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Decanter: Due North Pinot Noir 21 di Abbott Claim guida “Top 50 US 2024″

Decanter: Due North Pinot Noir 21 di Abbott Claim guida “Top 50 US 2024″Milano, 21 dic. (askanews) – E’ il “Due North Pinot Noir, Yamhill-Carlton, Willamette Valley, Oregon, 2021” della Cantina Abbott Claim il miglior vino della “Top 50 US Wines 2024” curata da Clive Pursehouse per la celebre rivista specializzata “Decanter”.


Negli altri due posti del podio sono saliti lo “Sleeping Lady Vineyard Cabernet Sauvignon, Yountville, Napa Valley, California, 2021” di Ad Vivum, e il “Running Fence Vineyard Cuvée Catherine Pinot Noir, Sonoma Coast, Sonoma County, California, 2021” di Occidental. A seguire, nelle prime dieci posizioni troviamo il “Red Wine, Red Mountain, Washington, 2019” di Corliss Estate; il “Napa Valley, California, 2021” di Ovid; lo “Chardonnay, Napa Valley, Spring Mountain, California 2021” di Stony Hill; il “Mount Veeder Cabernet Sauvignon, Napa Valley, California 2021” di Lokoya; il “Phoenix Vineyard Cabernet Sauvignon, Napa Valley, California, 2021” di Matthiasson; il “Reva Syrah, Edna Valley, Central Coast, California, 2019” di Alban; e il “Larmes De Grappe, Sta Rita Hills, Santa Barbara County, California, 2021” di Au Bon Climat.


I vini selezionati per la “Top 50 US” sono stati scelti tra gli oltre tremila degustati e recensiti da Decanter tra gennaio e novembre del 2024. Per essere presi in considerazione, devono essere esclusivamente vini in commercio o di prossima uscita, “selezionati per mostrare una gamma di stili, luoghi e talenti enologici emergenti: non si tratta di una lista dei vini più votati dell’anno ma di quelli che mostrano la brillantezza e la diversità dei talenti enologici e delle regioni statunitensi”.

Vino, record storico per l’Asolo Prosecco: superate 30 mln di bottiglie

Vino, record storico per l’Asolo Prosecco: superate 30 mln di bottiglieMilano, 20 dic. (askanews) – L’Asolo Prosecco registra un nuovo storico record raggiungendo le 30 milioni di bottiglie certificate. Un risultato importante per il Consorzio Vini Asolo Montello e per la Denominazione, che mostra una crescita costante non solo quantitativa ma anche un progressivo aumento di valore del prodotto, obiettivo che il Consorzio si è dato da lungo tempo e che continuerà a perseguire.


“Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto, merito dell’opera dei nostri produttori, che da anni si impegnano per far crescere la denominazione. Un lavoro corale importante, frutto delle numerose iniziative che nel corso del tempo hanno reso possibile questo risultato” spiega il presidente del Consorzio, Michele Noal, evidenziando che “l’Asolo Prosecco infatti ha saputo conquistare l’interesse della critica nazionale e internazionale, che ha assegnato ai nostri vini degli ottimi punteggi grazie all’impegno delle aziende che hanno creduto nei progetti di promozione del territorio e hanno investito sulla qualità”. Un fattore importante per la crescita della Denominazione è il consolidamento e lo sviluppo dei mercati esteri: gli Stati Uniti rimangono il primo Paese per esportazioni ma le bollicine asolane destano sempre più interesse anche in Giappone, dove il Consorzio ha portato in degustazione le sue etichette lo scorso novembre, nella tappa di Tokyo dello Slow Wine World Tour.


Dopo un 2024 all’insegna del cambiamento, con il rinnovo delle cariche istituzionali e la costituzione di tre Commissioni, agronomica, tecnico-giuridica e promozione, il Consorzio Vini Asolo Montello si affaccia al 2025 con fiducia. “Prenderemo parte alle principali fiere di settore (Vinitaly, Vinexpo e ProWein) e allo SloWine Tour negli Stati Uniti” annuncia Noal, precisando che “è in programma anche il rafforzamento delle attività di protezione delle Denominazioni a livello internazionale: vogliamo proseguire con sempre maggiore incisività nelle azioni di tutela e vigilanza, senza dimenticare la forte attività di formazione e informazione rivolta agli operatori e alle istituzioni che si occupano di enogastronomia e turismo nel nostro territorio”.

