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Vino, oltre 13mila persone al Salone del vino di Torino 2025

Vino, oltre 13mila persone al Salone del vino di Torino 2025Milano, 4 mar. (askanews) – Con la giornata B2B dedicata agli operatori professionali e ai buyer internazionali, si è conclusa la terza edizione del Salone del Vino Torino, che ha visto circa 11mila ingressi, tra cui 2mila operatori professionali, alle OGR Torino e duemila presenze alle masterclass da martedì 25 febbraio a lunedì 3 marzo. L’evento ha coinvolto più di 500 cantine con un programma “Off” di 50 appuntamenti, per raccontare il mondo del vino piemontese anche attraverso cultura, musica, letteratura, dell’arte e del design.    “Alla sua terza edizione, il Salone supera le aspettative nei passaggi registrati alle OGR Torino – commenta il direttore Patrizio Anisio – e positivo è anche il dato relativo alla formazione con le masterclass tutte sold out: segno di quanto il pubblico apprezzi conoscere le cantine del territorio di tutto il Piemonte”.   Ad arricchire la manifestazione anche un ampio palinsesto dedicato a talk, speech e interviste che hanno affrontate tematiche di tendenza e attualità, dalla sostenibilità nel settore vitivinicolo alle nuove frontiere tecnologiche insieme a esperti del settore, giornalisti, produttori, professori universitari.    Ampio e considerevole, inoltre, il coinvolgimento sui social con 10 milioni di utenti, di cui 4 milioni raggiunti nelle due ultime settimane, grazie alla sinergia con creator, blogger e giornalisti amanti del vino e della città di Torino.


Foto di Marzia Benigna

Vino, Cantina Pardi celebra i 20 anni del Sagrantino di Montefalco

Vino, Cantina Pardi celebra i 20 anni del Sagrantino di MontefalcoMilano, 4 mar. (askanews) – La Cantina Fratelli Pardi celebra vent’anni di produzione del suo Sagrantino di Montefalco. Dal 2003, dopo la ristrutturazione dell’azienda, la famiglia Pardi ha lavorato con un’idea chiara e “controcorrente” del Sagrantino che voleva produrre: un vino che puntava su morbidezza ed eleganza, piuttosto che sulla durezza e l’astringenza ricercate da molti produttori dell’epoca. La conoscenza tramandata dai bisnonni ha permesso di individuare le migliori zone della collina di Montefalco per la coltivazione, suddividendo i vigneti in appezzamenti diversi per esaltarne le caratteristiche uniche.


Oggi l’azienda di Montefalco (Perugia) produce dieci etichette, quattro bianche (Colle di Giove, Montefalco Grechetto, Trebbiano Spoletino, Spoletino) a cui si somma lo spumante “Clorinda”, e cinque rossi (Montefalco Rosso, Montefalco Rosso Riserva, Montefalco Sagrantino secco, Sagrantino e Montefalco Sagrantino passito), per un totale di bottiglie che si aggira tra le 55 e le 60mila a seconda delle annate. Guardando al futuro, i Pardi non puntano su una grande espansione produttiva ma più su qualità e sperimentazione. L’idea è infatti quella di investire in due piccoli appezzamenti altamente vocati e di esplorare l’effetto del cambiamento climatico piantando un vigneto sul versante Nord della collina. Inoltre, la cantina sta lavorando per posticipare l’uscita sul mercato della selezione Sagrantino, “nella convinzione che un affinamento più lungo possa esaltare ulteriormente la qualità del vino e aiutarci a migliorare lo stile che ricerchiamo”.


