Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Vino, Mobrici: siccità è fatto concreto, non più evento eccezionale

Vino, Mobrici: siccità è fatto concreto, non più evento eccezionale

Pres. Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato: servono aiuti

Milano, 24 feb. (askanews) – “Ormai la siccità non è più un evento eccezionale ma è un fatto concreto, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno”. Così il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici, ha commentato la difficile situazione idrica che sta colpendo il settore vitivinicolo nell’area del Nord Italia.
“Il Consorzio ritiene che per far fronte a questa situazione, le vie percorribili siano due: in prima istanza bisogna muoversi verso la ricerca di soluzioni per l’approvvigionamento idrico creando invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana torrenziale e strutture irrigue per la redistribuzione dell’acqua nei vigneti” ha proseguito Mobrici, aggiungendo che “la Regione Piemonte sta dimostrando sensibilità rispetto all’argomento e, negli ultimi anni, qualcosa ha cominciato a muoversi: la speranza è quella che le istituzioni possano fornire sostegni e aiuti concreti per affrontare la crisi idrica che affligge l’intero comparto dell’agricoltura in Piemonte, come nel resto d’Italia”.
“In secondo luogo, il Consorzio sta cercando soluzioni anche nella selezione varietale e nel miglioramento genetico delle vigne, per individuare ceppi resistenti, in grado di far fronte all’avversità climatica” ha continuato il presidente, spiegando che “in questo frangente siamo coinvolti nel progetto AGEBA, di cui il Consorzio è capofila, insieme a CREA-VE, all’Università Cattolica di Piacenza, all’Istituto G.Penna e a dieci aziende agricole del Monferrato”. “Si tratta di un progetto virtuoso ha concluso – che cerca le risposte alla viticoltura del futuro nel genoma delle viti antiche più resistenti”.

Antonio Albanese regista di Rigoletto debutta all’Arena di Verona

Antonio Albanese regista di Rigoletto debutta all’Arena di VeronaRoma, 24 feb. (askanews) – Antonio Albanese debutta all’Arena di Verona come regista di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, seconda novità del 100esimo Opera Festival 2023: in scena l’1, 7, 20 luglio e il 4 agosto.
Sul podio Marco Armiliato, scene di Guillermo Nova, luci di Paolo Mazzon e un cast di stelle per ognuna delle 4 serate dirette da Marco Armiliato: Rigoletto sarà interpretato da Roman Burdenko, Ludovic Tézier, Luca Salsi, Amartuvshin Enkhbat mentre nella parte del Duca di Mantova si alterneranno oltre Yusif Eyvazov, due grandissimi nomi come Juan Diego Flórez e Piotr Beczala per una sera ciascuno. L’amatissima figlia Gilda è impersonata da due specialiste quali il soprano armeno Nina Minasyan – già applaudita Violetta – e la statunitense Nadine Sierra, che il 4 agosto farà il suo debutto scenico areniano dopo una presenza in concerto nove anni fa.
Per la storia del giullare tratta da “Le roi s’amuse” di Victor Hugo, Fondazione Arena ha chiamato alla regia il pluripremiato attore e regista Albanese che ha già firmato messinscene d’opera, fra gli altri, al Teatro alla Scala di Milano, al Lirico di Cagliari, al Petruzzelli di Bari e al Filarmonico di Verona. Rigoletto sarà il suo debutto su grande scala nel millenario anfiteatro veronese.
Questa produzione giunge a vent’anni esatti dall’ultima, che ricostruiva i bozzetti del 1928: è inoltre la prima occasione, dal 2011, in cui l’Arena di Verona propone un secondo nuovo allestimento nello stesso Festival. La storia si collocherà nel Polesine degli anni ’50, parte di quella pianura rurale in cui Verdi nacque e scelse di vivere, diventata poi luogo d’elezione del grande cinema italiano, da Fellini a Pupi Avati. Il Duca è un grande proprietario terriero, Rigoletto un suo faccendiere. Tutta la produzione sarà un omaggio al cinema neorealista del Dopoguerra, stagione in cui convivono ferite profonde e voglia di rinascita.
“È un vero onore per me occuparmi del buffone di corte più drammatico – dichiara Albanese. – Considero Rigoletto un’opera impetuosa capace di esaltare passione e amore, vendetta e potere. Animare e incastonare questo capolavoro all’interno dell’Arena di Verona, per di più per i cento anni di questo spazio unico al mondo, mi rende felice. Cercherò di esaltare questa storia struggente, impegnandomi con autentica devozione e passione, promettendomi e promettendo di non impossessarmi dell’opera”.

