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Consorzio Barbera Asti e Monferrato a Vinitaly tra export e nuove sfide

Consorzio Barbera Asti e Monferrato a Vinitaly tra export e nuove sfideMilano, 30 mar. (askanews) – Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato partecipa a Vinitaly 2025, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile, all’interno di Piemonte Land nel padiglione 10. Tra le novità principali, la firma di un accordo con il Monopolio della Pennsylvania (Usa), che darà vita a un press tour esclusivo per rafforzare i rapporti con il mercato statunitense. Il press tour sarà articolato in due fasi: la prima si svolgerà nel Monferrato, con visite in cantina, seminari e incontri dedicati alle Denominazioni tutelate, mentre la seconda avrà luogo a Vinitaly, con focus sulle aziende e le produzioni vinicole del Piemonte.


“Il ruolo del Consorzio è sempre stato quello di tutelare, promuovere e valorizzare le eccellenze e le Denominazioni del nostro territorio, soprattutto in momenti delicati come quello attuale” ha spiegato il presidente Vitaliano Maccario, aggiungendo che “investire sulla qualità e sulla presenza internazionale è fondamentale per garantire un futuro competitivo alle nostre denominazioni”. A margine dell’accordo con il Monopolio della Pennsylvania, Maccario in merito ai possibili dazi Usa ha evidenziato che “sicuramente l’introduzione dei nuovi dazi sulle importazioni di vino negli Stati Uniti ci stanno costringendo a riflessioni importanti anche se non siamo particolarmente preoccupati. Grazie al loro prezzo competitivo – ha sottolineato – i nostri vini, in particolare la Barbera, non subiranno flessioni significative. Confidiamo – ha concluso – che il rincaro possa essere assorbito dal mercato, anche per l’apprezzamento crescente tra i giovani consumatori e wine lovers”.


Il Consorzio prosegue nel percorso di promozione delle 13 Denominazioni tutelate, che nel 2024 hanno registrato risultati importanti. Il Monferrato Doc Nebbiolo è cresciuto dell’11%, superando le 500mila bottiglie, il Piemonte Doc ha segnato un +3%, con un incremento di quasi un milione di bottiglie, mentre il Piemonte Doc Barbera si conferma stabile con oltre 16 milioni di bottiglie (+0,4%). Ottima performance per il Piemonte Doc Barbera Passito, che cresce del 19,36% e supera le 1,1 milioni di bottiglie. Spicca infine il Piemonte Doc Barbera-Nebbiolo con un +359% e oltre 500mila bottiglie. Il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg resta sopra il milione di bottiglie (+1,6%), mentre il Terre Alfieri Docg cresce dell’8%. Tra i bianchi, il Piemonte Doc Chardonnay segna un record con +7,6% e 2,1 milioni di bottiglie. Nel 2025 il Consorzio sarà impegnato nella promozione del territorio attraverso manifestazioni, eventi esperienziali, workshop, campagne social e nuove iniziative, con l’obiettivo di rendere la Barbera d’Asti “un vino giovane, accessibile, legato alla tradizione ma adatto a molteplici occasioni di consumo”.

A Vinitaly arriva “Komb(w)ine”, nuova bevanda tra vino e kombucha

A Vinitaly arriva “Komb(w)ine”, nuova bevanda tra vino e kombuchaMilano, 30 mar. (askanews) – Sarà presentato in anteprima a Vinitaly “Komb(w)ine”, una nuova bevanda naturalmente analcolica “che unisce la sapienza enologica al mondo della kombucha”. Il progetto nasce dall’incontro tra Ettore Ravizza, founder di “Evoluzioni – The good for you beverage company”, e l’enologo Andrea Moser, ideatore dei Temporary Wine e fondatore della società di consulenza AMProject.


