune di qualche giorno fa, di avviare discussioni approfondite con le autorità irlandesi al fine di garantire un’adeguata informazione dei consumatori, evitare barriere commerciali e mantenere l’uniformità e la fluidità del mercato unico” ha riassunto Federvini, evidenziando che “in questo caso, però, la Commissione non ha dimostrato alcuna volontà di agire in difesa dei Trattati UE, del mercato unico e della propria legislazione comunitaria”. “A questo punto nutriamo forti dubbi sulla volontà della Commissione – conclude Pallini – e in assenza di un’azione concreta, si può fare ben poco: crediamo che solo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sia in grado di difendere l’UE in questa fase”.

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaio

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaioRoma, 7 feb. (askanews) – Il prezzo delle abitazioni usate ha registrato un lieve calo dello 0,3% a gennaio, attestandosi sui 1.838 euro/metroquadro. Lo rileva l’ultimo indice dei prezzi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, secondo il quale la variazione anno su anno è stata dell’1,5%.
Prevalenza di regioni con tendenza negativa: sono 11 questo mese contro 7 in aumento, mentre Liguria e Puglia presentano gli stessi prezzi di 30 giorni fa. A trainare l’andamento negativo troviamo Campania (-1,2%), Lombardia e Sardegna (-0,8%). Ribassi in altre sei aree compresi tra il -0,6% dell’Abruzzo e il -0,3% del Piemonte. Trentino-Alto Adige (1,8%), Valle d’Aosta (1,2%) ed Emilia-Romagna (0,9%) fanno registrare i migliori aumenti del periodo. Crescono anche Marche (0,5%), Sicilia (0,4%), Veneto (0,2%) e Umbria (0,1%).
La regione con prezzi al metro quadro più elevati è il Trentino-Alto Adige, con i suoi 2.755 euro al metro quadro. La seguono Valle d’Aosta (2.655 euro/metroquadro), Liguria (2.499 euro/metroquadro) e Toscana (2.360 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale anche per il Lazio (2.161 euro/metroquadro) e la Lombardia (2.097 euro/metroquadro). Altre 14 regioni sono racchiuse in una scala di valori che va dai 1.802 euro dell’Emilia-Romagna fino agli 848 euro del Molise. Province Tendenza contrastata a livello provinciale con 52 aree che presentano degli aumenti e 48 che ristagnano in terreno negativo. Infine, 7 province (Caserta, Matera, Fermo, Prato, Piacenza, Padova e Lecce) non hanno subito variazioni di prezzo rispetto al mese di dicembre.
In testa alle zone che hanno registrato i maggiori aumenti di gennaio troviamo Agrigento (3,1%), Ravenna (2,7%) e Brindisi (2%). I restati incrementi riguardano 49 province e vanno dall’1,9% di Trieste allo 0,1% di Ragusa e Bologna. Dall’altro lato, le province i cui prezzi hanno subito i maggiori ribassi sono Isernia (-2%), Reggio Calabria (-1,8%) ed Enna (-1,6%).
La provincia italiana più cara si conferma Bolzano con i suoi 4.433 euro al metro quadro. La seguono Milano (3.316 euro/metroquadro), Savona (3.122 euro/metroquadro) e Lucca (3.100 euro/metroquadro). Valori immobiliari superiori alla media italiana in altre 26 aree provinciali comprese tra i 2.952 euro di Firenze ed i 1.853 euro di Latina. Sul versante opposto della classifica dei valori immobiliari, i mercati più economici sono Biella (610 euro/metroquadro), Isernia (682 euro/metroquadro) e Caltanissetta (687 euro/metroquadro).
Anche i mercati cittadini sono in controtendenza rispetto all’andamento generale dei prezzi dell’usato, con una prevalenza di aree in ripresa trainate da Cesena (3,5%), Trieste e Ravenna (entrambe su del 2,3%) e Salerno (2,2%). Aumenti sopra il 2 per cento anche per Imperia, Vibo Valentia (entrambe 2,1%) e Lecco (2%), mentre per quanto riguarda i principali mercati cittadini, Palermo (1,3%) e Torino (1,1%) segnano le crescite maggiori, seguite da Bologna (0,5%) e Milano (0,1%). In calo Firenze (-0,1%), Roma (-0,3%), Genova e Napoli (-1,1%). I maggiori ribassi del mese di gennaio spettano a Ragusa (-2,3%), Verona (-2,1%) e Ferrara (-1,5%). Milano (4.971 euro/metroquadro) si conferma anche a gennaio la città più esclusiva per l’acquisto di un immobile in Italia, segnando un nuovo massimo dal 2012, ovvero da quando l’indice di idealista è stato introdotto. A seguire troviamo Venezia (4.387 euro/metroquadro) e Firenze (3.964 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale in altri 31 capoluoghi compresi tra i 3.341 euro di Bologna e i 1.855 di Brescia. All’opposto del ranking, Caltanissetta (735 euro/metroquadro) è il capoluogo più economico davanti a Ragusa (777 euro/metroquadro) e Isernia (808 euro/metroquadro).