“I principi base che orientano l’azienda sono sempre gli stessi e siamo convinti che rimarranno gli stessi anche in futuro: sembrerà banale ma in un mondo che cambia velocemente e che dà stimoli continui, rimanere legati a dei principi produttivi non è sempre facile e spesso è controcorrente” spiega ad askanews il titolare Albertino Pardi, aggiungendo che “per noi le regole da seguire sono poche e semplici: grande attenzione alla materia prima, quindi ai vigneti e poi in cantina il rispetto delle uve, che cerchiamo di lavorare il meno possibile per poter esaltare le caratteristiche del territorio e del vitigno”. “In termini di stile, siamo sempre alla ricerca dell’equilibrio, dell’eleganza e della bevibilità, e da qui non ci spostiamo, è lo stile Pardi” afferma il produttore, evidenziando che “abbiamo recentemente firmato un accordo di acquisto per un terreno sul versante Sud di Montefalco, dove tra qualche anno rimpianteremo le uve per la produzione del Montefalco Rosso e Montefalco Rosso Riserva, mentre lato cantina, faremo una ristrutturazione per la creazione di un magazzino di stoccaggio delle bottiglie”.

Vino, torna “Vigneti Aperti”: trekking e soste gratuite per camper

Vino, torna “Vigneti Aperti”: trekking e soste gratuite per camperMilano, 3 mar. (askanews) – Torna l’iniziativa “Vigneti Aperti”, il primo appuntamento dell’anno del Movimento turismo del vino (Mtv), con una nuova formula che unisce alla visita delle Cantine gli itinerari all’aria aperta nei territori dove si produce il vino. Sul sito del Movimento sono pubblicati i “Wine trekking – i paesaggi del vino” proposti dalle Cantine MTV. Chi arriva nei distretti enologici in camper e vuol dormire vicino alle cantine troverà gli indirizzi nel portale Agricamper Italia.


Per sette mesi, da marzo a ottobre, “Vigneti Aperti” porterà alla scoperta dei paesaggi vitivinicoli di ogni regione, per conoscere da dove e come nasce il vino, attraverso il racconto delle tradizioni enologiche locali e le curiosità legate a ogni vigneto, per poi approfondire tutti i segreti della produzione. L’idea è trasformare ogni vigneto in una “tappa” di un itinerario che l’enoturista può seguire, passo dopo passo, per conoscere appieno ogni territorio, le piante autoctone e i suoi prodotti tipici entrando in contatto con i vignaioli e i produttori del luogo. “Vigneti Aperti rappresenta l’essenza dell’enoturismo contemporaneo regalando un’esperienza in cantina che dà valore aggiunto alla degustazione ed integra interessanti e divertenti attività immerse nel verde” racconta Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del Movimento Turismo del Vino, ricordando che “secondo quanto riportato dal Rapporto Ismea 2024 sull’enoturismo, il 40% dei wine lover è alla ricerca di attività rilassanti e rigeneranti tra i vigneti mentre il 30% degli enoturisti predilige esperienze attive”.


“Vigneti Aperti” promuove un turismo sostenibile e di prossimità sempre più ricercato dall’enoturista. Dal Rapporto Ismea emerge che il 66% degli enoturisti dichiara di scegliere le aziende che adottano energie rinnovabili, mentre il 68% ha un occhio di riguardo anche per la sfera sociale, partecipando a iniziative a supporto delle comunità locali. Da queste evidenze nasce il protocollo d’intesa tra il Mtv e Agricamper Italia, volta alla valorizzazione delle Cantine e dei loro relativi territori, incentivando il turismo camperistico. Secondo un’indagine condotta da Enit, nel 2023 il turismo “open air”, tra cui il settore camperistico, ha generato un fatturato di 6 miliardi di euro, con 11 milioni di arrivi e 70 milioni di presenze, segnando un nuovo record per il settore. “In riferimento ai dati dell’Osservatorio nazionale del turismo del vino di Nomisma Wine Monitor realizzato su un campione rappresentativo di 265 aziende, ben il 20% delle nostre Cantine possiede un’area di sosta” mette in luce Violante Gardini Cinelli Colombini, spiegando che “con Agricamper condividiamo l’obiettivo di regalare un’esperienza di viaggio unica: un’opportunità per dare un impulso concreto anche alle comunità locali, sostenendo le loro economie e promuovendo un turismo più sostenibile e consapevole”.


