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La digitalizzazione del settore marittimo: sfide e opportunità

La digitalizzazione del settore marittimo: sfide e opportunitàMilano, 20 feb. (askanews) – “La digitalizzazione sta trasformando il settore marittimo, rendendo le operazioni più efficienti, sostenibili e competitive. Tuttavia, questa trasformazione presenta anche nuove sfide, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la tutela ambientale”. A sottolinearlo è Angelo Tofalo, presidente della commissione Osservatorio Nazionale per la Tutela del Mare (Ontm) per la Cybersicurezza.


“Una delle principali sfide è rappresentata dalla sicurezza delle infrastrutture portuali: gli attacchi informatici ai porti sono sempre più frequenti e possono causare gravi interruzioni alle operazioni, con conseguenti ritardi, perdite economiche e, in alcuni casi, anche impatti ambientali significativi – prosegue Tofalo -. Prendiamo ad esempio l’attacco informatico del novembre 2023 ai principali porti australiani: ha messo in luce la fragilità di queste infrastrutture;l’attacco ha causato la chiusura di diversi porti per diversi giorni, con un impatto significativo sull’economia australiana. Per fronteggiare questa minaccia, è necessario non solo sviluppare protocolli avanzati di sicurezza informatica e preparare il personale per gestire emergenze di questa natura, ma anche favorire la collaborazione internazionale tra governi, associazioni di settore, istituzioni navali e organismi ambientali: d’altronde, solo attraverso tavoli di concertazione condivisa è possibile porsi l’obiettivo di stabilire regole comuni e standard condivisi, anche per il tramite di sempre più puntuali interventi del legislatore, coadiuvato dagli attori del comparto economico e dai rappresentanti della collettività. Basti ricordare al riguardo l’attività che – per il comparto marittimo – sta svolgendo l’associazione internazionale delle società di classificazione navale (Iacs), la quale sta lavorando a nuove norme in materia di cyber security che dovrebbero entrare in vigore nell’immediato futuro”. “È con questa convinzione, con la consapevolezza della necessità di apportare tanto un contributo propositivo tecnico, quanto di apprestare gli strumenti utili per favorire quel grande tavolo di concertazione tra i vari attori del sistema, che Ontm ha voluto dedicare a questo settore un’attenzione particolare, riunendo in una Commissione Permanente soggetti in grado di ottemperare agli obiettivi che l’Osservatorio si è posto: apportare un contributo di valore in termini di innovazione economica e tecnologica, divulgare e disseminare contenuti di interesse, nonché, cercare di mediare tra gli attori del sistema, tra il comparto produttivo, le istituzioni, la collettività e l’ambiente, per raggiungere – anche sulle tematiche della sicurezza informativa e delle informazioni – un equilibrato contemperamento tra le varie anime di cui è composta la società – sottolinea ancora il presidente della commissione Ontm per la Cybersicurezza -. Difatti, non dobbiamo dimenticare come la digitalizzazione del settore marittimo può anche avere un impatto negativo sull’ambiente marino. Può sembrare forse un controsenso, ma dobbiamo ricordare sempre come il digitalizzare le navi, ‘metterle on-line’, le renda più vulnerabili, in quanto – se non adeguatamente protette – in balia di un mare, quello informatico, ben più imprevedibile di quello che solcano ogni giorno. Al riguardo, basti immaginare un attacco informatico a un sistema di controllo della navigazione di una grande nave cargo: le conseguenze potrebbero essere imprevedibili e devastanti”.


Per Tofalo non ci sono dubbi: “È per affrontare queste sfide che si rende necessario sviluppare tecnologie e pratiche sostenibili per la digitalizzazione del settore marittimo; è importante ridurre l’impatto ambientale dei sistemi digitali e sviluppare misure per mitigare i relativi rischi di incidenti.In questa partita l’Italia ha deciso di prendere una posizione chiara, prevedendo nel Piano del Mare e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investimenti mirati alla digitalizzazione dei porti e alla tutela ambientale. Oggi la collettività si trova di fronte a un contesto geopolitico complesso, ricco di rischi a cui devono fare scudo competenza ed esperienza: è un dovere delle Istituzioni e delle Terze Parti porsi quali portatori di competenza e valore, garantendo un costante impegno dedicato alla sicurezza. Per il Cluster Mare, oltre ai tanti altri attori che oggi spendono le proprie energie per onorare questo impegno, l’Osservatorio Nazionale Tutela del Mare intende mettere a disposizione le competenze ed esperienza della Commissione Permanente Ontm per la Cybersicurezza che ho il piacere di presiedere, accompagnato dagli altri suoi componenti Sebastiano Michele Militti, Pietro Trebisonda, Carmelo Spadaro e Alessandro Rubino, in un’ttica di tutela e salvaguardia dell’economia, della collettività e dell’ambiente”, conclude.