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitale

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitaleRoma, 7 feb. (askanews) – La Banca d’Inghilterra e il Tesoro britannico hanno avviato consultazioni sulla possibile creazione di una sterlina digitale, cioè una valuta digitale della Banca centrale del Regno. Lo annuncia la stessa Bank of England con un comunicato, puntualizzando questa sterlina digitale “sarebbe intercambiabile con il contante e i depositi bancari, andrebbe a complementare il contante” e, specialmente nella fase iniziale, avrebbe alcune limitazioni sull’ammontare che i singoli potrebbero detenere. Potrebbe essere utilizzata da famiglie e imprese per i pagamenti nei negozi e online di tutti i giorni.
Al momento non sono state prese decisioni vincolanti sul se procedere o meno su questa strada, ha precisato la Boe.
Una procedura per la possibile creazione di una valuta digitale della banca centrale è stata avviata anche sull’euro, la Bce dovrebbe decidere se procedere definitivamente o meno nei prossimi mesi, mentre sulla questione la Commissione europea sta elaborando un testo. Sempre su questa strada sembra essersi mossa, e forse in maniera più anticipata rispetto alle banche centrali occidentali, anche la Banca centrale cinese. Tuttavia non sono ben chiari gli sviluppi portati avanti da Pechino su questo versante.
Per quanto riguarda la più importante Banca centrale occidentale, cioè la Federal Reserve americana il quadro è più indefinito. L’istituzione ha mostrato generiche aperture alla valutazione di nuovi sistemi digitalizzati, anche su impulso dell’amministrazione Biden. Il mese scorso ha riferito di aver “discusso potenziali benefici e rischi” di un dollaro digitale, pubblicando un rapporto contestualmente al quale, il 20 gennaio, ha di fatto avviato una consultazione pubblica. Non si è però spinta ad avviare una procedura esplorativa esplicita come Bce e Boe, ora. Nei mesi scorsi erano emersi anche scetticismi da parte di alcuni componenti della Fed sull’ipotesi di dollaro digitale.
Intanto su questo argomento sono impegnate diverse istituzioni monetarie nazionali in vari paesi del mondo, anche con il supporto della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea.
Tornando alla Banca d’Inghilterra, sull’ipotesi di una sterlina digitale ha ulteriormente precisato che “replicherebbe ruolo del contante in un mondo digitale: quindi privo di rischio, accessibile e con elevati livelli di fiducia. 10 sterline digitali sarebbero sempre equivalenti a 10 sterline in contanti. Sarebbe messo dalla Bank of England England – recita un comunicato – ampiamente disponibile e di utilizzo conveniente”.
“Sarebbe soggetto a rigorosi standard di privacy e di tutela dei dati: né il governo, né la Banca centrale avranno accesso ai dati personali dei detentori, che avrebbero – si legge – lo stesso livello di privacy che su un conto bancario”.
Quello della privacy è un aspetto molto rilevante delle valute digitali delle banche centrali, perché i progetti attualmente allo studio non sembrano voler replicare l’assoluto anonimato delle banconote.
Sempre la Boe puntualizza che l’accesso ai portafogli di sterline digitali verrebbe offerto tramite il settore privato utilizzando smartphone o carte. Infine, inizialmente vi saranno restrizioni su quanto i singoli individui e le imprese potranno detenere in sterline digitali.

