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Spumanti, Villa Sandi: sempre più richieste bottiglie di grande formato

Spumanti, Villa Sandi: sempre più richieste bottiglie di grande formatoMilano, 27 dic. (askanews) – Sulle tavole dei ristoranti e delle enoteche italiane cresce il numero delle bottiglie di spumante in grandi formati. Lo segnala Villa Sandi, casa vitivinicola trevigiana guidata dalla famiglia Moretti Polegato, spiegando che le protagoniste di un costante trend positivo sono in primis le Magnum (1,5 litri) ma ancor di più le Jeroboam (3 litri) e le Mathusalem (6 litri), incrementate rispettivamente del 50% e del 200%.

Motore primario di questa tendenza è la ristorazione ma la domanda di grandi formati prende piede anche nella Gdo e nei punti vendita sulla rete autostradale italiana. Non solo, sempre secondo la Cantina di Crocetta del Montello, il desiderio di stappare “maxi-bottiglie” non conosce stagione: nonostante la fine dell’anno costituisca ancora il momento di picco, “oggi le vendite interessano ogni mese”. “Se per i vini fermi registriamo da tempo l’interesse nei grandi formati, specialmente da parte dei collezionisti, per quanto riguarda gli spumanti si tratta di una novità” ha commentato il presidente di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato, ricordando che “in Francia, il rito di stappare bottiglie Magnum è una consuetudine affermata, frutto di costumi culinari e sociali radicati. Oggi, anche in Italia, la ristorazione sta innescando un cambiamento culturale graduale e naturale – ha concluso – che ha interpretato nuove richieste, e sta investendo tempo e competenze per valorizzare diverse situazioni di consumo”.

Vino, in 2023 in Veneto 13,6 mln di q. uva prodotta: -9,3% su 2022

Vino, in 2023 in Veneto 13,6 mln di q. uva prodotta: -9,3% su 2022Milano, 27 dic. (askanews) – La produzione vendemmiale in Veneto è stata di poco più di 13,6 milioni di quintali di uva, in calo del 9,3% rispetto alla vendemmia 2022. I problemi fitosanitari, in particolare peronospora, e climatici, con forti eventi grandigeni, hanno ridotto le iniziali stime positive. Ad uscirne penalizzate sono soprattutto le uve a bacca bianca (-10,4%) rispetto alle uve a bacca nera (-4,6%) e le produzioni Doc (-11,8%), mentre hanno registrato lievi aumenti di produzione le uve destinate a Igt (+1,6%) e i vini varietali/generici (+12,2%). Si tratta in gran parte di uve destinate alla produzione di vini Doc (70%), Docg (10,1%) e Igt (16,3%). Di conseguenza, anche la produzione di vino è diminuita rispetto all’anno precedente, scendendo a 10,9 mln di ettolitri (contro i 12,6 del 2022), con un calo del 13,4%. E’ quanto è emerso dal terzo appuntamento del trittico 2023 organizzato da Regione del Veneto, Veneto Agricoltura e Avepa.

La superficie vitata regionale è invece rimasta sostanzialmente invariata a 101.176 ettari: la graduatoria delle superfici vitate in base alle varietà di uva vede al primo posto il vitigno Glera (38.117 ettari, +3,8%), seguono Pinot Grigio (15.254 ettari, -4,6%), Garganega (8.600 ha, -2%), Corvina (6.980 ha, invariati), Merlot (5.790 ha, -3,3%), Chardonnay (5.486 ha, invariati) e via via tutti gli altri. “L’anno scorso abbiamo avuto un incremento del valore delle esportazioni del 14% con 2,84 miliardi di euro, e nei primi nove mesi del 2023 la Regione ha già esportato per 2,04 miliardi di euro, segnando una contrazione, per la prima volta dopo anni, dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea comunque con il trend nazionale” ha spiegato Alessandra Liviero, dirigente Economia e Comunicazione di Veneto Agricoltura, ricordando che nel terzo trimestre 2023, l’Italia presenta un fatturato di circa 5,65 miliardi di euro, (-1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), un calo limitato dal contestuale incremento dei prezzi medi di vendita, considerando che le variazioni in termini quantitativi è stata anche superiore.

