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Vino, Meritocrazia Italia: da Ue misure tempestive per crisi mercato

Vino, Meritocrazia Italia: da Ue misure tempestive per crisi mercatoMilano, 14 lug. (askanews) – Il settore vitivinicolo europeo si trova in un affanno crescente. Dopo l’aumento delle materie prime e dell’energia registrato l’anno scorso, oggi l’inflazione ha determinato un aumento dei prezzi e il calo del potere d’acquisto, che sta portando ad una progressiva diminuzione dei consumi in questo settore che in Italia è stimata intorno al 7%. In più, le giacenze accumulate durante il periodo pandemico per le difficoltà di mercato, sono aumentate dopo la ricca vendemmia del 2022 che ha fatto registrare un +4% di produzione di vino in Europa.

Sul tema è intervenuta Meritocrazia Italia, spiegando che “Francia e Spagna hanno già adottato il processo di distillazione per eliminare le eccedenze, liberando spazio nelle cantine, e per tenere sotto controllo i prezzi di mercato. Ma è evidente che il problema delle eccedenze e di un sistema bloccato sia una questione che coinvolge l’intero mercato europeo”. L’associazione quindi evidenzia che, allarmata per questa situazione, la Commissione Ue ha dato il via libera negli ultimi giorni ad una serie di misure straordinarie per tamponare gli attuali squilibri di mercato e stoccaggio, “che vanno dalla maggiore flessibilità per i programmi nazionali di sostegno al vino, alla scelta per la vendemmia verde quest’estate, fino all’incremento del tasso di cofinanziamento delle misure relative alla ristrutturazione, alla raccolta verde, fino alla promozione e agli investimenti dell’Ue, che passerà dal 50% al 60%”. “Fino al 15 ottobre 2023 i Paesi membri potranno inserire nel piano di sostegno la ‘distillazione di crisi’, in forza della quale sarà possibile distillare il vino piu? colpito dalla crisi di mercato” prosegue Meritocrazia Italia, aggiungendo che “le eccedenze saranno trasformate a spese dell’Ue, ma il vino distillato potrà essere utilizzato solo per scopi industriali come biocarburante, al fine di evitare eventuali distorsioni della concorrenza. Gli Stati membri – continua – sono tenuti a destinare la misura di distillazione alle Regioni o ai tipi di vino che presentano maggiori squilibri di mercato, che vengono individuati in base a valutazioni e criteri oggettivi, quali l’aumento corposo delle giacenze o la diminuzione del prezzo di vendita”. “Il bilanciamento finanziario, concesso ai vini ammissibili alla distillazione, sarà limitato a una quota dei recenti prezzi di mercato, per evitare abusi o sovracompensazioni conseguenti all’attuazione di questa misura, che è misura eccezionale” prosegue l’associazione, precisando che “gli Stati membri, inoltre, sono tenuti ad indicare alla Commissione, entro il 31 agosto, in che modo intendono attuare la misura in questione, avendo gli stessi la possibilità di integrare il finanziamento comunitario, per un importo non superiore a quello messo a disposizione dall’Ue, con fondi nazionali”.

“Dato il contesto – chiosa l’associazione – è senza dubbio da valutare positivamente l’intervento tempestivo della Commissione Ue, ma nel contempo, resta una certa perplessità rispetto alla decisione presa dalla stessa Commissione, a inizio anno, di consentire all’Irlanda di apporre sulle bottiglie di vino etichette che segnalano il prodotto come potenzialmente pericoloso per la salute, atteso che si tratta di misura che di certo influenza negativamente il consumo del prodotto”.

Protocollo tra Inl e Città del Vino regolamenta vendemmia turistica

Protocollo tra Inl e Città del Vino regolamenta vendemmia turisticaMilano, 13 lug. (askanews) – La vendemmia turistica è da oggi regolamentata grazie ad un protocollo d’intesa sottoscritto a Roma fra l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e l’Associazione nazionale Città del vino. Lo ha annunciato sui propri social la stessa Associazione, spiegando che l’accordo nazionale è stato firmato da Paolo Pennisi, direttore generale Inl e dal presidente di Città del Vino, Angelo Radica, nella sede centrale dell’Ispettorato.

