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Roma ricorda Ingeborg Bachmann con podcast, convegno, letture e mostra

Roma ricorda Ingeborg Bachmann con podcast, convegno, letture e mostraRoma, 2 ott. (askanews) – Per ricordare Ingeborg Bachmann, Biblioteca Europea, Goethe-Institut, Forum Austriaco di Cultura Roma, Istituto Italiano di Studi Germanici, Sapienza Università di Roma ed Emons Audiolibri, hanno raccolto in un unico calendario dal titolo “Roma ricorda Ingeborg Bachmann”, le manifestazioni che si terranno nella Capitale in memoria della poetessa austriaca a 50 anni dalla sua scomparsa: una serie in podcast, un convegno internazionale, una mostra, letture e film.

50 anni fa, il 17 ottobre 1973, la scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann moriva a Roma in seguito alle ustioni riportate in un incendio nella sua abitazione in via Giulia. La Bachmann viveva stabilmente a Roma dal 1965, ma nella città eterna aveva già vissuto in precedenza a partire dal 1953 intervallando i soggiorni romani con residenze anche in altre città, quali Berlino, Monaco e Zurigo. Il programma inizia il 3 ottobre con la pubblicazione di una serie in podcast di Emons a cura della filosofa Ilaria Gaspari, autrice del libro “A Berlino. Con Ingeborg Bachmann nella città divisa”. “Bachmann” è una serie in 7 podcast di circa 30 minuti l’uno che si propone di ricostruire la traiettoria della biografia e dell’opera di Ingeborg Bachmann cercandone le tracce nella mappa della città di Roma, che per lei fu una sorta di patria elettiva. La serie si avvale di una ricca serie di testimonianze audio di personaggi che a vario titolo hanno incrociato la loro strada con quella della poetessa austriaca, di citazioni dalle sue liriche e prose, e di ricerche condotte in archivi fotografici e audiovisivi. Tra queste la sua amica e scrittrice Ginevra Bompiani, le scrittrici Rosella Postorino, Elena Stancanelli, Marta Barone e Anna Toscano, la regista Margarethe Von Trotta, che alla Bachmann ha dedicato il suo ultimo film, la ex direttrice del museo Casa di Goethe, Ursula Bongaerts e il traduttore Moshe Kahn.

Il 14 ottobre alle 19.30, Ilaria Gaspari presenterà il podcast al Festival Inquiete che si terrà a Roma nel quartiere del Pigneto dal 13 al 22 ottobre. www.inquietefestival.it Proprio nei giorni della ricorrenza del cinquantenario della morte, il 17, 18 e 19 ottobre alla poetessa è dedicato un convegno internazionale dal titolo “Ingeborg Bachmann – Costellazioni a Roma”, che si terrà presso il Goethe-Institut, il Forum Austriaco di Cultura Roma e l’Istituto Italiano di Studi Germanici. Al convegno, sotto la direzione scientifica di Dieter Burdorf (Leipzig) ed Elena Polledri (Udine), partecipano studiosi da tutto il mondo che si confronteranno sulle relazioni sentimentali e le reti letterarie intessute dalla poetessa a Roma.

