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Tumori seno, Mic e Komen: i capolavori italiani indossano la prevenzione

Tumori seno, Mic e Komen: i capolavori italiani indossano la prevenzioneRoma, 21 set. (askanews) – In occasione del Mese Internazionale della Prevenzione dei Tumori del Seno, il Ministero della Cultura e Komen Italia uniscono nuovamente le forze per la tutela della salute femminile dando vita a importanti iniziative di informazione e sensibilizzazione, utili a tenere alta l’attenzione sui tumori del seno. Con oltre 56.000 nuovi casi l’anno solo in Italia, i tumori del seno rappresentano le neoplasie più frequenti nel sesso femminile. L’incidenza è in continuo aumento e si stima che entro il 2025, nel mondo, si ammaleranno quasi 6 milioni di donne. Sebbene si tratti di tumori altamente curabili, restano comunque al primo posto tra le cause di morte per cancro nella popolazione femminile mondiale. La prevenzione può fare la differenza: con la prevenzione primaria si potrebbe ridurre di un terzo l’incidenza dei tumori del seno e con la diagnosi precoce (prevenzione secondaria) le percentuali di guarigione possono superare il 90%, con cure meno invasive. Proprio per questo Komen Italia è da sempre in prima linea nella diffusione della cultura della prevenzione e ha investito oltre 26 milioni di Euro per avviare più di 1500 nuovi progetti di tutela della salute femminile su tutto il territorio nazionale. Da anni questo impegno è condiviso dal Ministero della Cultura che ha realizzato con Komen la campagna “La Prevenzione è il nostro Capolavoro” per legare insieme i temi dell’arte e della cura. Grazie al MIC, la Campagna ha avuto ogni anno come protagonista un’opera d’arte diversa: la Venere di Botticelli, la Fornarina di Raffaello, il Ritratto di Fanciulla di Luca della Robbia e quest’anno la Venere Callipigia, scultura marmorea del II secolo esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel prossimo mese di ottobre, il MIC offrirà nuovamente l’accesso gratuito a molti musei statali (in allegato la lista) a coloro che sceglieranno di sostenere le attività di Komen Italia con una donazione sul sito www.prevenzione.komen.it La prestigiosa campagna istituzionale, che quest’anno proseguirà fino a maggio 2024 per celebrare al meglio la 25esima edizione della Race for the Cure di Roma, prevede anche l’illuminazione in rosa di decine di monumenti italiani, in una staffetta di sensibilizzazione che si estenderà progressivamente su tutto il territorio nazionale: si inizierà dal Colosseo che, grazie anche alla sensibilità di Acea, vestirà simbolicamente il Ribbon Rosa nella notte tra il 21 e 22 settembre, per proseguire con l’illuminazione in rosa della Galleria Borghese per tutto il mese di ottobre e poi, ogni mese, di altri prestigiosi luoghi di cultura tra cui la Reggia di Caserta. Lucia Borgonzoni, Sottosegretario alla Cultura: “L’arte come strumento per veicolare ed amplificare campagne di sensibilizzazione su tematiche importantissime come quelle legate alla prevenzione e alla ricerca. Dai luoghi della cultura un messaggio sulla rilevanza della diagnosi precoce. Il Ministero della Cultura anche quest’anno è in prima linea per la tutela della salute femminile, al fianco di Komen Italia per contribuire alla promozione della salute e del benessere delle donne”. Oltre a rafforzare la preziosa sinergia con il MIC, nel mese di ottobre Komen Italia svolgerà nuovi eventi e progetti con altri partner istituzionali. Si intensificheranno infatti le attività della Carovana della Prevenzione, il Programma Nazionale Itinerante di Promozione della Salute Femminile ideato in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Tumori: dieta ricca di fibre “potenzia” la risposta immunitaria