Prodotto a partire da mosto d’uva monovarietale e tè biologico, Komb(w)ine utilizza Symbiotic culture of bacteria and yeast (Scoby), la madre di lieviti e batteri responsabile della fermentazione e dell’eliminazione dell’alcol. Il risultato è una bevanda che mantiene le caratteristiche organolettiche dell’uva “e ne arricchisce il profilo con acidità, eleganza e complessità, senza alcun contenuto alcolico”. “‘Komb(w)ine’ è un ponte tra passato e futuro, dove la tradizione si rinnova senza perdere la propria essenza” afferma Ravizza, spiegando che “non è un’alternativa al vino, né una sua versione privata dell’alcol, ma una nuova espressione di gusto e profondità”. Pensata per essere consumata in purezza o in “pairing raffinati”, “Komb(w)ine” si propone anche come nuova opzione per il canale Horeca e per chi, per scelta o necessità, preferisce evitare l’alcol. Può essere realizzata in versione monovarietale o in blend, aprendo nuove possibilità per la degustazione.


“Sono innumerevoli i motivi che ci hanno spinti a immaginare una nuova strada per il vino” aggiunge Moser, evidenziando che “tra questi, il desiderio di proporre un’alternativa sostenibile al vino dealcolato, e la crescente attenzione verso uno stile di vita salutare. Condividere le nostre professionalità ha permesso di creare un prodotto utile e innovativo per un settore che deve reinventarsi”. ‘Komb(w)ine’ nasce dalla vigna “ma conserva le proprietà benefiche tipiche della kombucha: acidi organici, antiossidanti, amminoacidi, minerali, lieviti e batteri vivi. Favorisce la digestione, sostiene il sistema immunitario e contribuisce alla biodiversità del microbiota intestinale”.


Foto di Gaia Menchicchi

Mack e Schuhle a Vinitaly con innovativi progetti Grapur e Genevitis

Mack e Schuhle a Vinitaly con innovativi progetti Grapur e GenevitisMilano, 30 mar. (askanews) – Mack & Schuhle Italia, azienda che produce e distribuisce vini italiani nel mondo, presenta in anteprima alla 57esima edizione di Vinitaly “due innovativi progetti destinati a ridefinire l’approccio alla produzione e al consumo del vino”: “Grapur” e “Genevitis”.


La realtà guidata da Fedele Angelillo, parte dell’omonimo gruppo internazionale nato nel 1939 in Germania, ha spiegato che “Grapur” ha una gradazione alcolica del 9% ottenuta senza dealcolazione, un ridotto apporto calorico e vanta le certificazioni biologico e vegano. Inoltre viene commercializzato nelle bottiglie “Bordolese AIR” da appena 300 grammi, con le chiusure “Nomacorc Ocean” e le etichette “Ocean Action” realizzate con plastica riciclata proveniente da scarti raccolti nelle regioni costiere. Infine, l’imballaggio utilizza cartone ondulato a onde ribassate, carta riciclata e inchiostri a base d’acqua. “‘Grapur’ è la dimostrazione concreta di come innovazione e sostenibilità possano andare di pari passo nel mondo del vino” ha affermato Angelillo, amministratore unico di Mack & Schuhle Italia, sottolineando che “non si tratta solo di un prodotto che intercetta le nuove esigenze di consumo ma di un modello virtuoso che coinvolge l’intera filiera, dalla scelta delle uve fino ai materiali a ridotto impatto ambientale. Il futuro del vino – ha chiosato – non può prescindere dalla responsabilità ambientale e sociale e con ‘Grapur’, vogliamo rendere questo impegno tangibile, offrendo ai consumatori un’alternativa che unisce qualità, cambiamento e rispetto per il pianeta”. “Genevitis” celebra invece “l’unicità delle eccellenze vinicole italiane attraverso una filiera strutturata di Cantine cooperative regionali, attualmente in Abruzzo, Campania, Lazio, Puglia, Sardegna e Piemonte, che garantiscono qualità e autenticità legate al territorio”. “Il nome unisce “gen” (genesi, origine, ciclo vitale della vite) e “vitis” (legame con la terra e la tradizione agricola) – ha precisato Mack & Schuhle – riflettendo una filosofia fondata sulla valorizzazione delle risorse locali e sull’etica delle persone coinvolte”.