“Questa partnership rappresenta una meravigliosa opportunità per i nostri camperisti, che arrivano da diverse nazioni europee, di esplorare e vivere da vicino la cultura del vino italiano, integrando l’amore per la natura e il viaggio sostenibile” afferma Pauline Nava, fondatrice di Agricamper Italia, attraverso queste esperienze, non solo valorizziamo il territorio ma contribuiamo anche a promuovere un turismo intimo, rispettoso e consapevole”. L’app Agricamper permette di individuare facilmente sulla mappa le Cantine socie di Mtv.

Vino, quattro incontri per esplorare le menzioni comunali del Barolo

Vino, quattro incontri per esplorare le menzioni comunali del BaroloMilano, 3 mar. (askanews) – Sabato 8 marzo alle 15 all’Enoteca Regionale del Barolo è in programma il primo appuntamento di “Oltre l’annata”, il programma di ‘master experiences’ dedicato alle menzioni comunali del Barolo 2021 curato Cristiana Grimaldi, direttrice dell’Enoteca Regionale del Barolo di Barolo (Cuneo), e dall’esperto Michele Longo. Il primo appuntamento vedrà un focus sui territori di Cherasco, La Morra, Roddi e Verduno. Gli altri tre appuntamenti si terranno sabato 12 aprile, 10 maggio e 14 giugno sempre alla stessa ora e ogni appuntamento prevede la degustazione guidata alla cieca di sei Barolo 2021 .


“Le condizioni climatiche ottimali dell’annata 2021 hanno favorito una maturazione progressiva e bilanciata delle uve, garantendo vini con ottima struttura, acidità vibrante e tannini ben definiti – affermano Grimaldi e Longo, aggiungendo che “la storia del Barolo 2021 è una narrazione fatta di complessità, unicità e sfumature: vogliamo offrire una sorta di racconto per far scoprire le menzioni comunali, preziose indicazioni geografiche che delineano i contorni di un’annata e ne scolpiscono l’essenza più profonda. Attraverso un percorso – concludono – che unisce analisi tecniche, storie radicate nel territorio e degustazioni guidate alla cieca, offriremo l’opportunità di esplorare il vero cuore del Barolo”. Ogni partecipante alle “master” riceverà in omaggio una copia di “Barolo Terroir”, la guida più completa mai scritta sul Barolo, scritta da Ian D’Agata e Michele Longo, vincitore del premio “Best in the World 2023-European Wine Book”.


Il primo dei quattro incontri di “Oltre l’annata” anticipa la data di riapertura al pubblico dell’Enoteca, in calendario venerdì 14 marzo.

Fiera dei vini di Piacenza cresce e investe nell’offerta per espositori

Fiera dei vini di Piacenza cresce e investe nell’offerta per espositoriMilano, 3 mar. (askanews) – Piacenza Expo annuncia l’apertura delle preiscrizioni per la terza edizione della “Fiera dei Vini”, in programma dal 22 al 24 novembre. Dopo il successo dell’edizione 2024, che ha visto oltre 200 espositori e un aumento del 10% dei visitatori, l’evento conferma il format della mostra mercato, con la giornata conclusiva dedicata al B2B. La fiera mantiene un numero limitato di espositori “per garantire visibilità ottimale ai partecipanti e un ambiente favorevole agli incontri tra produttori e operatori del settore”.


“Il nostro evento si caratterizza sempre più per la presenza di un pubblico altamente selezionato di appassionati ma anche di ristoratori, enotecari e sommelier, guidati da un forte interesse all’acquisto diretto ma anche alla qualità delle interazioni” spiega Sergio Copelli, coordinatore generale di Piacenza Expo, aggiungendo che “saranno implementate le sezioni dedicate al vino biologico, mercato in crescita che secondo le previsioni della società di consulenza ‘InsightAce Analytic’ varrà 25 miliardi di dollari entro il 2030, e all’enoturismo in collaborazione con le Strade del Vino e dei Sapori regionali, mettendo al centro l’importanza del territorio”. Quest’anno la Fiera punta a rafforzare ulteriormente il suo ruolo di vetrina strategica per il settore: verrà potenziata la giornata del lunedì, offrendo nuove opportunità di incontro tra produttori e operatori Horeca, e saranno attivate iniziative per agevolare le relazioni con i distributori esteri, con particolare attenzione ai mercati europei, così da ampliare le occasioni di business.