Vino, Alleanza coop agroalimentari: positiva intesa su dealcolati

Vino, Alleanza coop agroalimentari: positiva intesa su dealcolatiMilano, 20 dic. (askanews) – “L’intesa in Conferenza Stato-Regioni sullo schema di decreto del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sui vini dealcolati e parzialmente dealcolati segna un momento importante per l’Italia, che si mette al pari con gli altri competitor in materia di dealcolati e apre nuovi spazi in un mercato in crescita. Grazie a questo decreto, infatti, le Cantine potranno produrre in Italia vini dealcolizzati e parzialmente dealcolizzati”. Lo scrivono in una nota Agci Agrital, Confcooperative FedagriPesca e Legacoop Agroalimentare, che compongono l’Alleanza delle cooperative agroalimentari.


“Grazie alle proposte avanzate ed accolte nel testo, la cooperazione ha contribuito a definire le giuste condizioni per la realizzazione di questa nuova tipologia di prodotto” prosegue la nota, aggiungendo che “siamo convinti che i vini dealcolati e parzialmente dealcolati rappresentino un’opportunità da cogliere, anche e soprattutto nei mercati esteri. Siamo anche convinti che non andranno in concorrenza con la produzione di vino ‘tradizionale’ ma si affiancheranno a questa, intercettando nuovi consumatori, che potrebbero per la prima volta avvicinarsi al mondo del vino. Non possiamo, infatti, non prendere atto – prosegue il comunicato – che le modalità e le tendenze di consumo stanno cambiando rapidamente, e abbiamo il dovere di creare le condizioni affinché il mondo produttivo possa stare al passo con tali novità”. Per le tre centrali cooperative è “importante offrire al sistema vino nazionale parità di condizioni operative che consentano anche alle nostre cantine di esplorare nuove opportunità e di poter essere competitive anche in questo nuovo segmento di mercato”.

Gruppo Finiper Canova aderisce a iniziativa di sensibilizzazione su diabete

Gruppo Finiper Canova aderisce a iniziativa di sensibilizzazione su diabeteMilano, 20 dic. (askanews) – Il gruppo Finiper Canova conferma il proprio impegno verso la sostenibilità sociale e alimentare e aderisce all’iniziativa Empatia, un giorno con il diabete, un progetto nato dalla collaborazione tra Personalive e Diabete Italia, con il contributo non condizionante di Roche, volto a sensibilizzare cittadini, istituzioni e personale sanitario sull’importanza della comprensione e dell’empatia verso le persone affette da diabete, promuovendo una gestione consapevole della patologia.


Nell’ambito della fase di sensibilizzazione, avviata a ottobre, il gruppo Finiper Canova ha organizzato un webinar formativo aperto a tutti i dipendenti, durante il quale sono stati esplorati gli aspetti della vita quotidiana con il diabete e l’impatto che la patologia può avere sulle routine personali e lavorative in termini di impatti pratici ed emotivi. A novembre, inoltre, 27 volontari tra i dipendenti di Iper La grande i e Unes hanno partecipato a un’esperienza unica: vivere una giornata come se fossero persone con diabete, utilizzando un pungidito e un glucometro per monitorare i livelli di zucchero nel sangue e acquisire consapevolezza sulle necessità e sulle sfide quotidiane che questa condizione comporta, fornendo anche testimonianze attive. Infine, i dipendenti hanno partecipato a una survey circa la conoscenza del diabete e dei propri stili di vita, in ottica di contribuire al report di ricerca del progetto che sarà pubblicato a gennaio 2025. “Crediamo fermamente che la sensibilizzazione sia il primo passo verso una prevenzione efficace – ha dichiarato Michela Riva, Esg manager del gruppo Finiper Canova – Con l’adesione a questo progetto desideriamo non solo sostenere le persone che convivono con il diabete, ma promuovere un cambiamento culturale che parta proprio dalla tavola. Il nostro impegno per una sostenibilità sociale passa anche da iniziative come questa: un’opportunità di sensibilizzazione per tutti i nostri collaboratori nonché riflesso del nostro impegno verso una cultura responsabile che integra salute, prevenzione e consapevolezza alimentare”.

Vino, Angela Sergio eletta presidente del Consorzio Valdinoto

Vino, Angela Sergio eletta presidente del Consorzio ValdinotoMilano, 20 dic. (askanews) – A pochi mesi dal riconoscimento ministeriale che ha formalizzato l’istituzione del Consorzio di Tutela Valdinoto e l’autorizzazione allo svolgimento della sua attività con validità “erga omnes”, l’assemblea dei soci ha eletto come nuovo presidente Angela Sergio (Barone Sergio), che guiderà per il prossimo triennio un rinnovato Cda, che vede una forte presenza di giovani, pienamente rappresentativo di quello che oggi è il profilo degli imprenditori vitivinicoli del territorio.


