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Riforma Ig, Qualivita: importante per ruolo Consorzi in enoturismo

Riforma Ig, Qualivita: importante per ruolo Consorzi in enoturismoMilano, 21 apr. (askanews) – “Qualivita ha sostenuto con forza l’introduzione nel nuovo regolamento degli aspetti legati alla promozione dell’enoturismo e delle funzioni di coordinamento dei Consorzi di tutela, dopo aver sostenuto negli anni le numerose esperienze delle filiere Dop e Igp italiane, sempre più al centro dell’offerta turistica nazionale”. Lo ha dichiarato il dg di Fondazione Qualivita, Mauro Rosati, commentando l’approvazione, ieri, della bozza di Regolamento delle Ig da parte della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

Secondo Rosati, una delle novità più importanti del Regolamento riguarda infatti la definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di tutela attraverso l’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione del ‘Turismo Dop’, ossia il turismo enogastronomico legato a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione geografica”. “Il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela permetterà loro di collaborare concretamente con il Masaf, di concerto con le istituzioni di settore come ministero del turismo ed Enit, per prendere parte a iniziative di promozione internazionale che possono essere ulteriore leva di crescita molto importante” ha proseguito Rosati, parlando di “un’iniziativa che può dare già nel breve periodo dei riscontri tangibili alle Dop e Igp italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni”.

Per quanto riguarda il settore specifico DOP IGP, l’Osservatorio Qualivita, solo nel 2022, ha contato “oltre 230 eventi organizzati dai Consorzi di tutela fra degustazioni, visite outodoor, festival e iniziative che hanno risposto alla richiesta dei cittadini di esperienze vere nei territori del cibo e del vino”. A questo aspetto, sempre secondo la Fondazione, “si aggiungono numerosi elementi positivi legati al coordinamento dei Consorzi di tutela: dalla formazione di un consumatore consapevole attraverso attività esperienziali, capaci di trasferire tutti i valori della filiera come il ‘saper fare’, i fattori ambientali, il patrimonio artistico e culturale o quello storico e sociale fino all’introduzione di una gestione sostenibile coordinata sul territorio in grado di salvaguardare le risorse naturali degli areali”.

Consorzio Barbera Asti e Vini Monferrato: in arrivo buyer dall’Asia

Consorzio Barbera Asti e Vini Monferrato: in arrivo buyer dall’AsiaMilano, 21 apr. (askanews) – Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si prepara ad accogliere, il 24 aprile, una dozzina tra operatori del settore e giornalisti provenienti da Giappone, Taiwan, Corea del Sud, Singapore e Vietnam nell’ambito del progetto “Sustainable Wines from Europe”.

“Costruire una relazione solida e continuativa con l’Asia è fondamentale per avere una crescita progressiva che coinvolge i produttori” ha affermato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, parlando di “un rapporto che va costruito non solo portando le nostre eccellenze direttamente in quei mercati, ma ospitando buyer e operatori asiatici nei nostri territori, mostrando loro cosa si cela dietro un calice di vino: storia, cultura, tradizioni, radici indissolubili con il terroir di provenienza”. “Per questo, come Consorzio, stiamo lavorando per una promozione unitaria, che coinvolga pienamente non solo la cultura del vino insita nel Monferrato ma anche cultura gastronomica, artistica, storica” ha proseguito Mobrici, concludendo “siamo un territorio che può offrire molteplici opportunità e siamo pronti a farle scoprire anche ad un mercato in crescita come quello asiatico” Sviluppato nell’ambito dei progetti europei volti alla promozione dei prodotti di qualità europea, “Sustainable Wines from Europe” è promosso insieme con la DO spagnola La Mancha e il Consorzio Vini d’Abruzzo.

Sempre con il sostegno di questo progetto europeo, prossimamente il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato coinvolgerà anche gli operatori cinesi del settore Horeca, attraverso iniziative digitali come “V2B Wine Meetings”, dove una rosa di aziende consorziate offriranno dei “wine tasting” online a potenziali nuovi clienti.

Vino, sistema ville-fattoria Chianti Classico candidato a sito Unesco

Vino, sistema ville-fattoria Chianti Classico candidato a sito UnescoMilano, 21 apr. (askanews) – “Il sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico” è stato ufficialmente inserito nell’elenco della Lista propositiva italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità. Lo ha reso noto la Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico, sottolineando che si tratta del primo passo nel percorso per raggiungere il riconoscimento universale Unesco.