Secondo quanto riferito, nel protocollo viene precisato “che la vendemmia turistica non può considerarsi un rapporto di lavoro, ma ‘si intende l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, circoscritta ad appositi spazi, avente carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata preferibilmente al soggiorno in strutture ricettive del territorio e/o alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato’”. Nel documento sottoscritto si evidenzia anche che “per lo svolgimento della vendemmia turistica non può essere corrisposto ai turisti alla stessa partecipanti alcun emolumento comunque denominato, né in denaro né in natura. L’attività è ristretta a poche ore alternativamente nella fascia oraria antimeridiana o postmeridiana e non può ripetersi per più di due volte nella stessa azienda vitivinicola nell’arco della stessa settimana”.

“Regolamentare la vendemmia turistica significa dare un importante impulso all’enoturismo, che in Italia vale già un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro e 14 milioni di presenze, ed è un’opportunità ulteriore per tutti i territori enologici” ha spiegato Radica, aggiungendo che “grazie a questo accordo le Cantine avranno tutta la tranquillità di far svolgere in sicurezza per i turisti una esperienza turistica, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro”. Inoltre, si legge nel protocollo, “i filari della vendemmia turistica devono essere resi riconoscibili e distinguibili dai luoghi ove i vendemmiatori professionisti svolgono la vendemmia ordinaria, con l’apposizione di idonei cartelli, inoltre andrà indicato nella dichiarazione al Suap o sportello equipollente, le coordinate mappali (foglio e particella) avendo cura di escludere in maniera tassativa lo svolgimento promiscuo delle due attività”. La vendemmia turistica si svolge sotto la supervisione continuativa dei referenti aziendali/tutor qualificati ovvero di personale aziendale dotato di adeguata e specifica formazione, nel rispetto delle normative locali di riferimento. I referenti aziendali/tutor dovranno vigilare sul rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza e garantire il perseguimento delle finalità culturali e ricreative dell’evento.

Durante lo svolgimento di tale evento ogni referente aziendale/tutor potrà seguire un numero di turisti non superiore a otto, salva diversa disposizione della normativa locale di riferimento. I referenti aziendali/tutor e i turisti impegnati nella vendemmia turistica dovranno indossare obbligatoriamente un cartellino identificativo o braccialetto identificativo rispettivamente con la scritta “tutor” e “vendemmiatore turista”. La vendemmia turistica dovrà svolgersi con modalità che assicurino la salute e sicurezza dei turisti, anche con riferimento alle attrezzature messe a disposizione degli stessi nonché agli indumenti e alle calzature indossate. Prima dell’inizio dell’attività di vendemmia, il tutor aziendale dovrà fornire al turista, le istruzioni adeguate sull’utilizzo delle attrezzature e i comportamenti da tenere durante le operazioni, vigilando, in presenza, sul rispetto delle istruzioni impartite. Ai turisti impegnati nella vendemmia turistica deve comunque essere interdetto sia l’utilizzo di qualsiasi macchina agricola sia lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico delle cassette da uva.

Consorzio Prosecco: borsa di studio per Cescon a ateneo di Pollenzo

Consorzio Prosecco: borsa di studio per Cescon a ateneo di PollenzoMilano, 13 lug. (askanews) – Il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, ha ricevuto dal presidente dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), Carlo Petrini, l’attestato di ringraziamento per il contributo erogato dal Consorzio a favore delle borse di studio dell’ateneo in memoria di Valerio Cescon, uno dei padri del Prosecco, scomparso nel settembre 2022 a 67 anni.

