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Vino, Cantina Kurtatsch: nove nostri vini avranno Uga in etichetta

Vino, Cantina Kurtatsch: nove nostri vini avranno Uga in etichettaMilano, 20 nov. (askanews) – “Abbiamo 190 ettari di vigneto coltivati da altrettante famiglie dai 220 metri del fondovalle ai 900 di quelli più alti, con climi, suoli ed esposizioni diverse: sono queste condizioni, uniche del territorio di Cortaccia e senza pari in tutta Europa, a consentirci di concentrarci sulle Unità Geografica Aggiuntiva (Uga), valorizzando ogni singola etichetta in modo autentico e dando vita a vini che raccontano il terroir con unicità. Siamo fortemente convinti che questo approccio permetta l’espressione della qualità come da noi intesa: una giusta combinazione tra zona e varietà”. Lo ha detto Andreas Kofler, alla guida di Cantina Kurtatsch di Cortaccia sulla Strada del Vino (Bolzano).


Proprio per questo, nell’ultimo decennio Cantina Kurtatsch ha orientato l’attenzione sulla ricerca, sviluppando un “pioneristico” approccio di “Zona per zona, vino per vino”, atto a creare le migliori condizioni possibili per la produzione di ogni etichetta, ottimizzando le rese così da dare espressione al potenziale di ogni singola varietà rispettandone al contempo le caratteristiche ambientali di origine. Oggi sono nove i vini della cooperativa altoatesina nati grazie a questo approccio e che potranno, a seguito dell’ultima decisione del ministero, fregiarsi presto della dicitura di Uga e del relativo pittogramma, avendo origine nelle zone omonime da tempo soggette a particolari studi e attenzioni da parte della cooperativa per le loro peculiari caratteristiche: Graun, Penon, Penon-Hofstatt, Penon-Kofl, Glen, Mazon, Frauenrigl e Brenntal. “Siamo convinti che la ricchezza del terroir in cui abbiamo la fortuna di coltivare le nostre uve sia la chiave assoluta della nostra continua ricerca di miglioramento” ha proseguito Kofler, aggiungendo che “l’obiettivo per noi è chiaro: vogliamo che il nostro lavoro crei valore per il consumatore, per la nostra regione e per i soci della cooperativa. Negli ultimi anni – ha spiegato – abbiamo concentrato i nostri sforzi nel dare al consumatore sempre più garanzie sulla qualità e la provenienza dei vini, aumentando la percezione di valore dei nostri prodotti e, per estensione, della nostra regione, e assicurando soddisfazioni e sostegno sempre maggiore ai nostri soci”.

Arriva PanCricrì, il primo panettone con la farina di grilli

Arriva PanCricrì, il primo panettone con la farina di grilliRoma, 20 nov. (askanews) – Un panettone dolce, al sapore di albicocche e cioccolato, senza burro, senza lattosio, a base di farina di grillo, farina, olio extravergine d’oliva e con grilli caramellati all’interno del cioccolato. Si chiama PanCricrì, in omaggio al verso del grillo, a idearlo Davide Muro, Mastro Panettone dell’Antica Pasticceria Castino di Pinerolo in Piemonte.


Una ricetta innovativa che utilizza un superfood d’eccezione dai noti valori nutrizionali, – informa l’Antica Pasticceria Castino in una nota – un’ottima fonte proteica ad alto valore biologico e ricco in amminoacidi essenziali e vitamine. Quindi, un panettone senza lattosio, che permette anche a chi ha problematiche di salute così come a chi persegue uno stile di vita orientato al benessere e al piacere di godersi le feste natalizie senza scegliere tra gusto, golosità e benessere. PanCricrì è infatti adatto per chi segue una dieta specifica o uno stile di vita attivo, il nuovo panettone è ideale per abbinare i piaceri del palato e la salute in una forma sostenibile rivoluzionando la tavola natalizia. Con una base di ingredienti selezionati e salutari, la farina di grillo – prosegue la nota – rappresenta un’alternativa ecologica agli alimenti proteici di origine animale, con un ridotto impatto ambientale e alta digeribilità. La Pasticceria Castino prosegue nella sua missione di innovare i dolci delle feste, portando avanti la propria ricerca di gusto, salute e sostenibilità.