Vino, nona edizione “Wine and Siena” sarà dal 27 al 29 gennaio 2024

Vino, nona edizione “Wine and Siena” sarà dal 27 al 29 gennaio 2024Milano, 26 dic. (askanews) – La nona edizione di “Wine and Siena – Capolavori del gusto” Si terrà dal 27 al 29 gennaio 2024 nelle antiche sale del Santa Maria della Scala nella cittadina toscana. La manifestazione, voluta dal patron di Merano WineFestival, Helmuth Kocher, e dal presidente di Confcommercio Siena, Stefano Bernardini, “inaugura” l’anno enoico in Italia per presentare una selezionata produzione enogastronomia.

Grazie alla collaborazione con l’Università di Siena, “Wine and Siena” sarà anticipato da un cartellone di iniziative culturali per parlare del rapporto tra il vino, la letteratura, la poesia, la storia e l’archeologia. “Il vino fa parte di una cultura millenaria e in questo senso l’Università propone attività di salotti letterari che precederanno l’evento” ha affermato il rettore dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra, evidenziando che “il vino è un prodotto culturale che ha una storia antica: lo racconteremo dunque grazie ad incontri collaterali che vedranno ‘degustazioni’ di passi letteratura, storia, archeologia che possono far apprezzare ciò che ha dato il vino alla cultura internazionale nelle sue diverse manifestazioni”. “Cultura e storia, enogastronomia e tradizioni nella splendida cornice del Santa Maria della Scala” ha dichiarato la sindaca di Siena, Nicoletta Fabio, sottolineando che la città “sarà di fatto la capitale del vino, in un evento che con il passare degli anni ha saputo coinvolgere il territorio e diventare vero e proprio punto di riferimento nazionale”.

Kocher ha annunciato di aver inviato a Siena Sigfrido Ranucci, il conduttore di “Report”, trasmissione che ha dedicato un’inchiesta alle frodi nella vinificazione che ha sollevato diverse critiche. “Venga a trovarci e, se vorrà, è possibile organizzare anche un incontro pubblico con i tanti produttori presenti” ha spiegato Kocher, sottolineando che “gli interessi del resto coincidono: entrambi vogliamo un consumatore consapevole e un vino sostenibile e di qualità. Le modalità per arrivarci troviamole insieme”.

Vino, Cantina Librandi: in Calabria un esempio di economia circolare

Vino, Cantina Librandi: in Calabria un esempio di economia circolareMilano, 26 dic. (askanews) – La Cantina Librandi e l’azienda agricola Fattoria della Piana e la Distilleria F.lli Caffo hanno avviato in Calabria un percorso di economia circolare nella filiera vitivinicola. In pratica, la Caffo di Limbadi (Vibo Valentia) acquisisce le vinacce da Librandi di Cirò Marina (Crotone), e le trasforma in una grappa del territorio, e il sottoprodotto della distillazione trova nuova vita nell’impianto di biogas della Fattoria della Piana di Candidoni (Reggio Calabri), convertendosi in energia elettrica. Il digestato risultante, ricco di materia organica, torna infine come fertilizzante per le vigne della Cantina crotonese, chiudendo così il ciclo virtuoso.

Le tre aziende spiegano che progetti come questo, basati sull’utilizzo intelligente dei sottoprodotti, “offrono un reale vantaggio competitivo, migliorando l’efficienza e affrontando le sfide legate ai costi crescenti e alla volatilità dei prezzi delle risorse”. Si tratta infatti di un sistema che non solo contribuisce ad affrontare con più efficacia il problema dello smaltimento dei sottoprodotti, ma li trasforma in risorse, riducendo drasticamente l’impatto sull’ambiente: “il processo restituisce nutrienti al suolo, produce fertilizzante biologico al 100% e energia elettrica in eccesso, contribuendo al benessere della comunità”. “L’importanza di partecipare al sistema di economia circolare è un atto di rispetto, responsabilità e gratitudine verso una terra, la Calabria, che ci dona essa stessa la materia prima per le nostre produzioni” commenta Paolo Librandi, sottolineando che “è doveroso quindi da parte nostra creare un processo che restituisca almeno in parte quello che noi riceviamo”.

