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Spazio, a Milano il prossimo congresso mondiale di astronautica

Spazio, a Milano il prossimo congresso mondiale di astronauticaMilano, 6 ott. (askanews) – Milano capitale mondiale dello spazio: sarà infatti il capoluogo lombardo ad ospitare la prossima edizione dello Iac (International Astronautical Congress), il congresso mondiale di astronautica che nell’ottobre 2024 vedrà riuniti sotto la Madonnina oltre 10 mila esperti e ricercatori dal mondo accademico, da agenzie spaziali, aziende, centri di ricerca e associazioni di astronautica da tutto il mondo.

È stato il congresso che si è appena concluso a Baku, capitale dell’Azerbaijan, il trampolino di lancio dell’edizione numero 75 in programma al Milano Congress Center (MiCo). Il Comitato promotore dell’organizzazione è costituito dall’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (Aidaa), quale rappresentante del mondo accademico, da Leonardo in qualità di campione dell’industria aerospaziale italiana e dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Iac 2024 è organizzato con il supporto di Aim Group International. L’arrivo dello Iac nel capoluogo lombardo è una vittoria del settore spaziale italiano nel suo complesso, un risultato che premia le eccellenze del Made in Italy nello Spazio e la capacità di Milano ad essere sito ideale per ospitare eventi mondiali. L’edizione del 2024 sarà ancora una volta il grande riconoscimento del ruolo di primo piano dell’Italia nella Esplorazione Spaziale, nella Osservazione delle Terra, nella Space Economy e nella Space Diplomacy a livello globale.

L’Italia vanta un florido, completo e consolidato ecosistema spaziale composto da circa 300 industrie, PMI e start-up, oltre a centri di ricerca e università, che formano migliaia di studenti e decine di dottori di ricerca ogni anno. Esperti e ricercatori che, grazie anche al coordinamento dell’Asi, contribuiscono all’innovazione e allo sviluppo tecnologico di vari programmi spaziali internazionali. In questo Milano e la Lombardia giocano una posizione all’avanguardia. Il motto scelto per lo Iac 2024 è “Responsible Space for Sustainability”. L’obiettivo è sensibilizzare la comunità internazionale su un uso più consapevole e responsabile dell’ambiente spaziale. Il proliferare di costellazioni di satelliti e la presenza sempre più numerosa di nuove missioni in orbita, aumenta sia il rischio di collisione tra oggetti nello Spazio, e quindi il moltiplicarsi di detriti spaziali, sia il rischio di compromettere il corretto funzionamento dei sistemi satellitari, da cui dipendono numerose attività della nostra vita quotidiana: dai servizi di telecomunicazione, ai trasporti, dal monitoraggio ambientale alla sicurezza.

L’edizione 2024 ruoterà, inoltre, intorno ai temi delle competenze, della diversità, dell’inclusività e della formazione dei giovani, in particolare donne, per coinvolgerli nelle discipline Stem e scoprire allo Iac nuove opportunità per il futuro. Un focus importante sarà, infine, dedicato a ciò che la Space Economy può riservare ai Paesi in via di sviluppo. Lo Spazio è da sempre il luogo in cui il confronto e la collaborazione tra diverse nazioni e generazioni, diventa cruciale per lo sviluppo, l’innovazione e la conoscenza dell’umanità.

Innovazione, a Torino torna il Festival del Metaverso

Innovazione, a Torino torna il Festival del MetaversoRoma, 3 ott. (askanews) – Torna a Torino, dopo il grande successo dello scorso anno, la II edizione del Festival del Metaverso promosso dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori. Appuntamento il 10 ottobre p.v. all’interna della prestigiosa location della Nuvola Lavazza.

All’interno della conferenza stampa andata in scena oggi a Palazzo Civico sono stati illustrati i tanti temi della nuova edizione del Festival ed è stato svelato il programma con tutti gli ospiti nazionali e internazionali protagonisti della kermesse. Alla conferenza stampa sono intervenuti l’Assessora comunale Chiara Foglietta, il presidente dell’ANGI Gabriele Ferrieri, il direttore del comitato scientifico ANGI prof. Roberto Baldassari, la Direttrice Trasformazione Digitale CSI Piemonte Anna Cavallo; il Responsabile Marketing Strategico e Digital di Rai Cinema prof. Carlo Rodomonti e il direttore del Museo del Cinema di Torino Domenico De Gaetano. Questa nuova edizione del Festival del Metaverso rinnova anche le sue autorevoli e prestigiose presenze istituzionali e non solo, con il patrocinio del Comune di Torino e di altri eminenti attori, tra cui gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia, la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, l’AGID – Agenzia per l’Italia Digitale, l’Agenzia ENEA, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Italiano di Tecnologia e la Regione Piemonte. L’appuntamento vede inoltre la main partnership di Ferrovie dello Stato, CSI Piemonte e Meta. Quest’ultima, insieme a Rai Cinema e ad altri importanti player del settore permetteranno di sperimentare la virtual reality grazie alla realizzazione di set immersivi che sarà possibile provare gratuitamente nel corso del Festival.