Il convegno, in lingua tedesca, si apre al Goethe-Institut nel giorno del cinquantenario della morte, il 17 ottobre, con una conversazione dei curatori con il critico letterario Helmut Böttiger (Berlino), autore di numerosi libri sulla letteratura di lingua tedesca del secondo dopoguerra e tra i maggiori esperti dell’epoca, che farà rivivere Ingeborg Bachmann nel contesto letterario del tempo tra Austria, Germania e Italia. Durante i giorni del convegno ci sarà la possibilità di partecipare previa prenotazione a due visite letterarie guidate il 17 ottobre (ore 15.00 -17.00) e il 20 ottobre (ore 10.00 – 12.00), a cura di Rita Svandrlik (Firenze) e Giuliano Lozzi (Roma) sulle tracce dei luoghi bachmanniani. Qui i link al programma del convegno Convegno internazionale: Ingeborg Bachmann – Costellazioni a Roma – Goethe-Institut Italia La Biblioteca Europea ospiterà poi, a partire dal 27 ottobre e fino al 7 dicembre, la mostra “Schreiben gegen den Krieg. Ingeborg Bachmann (1926-1973)”, mostra commissionata dal ministero degli Esteri Austriaco per i 30 anni della morte della Bachmann e ora riproposta in una versione aggiornata. L’esposizione è curata da Hans Höller ed Erika Thümmel. La mostra si concentra sulla “scrittura contro la guerra” di Ingeborg Bachmann, una questione che fu centrale nella sua vita e nella sua opera, eppure considerata con poca attenzione da parte della critica. Le immagini e i testi della mostra seguono una disposizione biografico-cronologica, in cui l’aspetto della “scrittura” è messo in primo piano. Le immagini e i testi selezionati sono accompagnati da un commento, in modo che l’esposizione sia allo stesso tempo un’introduzione alla vita e all’opera di Ingeborg Bachmann. In mostra sono presenti testi – come il diario di guerra del 1945 – e fotografie provenienti dal patrimonio privato.

Diversi gli appuntamenti con la presentazione di nuove edizioni delle opere di Ingeborg Bachmann o di letture a lei dedicate. Venerdì 27 ottobre 2023 presso la Biblioteca Europea ci sarà la presentazione del libro di poesie di Ingeborg Bachmann “Invocazione all’Orsa maggiore” (Anrufung des Großen Bären, Piper Verlag 1956), in uscita presso Adelphi con la cura di Luigi Reitani, prematuramente scomparso nel 2021. Saranno presenti Ilaria Gaspari e Marino Freschi, germanista. In collaborazione con Adelphi edizioni. L’8 novembre, presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali di Sapienza Università di Roma, davanti al grande murale dedicato alla Bachmann posto all’ingresso della sede, le scrittrici Antonella Anedda Angioy, Lisa Ginzburg e Laura Pugno leggeranno alcune poesie di Ingeborg Bachmann. L’evento, aperto a tutta la comunità accademica e alla cittadinanza, proseguirà all’interno del Dipartimento con un dibattito. Sarà presente anche l’artista che ha realizzato il murale, Maria Ginzburg. Anche alla Fiera Più libri più liberi che si terrà a Roma dal 6 al 10 dicembre ci saranno alcuni appuntamenti dedicati alla scrittrice, uno spazio sarà dedicato alla presentazione del podcast Bachmann così come la presentazione del libro Ecco un’artista. Maria Callas, Ingeborg Bachmann e l’Italia di Alessandro Petroni edito da Castelvecchi. Per maggiori informazioni www.goethe.de/roma/bachmann

Con Ivo Mej alla scoperata di una Roma oscura in “Dominium Dei”

Con Ivo Mej alla scoperata di una Roma oscura in “Dominium Dei”Milano, 1 ott. (askanews) – Un omicidio efferato di un gesuita nell’immediato futuro di Roma, un omicidio legalizzato dalla Inquisizione nella Lisbona del diciottesimo secolo (l’ultima esecuzione capitale del Tribunale ecclesiastico). Ivo Mej, giornalista e scrittore nel suo ultimo romanzo “Dominium Dei” ci propone un viaggio affascinante in un mondo popolato di personaggi avvincenti e complessi. Una principessa, un papa, un gendarme vaticano, un altro gesuita forse ateo: tutti cercano un assassino ma troveranno un segreto inquietante. Quello che sta cercando anche lo spaventoso assassino, perché quel prezioso segreto può essere un pericolo o forse una estrema risorsa per la Chiesa di Roma. In realtà, come sempre, a muovere tutto è il danaro, un tesoro che arriva dal nuovo mondo, dal 1700, e rischia di cadere, come sempre, nelle mani sbagliate. Muovendo dalla vera vicenda storica di un missionario italiano in Brasile che operava veri e propri miracoli, la storia ci trasporta in una contorta atmosfera di intrighi antichi e moderni che intreccia passato e futuro come se fossero un unicum, facendoci conoscere uomini dalle volontà indomabili e feroci, crudeli o esaltati, ma gli unici in grado di lasciare un segno nella storia.