“Con PanCricrì abbiamo voluto spingere ulteriormente i nostri sforzi e le nostre ricerche nella direzione che ormai mi è cara – racconta Davide Muro – Cioè giocare con i sapori e le ricette della tradizione, sperimentando accostamenti insoliti, proponendo ingredienti nuovi, studiando come poter rispondere alle esigenze delle persone che rispondono agli stili di vita sempre in mutamento. Con PanCricrì ho voluto proporre una nuova esperienza di gusto che unisce piacere e salute, facendo incontrare la golosità e la delizia del Natale, il periodo più dolce dell’anno per antonomasia, a un lifestyle di benessere, healthy”. (Credit foto: Paolo Mantovan)

Vino, il 25 novembre a Napoli c’è “Anteprima VitignoItalia”

Vino, il 25 novembre a Napoli c’è “Anteprima VitignoItalia”Milano, 20 nov. (askanews) – Parte il countdown per “Anteprima VitignoItalia”, la preview dell’omonimo evento giunto alla sua 19esima edizione, in programma dall’11 al 13 maggio 2025. Un parterre di oltre 500 etichette, provenienti da Nord a Sud della Penisola, che popoleranno gli spazi dell’Hotel Excelsior lunedì 25 novembre, per una giornata di degustazioni e incontri “vis a vis con alcuni dei più interessanti produttori dello scenario vitivinicolo nazionale”. Spazio speciale dedicato al mondo dei rosati, con una selezione di 10 etichette presenti nei primi posti della classifica di 100 Best Italian Rosé.


Dalle 15 alle 17 la manifestazione è riservata ad operatori di settore, sommelier e stampa, e a seguire, dalle 17 alle 21.30, aperta agli appassionati. Protagonisti i vini campani, anima della manifestazione, che in questa nuova edizione rappresentano il 40% delle etichette in degustazione. Non mancheranno i territori enologici più importanti dello Stivale, dalla Valpolicella al Chianti, passando per i bianchi dell’Alto Adige, i vini dell’Abruzzo e tante altre realtà. A completare il quadro, il Consorzio del Friuli Doc, da anni presenza immancabile di ‘Anteprima VitignoItalia’ e il Consorzio Vita Salernum Vites la realtà che riunisce i migliori produttori del salernitano: una terra dalla forte tradizione enologica e gastronomica che sarà meta di un educational tour (martedì 26) dedicato ai giornalisti nazionali e della stampa estera provenienti da Polonia, Uk, Germania e Austria. Un progetto dal forte carattere internazionale che ‘VitignoItalia’ porta avanti in collaborazione con Ice, con il desiderio di far conoscere il vino attraverso la scoperta del territorio, la sua storia e l’incontro diretto con i produttori. Ai vini verranno affiancati prodotti d’eccellenza, dai grissini artigianali, all’Olio Evo pugliese di Terre di Morra, il riso campano, prodotti a base di aglio orsino e i salumi del Sannio. Ma anche una grande selezione dolce: dai fichi del Cilento, ai cioccolatini artigianali campani e piemontesi, passando per i classici della pasticceria napoletana e i panettoni campani e lombardi. E ancora il limoncello e i liquori della regione, una selezione di amari piemontesi e di grappe dal Veneto.


“E’ in arrivo la nuova edizione di ‘Anteprima VitignoItalia’, l’evento che unisce le migliori Cantine per raccontare le eccellenze del patrimonio enologico italiano, coniugando la degustazione ai banchi d’assaggio agli incontri ‘tailor made’ per il trade, da sempre uno dei fiori all’occhiello della nostra manifestazione capace di convogliare nel corso di questa giornata il meglio degli operatori di settore dell’intera regione” racconta Maurizio Teti, direttore di VitignoItalia, parlando di “un approccio trasversale che da sempre ci contraddistingue e grazie al quale ‘Anteprima VitignoItalia’ ha assunto negli anni un ruolo centrale nella promozione del vino italiano, facendo di Napoli un importante punto di riferimento per il settore. Merito di un lavoro di squadra che vede in prima fila l’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, UniCredit in qualità di main sponsor e ICE per il suo supporto su scala internazionale”. Quest’anno la manifestazione “destinerà parte delle bottiglie ai pranzi di Natale organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio di Napoli nei carceri della regione”.

