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Presentata “Slow Wine 2024”, la guida al vino buono, pulito e giusto

Presentata “Slow Wine 2024”, la guida al vino buono, pulito e giustoMilano, 7 ott. (askanews) – “Ci piacerebbe che, sfogliando le pagine della guida, l’appassionato comprendesse come tutta l’Italia del vino vada valorizzata e conosciuta, non fermandosi alle solite blasonate Denominazioni In giro per il Paese ci sono produzioni eccellenti che rifuggono da uno stile unificato: la ricchezza sta nella diversità e il valore nella capacità di proteggere la propria unicità salvaguardando l’ecosistema”.”. Con queste parole il curatore Giancarlo Gariglio ha presentato a Milano, in occasione della Milano Wine Week, la 14esima edizione della guida “Slow Wine 2024”.

Come è bella e quanto è ricca l’Italia del vino immortalata da Slow Wine, capace anno dopo anno di sorprendere proponendo vignaiole e vignaioli di tutto lo Stivale dai vini quasi mai scontati. Venticinquemila vini assaggiati e 2.006 Cantine recensite da oltre 200 collaboratori, di cui 141 nuove e ben 1.143 certificate biologiche o biodinamiche o in conversione. Un lavoro immenso e preziosissimo che ha portato ad assegnare 238 “Chiocciole” alle aziende che meglio interpretano i valori vicini alla filosofia di Slow Food, 198 premi “Bottiglia” ad altrettante Cantine, i cui vini esprimono un’eccellente qualità organolettica, e 799 “Top wine”. “Slow Wine non è solamente una guida ma la fotografia di uno dei patrimoni culturali ed economici d’Italia, tutelato da donne e uomini che producono vino nel rispetto della terra e del valore del lavoro” ha ricordato il vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, parlando di “vignaiole e vignaioli che in vigna e in Cantina sono sostenibili, una parola oggi tanto di moda ma che ancora fatica a venire calata nella realtà quotidiana e nelle scelte della politica”.

Durante la presentazione dell’edizione 2024 della guida è stata anche annunciata la partnership tra Demeter Italia e Slow Food Italia. “Partendo da storie e origini diverse, ci troviamo oggi a condividere gli stessi valori relativi alla salute globale, alla sostenibilità e alla cura delle relazioni” ha affermato il direttore di Demeter Italia, Giovanni Buccheri, spiegando che “per questo motivo abbiamo deciso di unire i nostri cammini, nella convinzione che la società civile e la produzione sostenibile debbano rafforzare la loro alleanza lavorando insieme per l’obiettivo comune della salvaguardia del pianeta e di tutti i suoi abitanti. Un cammino – ha concluso – che ci porterà alla partecipazione a Terra Madre Salone del Gusto 2024, dove ci auguriamo di ritrovare tanti produttori e cittadini interessati a capire cosa è e come si fa l’agricoltura biodinamica”. La guida “Slow Wine 2024” non è infatti solo un vademecum con cui andar per cantine, ma uno sguardo attento su tutto ciò che ruota attorno a un bicchiere: il gusto, naturalmente, ma anche il rispetto dell’ambiente, la tutela della fertilità del suolo, la valorizzazione del lavoro in vigna e in cantina, il ruolo dei vignaioli nelle comunità locali in cui abitano. Nel corso della illustrazione del volume a Milano sono stati consegnati i Premi Slow Wine. Quello alla “Novità dell’anno” è stato consegnato a Marco Schirru dell’azienda agricola Schirru di Orroli (Sud Sardegna); quello per l’”Accoglienza in Cantina” è stato dato a Cristina Varchetta di Cantine degli Astroni di Napoli; il riconoscimento al “Giovane Vignaiolo” è stato attribuito a Edoardo Dottori dell’azienda agricola Edoardo Dottori di Maiolati Spontini (Ancona). Il premio per la “Viticoltura Sostenibile” è stato consegnato a Chiara Boschis, dell’azienda agricola E. Pira e figli, mentre quello “Slow Wine Coalition alla Solidarietà” è stato conferito a Giulio Francesco Bagnale, della cooperativa agricola Arteteke di Barile (Potenza), una realtà sociale nata nel 2017 con l’obiettivo di reinserire persone fragili e disabili. Infine, il premio alla carriera è stato consegnato a Francesco Marone Cinzano della cantina Col d’Orcia di Montalcino (Siena).

Il prossimo appuntamento con il vino secondo Slow Food sarà la terza edizione di “Slow Wine Fair”, l’evento dedicato al vino buono, pulito e giusto organizzato da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food, in programma dal 25 al 27 febbraio 2024.