Infine, a evidenziare i dati e lo stato della transizione digitale in Italia sul tema VR e AI, l’osservatorio ANGI Ricerche che, in collaborazione con Lab21.01, presenterà tutti i numeri dell’indagine esclusiva nel corso della kermesse. “Siamo particolarmente lieti di poter proseguire il nostro importante cammino nel corso di questo 2023, in cui ci stiamo sempre più distinti come punto di riferimento sull’innovazione in Italia, nel riportare a Torino il Festival del Metaverso, in questa nuova edizione ricca di nuovi contenuti e ospiti d’eccezione” – sottolinea il Presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri – Siamo onorati dell’importante supporto che il territorio ci ha mostrato con i nostri partner del Comune di Torino, della Regione Piemonte e del CSi Piemonte uniti ai grandi player del mondo delle aziende e delle grandi imprese del tech nel portare il verbo dell’innovazione, della virtual reality dell’AI in questa manifestazione in cui fondamentale sarà anche l’occasione di confronto e dialogo tra innovatori e istituzioni italiane ed europee”. “Le tecnologie emergenti rappresentano una sfida appassionante – spiega l’Assessora all’Innovazione e alla Transizione Digitale della Città di Torino Chiara Foglietta – e meritano una continua e costante attenzione affinché la loro applicazione punti a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Vanno guidate e governate al meglio per massimizzare le opportunità e i benefici, minimizzando i rischi. La nostra Città ancora una volta si attesta a livello nazionale sui temi del digitale, ospitando eventi e rassegne di prestigio. Il Festival del Metaverso è un’occasione importante di confronto che completa un mese all’insegna dell’innovazione a Torino”.

Anna Cavallo, Direttore Trasformazione Digitale CSI Piemonte ha dichiarato “Il CSI utilizza le tecnologie più all’avanguardia per trasformare e innovare la pubblica amministrazione. Per questo l’anno scorso ha realizzato una delle iniziative socialmente più importanti per il Consorzio: lo sportello contro il cyberbullismo sul metaverso, un progetto sperimentale avviato in collaborazione con la Regione Piemonte e l’Ordine degli Psicologi del Piemonte, per fornire un supporto ai ragazzi colpiti dal cyberbullismo. Per lo stesso motivo, quest’anno il CSI intende potenziare nuove soluzioni con l’intelligenza artificiale, una tecnologia che può offrire grandi benefici anche per il settore pubblico e che potrà cambiare radicalmente le modalità attraverso le quali gli enti, le persone e le aziende comunicheranno e lavoreranno insieme.” “Nel panorama in costante evoluzione dell’industria dell’audiovisivo, l’obiettivo di Rai Cinema è quello di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e differenziato, avvicinandolo al grande cinema in ogni modo e attraverso qualsiasi piattaforma. L’impegno nel presidiare le forme di espressione narrativa più innovative, come la realtà virtuale e il metaverso, non è solo una sfida tecnologica, ma un compito che ci permette di arricchire e valorizzare il nostro racconto tradizionale. Ancora più importante, ci consente di veicolare tematiche di grande rilevanza sociale e culturale anche ad un pubblico di giovanissimi, creando un ponte tra la tradizione cinematografica e le nuove generazioni di spettatori”. Così Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema.

Sostenibilità, a Ecomondo 2023 focus sul nuovo Green Deal Europeo

Sostenibilità, a Ecomondo 2023 focus sul nuovo Green Deal EuropeoMilano, 26 set. (askanews) – Il 26 e 27 settembre torna la Digital Green Week in cui si parlerà di Transizione Ecologica e Green Economy con Ecomondo, Transizione Energetica e Rinnovabili con K.Ey – The Energy Transition Expo – e di Tecnologie e Forniture per le Superfici con Tecna. L’iniziativa si rivolge come ogni anno alle comunità nazionali ed internazionali delle manifestazioni che fanno parte della community GreenTech Insights. Il digital hub che riunisce in unico luogo tutte le manifestazioni della Green & Tech Division di Italian Exhibition Group, ha poi lo scopo di offrire contenuti digitali durante e anche oltre i periodi di manifestazione.

