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Autore: Redazione StudioNews

Figlio Riina omaggia Totò: “Vivrà sempre”. Interviene Colosimo

Figlio Riina omaggia Totò: “Vivrà sempre”. Interviene ColosimoRoma, 17 nov. (askanews) – “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi”. Così Salvo Riina, 47 anni, il terzogenito di Totò Riina, il capo dei capi della mafia siciliana, ricorda il padre, morto in carcere sette anni fa, il 17 novembre 2017, su Instagram. Nel post una cornice con la foto del boss accanto a un vaso con due fiori rossi.


Quasi seicento like e numerosi i commenti di approvazione: “Un vero uomo d’onore e di famiglia come non ne esistono più”, “Un grande uomo con i veri valori della famiglia: ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia”, “Un grande uomo, non ne nascono più come lui sicuramente”, “Un uomo che sapeva cosa significa il rispetto, potete essere orgogliosi di vostro padre”, “Totò l’imbattibile, l’unico”. Sulla vicenda interviene la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo (Fdi): “Lo Stato ha vinto, Riina ha perso. Un uomo che si è contraddistinto per ferocia e malvagità; ha seminato tanto di quel sangue che nessuna ‘nostalgia’ potrà mai cancellare. ‘Totò è stato battuto’; e di lui non resta che il ricordo di un uomo in fuga, solo e braccato, che alla fine si è dovuto arrendere alla morsa degli inquirenti e delle forze dell’ordine che gli davano la caccia”, scrive su X.

Pioggia di bombe sull’Ucraina, ma Scholz difende la telefonata con Putin

Pioggia di bombe sull’Ucraina, ma Scholz difende la telefonata con PutinMilano, 17 nov. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la sua decisione di tenere un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, definendolo importante. “La conversazione è stata molto approfondita, ma ha anche contribuito a far capire che il punto di vista del presidente russo su questa guerra non è cambiato molto”, ha detto Scholz prima della sua partenza per il vertice del G20 a Rio. Questa ovviamente non è una buona notizia, il tutto dopo l’attacco devastante di questa notte sull’Ucraina, che a sua volta ha condannato fermamente la decisione del Cancelliere di parlare con Putin per la prima volta in due anni.


Scholz ha assicurato all’Ucraina un sostegno continuo. Non ci sarà alcuna decisione sopra le teste dell’Ucraina per porre fine alla guerra, ha detto. Ma le sue parole stridono con le notizie di devastazione odierna e la violenza efferata dell’attacco. Numerose le voci contrarie alla telefonata, a fronte dei timori per la futura politica statunitense con l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Oggi ha parlato il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen: ha invitato gli alleati europei dell’Ucraina a mostrare moderazione nei confronti del Cremlino. “La cosa più importante è capire che non dovrebbe esserci un’altra corsa per l’attenzione al Cremlino. Il fatto che i capi di Stato europei facciano telefonate coordinate o meno con Putin non porterà a nulla”, ha dichiarato a “Europamagazin” della ARD. Sullo stesso tono il primo ministro polacco Donald Tusk ha messo in dubbio l’utilità dei colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. “Nessuno fermerà Putin con le telefonate” ha scritto il primo ministro polacco Tusk su X. Peraltro questa mattina la Polonia, alleato Nato, si è svegliata a pochi chilometri dagli attacchi russi, ha schierato i suoi uomini vicino al confine e ha fatto alzare i caccia (suoi e “alleati”) in pattugliamento. Ad annunciarlo il Comando operativo delle forze armate polacche (DORSZ). “A causa del massiccio attacco della Federazione Russa con missili da crociera, missili balistici e veicoli aerei senza pilota contro oggetti situati, tra gli altri, nell’Ucraina occidentale, gli aerei polacchi e alleati hanno iniziato ad operare nel nostro spazio aereo” si legge in una nota rilasciata in mattinata dal Comando Operativo dei Reparti delle Forze Armate polacche. Quasi tre ore dopo è stata data l’informazione sulla fine delle attività di pattugliamento aereo. “Le forze e le risorse mobilitate sono tornate alle attività operative standard”, è stato scritto dopo poche ore.