Oltre a Sergio, del Consiglio fanno parte anche il vicepresidente Carlo Scollo (Feudo Ramaddini), Carmela Pupillo (Pupillo), Corrado Gurrieri (Tenuta La Favola), Costante Planeta (Planeta), Filippo Mazzei (Zisola), Giovanni Boroli (La Giasira), Saro Cavallo (Palmeri), Salvatore Marino (Turi Marino). Una rappresentatività che assicura anche, tra le 24 aziende ad oggi associate, la copertura del vasto territorio coinvolto nell’azione del Consorzio, che si estende da Siracusa fino a Ispica e tutela quattro Denominazioni: la Doc Siracusa, la Doc Noto, la Doc Eloro e l’Igp Avola. Ringraziando il presidente uscente Nino Di Marco per il grande lavoro svolto nella fase preparatoria, Angela Sergio ha illustrato le linee guida del programma dei prossimi tre anni “che da un lato avrà una finalità di tipo tecnico, volta all’aggiornamento dei Disciplinari per metterli al passo con il lavoro di ricerca condotto nel frattempo dalle nostre aziende, ma che dall’altro dovrà guardare alle strategie di posizionamento dei nostri vini sul mercato e alla salvaguardia del loro intrinseco legame con il territorio”.


“Il nostro scopo è naturalmente quello di valorizzare i principali vitigni autoctoni, Nero d’Avola e Moscato, raccontandoli nella loro complessità attraverso le molteplici interpretazioni che i nostri produttori (e quelli che nel frattempo ci auguriamo possano aderire al progetto del Consorzio) riescono a darne: uno scopo che perseguiremo investendo sul sostegno all’export e alle opportunità commerciali, ma che vogliamo cercare fortemente di raggiungere anche incentivando l’incoming enoturistico” ha affermato la nuova presidente, precisando che “in questo senso il nostro lavoro sarà condotto in sinergia con la Strada del Vino Valdinoto: si tratterà innanzitutto di accrescere in ogni nostro produttore la consapevolezza che la propria azienda non rappresenta solo l’identità vitivinicola del territorio, ma più in generale la specifica identità culturale del Sud Est siciliano, con un potenziale di attrazione legato al patrimonio artistico, culturale e sociale”. Un tema caro questo a Sergio, che ha messo in luce la necessità che “le aziende associate devono acquisire attraverso il Consorzio maggiore consapevolezza dei punti di forza del territorio: il Sud Est della Sicilia parla di storia di barocco, è un territorio fortemente vocato al turismo e c’è un grande fermento culturale e artistico. Abbiamo importanti beni appartenenti al patrimonio Unesco – ha ricordato come la Necropoli Pantalica di Siracusa, le città barocche come Noto, Palazzolo Acreide, Modica, Ragusa e Scicli. Pertanto, il racconto del vino ed il racconto della storia delle aziende deve essere veicolato attraverso questi punti di forza, e anche le Cantine devono diventare portatori sani dell’identità culturale di questo territorio. Contiamo – ha concluso – in questa direzione di poter sviluppare anche una collaborazione sempre più forte con le istituzioni e le imprese locali nel prossimo futuro”.


La produzione totale delle aziende associate al Consorzio si aggira intorno alle 256mila bottiglie prodotte sotto le quattro Denominazioni tutelate dal Consorzio o la più generica Sicilia Doc.

Vino, Consorzio Alta Langa: per il 2024 previsto +10% delle vendite

Vino, Consorzio Alta Langa: per il 2024 previsto +10% delle venditeMilano, 19 dic. (askanews) – Si chiude con “risultati significativi” il 2024 del Consorzio Alta Langa: 14 nuovi produttori associati che portano la compagine a quota 85 e una crescita prevista delle vendite di oltre il 10%. “Un anno – spiega il Consorzio – che ha unito innovazione e valorizzazione delle tradizioni, confermando il ruolo dell’Alta Langa Docg come simbolo di eccellenza spumantistica a livello nazionale”.