Cattolica Piacenza: ecco come rendere sostenibile ristorazione italiana

Cattolica Piacenza: ecco come rendere sostenibile ristorazione italianaRoma, 24 feb. (askanews) – Scelta di alimenti da agricoltura sostenibile, locali e stagionali, menù trasparenti che parlino al consumatore, uso di materiali sostenibili e riciclabili, menù adatti a tutti e anti-spreco: sono alcune delle raccomandazioni del piano anti-sprechi per la sostenibilità del settore della ristorazione messo a punto dagli esperti dell’Università Cattolica, campus di Piacenza. Un piano che conferisca un volto nuovo a un settore vastissimo, quello della ristorazione, che spazia dai ristoranti di ogni tipo fino alle mense, pubbliche e private. Si tratta di un piano di sostenibilità per il settore che riduca sprechi e impatto ambientale della ristorazione, basato su buone pratiche, sistemi di qualità, misure da attuare sia nella sala dove si consuma il pasto sia nelle cucine. Con uno sguardo al futuro e all’ambiente, rappresentando un volano importante per la sostenibilità all’interno dell’intera filiera alimentare.
«Il progetto pilota si è svolto nelle province di Parma e Piacenza su 29 ristoranti oggi certificati» spiega Ettore Capri, direttore del centro di ricerca OPERA – Osservatorio europeo per l’agricoltura sostenibile della Cattolica. Se ne è parlato, proprio nel campus piacentino dell’ateneo, all’evento “Innesti sinergici” che, giunto alla sua quinta edizione, ha visto protagonisti chef professionisti e giovani chef che si sono contesi la palma per la migliore ricetta sostenibile davanti ad una giuria di esperti nutrizionisti, scienze gastronomiche, giornalisti, enologi e manager. Gli chef hanno presentato sofisticate ricette che coniugano tecnologia, gusto, conoscenze alimentari, paradigmatiche della fattibilità reale di un programma in favore della sostenibilità della ristorazione sviluppato dall’ateneo, insieme all’associazione Piacecibosano – Ristorazione Sostenibile 360 (RS 360).
«È un vero cambiamento culturale» commenta Lucrezia Lamastra, coordinatrice scientifica dell’evento, «cinque anni fa le ricette sostenibili si basavano sul mero recupero di bucce di frutta e di verdura, di residui vegetali e animali, di composte di ingredienti non validi dal punto di vista nutrizionale. Oggi assistiamo ad una cucina di alta qualità dove la sostenibilità si coniuga con alto livello nutrizionale ed innovazione gastronomica».
Sulla rivista Science of the Total Environment, i ricercatori della Cattolica hanno pubblicato una ricerca guidata dal professor Capri, finanziata tramite il conferimento della borsa di ricerca da parte della fondazione Invernizzi a Roberto Di Pierro e Elisa Frasnetti, proprio sulla sostenibilità del settore. Lo studio mostra che adottando comportamenti sostenibili come la formazione del personale, il coinvolgimento della comunità, l’attenzione alla qualità dei prodotti, il 76% dei ristoranti analizzati raggiunge almeno il 70% del livello massimo di realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dettati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. La ricerca ha analizzato in dettaglio sette possibili programmi sviluppati per aumentare la sostenibilità del settore, mostrando che, nel complesso, solo i programmi che prendono in considerazione tutti gli aspetti della sostenibilità ambientale, economica e sociale sono più efficaci e resilienti alle emergenze economiche del settore.

