Milano, 6 apr. (askanews) – Il 6 e 7 maggio prossimi nella splendida cornice dell’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po (Mantova), torna “Lambrusco a Palazzo”. Giunto all’ottava edizione, questo fine settimana è dedicato a tutte le declinazioni di questo vino rosso con le bolle e al suo territorio: le provincie di Modena, Mantova, Reggio Emilia e Parma.
Il complesso monastico dell’XI secolo accoglierà 180 etichette di Lambrusco in tutte le sue sfumature e sfaccettature, in una festa pensata sia per professionisti esperti che per appassionati. L’evento è promosso dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) di Mantova e da “La strada dei vini e sapori mantovani”, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, un sodalizio che unisce in un abbraccio cibo e vino della zona del mantovano, modenese, reggiano e parmense. Durante l’evento sarà possibile assaggiare una specialità gastronomica d’eccellenza a cura della Pro Loco Teofilo Folengo: il salame cotto sotto la cenere. L’edizione del 2023 di “Lambrusco a Palazzo” avrà anche un’area chiamata “Indigeno” allestita nella sala del Capitolino, dedicata all’assaggio di Lambruschi bio prodotti con lieviti spontanei autoctoni, provenienti dalle quattro province. Si tratta di Lambruschi ancestrali, strettamente legati ai processi naturali di fermentazione.
Milano, 6 apr. (askanews) – “Il vino nasce dalla fermentazione del mosto: è un prodotto naturale che non deriva da una ricetta ma nasce in un determinato luogo in un determinato momento. E’ un prodotto unico e non riproducibile, che educa il consumatore a indagare sulla sua origine e sulla sua qualità intrinseca, e a valutare attraverso il vino il valore del luogo di provenienza. Per questo va trattato in modo diverso dalle altre bevande alcoliche, e va tutelato il lavoro di chi lo produce con attenzione alla qualità e al territorio perché dove non ci sono i Vignaioli, perlopiù c’è l’abbandono e il degrado territoriale”. Questo il pensiero del presidente della Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi), Lorenzo Cesconi, in merito all’iniziativa dell’Irlanda di apporre delle avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche, vini compresi.
Nel corso di un incontro a Vinitaly 2023, che si concluso ieri a Veronafiere, la Fivi ha ribadito la necessità di garantire trasparenza ai consumatori e regole chiare e semplici per le aziende vitivinicole. “I vignaioli richiedono delle regole armonizzate su tutto il territorio europeo – ha sottolineato Cesconi – per permettere anche alle aziende più piccole di godere realmente dei benefici del mercato unico”.
Milano, 6 apr. (askanews) – “Il vino è un prodotto rurale, che nasce come parte della dieta quotidiana: forse bisognerebbe ritornare a quella dimensione e a quella semplicità, per educare a un consumo responsabile e limitare l’abuso. I vini dei vignaioli sono per loro natura strumenti validissimi per definire un modello di consumo consapevole: quando si beve un vino di vignaiolo, si è portati a conoscere un pezzo di territorio e di storia italiana, oltre alla cultura e alla personalità del produttore, e questa attenzione prevale inevitabilmente sulla ricerca dell’ebbrezza fine a se stessa. Chi ama il vino dei vignaioli vuole sapere cosa beve e lo fa in modo curioso, attento e responsabile”. Lo ha detto il presidente della Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi), Lorenzo Cesconi, che nel corso di un incontro a Vinitaly 2023, che si concluso ieri a Veronafiere, ha ribadito il valore del vino e della viticoltura, del suo radicamento sul territorio, del suo fondamentale apporto alla definizione del paesaggio storico italiano, patrimonio incommensurabile del nostro Paese.
Alla 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona, sono stati 200 i vignaioli presenti nell’area della Fivi.
Milano, 5 apr. (askanews) – “Occorre scongiurare l’introduzione di messaggi allarmistici in etichetta, con conseguenze reputazionali e commerciali nei confronti de nostri prodotti, ambasciatori dell’Italia nel mondo. Ci aspettiamo che il Parlamento Europeo comprenda che esiste un’alternativa alla demonizzazione delle bevande alcoliche, ovvero l’educazione al consumo responsabile”. Lo ha detto la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che durante la 55esima edizione di Vinitaly che si è chiuso oggi a Veronafiere, ha partecipato a diversi incontri sul tema vino e salute, tra cui un evento di “Wine in moderation” (Wim), iniziativa di sensibilizzazione al consumo moderato lanciata nel 2008 dal settore vinicolo europeo.