“I traguardi raggiunti quest’anno – ha dichiarato la presidente Mariacristina Castelletta – sono il risultato di un impegno condiviso: produttori, partner e un numero sempre maggiore di sostenitori e appassionati che ci accompagnano nel portare l’Alta Langa DOCG sempre più lontano, senza mai perdere di vista i nostri valori e la nostra identità”. L’ente consortile ha anche annunciato la data della settima edizione de “La Prima dell’Alta Langa”, che sarà lunedì 10 marzo 2025 a Torino. A gennaio si apriranno sul sito istituzionale le registrazioni per il pubblico Horeca e per i giornalisti che potranno accedere alla grande degustazione di tutte le cuvée in commercio dei soci del Consorzio.


Sono 455 tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, gli ettari vitati dell’Alta Langa Docg, coltivati per 2/3 a Pinot Nero e per 1/3 a Chardonnay. Dalla vendemmia 2023 sono state prodotte 3,2 mln di bottiglie che per il 15% hanno preso la via dell’export.

Vigneti eroici del Mombarone nel Registro Nazionale del paesaggio rurale

Vigneti eroici del Mombarone nel Registro Nazionale del paesaggio ruraleMilano, 19 dic. (askanews) – I vigneti eroici della Dora Baltea canavesana con le loro pergole, i pilun in pietra e calce e i balmetti scavati nella roccia fra le ripide pendici del Mombarone e la Serra di Ivrea, diventano patrimonio nazionale del paesaggio rurale. Un decreto firmato ieri dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha iscritto i “Paesaggi Terrazzati Viticoli e Agricoli del Mombarone” al Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali.


Si tratta del primo sito del Piemonte a venire ammesso al prestigioso registro tenuto del Masaf, che dal 2012 riunisce e tutela i più peculiari paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, le pratiche e le conoscenze tradizionali correlate della nostra Nazione. Il dossier di candidatura era stato presentato al Masaf nell’aprile 2022 dall’Unione Montana Mombarone in qualità di Ente capofila, che riunisce i Comuni di Andrate, Carema, Nomaglio e Settimo Vittone. La prima scheda di proposta era partita fin dal 2018 con capofila il Comune di Carema. “L’iscrizione nel registro nazionale è un grande orgoglio e ringrazio il ministro Francesco Lollobrigida per raccolto l’istanza giunta dal territorio affinché fosse riconosciuto l’unicità di un paesaggio e della sua vocazione agricola e rurale come patrimonio collettivo” ha commentato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, aggiungendo che “mi fa particolarmente piacere che questo riconoscimento avvenga proprio quest’anno, nel quale festeggiamo il decennale di Langhe Monferrato e Roero patrimonio Unesco. Quella della tutela del nostro patrimonio naturale – ha proseguito – è una strada tracciata sulla quale vogliamo continuare a investire perché la qualità di una comunità si mostra anche nella sua capacità di custodire e valorizzare il territorio in cui abita. Mi auguro – ha concluso il governatore – che questo esempio sia di stimolo a nuove candidature che portino altri paesaggi rurali piemontesi a ottenere il riconoscimento che meritano”.


I vigneti del Mombarone vanno così a raggiungere altri 36 paesaggi italiani leggendari come le colline del Prosecco di Conegliano, i muretti a secco di Pantelleria, i terrazzamenti delle Cinque Terre, le colline di Pienza e Montepulciano. Nelle motivazioni si sottolinea il “forte valore storico e culturale, rappresentato da un complesso sistema di terrazzamenti che ben esprime le necessità delle comunità contadine di un tempo di rendere produttivo un sempre maggior numero di superfici plasmando interi versanti”. “La vite – si legge ancora – è la coltivazione storica per eccellenza, alla quale è stata dedicata la costruzione dei terrazzamenti e che è legata alla presenza di due elementi di unicità fortemente identitari: i pilun, colonne tronco-coniche in pietra e calce che hanno la funzione di sostenere la pergola caremiese che rappresenta il metodo tradizionale di allevamento della vite, e i balmetti, cantine scavate nella roccia che sfruttano l’aria che filtra tra le rocce della montagna retrostante per mantenere costante temperatura e umidità. I vigneti che caratterizzano il paesaggio in questione possono essere definiti sia eroici che storici”. “Le analisi spaziali effettuate – evidenziano le motivazioni – hanno dimostrato come circa il 71% della superficie del sito sia rimasto immutato negli ultimi decenni”.