”Tre bicchieri 2024″ a 45 vini veneti, novità Chiaretto di Bardolino

”Tre bicchieri 2024″ a 45 vini veneti, novità Chiaretto di BardolinoMilano, 6 ott. (askanews) – Sono 45 i vini del Veneto che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso.

Buoni risultati spiccano da un po’ tutti i territori della regione. In Valpolicella, secondo i degustatori della guida, “emerge una nuova consapevolezza, con vini autentici, dove la tecnica esalta il legame con il territorio e non insegue un modello vincente, con l’appassimento legato all’Amarone (12 quelli premiati) e quasi scomparso dai Valpolicella Superiore più interessanti. Il territorio recita da protagonista anche con vitigni di carattere internazionale, con i bordolesi di Colli Euganei e Berici che si contrappongono a quelli della provincia trevigiana con i primi più ricchi e solari e i secondi giocati più sull’eleganza e la tensione”. Tra i bianchi, i critici spiegano che “si possono assaporare Soave nitidi nell’espressione aromatica tipica e dal profilo gustativo fine e slanciato, Custoza in cui invece la ricchezza della piattaforma ampelografica permette interpretazioni molto differenti fra loro, ma che lasciano sempre emergere la forza delle colline moreniche del Garda”. E ottimi risultati emergono proprio dal bacino gardesano, “dove alla qualità indiscutibile dei migliori Bardolino fanno eco Chiaretto di personalità e grinta, nonché dalla Lessinia, sempre più terra di spumanti di carattere”. Per piccola Denominazione berico-scaligera Lessini Durello, i “Tre Bicchieri” sono raddoppiati grazie al “Lessini Durello Brut Nera Riserva 2015” di Fongaro e al “Lessini Durello Pas Dosé Metodo Classico Cuvée Serafino Riserva 2016” di Dal Maso. “Siamo molto fieri per questo risultato – ha dichiarato la presidente del Consorzio, Diletta Tonello – è un traguardo molto significativo soprattutto se lo leggiamo in rapporto ai piccoli numeri che da sempre contraddistinguono la nostra zona di produzione”. Per quanto riguarda il Prosecco, secondo i critici della guida “i migliori sono sempre più retti dalla sapidità più che dal residuo zuccherino: ne guadagnano in piacevolezza e versatilità”.

Sul fronte novità i fratelli Zeni, Mariano Buglioni e la famiglia Rubinelli fanno il loro debutto nell’esclusivo club delle aziende premiate “con vini dallo stile elegante e dinamico”, ma ci sono tanti vini nuovi anche per aziende già segnalate dal Gambero Rosso, come il Pinot Grigio Rivoli dei fratelli Fugatti, Il Valpolicella Case Vecie di Brigaldara, la Cuvée Serafino di Dal Maso o “l’imperdibile” Traccia di Rosa di di Le Fraghe della vignaiola Matilde Poggi”. Quello dell’azienda vitivinicola di Cavaion Veronese è il primo Chiaretto di Bardolino premiato dalla “Guida Vini d’Italia 2024”. “Traccia di Rosa è uno dei pochi vini rosa italiani ad uscire dopo un affinamento di un anno, segno che anche questa tipologia, con le uve e il territorio adatti, può dar vita a un vino longevo” ha commentato Poggi, sottolineando che “i ‘Tre Bicchieri’ è un riconoscimento che non solo premia il nostro impegno ma che dà prestigio all’intera Denominazione e al lavoro svolto in questi anni per affermare il valore del Chiaretto a livello nazionale e internazionale”. Matilde Poggi è una dei tre produttori italiani tra i 42 soci dell’associazione internazionale “Rosés de Terroirs” nata in Francia nel marzo 2021 con l’obiettivo di favorire la creazione, la promozione e lo sviluppo di un vero e proprio segmento di mercato dedicato ai rosé di terroir.

Lollobrigida a regata Barcolana a bordo di “Prosecco Doc Shockwave3″

Lollobrigida a regata Barcolana a bordo di “Prosecco Doc Shockwave3″Milano, 6 ott. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, farà parte dell’equipaggio del “Super Maxi Prosecco Doc Shockwave3” che l’8 ottobre gareggerà alla Barcolana 55, Il ministro farà parte dell’equipaggio della barca timonata da Mitja Kosmìna, assieme ad una squadra internazionale formata da 17 regatanti e coordinata dagli armatori Claudio Demartis e Pompeo Tria, e dal velista e team manager Riccardo Bonetti. Ospiti domenica a bordo della barca ci saranno anche la content creator Anna Folzi e la scrittrice e giornalista della Bbc, Leyla Kazim.