La proposta, avanzata dalla Regione Toscana, è stata ideata e curata proprio dalla Fondazione guidata dalla presidente Tessa Capponi Borawska, con unanime condivisione di tutte le Amministrazioni comunali del territorio. Lo studio, ripreso nel 2019 sotto la guida della responsabile scientifica Paola Eugenia Falini, “si basa non solo sulla conoscenza approfondita dell’ampia letteratura di settore, ma anche su numerose e specifiche osservazioni sul campo, che hanno messo in luce sempre più chiaramente i caratteri di unicità che identificano il territorio del Chianti Classico in maniera inequivocabilmente distintiva”. “La Fondazione ha organizzato scrupolosamente e con rigore scientifico tutta l’analisi preliminare alla presentazione della richiesta formale di inserimento nella lista propositiva italiana” ha raccontato Capponi Borawska, aggiungendo che “è con grande entusiasmo che adesso proseguiremo i lavori per la presentazione del dossier finalizzato all’ottenimento dell’ambito riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità”.

“Un passaggio molto atteso di cui sono felice, risultato di un impegno attento e scrupoloso” ha dichiarato il presidente della Regione, Eugenio Giani, evidenziano che “questa tappa adesso ci dà rinnovato entusiasmo per proseguire a lavorare di concerto come abbiamo fatto finora”. “Il Chianti Classico, una delle immagini iconiche della Toscana nel mondo, rappresenta di per sé un valore culturale della nostra regione e del nostro Paese, e con l’iscrizione al patrimonio Unesco potrà esaltare a pieno titolo il suo ruolo” ha proseguito il governatore, concludendo “per farlo possiamo contare sulla capacità di questo territorio di fare rete e sulla sua storica vocazione a produrre crescita e sviluppo attraverso la collaborazione, l’unione di risorse e una visione aperta e condivisa del futuro, presupporti che ci danno la forza e l’energia per continuare il percorso”.

Non solo Trentodoc, Maso Martis presenta il suo Muller Thurgau

Non solo Trentodoc, Maso Martis presenta il suo Muller ThurgauMilano, 21 apr. (askanews) – Non solo Trentodoc, ma un vino fermo prodotto in purezza da uve Muller Thurgau coltivate a 800 metri di altitudine. E’ “Al+Ma 800”, la novità che Maso Martis, Cantina nota da trent’anni per le diverse declinazioni del suo ottimo metodo classico, presenta in questi giorni.

Figlio della prima vendemmia tenuta a settembre 2022, questo interessante bianco di montagna segna anche il debutto di Alessandra e Maddalena (figlie dei fondatori Antonio Stelzer e Roberta Giuriali), le cui loro prime due lettere formano il nome della nuova referenza (Al+Ma). Sorelle che, incastonate tra le loro montagne, appaiono anche sulla colorata illustrazione in etichetta che sembra ispirata dalle opere del grande artista trentino Fortunato Depero. “All’inizio dell’anno scorso, a seguito del passaggio generazionale, abbiamo acquistato due ettari di vigneto in località Pragrande a Montevaccino, poco distante dalla nostra Cantina, che dal 2010 erano coltivati a Muller Thurgau su un terreno di materiali glaciali misti, con abbondante componente porfirica” ha raccontato Alessandra, aggiungendo che si tratta di “un terroir particolare che ci ha spinto a pensare a questo nuovo progetto, di cui oggi possiamo dire di essere orgogliose”.

“Le uve vengono vendemmiate a mano e immediatamente sottoposte a pigiatura soffice, a cui segue una macerazione in pressa di circa 7 ore a temperatura controllata (10-12 gradi) per estrarre i precursori aromatici della varietà” ha spiegato, precisando che “la fermentazione avviene con lieviti selezionati in serbatoi di acciaio, per poi essere imbottigliato la primavera successiva alla vendemmia”. Muller Thurgau “anomalo” per la sua spiccata ma elegante mineralità, questo Igt Vigneti delle Dolomiti debutta sul mercato con una “tiratura” di circa 12mila bottiglie. La Cantina (spumantistica) Maso Martis è nata nel 1990 e sorge a 450mt di altitudine ai piedi del Monte Calisio. Oggi conta su una dozzina di ettari di vigneto di proprietà condotti a regime biologico, con una produzione di circa 100mila bottiglie all’anno vendute per il 95% in Italia e per il resto tra Europa, Giappone e Stati Uniti.