Stadi dell’Ariane 6 per volo inaugurale in viaggio verso Guyana francese

Stadi dell’Ariane 6 per volo inaugurale in viaggio verso Guyana franceseRoma, 12 feb. (askanews) – La nave Canopée ha lasciato il porto di Le Havre trasportando lo stadio principale e lo stadio superiore del lanciatore Ariane 6 per il volo inaugurale. L’arrivo al porto di Pariacabo a Kourou, poi al Centro spaziale della Guyana, è previsto per la fine di febbraio.


“La consegna degli stadi per questo primo Ariane 6 è un passo fondamentale sulla strada che porta al volo inaugurale e quindi all’operatività commerciale del nuovo lanciatore pesante europeo”, ha dichiarato Martin Sion, amministratore delegato di ArianeGroup, “vorrei ringraziare i team di ArianeGroup e i nostri partner industriali per gli sforzi compiuti negli ultimi mesi. La produzione dei prossimi modelli di volo prosegue in parallelo, nei nostri stabilimenti in Francia e in Germania, per sostenere un aumento di cadenza tanto ambizioso quanto essenziale, che ci consente di soddisfare le aspettative dei clienti istituzionali e commerciali di Arianespace”. Lo stadio superiore criogenico, dotato del motore Vinci, è integrato presso il sito ArianeGroup di Brema, in Germania. Lo stadio principale criogenico, dotato del motore Vulcain 2.1, è integrato presso il sito ArianeGroup di Les Mureaux, vicino a Parigi. Dopo essere stati sottoposti a una serie di test funzionali al termine dei lavori di integrazione, i due stadi sono partiti per il porto di Brema il 5 febbraio e per Le Havre il 10 febbraio. A bordo di Canopée, raggiungeranno il porto di Pariacabo, a Kourou, alla fine di febbraio. I due stadi saranno poi scaricati e trasferiti al Launcher Assembly Building (BAL) sul Complesso di lancio 4 (ELA4). Qui saranno assemblati dai team di ArianeGroup per formare il corpo centrale del lanciatore. Il lanciatore sarà poi trasferito dal Launcher Assembly Building alla rampa di lancio. Una volta sulla rampa di lancio, il corpo centrale sarà sollevato in posizione verticale e posizionato sulla rampa di lancio. A questo si aggiungeranno i due booster, che saranno installati su entrambi i lati per formare l’Ariane 62. Anche questi due booster a razzo solido sono in fase di integrazione finale da parte dei team di ArianeGroup in un edificio dedicato presso il Centro Spaziale della Guyana. Il composito superiore, che comprende il fairing e i carichi utili, si unirà poi al lanciatore sulla rampa di lancio.


Ariane 6 è un programma gestito e finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA). In qualità di capocommessa e autorità di progettazione del lanciatore, ArianeGroup è responsabile dello sviluppo e della produzione con i suoi partner industriali, nonché della commercializzazione attraverso la sua filiale Arianespace. Il CNES e i suoi partner contrattuali sono responsabili della costruzione della rampa di lancio a Kourou, nella Guyana francese. Inoltre, il CNES sta effettuando i test combinati in collaborazione con ArianeGroup e sotto la responsabilità dell’ESA.

Gen. Goretti: Aeronautica Militare protagonista in settore spazio

Gen. Goretti: Aeronautica Militare protagonista in settore spazioMilano, 9 feb. (askanews) – “La partecipazione dell’Aeronautica Militare a questa missione internazionale, a forte connotazione europea – ha commentato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militate Generale di Squadra Aerea Luca Goretti dopo il rientro sulla Terra dell’astronauta Villadei – ha reso possibile il coinvolgimento di nuovi soggetti, sia pubblici sia privati, in un settore, quello spaziale, in questo momento soggetto a nuova espansione. Questo ha confermato il ruolo chiave che l’Arma Azzurra ha in questo dominio, in cui già è fortemente impegnata sia con l’esperienza di volo umano spaziale sia con capacità legate alla sua sicurezza. L’Aeronautica Militare mette la propria professionalità e competenze a disposizione della comunità scientifica, tecnica e industriale, a favore dell’intero Sistema Paese”.