Sottolineando l’importanza per la Cantina (che si estende su 350 ettari, dei quali 232 vitati e 80 a uliveto) della sostenibilità intesa come impegno sociale, economico ed ambientale, Raffaele Librandi aggiunge “la nostra azienda è testimone materiale che si può prendere e restituire alla natura e questo ci predispone a costruire un futuro in cui l’uomo è sempre più integrato con l’ambiente nel rispetto di un’economia che tenga conto delle politiche di sviluppo rurale, del profitto ma anche dello scopo di creare valore per la società”.

Proposta Vini: nel 2024 bianchi in crescita a spese dei Supertuscan

Proposta Vini: nel 2024 bianchi in crescita a spese dei SupertuscanMilano, 26 dic. (askanews) – Quali saranno i trend del vino in Italia nel 2024? Secondo Proposta Vini, una delle principali aziende di distribuzione del nostro Paese, l’anno che sta per iniziare consoliderà ulteriormente dinamiche che già hanno segnato il mercato in questi ultimi anni, a partire dalla crescita dei bianchi.

“Il forte aumento dei prezzi nel 2023 ha portato ad uno spostamento dei consumi verso vini con un buon rapporto qualità/prezzo: le referenze troppo costose non sono più alla portata di una classe di consumatori in questo momento in sofferenza, ovvero quella che va dai 30 ai 45 anni” premettono il fondatore Gianpaolo Girardi e Gianluca Telloli, selezionatore wine dell’azienda trentina che offre un portfolio di quasi 4mila referenze selezionate a oltre 9.500 ristoranti in tutta Italia. Innanzitutto, “continuerà l’aumento del consumo di vini bianchi, con scelte sempre più mirate verso le varietà autoctone, anche se notiamo anche una tonica e inaspettata ripresa dello Chardonnay che crediamo continuerà” spiegano, sottolineando di contro la “situazione statica dei rossi, con il crollo dei Supertuscan e dei bordolesi in corso, che pensiamo si manterrà tale”. In casa “Proposta vini” c’è una certa freddezza sui vini rosati: “Sono anni che si parla del loro decollo, ma non crediamo che possa avvenire nei prossimi mesi” spiegano i due esperti, precisando che “a nostro avviso fino ad oggi non si può parlare perché le bottiglie consumate nel 2022 sono state le stesse del 2007”.

Al contrario dei rosé, Proposta Vini prevede un moderato aumento dei vini da dessert, categoria storicamente sottotono in Italia. “Molti di questi vini – sottolineano – sono anche degli splendidi dessert, nel senso che se consumati da soli, senza abbinamenti, costituiscono di per sé un dolce: sono caldi, suadenti, curiosi, perfetti”. Per quanto riguarda le bollicine, il 2024 dovrebbe essere per lo Champagne “un anno di mantenimento delle posizioni e, in taluni casi, di arretramento”, mentre per quanto riguarda gli spumanti nostrani Girardi e Telloli prevedono “un forte consolidamento del Trentodoc, un ulteriore arretramento del Franciacorta e un altro salto in avanti nelle vendite delle varie espressioni della spumantistica prodotta con uve italiane, sia con Metodo Classico sia con Metodo Martinotti”. Infine, le altre tipologie. “I cosiddetti vini naturali, se di qualità e senza difetti, continueranno ad essere apprezzati dai consumatori, così come i Piwi avranno sempre uno spazio nel mondo del vino, anche se non siamo in grado di fare previsioni sulla crescita o diminuzione del consumo. Discorso simile – concludono – dei vini senza alcol: se ne parla tanto ma è prematuro a nostro avviso fare previsioni”.

Vino, da 15 a 17 giugno 2024 c’è “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”

Vino, da 15 a 17 giugno 2024 c’è “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”Milano, 26 dic. (askanews) – Si terrà dal 15 al 17 giugno alla Fortezza Orsini di Sorano (Grosseto), la seconda edizione di “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, manifestazione che accende i riflettori sul vitigno a bacca nera autoctono della Toscana, oggi coltivato in diverse regioni del Centro del nostro Paese. L’appuntamento prevede la giornata del 15 giugno interamente dedicata alla stampa e i due giorni successivi aperti invece anche ad operatori del settore e agli appassionati.