Foto di Giulio Morra

Ue, Lollobrigida: già risultati da dialogo con nuovi commissari

Ue, Lollobrigida: già risultati da dialogo con nuovi commissariRoma, 19 dic. (askanews) – C’è un “dialogo più sereno con l’Unione europea, che ci ha visto rafforzati perché Raffaele Fitto è vicepresidente esecutivo – per la prima volta l’Italia ottiene questo risultato – e anche perché coordina alcuni commissari strategici, commissari che oggi rispondono a logiche ben diverse da quelle del passato. Non sembrano, dai primi approcci che abbiamo avuto, ostaggio della burocrazia, di gente che non conosce altro dai palazzi dove risiede da troppo tempo e nei quali trova l’unica ragione di esistenza nell’aggiungere regole a regole per consolidare il proprio potere autoreferenziale”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida in un videomessaggio all’Assemblea Nazionale di Coldiretti “Eccezionalismo agricolo e disordine Virtuoso” in corso a Roma.


Il commissario all’Agricoltura Hansen e il commissario per la Pesca Kadis, ha detto ancora il ministro, “sono persone con le quali abbiamo instaurato un dialogo e già ottenuti dei risultati. A ben guardare la trattativa sul pesce è simbolica: sulla pesca per la prima volta l’Italia riesce ad essere immune da ulteriori tagli che hanno piegato le nostre marinerie con una riduzione negli ultimi 10 anni del 23% e del 50% negli ultimi 30 anni”. E, ha aggiunto Lollobrigida, su alcune scelte l’Ue non lascerà sola l’Italia, “in particolare una a cui teniamo in maniera eccezionale, quella del contrasto ai cibi realizzati in laboratorio. Una grande battaglia di Coldiretti che abbaiamo sposato con convinzione fin dal primo giorno e che ci ha visto essere il primo governo e il primo Parlamento del pianeta ad avere approvato una norma che impedisca la produzione, la commercializzazione e l’importazione della cosiddetta carne sintetica. Noi – ha concluso il ministro – vogliamo ribadire la centralità della produzione agricola”.

Coldiretti, nel 2024 stangata da 9 mld per agricoltori italiani

Coldiretti, nel 2024 stangata da 9 mld per agricoltori italianiRoma, 19 dic. (askanews) – Sono saliti a 9 miliardi di euro i danni causati nel 2024 dai cambiamenti climatici e dalle epidemie all’agricoltura italiana, con un impatto dirompente sui redditi delle imprese, già alle prese con i problemi causati dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero e dagli elevati costi di produzione. É il bilancio dell’annata nei campi tracciato all’Assemblea nazionale della Coldiretti alla presenza del presidente e del segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, assieme al ministro della Difesa Guido Crosetto, con i ministri degli Esteri Antonio Tajani e dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida in collegamento video.


Siccità e maltempo hanno devastato le produzioni agricole da Nord a Sud con cali a doppia cifra per alcune produzioni simbolo della dieta mediterranea, dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%). La siccità ha pesato anche sulla produzione di vino, in calo del 13% rispetto alla media produttiva degli ultimi anni. In diminuzione anche la produzione di riso e di nocciole. Ai flagelli del clima si aggiungono gli effetti delle epidemie che hanno colpito le stalle italiane, dalla peste suina africana alla lingua blu, fino all’aviaria, con centinaia di migliaia di animali abbattuti. Con il numero delle aziende di agricoltura, silvicoltura e pesca che è calato per la prima volta sotto la soglia delle 700mila unità, Coldiretti chiede un intervento urgente a sostegno del settore, a partire dalle scelte di politica europea.


Un passo avanti importante è arrivato dalla decisione della Commissione Europea di accogliere una delle richieste avanzate dalla Coldiretti nel corso delle sue mobilitazioni a Bruxelles, con la modifica del regolamento “de minimis” per il settore agricolo, gli aiuti di piccola entità che non hanno alcun impatto sugli scambi nel mercato unico. Il nuovo regolamento raddoppia la soglia ad azienda (da 25mila a 50mila euro in tre anni) dando la possibilità agli Stati di erogarli senza doverli notificare alla Commissione e incorrere nel rischio di procedure di infrazione per distorsioni della concorrenza. Una misura importante anche per i suoi effetti sul Fondo emergenza agricole, poiché aumenterà le possibilità per i governi di sostenere le filiere in crisi. Ma per garantire quella sovranità alimentare europea che la Presidente della Commissione Ue von der Leyen ha annunciato di voler porre alla base del suo secondo mandato occorre intervenire – sottolinea Coldiretti – sulle risorse della Politica agricola comune, assicurando che esse vadano solo ai veri agricoltori. Una misura essenziale per ridurre la vulnerabilità dell’Europa e difendere quello che gli studiosi definiscono “eccezionalismo agricolo”, non a caso al centro dell’assemblea Coldiretti. Con questo termine si indica l’attenzione particolare data all’agricoltura e al cibo rispetto ad altri settori, motivata dal fatto che la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari è parte essenziale della sicurezza e della sovranità nazionale. Ma la perdita di ogni metro quadrato di produzione agricola europea e la sua sostituzione hanno effetti negativi – conclude Coldiretti – anche dal punto di vista dell’ambiente e della salute, con un aumento delle emissioni, un arretramento dei presidi ambientali e civici e minori sicurezze per i nostri cittadini.