All’interno della due giorni, Italian Exhibition Group segnala l’appuntamento digitale intitolato “Ecomondo 2023, il nuovo Green Deal Europeo: sfide e opportunità per imprese e startup all’insegna dello sviluppo sostenibile” a cura di Angi (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) e Main Partner di Ecomondo e di Ieg sul progetto “Innovation”. In questa sessione, che sarà trasmessa in streaming, sia di Angi che della Digital Green Week – il giorno mercoledì 27 settembre dalle ore 15-00 – sono stati chiamati ad intervenire esponenti della società civile e della classe dirigente per parlare del tema del nuovo Green Deal Europeo, mettendo in luce rischi e opportunità per la crescita e lo sviluppo delle imprese, delle startup e dell’ecosistema economico e industriale italiano ed europeo all’insegna della sostenibilità, anche con focus su impatti e casi studio di rilevanza internazionale in termini di nuove tecnologie abilitanti per la transizione ecologica e gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Tra i relatori ci saranno, Roberto Baldassari, direttore comitato scientifico Angi, Carlo Corazza, direttore degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia, Diana Battaggia, Direttrice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido) in Italia, Mariarita Costanza, imprenditrice pluripremiata e promotrice della Murgia Valley (sud Italia), Alessandra Astolfi, global exhibition director Green & Technology division presso Italian Exhibition Group Spa, Paolo Dario, direttore scientifico di Artes 4.0. Coordineranno i lavori Gabriele Ferrieri, presidente Angi, e Fabio Biccari, Dd Angi Milano. Un appuntamento per tutti da non perdere in cui ci sarà l’occasione di fare il punto sulla filiera, presentare un prodotto, raccontare una ricerca di mercato o un rapporto, creare tavole rotonde e occasioni di confronto con un pubblico sempre più interconnesso.

Ricerca e innovazione nelle Life Sciences, Italia ottava in UE

Ricerca e innovazione nelle Life Sciences, Italia ottava in UERoma, 13 set. (askanews) – In Italia l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione nelle Scienze della Vita sta diventando progressivamente più competitivo, con diverse aree di eccellenza ma anche importanti lacune che la allontanano dai paesi più avanzati. Con un punteggio di 4,42 su 10, lo Stivale si colloca all’8° posto su 25 Paesi dell’Unione Europea, guadagnando una posizione rispetto al 2020 (+11,7% di crescita), ma rimanendo ancora lontana dal podio, attualmente occupato da Danimarca (7,06), Germania (6,56) e Belgio (6,12), e restando dietro a Svezia (5,81), Francia (5,51), Paesi Bassi (5,12) e Spagna (4,78).

L’Italia eccelle per efficacia dell’ecosistema innovativo come 2° Paese con il punteggio più alto (4,95), alle spalle solamente della Germania (10), vantando il primo posto per numero di pubblicazioni scientifiche nelle Scienze della Vita (90.650), il 4° posto per numero di brevetti ottenuti nel settore presso l’EPO (European Patent Office) e al 3° posto per export dell’intero comparto. Le principali lacune del Paese riguardano invece il capitale umano qualificato, per il quale si classifica solo al 12° posto. L’Italia, infatti, è 14° per laureati nelle materie Life Sciences e conta ancora pochi laureati STEM, pari al 18,5% ogni 1.000 abitanti, contro il 29,5% della Francia e il 24% della Germania. Inoltre, si posiziona al 14° posto per quota di ricercatori attivi nelle scienze della vita (solo il 2,8%), dietro ai Paesi benchmark e ai top performers UE. A confermare l’urgenza di intervenire in particolar modo sul capitale umano sono anche i recenti riconoscimenti degli ERC (European Research Council) starting grant a supporto dell’eccellenza scientifica europea: con 57 grant, nel 2023 i ricercatori italiani sono i 2° più premiati in UE, dietro ai tedeschi. Tuttavia, l’Italia è l’unico tra i grandi Paesi benchmark UE ad avere un saldo netto negativo (-25 nel 2023) tra grant ottenuti per Paese e i grant ottenuti per nazionalità del Principal Investigator: un dato in continuità con quanto osservato nel 2022 (saldo complessivo degli ERC Grant pari a -38) che sottolinea la difficoltà a trattenere i migliori talenti entro i confini nazionali. Ad allontanare i talenti nel proseguire la propria carriera o Italia sono soprattutto la mancanza di meritocrazia (84%) e i salari bassi e poco competitivi con il resto d’Europa (72%).