Inoltre le centrali nucleari ucraine hanno ridotto la produzione di elettricità a causa dei bombardamenti russi, ha fatto sapere l’Aiea. A seguito dell’attacco missilistico del 17 novembre che ha messo ulteriormente “sotto pressione la sicurezza nucleare”, diverse sottostazioni delle centrali nucleari ucraine sono state danneggiate e la produzione di elettricità è stata ridotta, si legge nella dichiarazione del direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi. “L’attacco ha preso di mira le infrastrutture energetiche, aumentando ulteriormente i rischi per la sicurezza nucleare e fisica”, ha detto Grossi. La NATO a sua volta ha condannato i massicci attacchi della Russia contro molte regioni dell’Ucraina. L’agenzia di stampa tedesca Dpa ha aggiunto che un portavoce ha sottolineato come negli attacchi sono stati presi di mira i civili. L’alleanza sta dalla parte dell’Ucraina e gli alleati continueranno a contribuire al rafforzamento della capacità di difesa dell’Ucraina, ha detto il portavoce.


Infine oggi centinaia di russi in esilio si sono riuniti a Berlino per una manifestazione contro la guerra di aggressione russa in Ucraina e contro il leader del Cremlino Vladimir Putin. Rappresentanti di spicco dell’opposizione russa in esilio, tra cui Yulia Navalnaya (vedova di Aleksej Navalny), Ilya Yashin e Vladimir Kara-Mursa, hanno presenziato.

Papa: indagare se a Gaza è in atto un genocidio. Israele: 7 ottobre genocida

Papa: indagare se a Gaza è in atto un genocidio. Israele: 7 ottobre genocidaRoma, 17 nov. (askanews) -“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Lo dice Papa Francesco nel suo nuovo libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore” di cui il quotidiano La Stampa ha anticipato oggi alcuni brani.


“Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. Lo ha scritto su X, dal canto suo, l’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede dopo la notizia delle parole del Pontefice, senza menzionarle esplicitamente.

Maxi attacco su Ucraina, ma Scholz difende sua telefonata con Putin

Maxi attacco su Ucraina, ma Scholz difende sua telefonata con PutinMilano, 17 nov. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la sua decisione di tenere un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, definendolo importante. “La conversazione è stata molto approfondita, ma ha anche contribuito a far capire che il punto di vista del presidente russo su questa guerra non è cambiato molto”, ha detto Scholz prima della sua partenza per il vertice del G20 a Rio. Questa ovviamente non è una buona notizia, il tutto dopo l’attacco devastante di questa notte sull’Ucraina, che a sua volta ha condannato fermamente la decisione del Cancelliere di parlare con Putin per la prima volta in due anni.


Scholz ha assicurato all’Ucraina un sostegno continuo. Non ci sarà alcuna decisione sopra le teste dell’Ucraina per porre fine alla guerra, ha detto. Ma le sue parole stridono con le notizie di devastazione odierna e la violenza efferata dell’attacco. Numerose le voci contrarie alla telefonata, a fronte dei timori per la futura politica statunitense con l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Oggi ha parlato il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen: ha invitato gli alleati europei dell’Ucraina a mostrare moderazione nei confronti del Cremlino. “La cosa più importante è capire che non dovrebbe esserci un’altra corsa per l’attenzione al Cremlino. Il fatto che i capi di Stato europei facciano telefonate coordinate o meno con Putin non porterà a nulla”, ha dichiarato a “Europamagazin” della ARD. Sullo stesso tono il primo ministro polacco Donald Tusk ha messo in dubbio l’utilità dei colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. “Nessuno fermerà Putin con le telefonate” ha scritto il primo ministro polacco Tusk su X. Peraltro questa mattina la Polonia, alleato Nato, si è svegliata a pochi chilometri dagli attacchi russi, ha schierato i suoi uomini vicino al confine e ha fatto alzare i caccia (suoi e “alleati”) in pattugliamento. Ad annunciarlo il Comando operativo delle forze armate polacche (DORSZ). “A causa del massiccio attacco della Federazione Russa con missili da crociera, missili balistici e veicoli aerei senza pilota contro oggetti situati, tra gli altri, nell’Ucraina occidentale, gli aerei polacchi e alleati hanno iniziato ad operare nel nostro spazio aereo” si legge in una nota rilasciata in mattinata dal Comando Operativo dei Reparti delle Forze Armate polacche. Quasi tre ore dopo è stata data l’informazione sulla fine delle attività di pattugliamento aereo. “Le forze e le risorse mobilitate sono tornate alle attività operative standard”, è stato scritto dopo poche ore.