Vino, Fantini Group: calo produzione diffuso ma soddisfatti da qualità

Vino, Fantini Group: calo produzione diffuso ma soddisfatti da qualitàMilano, 20 nov. (askanews) – ‘Siamo molto soddisfatti, venivamo da un 2023 difficile dove ad esempio in Abruzzo avevamo registrato un calo di produzione anche del 60%. Questo 2024 nel nostro Sud Italia è stato molto caldo, anche siccitoso, ma nel complesso assai positivo. Con questa caratteristica del forte anticipo nella maturazione dei bianchi, in Sicilia abbiamo iniziato la raccolta che non era ancora agosto. I grappoli rossi li abbiamo lasciati in vigna più a lungo per far sì che sviluppassero meglio la parte fenolica e la componente zuccherina, e così la vendemmia di Aglianico del Vulture è terminata a fine ottobre. Anche il Montepulciano d’Abruzzo è maturato con tempi più rilassati rispetto al solito, in concomitanza con la raccolta delle olive, mentre in genere sono eventi successivi uno all’altro’. Così Giulia Sciotti, marketing manager di Fantini Group traccia un bilancio della vendemmia 2024.


Questo, in sintesi, il quadro dipinto dall’azienda vitivinicola fondata da Valentino Sciotti a Ortona (Chieti) nel 1994. Per quanto riguarda l’Abruzzo, la raccolta è stata segnata da una stagione calda e siccitosa, che ha messo a dura prova le vigne e portato a un significativo anticipo della raccolta. A livello regionale, la produzione ha subito un calo del 30% rispetto al 2022 (anno precedente alla peronospora), ma la qualità delle uve è buona, con uno stato sanitario eccellente e una raccolta anticipata di circa due settimane a causa delle alte temperature registrate durante l’estate, che hanno accelerato il processo di maturazione. Grazie all’assenza di precipitazioni violente, i grappoli sono rimasti intatti, facendo prevedere ottimi risultati con uve sane, sia bianche che rosse. Sul piano organolettico, i bianchi e i rosati si distingueranno per freschezza, intensi aromi fruttati e una complessità gustativa che esprimerà al meglio le caratteristiche varietali. I rossi, che hanno da poco concluso la fermentazione, si presenteranno con una marcata nota di frutta rossa e una gradazione alcolica leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti. In Basilicata, l’annata è stata caratterizzata da un inverno mite e relativamente asciutto, seguito da una primavera calda e priva di piogge e da un’estate torrida e secca. Le temperature elevate hanno favorito un germogliamento anticipato di circa 10-15 giorni, portando a maturazione e raccolta anticipata per tutte le varietà. L’intensa siccità e i danni residui della campagna precedente hanno ridotto la resa media del 30%, ma hanno contribuito ad un’elevata qualità delle uve. Per le varietà a bacca bianca, la vendemmia è iniziata nei primi giorni di agosto, con un anticipo di circa 15 giorni rispetto al 2023. Le uve raccolte, perfettamente integre e con bucce ben mature, daranno vita a vini aromatici e freschi, con un grado alcolico medio di circa 13%. Anche per i rosati la raccolta è stata anticipata di circa 10 giorni, avviandosi il 21 agosto, con una selezione dei vigneti più giovani di Aglianico. Le uve sono arrivate in cantina in condizioni ottimali, con un profilo acido e aromatico equilibrato e una spiccata mineralità, e presentano una gradazione alcolica media intorno ai 13%. Per l’Aglianico, il clima caldo e asciutto ha permesso una maturazione ottimale delle uve direttamente sulla pianta, assicurandone una qualità eccellente. La vendemmia di questo vitigno è iniziata a fine settembre e si è conclusa nella seconda metà di ottobre, con uve caratterizzate da un ottimo tenore zuccherino e bucce perfettamente mature: il risultato è un vino corposo e complesso, con tannini maturi e ben equilibrati e un grado alcolico medio di circa 14%.