Tumori: dieta ricca di fibre “potenzia” la risposta immunitariaRoma, 21 set. (askanews) – Mele, pere, prugne e kiwi; ma anche noci, pistacchi e arachidi; fagioli, ceci, lenticchie; carote, melanzane, carciofi; cereali e addirittura il cioccolato fondente: sono tutti alimenti ricchi di fibre in grado di “nutrire” il nostro microbioma – l’insieme dei microrganismi che ognuno di noi ospita nel proprio intestino – e di conseguenza possono aumentare l’efficacia dell’immunoterapia. Sono infatti sempre più numerose le evidenze scientifiche secondo le quali quello che mettiamo in tavola può influire in modo significativo sulla risposta dell’organismo ai trattamenti antitumorali, compresa l’immunoterapia. In particolare, numerosi studi in corso in tutto il mondo mostrano un legame tra una dieta ricca di fibre e una maggiore efficacia dell’immunoterapia. Entro il prossimo anno, è in programma al San Raffaele di Milano un nuovo trial clinico che prevede la somministrazione di una dieta controllata ricca di fibre nei pazienti con mieloma indolente. Sono inoltre in corso ricerche sui trapianti fecali e studi che hanno come obiettivo quello di confermare i potenti effetti che gli acidi grassi esercitano sulla risposta immunitaria contro i tumori. A fare il punto sulle ultime novità sulla immunoterapia dei tumori e su come questa possa essere modulata dal microbioma intestinale sono oltre mille scienziati arrivati da oltre 38 nazioni del mondo al CICON23 International Cancer Immunotherapy Conference (cancerimmunotherapyconference.org), evento organizzato da società scientifiche internazionali insieme al Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (NIBIT) e in corso a Milano fino al 23 settembre.

“L’immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molti tumori – spiega Pier Francesco Ferrucci, direttore dell’Unità di Bioterapia dei Tumori presso l’istituto Europeo di Oncologia e presidente del Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (NIBIT, nibit.org) -. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Da qui l’ipotesi, che ormai è diventata una certezza, che la composizione del microbioma intestinale di un paziente influenzi il successo del trattamento immunoterapico. In sostanza, i pazienti che ospitano determinati batteri intestinali sembrano rispondere meglio all’immunoterapia rispetto ai pazienti che ne sono privi”. Ancora più sorprendente l’ipotesi, basata su recenti evidenze scientifiche, che somministrare ai pazienti una dieta ricca di fibre potrebbe aumentare le probabilità che il trattamento contro il cancro sia più efficace. “Che il microbioma sia una parte cruciale del nostro sistema immunitario lo sappiamo ormai da tempo – aggiunge Vincenzo Bronte, direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto e next-president di NIBIT -. Secondo alcune stime, oltre il 60% delle cellule immunitarie del nostro corpo risiedono nell’intestino. Ma solo di recente abbiamo accumulato sufficienti evidenze secondo le quali questi microbi possono essere ‘modificati’ per influenzare positivamente l’esito dei trattamenti contro il cancro, compresa l’immunoterapia”.

Alcuni gruppi di ricerca stanno cercando di superare la resistenza all’immunoterapia effettuando trapianti fecali: i microbi intestinali “buoni” vengono prelevati da campioni di feci di pazienti che hanno risposto bene ai farmaci per poi essere trapiantati tramite colonscopia a un altro paziente. Un’altra strada è quella di disegnare diete ad hoc, ricche di fibre, in grado di modificare il microbiota in modo da renderlo “alleato” dell’immunoterapia. “A questo proposito stiamo pianificando un trial clinico su pazienti affetti da mieloma indolente – afferma Matteo Bellone, responsabile dell’Unità di Immunologia Cellulare presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano , tra gli organizzatori di CICON23 -. Ai pazienti proporremo una dieta controllata ricca di fibre con l’obiettivo di comprenderne gli effetti, non solo sulla composizione del microbioma intestinale, ma anche sulle modificazioni metaboliche dell’organismo, sul decorso e sulla prognosi della malattia”.

Individuati nuovi biomarcatori per diagnosi carcinoma midollare tiroide

Individuati nuovi biomarcatori per diagnosi carcinoma midollare tiroideRoma, 21 set. (askanews) – Un nuovo studio coordinato dalla Sapienza Università di Roma ha utilizzato una tecnologia innovativa, non invasiva ed economica per identificare caratteristiche molecolari peculiari di questa neoplasia. I risultati dello studio, pubblicati su Biomarker Research, possono migliorare la diagnosi e la prognosi dei pazienti

Il carcinoma midollare della tiroide è un tumore la cui diagnosi, a oggi, si basa sul riscontro di alti livelli di calcitonina, ormone prodotto dalle cellule C della tiroide da cui origina il tumore, in pazienti con nodulo tiroideo rilevato mediante esame ecografico. Tuttavia, alti livelli di calcitonina non sono specifici di tale neoplasia e possono essere dunque riscontrati anche in pazienti non affetti da questo tipo di tumore. Inoltre, i livelli di tale ormone, in presenza di neoplasia, non sempre correlano con l’estensione del tumore stesso. Pertanto, la ricerca biomedica sta facendo grossi sforzi per migliorare la diagnosi e di conseguenza la prognosi dei pazienti. In questo contesto, il gruppo di ricerca coordinato da Elisabetta Ferretti e Agnese Po della Sapienza di Roma ha utilizzato una tecnologia innovativa e al tempo stesso relativamente economica per identificare nuove caratteristiche molecolari nel DNA circolante presente nel sangue di pazienti affetti da carcinoma midollare della tiroide. Lo studio, nato dalla collaborazione di tre dipartimenti della Sapienza e importanti enti nazionali come l’Università di Siena, l’Università di Pisa, l’Università di Cagliari e l’Istituto Pascale di Napoli, è stato pubblicato sulla rivista Biomarker Research del gruppo Nature.