“L’Italia, grazie alla sua territorialità, ha un’offerta diversificata di vitigni autoctoni il cui potenziale non è ancora espresso al meglio a livello globale” ha evidenziato Angelillo, spiegando che “il nostro ruolo è quello di un aggregatore privato che, attraverso un modello di economia sostenibile a lungo termine, supporta le comunità agricole con una gestione responsabile delle risorse e la valorizzazione delle persone coinvolte nella produzione. Per rendere possibile questa visione, sono stati coinvolti oltre 5.000 agricoltori partner – ha continuato impegnati quotidianamente nella coltivazione di uva da vino su più di 30mila ettari in tutta Italia. Questa sinergia – ha concluso il manager – crea un forte senso di appartenenza tra gli attori della filiera, trasformando ogni bottiglia in un autentico simbolo dell’italianità da condividere con il mondo”. Domenica 6 aprile alle 14 nella sala Respighi del Centro congressi Palaexpo Veronafiere, Mack & Schuhle Italia organizza il talk “Wine in transition: embracing change in a dynamic industry”, per esplorare le trasformazioni in atto nel mondo del vino, dalle dinamiche di mercato alle strategie di filiera, fino ai cambiamenti legati a sostenibilità e innovazione. L’incontro, moderato da Luciano Ferraro e vedrà la partecipazione di Danielle Callegari (Wine Enthusiast), Eleonora Formisano (NielsenIQ), Diana Lenzi (Filiera Italia), Cristina Mercuri DipWSET (Mercuri Wine Club, ambassador Genevitis), Luigi Scordamaglia (Eat Europe) e Riccardo Velasco (direttore Crea).

Tra vino e pizza: la Campania a Verona con 180 aziende e 7 Consorzi

Tra vino e pizza: la Campania a Verona con 180 aziende e 7 ConsorziMilano, 30 mar. (askanews) – La Regione Campania partecipa a “Vinitaly and the City”, dal 3 al 5 aprile nel Cortile del Tribunale a Verona, con una serie di attività dedicate alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico regionale. In un’area espositiva di circa 20 metri quadrati, il pubblico potrà degustare i prodotti di 180 aziende vitivinicole campane e scoprire il territorio “attraverso un’esperienza immersiva tra tradizione, qualità e cultura”.


Il programma prevede degustazioni guidate, incontri e iniziative culturali organizzate dall’assessorato all’Agricoltura, in collaborazione con i sette Consorzi di tutela del vino campano: Consorzio tutela vini Irpinia, Consorzio di tutela Vitica, Consorzio tutela vini Vesuvio Dop, Consorzio tutela vini dei Campi Flegrei e Ischia, Consorzio tutela vini Sannio, Consorzio Vita Salernum Vites e Consorzio Penisola Sorrentina. “Con i nostri vini e la pizza napoletana portiamo a Verona il gusto autentico di un territorio straordinario” ha dichiarato Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, sottolineando che “la partecipazione a ‘Vinitaly and the City’ è un’occasione per valorizzare le nostre 19 Dop e 15 Igp, frutto del lavoro dei viticoltori campani, testimoni di un mosaico territoriale che va dalla montagna al mare. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Verace Pizza Napoletana, i vini campani saranno abbinati alla pizza napoletana autentica in un connubio tra tradizioni che rafforzano l’identità della nostra regione e presentano la Campania come brand di eccellenze”.


Sabato 5 aprile, dalle 19 alle 21, lo stand della Regione ospiterà un evento dedicato alla pizza napoletana e al panuozzo, in collaborazione con l’Associazione Verace Pizza Napoletana. Alle 15, nella sala consiliare, è prevista una masterclass sui grandi vini campani, con degustazione guidata. Oltre al fuori salone, la Regione Campania parteciperà a Vinitaly con un padiglione di 5.800 mq e 180 aziende, confermandosi protagonista del comparto vitivinicolo nazionale e internazionale.

Dal 4 al 6 aprile la ventesima edizione di “ViniVeri” a Cerea (Verona)