Ricordando l’alto profilo del presidente di “Vignaioli Veneto Friulani” e di “La Marca”, Zanette ha evidenziato come ricerca e formazione costituiscano due pilastri fondamentali per lo sviluppo del sistema vitivinicolo del Prosecco, pilastri a sostegno dei quali il Consorzio destina annualmente oltre un milione di euro. I riconoscimenti vengono attribuiti a tutti i sostenitori che nel corso dell’anno accademico si stanno impegnando al fianco dell’Università di Pollenzo nella promozione del diritto allo studio. Oltre al Consorzio Prosecco Doc, l’attestato è stato ritirato da Andriani Spa, Azimut, Banca d’Alba Credito Cooperativo, Cassa di Risparmio di Fossano, Consorzio per la Tutela dell’Asti, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, Fondazione del Ceresio, Frantoio Oleario Muraglia Savino e C., Fundación Reale Foundation, Guido Berlucchi e C, Imcd Italia, Longo un Mondo di Specialità, Nonino Distillatori, San Giacomo Charitable Foundation, Savini Tartufi, Slow Food Bra, e Timac Agro Italia.

Vino, eletto nuovo Cda Sistema Prosecco: Elvira Bortolomiol presidente

Vino, eletto nuovo Cda Sistema Prosecco: Elvira Bortolomiol presidenteMilano, 13 lug. (askanews) – Prosegue il progetto di Sistema Prosecco, la società nata nel 2016 dalla comune volontà dei tre Consorzi del mondo Prosecco, Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Consorzio Prosecco Doc e Consorzio Asolo Prosecco Docg, di mettere insieme le forze nella direzione di una sempre più serrata lotta alla contraffazione. Questo percorso verrà sostenuto dalla nuova presidente eletta, Elvira Bortolomiol, già alla presidenza del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene.

Al suo fianco il vicepresidente, Ugo Zamperoni (presidente del Consorzio dell’Asolo Prosecco Docg) e i consiglieri Stefano Zanette (presidente del Consorzio Prosecco Doc), Giancarlo Moretti Polegato (consigliere Consorzio Prosecco Doc e Consorzio Asolo Prosecco Docg), Franco Varaschin (consigliere Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg), Diego Tomasi (direttore Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg) e Luca Giavi (direttore Consorzio Prosecco Doc). In una nota, la società spiega che gli obiettivi che si propone la nuova presidenza sono “di continuità rispetto alle attività di monitoraggio, nazionale e internazionale su vari livelli, dai marchi alle vendite fino al web, contrasto a marchi che impropriamente utilizzano il termine Prosecco oppure nomi imitativi o evocativi, maggior divulgazione dei risultati raggiunti per rafforzare la tutela stessa e soprattutto una stretta collaborazione con le Istituzioni italiane, europee ed internazionali che possono continuare a consentire il raggiungimento di importanti risultati in termini di salvaguardia del prodotto simbolo del Made in Italy”.

“Mi riprometto di continuare il prezioso lavoro di chi mi ha preceduto – ha dichiarato Elvira Bortolomiol – solo restando uniti, avendo uno scopo comune, ossia la tutela delle Denominazioni, potremo collaborare al meglio, insieme, arginando così fenomeni dannosi e garantendo la massima trasparenza e informazione chiara al consumatore finale”.

Vino, parte in Sud America il “Chianti Lovers Latam Tour 2023″

Vino, parte in Sud America il “Chianti Lovers Latam Tour 2023″Milano, 13 lug. (askanews) – Promuovere la cultura del Chianti in Sud America: è la missione che si propone il “Chianti Lovers Latam Tour 2023″. La prima tappa è fissata in Venezuela, all’”Academia de sommeliers” di Caracas, dove il 13 e 14 luglio sono in programma l’ultima lezione e gli esami finali del master “Chianti Academy Latam”. Il vino, in questo caso, verrà abbinato a prodotti tipici come i formaggi, il cioccolato ed i celebri sigari Habanos. Il secondo appuntamento è invece per il 20 e 21 luglio in Messico, a Los Cabos, mentre il 24 e 25 luglio il tour si sposterà a Cancun, per l’ultima sessione di Academy: anche in questo caso si tratterà di due giorni scanditi da vini, esami e mix virtuosi con i prodotti tipici della gastronomia locale.