Oiv: nel 2022 consumo mondiale di vino a 232 mln hl, -1% sul 2021

Oiv: nel 2022 consumo mondiale di vino a 232 mln hl, -1% sul 2021Milano, 20 apr. (askanews) – Nel 2022 il consumo mondiale di vino è stato stimato in 232 milioni di ettolitri, con una diminuzione di circa 2 milioni rispetto al 2021 (-1%). Una leggera ma regolare decrescita che si è registrata a partire dal 2018 e imputata principalmente al calo dei consumi in Cina, che da quell’anno ha perso in media due mln hl all’anno. Il primo mercato al mondo rimane quello degli Stati Uniti con un volume stimato in 34 milioni di ettolitri, che con +3% sul 2021 è tornato ai livelli pre-pandemici. Sono alcuni dei dati emersi dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Secondo quanto spiegato, nel 2021 il ritorno alla normalità dopo le restrizioni per la pandemia da Covid-19, hanno fatto registrare praticamente in tutto il mondo una significativa crescita dei consumi, ma nel 2022 la guerra in Ucraina, la crisi energetica e le interruzioni della catena di approvvigionamento globale, hanno determinato un’impennata dei costi di produzione e distribuzione che si sono tradotti in un considerevole aumento dei prezzi del vino per i consumatori, che hanno reagito in maniera diversa a seconda dei Paesi. Secondo le “stime” fatte da Oiv l’anno scorso il consumo nell’Unione europea si è aggirato intorno ai 111 mln hl, il 48% del consumo mondiale segnando un -2% sul 2021 e un dato leggermente al di sotto della media degli ultimi dieci anni ma notevolmente inferiore a quello del 2000 quando rappresentava ben il 59% del consumo mondiale. Sempre secondo l’analisi dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, la causa sarebbe l’effetto combinato dell’aumento di nuovi mercati e la riduzione complessiva del consumo di vino nei Paesi produttori tradizionali dell’UE, che oggi consumano complessivamente circa 20 milioni di ettolitri in meno rispetto al 2000 (-15%)”.

Nel 2022 tra i Paesi dell’Ue, la Francia con 25,3 mln hl è il mercato più grande (il secondo al mondo), seguito dall’Italia (terzo al mondo) che ha un consumo stimato in 23 mln hl in calo del 5% rispetto al 2021 ma in linea con la sua media quinquennale. Nella classifica dei primi dieci mercati, c’è poi la Germania al quarto posto (19,4 mln hl, -3% sul 2021), seguita dal Regno Unito (12,8 mln hl, -2%), dalla Russia (10,8 mln hl, +3%), dalla Spagna (10,3 mln hl, -0,1%), dalla Cina (8,8 mln hl, -16,6%), dall’Argentina (8,3 mln hl, -1,3%) e dal Portogallo (6 mln hl, +14%). Da segnalare infine le stime dell’Oiv sul consumo nel 2022 in Sudafrica, che si è attestato sui 4,6 mln hl, livello è il più alto mai registrato, con un aumento del 16% rispetto al 2021.

Vino, Oiv: superficie vigneto mondiale 7,3 mln ha, invariata da 2017

Vino, Oiv: superficie vigneto mondiale 7,3 mln ha, invariata da 2017Milano, 20 apr. (askanews) – Nel 2022 la superficie viticola mondiale è risultata di circa 7,3 milioni di ettari (-0,4% sul 2021, e sostanzialmente invariata dal 2017). Il dato (che comprende viti per tutti gli usi e piante giovani non ancora produttive) è emerso dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Il vigneto europeo misura complessivamente 3,3 milioni di ettari, con la Spagna che rimane la zona viticola più grande del globo, con circa 955mila ettari registrati nel 2022 (-0,8% rispetto al 2021). Segue la Francia che ha aumentato le dimensioni del suo vigneto (+ 0,8% sul 2021) attestandosi l’anno scoso a 812mila ettari. L’Italia è al quarto posto con 718mila ettari di superficie vitata, dimensione che si è stabilizzata dopo l’espansione registrata tra il 2016 e il 2020. Il terzo posto della classifica è occupato dalla Cina, il cui vigneto nel 2022 è rimasto pressoché invariato rispetto all’anno precedente, con circa 785mila ettari. Anche se la superficie dei vigneti continua a diminuire dal 2000, la Turchia nel 2022 si attesta al quinto posto con circa 410mila ettari. A seguire Stati Uniti (390mila ha in costante calo dal 2014), Argentina (207mila ha), Cile (196mila ha), Portogallo (193mila ha) e Romania (188mila ha).