Dal 4 al 6 aprile la ventesima edizione di “ViniVeri” a Cerea (Verona)Milano, 30 mar. (askanews) – “Venti edizioni, una pianta salda con solide radici di valori e passione. Vent’anni di crescita, di tenacia, di forza, di senso di comunità e condivisione di una filosofia produttiva e di vita. Vent’anni di germogli e cambiamenti che hanno visto il Consorzio ViniVeri sempre all’avanguardia: come custodi e testimoni dell’identità territoriale coniugata ad una concreta difesa dell’ambiente, ponendo alla base del proprio impegno l’essenzialità delle competenze in vigna e in cantina, unito alla centralità della qualità del vino e della sua piacevolezza. E continuiamo a farlo anche con questa edizione di ‘ViniVeri’ dedicata proprio allo sguardo sul futuro, nostro e del vino: unendo il solco delle nostre esperienze con le richieste del mercato e delle nuove generazioni di consumatori per vini autentici, veri”. Così il presidente del Consorzio ViniVeri, Paolo Vodopivec, parla dell’edizione che si terrà dal 4 al 6 aprile ad AreaExp di Cerea (Verona), che celebrerà i due decenni sotto il titolo “Profonde radici, sguardo sul futuro”.


Tre giorni dove, nei 4.000 mq dell’Area Exp, i protagonisti saranno sia gli oltre 100 vignaioli provenienti da tutta Italia, Austria, Francia, Spagna, Portogallo e Slovenia che presenteranno i loro vini. Due degustazioni guidate, un convegno e un incontro-dibattito su tendenze del vino e nuove generazioni, e due cene firmate saranno i momenti centrali dell’evento, con un’attenzione particolare a voci e talenti femminili, protagoniste di un cambiamento culturale e di innovazione nel settore dell’enogastronomia come la chef Arianna Gatti e Zaira Peracchia, recentemente incoronata miglior sommelier d’Italia 2025 dal Gambero Rosso. Venerdì 4 aprile, dalle 18.15 convegno sulle nuove regole di etichettatura dei vini con l’entrata in vigore del Regolamento che rende obbligatorio l’inserimento in etichetta dell’elenco degli ingredienti e delle informazioni nutrizionali dei vini: conduce Stefano Vaccari, direttore della Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari del Masaf.


Sabato 5 aprile alle 15.30, degustazione “Trinchero: 100 anni di storia e di vino” guidata da Stefano Berzi, Miglior Sommelier d’Italia 2021. In occasione del secolo dell’azienda, Ezio Giacomo Trinchero presenterà una imperdibile verticale del vitigno rappresentativo del territorio astigiano, la Barbera d’Asti con una serie di rare annate storiche: 1971, 1978, 1985, 1988, 1990, 1999, 2002, 2004 e 2007. A seguire, dalle 18.15: “Il Vino attraverso gli occhi delle nuove generazioni”, incontro-dibattito a più voci moderato da Ciro Fontanesi, coordinatore dell’ALMA Wine Academy. Domenica 6 aprile alle 10.30 “Calici Giovani, Voci Nuove” una degustazione dinamica e coinvolgente, ad ingresso gratuito previa prenotazione, condotta da Zaira Peracchia alla scoperta dei vini di otto aziende condotte da giovani vignaiole e vignaioli. Come ogni anno, assieme ai banchi vino, non mancheranno gli spazi per l’assaggio e la vendita di produzioni artigianali agroalimentari come formaggi, olio, cioccolato ecosostenibile, miele e derivati, salumi. Confermata anche la presenza dell’”Enoteca ViniVeri”, la vetrina-bottega dove sarà possibile acquistare molte delle selezionate etichette dei tanti vignaioli presenti a ViniVeri a prezzo di cantina. Anche per questa edizione tale prezzo verrà maggiorato di 1 euro per ogni bottiglia acquistata: un contributo che il Consorzio devolverà in beneficenza.

Vino, Consorzio Primitivo di Manduria a Vinitaly con la fascetta di Stato

Vino, Consorzio Primitivo di Manduria a Vinitaly con la fascetta di StatoMilano, 30 mar. (askanews) – Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria si prepara a partecipare alla 57esima edizione del Vinitaly (a Verona dal 6 al 9 aprile) dove presenterà oltre 50 etichette di Primitivo di Manduria Doc e Docg.