Inoltre le centrali nucleari ucraine hanno ridotto la produzione di elettricità a causa dei bombardamenti russi, ha fatto sapere l’Aiea. A seguito dell’attacco missilistico del 17 novembre che ha messo ulteriormente “sotto pressione la sicurezza nucleare”, diverse sottostazioni delle centrali nucleari ucraine sono state danneggiate e la produzione di elettricità è stata ridotta, si legge nella dichiarazione del direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi. “L’attacco ha preso di mira le infrastrutture energetiche, aumentando ulteriormente i rischi per la sicurezza nucleare e fisica”, ha detto Grossi. La NATO a sua volta ha condannato i massicci attacchi della Russia contro molte regioni dell’Ucraina. L’agenzia di stampa tedesca Dpa ha aggiunto che un portavoce ha sottolineato come negli attacchi sono stati presi di mira i civili. L’alleanza sta dalla parte dell’Ucraina e gli alleati continueranno a contribuire al rafforzamento della capacità di difesa dell’Ucraina, ha detto il portavoce.


Infine oggi centinaia di russi in esilio si sono riuniti a Berlino per una manifestazione contro la guerra di aggressione russa in Ucraina e contro il leader del Cremlino Vladimir Putin. Rappresentanti di spicco dell’opposizione russa in esilio, tra cui Yulia Navalnaya (vedova di Aleksej Navalny), Ilya Yashin e Vladimir Kara-Mursa, hanno presenziato.

Bolaffi: il 21 novembre asta di vini pregiati italiani e francesi

Bolaffi: il 21 novembre asta di vini pregiati italiani e francesiMilano, 17 nov. (askanews) – Giovedì 21 novembre, in modalità internet live sul sito di Aste Bolaffi, si terrà un’importante asta di vini pregiati, che propone un catalogo di quasi 700 lotti provenienti da selezionate cantine private.


La prima sessione è dedicata ai vini toscani e di altre regioni d’Italia (lotti 1-276). Per la Toscana sono proposti vari lotti, anche in formati particolari, di Solaia e Tignanello dagli anni Ottanta a oggi; una magnum di Sangiovese 100% Case Basse Gianfranco Soldera del 2016 (base 1.200 euro); numerose bottiglie di Masseto, tra cui tre bottiglie in cassa originale in legno del 2017 (1.800 euro); sei bottiglie di Le Pergole Torte Montevertine del 2006 (900 euro) e vari lotti di Sassicaia dal 1984 al 2021, dove si segnala una verticale composta da sei bottiglie dal 2007 al 2012 in edizione speciale (265, base 1.500 euro). Tra le altre regioni spiccano l’Abruzzo con una verticale di Trebbiano Valentini dal 1993 al 2014 per un totale di 12 bottiglie (base d’asta 1.200 euro), la Campania con alcuni lotti di Taurasi Riserva Venerabile Confraternita Joaquin edizione limitata per Aste Bolaffi, tra cui nove bottiglie del 2015 (1.600 euro), e il Trentino con tre bottiglie di Bruno Lunelli Riserva 1995 (1.200 euro). La seconda sessione si concentra sulle più rinomate etichette da Piemonte, Francia e Spagna (lotti 277-694). Per il Piemonte sono proposti numerosi lotti di Accomasso, Burlotto e Cappellano, una verticale dell’introvabile Barolo Paiagallo Giovanni Canonica dal 2004 al 2015 (base d’asta 1.200 euro), due bottiglie di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno del 1997 (1.300 euro) e una magnum di Barolo Bartolo Mascarello etichetta “No Barrique No Berlusconi” 1999 (3.000 euro). Passando ai vini francesi, tra i Bordeaux si distinguono sei bottiglie di Chateau Haut-Brion 2011 (base d’asta 1.800 euro); tre bottiglie di Chateau Lafite Rothschild 2000 (2.500 euro); sei bottiglie di Chateau Mouton Rothschild 2020 (2.100 euro); tre bottiglie di Petrus 2020 Pomerol (7.500 euro).