La trasferta del Consorzio Vino Chianti ha l’obiettivo “di favorire lo sviluppo della Denominazione Chianti in territori che sanno esprimere un retroterra peculiare e dinamico dal punto di vista dell’offerta gastronomica e che, tramite un percorso formativo portato avanti dal Consorzio, possono oggi ambire a creare abbinamenti sempre più seducenti”. “Dal 2019 ad oggi, sono 800 gli studenti che si sono diplomati alla ‘Chianti Academy Latam’” ha ricordato il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, precisando che “sono suddivisi tra Venezuela, Messico, Perù, Colombia, Cuba e Panama. Si tratta – ha aggiunto – di un momento di incrocio tra eccellenze che provengono da territori molto distanti, ma che messe a dialogo producono accostamenti mai banali, sovente intensi, sicuramente potenti”. “Un meccanismo che una volta avviato progredisce alimentandosi gradualmente con le esperienze e i racconti delle persone che formiamo” ha proseguito Busi, concludendo “così la cultura del Chianti, la nostra denominazione, si propaga in un territorio enorme e affascinante grazie ad una schiera di entusiasti ambasciatori”.

Vino, Schioppettino di Prepotto ottiene medaglia platino di Decanter

Vino, Schioppettino di Prepotto ottiene medaglia platino di DecanterMilano, 13 lug. (askanews) – È di Colli di Poianis il primo Schioppettino di Prepotto a conquistare la medaglia di platino di Decanter. Il rosso autoctono dell’azienda friulana “Schioppettino di Prepotto 2018 – Doc Friuli Colli Orientali”, si è aggiudicato lo storico risultato alla 20esima edizione dei “Decanter World Wine Awards”, attestandosi oltretutto come uno dei sei vini friulani ad aver mai raggiunto i vertici della classifica della celebre competizione mondiale, tra i quali solo due rossi. La giuria ha motivato i 97 punti assegnati al cru di Colli di Poianis parlando di “un trionfo di lamponi dolci, fragole selvatiche e frutti di bosco disidratati, con un nota d’incenso in sottofondo. Esaltato e sostenuto da tannini morbidi e leggiadri, da una vivace acidità e da un lussuoso tocco di pepe sul lungo finale”.

“Lo Schioppettino di Prepotto rappresenta la nostra essenza, le nostre radici, la nostra storia, il nostro terroir” ha affermato Gabriele Marinig, referente della Cantina udinese, spiegando che “è un vero e proprio cru che a metà del ‘900 rischiava l’estinzione ma fu salvato, insieme con altri vitigni friulani, grazie al lavoro degli agricoltori locali, incluso mio padre Paolino Marinig, che nel 1982 vinse il premio Nonino Risit d’Aur per il suo contributo”. Nel 1977, grazie alla richiesta del Consiglio Comunale di Prepotto, la varietà venne inclusa nell’elenco dei vitigni autorizzati. Dieci anni dopo vide il riconoscimento della Doc e nel 2008 della sottozona Schioppettino di Prepotto. Dei 132 ettari totali di Schioppettino in Friuli, 40 si trovano nel comune di Prepotto.

Il rosso autoctono di Colli di Poianis ha superato con successo le due fasi di selezione dei Decanter WWA, la prima delle quali ha registrato il record di vini in degustazione: 18.250 etichette valutate da assaggiatori esperti in produzioni regionali che hanno assegnato un giudizio iniziale, dal non classificato alle tre medaglie, bronzo, argento e oro. La seconda fase si è concentrata solo sulle medaglie d’oro, vale a dire i vini ai quali era stato assegnato il punteggio di 95. Dopo la conferma della valutazione da parte dei co-presidenti, i vini sono stati riassaggiati e quelli che hanno dimostrato qualità e personalità eccellenti hanno ricevuto la medaglia di platino.