“Da alcuni anni il DNA circolante nel sangue dei pazienti oncologici viene analizzato alla ricerca di mutazioni presenti nelle cellule tumorali. Tuttavia, il numero di diverse mutazioni che possono essere presenti è molto elevato e le indagini possono mancare la diagnosi poiché cercano la molecola sbagliata – spiega Agnese Po. Ci sono altre caratteristiche del DNA circolante che possono essere sfruttate per identificare una patologia, e tra queste abbiamo analizzato la metilazione e la frammentazione, che sono legate al fenotipo e al comportamento delle cellule”. Raccogliendo campioni di biopsia liquida di pazienti affetti da carcinoma midollare della tiroide al momento della diagnosi per estrarre il DNA circolante (o cell-free DNA) è infatti possibile integrare le indagini che già si eseguono, migliorando il livello di caratterizzazione del paziente.

“Per queste analisi abbiamo utilizzato una tecnologia altamente specifica come la PCR digitale o droplet digital PCR – afferma Elisabetta Ferretti – che permette una risoluzione fino alla singola molecola di DNA”. “Questi risultati – concludono Anna Citarella e Zein Mersini Besharat, prime autrici dello studio e ricercatrici presso il Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza – gettano le basi per l’aggiunta di nuovi biomarcatori non invasivi, utili per la diagnosi e gestione del paziente affetto da carcinoma midollare della tiroide nell’ambito della medicina di precisione”.

Inoltre questi risultati aprono la strada alla ricerca di nuovi biomarcatori circolanti anche per altre tipologie di tumore, dove la ricerca di biomarcatori diagnostici e prognostici specifici e sensibili è un’importante esigenza medica.

Lega Filo d’Oro: nel 2022 assistite 1.128 persone sordocieche

Lega Filo d’Oro: nel 2022 assistite 1.128 persone sordociecheRoma, 21 set. (askanews) – Sono all’insegna della crescita i dati che emergono dal Bilancio Sociale 2022 della Lega del Filo d’Oro, presentato presso l’Università degli Studi di Milano alla presenza di Rossano Bartoli, Presidente Fondazione Lega del Filo d’Oro; Clodia Vurro, Responsabile scientifico del progetto, Università degli Studi di Milano; Barbara Duca, Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Fondazione Lega del Filo d’Oro; Andrea Lecce, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo.

In totale, lo scorso anno, la Fondazione ha garantito i suoi servizi a 1.128 persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale e alle loro famiglie, con un aumento del 26% rispetto al 2021, raggiungendo così il numero più alto di utenti mai registrato. È inoltre cresciuto il numero degli utenti in trattamento nei cinque Centri Residenziali che, nel 2022, è salito a 326 (+8% rispetto al 2021). In aumento anche le giornate di prestazione erogate, che sono arrivate a 69.961, registrando un incremento del 5% rispetto al 2021. Dopo un biennio segnato da importanti limitazioni, nel 2022 la Lega del Filo d’Oro è tornata ad aprirsi all’esterno e allo stesso tempo ha lasciato che il “mondo fuori” tornasse ad entrare nei Centri e nelle Sedi Territoriali, garantendo in via prioritaria la tutela della salute e della sicurezza di utenti, famiglie, operatori e volontari. I risultati ottenuti nel 2022 – sottolinea una nota – mettono in luce il percorso di sviluppo strategico in cui la Fondazione è impegnata, volto a dare risposte a sempre più utenti e a raggiungere sempre più persone: da segnalare, in questa direzione, il completamento avvenuto nel 2022 del secondo lotto del Centro Nazionale di Osimo, il polo di alta specializzazione inaugurato nel marzo 2023 alla presenza del Presidente della Repubblica, che accoglierà, fra l’altro, le residenze per gli ospiti a tempo pieno, in 14 appartamenti da quattro unità ciascuno. Le due palazzine consentiranno di raddoppiare i posti letto complessivamente disponibili a Osimo, migliorando in maniera sensibile la gestione delle liste d’attesa. Nel 2022, inoltre, sono state inaugurate e rese pienamente operative le Sedi Territoriali di Novara e Pisa, che già avevano iniziato le loro attività tra il 2020 e il 2021. La Fondazione è inoltre attualmente impegnata nel progetto di recupero della casa di Sabina Santilli, in Abruzzo, dove nascerà nel 2023 un Centro Studi con Sede Territoriale, e nel Lazio, dove verrà realizzato un Centro Socio-Sanitario Residenziale e Diurno: saliranno così a undici le Sedi dell’Ente e altre due nuove Sedi Territoriali si aggiungeranno a breve come previsto nel Piano di Miglioramento Triennale 2022/24.