Nel capitolo Borgogna si trovano i top lot dell’asta, una selezione molto rara e pregiata di Henry Jayer, tra cui tre bottiglie di Vosne-Romanée Cros Parantoux Réserve 2001 (base d’asta 15.000 euro) e una magnum di Richebourg Grand Cru 1986 (base 12.000 euro), ma anche una bottiglia di Corton-Charlemagne Grand Cru 1994 J.F. Coche-Dury (1.500 euro) e una magnum di Chambertin Grand Cru 1990 Domaine Armand Rousseau (3.000 euro). Chiudono la vendita gli champagne più blasonati, come sei bottiglie di Jacques Selosse Millesime 2008 (base d’asta 9.000 euro) e una magnum di Salon Cuvée S Le Mesnil Blanc de Blancs Brut 2008 (5.000 euro).

Rugby, l’Italia batte in rimonta la Georgia: a Genova è 20-17

Rugby, l’Italia batte in rimonta la Georgia: a Genova è 20-17Roma, 17 nov. (askanews) – Con un grande secondo tempo, l’Italia a Genova batte la Georgia in rimonta 20-17 e trova il primo successo nelle Autumn Nations Series. Primi 40 minuti da dimenticare, chiusi sotto 17-6 con due mete concesse a Tabutsadze e Lobzhanidze, senza mai riuscire a sfondare il muro georgiano. Nella ripresa gli Azzurri sono usciti alla distanza, hanno subito accorciato con una meta di penalità e poi hanno trovato il sorpasso con Alessandro Fusco. Finale di gestione per la squadra di Quesada, che non ha più concesso occasioni alla Georgia e ha conquistato il successo. Azzurri attesi allo Juventus Stadium di Torino sabato prossimo per l’ultima sfida contro gli All Blacks.

Vino ed enoturismo: “BE.COME 2024” torna a Milano da 25 a 27 novembre

Vino ed enoturismo: “BE.COME 2024” torna a Milano da 25 a 27 novembreMilano, 17 nov. (askanews) – Dal 25 al 27 novembre, “BE.COME 2024” torna a Milano a il Radisson Collection Hotel Santa Sofia Milan, per una nuova edizione dal respiro internazionale, dedicata alla scoperta di ciò che è “Above & Beyond Wine” L’edizione di quest’anno celebra il vino “come un emblema del futuro, promuovendo un turismo che rispetta e valorizza l’ambiente e le persone”: un invito a riflettere sulla cultura del viaggio “come fenomeno e a riconsiderare valori come ospitalità, incontro, meraviglia, responsabilità e libertà”.


“Oggi, il mondo del vino si estende ben oltre il calice, rappresentando un vero e proprio viaggio nel cuore delle culture locali” ha affermato Alessandra Montana, fondatrice di Allumeuse e ideatrice di “BE.COME”, spiegando che “le Cantine italiane diventano vere e proprie destinazioni, portali che introducono alle unicità dei singoli territori”. Per questo evento il MW Gabriele Gorelli, co-fondatore di BE.COME, ha progettato tre masterclass esclusive che condurrà insieme a Danielle Callegari e Jeffrey Porter, editor di Wine Enthusiast per l’Italia: “Future Legends: Italy’s Quintessential Reds”, un viaggio tra anteprime e annate correnti dei grandi rossi italiani; “Revival of the Land” focus sulla sperimentazione e valorizzazione di territori, varietà e tecniche che si terrà la mattina del 26 novembre; “A Kaleidoscope of White”, degustaazione di una collezione di vini bianchi italiani in programma nel pomeriggio del 26.