Sono i risultati che emergono dal nuovo Libro Bianco sulle Scienze della Vita in Italia che include l’Ambrosetti Life Sciences Innosystem Index 2023 (ALSII 2023), realizzato dalla Community Life Sciences di The European House – Ambrosetti e presentato nel corso della nona edizione Technology Life Sciences Forum 2023, che si è svolto a Milano il 13 settembre. L’Index, che misura la competitività degli ecosistemi di ricerca e innovazione nelle Scienze della Vita dei Paesi dell’Unione Europea, ha infatti confrontato 25 Paesi membri dell’Unione Europea prendendo in considerazione i dati degli ultimi otto anni, mediante l’analisi di 13 indicatori raggruppati all’interno di quattro dimensioni: capitale umano, vitalità delle imprese, risorse a supporto dell’innovazione, efficacia dell’ecosistema dell’innovazione.

“Il nuovo Ambrosetti Life Sciences Innosystem Index (ALSII) posiziona l’Italia all’8° posto assoluto sui 25 Paesi dell’Unione Europea, nella fascia dei Paesi con performance medio-alte, ma ancora lontana dalle prime posizioni occupate da Danimarca, Germania e Belgio. Si osserva positivamente come il Paese abbia guadagnato una posizione nel 2023 rispetto al 2020 e si posizioni all’ottavo posto tra i Paesi cresciuti maggiormente. L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione nelle Scienze della Vita sta dunque migliorando negli ultimi anni, ma la distanza rispetto ai best performer europei va ancora colmata”, commenta Valerio De Molli, Managing Partner e CEO The European House – Ambrosetti. “Nello specifico, i risultati dell’Index evidenziano l’urgenza di intervenire sul capitale umano, migliorando la retention dei nostri migliori ricercatori e l’attrattività per i talenti stranieri”. Per questo, ad integrazione dell’Index, la Community Life Sciences ha condotto un’indagine conoscitiva con protagonisti i ricercatori italiani vincitori di grant ERC nell’area disciplinare delle Life Sciences negli ultimi 5 anni – sia trasferiti all’estero che rimasti in Italia – per mettere in evidenza i principali motivi che causano la “fuga dei talenti” all’estero. “I ricercatori che sono andati all’estero – spiega De Molli – segnalano innanzitutto la presenza di fondi e finanziamenti dedicati alla ricerca nel settore, la qualità della ricerca scientifica e la facilità di progressione nella carriera accademica: si tratta di elementi determinanti nell’attrattività degli ecosistemi degli altri Paese ed è necessario evidenziarli per consentire al nostro Paese di focalizzare gli sforzi negli ambiti in cui l’estero risulta maggiormente competitivo”.

IMPRESE E RISORSE PER L’INNOVAZIONE: L’ITALIA DEVE MIGLIORARE – Secondo l’Ambrosetti Life Sciences Innosystem Index 2023, l’Italia si posiziona indietro rispetto ai top performer e ai Paesi benchmark UE per quanto riguarda la vitalità delle imprese, al 15° posto con un punteggio pari a 3,33, sempre dietro a Germania (5,20), Spagna (4,40) e Francia (3,38). Male sia la quota di occupati nelle Scienze della Vita (1,7%) che il tasso di crescita delle imprese di settore, calcolato come media degli ultimi 3 anni in termini di CAGR (1,8% di media). Per produttività del lavoro delle imprese nelle Scienze della Vita l’Italia conquista invece un 7° posto, con una produttività media di 152,7 euro per addetto, poco distante dalla Germania (162,5 Euro per addetto) ma sopra la Spagna (119,8 Euro per addetto). L’Italia rientra nella Top 10 strappando un 9° posto per quanto riguarda le risorse a supporto dell’innovazione, (3,91 punti), indietro rispetto ai Paesi benchmark come Francia (8,36), Germania (5,97) e Spagna (4,95). Nota dolente sono gli scarsi investimenti in R&S da parte delle imprese, che investono 12,6 euro per abitante, 5 volte in meno della Germania (63,1 euro/abitante). Gli investimenti pubblici si attestano su 12,1 euro per abitante, poco distante da Germania (19,5 euro/abitante) e Spagna (18,9 euro/abitante). PERCHÉ I RICERCATORI ABBANDONANO L’ITALIA – Conseguenza della carenza dell’ecosistema italiano e allo stesso tempo limite per lo sviluppo del potenziale innovativo del Paese è la “fuga dei cervelli”: dal 2013 al 2021 i laureati in uscita dall’Italia sono cresciuti del +41,8%. Nonostante i giovani ricercatori italiani siano tra i più premiati dall’UE, il nostro Paese non riesce a trattenerli. Questa mancanza di capitale umano d’eccellenza ha ripercussioni su tutto l’ecosistema dell’innovazione nel Paese e in particolare su quello delle Scienze della Vita, che necessita di personale altamente qualificato sia per l’industria che per il mondo della ricerca scientifica. Secondo l’indagine qualitativa condotta dalla Community Life Sciences, l’86% dei ricercatori rimasti in Italia lamenta salari bassi e poco competitivi con l’estero, l’80% mancanza di meritocrazia. All’estero invece, gli ecosistemi internazionali risultano attrattivi soprattutto per la presenza di finanziamenti (84%) e per l’alta qualità della ricerca scientifica (72%), affiancata dalla facilità di accesso e progressione nella carriera accademica (56%). Tutti i ricercatori italiani all’estero si dicono soddisfatti della propria scelta e 8 su 10 ritengono improbabile un loro rientro in Italia. Per chi rimane invece la scelta è legata principalmente a motivi personali o familiari (86%); la seconda motivazione, distante tuttavia 29 punti percentuali dalla prima, è relativa alla qualità della ricerca scientifica italiana (57%), mentre solo un 19% per il rapporto positivo tra ricerca e industria. Emblematico il fatto che il 43% dei ricercatori rimasti in Italia, potendo tornare indietro, proverebbe una carriera all’estero. I risultati mostrano infine una sostanziale sfiducia dei ricercatori italiani in Italia nei confronti del PNRR: il 76% non reputa le riforme sufficienti per rilanciare l’ecosistema.

Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria Ambientale

Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria AmbientaleMilano, 12 set. (askanews) – Riqualificazione dei laboratori per potenziare le infrastrutture di ricerca: sono questi alcuni degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2025 del Politecnico di Milano che la rettrice, Donatella Sciuto, ha voluto sottolineare all’inaugurazione del nuovo edificio e dei nuovi laboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’ateneo milanese. E per il DICA si tratta di un momento e di un anniversario particolarmente significativo.

“Oggi – ha detto ad askanews il professor Attilio Frangi, direttore del Dipartimento – festeggiamo 10 anni dalla nascita del nostro Dipartimento, ma in particolare festeggiamo la fine di questo lungo processo di riorganizzazione e riqualificazione, con la consegna dell’ultimo lotto di edifici per 4000 metri quadri, che contengono uffici, spazi comuni e nuovi laboratori”. Il sistema laboratoriale del Dipartimento, ospitato nell’edificio 4 del Politecnico, è stato arricchito da cinque nuovi ambienti per un totale di 1500 metri quadrati. E tra i beneficiari dei nuovi spazi c’è il Laboratorio di Ingeneria Ambientale (LIA), che dal 1957 si occupa di inquinamento e depurazione, ma non solo. “Attualmente – ci ha spiegato la professoressa Francesca Malpei, coordinatrice del LIA – tutte le nostre attività si possono ricondurre a due generali obiettivi molto importanti, non solo per la società, ma anche per l’ingegneria, che sono il concetto del One Health, cioè avere una salute unica, vuol dire proteggere sempre più la qualità dell’ambiente per proteggere la salute umana. L’altro grosso obiettivo e concetto è quello della circolarità, ormai molto diffuso. Noi ce ne occupiamo andando andando a vedere dal punto di vista tecnico tutte le possibilità di recuperare energia e materiali da scarti, che siano liquidi come le acque reflue o che siano solidi come rifiuti: questo è sicuramente quello che anche nei prossimi anni sarà sempre più necessario svolgere”.

Tra gli altri laboratori che sono stati oggetti del rinnovamento degli spazi ci sono il SoLINano Lab, dove si studiano le interazioni tra solidi e liquidi a livello microscopico in combinazione con analisi chimiche uniche nel loro genere, oppure la Collezione Petrografica, che conserva importanti campioni di minerali e una raccolta unica di rocce lucidate. Altri due laboratori coinvolti sono quello di Diagnostica e Indagini sui materiali del Costruito e quello di Microsistemi, Micromeccanica e Misure. Luoghi che portano avanti la ricerca anche alla luce di un concetto di sostenibilità sempre più profondo. “Siamo in una fase storica – ha aggiunto il direttore Frangi – in cui emerge con drammatica evidenza la fragilità dell’ambiente naturale e dell’ambiente costruito, anche per effetto dei cambiamenti climatici. Noi siamo quindi chiamati a progettare interventi strutturali che ne migliorino la resilienza, la resistenza, ma lo facciano in maniera sostenibile e poi siano attenti alla transizione energetica”.