Vino, Cantina San Michele cresce e stupisce con Botrytis e appassimento

Vino, Cantina San Michele cresce e stupisce con Botrytis e appassimentoMilano, 2 mar. (askanews) – Cantina San Michele è a Capriano del Colle, un piccolo paese alle pendici di un’altura di circa 130 mt denominata Monte Netto, parte dell’omonimo parco regionale ad una decina di chilometri a Sud-Ovest di Brescia. Una zona di bassa collina dal suolo argilloso dove si producono le Doc del gruppo Capriano del Colle e gli Igt Montenetto. Qui, l’azienda diretta da due giovani cugini, Mario ed Elena Danesi, coltiva a biologico 16 ettari da cui ricava 70mila bottiglie con nove etichette tra rossi e bianchi: primi tra tutti il Marzemino, vitigno allevato qui fin dal 1600 e proposto anche in una non banale versione passita, e la Turbiana. Ed è proprio da questo Trebbiano di Soave che cresce su piante di quasi 30 anni, che prende vita il bianco Doc “Netto”, da cui i Danesi hanno ricavato un nuovo vino attraverso un uso controllato e sapiente della Botritys cinerea, negli anni in cui questa si manifesta sui grappoli.


Vendemmiata la Turbiana, dopo una pressatura soffice a grappolo intero e una fermentazione a temperatura controllata in vasche di acciaio per circa 15 giorni, viene aggiunto un 20% di uve botritizzate e affinato il tutto in cemento per un annetto e poi per un altro in bottiglia. Il risultato è “Otten”, originale fin dal nome (“Netto” al contrario), una Turbiana in purezza galvanizzata dalla muffa nobile che richiama inevitabilmente il Sauternes. Obiettivo è ottenere un bianco di lunga vita senza ricorrere all’ausilio del legno e a macerazioni esasperate, di grande personalità e dalle caratteristiche peculiari, destinato esclusivamente al canale horeca. Di annate ne sono state prodotte fino ad oggi sei (da 2.000 bottiglie ciascuna), a partire dalla 2012 e, curiosamente, l’annata attualmente in commercio di “Otten” è la 2020 perché la 2021 (l’unica con il 30% dei grappoli botritizzati) non è infatti ritenuta ancora pronta. “Ci piace definirlo un vino senza fretta, che non deve rincorrere mode né logiche commerciali” spiegano i Danesi, coadiuvati in cantina dall’enologo Nico Danesi (l’omonimia è casuale) affiancato da Riccardo Restani, sottolineando che “è un senza età, nel senso che è difficile all’assaggio capire quale sia il più giovane, tanto che per essere compreso del tutto necessita di essere degustato attraverso più annate insieme”.