Vino, “Meunier Champagne e Pizza” di Corciano vince Asti Docg Award

Vino, “Meunier Champagne e Pizza” di Corciano vince Asti Docg AwardMilano, 13 lug. (askanews) – La pizzeria “Meunier Champagne & Pizza” di Corciano (Perugia) si è aggiudicata l’”Asti Docg Award”, il premio per la miglior carta dei vini firmato dal Consorzio Asti Docg assegnato ieri sera al Teatro Argentina di Roma nel corso della tappa italiana di “50 Top Pizza 2023” che ha visto l’incoronazione delle migliori pizzerie italiane.

Si tratta della quarta tappa del viaggio della guida online dedicata alle migliori pizzerie al mondo iniziato il 3 maggio con la data europea di Barcellona che ha assegnato l’Asti Docg Award a “Via Toledo Enopizzeria” di Vienna (quarta nella classifica europea) per la sua wine list composta da oltre 150 etichette proposte in abbinamento alle pizze elencate in menù. Dalla Spagna al Giappone con 50 Top Pizza Asia-Pacific che a fine maggio ha visto L’Oliva di Bangkok (29esima nella classifica asiatica) prevalere “grazie ad una carta beverage dal respiro internazionale”. E, prima di atterrare sulla Penisola, a giugno scalo a New York dove l’appuntamento con le prime 50 pizzerie a stelle a strisce ha riconosciuto come miglior wine list quella dell’”Ops” di Brooklyn (13esima nella classifica americana), che vanta una selezione che viene aggiornata settimanalmente. Il prossimo appuntamento di “50 top pizza” sarà il 13 settembre al teatro di corte del Palazzo Reale di Napoli, con la premiazione delle migliori pizzerie del globo. Sempre nella città partenopea il 23 novembre verrà infine resa nota la “50 Top World Artisan Pizza Chains”, la classifica riservata alle catene di pizzerie artigianali.

Enoturismo, l’argentina Catena Zapata è “World’s Best Vineyards 2023″

Enoturismo, l’argentina Catena Zapata è “World’s Best Vineyards 2023″Milano, 13 lug. (askanews) – L’argentina Catena Zapata ha vinto il “World’s Best Vineyards 2023” (WBV), il concorso mondiale per l’enoturismo lanciato a Londra dalla William Reed nel 2019 e giunto alla quinta edizione. Sette le aziende italiane entrate nella classifica delle migliori cento, con Ceretto che è risultata la migliore attestandosi al 29esima posto, seguita da Villa Sandi 53esima, Tenuta San Leonardo 59esima, Donnafugata 62esima, Tenuta Cavalier Pepe 65esima, Castello Banfi 87esima e Ferrari Trento 99esima. Antinori nel Chianti Classico, Cantina vincitrice della scorsa edizione, è invece entrata nella “Hall of fame”.

Dopo la pubblicazione online la scorsa settimana delle posizioni dalla 51esima alla 100esima, la Top 50 è stata svelata ieri durante una cerimonia alla Bodegas Beronia in Rioja (Spagna) . Nelle cinque posizioni, subito dopo la Cantina vincitrice, sono entrate la spagnola Bodegas de los Herederos del Marqués de Riscal, la cilena VIK, la sudafricana Creation e la francese Château Smith Haut Lafitte. I parametri del concorso sono tanti ma è l’esperienza complessiva che definisce il valore dell’accoglienza in cantina. Ognuno dei 22 Paesi dispone di un proprio panel di 36 tra sommelier, giornalisti ed esperti nel settore enoturistico ed enogastronomico guidati da un capo-panel che per l’Italia è la critica enogastronomica Chiara Giorleo. Sette le preferenze a testa da assegnare tra Cantine del proprio Paese e estere, da indicare liberamente con tanto di motivazioni per arrivare al calcolo finale cui concorrono i voti di tutti i panel.