“Dominium Dei è un’opera a cui tengo profondamente – spiega l’autore-. Scrivere questo romanzo è stato un viaggio emozionante attraverso le epoche e le atmosfere di Roma, dell’antico Portogallo e del Brasile dei missionari, un’opportunità di esplorare segreti antichi e moderni, un’indagine nelle profondità della fede (per chi ce l’ha) e della malvagità umana”. Nella prefazione Gianluca Barbera scrive: “Il romanzo si dipana su due piani temporali, che si intrecciano e si separano, per ricongiungersi in un finale davvero sorprendente. Niente è scontato nel romanzo di Mej. La storia è originale, ben documenta e scritta con tocco. L’intreccio è costruito con perizia. Ma è soprattutto l’atmosfera che permea la vicenda a lasciare avvinti”.

Sempre Barbera ricostruisce la storia del genere thriller letterario a sfondo storico da Il nome della rosa a Dominium Dei, a significare quanto questo romanzo abbia un peso e una accuratezza di fonti. “Questa storia è il risultato di molte ore di lavoro e di passione, un’opera che mi ha permesso di dare vita a personaggi e interi mondi – spiega Ivo Mej. “Dominium Dei” per me è molto più di un romanzo; è un pezzo del mio cuore. Ho cercato di catturare l’essenza di Roma in modo unico, di gettare uno sguardo nella storia e nel futuro, di esplorare la dualità tra ciò che è sacro e ciò che è profano. Spero che questa storia porti il lettore in un viaggio di scoperta e riflessione, tanto quanto lo è stato per me mentre la scrivevo”. Edito da Mala Edizioni, “Dominium Dei” è un libro da leggere e scoprire.

La lotta tra la luce e le tenebre nella pittura di Hypnos

La lotta tra la luce e le tenebre nella pittura di HypnosRoma, 01 ott. (askanews) – “The Light Kills Darkness” è una nuova opera pittorica dell’artista romano Hypnos che vuole essere una dichiarazione sull’attuale stato della società, per offrire una prospettiva sulla mancanza di sincerità che pervade molte sfere della nostra vita. Quest’opera si inserisce nell’ambito dell’arte informale, richiamando allo stesso tempo lo stile vorticista del Novecento.

Nell’opera, Hypnos intende proporre una sua riflessione sulla società contemporanea, sottolineando, a suo avviso, la mancanza di sincerità della vita moderna. “Questa mancanza di sincerità può manifestarsi in vari modi, dall’ipocrisia nei rapporti personali alla corruzione nelle sfere politiche ed economiche. La domanda quindi è: come possiamo contrastare questa mancanza di sincerità e far prevalere la luce sulla tenebra?”. Hypnos suggerisce che il mondo “ha bisogno di professionisti in vari settori che mettano il bene dell’umanità al centro delle loro azioni anziché perseguire interessi personali. Questa è una chiamata all’azione per una società più compassionevole e sincera. L’indifferenza e l’individualismo sono considerati ostacoli al progresso, mentre la compassione e l’impegno per il bene comune sono incoraggiati”.

L’arte modernista di Max Peiffer Watenphul in mostra a Casa di Goethe

L’arte modernista di Max Peiffer Watenphul in mostra a Casa di GoetheRoma, 27 set. (askanews) – Dal 28 settembre 2023 al 10 marzo 2024 il Museo Casa di Goethe di Roma dedica a un singolare artista del modernismo, Max Peiffer Watenphul (Weferlingen, 1896 – Roma, 1976), una mostra retrospettiva, a cura di Gregor H. Lersch, direttore del Museo.