Nel loro complesso, lo scorso anno i Servizi e le Sedi Territoriali della Fondazione sono stati punto di riferimento per 758 persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso si tratta del numero di utenti più alto degli ultimi anni e indica la crescente capacità della Fondazione di accompagnare le persone anche nei loro territori, per fornire risposte sempre più adeguate ai loro bisogni, là dove esse vivono. “Dopo due anni, caratterizzati da pesanti limitazioni, in cui abbiamo instancabilmente cercato modalità innovative di contatto e vicinanza, il 2022 è stato l’anno dei nuovi equilibri. Il “filo aureo della buona amicizia” è tornato a tessere relazioni con il mondo esterno – ha dichiarato Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro -. In un contesto che cambia, il confronto con i nostri stakeholder rafforza la convinzione che la crescita per la Lega del Filo d’Oro sia inevitabile, purché fondata sulla solidità di un modello che continui a porre al centro passione e metodo, costanza e innovazione, mettendo a disposizione strutture e competenze”.

XVI Giornata Nazionale SLA. Italia con AISLA nel segno della Solidarietà

XVI Giornata Nazionale SLA. Italia con AISLA nel segno della SolidarietàRoma, 15 set. (askanews) – Migliaia di persone hanno affollato Brescia, Capitale della Cultura 2023 insieme a Bergamo, per salutare la 16ma edizione di questa manifestazione straordinaria, che si svolgerà il 16 e 17 settembre, coinvolgendo tutte le regioni italiane in un’eccezionale maratona di iniziative. Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Giornata Nazionale SLA unisce il paese promuovendo i diritti delle persone con Sla, la ricerca scientifica e l’assistenza. Nata per ricordare il primo sit-in dei malati di SLA del 2006 a Roma, questa giornata rappresenta l’occasione per promuovere azioni solidali, rinnovare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità politiche, sanitarie e socioassistenziali sulle esigenze di cura e assistenza dei pazienti con SLA. “La SLA cambia profondamente le nostre vite, è un’esperienza che supera i limiti umani”, ha dichiarato Fulvia Massimelli, Presidente Nazionale di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica. “Accanto a coloro che combattono questa malattia, c’è la famiglia, che svolge un ruolo fondamentale. Migliaia di persone sono sopraffatte da una responsabilità che comporta notti insonni, perdita di lavoro e isolamento sociale. In questi quarant’anni, AISLA è cresciuta grazie ai volontari che mettono a disposizione il loro tempo, risorse, competenze ed energie per far sentire le famiglie meno sole. Celebrare la Giornata Nazionale nelle piazze italiane significa far sentire la nostra voce: è un coro di numerose persone che si uniscono in un unico NOI”, ha aggiunto. Domenica 17 settembre, oltre 300 volontari saranno presenti nelle principali piazze italiane. Con una donazione di soli 10 euro, chiunque potrà prendere parte a questa importante causa e ottenere una delle 20mila prestigiose bottiglie di Barbera d’Asti DOCG. L’obiettivo della campagna di raccolta fondi è sostenere l’”Operazione Sollievo” che mette in campo strumenti e assistenza concreta per migliorare la qualità di vita delle persone con SLA e delle loro famiglie. Dal sostegno finanziario per garantire l’assistenza domiciliare continua, al trasporto con mezzi attrezzati, dal supporto ai progetti di vacanze accessibili in Italia, fino alla consulenza e il supporto per le pratiche burocratiche, legali e previdenziali, AISLA è presente per le famiglie e con le famiglie. In Italia ci sono più di 6.000 persone che convivono con la SLA, una malattia neurodegenerativa che cambia profondamente la vita di chi ne è colpito, con una progressione rapida che porta alla perdita delle capacità di movimento, nutrizione, respiro e parola. La Giornata Nazionale SLA è rappresentata dal colore verde, simbolo di speranza e dell’Associazione stessa. Un colore che unisce nella convinzione che la ricerca riuscirà a sconfiggere questa malattia. Sabato 16 settembre al calar del sole, grazie al Patrocinio dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), centinaia di “Comuni Illuminati” hanno aderito all’iniziativa “Coloriamo l’Italia di Verde”, a zero impatto ambientale perché prevede una semplice gelatina o velina, apposta sopra l’illuminazione già presente. L’accensione prenderà il via con la presidente Massimelli a Roma, presso la Fontana del Tritone in Piazza Barberini. Si illumineranno di verde molti altri simboli italiani, tra cui il Teatro Massimo di Palermo, la Reggia di Caserta, le Porte Antiche di Firenze, la Loggia di Brescia, la Lanterna di Genova, lo Sferisterio di Macerata, la Mole Antonelliana di Torino, la Torre della Città di Bari, il Palazzo Cà Loredan di Venezia, la Fontana del Nettuno a Trento e il Palazzo Comunale di Point Saint Martin in Valle d’Aosta. Questo abbraccio di tutta Italia alle persone con Sla è un messaggio per non smettere di credere nella possibilità di una cura. Il risultato di questa giornata è, ogni anno, una Vigilia di speranza.