Gli eventi prenderanno il via domenica 6 aprile alle 12 presso lo stand C4 del Consorzio al Padiglione 11, con una degustazione guidata da Davide Gangi e Antonio Scatigna. Il 7 aprile alle 13, presso la Sala Convegni della Regione Puglia, si terrà il convegno “Vino e nuove generazioni: crisi o evoluzione?” che coinvolgerà esperti del settore come Donato Pentassuglia, Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Novella Pastorelli (Ucovip), Alessandro Rossi (Partesa) Christian Scrinzi (Collis Wine Group), l’enologo Francesco Fortunato, Marco Sciarrini e Marta Cotarella (Accademia Intrecci). La moderazione sarà affidata a Davide Gangi di Vinoway Italia. L’8 aprile sarà una giornata dedicata all’innovazione: alle 13.30, nella Sala Convegni della Regione Puglia, sarà presentata la nuova fascetta di Stato, il cosidetteo “passaporto digitale” del vino Primitivo di Manduria, un QR code che offrirà informazioni dettagliate sul prodotto. La presentazione avverrà assieme all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. A seguire, dalle 14.45 alle 16, si terrà una masterclass dal titolo “Il vino e la strategia di successo della comunicazione di un territorio” con la partecipazione di Gabriele Gorelli, il primo Master of Wine italiano, e Vincenzo Russo, esperto di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing dello Iulm.


“Anche quest’anno siamo presenti per sostenere la qualità del vino italiano e le nostre aziende che producono un Primitivo di Manduria eccellente. Al Vinitaly presenteremo in anteprima un QR code che sarà inserito all’interno delle fascette di Stato di ogni nostra etichetta: scansionandolo, il consumatore potrà accedere al ‘passaporto digitale’ del Primitivo di Manduria, una sezione che conterrà informazioni chiave come il codice seriale e di controllo del sigillo, l’anno di produzione, il lotto e la certificazione” ha spiegato la presidente del Consorzio, Novella Pastorelli, aggiungendo che “inoltre, sarà possibile consultare dettagli sul produttore e sul Consorzio di Tutela oltre a suggerimenti su abbinamenti gastronomici e ricette che valorizzano i nostri vini. Con questa iniziativa – ha concluso – puntiamo a rendere ogni bottiglia ancora più tracciabile, offrendo a chi acquista i nostri vini una panoramica completa e dettagliata sulla qualità e la storia del prodotto scelto, oltre a fornire un servizio prezioso alle nostre aziende”.

Vino, Caiarossa porta a Vinitaly un box con 6 annate del suo blend

Vino, Caiarossa porta a Vinitaly un box con 6 annate del suo blendMilano, 30 mar. (askanews) – Tutto lo spessore di “Caiarossa”, la referenza cardine dell’omonima Cantina di Riparbella (Pisa), in una nuova box degustazione che ripercorre vent’anni di emozioni. Proprio a Vinitaly 2025, in programma dal 6 al 9 aprile alla Fiera di Verona, oltre a tutte le nuove annate delle principali referenze dell’azienda, sarà presentata una pregiata cassetta di legno contenente sei annate distintive per “Caiarossa”, blend unico di Cabernet Franc e Syrah con Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese, Petit Verdot e Grenache, affinato in barrique per almeno 14 mesi.


“Ogni annata racconta un momento unico della nostra avventura: dalla prima, indimenticabile ‘Caiarossa’ 2003, che segna l’inizio della nostra storia, alla 2016, un’annata emblematica per la Costa Toscana, fino alla 2020, che ci ha regalato e continua a regalarci grandi soddisfazioni in giro per il mondo” commenta Francesco Villa, direttore tecnico della Cantina, spiegando che “ogni bottiglia è un ritratto vivo del nostro territorio, i colori vividi, i profumi di macchia mediterranea e la brezza marina che accarezza le nostre vigne”. “La delicatezza e l’eleganza” di annate più fresche come la 2005 e la 2018, “la complessità” di millesimi importanti come 2010 e 2016, “l’armoniosità” di vini nati in quelli più caldi, come la 2003 e la 2020: “Ogni sorso – prosegue Villa – vi racconterà la storia del nostro lavoro, la sincerità con la quale interpretiamo ogni vendemmia, la dedizione e la passione che mettiamo in ogni bottiglia”. Quest’anno, Caiarossa, dopo la presenza al “Summa 2025”, sarà presente a Vinitaly con uno stand (D16 al Pad. 9) completamente rinnovato che celebra i colori e l’essenza del territorio di Riparbella e ne racconta “la visione fondata sulla sostenibilità che da sempre contraddistingue la sua produzione”. Uno spazio impreziosito da una parete realizzata con il riciclo di casse in legno, dedicata all’esposizione dei rossi, gli “Icons di Caiarossa”, oltre che di tutte le altre etichette, arricchita da elementi che descrivono la filosofia e i valori dell’azienda.