Gli ospiti avranno la possibilità di degustare vini di produttori di Maremma, di altre zone della Toscana e del nostro Paese a partire ovviamente dall’Umbria: tutti Ciliegioli in purezza ma ognuno con le sue sfaccettature. Previste anche masterclass e degustazioni verticali che daranno la possibilità di approfondire l’esperienza. La tre giorni è realizzata dal Consorzio di tutela vini della Maremma Toscana, in sinergia con Ciliegiolo Academy, Ciliegiolo d’Italia e Fisar Delegazione Colline Maremmane.

Dal 2024 quattro vini di Caruso e Minini in store Whole Foods Market

Dal 2024 quattro vini di Caruso e Minini in store Whole Foods MarketMilano, 24 dic. (askanews) – La Cantina siciliana Caruso e Minini ha raggiunto un nuovo e più ampio accordo con la catena di supermercati bio Whole Foods Market attiva sui mercati del Nord America. Dal 2024, infatti, l’azienda di Marsala (Trapani) inserirà nuove referenze bio nelle enoteche degli oltre 500 store della catena, leader mondiale nella vendita di prodotti biologici e naturali.

L’azienda spiega che l’ampliamento di gamma è indirizzato “sui nostri vini più innovativi, più evoluti verso quel concetto di naturalità e immediatezza che, oggi, costituisce un trend di consumo sempre più interessante, soprattutto sui mercati del Nord America”. Le nuove referenze sono il rosè da uve Frappato “Frappo”, il “Perricone Naturalmente Bio” e l’orange wine “Arancino”, ottenuto da uve prevalentemente Catarratto e da una piccola percentuale di Inzolia, che si aggiungono al “Nero d’Avola Naturalmente Bio”, presente sul mercato oltreoceano già da quest’anno. Per l’export manager di Caruso e Minini, Andrea Artusio, si tratta di “una grande soddisfazione, un’emozione che va oltre le parole: ancora una volta ci facciamo portatori di un processo di innovazione ma facendo tesoro di una tradizione lunga tre generazioni”.

Consorzio Barbera Asti e vini Monferrato: avanti con spirito positivo

Consorzio Barbera Asti e vini Monferrato: avanti con spirito positivoMilano, 24 dic. (askanews) – “La vendemmia appena conclusa ha registrato un leggero calo dal punto di vista quantitativo, ma chiudiamo l’anno con spirito positivo, le precedenti grandi annate prodotte stanno dando e daranno la possibilità di affermare un futuro promettente per le nostre Denominazioni grazie alle quali si potrà lavorare con i nuovi mercati emergenti su cui stiamo puntando quali ad esempio Cina, Giappone, Sud Corea, ma anche Taiwan, Vietnam e Singapore”. Lo ha affermato il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Vitaliano Maccario, in vista della fine di un anno complicato per il mondo del vino a causa soprattutto del complesso andamento climatico.

“Ci prepariamo al 2024 forti delle conferme raccolte durante quest’ultimo anno: una qualità sempre crescente delle nostre uve, prodotti apprezzati in Italia come all’estero, un enoturismo in ascesa capace di trainare il settore e su cui stiamo lavorando con dedizione in sinergia con gli altri attori del territorio. Ma anche mercati ‘tradizionali’ in crescita ed altri che stanno emergendo con sempre maggior soddisfazione, costanza e unità nelle azioni intraprese dal Consorzio, che sono state e ancor più verranno intraprese per consolidare l’idea di unità territoriale e allo stesso tempo per valorizzare le piccole denominazioni emergenti”. “In questi anni abbiamo continuato a lavorare per i nostri associati realizzando un’intensa attività di promozione continuativa, con l’obiettivo di accrescere la nostra presenza nei principali mercati esteri europei ed internazionali e il coinvolgimento dei consumatori esteri nella scoperta del Monferrato, territorio capace di esprimersi proprio attraverso vini di altissimo livello” ha aggiunto Maccario, concludendo “questo continuerà ad essere uno dei cardini del nostro operato anche durante il prossimo anno”.

Cantina Loredan Gasparini lancia vendita en primeur di “Spineda 2020″

Cantina Loredan Gasparini lancia vendita en primeur di “Spineda 2020″Milano, 24 dic. (askanews) – La Cantina trevigiana Loredan Gasparini lancia per la prima volta una vendita en primeur del suo Merlot in purezza affinato in legno “Spineda 2020”. Il vino verrà lasciato invecchiare nella cantina della Tenuta di trenta ettari a Venegazzù (Treviso) per poi consegnarlo ad affinamento ultimato, ma attraverso la “En Primeur Experience” l’acquirente avrà la possibilità di seguire il percorso di affinamento attraverso delle tappe guidate così da coglierne l’evoluzione e le potenzialità.