Irrequieto, indipendente, eclettico, avvocato prima, artista dopo, studente al Bauhaus di Weimar, Peiffer Watenphul si muove nei circoli d’avanguardia degli anni Venti. Fu un appassionato fotografo di soggetti con identità queer, un pittore di città e paesaggi e un viaggiatore incessante, soprattutto dopo che uno dei suoi quadri fu esposto alla mostra “Arte Degenerata” nel 1937. Numerosi infatti i suoi viaggi in Europa, Africa e Messico, decine di traslochi in molte città tedesche, una residenza a Roma, all’Accademia Tedesca di Villa Massimo nel 1931-1932, poi periodi vissuti a Venezia, Salisburgo e, dopo il 1945 con il passaggio a piedi del confine fra Austria e Italia attraverso le montagne, il suo trasferimento in Italia presso la sorella, che aveva sposato un italiano, e ancora viaggi e soggiorni fra Venezia, la Toscana e Roma dove morì nel 1976 e dove riposa, sepolto nel Cimitero acattolico.

Realizzata in collaborazione con le Kunstsammlungen di Chemnitz, Museum Gunzenhauser, la mostra alla Casa di Goethe ripercorre con 33 dipinti e 14 fotografie la persistenza delle idee del Bauhaus nel suo lavoro di pittura e fotografia, seguendo il percorso di Max Peiffer Watenphul dalla Germania all’Italia e contestualizzando il suo lavoro nella tradizione degli artisti tedeschi in Italia e della Sehnsucht dei tedeschi per il Bel Paese. “L’ultima esposizione di opere di Max Peiffer Watenphul in Italia risale al 2000, presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, ed è quindi giunto il momento di dare un nuovo sguardo alla sua opera in Italia, spiegano gli organizzatori. La retrospettiva al Museo Casa di Goethe intende mostrare il panorama artistico del Ventesimo secolo tra Germania e Italia e di rintracciare gli sviluppi modernisti più insoliti che sono caduti nell’oblio. Max Peiffer Watenphul, il cui studio si trovava in via dei Greci, a pochi metri dalla Casa di Goethe, è quindi di particolare interesse nella Città Eterna”, ha commentato Gregor H. Lersch in un comunicato.

Durante gli studi al Bauhaus di Weimar dal 1919 al 1922, periodo che ha profondamente plasmato la sua sensibilità e creatività, Max Peiffer Watenphul entra in contatto con artisti come Paul Klee, Johannes Itten, Otto Dix, Alexej von Jawlensky e Oskar Schlemmer che influenzano il suo lavoro, dalla pittura di figura al lirismo paesaggistico, mantenendo comunque un percorso divergente rispetto ai canoni del Modernismo. La sua sensibilità cromatica, già evidente nei lavori degli anni Trenta diviene ancora più tangibile nelle opere del dopoguerra, caratterizzate da un sottile velo atmosferico caliginoso attraverso cui sembrano filtrare i suoi soggetti e i suoi paesaggi urbani, in particolare le vedute di Venezia e Roma.

Il punto di partenza della mostra è dedicato agli anni trascorsi dall’artista al Bauhaus, dove, oltre al corso preliminare con Johannes Itten, frequentò i laboratori di artigianato artistico, come quelli di tessitura e ceramica, in genere seguiti soprattutto da donne. Già qui inizia un “percorso lirico di una rara sensibilità coloristica”, come scrive Michael Semff nel catalogo. L’esposizione si sviluppa poi con una serie di dipinti che rappresentano l’Italia, con paesaggi veneziani e romani, indicativi del suo particolare modo di lavorare. L’artista seleziona delle immagini spesso ristrette, ritagliate con l’uso di repoussoir, cioè ponendo un elemento in primo piano, quasi un ostacolo per aumentare la dinamica e l’effetto di profondità. Lo stesso metodo viene usato anche nella fotografia che Peiffer Watenphul sperimenta fin dai tempi del Bauhaus. In mostra un focus è dedicato a questo media, in particolar modo alle fotografie di architettura, scattate soprattutto durante il suo soggiorno all’Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo nel 1931 e 1932. Accanto a queste alcuni scatti di uomini mascolini e donne dissolute, pesantemente truccate, ricoperte di gioielli, perline e tessuti, eseguiti tra gli anni Venti e Trenta, riferiti a quello che è stato recentemente definito in un saggio di Elisabeth Otto “queer Bauhaus”. A testimoniare i rapporti con gli artisti del tempo sono esposti due dipinti di Otto Dix e di Alexej von Jawlensky, provenienti dalla collezione personale di Peiffer Watenphul. La mostra si chiude con un’installazione site-specific di Ruth Beraha (Milano, 1986) ispirata al dipinto Natura morta con fiori di Max Peiffer Watenphul, esposto alla mostra “Arte Degenerata” di Monaco del 1937 e andato perduto. Il catalogo della mostra, pubblicato in italiano e tedesco da ELECTA, a cura di Gregor H. Lersch (direttore del Museo Casa di Goethe e curatore della mostra), Frédéric Bussmann (direttore generale delle Kunstsammlungen Chemnitz) e Anja Richter, direttrice del Museum Gunzenhauser, Chemnitz, con saggi di Florian Korn, Anja Richter e Michael Semff. L’esposizione è realizzata grazie al supporto di Impresa Costruzioni Ing. Enrico Pasqualucci srl.