Lo ha annunciato il Consorzio uutela Prosecco Doc, spiegando che “è la prima volta in assoluto che il ministro Lollobrigida partecipa ad una regata e alla Barcolana in particolare, e come prima esperienza salirà proprio sull’imbarcazione da 90 piedi” sponsorizzato dal Consorzio. Sabato 7 ottobre alle 20.30 il ministro sarà allo stand del Masaf allestito all’interno del Villaggio Barcolana per valorizzare i prodotti della pesca e dell’acquacoltura italiana. “Sono davvero entusiasta che dopo anni di collaborazione con il Consorzio di tutela del Prosecco Doc – ha dichiarato l’imprenditore e armatore Demartis – ci sia a bordo una figura così importante per i nostri territori che offrono prodotti di eccellenza, con la speranza che possa essere di aiuto in quello che è un periodo difficile per il mondo della filiera agroalimentare”.

“Super Maxi Prosecco Doc Shockwave3” partecipa alla regata più grande del mondo per la 12esima volta: alla passata edizione era giunto secondo così come anche al recente Trofeo Bernetti che si è tenuto il 1 ottobre. “E’ un onore per noi ospitare il ministro Lollobrigida sulla ‘nostra’ barca” ha affermato il presidente del Consorzio, Luca Giavi, aggiungendo che “sarà l’occasione per celebrare una volta di più il legame esistente tra il Prosecco Doc e la città di Trieste che, molto probabilmente per prima al mondo, nel 1715, comprese l’importanza di certificare le proprie produzioni ‘per conservar il credito ai veri e genuini Prosecchi’”. “Sarà un’occasione per brindare assieme al ministro ma anche per ribadirgli, se vi fosse il bisogno, la necessità che la riforma sulle IG, in discussione a Bruxelles, risolva normativamente, una volta per tutte, i potenziali conflitti tra IG e menzioni tradizionali” ha proseguito Giavi, ricordando che è “un tema che ci tocca direttamente ma che riguarda, potenzialmente, tutte le denominazioni europee, e che, se non risolto, potrebbe incidere negativamente sulle future attività di tutela di molte denominazioni, non solo italiane”.

Nella “Prosecco Doc Lounge” costruita con container riciclati e collocata sulle Rive della Scala Reale di fronte a piazza Unità, dove è ormeggiato l’imbarcazione, saranno in degustazione le etichette di Prosecco Doc e Prosecco Doc Rosé di una quindicina di aziende. Anche quest’anno il Maxi di 90 piedi partecipa all’iniziativa “No plastic in the ocean”, progetto di One Ocean Foundation dedicato alla sensibilizzazione e alla mitigazione dell’inquinamento marino da plastica.

A “Sud Top Wine” premiati 69 vini su 700 provenienti da sei regioni

A “Sud Top Wine” premiati 69 vini su 700 provenienti da sei regioniMilano, 6 ott. (askanews) – Sono 69 i migliori vini del Sud Italia, selezionati da una giuria internazionale di giornalisti di settore in occasione della quinta edizione del concorso enologico “Sud Top Wine” promosso da Cronache di Gusto.

Oltre 700 i vini complessivamente degustati provenienti da sei regioni, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, tutti assaggiati alla cieca dalla giudici che hanno decretato tre vini vincitori per ciascuna delle 23 categorie del concorso. Ad assegnare i premi sono stati Wojciech Bonkowski, Master of Wine e direttore della rivista polacca “Ferment”, Federico Latteri di Cronache di Gusto, Anthony Rose, contributor della rivista “Decanter”, Eleonora Scholes del magazine on line russo “Spazio Vino” e Claudia Stern, giornalista della rivista “Vinum” e fondatrice di “Wine & Glory”. La cerimonia di premiazione si terrà a Taormina sabato 28 ottobre alle 15 all’Hotel Villa Diodoro nell’ambito di “Taormina Gourmet”, la tre giorni dedicata a masterclass, banchi d’assaggio e cooking show, in programma dal 28 al 30 ottobre prossimi. Durante la cerimonia, a cui parteciperanno il critico enologico Daniele Cernilli e alcuni dei giurati del concorso, sarà consegnata ai produttori la pergamena attestante il premio ricevuto.

Anche quest’anno a disposizione delle aziende premiate c’è un bollino da apporre sul collo della bottiglia del vino premiato, che riporterà il logo del concorso con l’indicazione “1st place” (per il primo classificato) e “Winner” (per il secondo e terzo classificato). I vini vincitori anche quest’anno avranno l’opportunità di essere promossi negli Usa attraverso la Colangelo & Partners, agenzia di comunicazione di New York dedicata al mondo del food & wine. L’attività di promozione prevede anche l’invio dei vini vincitori ad un gruppo di giornalisti europei per creare altre opportunità di visibilità alle Cantine vincitrici. Tra le novità di quest’anno, l’ampia postazione al Banco d’Assaggio di “Taormina Gourmet” dedicata interamente ai 69 vini premiati. “Il nostro intento è anche quello di riunire tutti gli assessori all’Agricoltura delle sei regioni coinvolte che simbolicamente sottoscriveranno il ‘Patto per la qualità’, a rappresentare l’interesse a difendere i prodotti più rappresentativi del Mezzogiorno” ha spiegato Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di gusto e ideatore del concorso “Sud Top Wine”, aggiungendo che “si tratterà di un momento mediatico importante attraverso cui siglare un’intesa al fine di migliorare le sinergie in questa area dell’Italia”.