Mobilità attiva, Iss: in Italia solo 42% popolazione la pratica

Mobilità attiva, Iss: in Italia solo 42% popolazione la praticaRoma, 14 set. (askanews) – Andare a scuola o al lavoro, a piedi, in bici o utilizzando altre strategie di mobilità attiva, può diminuire la mortalità e ridurre l’insorgenza di molte malattie croniche, ma nel nostro paese solo il 42% dei 18-69enni la pratica e, in molti casi, con valori al di sotto della soglia che permetterebbe di ottenere i maggiori benefici. Lo affermano i dati della Sorveglianza Passi del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (Cnapps) dell’Iss, resi noti in occasione della settimana europea della Mobilità che si celebra dal 16 al 23 settembre.

Complessivamente nel biennio 2021-2022 il 42% degli adulti intervistati pratica mobilità attiva e dichiara di aver usato la bicicletta e/o di essersi spostato a piedi per andare al lavoro, a scuola o per gli spostamenti quotidiani nel mese precedente l’intervista. Il 19% degli intervistati risulta fisicamente attivo con la sola pratica della mobilità attiva, perché grazie a questa raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS, almeno 150 minuti a settimana di attività moderata, e il 23% risulta parzialmente attivo per mobilità attiva praticata perché si sposta a piedi o in bicicletta ma lo fa per meno di 150 minuti a settimana La quota di persone che raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS attraverso la mobilità attiva è maggiore tra i 18-24enni, ma anche fra i 50-69enni, fra le persone con alto livello di istruzione, fra gli stranieri e fra i residenti nelle Regioni settentrionali, rispetto al resto del Paese. Dal 2017 al 2022, si registra una lieve diminuzione della quota di persone che si muove a piedi o in bici per gli spostamenti abituali e, in particolare, una riduzione più forte tra coloro che riescono a raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati, specialmente al Sud La mobilità attiva – sottolinea l’Iss – corrisponde alla scelta di andare in bicicletta o a piedi per i propri spostamenti abituali (ad es. lavoro o scuola), attraverso il trasporto attivo in alternativa all’uso di veicoli a motore. È associata ad una significativa riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause (-24%) e di mortalità per tumore (-25%) in coloro che praticano mobilità attiva in bicicletta. Come raccomandato dalle linee guida OMS sull’attività fisica, per le persone che vanno in bicicletta o a piedi per almeno 150 minuti a settimana, il rischio di mortalità si riduce del 10%. Si calcola che, nell’Unione europea, ogni anno più di 100.000 morti premature potrebbero essere evitate se ogni adulto andasse a piedi o in bicicletta per 15 minuti in più al giorno. Le persone fisicamente attive hanno fino al 30% di rischio in meno di cadere in depressione e rimanere attivi migliora l’umore e riduce lo stress. Andare in bicicletta e camminare comportano inoltre benefici per la società, come la riduzione dell’inquinamento atmosferico, acustico e ambientale.