Partita dal Kennedy Space Centre (Cape Canaveral, Florida) lo scorso 18 gennaio, con un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione Ax-3 ha visto un equipaggio di quattro astronauti europei salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nelle tre settimane di permanenza in orbita, Villadei ha svolto 13 esperimenti, promossi dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che hanno coinvolto università, centri di ricerca e industrie, per amplificare la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo spazio. Ulteriori 2 esperimenti, anche loro volti a studiare l’effetto della microgravità sul corpo umano, saranno portati avanti nei prossimi giorni nei laboratori a terra, contribuendo – insieme a quelli svolti sulla ISS – a raccogliere dati provenienti dall’attività di sperimentazione che avrà ricadute positive nello studio di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, della fertilità umana, del sistema cardiovascolare, oltre che l’aumento del livello tecnologico e applicativo legato al settore.

Nuovi materiali per auto e aerospazio da scarti fibra di carbonio

Nuovi materiali per auto e aerospazio da scarti fibra di carbonioMilano, 23 gen. (askanews) – Nuovi materiali compositi resistenti, leggeri e low cost per il settore automobilistico e aerospaziale, ricavati da scarti di lavorazione della fibra di carbonio. È quanto sta mettendo a punto il progetto triennale Maris, finanziato dal ministero delle Imprese e del made in Italy con oltre 5 milioni di euro e al quale partecipa Enea insieme ad Aerosoft spa (capofila), Cnr (Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali), Università di Salerno (Dipartimento di Fisica) e Atm.

Le proprietà di alto livello dei compositi a matrice plastica rinforzati con fibra di carbonio permettono di realizzare manufatti estremamente leggeri e resistenti con cui fabbricare componenti per fusoliere, ali e seggiolini degli aerei, scocche e rivestimenti delle automobili fino ad arrivare alle racchette da tennis di ultima generazione. “Negli ultimi decenni l’impiego dei compositi in fibra di carbonio, un materiale molto costoso, è cresciuto esponenzialmente in ambito aerospace e automotive. Allo stesso tempo è cresciuta la quantità sia dei prodotti in composito a fine vita, sia degli scarti di produzione, che possono arrivare fino al 20% del materiale utilizzato già nella prima fase della lavorazione”, spiega Sergio Galvagno, ricercatore Enea del Laboratorio di Nanomateriali e dispositivi e responsabile del progetto per l’Agenzia. “Trovare nuove strade per il loro riutilizzo – aggiunge – costituisce una vantaggiosa strategia di gestione per migliorare il ciclo di vita e la sostenibilità ambientale ed economica di questi materiali”.

Il progetto si sviluppata in tre fasi: la prima prevede lo studio dei costituenti del materiale composito fibrorinforzato, fibra e matrice plastica, al fine di testarne il grado di riciclabilità. La seconda vede la messa a punto della tecnologia di consolidamento dei materiali ottenuti dallo studio del riciclo. La terza e ultima fase prevede il test dei materiali consolidati, ottenuti dal riciclo, nella realizzazione di componenti di prova. Enea è coinvolta nelle attività relative al recupero e riuso dei materiali di scarto e alla loro valorizzazione ed è impegnata nella valutazione dei potenziali impatti ambientali associati alla produzione di laminati consolidati. “Maris costituisce per Enea l’occasione di sperimentare i nostri processi sui materiali di nuova generazione del settore dei compositi aereonautici, per sviluppare nuove strade per l’utilizzo delle fibre di carbonio recuperate anche mediante il loro impiego in processi di stampa 3D”, conclude Galvagno.