Anche la vendemmia in Campania è iniziata con un anticipo di circa 15 giorni, a causa di un andamento climatico caldo e siccitoso sia in primavera che in estate. Verso la fine dell’estate e in autunno, alcune piogge sporadiche hanno garantito alle piante il minimo apporto idrico necessario per portare a maturazione le uve. Sebbene la resa sia rimasta sotto la media, è risultata comunque superiore rispetto al 2023, quando i danni causati dalla peronospora avevano ridotto drasticamente la produzione. Lo stato sanitario delle uve è risultato eccellente per tutte le varietà, sia bianche che rosse, come Greco, Falanghina, Fiano e Aglianico. Per preservare la freschezza aromatica nei bianchi, la vendemmia è stata anticipata di qualche giorno rispetto alla maturazione ottimale, ottenendo vini con freschezza e intensità al naso. In bocca, si distingueranno per una maggiore intensità in struttura e volume. La vendemmia dell’Aglianico è iniziata tardi, gli esiti sono stati molto positivi. Possiamo considerare questa vendemmia 2024 di ottima qualità. In Puglia, la vendemmia è iniziata in anticipo intorno al 22 luglio, con uve di ottima qualità ma una produzione ridotta. La prolungata siccità ha portato a una riduzione significativa dei volumi prodotti, stimata intorno al 30%; tuttavia, le condizioni termiche hanno permesso una maturazione fenolica completa, valore aggiunto per la qualità. Nonostante il forte caldo estivo, i vigneti hanno goduto di gran salute. Per le varietà a bacca bianca, raccolte appunto a partire da luglio, si sono ottenute uve perfettamente integre, con caratteristiche organolettiche che mantengono freschezza e aromi varietali, e con una piacevole rotondità minerale. La gradazione alcolica media è intorno ai 12 gradi. I vini rosati, ottenuti da uve a bacca rossa vendemmiate da metà agosto, presenteranno profili complessi, voluminosi e sapidi, con una gradazione media di 13°. I rossi del 2024, raccolti dalla terza decade di agosto, esprimeranno intense note fruttate, floreali e leggermente appassite, con tannini vellutati e una gradazione media di circa 14,5°. In sintesi, la vendemmia 2024 si distingue come un’annata eccellente per la sanità e salubrità delle uve, con rese per ettaro basse ma un’elevata qualità complessiva dei vini prodotti.


La raccolta in Sardegna ha registrato un anticipo significativo delle fasi vegetative: il germogliamento è avvenuto circa un mese prima rispetto alla norma, anticipando quindi anche l’epoca del raccolto, che quest’anno si è svolto circa 20 giorni prima rispetto al solito, sia per il Monica che per il Cannonau. A differenza del 2023, le piogge cadute la settimana prima della raccolta hanno contribuito a contenere i livelli di alcol, con il Vermentino che ha raggiunto una gradazione di circa 13 gradi. Le alte temperature hanno influenzato il profilo acido dei vini, risultando in valori leggermente inferiori rispetto ad altre annate. Tuttavia, questo equilibrio ha portato a vini che si distingueranno per eleganza e complessità organolettica, offrendo profili aromatici più raffinati e sfumati. In Sicilia, malgrado le condizioni climatiche poco favorevoli, segnate da caldo intenso e siccità, le previsioni per l’annata 2024 si presentano positive. Le uve si distinguono per qualità eccellente, integrità e una ricca complessità aromatica, con un aumento produttivo di circa il 5% rispetto al 2023, anche se leggermente sotto la media ottimale. Quest’anno si è osservato un germogliamento anticipato di circa 10 giorni, seguito da una fioritura precoce a fine aprile e da un’invaiatura anch’essa anticipata, che hanno richiesto di avviare la vendemmia con circa 12 giorni di anticipo rispetto agli anni precedenti. Sul piano organolettico, i vini bianchi si presentano più minerali e fruttati, mentre i rossi rivelano intense note di frutti rossi che prevalgono sulle sfumature speziate.