In programma anche una serie di panel tematici e interventi di esperti che offriranno prospettive e approfondimenti sul futuro del vino e del turismo enologico, tra cui “Le neuroscienze al servizio del marketing enologico” con Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM, e “A Destination is Born: Come nasce una destinazione e cosa cerca il viaggiatore contemporaneo” con Michil Costa (Hotel La Perla), Alia Radetti (Dream Beyond) e Paolo Cenciarelli (Thalamus Charles), moderati dalla giornalista Sara Magro. “BE.COME” ospiterà inoltre la premiazione dei “World’s Best Vineyards”, il concorso mondiale per l’enoturismo, lanciato a Londra dalla William Reed nel 2019 al fine di premiare l’ospitalità in cantina. Il 26 novembre, le sei cantine italiane presenti nella Top 100, assieme a quella inserita nella Hall of Fame (categoria riservata a chi ha ottenuto il primo posto nel 2024) si ritroveranno per condividere la propria visione sul futuro dell’enoturismo in Italia e celebrare i risultati raggiunti fino a oggi, con un esclusivo cocktail di premiazione.

MotoGp, Martin: “Negli ultimi giri ho cominciato a piangere”

MotoGp, Martin: “Negli ultimi giri ho cominciato a piangere”Roma, 17 nov. (askanews) – “Non so cosa dire, è fantastico. Sono totalmente scioccato, è per la mia gente, per la mia famiglia e per tutte le persone che mi hanno supportato. Questa vittoria è per loro”. Così Jorge MArtin subito dopo il successo del titolo mondiale di MotoGp dopo il terzo posto nel Gp di Barcellona. “Negli ultimi giri – continua – non riuscivo neanche a guidare, ho cominciato anche a piangere ed è stata una gara emozionante per me. Grazie alla mia gente, questa vittoria è tutta per loro. È stato un percorso lungo, con tante cadute e infortuni, ma alla fine siamo qui a celebrare. Grazie a tutti i fan, è una vittoria anche per Valencia come pilota spagnolo, speriamo che la situazione possa migliorare. Godiamoci il momento che è la cosa più importante, adesso siamo sollevati dalla tensione”.

Pandoro e panettone: produttori ottimisti sul Natale dopo +3,3% del 2023

Pandoro e panettone: produttori ottimisti sul Natale dopo +3,3% del 2023Milano, 16 nov. (askanews) – Dietro i panettoni e i pandori che finiscono ogni anno sulle tavole natalizie, ci sono aziende con storie e produzioni diverse ma in comune hanno sempre l’inizio, un pasticciere da cui tutto è partito, una famiglia che ha portato avanti l’idea e il lievito madre, anima di questi due pani dolci che richiede cura costante tutto l’anno per mantenersi viva. Non a caso sono chiamati grandi lievitati: la loro riuscita richiede maestria e tempo, da un lato, e il rispetto di un rigido disciplinare dall’altro, anche quando a produrli è l’industria.


L’industria, nel tempo, è riuscita a replicarne, su larga scala, il processo di produzione artigianale, che richiede da due a quattro giorni di preparazione. E proprio grazie a questa produzione su larga scala questi due “pani” nati al nord, in città diverse come Milano e Verona, sono riusciti a diffondersi lungo tutto lo Stivale affermandosi nel tempo come prodotto nazionale, protagonista delle tavole natalizie, apprezzato anche all’estero. Quello passato per il comparto dei lievitati da ricorrenza è stato l’anno del ritorno alla crescita, dopo le difficoltà portate da Covid e inflazione. La conferma arriva dai numeri diffusi da Unione italiana food, nell’ambito del progetto “Buone fette” per promuovere i lievitati da ricorrenza delle grandi marche, come Balocco, Bauli, Maina, Melegatti, Paluani e Tre Marie: in media lo scorso Natale c’è stato un aumento del 3,3%, con una produzione che ha toccato le 73mila tonnellate di prodotto, pari a circa 95 milioni di pezzi. E in un Paese da sempre diviso tra “panettonisti” e “pandoristi”, la sfida per la conquista del primo posto è all’ultima fetta: a detenere lo scettro, per ora, è il panettone con 37.647 tonnellate prodotte, a fronte delle 32.073 dei pandori. Ma quest’ultimo lo scorso anno ha accelerato la propria crescita. Infatti se il panettone ha registrato un aumento del +3,5% a volume (+6,5% a valore per un totale di 237,9 milioni di euro), il Pandoro è cresciuto del 4,1% a volume (+5,9 a valore per un totale di 165,2 milioni di euro), accorciando le distanze col cugino meneghino.