I 4 suggerimenti per fare mobilità attiva: se la distanza non è eccessiva muoviti a piedi (l’Oms raccomanda 150 minuti di attività fisica moderata alla settimana, raggiungibili con un tragitto quotidiano di circa 2,5 km per 5 giorni). Se ti muovi prevalentemente con i mezzi del trasporto pubblico, riservati un tratto del percorso da fare a piedi (almeno 1 km). Se vuoi utilizzare la bicicletta e la distanza è troppa, considera l’ipotesi di una ‘mobilità mista’, ad esempio combinando treno o metro con tragitti in bicicletta, molti mezzi prevedono la possibilità di salire con biciclette, e-bike e bici pieghevoli. Se non puoi evitare di muoverti in automobile, parcheggia a distanza dal luogo di arrivo e prosegui a piedi (almeno 1 km)

Prevenzione, sport e natura: 23 e 24 settembre torna la Longevity Run

Prevenzione, sport e natura: 23 e 24 settembre torna la Longevity RunRoma, 13 set. (askanews) – Il 23 e 24 settembre la Longevity Run Summer Edition 2023 farà tappa per la prima volta a Forte dei Marmi. È il sesto appuntamento dell’evento di sensibilizzazione per uno stile di vita sano e attivo promosso dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in collaborazione con il Comune di Forte dei Marmi. Una manifestazione di grande successo su tutto il territorio nazionale con prestazioni sanitarie offerte gratuitamente dai medici del Policlinico Gemelli. Ma la manifestazione non è solo prevenzione, è anche sport, fattori che insieme rappresentano un binomio vincente a favore della salute. Spazio all’attività fisica dunque domenica con la Longevity Run, la corsa non competitiva di 5 km aperta a tutti, raduno alle ore 10.00 e partenza alle ore 11.00, presso il Pontile Forte dei Marmi. Nel Villaggio della prevenzione, allestito sabato dalle ore 15.00 alle ore 18.00, e domenica, dalle ore 9.00 alle ore 14.00, presso la Pineta Emilio Tarabella, per ciascun partecipante alla Longevity Run, gli specialisti del Gemelli valutano gratuitamente i principali fattori di rischio cardiovascolari quali il fumo, l’attività fisica, le abitudini alimentari. Verranno eseguite valutazioni dirette come la misurazione di peso e altezza con il calcolo dell’indice di massa corporea, la misurazione della pressione arteriosa, della glicemia e del colesterolo. I medici sono coordinati da Francesco Landi, ordinario di Medicina interna all’Università Cattolica e Direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento Ortopediche e Reumatologiche del Policlinico Gemelli. “Sport, prevenzione e natura sono strettamente collegati tra di loro – spiega il professor Landi – la Longevity Run è un progetto nato nel 2018 a Roma per celebrare la centralità dello sport come elemento indispensabile per restare in buona salute e come forma di prevenzione per una longevità attiva. La natura gioca un ruolo fondamentale nello sport. Praticare attività fisica all’aperto e nel verde migliora infatti il benessere di corpo, mente e spirito”. Nella tappa di Forte dei Marmi sarà inoltre possibile effettuare una visita oculistica per lo screening della maculopatia con l’equipe di oculisti del Policlinico Gemelli, guidati dal professor Stanislao Rizzo, direttore della UOC di Oculistica del Gemelli e professore ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica, campus di Roma. La longevità non è un dono di natura ma si conquista passo dopo passo, proprio come il traguardo alla fine di una corsa. Per questo motivo i medici del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e i ricercatori dell’Università Cattolica hanno realizzato il progetto Longevity Run, per sensibilizzare i cittadini ad assumere stili di vita salutari e incoraggiare la prevenzione cardiovascolare. Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso un’attività di screening mirata alla valutazione dei principali fattori di rischio modificabili. “Prendersi cura della propria salute è importante a ogni età” continua il professor Landi. “Permette di ottenere notevoli risultati in termini di salute e autonomia, come abbiano dimostrato in questi anni anche con il progetto di ricerca europeo Sprintt da noi coordinato”. “Il Comune di Forte dei Marmi è felice di partecipare e dare il proprio contributo a questa iniziativa – commenta il primo cittadino Bruno Murzi, ex primario dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia Pediatrica dell’lstituto di Fisiologia Clinica C.N.R. presso il Presidio Ospedaliero G Pasquinucci di Massa. – Provo grande soddisfazione, come sindaco e come medico, nel veder realizzato a Forte dei Marmi questo evento, che convoglia e mescola sapientemente sport e prevenzione, ingredienti essenziali per perseguire uno stile di vita sano e quindi longevo. Ringrazio pertanto il professor Francesco Landi, il professor Stanislao Rizzo, e tutti coloro che si sono adoperati alla buona riuscita di questo progetto”.