Quadro diverso per quanto riguarda la Toscana dove, sempre secondo Fantini, le condizioni climatiche sono state favorevoli, anche se le piogge di settembre, insieme con una diminuzione delle temperature, hanno rallentato la maturazione e la conseguenza tecnica è stata la scarsità di colore ed il basso grado alcolico, ma un’eccellente qualità. La raccolta è iniziata i primi giorni di settembre per terminare il 21 ottobre. I vini si prospettano con acidità medio-alta, saranno quindi freschi e fruttati, con corredo polifenolico importante. In definitiva, la vendemmia 2024 si presenta con un profilo aromatico straordinario e con una complessità che lascia sperare in vini di grande equilibrio e longevità.

Il 22 novembre da Gradis’ciutta presentazione libro su viticultura

Il 22 novembre da Gradis’ciutta presentazione libro su viticulturaMilano, 19 nov. (askanews) – Venerdì 22 novembre alle 18 il suggestivo Borgo Gradis’ciutta (Gorizia) ospiterà la presentazione del libro “Piccola e buona storia della viticoltura”. Scritto da due noti studiosi come Angelo Costacurta e Antonio Calò, il volume racconta con precisione e passione l’evoluzione della vite e del vino, intrecciando scienza, tradizione e cultura.


“Accogliere eventi di questo tipo ci permette di valorizzare il legame profondo tra il vino e la cultura: mi piace sempre ribadire che Gradis’ciutta non è solo una Cantina ma un luogo dove il passato dialoga con la contemporaneità, creando esperienze che vanno oltre il calice” ha spiegato Robert Princic, titolare dell’azienda che produce vini biologici nel cuore del Collio, aggiungendo che “questo incontro letterario rappresenta una grande opportunità per riflettere su ciò che il vino ha rappresentato e rappresenta ancora oggi per le nostre comunità”. Pubblicata nella collana “Grado Babo”, il volume è un invito a ripercorrere le tappe fondamentali della viticoltura, dalle antiche origini caucasiche alle attuali eccellenze del panorama italiano. Le pagine si snodano attraverso momenti storici e sociali che hanno plasmato il mondo del vino. Il libro, arricchito da fotografie a colori e approfondimenti, è uno strumento prezioso per chi desidera avvicinarsi alla storia della vite con uno sguardo divulgativo ma accurato.


L’appuntamento si inserisce nel calendario di iniziative culturali organizzate da Gradis’ciutta. Foto: Simone Di Luca

Vino, la Valpolicella in prima linea contro il cambiamento climatico

Vino, la Valpolicella in prima linea contro il cambiamento climaticoMilano, 19 nov. (askanews) – Mercoledì 20 novembre a Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona) si tiene il convegno dal titolo “Cambiamento climatico e dissesto idrogeologico: la sfida secolare dei terrazzamenti vitivinicoli italiani. Storia, problemi e soluzioni tecnologiche per la salvaguardia di uno dei patrimoni Unesco”. Organizzato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella dalle 9 alle 13 a Villa Brenzoni Bassani, l’incontro tratterà temi urgenti per la viticoltura di collina, tra cui il rischio di dissesti idrogeologici, il cambiamento climatico in atto e l’adozione di soluzioni innovative e sostenibili per la gestione dei terrazzamenti e della agricoltura di collina.