Il Consorzio del Vino Orcia torna a Vinitaly per il terzo anno

Il Consorzio del Vino Orcia torna a Vinitaly per il terzo annoMilano, 30 mar. (askanews) – Il Consorzio del Vino Orcia torna per il terzo anno a Vinitaly in uno stand che parla attraverso le gigantografie del territorio d’origine e molte etichette in degustazione.


“Un sistema che da tre anni ci ha permesso di tornare in forza a questo evento internazionale lanciando un messaggio chiaro, che è quello di una Denominazione unitaria che condivide valori importanti come qualità e territorialità” commenta la presidente del Consorzio, Giulitta Zamperini, parlando di “una vetrina non solo per il vino, che di anno in anno trova sempre più riscontri di mercato e di attenzione, ma per tutto il territorio che sarà al centro del racconto di Vinitaly, anche grazie alla presentazione dell”Orcia Wine Festival’ in programma proprio a fine aprile”. Nello spazio gestito dal Consorzio saranno presenti in forma diretta le aziende Campotondo, Fabbrica Pienza, Poggio Grande e Tenuta Sanoner. Oltre a queste, al banco d’assaggio ci saranno le etichette di Atrivm, Bagnaia, Donatella Cinelli Colombini, Marco Capitoni, Podere Forte e Sassodisole. Ogni giorno la possibilità quindi di degustare oltre trenta etichette del vino della Doc senese.


Nata nel febbraio del 2000, l’Orcia Doc raccoglie nella sua area di produzione dodici Comuni a Sud di Siena. Ad oggi sono 153 gli ettari di vigneti dichiarati su un totale potenziale di 400. La produzione media annua si attesta intorno ad oltre 255mila bottiglie realizzate dalle circa 60 cantine nel territorio, di cui oltre 30 socie del Consorzio.

”Zero Tolleranza per il Silenzio”: il Ruzzese di Ca’ du Ferrà si fa voce

”Zero Tolleranza per il Silenzio”: il Ruzzese di Ca’ du Ferrà si fa voceMilano, 30 mar. (askanews) – “Zero Tolleranza per il Silenzio” nasce a Bonassola (La Spezia), nel Levante ligure, tra le vigne affacciate sul mare di Ca’ du Ferrà, dalla volontà di recuperare un vitigno dimenticato come il Ruzzese e il desiderio di “dare forma nuova a un’identità”: uva autoctona dalle radici profonde, per la prima volta si veste da bianco fermo. Dopo la prima vinificazione in versione passito con il progetto “Diciassettemaggio”, i produttori Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta hanno infatti deciso di esplorare una nuova via, affiancati dall’enologa Graziana Grassini. L’intuizione nasce dal passato ma guarda dritta al futuro: il Ruzzese, con la sua acidità fissa e la maturazione tardiva, è un vitigno contemporaneo nella sua essenza e resilienza, resistente alla siccità e al cambiamento climatico.


Il progetto si inserisce nella missione della “Comunità Slow Food per la protezione e valorizzazione del Ruzzese del Levante Ligure”, di cui Ca’ du Ferrà è parte attiva. Un impegno condiviso che unisce agricoltura, etica e territorio in un’ottica di tutela e rigenerazione. Con sole 635 bottiglie prodotte per l’annata 2023, questa referenza si colloca all’apice della gamma aziendale, ma soprattutto, “segna l’inizio di un nuovo percorso”. “Siamo partiti da una sensazione, il desiderio di raccontare il nostro territorio attraverso un linguaggio che unisse bianco e nero, passato e presente, il gesto antico della vigna e l’urgenza moderna di farsi sentire” raccontano Zoppi e Aieta, aggiungendo che “questo vino è la sintesi di un percorso fatto di studio, sperimentazione e ascolto, è il nostro modo per dire che il silenzio non fa per noi, che ogni bottiglia può essere una voce. E che la bellezza sta anche nel rompere gli equilibri, per crearne di nuovi”.