“Spineda è una bottiglia che parla del nostro patrimonio storico, territoriale e vinicolo e per questo ha un valore per noi enorme” spiega il titolare Lorenzo Palla, sottolineando che “la scelta di effettuare una vendita en primeur è dettata dalla volontà di far vivere a chi acquista la bottiglia un’esperienza unica, fatta di assaggi raccontati dalla proprietà e dagli enologi che ne illustreranno l’evoluzione”.

Il “Paese dei Radicchi”: un libro racconta un’eccellenza italiana

Il “Paese dei Radicchi”: un libro racconta un’eccellenza italianaMilano, 24 dic. (askanews) – Che cosa succede quando la rustica cicoria selvatica si trasforma in un fiore speciale dal gusto inconfondibile e sopraffino? Quell’ortaggio fa il giro del mondo e diventa uno dei simboli dell’eccellenza alimentare italiana. È quanto accaduto al radicchio: nato in Veneto grazie alla pratica anti-spreco inventata dai contadini per far durare più a lungo la cicoria selvatica e via via perfezionatasi nel tempo, fino ad ottenere quell’insalata dal colore rosso, dalla consistenza croccante e dal sapore amarognolo così apprezzata. Il radicchio è oggi declinato in cinque Igp attribuite dalla Ue ad altrettanti prodotti veneti: il Radicchio rosso di Treviso, precoce e tardivo, quello variegato di Castelfranco, quello di Chioggia e quello di Verona.

All’excursus storico-gastronomico dedicato alle origini e alla diffusione dei cinque radicchi Igp italiani (i veneti Radicchio rosso di Treviso, precoce e tardivo, Radicchio variegato di Castelfranco, Radicchio di Chioggia e Radicchio di Verona) è il libro il “Paese dei Radicchi – Storia e sapori di un’eccellenza tutta italiana” (Trenta Editore) di Manuela Soressi, giornalista e scrittrice specializzata nel food. Un volume corredato dalle ricette ed immagini della chef Claudia Fraschini e con la prefazione del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. La nascita del radicchio moderno, il suo successo globale, il legame con il territorio e le stagioni, gli aspetti nutrizionali e salutistici i temi portanti del libro, oltre a tante esclusive ricette. Insieme ad un’accurata carta d’identità dei radicchi Igp italiani, tutti diversi tra loro per forma, consistenza, stagione, sfumature di colore e gusto.

“Tutti i radicchi sono cicorie, perché appartengono alla stessa famiglia botanica, ma non tutte le cicorie (anche quelle rosse) sono radicchi” spiega Soressi, sottolineando che “i radicchi infatti rappresentano una bella storia di serendipity all’italiana: la ricerca di un modo per conservare le cicorie selvatiche di campo appena raccolte (le cosiddette “raici”, radici) ha portato a creare un ortaggio che in natura non esisteva”. “La miseria e la conseguente necessità dei contadini veneti di preservare un alimento povero come la cicoria, tenendolo al caldo, all’umido e al buio, ha dato vita infatti ad una prassi affinatasi nel tempo, grazie a un processo collettivo di miglioramento che ha scritto una pagina importante nella storia dell’agricoltura italiana” prosegue l’autrice, aggiugendo “prassi che, perfezionata con le tecniche di imbianchimento provenienti dall’Europa settentrionale, ha dato risultati insperati, nobilitando l’umile cicoria e trasformandola in un ortaggio gustoso, dal sapore diverso e dalla consistenza gradevole, diffusosi da inizio Novecento in poi fino a farsi conoscere anche all’estero”. Oggi il radicchio è la seconda insalata più coltivata in Italia dopo la lattuga, con una produzione sestuplicata nell’arco di un decennio. Secondo i dati Ismea, ogni anno se ne raccolgono in media 260mila tonnellate, in gran parte provenienti dal Veneto. Ma non solo: visto che ormai la rossa cicoria è seminata in molte altre regioni, dalla Lombardia passando per l’Emilia Romagna fino all’Abruzzo.