Il libro di Masini sulla biodinamica occasione di dibattito a Roma

Il libro di Masini sulla biodinamica occasione di dibattito a RomaMilano, 13 lug. (askanews) – “La biodinamica ha dimostrato di essere un metodo vincente, così come lo sono i suoi preparati, ad esempio il corno letame. Mi piace paragonare gli agricoltori biodinamici a dei monaci Benedettini, perché entrambi basano il loro operato sia sul lavoro manuale che sul pensiero spirituale”. A parlare è Stefano Masini, curatore e co-autore del libro “Biodinamica: stregoneria o agroecologia” edito da Slow Food Editore nella collana “Terra Madre”.

Il volume è stato presentato nei giorni scorsi a Palazzo Theodoli a Roma, con il sostegno di Demeter Italia, associazione con oltre 700 aziende agricole e alimentari biodinamiche, ed è stata l’occasione per ragionare su un modello produttivo rispettoso dell’ambiente e dell’uomo. Il libro di 176 pagine con l’introduzione di Carlin Petrini, nasce dalle polemiche legislative scoppiate l’anno scorso dopo il mancato riconoscimento della biodinamica, al pari del biologico, tra le tecniche sostenibili scientificamente approvate, scatenando un acceso dibattito nel mondo politico e tra gli attivisti e i sostenitori dell’agroecologia. Dodici firme autorevoli (oltre a Masini e Petrini, Erik W. Baars, Piero Bevilacqua, Sergio Maria Francardo, Marino Niola, Francesco Sottile, Simone Vieri e Adriano Zago) spiegano che cosa sia la biodinamica e perché non vada demonizzata ma vista come custode dei nostri fragili equilibri ambientali. La presentazione, a cui hanno partecipato tra gli altri esperti, giornalisti e rappresentanti istituzionali, è stata un’occasione per accrescere la consapevolezza sul metodo biodinamico di fare agricoltura e per instaurare un dialogo sui suoi aspetti etici e attuali. Marco Cerreto, membro della Commissione Agricoltura della Camera, ha affermato che “il governo dovrebbe porre attenzione alla biodinamica, un vero e proprio approccio agricolo dal punto di vista culturale e olistico”, mentre la deputata Maria Chiara Gadda, promotrice della legge sulle produzioni agricole con metodo biologico, ha sottolineato che occorre riprendere il discorso sull’agricoltura biodinamica proprio perché non è stata inclusa nella regolamentazione.”La biodinamica è un fenomeno su larga scala basato su un’economia reale: non si tratta solo di piccole aziende ma anche di imprese di dimensioni considerevoli che talvolta si basano su grandi numeri”. “Nei vari settori l’agroalimentare ha la priorità assoluta e occorre valorizzarlo, contrapponendosi a un’economia globalizzata dominata dai ‘big’” ha spiegato il presidente di Coldireti, Ettore Prandini, aggiungendo che “con la biodinamica è possibile porre l’accento sulla qualità del cibo e sulla biodiversità, patrimoni culturali del nostro Paese”. Concetto esteso dal docente della Sapienza di Roma, Simone Vieri, che ha evidenziato come “la nostra alimentazione è sempre più standardizzata e la biodinamica, con il suo approccio, potrebbe rappresentare una vera ‘alternativa’: ricercare un equilibrio nel settore agricolo costituisce la grande sfida per raggiungere la sostenibilità”.

“L’anno prossimo ci sarà il centenario di quelle che furono le 8 conferenze di Rudolf Steiner: dopo 100 anni, la biodinamica è rimasta la stessa, ovvero sinonimo di qualità e pratiche che orientano la scelta del consumatore” ha chiosato il presidente di Demeter Italia, Enrico Amico, ricordando che “ogni azienda Demeter (in primo luogo certificata biologica) rappresenta infatti un organismo in salute, e così lo sono anche i suoi ‘organi’: suolo, piante, animali e agricoltore, quest’ultimo maestro d’orchestra di un sistema integrato dove tutto è in armonia”.