Kishida: al G7 presenterò idea di nuove sanzioni

Kishida: al G7 presenterò idea di nuove sanzioniRoma, 24 feb. (askanews) – Il Giappone proporrà al G7 nuove sanzioni contro la Russia. L’ha detto oggi il primo ministro Fumio Kishida, che ha convocato per oggi un G7 straordinario online dei leader, allargato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in una conferenza stampa.
Kishida affermato, nell’anniversario dell’invasione russa, che la “comunità internazionale deve unirsi, mostrare solidarietà e imporre forti sanzioni contro la Russia”. Ha aggiunto inoltre che “è necessario ripristinare un ordine mondiale pacifico basato sullo stato di diritto contro l’uso della forza per modificare lo status quo”.
Il primo ministro giapponese ha anche riferito che “è in corso di valutazione” l’ipotesi di andare in visita in Ucraina come segno di solidarietà.
Nel G7 convocato per oggi, ha affermato Kishida, i leader intendono “scambiarsi opinioni sull’evoluzione della situazione, ribadire la solidarietà del G7 all’Ucraina e discutere con intensità al sostegno per la ricostruzione”.
Il premier nipponico inoltre vuole “presentare la sua idea rispetto alla possibilità di nuove sanzioni come G7 nei confronti della Russia”. E, dal summit, secondo Kishida dovrebbe uscire anche un appello a paesi terzi a non aiutare Mosca militarmente.
Kishida inoltre, rispetto alla decisione della Russia di sospendere la propria partecipazione al Trattato New Start sulla diminuzione delle armi strategiche, ha detto: “La storia di 77 anni di non uso delle armi nucleari non deve essere offuscata”. Il capo del governo giapponese ha come suo collegio elettorale proprio la città di Hiroshima, che è stata distrutta nel 1945 dal primo bombardamento nucleare Usa, e non a caso ha convocato il summit in presenza dei Sette proprio nella città martire.
Il Giappone ha imposto sanzioni contro Mosca, ma non si è ritirato da progetti gasieri e petroliferi congiunti che sono cruciali per il suo approvvigionamento. Inoltre non ha fornito a Kiev armi letali, diversamente dagli Usa e dai paesi occidentali. Kishida ha ribadito che Tokyo ha devi vincoli costituzionali che impediscono di dare a Kiev armi letali.

Vino, Chiarlo (Produttori Nizza): siccità minaccia sempre più incombente

Vino, Chiarlo (Produttori Nizza): siccità minaccia sempre più incombenteMilano, 24 feb. (askanews) – “Quella della siccità è una minaccia sempre più incombente”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, Stefano Chiarlo parlando in merito alla difficile situazione idrica che sta colpendo il settore vitivinicolo nell’area del Nord Italia.
“Nel Monferrato siamo seriamente preoccupati: la media delle precipitazioni stagionali, per il secondo anno consecutivo, da 900 ml è passata a 350 ml, diminuendo quindi di un terzo” ha proseguito, aggiungendo “nel nostro territorio, è solo grazie alle precipitazioni che può essere garantito l’accumulo di riserva idrica”.
“Il Monferrato storicamente non ha mai risentito di insufficienza idrica e per questo motivo, la maggior parte dei nostri produttori, non dispone di sistemi di irrigazione d’emergenza” ha precisato Chiarlo, sottolineando che “è d’obbligo ormai pensare a soluzioni che nel medio-lungo termine ci permettano di far fronte a questo momento critico e la speranza è quella che gli enti possano incentivare la costruzione di impianti e la pianificazione di interventi tempestivi”. “È presto oggi per parlare di ‘minaccia della produzione’ – ha concluso – ma se in primavera questa situazione dovesse perdurare, i pronostici non saranno di certo dei migliori”.