“Il cambiamento climatico rappresenta una sfida che non possiamo più rimandare, soprattutto per le aree viticole come la Valpolicella, caratterizzate da un equilibrio delicato tra ambiente e produzione” ha affermato il presidente dell’ente consortile, Christian Marchesini, spiegando che “il nostro obiettivo è sensibilizzare e informare tecnici, produttori e istituzioni su quanto sia cruciale adottare strategie preventive e soluzioni tecniche avanzate per la gestione di queste problematiche. Questo convegno – ha concluso – nasce per essere una piattaforma di confronto che permetta di salvaguardare un patrimonio paesaggistico e produttivo di inestimabile valore, a tutela delle generazioni future”. L’evento, organizzato in collaborazione con l’agenzia tecnica Tramacere, vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Michele Moserle, storico dei muri a secco e docente di Architettura del paesaggio, Armando Lorenzini, responsabile dell’Ufficio Protezione Civile della Provincia di Verona, Francesco Rech, responsabile ufficio climatologia di ARPAV, Paolo Tarolli, professore ordinario di Idraulica agraria all’Università di Padova, Paolo Zorzenon, responsabile tecnico Seic Geotecnica Harpo SpA e Alberto Ferrarese, responsabile tecnico Biosoil Expert. L’incontro sarà moderato da Stefano Oliboni, già responsabile del settore parchi e giardini del Comune di Verona. I relatori discuteranno dell’impatto climatico e idrogeologico sui terrazzamenti viticoli, con particolare riferimento alla pratica Unesco dei muretti a secco, proponendo soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche e la stabilizzazione del territorio.

Vino, Imt: 2,3 mln per promozione 2025-2026 su mercato italiano e Ue

Vino, Imt: 2,3 mln per promozione 2025-2026 su mercato italiano e UeMilano, 19 nov. (askanews) – Ammontano a quasi 2,3 milioni di euro gli investimenti in promozione per il biennio 2025-2026 previsti dal progetto targato Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) rivolto al mercato dell’Unione europea. Un piano di rilancio basato sulla dotazione dei fondi Csr 2023-2027 – “Promozione dei prodotti di qualità” della Regione Marche per puntare, oltre alla domanda interna, sui Paesi obiettivo del mercato comunitario.


Attenzione particolare è prevista nella promozione in favore delle piazze di sbocco delle Dop marchigiane, con Germania, Belgio, Paesi Bassi e Svezia in prima fila ma anche con diverse aree considerate emergenti come Francia, Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia, Austria, Danimarca e Repubblica Ceca. Tra le attività previste nel piano che coinvolge le 16 Dop tutelate da Imt, l’informazione e la promozione pubblicitaria con una forte impronta digital-social, oltre a quelle sui canali più tradizionali. Ampio spazio anche alle azioni di business diretto, con la partecipazione a fiere di settore, incontri b2b e b2c, degustazioni, workshop, eventi dedicati a buyer ed esperti di settore nazionali e europei, il rafforzamento dell’incoming dai Paesi Ue. “Stiamo per chiudere un’annata complicata per il commercio mondiale di vino a cui si sono aggiunte le note e preoccupanti vicende che hanno coinvolto una delle principali realtà delle Marche” ha affermato il presidente di Imt, Michele Bernetti, spiegando che “le Denominazioni marchigiane sono ora attese a una reazione sui mercati in linea con la qualità media delle proprie produzioni e nella consapevolezza di dover rispondere a una domanda oggi sempre più orientata verso un decremento dei consumi e a una contestuale maggiore attenzione alla qualità e identità dei vini. In questo contesto, i nuovi fondi per la promozione assumono una ancor maggior rilevanza”.


I vini marchigiani hanno una forte esposizione sul mercato europeo: Italia a parte, prima piazza di sbocco, oltre la metà dei volumi venduti è infatti destinata ai Paesi dell’Ue. Per l’insieme delle Dop marchigiane, il primo mercato di sbocco in Europa sono i Paesi Bassi (24% sul totale export e 44% su quello Ue), seguiti da Germania e Belgio con il 10% ciascuno a livello globale e 19-18% sul totale Ue. “Sul mercato europeo i cambiamenti in atto a livello generazionale e di consumo spingono in ottica di medio-lungo periodo per una ulteriore qualificazione delle produzioni” ha detto il direttore Imt, Alberto Mazzoni, rimarcando che “i vini di primo prezzo, senza una chiara origine identitaria e territoriale, sono destinati a ridurre drasticamente il proprio mercato. Da qui – ha concluso – l’esigenza di adeguare il giusto posizionamento del vigneto Marche sui mercati internazionali anche attraverso la focalizzazione su target di consumo ben definiti e identificati tramite approfonditi studi di marketing”.