“Il nome, ‘Zero Tolleranza per il Silenzio’, è una provocazione culturale prima ancora che estetica” spiegano, parlando di “un messaggio rivolto al mondo ma anche un invito alla responsabilità individuale contro l’omertà, l’indifferenza, la paura di esporsi. Anche il vino, nella sua espressività, diventa vibrante e diretto – concludono – non rimane mai muto nel calice ma dialoga, sorprende, stimola”. Anche l’etichetta racconta una storia: con uno strappo netto, svela il nome come una dichiarazione. “Il Ruzzese è un vitigno meraviglioso, capace di raccontarsi prima ancora che diventi vino” afferma Grassini, evidenziando che “il risultato è un riflesso limpido dell’uva, come se la vite avesse già scritto, con il suo gesto, la storia nel calice”.

Vino, Cantina Terlano presenta “Terlaner Primo Grande Cuvee 2022″

Vino, Cantina Terlano presenta “Terlaner Primo Grande Cuvee 2022″Milano, 30 mar. (askanews) – Cantina Terlano presenta “Terlaner Primo Grande Cuvee 2022”, nuova annata del vino più prestigioso della cooperativa (143 soci che coltivano circa 190 ettari in provincia di Bolzano) celebre per i suoi bianchi tra i più premiati dell’Alto Adige e tra i più amati non solo in Italia. Emblema della filosofia enologica della Cantina alle pendici dell’altipiano del Salto, il blend di Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon Blanc che prende il nome di Terlaner, ed è declinato in “Terlaner Tradicion”, “Terlaner Riserva Novadomus” e “Terlaner Primo”, vanta oltre cento anni di storia.


L’annata 2022 del gioiello “Terlaner Primo Grande Cuvee”, tirata in quattromila bottiglie, riflette il continuo processo di perfezionamento in vigna e in cantina secondo i rigidi dettami impressi dal meticolosissimo direttore tecnico ed enologo Rudi Kofler, impegnato nell’ambiziosa sfida di far dialogare identità storica e visione del futuro. “Tanti grandi bianchi si basano soprattutto sullo Chardonnay, noi abbiamo invece voluto che avesse come spina dorsale il Pinot Bianco, che per noi è un vitigno estremamente importante e quello che caratterizza l’uvaggio storico del Terlaner, portandolo ad un livello più alto possibile. L’obiettivo non è quello di fare un vino troppo concentrato o troppo fruttato ma, a partire dalla prima annata che è stata la 2011, che fosse l’essenza del territorio, rispecchiando l’estrema sapidità, salinità e il potenziale di invecchiamento” ha spiegato Klaus Gasser, ben più di un direttore commerciale data la sua formazione enologica, ricordando che “nel Terlaner Primo c’è stata un’evoluzione sia per la scelta delle parcelle, sia dal punto di vista tecnico, soprattutto nelle ultime annate dove Kofler ha trovato una sua linea anche nella precisione assoluta”. Proseguire nella realizzazione di una cuvee in anni in cui si punta su vini in purezza sarebbe una scelta coraggiosa se non fosse per la qualità così alta e ben collaudata, e per quell’immediata piacevolezza frutto della sua grande eleganza, nonostante la straordinaria complessità, lunghezza e persistenza. “Siamo partiti con percentuali di Pinot Bianco molto alte, fino al 90% dell’uvaggio, e nel tempo, soprattutto a partire dall’annata 2016, siamo scesi arrivando al 65-70% a seconda dell’annata e aumentato la percentuale di Chardonnay. Questo stilisticamente è stato un passo molto importante verso un vino ancora più verticale e con una grande tensione pur mantendo l’idea del lungo affinamento, processo che non è mai cambiato. Siamo partiti con botti da 12 hl, qualcuna nuova, altre di secondo-terzo passaggio, e il fare la malolattica che regala un’ulteriore complessità” ha raccontato Kofler, ricordando che le uve di Pinot Bianco sono quelle dei vigneti più antichi ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 650 di altezza, fatto “che favorisce un perfetto equilibrio tra il clima e la profondità espressiva delle viti”.


L’eloquente capacità identitaria emerge con forza anche in questa annata 2022 che, sebbene ancora nelle fasi iniziali del suo sviluppo, è fin d’ora già piacevolissima.