Vino, Consorzio Vini Venezia: stato idrico critico, non escludo emergenza

Vino, Consorzio Vini Venezia: stato idrico critico, non escludo emergenzaMilano, 24 feb. (askanews) – “È indubbiamente critica la situazione idrica nelle denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia, nello specifico quelle del Piave, Lison-Pramaggiore, e Venezia”. Lo ha affermato il direttore del Consorzio Stefano Quaggio, spiegando che “le scarse precipitazioni avute durante l’inverno, quelle piovose nelle zone pianeggianti e collinari e quelle nevose nelle zone più a Nord, spaventano viticoltori e produttori, soprattutto in vista dell’arrivo della primavera e poi dell’estate”.
“Bisognerà dunque tenere monitorata la situazione nelle settimane a venire e non è esclusa un’emergenza idrica nel futuro prossimo” ha precisato Quaggio, precisando che “tuttavia, possiamo ritenerci fortunati in quanto i nostri territori, soprattutto quelli del Veneto orientale, sono caratterizzati da un terreno che riesce a trattenere l’acqua in maniera ottimale”. “A questo fattore morfologico – ha concluso – si aggiungono le caratteristiche naturali appartenenti ai vitigni più vecchi, capaci di sopperire alla mancanza d’acqua con il loro sistema radicale che raggiunge, nel terreno, una profondità importante”.

5 minuti per la Salute preconcezionale: on line da marzo la webserie

5 minuti per la Salute preconcezionale: on line da marzo la webserieRoma, 24 feb. (askanews) – Promuovere la salute preconcezionale e prevenire i fattori di rischio per la fertilità è, oramai, non solo un dovere, ma anche una necessità. A partire da quando? Per rispondere a questo interrogativo il Centro di Ricerca e Studi sulla Salute Procreativa (CeSP) della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica renderà disponibile con cadenza settimanale dal 1° marzo 2023, collegandosi al sito Internet del Centro e attraverso i canali Social dell’Ateneo (@Unicatt) una webserie a puntate dedicata ad un tema talmente rilevante da essere diventato una vera emergenza sociale.
“Se una buona salute preconcezionale è il presupposto per aumentare le probabilità di concepimento, ottimizzare il decorso di una gravidanza e migliorare il recupero della donna e del nato dopo il parto, ci si rende facilmente conto di quanto questo sia importante nel nostro Paese – afferma Maria Luisa Di Pietro, Associata di Medicina Legale all’Università Cattolica e Direttrice del Centro di Ricerca -. L’Italia ha, infatti, uno dei tassi di natalità più basso in Europa con una media di circa 1,18 figli per donna e con oltre il 15% delle coppie con problemi di fertilità. Sono molteplici le ragioni per cui si rimanda o non si ricerca una gravidanza, ma, quando questo avviene, spesso non si riesce a realizzare il desiderio di avere un figlio”. “Il quando può sorprendere – continua Di Pietro -: coincide con un’epoca nella quale difficilmente si pensa al proprio futuro in termini di paternità o maternità. È l’adolescenza, quando l’entrata in pubertà prepara l’organismo alla vita fertile e stili di vita non adeguati possono iniziare a minare la salute preconcezionale. Stili di vita (dieta, attività fisica, esposizione a fumo, alcool, droghe) che richiedono impegno per essere corretti e tempo per ridurre le possibili conseguenze”. Gli episodi della Webserie, alla quale hanno partecipato docenti ed esperti della Facoltà di Medicina e chirurgia e di altri Atenei, affronteranno in videoclip di circa 5 minuti i temi, fra gli altri, della bellezza della sessualità umana e del procreare, le cause genetiche dell’infertilità maschile e femminile, l’impatto dell’inquinamento ambientale sulla salute preconcezionale, l’obesità e le patologie dell’adolescenza, il welfare e la natalità in Italia, gli stili di vita, la relazione fra la fertilità, i vaccini e la pandemia da Covid-19 “Se immaginiamo la salute preconcezionale come un puzzle da costruire, – spiega Di Pietro – i tasselli da prendere in considerazione sono tanti: oltre agli stili di vita, l’età e i fattori costituzionali, le malattie sessualmente trasmesse, il consumo di farmaci, l’esposizione a radiazioni o ad agenti ambientali che agiscono come interferenti endocrini, il benessere mentale, la compresenza di patologie croniche. Alcuni tasselli non possono essere modificati come ad esempio l’età e i fattori costituzionali; altri tasselli sono modificabili ivi compresi gli stili di vita, l’esposizione ad agenti ambientali, le malattie sessualmente trasmesse” “Promuovere la salute preconcezionale – conclude – significa, riprendendo quanto previsto dalla Carta di Ottawa del 1986, mettere ciascuno nelle condizioni di aumentare il controllo della propria salute, identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, cambiare l’ambiente circostante e farvi fronte. Questo richiede, accanto alla cura dell’ambiente e del cibo, alla sicurezza dei farmaci, anche interventi educativi per aiutare acquisire consapevolezza del proprio agire, responsabilità e strumenti critici, criteri di valutazione e motivazioni, e capacità di operare una sintesi tra libertà e responsabilità” Ed è proprio quest’ultimo l’obiettivo della Webserie: offrire contenuti e conoscenze, affinché le scelte siano informate e consapevoli. Conoscenze da acquisire lungo un viaggio, in cui esperti di varie discipline introducono, con un linguaggio comprensibile, in tematiche sfidanti, preziose e complesse.