“Essere riusciti a coinvolgere partner così importanti e qualificati sul progetto Maris rappresenta per noi di Aerosoft uno step importante, che conferma la capacità attrattiva per attività di collaborazione in aree di ricerca strategiche – commenta Nicola Carannante, direttore tecnico di Aerosoft spa -. Il progetto Maris, infatti, coniuga in sé diversi obiettivi che si posizionano sulle direttrici europee dello sviluppo industriale: tendere verso l’economia e l’industria circolare, per soddisfare i requisiti di sostenibilità ambientale con una forte riduzione dei rifiuti legati alle produzioni di materiali plastici rinforzati in fibra di carbonio, i cosiddetti Cfrp. In questo scenario, Aerosoft vuole porre le basi per la costituzione di una filiera che mira al recupero delle fibre di carbonio e al successivo riutilizzo attraverso un processo di consolidamento delle fibre in lastre pre-consolidate pronte per impieghi e applicazioni sia in campo aerospace che automotive”, conclude Carannante. Le lastre Cfrp saranno realizzate presso lo stabilimento Aerosoft di Capua.

Antartide: droni Enea “sorvegliano” nuova pista atterraggio italiana

Antartide: droni Enea “sorvegliano” nuova pista atterraggio italianaRoma, 19 gen. (askanews) – Droni, laser, software per l’elaborazione di immagini, video e modelli 3D, supportati dal supercalcolatore CRESCO. Queste le innovative tecnologie utilizzate in Antartide da tecnici Enea per analizzare gli effetti degli atterraggi dei velivoli e dell’inverno antartico sull’aviopista di Boulder Clay. Progettata e realizzata “su terra” da Enea e Aeronautica Militare vicino la base italiana Mario Zucchelli, questa superficie semi-preparata servirà, una volta a regime, al trasporto di persone e merci delle spedizioni di ricerca condotte da Enea, Cnr e OGS.

L’utilizzo dei droni, abbinato anche ad applicazioni di intelligenza artificiale, – spiega Enea – permette di svolgere una vasta gamma di indagini in un territorio “ostile” come quello polare, garantendo al contempo maggiore sicurezza per il personale, riduzione dell’impatto ambientale della ricerca per il minimo consumo di energia, possibilità di raggiungere siti remoti o inaccessibili all’uomo, elevata precisione e ripetibilità dei rilievi. “I droni, che abbiamo utilizzato come strumenti di supporto decisionale e monitoraggio sin dalle prime fasi di costruzione della pista, hanno rilevato valori che confermano quanto pianificato, consegnandoci una struttura importante per gestire in maniera più flessibile ed efficiente gli ingressi e le uscite dall’Antartide”, spiega Gianluca Bianchi Fasani dell’Enea, responsabile tecnico dell’opera e capo spedizione presso la stazione Mario Zucchelli della 39a spedizione italiana in corso in Antartide. “Ciò non sarà solo a vantaggio del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) – aggiunge – ma anche di tutte le stazioni di ricerca presenti nell’area del Mare di Ross (Corea del Sud, Germania, Cina, Nuova Zelanda), contribuendo così allo sviluppo delle attività scientifiche”.

“L’utilizzo dei droni in Antartide è regolamentato a livello internazionale e necessita di una fase di apprendimento al volo in questo ambiente estremo e l’adozione di particolari precauzioni. Infatti, in territorio polare il campo magnetico è molto debole e il valore della declinazione magnetica è elevato. Questa condizione comporta problemi di navigazione fino al rischio di perdere il controllo del drone”, commenta Riccardo Scipinotti ricercatore Enea dell’Unità tecnica Antartide e attualmente capo spedizione presso la stazione italo-francese “Concordia”, a oltre 3 mila metri sul plateau antartico. “Inoltre – aggiunge – poiché le basse temperature inficiano il funzionamento delle batterie del drone, queste devono essere dotate di sistemi di riscaldamento che, se da un lato ne riducono la durata, dall’altro ne garantiscono il ciclo di vita. In ultimo, bisogna prestare attenzione alle improvvise raffiche di vento, spesso frequenti in Antartide, che mettono a rischio la stabilità del drone”.

Data la grande quantità di dati acquisiti dai droni e la necessità di avere in tempi rapidi i risultati delle elaborazioni, è stato allestito presso la base Mario Zucchelli un cluster di supercalcolo composto da 8 nodi di calcolo provenienti dai cluster CRESCO dell’Enea. “Il supercalcolatore consente di analizzare immediatamente le immagini acquisite, verificando anche la correttezza dei dati, senza dover attendere il rientro in Italia per l’elaborazione”, spiega Samuele Pierattini, ricercatore della Divisione Enea per lo Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’Ict, che ha contribuito all’attività. I droni nel corso delle ultime spedizioni antartiche sono stati impiegati per il controllo periodico dello stato degli impianti, il monitoraggio di un lago ghiacciato nella morena di Boulder Clay e per documentare le attività di ricerca ed effettuare i rilievi topografici/cartografici dell’area della Stazione Mario Zucchelli e delle zone limitrofe.