Osservatorio Nestlé: la Cucina Futurista è ancora tra noi

Osservatorio Nestlé: la Cucina Futurista è ancora tra noiMilano, 13 lug. (askanews) – La cucina futurista influenza ancora oggi le nostre abitudini alimentari, anche se i gusti e la consapevolezza alimentare degli italiani si stanno evolvendo verso una cucina ugualmente originale e ricca ma più sana, che tiene conto delle influenze di altre culture e dell’accresciuta informazione in merito ad un’alimentazione equilibrata. E’ quanto emerge da molti studi dell’Osservatorio Nestlé, che dal 2009, sonda i comportamenti e gli stili di vita e di alimentazione del nostro Paese. Tanto da arrivare a parlare di una nuova cucina Mediterranea-Futurista.

Grazie all’incondizionata passione italiana nei suoi confronti, la pasta è sopravvissuta alla bizzarria della cucina futurista dei primi del 1900 che ne auspicava l’abolizione. Ma la pasta non era l’unica stravaganza presa di mira dal movimento: i futuristi hanno infatti cercato di diffondere un tipo di cucina fuori dagli schemi che, semplificandone i principi, potremmo riassumere con l’abolizione (pasta a parte) delle posate e dei condimenti tradizionali, la proposta di accostamenti estremamente audaci di ingredienti, ricette dai nomi singolari e con un originale modo di presentarle, un approccio al cibo sicuramente innovativo per l’epoca. Un retaggio culturale che ci ha influenzato tutti, anche chi chef non è se, come emerso dall’ultimo studio dell’Osservatorio Nestlé, il 63%, quindi la maggior parte degli italiani e in primis i 25-34enni, alla domanda diretta “Conosci la cucina futurista?” afferma senza esitazioni di conoscerla, a fronte del rimanente 37% che ne sa molto poco, soprattutto nel range di età 45-64, probabilmente meno desiderosi di spingersi oltre la cucina classica oppure meno curiosi di sperimentare. Ma a seguire i principi propri della cucina futurista è proprio l’85% degli italiani (prevalentemente donne, 87%) che ritiene cruciale l’armonia tra forma e colore nella presentazione di un piatto. Effettivamente questo principio si è ormai diffuso e sono molti ad affermare che nutrire gli occhi e stimolare la fantasia prima di stimolare il palato, rende il pasto un’esperienza che va oltre il semplice nutrimento.

“Il manifesto della cucina futurista – ha detto Giuseppe Fatati, presidente dell’Osservatorio Nestlé e presidente di Italian Obesity Network – sovverte i comportamenti e il modo abituale di consumare il pasto. Marinetti scrive: ‘Consultiamo le nostre labbra, la nostra lingua, il nostro palato, le nostre papille gustative le nostre secrezioni ghiandolari ed entriamo genialmente nella chimica gastrica’. Questa affermazione contiene una intuizione geniale! Solo recentemente è stato dimostrato che i recettori del gusto sono presenti non solo nel cavo orale ma anche, ad esempio, nel tratto gastroenterico e sono in grado di influenzare la risposta endocrino metabolica al cibo. Il Manifesto della cucina futurista si proponeva di rompere gli schemi e superare l’alimentazione tradizionale attraverso i sapori, i colori, gli odori e i rumori. Il piatto con le vivande come opera d’arte. Attualmente, possiamo suggerire forse un po’ troppo arditamente, che è in atto un armistizio perché nella cucina moderna i prodotti base rimangono quelli tradizionali (tavola del contadino), le porzioni e i grassi seguono gli indirizzi delle linee guida per una sana alimentazione (dieta mediterranea), i piatti sono ben guarniti, gli accoppiamenti arditi dolce salato non dispiacciono e in cucina vengono utilizzati strumenti tecnologici”.