Vino, Barbieri (Torrevilla): in Oltrepò Pavese crisi idrica drammatica

Vino, Barbieri (Torrevilla): in Oltrepò Pavese crisi idrica drammatica

“Viti e impianti sono già in sofferenza. Urge aiutare il settore”

Milano, 24 feb. (askanews) – “La crisi idrica che sta coinvolgendo l’Oltrepò Pavese è a dir poco drammatica, siamo in febbraio ma è come se fossimo nel pieno del mese di maggio: fossi e canali sono completamente asciutti”. Lo ha affermato il presidente della Cantina pavese Torrevilla, spiegando che “la neve caduta sulle cime nei mesi scorsi è stata troppo poca per sopperire alla mancanza d’acqua attuale e che ci colpirà nel prossimo periodo”
“E’ una situazione critica che ci accompagna già dallo scorso anno, dove abbiamo registrato un calo del 30-40% nella produzione” ha continuato, aggiungendo che “viti e impianti sono già in sofferenza e siamo in difficoltà anche nell’attività di potatura, dove a fatica stiamo cercando di lasciare i tralci per le nuove produzioni: questo ci lascia particolarmente preoccupati per la sopravvivenza stessa delle piante che hanno vegetato pochissimo”.
“Ormai ci sembra palese che nemmeno nel 2023 godremo di un’annata abbondante, anzi, la situazione sta diventando sempre più complicata, a cui si uniscono anche le problematiche legate ai costi altissimi del vetro e degli altri materiali” ha proseguito Barbieri, sottolineando “credo stia diventando sempre più necessario, soprattutto ora a elezioni appena svolte, agire per adeguare misure e politiche agroalimentari alla situazione in corso, servono soluzioni tangibili per aiutare un settore intero in difficoltà ormai da tempo”.