Le bottiglie che si sono classificate al primo posto nelle 23 categorie sono state: Etna Doc Bianco Superiore Contrada Villagrande 2019 di Barone di Villagrande; Etna Doc Rosso Calderara 2020 di Calcagno; Eloro Doc Fontanelle 2016 di Curto; Sicilia Doc Grillo Riserva Grappoli del Grillo 2021 di Marco De Bartoli; Faro Doc Palari 2018 di Palari; Terre Siciliane Igt Carricante Sant’Andrea 2018 di Pietradolce; Taurasi Docg Quattro Cerri 2018 di Masseria Della Porta; Greco di Tufo Docg Puddinghe 2022 di Sanpaolo di Claudio Quarta; Fiano di Avellino Docg Riserva Erminia 2004 di Di Meo; Campi Flegrei Dop Falanghina Vigna Astroni 2019 di Cantine Astroni; Vesuvio Bianco Dop Contradae 61.37 2020 di Casa Setaro; Campania Aglianico Igt Dunsogno 2016 di Contrada Mito; Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Duca Sanfelice 2020; Calabria Igt Gaglioppo 2022 di Statti; Cirò Doc Bianco Mare Chiaro 2022 di Ippolito 1845; Aglianico del Vulture Doc La Firma 2016 di Cantine del Notaio; Gioia del Colle Primitivo Doc Colpo di Zappa 2020 di Donna Coletta-Leone De Castris; Negroamaro Salento Igt Renata Fonte 2022 di Hisotelaray; Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Ottagono 2015 di Torrevento; Vermentino di Gallura Docg Superiore Neulas 2022 di La Neula; Cannonau di Sardegna Doc Nepente di Oliena Carros 2019 di Fratelli Puddu; Etna Doc Rosato 2021 di Tornatore; Centocamere Metodo Classico Rosè Brut 2019 di Barone G.R.Macrì.

Vino, nasce l’Accademia Brunello per formare operatori internazionali

Vino, nasce l’Accademia Brunello per formare operatori internazionaliMilano, 6 ott. (askanews) – Nasce l’Accademia Brunello, un percorso di alta formazione voluto e organizzato dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino e rivolto a trader ed esperti internazionali. Il primo appuntamento è previsto il 9 ottobre, con una quattro giorni di focus assieme a dieci top buyer provenienti dagli Stati Uniti, primo mercato di sbocco per il principe dei rossi toscani. Il Master of wine Gabriele Gorelli curerà la giornata di formazione, mentre le successive visite presso alcune delle Cantine più rappresentative saranno coordinate da Jeff Porter e Claire Hennessy, sommelier e wine expert tra i più influenti negli Stati Uniti.

“Siamo convinti che per conoscere i nostri vini ci sia la necessità di capire come un piccolo vigneto, anche 10 o 20 volte meno esteso di quello dei nostri competitor internazionali, sia divenuto un’icona dell’enologia mondiale” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, aggiungendo he “Accademia Brunello è un tributo identitario a una terra in cui tutto, dal microclima al lavoro dell’uomo, contribuisce a renderla naturalmente vocata per la viticultura, oltre ad un progetto culturale che si concretizzerà anche attraverso un nuovo percorso reputazionale della denominazione, con la nomina dei futuri “Brunello di Montalcino Ambassador”. I dieci professionisti del vino statunitensi individuati sono operation manager, sommelier, proprietari e direttori beverage e di sviluppo di alcuni dei principali ristoranti di alta fascia e catene di ristorazione a stelle e strisce e provengono da sette città chiave degli Usa: New York, Chicago, Los Angeles, Washington, Charleston, San Francisco e Santa Barbara.

Il Consorzio ricorda che tutela quasi 3.200 gli ettari di vigneto iscritti a Doc e Docg. Di questi, 2.100 a Brunello, estensione rimasta invariata dal 1997, per una produzione media di nove milioni di bottiglie l’anno. E’ cresciuto invece il valore delle vendite, i Paesi buyer e l’economia del territorio, a partire dalle imprese del vino che, nell’arco di 13 anni hanno visto incrementare dal 37% al 63% il proprio patrimonio netto.