Milano, 5 apr. (askanews) – “In questa edizione del Vinitaly sono state tante le tematiche che ci hanno visti uniti come comparto a tutela del made in Italy, a partire dalla normativa sugli imballaggi dell’Unione Europea, per la quale auspichiamo che il Governo e i deputati impegnati al Parlamento europeo si mobilitino per evitare la standardizzazione degli imballaggi, a prescindere dal prodotto e dal rapporto tra quest’ultimo e il packaging” Lo ha spiegato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha partecipato ad alcuni, importanti, appuntamenti di approfondimento e dibattitodurante la 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati che si è chiuso oggi a Veronafiere.
Secondo Federvini l’omologazione degli imballaggi, così come la priorità assegnata al riuso piuttosto che al riciclo, i tassi di obbligatori di riciclo, gli obiettivi di riutilizzo e i divieti di produzione di alcune tipologie di imballi che emergono dalla proposta di riforma della legislazione che regola gli imballaggi nei Paesi dell’Ue, “rappresentano indirizzi di modifica che rischiano di minare le principali filiere produttive italiane, dall’agroalimentare al turismo”. In particolare la normativa in discussione in sede europea “mostra di penalizzare senza giustificazione valida gli sforzi compiuti dalle imprese del settore vitivinicolo verso l’efficientamento energetico e ambientale, ignorando la valenza identitaria che gli imballaggi ricoprono per prodotti quali vini, spiriti ed aceti”. Per l’associazione che riunisce i principali produttori e importatori di vini, liquori, acquaviti ed aceti “questa normativa andrebbe accompagnata da evidenze scientifiche che tengano conto sia del reale impatto ambientale del riuso rispetto al riciclo, sia del ruolo fondamentale che il packaging in vetro gioca in termini di qualità organolettiche del vino e della sicurezza alimentare stessa del prodotto”.
Milano, 5 apr. (askanews) – “Le dichiarazioni da parte dell’esecutivo Ue, secondo cui studi di alcuni scienziati hanno concluso che il sistema di produzione alimentare in Europa non è più sostenibile, né da un punto di vista economico, né sociale, né ambientale, appaiono non solo infondate, ma anche contrastanti con quanto fatto dall’Unione negli ultimi anni in termini di sostenibilità”. Così Paolo De Castro commenta l’interrogazione urgente presentata a seguito del recente scambio di vedute tra gli eurodeputati e alcuni rappresentanti della Commissione europea sul nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi.
Nell’interrogazione, l’eurodeputato chiede se la Commissione sia d’accordo con questa affermazione e di spiegare su quali dati scientifici si è fatto riferimento durante la discussione. “Tali osservazioni sono in contraddizione con ripetute dichiarazioni del commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski: in particolare – sottolinea De Castro – non più tardi di due anni fa Wojciechowski aveva accolto con favore l’accordo politico provvisorio sulla nuova Politica agricola comune (Pac), affermando che ‘la nuova Pac combina ambizioni più elevate in materia di ambiente, clima e benessere degli animali con una distribuzione più equa dei pagamenti, in particolare alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori”. “Per queste ragioni – conclude l’eurodeputato PD – pretendiamo che la Commissione chiarisca la propria posizione per quanto riguarda l’adeguatezza della Pac per conseguire sistemi alimentari sostenibili, tenendo in dovuta considerazione gli enormi passi in avanti fatti dai nostri agricoltori negli ultimi anni”.
Milano, 5 apr. (askanews) – “Gli importanti numeri registrati dalla fiera del Vinitaly testimoniano quanto le fiere siano un traino importante per il turismo e per raccontare le eccellenze italiane nel mondo. Una preziosa vetrina per promuovere la Nazione, oltre ad esser uno strumento strategico per destagionalizzare i flussi turistici”. Lo ha affermato la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, commentando gli ottimi numeri della 55esima edizione di Vinitaly che si è conclusa oggi, 5 aprile, a Veronafiere.
Verona, 5 apr. (askanews) – Si è chiuso oggi pomeriggio a Veronafiere, Vinitaly. Il Salone internazionale del vino e dei distillati ha registrato 93mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati da Veronafiere e da Ice-Agenzia. Vinitaly and the City, il “fuorisalone” veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre totalizzato oltre 45mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover che si sono ritrovait nel centro storico di Verona. Nel 2024 Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile.