Ma pandoro e panettone nel tempo hanno conquistato anche l’interesse dei mercati esteri. Come dimostrano i dati dell’export 2023, con il 19% della produzione totale destinata alle vendite internazionali, per un valore complessivo di 112 milioni di euro in aumento rispetto ai 105 milioni dello scorso anno. Ad apprezzarli di più sono Francia, Germania, Belgio, Regno Unito e Svizzera ma anche oltreoceano trovano posto sulle tavole di Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile e Argentina, seguendo quelle che nel passato sono state le rotte delle migrazioni italiane all’estero. “Alla fine la liturgia del Natale si chiude sempre con un panettone o pandoro. Sono milioni di emozioni e ricordi legati a prodotti che sono molto complessi. Pensate che se ne consumano un chilo e mezzo a testa e 3,5 chili a famiglia – racconta Marco Brandani, produttore e presidente del Gruppo lievitati da ricorrenza di Unione italiana food – Oggi vediamo una leggera preferenza per il panettone sul pandoro anche se nell’ultimo anno il pandoro è cresciuto di più, preferito dai giovani e dalle donne. Più in generale il 75% del mercato preferisce i classici, gli altri invece apprezzano le varianti arricchite”. E il Natale 2024 come sarà? “I segnali – ammette Brandani – sembrano buoni, noi prevediamo che sarà un anno ancora in crescita rispetto a quello passato, del resto gli italiani hanno voglia di chiudersi in casa a festeggiare il Natale con le proprie famiglie”.


Per tutelare questi lievitati e il consumatore diciannove anni fa “è stato emanato un Decreto con la definizione di un disciplinare per l’ottenimento della denominazione riservata – sottolinea Luca Ragaglini, vice direttore di Unione italiana food – che garantisce l’autenticità, la qualità, la trasparenza e la sicurezza per il consumatore nella scelta di questi lievitati”. Il decreto “Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno: un disciplinare produttivo per l’ottenimento della denominazione riservata”, adottato sia dal ministero delle Attività produttive che da quello delle Politiche agricole e voluto da Unione italiana food, definisce ufficialmente ingredienti e procedimento per la produzione dei lievitati da ricorrenza, panettone, pandoro o colomba. In questo modo i produttori che applicano tecniche diverse, o non utilizzano gli ingredienti nella tipologia e quantità ammesse, non possono utilizzare nè le denominazioni né le forme caratteristiche di questi dolci.


Ecco quindi che si possono fregiare del nome di pandoro o panettone quei prodotti a lievitazione naturale fatti con uova fresche (ovvero entro 28 giorni dalla deposizione e in quantità specifiche a seconda che si tratti di panettone, pandoro o colomba), burro, e uvetta e canditi in quantità minime garantite. “La base di tutto è il lievito madre – rimarca Brandani – che ha diverse età a seconda dell’azienda, non a caso nelle nostre aziende il lievitista è fondamentale per fare un buon prodotto. E grazie al disciplinare oggi è ammesso solo il burro nella ricetta mentre prima del 2005 erano ammessi altri grassi vegetali. Questi sono dolci complessi che richiedono tempo per essere prodotti, parliamo di almeno due giorni di lavoro”. “Perchè alla fine – conclude – è l’attesa a rendere pandoro e panettone i dolci che sono”.