Tumori: 1 intervento su 4 in strutture ‘sotto soglia’. La mappa Ropi

Tumori: 1 intervento su 4 in strutture ‘sotto soglia’. La mappa RopiRoma, 24 feb. (askanews) – Anche se in calo (-11%), in Italia più di un intervento di chirurgia oncologica su 4 avviene ancora in strutture che non raggiungono i cosiddetti ‘volumi soglia’, cioè in cliniche in cui il bisturi viene utilizzato un numero troppo basso di volte. Per il tumore della mammella, ad esempio, il valore soglia è di 150 interventi l’anno. Significa che al di sotto il centro non è in grado di offrire le medesime sicurezza e qualità degli esiti dei centri con interventi sopra la soglia prevista. Tuttavia un dato positivo c’è: in 5 anni le strutture ‘sopra soglia’ sono passate da 143.469 del 2017 a 148.491 interventi, segnando un aumento del 3,5%. Ad aiutare i pazienti e i loro cari ad orientarsi tra le strutture sanitarie che effettuano interventi di chirurgia oncologica è la nuova mappa aggiornata “Dove mi curo?”, presentata oggi da ROPI (Rete Oncologica Pazienti Italia) al Ministero della Salute ed elaborata partendo dai dati del Programma Nazionale Esiti 2022 di Agenas. L’obiettivo del progetto è quello di offrire a cittadini e pazienti una modalità semplificata e più consapevole per conoscere i centri a più alto volume di attività chirurgica oncologica nelle Regioni italiane.
“La scelta del luogo di cura – ha detto Stefania Gori, Presidente ROPI e di AIGOM (Associazione Italiana Gruppi Oncologici Multidisciplinari) – può fare la differenza nel trattamento dei tumori. I dati della letteratura scientifica confermano una forte associazione tra volumi di attività chirurgica più alti e i migliori esiti delle cure oncologiche”. All’evento di questa mattina sono intervenuti il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, Massimo Carlini (Presidente Società Italiana di Chirurgia) e Franco Roviello (Presidente Società Italiana di Chirurgia Oncologica), con la partecipazione delle associazioni “Vivere Senza Stomaco si può!” e “Oltre il Nastro Rosa”.
“Oggi si lancia un forte segnale di trasparenza e informazione verso i cittadini”, ha detto il ministro Schillaci, sottolineando che dalla mappa presentata emergono dati positivi, come la crescita delle strutture con volumi di attività chirurgica ‘sopra soglia’, oltre i 150 interventi l’anno, indicatore significativo che la letteratura scientifica associa ai migliori esiti ed emerge, al Sud, un potenziale molto forte di professionalità e competenze, su cui invece è ancora necessario investire, per garantire a ogni cittadino, in qualsiasi parte d’Italia, la stessa facilità di accesso e qualità delle cure, in termini di efficacia, efficienza, appropriatezza”.
“Nella nuova versione di “Dove Mi Curo?” – ha spiegato Fabrizio Nicolis, consigliere ROPI e coordinatore del progetto – sono stati analizzati i numeri dell’ultimo quinquennio (2017-2021) relativi alle strutture sanitarie italiane che hanno eseguito interventi chirurgici contro 17 tipi di tumore. In generale, l’analisi mostra una riduzione di circa l’11% sia degli interventi di chirurgia oncologica eseguiti nelle strutture sanitarie che non raggiungono i volumi soglia, sia di questi stessi luoghi di cura. Siamo infatti passati da 57.419 interventi in strutture ‘sotto soglia’ (ovvero il 29% degli interventi totali) nel 2017 a 51.380 interventi nel 2021 (ovvero il 26% degli interventi totali). Mentre le strutture ‘sotto soglia’ sono passate da 5.670 nel 2017 a 5.018 nel 2021. Di conseguenza la nuova mappa mostra anche una buona notizia: un aumento della percentuale di interventi di chirurgia oncologica eseguiti in strutture sanitarie che superano i volumi soglia: dal 71% nel 2017 al 74% nel 2021″.

Asi: a Roma condannate a morte le classic car

Asi: a Roma condannate a morte le classic carRoma, 24 feb. (askanews) – I veicoli d’epoca nella Capitale non potranno più circolare. Ma sono lo 0,25% del totale e fanno solo lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano. Da qui l’appello dell’ASI, al presidente Mattarella e il ricorso per annullare i blocchi alla circolazione.
Obiettivo: “salvare la cultura di auto e moto, la nostra storia, la nostra industria”, spiega l’ Automotoclub Storico Italiano, Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia. Che scende in campo presentando un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere (di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma) che condannano a morte – impedendone per sempre la circolazione – i veicoli storici. Anche la Federazione Motociclistica Italiana si è attivata per la richiesta delle deroghe al Comune.
A Roma, come detto, circolano oltre 4 milioni di veicoli ma quelli storici registrati alla motorizzazione sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorrono annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano.
“In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli – spiega Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – e, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi per i quali chiediamo le tutele è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono oggi per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione”.