Annata vinicola 2024 in Piemonte: + 5% produzione, bene export rossi Dop

Annata vinicola 2024 in Piemonte: + 5% produzione, bene export rossi DopMilano, 18 dic. (askanews) – Si aggirano oltre i 2,25 milioni gli ettolitri di vino prodotti quest’anno in Piemonte (+ 5% sul 2023), che si conferma come la seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato, con un giro d’affari per il comparto vinicolo a quota 1.248 milioni di euro. Sul fronte export, crescono i rossi Dop piemontesi di circa l’1% a valore, a fronte di un +4,4% a volume). Questa in sintesi la previsione che emerge da “L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2024”, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte, in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Il volume è stato presentato nel Castello di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo.


“L’annata appena conclusa ci ha visti produrre di più ma non senza grandi difficoltà, soprattutto nel raggiungere la vendemmia a causa delle piogge abbondanti. Sul fronte della sostenibilità economica, però, il nostro comparto è ancora lontano da una situazione ottimale. I mercati e i consumi stanno cambiando rapidamente e questo richiede un approccio più veloce e deciso nell’affrontare le problematiche che abbiamo davanti. Dobbiamo rivedere le nostre strategie con una visione d’insieme, come una squadra coesa” ha affermato Giulio Porzio di Vignaioli Piemontesi, rimarcando che “in questo contesto, il ruolo della Regione diventa cruciale: è necessario che sia protagonista nelle scelte strategiche, promuovendo l’utilizzo dei nostri prodotti e sostenendo i produttori locali. È un momento in cui serve coraggio per credere nel nostro lavoro e scommettere sul futuro della viticoltura piemontese”. Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, ha analizzato le performance dei vini piemontesi, in particolare all’estero, e ha spiegato che il Piemonte è la seconda regione italiana, dopo il Veneto, per valore dell’export di vino: i primi 9 mesi segnalano un leggero calo a valore (-0,4%), dopo un 2023 che ha visto arretrare le vendite oltre frontiera dei propri vini di quasi il 6%. In questo scenario, crescono i rossi Dop piemontesi di circa l’1% a valore (a fronte di un +4,4% a volume), trainati da un forte recupero del Canada (+49%) e da importanti crescite in Svezia (+14%), Giappone e Stati Uniti (+10% entrambi). Sotto la parità invece l’Asti spumante (-1,7%), trascinato al ribasso da Germania (-9%), Austria (-14%) e Polonia (-20%). Corrono invece le esportazioni in Russia (+51%), sebbene in questa corsa abbia avuto un ruolo importante la decisione del governo di Putin di incrementare le accise sui vini, decisione che ha fatto “accelerare” gli acquisti da parte degli importatori nella prima parte dell’anno. L’export interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue.


Per quanto riguarda l’annata 2024 da un punto di vista qualitativo, sulla base delle analisi e valutazioni condotte regolarmente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, “può essere valutata complessivamente come più che discreta”. I tecnici assegnano le “otto stelle e mezzo” al Sauvignon Blanc; le “otto stelle” a Brachetto, Pelaverga, Ruché, Chardonnay. “Sette stelle e mezzo” a Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato, Barbera, Freisa, Nebbiolo, Vespolina, Pinot Nero. “Sette stelle” a Arneis, Timorasso, Nascetta, Grignolino e “Sei e mezzo” al Dolcetto. “Il carattere più apprezzabile del 2024 – sostengono i tecnici – potrebbe essere quello delle ‘ridimensionate’ potenze alcoliche anche più in sintonia con le nuove richieste di mercato”. Il dato definitivo sugli ettari vitati sarà disponibile a gennaio, al termine delle dichiarazioni di vendemmia, ma si stima siano 44.471 ettari vitati in Piemonte, in lieve aumento rispetto allo scorso anno quando, per la prima volta dal 2017, hanno registrato una flessione, passando da 45.823 ettari del 2022 a 44.285. Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 33 cantine cooperative sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 6.000 soci.