Nell’ambito del DICA, poi, continuano a operare altri laboratori storici, che si concentrano su temi come l’idraulica e l’interazione tra i liquidi e i solidi a livello macro oppure sulle componenti ingegneristiche e strutturali legate alla realizzazione delle strade. Per un’idea di ingegneria civile che pensa se stessa in relazione alle sfide del presente e del futuro.

P.A., AccessiWay offre 100 dichiarazioni di accessibilità

P.A., AccessiWay offre 100 dichiarazioni di accessibilitàRoma, 31 ago. (askanews) – Entro il 23 settembre di ogni anno bisogna aggiornare la Dichiarazione di Accessibilità, strumento mediante il quale le Amministrazioni divulgano pubblicamente lo stato di fruibilità di ciascun sito web e applicazione mobile di cui sono titolari. In occasione di questa scadenza, AccessiWay lancia un’iniziativa senza precedenti: offrire gratuitamente la propria competenza e il proprio know-how permettendo a ben 100 Amministrazioni di redigere la propria Dichiarazione di Accessibilità in conformità ai dettami della Direttiva UE 2016/2102. La DDA rappresenta una prima fotografia dello stato di accessibilità di un sito web o di un’App: importante guida per le persone con disabilità che devono accedere a servizi e informazioni.

Semplicemente collegandosi all’indirizzo web http://100dda.accessiway.com/, sarà possibile attivare il supporto del team specializzato di AccessiWay per svolgere un’analisi di qualità, con audit soggettiva e non solo automatica, necessaria per la Dichiarazione di Accessibilità; Ministeri, Regioni, Comuni, Città Metropolitane e Istituzioni in genere potranno così evitare, in tempo e gratis, una violazione normativa con la responsabilità stabilita dall’articolo 9 della Legge n. 4/2004. Cento Enti, anche quelli che già possiedono una DDA e che comunque la dovranno rinnovare entro il 23 settembre, grazie al supporto gratuito di AccessiWay riceveranno il “Modello di Autovalutazione di accessibilità” fornito da AgId perfettamente compilato e conforme; una volta completata la procedura, la PA riceverà da AgId una e-mail contenente un link da inserire nel footer del sito web o nella sezione apposita dello store relativa alle app mobili.

“La nostra mission aziendale è rendere internet accessibile, e la trasparenza verso l’utente è una componente fondamentale di questo percorso – dichiara Edoardo Arnello CEO di AccessiWay -. La Dichiarazione di Accessibilità è il primo passo per l’avvio di un percorso di adeguamento a 360° che possa così contribuire alla cultura di un web universalmente accessibile. Gli enti pubblici sono la trincea dei servizi al cittadino, questo fronte deve essere accessibile a tutti”. L’iniziativa, che ha un valore reale di oltre 150.000 €, è volta a favorire il continuo miglioramento del livello di accessibilità della Pubblica Amministrazione; quest’ultima deve essere chiamata a farsi esempio delle buone pratiche volte alla piena inclusione delle persone con disabilità.

Spazio, sabato il lancio della prossima missione a raggi X

Spazio, sabato il lancio della prossima missione a raggi XRoma, 21 ago. (askanews) – La missione XRISM (X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission) è pronta per il lancio del 26 agosto 2023. Osserverà gli oggetti e gli eventi più energetici nel cosmo e svelerà l’evoluzione dell’Universo e la struttura dello spazio-tempo.

XRISM è una collaborazione tra la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e la NASA, con una significativa partecipazione dell’ESA. Il lancio sarà trasmesso in diretta in giapponese e inglese sul canale YouTube di JAXA. In cambio della fornitura di hardware e consulenza scientifica, all’ESA verrà assegnato l’8% del tempo di osservazione disponibile, il che consentirà alle scienziate e agli scienziati europei di proporre sorgenti celesti da osservare nei raggi X e di compiere progressi in questo campo dell’astronomia.

“L’astronomia a raggi X ci offre l’opportunità di studiare i fenomeni più energetici dell’Universo. È la chiave per rispondere a domande importanti nell’astrofisica moderna: come si evolvono le strutture più grandi dell’Universo, come la materia di cui siamo composti è stata distribuita nel cosmo e come l’evoluzione delle galassie è plasmata dall’azione degli enormi buchi neri al loro centro”, afferma Matteo Guainazzi, Project Scientist dell’ESA per XRISM: “XRISM rappresenterà il prezioso trait d’union per le altre missioni a raggi X dell’ESA: XMM-Newton, che continua a funzionare perfettamente dopo 24 anni nello spazio, e Athena, il cui lancio è previsto per la seconda metà degli anni 2030”.