Malattie rare, Uniamo: svolta epocale ok a Telethon per terapia avanzata

Malattie rare, Uniamo: svolta epocale ok a Telethon per terapia avanzataRoma, 13 set. (askanews) – Telethon ha ottenuto dall’Agenzia Europea per i medicinali l’autorizzazione a distribuire Strimvelis, una terapia avanzata per la cura della rara immunodeficienza Ada-Scid, malattia che può portare alla morte già nell’infanzia. Questo l’importante annuncio dato dalla Fondazione, che diventa così la prima non-profit ad ottenere l’autorizzazione dall’EMA per il mercato europeo, durante una conferenza stampa organizzata ieri a Roma.

Presente, per Uniamo – Federazione Italiana Malattie Rare, il suo Delegato estero nonché Vicepresidente Eurordis, Simona Bellagambi: “Ringraziamo la Fondazione Telethon per aver accettato questa sfida eccezionale. Ci impegneremo per mettere insieme le forze a livello sovranazionale per assicurare l’accesso a queste terapie in modo equo e sostenibile, sia attraverso nuovi modi di negoziazione ed acquisizione, sia attraverso il rinnovamento delle procedure per l’accesso alle cure transfrontaliere. Siamo fieri che in questo momento storico l’Italia possa essere un esempio di creazione di un nuovo approccio europeo che non lasci indietro nessuno”. L’impegno di Telethon nasce in seguito alla decisione dello scorso marzo dell’azienda Orchard Therapeutics (OTL) di disinvestire dall’ambito della terapia genica delle immunodeficienze primitive per la scarsa redditività: a farne le spese anche Strimvelis, farmaco che dal 2016 ha permesso di curare oltre 40 bambini di tutto il mondo. Questo è stato solamente l’ultimo dei segnali provenienti dalle aziende farmaceutiche e biotecnologiche impegnate nell’ambito delle malattie rare, che rendono il tema della sostenibilità economica delle terapie avanzate e del conseguente equo accesso non più rinviabile.

Le ATMP sono cure innovative e ad alta precisione che impattano sulla storia clinica delle persone con malattia rara, cambiando radicalmente il suo evolversi, con benefici tangibili per la salute dei pazienti e per la qualità della loro vita, delle famiglie e dei caregiver, oltre che sul sistema sanitario in termini di risparmi diretti ed indiretti. Entro il 2030 dovrebbero essere lanciate a livello globale fino a 60 di queste terapie, a favore di oltre 500mila pazienti. Nonostante ciò, rimangono ancora troppi gli ostacoli nell’intero percorso degli ATMP, che partono dalla fase pre-clinica e clinica, a quella dell’accesso e sostenibilità fino ad arrivare alle difficoltà che hanno queste terapie ad arrivare al paziente o addirittura al ritiro dal mercato, questa volta scampato grazie all’azione di Telethon che però necessita di un intervento istituzionale per arrivare ad una soluzione permanente. “È diventato necessario che l’Italia, attraverso una forte azione di sistema, sia messa nella condizione di garantire ai propri pazienti la disponibilità di queste terapie intervenendo sulla cornice regolatoria. Per rispondere a questa esigenza – ha commentato la Presidente Uniamo, Annalisa Scopinaro – la Federazione ha organizzato un training istituzionale ospitato dall’Intergruppo per l’Innovazione sostenibile in Sanità (l’ultimo dei tre incontri sarà a novembre)”.

Gli esiti di questo percorso formativo saranno raccolti in un documento finale, il “Termometro parlamentare sulle ATMP”, che potrà rappresentare per i decisori politici uno strumento tecnico-operativo su cui fondare le future attività di policy. Il primo obiettivo concreto che si pone la Federazione è arrivare a considerare le terapie avanzate non più un costo per le casse dello Stato ma un investimento. Perché il diritto alle cure sia garantito a tutti, perché nessuno resti escluso.

Terme di Saturnia porta la Maremma toscana in Asia

Terme di Saturnia porta la Maremma toscana in AsiaRoma, 12 set. (askanews) – Terme di Saturnia Natural Destination – tra le strutture termali più famose d’Italia – va alla ricerca di clienti asiatici per la Maremma Grossetana. La stagione turistica ha evidenziato un andamento a macchia di leopardo e un dato evidente sono state decine di migliaia di italiani in vacanza in Albania, in Montenegro o in aree continentali della Grecia, in fuga dall’incontrollata e spesso ingiustificata impennata dei prezzi in Italia.