Villadei e l’equipaggio della Ax-3 arrivati a Cape Canaveral

Villadei e l’equipaggio della Ax-3 arrivati a Cape CanaveralCape Canaveral, 18 gen. (askanews) – Il Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei, astronauta italiano della missione spaziale privata Ax-3 di Axiom Space è arrivato in elicottero, con i suoi colleghi d’equipaggio, al Kennedy Space Center, la base Nasa a Cape Canaveral, in Florida, circa 4 ore prima del lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Sul piazzale di volo, accanto al Landing facility, la pista dove un tempo atterrava lo Space Shuttle, c’è stato il tradizionale saluto ai familiari degli astronauti, dopo i 15 giorni trascorsi in quarantena in una località poco distante dalla base. E, soprattutto, c’è stato il passaggio di consegne tra Axiom Space e Space X che, con il lanciatore Falcon 9 e la navetta Crew Dragon “Freedom” è responsabile del volo dei 4 astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale, dove il Colonnello Villadei, nell’ambito della missione “Voluntas”, effettuerà diversi esperimenti scientifici per conto della Difesa italiana ma anche per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e per alcune industrie nazionali. La partecipazione italiana al progetto Ax-3 – ha commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto – è il risultato di un importante lavoro di squadra tra le eccellenze del nostro Paese che conferma l’altissima professionalità del personale della Difesa. L’Italia ritorna nello Spazio insieme alle sue capacità scientifiche, tecnologiche e di cooperazione internazionale.

I carabinieri arruolano “Saetta”, il primo cane robot

I carabinieri arruolano “Saetta”, il primo cane robotMilano, 19 dic. (askanews) – L’Arma dei Carabinieri da oggi si è dotata del suo primo cane robot, novità assoluta per l’Italia e per le sue forze di polizia, con l’obiettivo di garantire gli standard di sicurezza del personale operante migliorandone l’efficacia operativa. È stato chiamato “Saetta”, rievocando il simbolo presente sulle fiancate delle autovetture di pronto intervento, con la tradizionale livrea blu e rossa dell’Arma dei carabinieri, sarà assegnato inizialmente al Nucleo Artificieri di Roma.

Controllato da un tablet a distanza (fino a 150 metri), potrà muoversi anche su terreni impervi e non percorribili dai normali veicoli ruotati o cingolati. Con l’ausilio del cane robot sarà possibile effettuare rischiose attività di ricognizione espletando così compiti anti sabotaggio in luogo dei militari specializzati, sfruttando le sue spiccate capacità di mobilità come quelle di salire e scendere da rampe di scale ed aprire autonomamente porte e rimuovere ostacoli. Saetta potrà mappare luoghi attraverso avanzatissimi sistemi di rilevazione laser e termici, evidenziando la presenza di minacce e individuando, con l’ausilio di strumentazione dedicata, le più fievoli tracce di esplosivo e di agenti chimici e radiologici. Il cane robot opererà con il proprio braccio robotico per asportare ordigni, compresi i grossi petardi inesplosi che, specialmente a Capodanno, minacciano l’incolumità dei cittadini nelle aree urbane. Infine, sarà in grado di rifornire equipaggiamenti i militari impossibilitati a muoversi.

L’innovazione consentirà di innalzare gli standard di sicurezza complessivi anche in prospettiva della ricorrenza giubilare del 2025, che vedrà riversarsi a Roma milioni di persone. Saetta è un altro passo della costante attività di ricerca e sviluppo dell’Arma nell’ambito delle nuove tecnologie, con lo scopo precipuo di implementare ulteriormente efficienza ed efficacia del servizio offerto al cittadino. L’Arma dei Carabinieri potrà ora contare su Saetta, “arruolato” non per sostituire le proprie risorse umane o le unità cinofile, bensì per ridurre il pericolo, facilitare la gestione delle situazioni operative più ostili e quindi rappresentare un valore aggiunto nelle attività istituzionali.