Spazio, il payload Ariel supera il Preliminary Design Review

Spazio, il payload Ariel supera il Preliminary Design ReviewMilano, 3 ago. (askanews) – Il payload della missione dell’Esa Ariel (Atmospheric Remote-sensing Infrared Exoplanet Large-survey), il futuro investigatore di esopianeti, ha superato con successo la Preliminary Design Review (Pdr). Il consorzio europeo di Ariel, di cui fanno parte Asi, Inaf e Università di Firenze, ha lavorato per nove mesi alla documentazione tecnica volta a valutare la fattibilità, le prestazioni e la robustezza del design del payload, al fine di garantire che i sistemi progettati fossero in grado di soddisfare i requisiti tecnici, scientifici e operativi della missione. A maggio 2023 il comitato di revisione dell’Esa ha confermato il completamento della Pdr. Un passo cruciale per la missione, che può ora procedere all’ultimo step prima della fase di produzione, la Critical Design Review.

“Asi è soddisfatta della positiva conclusione della Pdr, che gratifica per il lavoro svolto dal team scientifico nazionale e dalle aziende coinvolte – commenta Barbara Negri, responsabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi- Il principale contributo italiano al payload della missione Ariel è la realizzazione e test del telescopio, un progetto molto impegnativo non solo per l’ambiente criogenico in cui dovrà lavorare (-220°C), ma anche per il materiale da utilizzare e per la sua forma ellittica. Nella missione Ariel ci sono anche altre importanti responsabilità italiane: l’elettronica di controllo dello strumento (Icu) e il ruolo dei nostri scienziati a livello di sistema di payload per gli aspetti elettronici e termici”. “Siamo molto soddisfatti del successo di questa fase cruciale del percorso che ci porterà al lancio di Ariel – sottolinea la ricercatrice Inaf Giusi Micela, uno dei due italiani della missione e membro dell’Ariel Science Team per Esa -.L’Italia ha responsabilità importanti sia scientifiche che tecnologiche nella missione e il risultato ottenuto è il frutto del grandissimo lavoro svolto dal team, che ha lavorato intensamente e senza sosta, con grande spirito di sacrificio e adattamento alle situazioni. La comunità italiana, con il suo impegno e il suo talento, sta contribuendo attivamente su molteplici aspetti della missione. Inoltre, siamo felici di vedere un crescente coinvolgimento di giovani ricercatori entusiasti, che avranno l’opportunità di sfruttare al meglio le ricche opportunità scientifiche offerte da Ariel. Iprossimi anni saranno impegnativi ma sicuramente gratificanti per tutta la comunità”.

Dedicata allo studio delle atmosfere di pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal Sole, Ariel osserverà un campione variegato di esopianeti da giganti gassosi a pianeti di tipo nettuniano, super-Terre e pianeti terrestri nelle frequenze della luce visibile e dell’infrarosso. Sarà la prima missione spaziale a realizzare un “censimento” della composizione chimica delle atmosfere planetarie, fornendo indizi fondamentali per comprendere i meccanismi di formazione ed evoluzione dei pianeti al di là del Sistema Solare. La missione indagherà il ruolo del nostro sistema planetario nel contesto cosmico, affrontando i complessi quesiti riguardanti l’origine della vita nell’Universo.

Spazio, al via Zeprion: in orbita per sviluppare nuovi farmaci

Spazio, al via Zeprion: in orbita per sviluppare nuovi farmaciMilano, 2 ago. (askanews) – Un esperimento lanciato con successo oggi, mercoledì 2 agosto, verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), potrebbe portare ad una validazione del meccanismo di funzionamento di un protocollo del tutto innovativo per lo sviluppo di nuovi farmaci contro gravi malattie neurodegenerative e non solo. Frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge diversi istituti accademici e l’azienda israeliana SpacePharma, l’esperimento ZePrion vede un fondamentale contributo dell’Italia attraverso l’Università Milano-Bicocca, l’Università di Trento, la Fondazione Telethon, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibba). Decollato con la missione spaziale robotica di rifornimento Ng-19 dalla base di Wallops Island, in Virginia (Usa), ZePrion si propone di sfruttare le condizioni di microgravità presenti in orbita per verificare la possibilità di indurre la distruzione di specifiche proteine nella cellula, interferendo con il loro naturale meccanismo di ripiegamento (folding proteico). L’arrivo di Ng-19 e Zeprion sulla Iss è previsto per venerdì 4 agosto, quando in Italia saranno all’incirca le 8:00.