Ais: “Sommelier astemio”, un corso per ragazzi con bisogni speciali

Ais: “Sommelier astemio”, un corso per ragazzi con bisogni specialiMilano, 6 ott. (askanews) – Il 9 ottobre a Bari si terrà la prima edizione della “Giornata nazionale Ais della sostenibilità e della solidarietà” organizzata dalla sezione pugliese dell’Associazione nazionale sommelier (Ais), dove verranno presentati diversi progetti, tra cui il corso “Il sommelier astemio”.

Si tratta di un progetto dedicato ai ragazzi con “bisogni educativi speciali” (Bes), attraverso il quale in varie scuole e in numerose sezioni Ais, questi studenti speciali, non potendo assumere sostanze alcoliche, imparano a servire il vino, ad abbinarlo al cibo e a descriverlo con il solo uso della vista e dell’olfatto. Progetto che presto sarà completato con la creazione di una “masseria didattica” condivisa con il Comune di Bari, nella quale sarà realizzata una sala di formazione ed una enoteca con cucina per ampliare la proposta formativa con corsi di cucina e pasticceria inclusiva, in un contesto naturale autentico e da rispettare, arricchito da vigneti, uliveti e da un orto sensoriale con le piante aromatiche. “L’universo del vino diventa così strumento di inclusione sociale grazie a numerose iniziative dirette all’inserimento, nel mondo del lavoro, di ragazze e ragazzi con ‘bisogni educativi speciali’, senza trascurare la sostenibilità sociale ed ambientale” ha spiegato il vicepresidente Ais Puglia e delegato di Bari, Raffaele Massa, che il 9 ottobre illustrerà il corso “Il sommelier astemio” e il progetto della masseria didattica in via di realizzazione.

Durante la giornata, che prenderà il via alle 10 al Grande albergo delle nazioni di Bari, saranno presentati anche i progetti “Alba Vitae” (Sezione Ais Veneto), “Diversamente Sommelier” (Sezione Ais Marche) e l’esperienza “Sommelier astemi” della Regione Emilia-Romagna.

Cernilli: oggi il vino è molto di più di qualcosa soltanto da bere

Cernilli: oggi il vino è molto di più di qualcosa soltanto da bereMilano, 6 ott. (askanews) – Oltre ad essere uno dei critici enologici italiani più noti e apprezzati, Daniele Cernilli è anche uno dei più esperti conoscitori dell’affollato settore editoriale delle guide dei vini, dato che nei suoi quarant’anni di vita professionale ne ha fatte uscire complessivamente ben 35: 24 con il Gambero Rosso, una con Duemilavini dell’Associazione italiana sommelier e dieci con la sua DoctorWine. L’ultima sua “Guida essenziale ai vini d’Italia” l’ha presentata a Milano nei giorni scorsi e la ripresenterà l’8 ottobre allo Spazio 900 a Roma.

“Si chiama ‘essenziale’ perché noi non mettiamo tutti i vini delle Cantine che selezioniamo ma soltanto le cosiddette ‘specialità della casa’, quindi i vini migliori, e nelle intenzioni dovrebbe quindi essere la punta della piramide del vino italiano, con la massima qualità attribuita a meno di venti vini, come succede più o meno per i ristoranti della Michelin” racconta Cernilli parlando con askanews a margine della presentazione milanese, una due giorni di degustazioni con i vini selezionati di circa 240 Cantine, che ha richiamato quasi duemila persone. In quasi 600 pagine, il volume raccoglie 1.250 aziende e poco più di tremila vini, scelti da una squadra composta da una ventina di degustatori, tra cui tante donne. “Trentacinque guide significa che negli anni ho assaggiato almeno 150mila vini e ho scritto più di 10mila schede di prodotto” continua Cernilli, che in questi oltre quarant’anni di lavoro ha assistito all’evoluzione del mondo del vino italiano. “Il vino non è più semplicemente qualcosa soltanto da bere, ci sono tanti elementi, dal design delle etichette fino all’attenzione per l’ecosostenibilità, che lo arricchiscono di contenuti, non c’è soltanto il primato del sapore e gli aspetti organolettici, ma una concezione più olistica, complessiva: questo è cambiato e sta cambiando” spiega, un’evoluzione che si deve “all’introduzione delle Denominazioni di origine, che hanno portato il vino a non essere più semplicemente un prodotto merceologico ma un prodotto che lega la qualità alla sua origine, ma anche alla ‘brandizzazione’ sulla qualità”. Secondo il 68enne critico romano, il progressivo aumento della qualità media registrato in questi anni è evidente ed emblematico “nella produzione cooperativa: una volta i loro erano dei vinacci, ora non è assolutamente più così”. “E’ cambiata la prospettiva: ci si rivolge ad un pubblico che ha in generale una maggiore possibilità di spesa in relazione non soltanto alla qualità ma anche all’iconicità del vino, a ciò che rappresenta quello che è diventato una specie di ‘flacone del territorio’”.