Ma a stupire c’è anche “M”, goloso Marzemino passito, prodotto dal 2009 (dal 2024 “riserva perpetua”), appassito in cassette per circa 4 mesi, fatto fermenatare a temperatura controllata con macerazione delle uve per 20-25 giorni in vasche di acciaio, élevage in tonneau e barrique di rovere francese per almeno sei mesi, aggiunta alla riserva perpetua e, dopo l’imbottigliamento, ulteriore affinamento in bottiglia tra uno e due anni. Un rosso dolce sorprendente, soprattutto nell’abbinamento non scontato con piatti salati che apre ad un inconsueto quanto interessantissimo ventaglio di nuove soluzioni sia dal punto di vista gastronomico che enologico, in particolare giocando in verticale con le annate. Un gioco, che sta sperimentando la Cantina, certamente difficile in cui provare complesse varabili ma che quando trova la quadra superando la convenzione sostanzialmente imposta dalla cucina francese e facendo leva su preparazioni e cotture che esaltano la dolcezza in bocca, è capace di regalare tantissimo. “Siamo sempre stati mossi dal fatto di valorizzare la tradizione ma nello stesso tempo anche dal desiderio di ricerca, di sperimentare altre vie per i vitigni del territorio con cui lavoriamo da sempre, per dargli la possibilità di esprimere tutte le loro potenzialità” racconta ad askanews Mario Danesi, spiegando che “ecco allora il lavorare in appassimento per un vino rosso dolce e sulla surmaturazione in pianta fino alla botrytis per il bianco. Ma anche il vino rosa, che è il nostro ‘equilibrista’, ottenuto dal blend del Capriano del Colle Rosso di una delle vigne più vecchie dell’intero comprensorio, e il nostro Metodo Classico, il ‘Belvedere’, non previsto dal Disciplinare” prosegue, sottolineando che “volevamo una bolla che avesse un’impronta e un identità territoriale chiare e siamo partiti con il classico Chardonnay ma poi abbiamo scelto di utilizzare anche la Turbiana”.


“Quella del Monte Netto è una zona di tradizione viticola ma è anche una zona in cui c’è ancora tanto da sperimentare, c’è ancora tanto lavoro da fare per capire tutto ciò che questo territorio ci può donare” precisa Danesi, chiosando che “è un territorio piccolo dal punto di vista dell’estensione ma che si esprime su diversi vitigni e che ci consente di dare vita a tante tipologie diverse, e ogni etichetta è frutto di ricerca così come racconta anche delle singole annate”. Nonostante la Cantina negli ultimi 5 anni abbia registrato una forte crescita dei bianchi, passati dal 20% al 39%, le vendite premiano ancora i rossi (61%), con il vino più venduto che è il “Carme Carpiano del Colle Doc”, un blend di Marzemino, Sangiovese e Merlot. La quota dell’export si attesta intorno al 20% prevalentemente nei mercati storici di Svizzera e Germania, mentre a spingere i ricavi complessivi (nel 2024 +5% sul 2023), c’è l’enoturismo grazie all’apertura nel 2021 della struttura Cascina San Michele, che ha incrementato significamente la vendita diretta e le esperienze in Cantina, nel 2024 salite complessivamente del 9% sull’anno precedente. (Alessandro Pestalozza)

Vino, “L’ultima farfalla del Sangiovese”: un libro su Giulio Gambelli

Vino, “L’ultima farfalla del Sangiovese”: un libro su Giulio GambelliMilano, 2 mar. (askanews) – “Giulio Gambelli – L’ultima farfalla del Sangiovese” è il titolo di un libro scritto dal direttore di winesurf.it, Carlo Macchi, e dedicato all’uomo che dal Dopoguerra agli anni Duemila ha cambiato il volto del vino toscano. Non era enologo ma aveva un palato e un naso che gli permettevano di “conoscere, riconoscere e analizzare i vini meglio di un laboratorio”. È stato il “Maestro del Sangiovese toscano” e ha lavorato in tantissime aziende, più o meno famose. Il volume, di 144 pagine con la prefazione di Burton Anderson, racconta la sua storia, anche attraverso contributi di personaggi importanti del vino toscano e “spiega i perché della sua importanza nel passato, nel presente e nel futuro del vino, non solo toscano”.