Potenziare la ricerca nelle imprese: al via collaborazione Cdp-Infn

Potenziare la ricerca nelle imprese: al via collaborazione Cdp-InfnMilano, 13 dic. (askanews) – Promuovere lo sviluppo industriale attraverso il potenziamento dell’attività di ricerca all’interno delle aziende italiane, favorendo progetti innovativi a beneficio della comunità scientifica. Questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa firmato tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). La collaborazione, in essere fino a fine 2024, permetterà all’Infn, anche nell’ambito del proprio programma Research for Innovation (R4I), di cogliere le opportunità offerte dal Programma InvestEu, avvalendosi del sostegno di Cdp in forza del suo ruolo di Advisory Partner della Commissione Europea nell’ambito del Polo di Consulenza promosso dall’Unione Europea.

In dettaglio, l’Infn, nell’ambito della sua missione di ricerca scientifica nel campo della fisica fondamentale, in particolare della fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare, e di sviluppo delle relative tecnologie, realizza importanti progetti di sviluppo tecnologico in collaborazione con aziende ed è quindi impegnato anche nella diffusione della ricerca nel mondo imprenditoriale e di rafforzamento delle sue stesse competenze, attraverso la formazione della comunità scientifica. L’attività di consulenza di Cdp a favore dell’Istituto riguarda in particolare quattro macro-aree: analisi delle tecnologie e dei processi elaborati dall’Infn che rientrano nel progetto, oltre alla definizione delle priorità dei cosiddetti Proof of Concept (Poc) scientifici più avanzati, per un potenziale sviluppo a livello imprenditoriale secondo analisi di fattibilità; valutazione delle competenze dei gruppi di progetto dei Poc selezionati ed elaborazione di una gap analysis per la loro implementazione rispetto agli standard di riferimento del settore; realizzazione di attività di inquadramento strategico del potenziale di mercato delle ricerche scientifiche dei singoli gruppi attivi sui progetti; promozione e sviluppo di partnership finalizzate alla diffusione in determinate filiere industriali delle tecnologie sviluppate. “La sigla dell’accordo con Cdp rappresenta una tappa fondamentale del percorso che l’Infn ha intrapreso da lungo tempo per promuovere e valorizzare le proprie capacità di innovazione – commenta Mariangela Cestelli Guidi, coordinatrice del Comitato Trasferimento Tecnologico dell’Infn -. Il programma Proof of Concept R4I è una delle azioni strategiche su cui l’Infn, tramite il proprio Comitato Nazionale per il Trasferimento Tecnologico, sta investendo per aggiungere valore a tecnologie di eccellenza dell’Istituto e trovare una via per il loro utilizzo, anche da parte della società e del mondo produttivo. Un ruolo centrale in questo percorso è rappresentato dal rafforzamento delle competenze specialistiche e manageriali dei ricercatori coinvolti nei progetti R4I per diffondere la cultura imprenditoriale e di innovazione. L’Infn, quindi, identifica nella formazione uno strumento strategico per la realizzazione dei propri obiettivi, e Cdp rappresenta in questo ambito il partner ideale. Ci auguriamo che la sottoscrizione di questo accordo rappresenti l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione”.

“Sostenere l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella realizzazione di un programma volto a colmare la distanza tra ricerca e innovazione è per noi un’importante opportunità per rafforzare il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti come Istituto Nazionale di Promozione – Simone Aibino, Responsabile Innovazione, Digitalizzazione e Progetti Speciali di Cdp – L’Italia presenta un divario significativo fra l’eccellente qualità della sua ricerca scientifica e l’effettiva trasformazione di questo patrimonio in progettualità innovative di prodotti e servizi competitivi. Con questa collaborazione, facendo leva sul ruolo di Advisory Partner del Programma InvestEu, intendiamo mettere a disposizione dell’Infn le nostre competenze in ambito di innovazione, tech-transfer e venture capital, promuovendo così azioni di sostegno mirate a massimizzare l’impatto dell’Infn e di tutto l’ecosistema di Ricerca e Sviluppo sulla società e l’industria del Paese”.