Oiv: nel 2022 produzione mondiale vino -1% su 2021, stabile da 4 anni

Oiv: nel 2022 produzione mondiale vino -1% su 2021, stabile da 4 anniMilano, 20 apr. (askanews) – L’anno scorso la produzione mondiale di vino (esclusi succo e mosto) è stata stimata in 258 milioni di ettolitri, in flessione di un punto sull’anno precedente ma sostanzialmente stabile per il quarto anno consecutivo, e solo leggermente al di sotto della sua media ventennale. Nel 2022 nell’Ue, la produzione è stata di 161,1 milioni di ettolitri, in crescita di 4 punti sul 2021 ma in linea con la media degli ultimi cinque anni. E’ quanto emerso dal punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale fatto dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella sua sede a Digione, in Borgogna (Francia).

Nel 2022 Italia (49,8 mln hl), Francia (45,6) e Spagna (35,7) hanno rappresentato il 51% della produzione mondiale di vino. Se il dato che riguarda il nostro Paese è relativamente stabile (-1% sul 2021 e +2% sulla media dell’ultimo quinquennio), quello della Francia registra invece +21% sull’anno precedente e un +7% sugli ultimi cinque anni. La produzione in Spagna nel ’22 è stata stabile sull’anno precedente (+1%) ma in calo sull’ultimo quinquennio (-5%). Tra gli altri principali Paesi della UE, la Germania è l’unico ad aver registrato un aumento della produzione di vino arrivando nel 2022 a 8,9 mln hl (+6%). Le altre Nazioni hanno registrato variazioni negative sul 2021: Portogallo (-8%), Romania (-19%), Austria (-5%) e Grecia (-14%), con quest’ultima che con 2,1 mln ha toccato il volume di produzione più basso degli ultimi decenni. Fuori dalla Ue, dati 2022 su 2021, crescono la Georgia (+2% con 2,1 milioni di ettolitri) e la Svizzera (+63% e +15% sull’ultimo quiquennio, con 1 mln hl), mentre cala la produzione negli Stati Uniti (-7% e -9% sula media quinquennale) e continua il crollo di quella cinese (-29%, con 4,2 mln hl). Il Cile, che nel 2022 con 12,4 mln hl si è confermato il più grande produttore del Sud America, ha segnato un calo rispetto all’anno precedente (-7%) ma una crescita sulla sua ultima media quinquennale (+7%), a differenza dell’Argentina (-8% con 11,5 mln hl, e -9% sugli ultimi cinque anni). Il Brasile ha invece ingranato la marcia arrivando a 3,2 mln hl (+9% e +14% sulla media quinquennale). Seppur con un calo del 6% sul 2021, i volumi di vino prodotti in Sudafrica nel 2022 (10,2 mln hl) sono comunque tornati sui livelli medi di produzione pre-siccità, calamità che dal 2015 ha pesantemente penalizzato il grande Paese africano.

Per quanto riguarda l’Oceania, l’Oiv ha evidenziato che nel 2022 l’Australia ha prodotto 12,7 mln hl (-14% sul 2021), un dato in linea con media degli ultimi cinque anni, al contrario della Nuova Zelanda che è arrivata a produrre ben 3,8 mln hl (+44%), un record assoluto, raggiunto nonostante nel 2021 avesse avuto una vendemmia più bassa della media.

Riforma IG, Confagricoltura: ComAgri ha accolto molte nostre richieste

Riforma IG, Confagricoltura: ComAgri ha accolto molte nostre richiesteMilano, 20 apr. (askanews) – Con il voto di oggi della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche (IG) “sono state accolte molte istanze presentate da Confagricoltura che mirano a rafforzare la protezione delle Dop e Igp, a snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo”. Lo ha dichiarato in una nota la stessa Confederazione degli agricoltori, sottolineando che si tratta di “un provvedimento importante” e ricordando che “l’Italia è il primo Paese europeo per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine, con un valore di circa 20 miliardi di euro”.

Confagricoltura giudica molto positive le misure introdotte “per semplificare le procedure di gestione delle IG, con tempistiche per la registrazione e la modifica dei disciplinari più snelle rispetto alle attuali, che oggi richiedono oltre i 12 mesi”. “Bene anche il mantenimento del ruolo dell’Euipo”, agenzia che gestisce i marchi Ue, a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste. Positivi, inoltre, “il carattere volontario degli impegni di sostenibilità, che possono essere inclusi nel disciplinare di produzione o in un documento a parte, e la maggiore protezione su Internet, per esempio sui siti di e-commerce”. In ambito vitivinicolo, “il risultato di oggi va incontro alle richieste di Confagricoltura: sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle IG: le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione”.