In questa trasformazione generale, il tema del prezzo del vino, del suo valore e del suo posizionamento, sono elementi che tornano di attualità appena si manifesta il rischio di una contrazione del mercato, non tanto interno quanto internazionale, come indicano le stime per il 2024. Le proiezioni più fosche riguardano i vini delle fasce medio basse penalizzate dalla diminuita capacità di spesa del ceto medio, mentre, al contrario, viene dato in crescita il segmento dei vini di alta e altissima gamma quelli che si posizionato nella fascia più elevata di prezzo. Una forbice, che rischia di penalizzare in particolare i giovani e le fasce di popolazione meno abbienti. “Il vino è sempre stato un marker, un segnalatore della situazione economica generale” afferma Cernilli, spiegando che “parlare però di ‘democratizzazione dei consumi’ può essere un po’ demagogico: noi parliamo di alta moda, di automobili di lusso, e poi se un vino costa un po’ di più ci stracciamo le vesti. Se non è un atteggiamento ipocrita è perlomeno un pò contraddittorio”. “Non si capisce perché nei telegiornali ci sono servizi sulle sfilate di moda e non ci sono altrettanti servizi su prodotti alimentari di alta qualità, tra cui c’è anche il vino, e nemmeno perché Armani è una star, e non lo sono, per esempio, Gaja o Antinori” continua Cernilli, domandandosi retoricamente: “Perché va bene che un vestito di alta moda costi migliaia di euro, mentre è inaccettabile che una bottiglia di Masseto costi mille euro?”. Ma ogni ragionamento sull’evoluzione del vino italiano necessita di una base di partenza chiara. “Nel nostro Paese abbiamo circa 600mila ettari di vigneto, più o meno seimila chilometri quadrati (un po’ più della Liguria) e abbiamo quasi 300mila produttori, il che significa che ci sono poco più di 2 ettari per produttore di uva da vino, una parcellizzazione della produzione che è spaventosa” ricorda allora Cernilli, sottolineando che “quindi quelli che parlano di industria del vino in Italia mi fanno sorridere perché l’industria in Italia quasi non esiste: non c’è alcun Paese nel mondo vitivinicolo che abbia una concentrazione di cooperazione come in Italia, dove il 60% del vino è prodotto da cooperative che fanno poco più del 40% del fatturato totale, che significa che vendono ad un prezzo un po’ più basso di quello medio dei produttori privati”. Inoltre, aggiunge Cernilli, “in Italia assistiamo ad una progressiva diminuzione del consumo di vino che va avanti dagli anni Ottanta, quando si beveva più del doppio di quello che si beve oggi, che è meno di 40 litri procapite contro i quasi cento degli anni Settanta”. “Alcune bevande hanno sostituito il vino, tra cui anche l’acqua minerale in bottiglia, quindi c’è stato un depauperamento della base di consumo e un aumento del prezzo medio: beviamo meno ma beviamo meglio da un punto di vista qualitativo” prosegue, evidenziando che ora però “il rischio è la disabitudine a bere vino, con la conseguenza che se produrremo meno e avremo meno vigneti, assisteremo anche ad un cambiamento del paesaggio, perchè il vino non è solo qualcosa da bere: sono i muretti a secco, la gestione dei territori, e via discorrendo”.

Un altro rischio per il settore vitivinicolo, viene dai “vini dealcolati”, un mercato ancora di nicchia che gli analisti ritengono però in crescita esponenziale. “Sono molto sorpreso che molti sostenitori dei vini naturali lo siano anche dei vini senza alcol: ad unirli c’è una ‘medicalizzazione’ dello stile di vita, per cui se l’alcol fa male, il dealcolato è quasi più naturale” continua Cernilli dialogando con askanews, sottolineando che “questa è una sciocchezza tremenda, e tra l’altro per produrre i dealcolati servono dei macchinari talmente sofisticati e costosi che un piccolo produttore non potrà mai permettersi, e quindi c’è il rischio che questa tipologia finisca nelle mani della grande industria non del vino ma del beverage”. “Quindi non mi sorprenderei che tra una decina d’anni i vini dealcolati saranno fatti dalla Coca-Cola o dalla Nestlé, gruppi che in questo modo potranno entrare nel mondo della produzione vitivinicola” prosegue, ragionando anche sulla discussione in corso in Europa sui fondi Ocm, quelli per la promozione del vino e degli alcolici: “Molti sostengono che siccome l’alcol fa male allora non deve essere promosso ad alcun livello e questo teoricamente non vale per il vino dealcolato: quindi il rischio è che questi fondi vengano tolti ai piccoli e medi produttori per darli ai grandi gruppi. Potrebbe essere complottismo – conclude – però è uno degli scenari possibili e significherebbe cambiare il quadro della produzione vitivinicola italiana”.