Vini Garda Doc a evento eccellenze italiane per Milano-Cortina 2026

Vini Garda Doc a evento eccellenze italiane per Milano-Cortina 2026Milano, 19 nov. (askanews) – I vini Garda Doc all’evento che celebra le eccellenze italiane in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Una kermesse di tre giorni che coinvolge 300 giornalisti internazionali che, oltre a visitare i luoghi delle competizioni, la sera del 21 novembre alla Triennale di Milano, avranno l’opportunità di scoprire le ricchezze culturali, enogastronomiche e culinarie del territori coinvolti.


“Essere presenti in un contesto così prestigioso è per noi motivo di grande orgoglio, questo evento rappresenta un’occasione unica per raccontare al mondo la nostra passione e il nostro impegno” ha dichiarato il presidente del Consorzio Garda Doc, Paolo Fiorini, mentre il direttore dell’ente, Carlo Alberto Panont, ha sottolineato che, “come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 vedranno la Lombardia e il Veneto protagonisti di un evento straordinario, anche la nostra Doc Garda incarna perfettamente lo spirito di collaborazione e sinergia che unisce queste due grandi regioni”.

Nella “Top 100” 2024 di “Wine Spectator” venti vini italiani

Nella “Top 100” 2024 di “Wine Spectator” venti vini italianiMilano, 19 nov. (askanews) – Nella “Top 100” 2024 dell’importante rivista specializzata statunitense “Wine Spectator”, che ha visto la vittoria del “Cabernet Sauvignon Puente Alto Puente Alto Vineyard 2021” della cilena Vina Don Melchor, seguito dal “Cabernet Sauvignon Napa Valley Georges de Latour Private Reserve 2021” della californiana Beaulieu Vineyard, i vini dei produttori italiani sono complessivamente venti, numero che fa del nostro Paese quello più rappresentato dopo gli Stati Uniti. Più che Italia bisognerebbe più correttamente dire però Toscana, dato che son ben 14 le etichette che provengono da questa regione, tra cui quattro di Chianti Classico e altrettante di Brunello di Montalcino.


Al terzo posto si è classificato il “Tignanello 2021” di Marchesi Antinori, seguito al nono dal “Barolo Albe 2020” di G.D. Vajra, al 13 dal “Chianti Classico Berardenga Riserva 2021” di Fattoria di Felsìna, al 15 dal “Brunello di Montalcino 2019 di Caprili”, al 18 dal “Bolgheri Superiore Piastraia 2021” di Michele Satta, e al 19 dal “Brunello di Montalcino 2019” di La Fiorita. A seguire, al 22esimo posto il “Brunello di Montalcino Pelagrilli 2019” di Siro Pacenti, al 24esimo il “Chianti Classico Il Grigio Riserva 2021” di San Felice, al 28esimo “Brunello di Montalcino 2019″ di Castello Romitorio, al 33esimo l’”Alto Adige Pinot Grigio 2023” di Elena Walch, al 35esimo “I Sodi di San Niccolò Igt Toscana 2020” di Castellare di Castellina, al 37esimo il “Chianti Classico 2021” di Vallepicciola. Oltre le prime quattro decine, troviamo la “Barbera d’Alba La Gemella 2022” di Giovanni Viberti (42), il “Nero D’Avola Lagnusa 2022” di Feudo Montoni (44), il “Saffredi 2021” di Fattoria Le Pupille (46), il “Cabernet Sauvignon Santa Cristina Igt Toscana 2022” di Santa Cristina (49) e il “Chianti Classico Gaiole Colledilà Gran Selezione 2021” di Ricasoli (50), il “Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Casal di Serra 2022” di Umani Ronchi (60), il “Soave Classico Otto 2022” di Prà (70) e la “Vernaccia di San Gimignano Tradizionale 2022” di Montenidoli (85).