“Chiudiamo oggi un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni” ha affermato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, sottolineando che “siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione. L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere (dopo Brasile e Cina) negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East”. “Gli investimenti fatti in favore dell’incoming estero hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori che per la manifestazione riservano risorse importanti” ha affermato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, spiegando che è “un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer. Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly – ha concluso Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare”
Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano nettamente la Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Cina tornata in quarta posizione, scavalcando il Canada. Ferma restando la crescita generale del mercato europeo, si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: l’Asia, più che raddoppiata (+116%), trainata dal rientro dei cinesi che superano le mille presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli Usa (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%. Si chiude la fiera a Verona ma si aprono le tappe di Vinitaly in Cina. Con il sostegno di Ice, il primo appuntamento sarà Chengdu (11 aprile). In primo piano la masterclass di apertura con l’unico master sommelier cinese Yang LV oltre a un business forum, organizzato dalla controllata Wine to Asia, con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier. Si vola poi a Shenzhen il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a “Wine to Asia” (11-13 maggio), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da venti Paesi.
Roma, 5 apr. (askanews) – “Vinitaly da record. Grazie all’impegno di migliaia di produttori agricoli e vinificatori italiani, che rappresentano le eccellenze del comparto e che hanno saputo fare di questa manifestazione, anche quest’anno, il più importante evento mondiale di settore. Sono orgoglioso che il Governo guidato da Giorgia Meloni sia stato fortemente presente, contribuendo al dibattito sui temi più rilevanti, per tutelare, incentivare e promuovere il vino e in generale il Sistema Italia. Dal collega Schillaci, impegnato a garantire il vino dallo stigma di prodotto dannoso per la salute, a Urso, che lavora nella valorizzazione del segmento Industriale, e Santanchè per il mondo del turismo, fino ai vicepremier Salvini per la logistica e le infrastrutture e Tajani per l’export e la promozione internazionale. È stato importante il coinvolgimento delle forze dell’ordine nella riuscita dell’evento ed è stato proprio il ministro Crosetto a presentarsi a Vinitaly, per la prima volta”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
“L’arte è stata tra i protagonisti con l’esposizione di due magnifiche opere di inestimabile valore, messe a disposizione dagli Uffizi e dal ministro Sangiuliano. Il presidente Meloni ha voluto personalmente garantire il supporto alle imprese, ai lavoratori, ma anche confermare la sua vicinanza ai giovani studenti degli Istituti agrari ed alberghieri, presenti in tanti per imparare come si realizza e promuove la qualità della nostra Nazione, ma anche come ci si può realizzare lavorando ed avendo soddisfazione professionale ed economica in questo comparto, spesso superiore a qualsiasi altra attività. Nell’ambito di questa iniziativa – ha aggiunto – è stata presentata ufficialmente con il Presidente del Consiglio, tanti chef e tanti operatori del settore, la campagna per il riconoscimento della ‘Cucina Italiana’ come Patrimonio immateriale dell’UNESCO, che permetterà nei prossimi due anni di raccontare al meglio una delle eccellenze tricolore, sia a quelli che la conoscono sia per farla scoprire a quelli che ancora non hanno avuto questa fortuna”. “La presenza di migliaia di buyers stranieri e di molti rappresentanti di governi esteri ha garantito un grande interesse sul piano internazionale per un evento senza uguali. Una manifestazione che può aprire la strada anche a nuovi mercati con il coinvolgimento degli imprenditori italiani. Continueremo a lavorare per valorizzare in Italia e nel mondo, attraverso la promozione, finalizzata a presentare il Sistema Italia. È questo il vero punto di forza, all’interno del quale tutte le filiere possono trovare spazio di crescita. Seppure l’edizione di quest’anno ha segnato tanti record, lavoreremo fin da subito perché quella del prossimo anno la superi ampiamente”, ha consluso il ministro Lollobrigida.
Milano, 5 apr. (askanews) – E’ un bilancio positivo quello che il Consorzio Vini Valpolicella fa della 55esima edizione di Vinitaly, manifestazione che si chiude oggi a Veronafiere.
“La nostra collettiva di 18 aziende ha registrato un significativo incremento di operatori e buyer esteri soprattutto dal Nord Europa, Stati Uniti e Oriente” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, sottolineando che “le aziende sono soddisfatte, visto anche il numero di operatori di settore che hanno visitato la collettiva della Valpolicella”. “Le visite istituzionali, a partire da quella del premier Giorgia Meloni, hanno ribadito la centralità del ruolo del Consorzio come collante del tessuto produttivo”.