Un bambino su 10 salta colazione, il pediatra: sia vissuta in famiglia

Un bambino su 10 salta colazione, il pediatra: sia vissuta in famigliaMilano, 6 ott. (askanews) – Se quasi nove italiani su 10 dichiarano di far colazione al mattino, un bambino su 10 la salta e uno su tre, ci dice l’Istituto superiore di sanità, consuma un pasto non adeguato o troppo veloce. Eppure dalla tenera età fino all’adolescenza, il primo pasto del mattino non andrebbe mai saltato: “Consumare un’adeguata colazione è infatti fondamentale per non far abbassare i livelli glicemici e non avvertire quel senso di fame durante tutta la mattina, che provoca voracità e un maggiore assorbimento di ciò che si mangia. Numerosi studi scientifici hanno inoltre appurato che nei bambini c’è un rapporto diretto tra il consumo di una colazione completa e la capacità di concentrazione a scuola, l’apprendimento, l’umore e la memoria”. A confermarlo è “A scuola di salute”, la guida dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù che, in collaborazione con Io comincio bene, l’iniziativa di Unione italiana food sulla prima colazione in Italia, ha ribadito la centralità della colazione nell’alimentazione dei più piccoli.

“Per i bambini – spiega Giuseppe Morino, pediatra dietologo dell’Ospedale Bambino Gesù – il salto della colazione è dovuto alla mancanza di appetito al mattino o alla fretta. Quando non si avverte fame al risveglio, il motivo va ricercato in una cena poco equilibrata o consumata troppo tardi, oppure in un sonno scarso e di pessima qualità. Il rimedio che i genitori possono adottare in questi casi è di proporre ai propri figli una cena equilibrata e mandarli a dormire a un orario adeguato alla loro età”. Saltare la prima colazione espone i bambini ad un maggior rischio di carenza di vitamine, oltre ad avere controindicazioni quali aumento di peso e irascibilità. Le ripercussioni sono molteplici: non solo si riduce il rendimento scolastico, ma aumenta anche la fame per la merenda del mattino, che spesso diventa eccessiva e con un carico elevato di carboidrati. “Fare colazione – osserva Morino – è utile anche per regolare l’appetito e può migliorare la risposta alla glicemia e aumentare la sensibilità all’insulina nel pasto successivo”.

Studi condotti dall’Istituto superiore di sanità hanno evidenziato come saltare la prima colazione già da bambini può persistere come pratica scorretta anche in età adulta: infatti, è durante l’infanzia che si costruiscono le principali abitudini, delle quali non potremo fare più a meno da adulti e che sarà difficile modificare nel tempo. “Per stimolare i bambini a fare colazione ogni giorno – consiglia Morino – è importante sforzarsi per farla diventare ‘un pasto vissuto in famiglia’. Sedersi al mattino tutti insieme, quando possibile; apparecchiare una bella tavola imbandita e colorata e variare il menù mattutino in base ai gusti di tutti i componenti del nucleo familiare”. “Una corretta alimentazione – conclude Morino – prevede al mattino il consumo di un pasto completo, costituito da una parte liquida (solitamente latte, ma per chi non lo ama o non lo tollera anche le bevande a base vegetale sono una buona alternativa) e una parte solida. Le quantità consumate dovranno variare in relazione all’età, prevedendo un apporto calorico di circa il 20% di tutte le calorie consumate giornalmente”.

Nutella omaggia le parole con la collezione in collaborazione con Treccani

Nutella omaggia le parole con la collezione in collaborazione con TreccaniMilano, 5 ott. (askanews) – Le parole e il significato che ciascuna di esse schiude ogni volta che le pronunciamo o le scriviamo, le leggiamo o le ascoltiamo. Sono loro le protagoniste della nuova edizione limitata di Nutella, realizzata in collaborazione con Treccani, da questo mese sugli scaffali dei supermercati.

La nuova collezione “Nutella parole” è un omaggio ai sentimenti in cui ci identifichiamo o che ci rappresentano. Grazie alla collaborazione con Treccani sono state selezionate 21 parole, una per ogni lettera dell’alfabeto, a cui è dedicato un vasetto della crema spalmabile, dalla ‘a’ di amore, alla ‘c’ di creatività, dalla ‘n’ di noi, alla ‘u’ di unicità. I vasetti della collezione si trasformano così in un dizionario di emozioni, ciascuno con una grafica realizzata ad hoc che si ispira alla parola e al mondo che evoca: una danzatrice che balla su un vinile per la ‘r’ di Ritmo, un sole che sorride per la ‘s’ di sorriso, un papavero rosso in un campo di fiori gialli per la ‘u’ di unicità.