L’Aeronautica Militare al New Space Economy European Expoforum

L’Aeronautica Militare al New Space Economy European ExpoforumMilano, 5 dic. (askanews) – L’Aeronautica Militare partecipa al New Space Economy European Expoforum (NSE), evento che, fino al 7 dicembre, alla Fiera di Roma, interesserà i principali attori del settore spaziale coinvolti nello sviluppo di capacità umane, tecnologiche e industriali, abilitanti a livello nazionale e internazionale.

Con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero della Difesa, il NSE è l’occasione, per l’Aeronautica Militare, di contribuire attivamente al dibattito, mettendo a disposizione dei partecipanti le proprie competenze sviluppate svolgendo il ruolo di catalizzatore delle attività relative al volo umano nello Spazio, in cui opera essendo la naturale estensione del dominio aerospaziale. Oltre alla partecipazione di esponenti di riferimento della Forza Armata, come il Gen. B. A. Roberto Vittori, Capo Ufficio Generale dello Spazio e astronauta ESA (Agenzia Spaziale Europea), alle tavole rotonde organizzate nell’ambito della conferenza scientifica, l’Aeronautica Militare è presente con un proprio stand.

Grazie a realtà virtuale e simulatori, e all’organizzazione di brevi conferenze indirizzate principalmente a giovani studenti e studentesse, il personale dell’Arma Azzurra racconta le professionalità e le tecnologie che fanno dell’Aeronautica Militare un attore di primo piano nelle operazioni spaziali. La maggior parte degli astronauti italiani, infatti, proviene dai suoi ranghi, compreso il Col. Walter Villadei, membro della missione commerciale Ax-3 che raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale nel 2024 e il Cap. Andrea Patassa, pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare che, proprio al NSE, avrà l’occasione di condividere i percorsi personale e professionale che lo hanno condotto a essere selezionato quale membro della Riserva degli astronauti dell’ESA.

Nell’ambito delle attività di responsabilità della Forza Armata, viene fatto un focus sullo Space Weather o Meteorologia dello Spazio: la disciplina che studia i fenomeni fisici, principalmente di origine solare, in grado di generare impatti significativi sugli equipaggi e sui sistemi tecnologici in orbita. Questa è solo una delle professionalità formate dall’Aeronautica Militare in ambito spaziale, essendo chiamata a operare in contesti molto diversificati, in Italia e all’estero, con competenza e specificità. I profili sempre più richiesti, che riguardano quindi anche le nuove leve che vorranno avvicinarsi a questo mondo, riguardano il volo, l’ingegneria, la medicina, l’informatica e l’intelligenza artificiale, il cyber spazio, l’area legale, amministrativa e molti altri settori, per cui analizzare insieme percorsi formativi e gli sviluppi di carriera che l’Aeronautica Militare è in grado di offrire.

Facendo un tuffo nella storia, al NSE viene anche presentato il libro “L’Aeronautica Militare e il programma San Marco”, scritto dal giornalista Giovanni Caprara e parte della collana editoriale dedicata al Centenario della Forza Armata, le cui celebrazioni stanno per concludersi con il 2023 lasciando spazio, nel 2024, al quelle per i Sessant’anni del programma San Marco grazie al quale, il 16 dicembre del 1964, l’Italia lanciò in orbita un proprio satellite, il San Marco-1; impresa che rese il nostro Paese la terza nazione nella Storia a lanciare, autonomamente, un satellite nello Spazio dopo Stati Uniti e Unione Sovietica.

Schiavo (Tim): IA è una rivoluzione, saremo traino per Paese

Schiavo (Tim): IA è una rivoluzione, saremo traino per PaeseRoma, 5 dic. (askanews) – “Vogliamo diventare il veicolo attraverso il quale il Paese si nutrirà dell’Intelligenza Artificiale, perché l’elemento distintivo di Tim è che ci siamo sempre e siamo ovunque”. Lo ha detto Elio Schiavo, Chief Enterprise & Innovative Solutions Officer di Tim, aprendo l’evento organizzato a Roma dal gruppo sull’Intelligenza Artificiale dal titolo “TIM AI Challenge”.

“Si tratta di una tecnologia molto affascinante – ha aggiunto il manager – una vera e propria rivoluzione industriale. Questo è il momento in cui bisogna essere molto vigili e attenti, avere sete di sapere. La prima cosa che dobbiamo cercare di fare è di creare un sistema di regole, una matrice di criteri all’interno dei quali anche il profilo di rischio sia limitato”.