Bengala cadono nel cortile di casa di Netanyahu, 3 arrestati

Bengala cadono nel cortile di casa di Netanyahu, 3 arrestati

Roma, 17 nov. (askanews) – Tre persone sono state arrestate dopo che due razzi di segnalazione sono stati sparati contro la residenza privata del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea e sono caduti nel cortile. Lo ha affermato la polizia israeliana citata da Times of Israel. Secondo il canale israeliano Channel 12 News, i tre sospettati sono manifestanti antigovernativi e uno è un alto ufficiale delle riserve delle IDF.

Il filmato dell’incidente pubblicato sui social media da Kan News sembra mostrare i due razzi lanciati in cielo e non direttamente sulla residenza di Netanyahu, cosa confermata da testimoni oculari. Channel 12 ha riferito che i razzi sono caduti nel cortile della casa.

Secondo quanto riferito, l’incidente è avvenuto durante una manifestazione anti-Netanyahu fuori dalla residenza, come ce ne sono state numerose negli ultimi anni, guidata da un gruppo chiamato Moked Caesarea.

Non sono stati segnalati danni nell’incidente e una dichiarazione congiunta degli organi di sicurezza ha sottolineato che Netanyahu e la sua famiglia non erano in casa in quel momento. Nella dichiarazione si aggiunge che un tribunale ha ordinato il silenzio sulla pubblicazione di qualsiasi dettaglio delle indagini o sull’identità dei sospettati per 30 giorni.

L’unità reati gravi Lahav 433 della polizia israeliana e lo Shin Bet stanno indagando sull’incidente, che secondo loro “segna una pericolosa escalation”. Il presidente del parlamento israeliano, Amir Ohana, ha accusato i manifestanti antigovernativi di essere dietro l’incidente. “La scritta era sui muri, nelle strade, nei messaggi incendiari e nelle manifestazioni”, ha affermato, riferendosi alle regolari proteste antigovernative scoppiate all’inizio del 2023.

L’incidente ha suscitato la condanna politica da più parti. Il leader dell’opposizione Yair Lapid e il presidente di National Unity Benny Gantz hanno entrambi rilasciato dichiarazioni in cui condannano l’incidente e invitano le forze dell’ordine a “assicurare i colpevoli alla giustizia”.

Nel frattempo, il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha dichiarato che “l’incitamento contro il primo ministro Benjamin Netanyahu ha oltrepassato tutti i confini” e che l’incidente “supera un’altra linea rossa”.

“Oggi è un razzo e domani è fuoco vivo”, ha detto, chiedendo di porre fine “all’incitamento contro Netanyahu e la sua famiglia.

Il capo di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, ha affermato che ciò “rappresenta un’escalation nel tentativo di danneggiare le istituzioni democratiche dello Stato di Israele”.

“È necessario dare pieno appoggio allo Shin Bet e alla polizia israeliana nelle indagini e coloro che sono coinvolti devono essere assicurati alla giustizia”, ??ha aggiunto Liberman.

Anche il presidente Isaac Herzog ha espresso una forte condanna, affermando di aver parlato con il capo dello Shin Bet Ronen Bar e ha sottolineato “l’urgente necessità di indagare e di trattare i responsabili dell’incidente il prima possibile”.

Secondo Herzog, Bar lo ha informato che l’incidente era considerato una “pericolosa escalation” e che veniva trattato con la massima serietà.

“Non si deve permettere che le fiamme divampino. Sto di nuovo mettendo in guardia contro un aumento della violenza nella sfera pubblica”, ha scritto Herzog.

Nel frattempo, il ministro della Giustizia Yariv Levin ha denunciato l’incidente come l’ultimo “anello di una catena di azioni violente e anarchiche, il cui scopo è quello di provocare l’assassinio del primo ministro e il rovesciamento del governo eletto per mezzo di un violento colpo di stato”.

Levin, il principale sostenitore del piano di revisione giudiziaria del governo, ora accantonato, ha dato la colpa “all’applicazione selettiva delle leggi da parte delle autorità”. Il ministro della giustizia ha affermato di aver guidato la carica per “cambiare radicalmente le cose”, inclusa la composizione dell’Alta Corte di giustizia.