Treccani ha messo a disposizione il suo database, indicando etimologia e significato di ogni parola e collaborando alla ricerca di curiosità per ciascuna di esse. Per la lettera ‘n’, ad esempio, è stata scelta la parola “noi”: al di là del suo uso come pronome di prima persona plurale, il noi “Nell’uso toscano può reggere un verbo al singolare con costruzione impersonale: noi si mangia alle otto; allora, noi s’andava tutti gli anni al mare” o che “può essere usato anche da oratori o scrittori che vogliono considerare gli ascoltatori o lettori come partecipi del proprio ragionare, o che intendono condividere con altre persone la paternità di quanto affermano o esprimono (si parla in questo caso di plurale di modestia): gli autori da noi citati”. Per approfondire etimologia, significato e curiosità di ognuna delle 21 parole, inoltre, da ottobre sono disponibili 21 brevi podcast della serie “Più che parole” che guidano alla scoperta di ciascuna parola, attraverso etimologia, riferimenti, curiosità, brani e approfondimenti.

Mulino Bianco: 2.172 aziende agricole aderiscono a Carta sostenibilità

Mulino Bianco: 2.172 aziende agricole aderiscono a Carta sostenibilitàMilano, 5 ott. (askanews) – Quasi 1.900 ettari di terreno colorati da fiori capaci di attrarre insetti impollintori come le api. Parliamo dell’equivalente di 2.500 campi da calcio che come un puzzle ogni anno si compongono grazie al contributo delle aziende agricole che aderiscono alla Carta del Mulino di Mulino Bianco. E da tre anni i campi più belli vengono premiati nell’ambito del concorso fotografico “I fiori del Mulino”.

Quest’anno sono i campi fioriti di Modena ad aggiudicarsi il primo e il secondo posto. A vincere, l’azienda Boscogranai di Gallerani Vittorio, un’impresa iscritta alla Carta del Mulino solo quest’anno ma che si è aggiudicata il gradino più alto del podio. Al secondo posto, l’azienda modenese Ferrarini Paolo, che aderisce alla Carta del Mulino da due anni. Al terzo posto, invece, c’è la società agricola S.Basilio del dottor Fabbri & Cdi Rovigo, da tre anni aderente alla Carta. A scegliere i campi fioriti più belli, una giuria composta da WWF e Mulino Bianco, che ha selezionato i migliori 20 scatti fotografici, e poi i consumatori, che hanno votato per scegliere i finalisti e il vincitore. Il progetto La carta del Mulino, partito nel 2019, oggi coinvolge oltre 100 prodotti col marchio del gruppo Barilla, un grande balzo in avanti rispetto ai 17 prodotti del 2020. In parallelo anche le imprese agricole che hanno aderito al disciplinare sono cresciute passando dalle 500 del 2020 alle 2.172 di oggi: solo nel 2023 queste realtà hanno prodotto 317.000 tonnellate di grano per 244.000 tonnellate di farina.

In base al disciplinare di agricoltura sostenibile per la produzione di grano tenero, ogni anno il 3% dei campi deve essere coltivato a fiori che favoriscono l’impollinazione, in modo da salvaguardare l’ecosistema di api e insetti e la biodiversità. E una ricerca scientifica dell’università di Bologna, confrontando i campi con le aree Fiori del Mulino con quelli senza, ha registrato che in 4 anni c’è stato un aumento del 64% di api selvatiche, 42% di farfalle e 40% di sirfidi. L’attenzione di Barilla per la sostenibilità però non si ferma qui, come afferma Orlando Visciano, responsabile della filiera sostenibile del grano tenero: “Abbiamo sviluppato con Xfarm, Cnr, Life cycle engineering una piattaforma digitale che, attraverso strumenti di agricoltura 4.0 e supporto alle decisioni, avrà lo scopo di guidare agricoltori ed operatori della filiera in scelte sempre più oculate e rispettose per l’ambiente”.

Inoltre Barilla contribuisce come unico partner al progetto di ricerca scientifica Sco-Rate (Soil organic carbon Rate), realizzato in collaborazione con l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche, che ha l’obiettivo di misurare la fertilità e la salute del suolo in modo semplice, veloce, accurato ed economico rispetto ai metodi tradizionali. Con questo nuovo approccio sarà possibile misurare e monitorare lo stato di salute dei suoli da remoto, attraverso le immagini satellitari, veicolando puntualmente le informazioni alle filiere in modo da supportare gli agricoltori che intraprenderanno il percorso di rigenerazione dei suoli e dei territori.