La Confederazione ringrazia infine gli europarlamentari per il lavoro svolto, “auspicando che l’assemblea plenaria e il Consiglio possano sostenere le posizioni della ComAgri”.

Coldiretti: riforma Ig decisiva per lotta al falso Made in Italy

Coldiretti: riforma Ig decisiva per lotta al falso Made in ItalyMilano, 20 apr. (askanews) – “Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) è in gioco il primato italiano nell’Unione Europea con 883 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di 19,3 miliardi di euro con il contributo di oltre 86mila operatori”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento all’approvazione all’unanimità da parte della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento (ComAgri) della relazione sulla riforma delle Indicazioni geografiche (IG).

“Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro” ha ricordato Prandini, aggiungendo che “il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese”. “E’ importante la volontà del Parlamento di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti ad indicazione geografica protetta (Igp) per proteggere i consumatori dagli inganni ma è anche da rilevare l’emendamento di tutela anti-Prosek in cui si chiarisce come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp” ha proseguito Coldiretti, parlando di “un indirizzo significativo, in attesa del pronunciamento definitivo sulla vertenza che oppone l’Italia alla Croazia da parte della Commissione”.

Vino, Regione Lombardia ha attivato elenco vigneti eroici e storici

Vino, Regione Lombardia ha attivato elenco vigneti eroici e storiciMilano, 20 apr. (askanews) – Regione Lombardia ha attivato l’elenco dei vigneti eroici e storici, per la salvaguardia dei vigneti presenti sui territori più fragili o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale. Verranno, pertanto, istituiti due elenchi regionali per i vigneti eroici e per i vigneti storici, su richiesta di riconoscimento da parte dei singoli produttori. Lo ha annunciato in una nota la stessa Regione.

“Richiedere alla Regione il riconoscimento di vigneto eroico o storico e la loro iscrizione nell’elenco regionale sarà molto importante per i prossimi anni, in quanto consentirà ai produttori riconosciuti di ottenere in maniera prioritaria aiuti comunitari con la misura dell’Ocm del vitivinicolo per interventi sulla ristrutturazione e riconversione varietale di vigneti eroici e storici” ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, aggiungendo che “il prossimo bando della misura ‘Ristrutturazione e riconversione vigneti’ (Rrv), infatti, prevederà non più punteggi di priorità ma un vero e proprio canale preferenziale di finanziamento, con risorse dedicate in esclusiva per i conduttori di questa tipologia di vigneti iscritti nell’elenco regionale”. La Regione ha ricordato che i vigneti eroici sono quelli che possiedono almeno una delle seguenti caratteristiche: pendenza media del terreno superiore al 30%, altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare (ad esclusione dei vigneti situati su altopiani), sistemazione degli impianti viticoli su terrazze e gradoni e viticoltura delle piccole isole. I vigneti storici invece, sono quelli la cui presenza è segnalata in una determinata superficie in data antecedente al 1960 e che abbiano almeno uno dei due requisiti seguenti: utilizzo di forme di allevamento tradizionali legate al luogo di produzione, sistemazione storica del terreno agricolo (sistemazioni idrauliche-agrarie) o di particolare pregio paesaggistico.

In Lombardia sono riconosciuti storici anche i vigneti già presenti prima del 1960, che ricadono all’interno del paesaggio dei “Vigneti terrazzati del versante retico della Valtellina”, che nel 2020 ha ottenuto il riconoscimento e l’iscrizione nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico. “Questo provvedimento – ha concluso Beduschi – vuole concretamente riconoscere quegli imprenditori vitivinicoli che, con sacrificio ed in condizioni difficili, tramandano la tradizione di una viticoltura che, oltre a mantenere sistemi di coltivazione tipici di alcune parti del territorio lombardo, consente di garantire un importante presidio territoriale in aree di grande valore produttivo, paesaggistico ed ambientale”.

Sarà possibile presentare le domande di riconoscimento da oggi fino al 30 settembre, unicamente per via telematica, tramite la compilazione della domanda presente sulla piattaforma Sisco (Portale delle imprese agricole di Regione Lombardia). Per gli anni a seguire la domanda potrà essere presentata dal 2 gennaio al 30 settembre.