Sisma Turchia-Siria, sale bilancio vittime oltre 5.100

Sisma Turchia-Siria, sale bilancio vittime oltre 5.100Milano, 7 feb. (askanews) – Più di 5.100 persone sono rimaste uccise e decine di migliaia ferite dopo che un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito lunedì la Turchia e la Siria, secondo i dati forniti dai funzionari e da Afp. Il totale arriva a 5.171 se si sommano le vittime in Turchia secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e in Siria, secondo le autorità siriane e i soccorritori nelle aree ribelli.
Ventitré milioni di persone sono “potenzialmente esposte, compresi circa cinque milioni di persone vulnerabili”, ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha promesso il suo sostegno. L’Oms aveva precedentemente affermato di temere “bilanci otto volte superiori ai numeri iniziali”.
Migliaia di edifici sono crollati in entrambi i paesi e le agenzie umanitarie sono particolarmente preoccupate per la Siria nordoccidentale, dove più di 4 milioni di persone facevano già affidamento sull’assistenza umanitaria.
Le condizioni meteorologiche gelide mettono ulteriormente in pericolo i sopravvissuti e complicano gli sforzi di salvataggio, poiché più di 100 scosse di assestamento hanno colpito la regione.
Intanto gli aiuti internazionali cominciano ad arrivare in Turchia, dove è stato dichiarato lutto nazionale per sette giorni. Il bilancio delle vittime è attualmente di 3.549, secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e il numero dei feriti di almeno 20.434, secondo il vicepresidente Fuat Oktay.
Il maltempo complica l’opera di soccorso e rende ancora più amara la sorte dei sopravvissuti, tremanti sotto le tende o intorno a bracieri improvvisati. Profondamente toccata, la regione turca di Kahramanmaras (sud-est) sepolta dalla neve.
In Siria, almeno 1.622 persone sono morte e 3.640 sono rimaste ferite, secondo le autorità siriane e i soccorritori nelle aree ribelli. Centinaia di siriani spaventati hanno passato la notte per le strade o nei parchi.
Il bilancio dovrebbe “aumentare notevolmente poiché centinaia di persone rimangono intrappolate sotto le macerie”, secondo i Caschi Bianchi (volontari della protezione civile) nelle aree ribelli. La Siria è devastata dalla guerra civile dal 2011.
Il sisma, uno dei più forti che ha colpito la zona in oltre 100 anni, ha interessato in primis la provincia turca di Gaziantep, a una profondità di 24,1 chilometri, ha detto la United States Geological Survey.

Mondiali, Goggia la più veloce nelle prove di discesa

Mondiali, Goggia la più veloce nelle prove di discesa

L’azzurra comanda su Elena Curtoni. Ottava la Brignone

Roma, 7 feb. (askanews) – Sofia Goggia è stata velocissima nel primo training cronometrato della discesa femminile dei Mondiali, in programma a Méribel. Sulla Roc de Fer, la campionessa bergamasca ha fatto segnare il miglior tempo in 1’30″54. “Il tempo non rispecchia le sensazioni – afferma – perché nella parte alta, piena di dossi sono stata un po’ abbondante con qualche linea sbagliata. Anche a metà pista non benissimo. È chiaro che è una pista da interpretare bene, deve esserci il giusto mix tra intensità e tattica. Fortuna ci sono altre due prove prima della discesa di sabato, intermezzate dal superg. Sono tranquilla, avrò tanto da studiare e visualizzare in questi giorni, soprattutto tanti passaggi dalla discesa”.
Ventisei centesimi separano la Goggia da Elena Curtoni, apparsa nuovamente a suo agio sul pendio francese, dopo la buona prova nel superg della combinata alpina. “Oggi ho approcciato la prova con molta tranquillità – ha detto – vista la giornata stancante di ieri, cercando di non usare troppa energia. Una prova solida, senza spingere, bene sugli appoggi, guardando un po’ il terreno. L’obiettivo è riuscito bene., Nel supergigante dovrò essere molto concertata su quello che devo fare, cercherò di mettere in pista la mia migliore sciata e si vedrà al traguardo. Mi gioco tanto, ma bisognerà essere veloci”.
Terzo crono di giornata per la slovena Ika Stuhec, attardata di 44 centesimi da Goggia. Buona prestazione anche per Federica Brignone: la valdostana, fresca di oro iridato nella combinata, ha chiuso ottava a 82 centesimi dalla compagna di squadra.
Prossimo appuntamento con la 2a prova cronometrata giovedì 9 febbraio a partire dalle ore 11.30, preceduta dal supergigante femminile, in programma mercoledì 8 alla medesima ora, a cui parteciperanno Marta Bassino, Federica Brignone, Elena Curtoni e Sofia Goggia.