Il successo dell’esperimento ZePrion fornirebbe un possibile modo per confermare il meccanismo molecolare alla base di una nuova tecnologia di ricerca farmacologica denominata Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (Ppi-Fit), sviluppata da due ricercatori delle Università Milano-Bicocca e di Trento e dell’Infn. L’approccio Ppi-Fit si basa sull’identificazione di piccole molecole (dette ligandi), in grado di unirsi alla proteina che costituisce il bersaglio farmacologico durante il suo processo di ripiegamento spontaneo, evitando così che questa raggiunga la sua forma finale. “La capacità di bloccare il ripiegamento di specifiche proteine coinvolte in processi patologici apre la strada allo sviluppo di nuove terapie per malattie attualmente incurabili”, spiega Pietro Faccioli, professore dell’Università Milano-Bicocca, ricercatore dell’Infn, coordinatore dell’esperimento e co-inventore della tecnologia Ppi-Fit.

Un tassello finora mancante per la validazione della tecnologia è la possibilità di ottenere un’immagine ad alta risoluzione del legame tra le piccole molecole terapeutiche e le forme intermedie delle proteine bersaglio (quelle che si manifestano durante il ripiegamento), in grado di confermare in maniera definitiva l’interruzione del processo di ripiegamento stesso. In genere, questo tipo di immagine viene ottenuta analizzando con una tecnica chiamata cristallografia a raggi X cristalli formati dal complesso ligando-proteina. Nel caso degli intermedi proteici, però, gli esperimenti necessari non sono realizzabili all’interno dei laboratori sulla Terra, in quanto la gravità genera effetti che interferiscono con la formazione dei cristalli dei corpuscoli composti da ligando e proteina, quando questa non abbia ancora raggiunto la sua forma definitiva. Questo ha spinto le ricercatrici e i ricercatori della collaborazione ZePrion a sfruttare la condizione di microgravità che la Stazione Spaziale Internazionale mette a disposizione.

Spazio, prime immagini dal telescopio Euclid: “Sono ipnotizzanti”

Spazio, prime immagini dal telescopio Euclid: “Sono ipnotizzanti”Milano, 31 lug. (askanews) – Sono arrivate sulla Terra le prime immagini del telescopio spaziale europeo Euclid. Talmente incredibili per la loro nitidezza che alcuni scienziati le hanno definite “immagini ipnotizzanti”. A riprenderle sono stati i due strumenti, con forte contributo italiano, appena accesi: Vis (VISible Instrument) e Nisp (Near Infrared Spectrometer Photometer) che sono ancora in fase di calibrazione. Alla loro realizzazione hanno giocato un ruolo importante a livello continentale, l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Anche se mancano un paio di mesi prima che Euclid cominci a fornire la sua vera nuova visione del cosmo, il raggiungimento di questo traguardo mostra che gli scienziati e gli ingegneri sono fiduciosi che il telescopio ed i suoi strumenti funzionino bene. Gli ottimi risultati fin qui ottenuti, indicano che il telescopio spaziale raggiungerà gli obiettivi scientifici per cui è stato progettato, e forse molto di più. “Dopo più di 11 anni di progettazione e sviluppo di Euclid, è esaltante ed estremamente emozionante vedere queste prime immagini – afferma Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – È ancora più incredibile se pensiamo di vedere solo poche galassie qui, prodotte con una messa a punto minima del sistema. Euclid, una volta calibrato completamente, osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa 3D del cielo mai vista prima”.

“Le immagini degli strumenti Vis e Nisp diffuse oggi dimostrano la bontà della catena di acquisizione della luce raccolta nel campo di vista del telescopio di Euclid. – riferisce Mario Salatti, responsabile per Asi della realizzazione del contributo italiano agli strumenti scientifici a bordo del satellite Euclid – Il team industriale coinvolto nella costruzione del cuore delle unità elettroniche dei due strumenti Vis e Nisp e il team scientifico che ne ha sviluppato il software guardano con grande soddisfazione alla qualità di queste immagini da cui viene confermato il raggiungimento delle specifiche di progetto”. Lo strumento VISible di Euclid (Vis) scatterà immagini super nitide di miliardi di galassie per misurarne le forme. Già dalla prima immagine si intravede la capacità che avrà il Vis; mentre alcune galassie sono molto facili da individuare, molte altre sono macchie sfocate nascoste tra le stelle, in attesa di essere svelate da Euclid in futuro. Sebbene l’immagine sia ricca di dettagli, l’area di cielo che copre è in realtà solo circa un quarto della larghezza e dell’altezza della Luna piena.