Il libro, appena uscito per Nuova editoriale Florence press, racconta la vita di Gambelli dalla nascita nel 1925 alla sua scomparsa nel 2012, inquadrando i vari periodi storici in cui è vissuto e ha lavorato nel mondo del vino, dove entrò appena quattordicenne assunto all’Enopolio di Poggibonsi (Siena), sua città natale, come “ragazzo di bottega”. Insieme con il profilo di Gambelli, Macchi ricostruisce anche i cambiamenti del mondo del vino toscano negli ultimi 70 anni, in particolare quello che è avvenuto nelle principali Denominazioni come Chianti Classico e Brunello di Montalcino. Nel libro si delineano anche i suoi insegnamenti e si valuta “l’enorme modernità del suo modo di fare vino” che, non per niente, dopo la sua morte ha portato alla creazione di un premio per i giovani enologi che è diventato uno dei più importanti a livello nazionale. “Conoscevo Giulio sin da piccolo perché era amico di mio padre e di tantissimi altri poggibonsesi ma solo quando sono entrato nel mondo del vino ho capito la sua grandezza, inarrivabile” racconta il giornalista toscano, aggiungendo che “mi voleva bene e sopportava la mia inadeguatezza ai suoi standard degustativi. Abbiamo girato parecchio con le sue Renault 4 che puzzavano di cane e poi con la R5, quando non aveva più l’età per la caccia. Negli ultimi anni – continua – quando girava molto meno, andavo a trovarlo spessissimo e il nostro saluto era sempre il solito: ‘Ciao giovane’ dicevo io e lui rispondeva ‘Ciao vecchio’, perché quello giovane dentro era lui, come del resto erano e sono ancora giovani i grandi vini che ha fatto”.


“Il fatto che avesse un naso e un palato più fine dei macchinari di laboratorio lo ha dimostrato decine e decine di volte e tutte le persone che lo frequentavano lo sapevano” prosegue Macchi, ricordando che “una volta eravamo nel laboratorio di analisi dove aveva la sua stanzetta di degustazione, una ragazza gli porta un vino e gli chiede ‘Giulio che acidità ha?’ Lui assaggia e dice ‘5.2’: la ragazza guarda il foglio che aveva in mano e borbotta ‘allora ho sbagliato a misurarla” e torna a rifare l’analisi’”.

Vino, il 26 e 27 ottobre esordisce l’evento “Collio Evolution”

Vino, il 26 e 27 ottobre esordisce l’evento “Collio Evolution”Milano, 26 feb. (askanews) – Il Collio si prepara a vivere un momento storico. Dopo un 2024 ricco di celebrazioni per i 60 anni del Consorzio, debutta ufficialmente, il 26 e 27 ottobre “Collio Evolution”, il primo evento della Denominazione, un appuntamento che di anno in anno metterà sotto i riflettori un vino diverso segnando l’inizio di una nuova era per il territorio e per i suoi vini.


Il protagonista della prima edizione di “Collio Evolution” sarà il Friulano, vitigno simbolo della regione, che sarà al centro di un viaggio sensoriale tra tradizione e innovazione. Il cuore dell’evento sarà una degustazione tecnica riservata alla stampa, un’occasione per scoprire le molteplici sfumature di questo vino e cogliere le evoluzioni attraverso il tema “Passato, presente e futuro del Friulano”. Contestualmente alla degustazione tecnica, si svolgerà il “walk around tasting” con i produttori, veri e propri custodi della tradizione enologica del territorio e che rappresentano un ponte vivente tra passato e futuro. Questi momenti di confronto diretto, offriranno uno sguardo privilegiato sul lavoro quotidiano e sulla passione che anima chi lavora per mantenere viva la cultura del Friulano e di tutti gli altri vini della Denominazione. “Collio Evolution” includerà anche un momento dedicato agli appassionati con “Enjoy Collio Experience”: un evento, organizzato sabato 25 ottobre che offrirà ai wine lovers, l’opportunità di partecipare e vivere da vicino l’esperienza immersiva alla scoperta del territorio e dei suoi vini. “Dopo sessant’anni di storia, è il momento di evolvere e dare alla Denominazione un evento tutto suo” spiegano il presidente del Consorzio, David Buzzinelli e la direttrice Lavinia Zamaro, aggiungendo che “abbiamo scelto di partire dal Friulano perché rappresenta il legame autentico tra tutte le aziende del nostro territorio”.