Ma un mercato turistico fortemente emergente per la destinazione Italia è l’Asia: crescono in numero i turisti che dalla Cina, dal Vietnam, e dalla Korea del sud sono diretti in Italia, così come aumentano i servizi che questi turisti richiedono, dai trasporti all’assistenza. Terme di Saturnia Natural Destination partecipa ad un articolato Road Show organizzato dal Ministero del Turismo in Asia, dal 17 settembre 2023, in occasione del Global Tourism Economy Forum (GTEF) di Macao, dove l’Italia sarà presente come Partner Country. Riunendo leader provenienti da tutto il mondo nel turismo e in altri settori, Il GTEF 2023 offre una piattaforma ideale per sostenere gli investimenti e l’economia turistica a livello internazionale, che potrebbero essere rivolti anche a questa area turistica, ad alto potenziale di sviluppo.

Il Road Show, che farà tappa a Seoul, Korea, Hong Kong, Macao e Shangai ed è riservato dal Ministero a circa 10 operatori italiani, vede la partecipazione di Terme di Saturnia con la possibilità di promuovere anche l’intero territorio della Maremma Grossetana. Prima dell’inizio del GTEF 2023, il Ministro del Turismo italiano incontrerà a Seoul il General Manager di Turkish Airlines e il Ministro della Cultura, Sport e Turismo cinese. La cerimonia di inaugurazione è in programma a Macao il 21 settembre, a cui seguiranno sessioni di Panel diverse, tra cui “Verso la destinazione 2030: investire nelle persone, nel pianeta, nella prosperità”, oltre a numerosi incontri bilaterali (Ministri, Autorità, Protagonisti del settore turistico quali tour operator asiatici, compagnie aeree e travel agency).

La partecipazione dell’Italia come Partner del Forum evidenzia il valore del grande patrimonio artistico, culturale, enogastronomico del nostro paese e quanto la sua economia turistica sia connessa con successo con la cultura e l’industria locale cinese. Sia l’Italia che Shanghai possono vantare esempi importanti di destinazioni con visioni innovative per il futuro dell’economia del turismo globale. Nel 2019 le presenze in Italia di turisti cinesi sono state oltre 5 milioni, ma nel 2024 supereranno i 7 milioni, rappresentando un mercato importantissimo e per di piu’ destagionalizzato, quindi di maggior valore per la Maremma e la Toscana.

Salute, un uomo su 8 a rischio di tumore alla prostata

Salute, un uomo su 8 a rischio di tumore alla prostataRoma, 12 set. (askanews) – “Circa un uomo su otto in Italia ha probabilità di ammalarsi di tumore della prostata nel corso della sua vita. Al momento ci sono quasi 50 mila persone – per la precisione 46 mila – che vivono con il cancro alla prostata. E parliamo di una mortalità di circa 7mila uomini ogni anno”. Lo ha spiegato Vincenzo Mirone, Professore Ordinario di Urologia presso l’Università “Federico II” di Napoli e presidente della Fondazione PRO ETS, intervenendo alla XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nella Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio ‘Piano europeo di lotta contro il cancro’.

La prevenzione e la familiarità sono fondamentali per combattere questo tipo di carcinoma. “Tra i principali fattori di rischio per il tumore della prostata si annoverano la familiarità e l’età. Diversamente dell’ereditarietà, la familiarità si definisce come il concentrarsi di più casi in una stessa famiglia, associato a fattori ambientali, comportamenti e stili di vita, che potrebbe anche derivare da un difetto genetico non ancora noto”, ha continuato Mirone nel corso dell’audizione. Ma ha avvertito anche che c’è un problema di tipo culturale quando si parla di cancro alla prostata: “È molto difficile che un padre possa discutere di educazione sessuale e di prevenzione al cancro della prostata con il figlio. In Italia, ci sono solo due fondazioni per la prevenzione del tumore alla prostata e una è la Fondazione PROETS, la nostra. E noi le stiamo provando tutte. Abbiamo un’unità mobile e siamo andati in circa 500 piazze, abbiamo visitato decine di decine di migliaia di uomini, ovviamente gratuitamente. Ho scoperto tanti carcinoma alla prostata in questo modo. Secondo le statistiche, infatti, più del 30% dei tumori vengono scoperti in modo incidentale”. Altro aspetto fondamentale da tenere in conto è la mammella, perché carcinoma alla prostata e carcinoma alla mammella si incrociano geneticamente: “Se hai una nonna con un cancro alla mammella, aumenta il rischio anche di avere un nipote con un cancro alla prostata. Quindi basterebbe unire le forze per la prevenzione del cancro alla prostata con la prevenzione del cancro alla mammella per poter andare a fare una vera prevenzione di ordine primario”.