Una curiosità: secondo quanto riportato da “Wine Spectator” il “Cabernet Sauvignon Santa Cristina Igt Toscana 2022” di Santa Cristina e la “Barbera d’Alba La Gemella” di Giovanni Viberti sono i vini meno cari presenti in questa classifica. Il primo viene infatti indicato con un prezzo di 12 dollari e il secondo di 17 dollari, ma in generale le nostre bottiglie segnalate evidenziano un buon rapporto qualità-prezzo. Da segnalare infine l’”Otto” di Prà che torna nella “Top 100” per la seconda volta dopo il 2018, non solo come unico Soave ma anche come unico vino veneto presente.

E’ nato il Distretto Biologico di Montecucco, il decimo in Toscana

E’ nato il Distretto Biologico di Montecucco, il decimo in ToscanaMilano, 19 nov. (askanews) – È stato ufficialmente istituito il nuovo Distretto Biologico del Montecucco, il decimo in Toscana, che rafforza il ruolo della regione come leader nazionale del biologico. Il nuovo biodistretto ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare un territorio dalle radicate tradizioni agricole, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile sia a livello ambientale che socioeconomico. Un traguardo significativo per il territorio, che punta a diventare un modello di eccellenza nell’agricoltura biologica e sostenibile, sia in Italia che a livello internazionale. La Toscana si conferma come una delle regioni leader nel biologico, con oltre il 37,5% di superficie utile coltivata bio, rispetto a una media nazionale del 19,8%, e un’incidenza di aziende biologiche del 13,3%, quasi il doppio del dato nazionale del 7,4%. Il nuovo distretto si distingue per l’elevata percentuale di superficie agricola biologica che supera attualmente il 56% di quella agricola utilizzata.


Il Distretto Biologico di Montecucco nasce con il sostegno di istituzioni quali la Regione Toscana, il Distretto Rurale della Toscana del sud, CIA, Coldiretti e Unione Agricoltori Montecucco, per promuovere un’agricoltura che valorizzi la biodiversità, incoraggiando un modello di sviluppo sostenibile sia a livello ambientale che socioeconomico. Otto le aziende agricole che attualmente rappresentano il biodistretto e che hanno contribuito alla sua creazione: ColleMassari, Salustri, L’Impostino, Franci, Podere dei Fiori, La Pollinosa, Le Colline Amiatine, e Podere Ciuffoni. Otto realtà, tutte impegnate nel biologico, che rappresentano il cuore pulsante del Distretto e che con i loro prodotti, dal vino all’olio, dal miele alle farine, alle produzioni animali, incarnano le eccellenze che caratterizzano il Montecucco. Un gruppo che si accinge a crescere in termini di partecipazioni, con numerose aziende agricole che a pochi mesi dall’annuncio del progetto hanno già presentato domanda di adesione. Tutti i prodotti delle aziende aderenti riporteranno in etichetta il logo del biodistretto, garantendo ai consumatori un marchio di qualità e impegno per il territorio. Le aziende che desiderano aderire devono rispettare un requisito essenziale: almeno il 30% della loro produzione deve essere certificata biologica.


“Questo traguardo è il frutto di un’idea nata più di un anno fa, quando abbiamo iniziato a parlare della possibilità di creare un Distretto Biologico che potesse valorizzare e sostenere il nostro territorio” ha spiegato Francesco Saverio Benedetti, presidente del Distretto Biologico del Montecucco e chief financial officer di ColleMassari, aggiungendo che “l’impegno di tutti, grazie a una coesione straordinaria e a una visione condivisa, siamo riusciti in pochissimo tempo a trasformare questa idea in realtà”. Il Distretto Biologico di Montecucco ha già individuato i prossimi obiettivi, articolati su tre fasi temporali. “A breve termine: sensibilizzare e supportare ulteriormente i produttori locali già impegnati nel biologico, ampliando il numero di aziende e promuovendo la conoscenza del distretto attraverso campagne di informazione e comunicazione. A medio termine: consolidare la rete di cooperazione includendo anche il settore turistico e culturale, per valorizzare l’offerta territoriale e promuovere il Montecucco come destinazione per il turismo sostenibile. A lungo termine: affermare il Distretto come modello di riferimento nell’agricoltura biologica e sostenibile a livello regionale e internazionale”.