“Collio Evolution” sarà il palcoscenico per la 18esima edizione del “Premio Collio”, istituito in onore del Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, primo presidente del Consorzio. Un riconoscimento che premia i contributi più significativi sul piano scientifico, applicativo e divulgativo nel campo della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione del territorio. Quest’anno l’ente consortile sarà impegnato in altri eventi chiave come una giornata di degustazione dedicata ai vini del Collio e rivolta agli operatori a Londra in marzo (in collaborazione con la UK Sommelier Association), la partecipazione a Vinitaly, con un aperitivo nel centro di Verona, il “Collio Day” e molto altro ancora.

Condividere il ristorante ispirato da Adrià a Torino diventa un libro

Condividere il ristorante ispirato da Adrià a Torino diventa un libroMilano, 2 mar. (askanews) – Un progetto editoriale in grado di raccontare il ritmo, le idee e il gusto per il divertimento di una ristorazione aperta al mondo: è il libro dedicato al ristorante Condividere che tra parole e immagini propone un viaggio immersivo nel ristorante stellato del gruppo Lavazza. Un ristorante che ha cambiato il modo di fare ristorazione nel capoluogo piemontese, mettendo la condivisione e la convivialità al centro di un innovativo concetto di fine dining, in cui alta gastronomia e semplicità italiana si mescolano.


Il progetto, curato dalla casa editrice Topic, racconta la genesi del ristorante Condividere, all’interno di Nuvola Lavazza, quartier generale del gruppo a Torino, il suo contesto storico e culturale, la sua identità fortemente radicata nella città sabauda, con una visione internazionale e i personaggi che hanno contribuito a dargli vita e forma. La quarta generazione della famiglia Lavazza, artefice di questo progetto in cui vivere un’esperienza di condivisione di idee, di cultura e di cibo. Ma anche Dante Ferretti, lo scenografo italiano che ha immaginato e progettato gli interni del ristorante, e la mente visionaria di Ferran Adrià, colui che ha rivoluzionato e plasmato la gastronomia contemporanea mondiale. Ed è stato proprio Ferra Adrià, insieme allo chef di Condividere, Federico Zanasi, ad annunciare l’uscita del libro sul palco di Identità Golose, il congresso internazionale di alta cucina. Il libro, che raccoglie più di 45 ricette create da Zanasi oltre a un avvincente racconto fatto di immagini e parole di una giornata al Condividere, sarà da giugno in tutte le librerie e negli store online. Prima di quella data sono disponibili 500 copie in edizione limitata, numerate e autografate dallo chef Federico Zanasi, che ha ricevuto la prima stella Michelin ad un anno dall’apertura.

Eataly a Trieste per festeggiare l’arrivo dell’Amerigo Vespucci

Eataly a Trieste per festeggiare l’arrivo dell’Amerigo VespucciMilano, 1 mar. (askanews) – Eataly protagonista del “Villaggio IN Italia” a Trieste in occasione dell’arrivo di nave Amerigo Vespucci, lo storico veliero e nave scuola della Marina Militare, ambasciatore del made in Italy nel mondo.


Il “Villaggio IN Italia” è un luogo di racconto e condivisione dell’esperienza del Tour Mondiale della Vespucci. Attivo dall’1 e fino al pranzo del 4 marzo compresi, permette di scoprire le eccellenze del made in Italy, attraverso un palinsesto di eventi. La proposta enogastronomica è firmata da Eataly, che prevede dalla pizza alla pala, alle insalate ai supplì accanto a birre, soft drink, cocktail e caffetteria. Negli stessi giorni si terrà anche la Barcolana special edition, che animerà il Golfo di Trieste con numerosi appuntamenti, tra cui la Boat Parade sabato primo marzo, durante la quale tutti i natanti che parteciperanno potranno navigare assieme a Nave Vespucci e festeggiare il suo arrivo.


Nave Amerigo Vespucci lascerà le sponde di Trieste martedì 4 marzo per proseguire il “Tour Mediterraneo” che toccherà 17 città e si concluderà a Genova il 10 giugno, giornata della Marina Militare. Eataly, partner del “Tour Mediterraneo”, sarà presente nelle principali tappe italiane.