Al Goethe Institut il Talent Prize e la mostra “The Last Wall”

Al Goethe Institut il Talent Prize e la mostra “The Last Wall”Roma, 14 set. (askanews) – Inside Art e Goethe-Institut insieme per l’arte contemporanea. Il 19 settembre all’Auditorium del Goethe-Institut si terrà la premiazione della sedicesima edizione del Talent Prize e l’inaugurazione della mostra di Aldo Runfola, The Last Wall. Partecipano Aldo Runfola, l’editore di Inside Art, Guido Talarico, il direttore del Goethe-Institut, Joachim Bernauer e alcuni membri della giuria del Premio.

In questo contesto saranno proclamati il Vincitore, i nove finalisti e i premi speciali del concorso di arti visive promosso da Inside Art e ideato nel 2008 da Talarico. Le opere dei partecipanti sono state votate da una giuria composta da riconosciute personalità del mondo dell’arte contemporanea: Peter Benson Miller (Quadriennale di Roma) Gianluca Marziani (curatore e critico) Roberta Tenconi (Pirelli HangarBicocca), Costantino D’Orazio (storico dell’arte), Federica Pirani (Storica dell’arte contemporanea), Chiara Parisi, (Direttrice Centre Pompidou, Metz), Ludovico Pratesi (Critico d’arte), Marcello Smarrelli (Fondazione Ermanno Casoli), Anna Mattirolo (Scuderie del Quirinale),  Luca Lo Pinto (Museo Macro) Renata Cristina Mazzantini (Quirinale Contemporaneo), Teresa Emanuele (curatrice e fotografa) e Guido Talarico (presidente della Giuria ed editore e direttore di Inside Art). Verranno inoltre comunicati i premi speciali conferiti da sponsor e partner del concorso. La Fondazione Cultura e Arte – emanazione della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, da sempre sostenitore del concorso, annuncerà il vincitore della sezione Emergenti e della sezione Internazionale oltre al Premio Speciale Emmanuele Emanuele, selezionato direttamente dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele. Sarà anche annunciato il vincitore del Premio speciale UTOPIA, società attiva in public affairs & corporate communication, e del Premio Speciale Inside Art.

Il vincitore, i nove finalisti e i premi speciali avranno diritto a un servizio sul numero di Inside Art dedicato al Talent Prize ed esporranno i propri lavori nella collettiva finale, prevista il 26 ottobre al Mattatoio di Roma. Il vincitore del concorso si aggiudica un premio acquisto dal valore di 10 mila euro (5mila in denaro e 5mila in promozione). Dopo la proclamazione dei vincitori del Talent Prize si terrà l’inaugurazione della mostra “The Last Wall” di Aldo Runfola. La mostra, che ospita una selezione di opere significative dell’artista, sarà visibile presso il foyer dell’Auditorium del Goethe-Institut fino al 15 dicembre 2023.

L’artista palermitano Aldo Runfola, vissuto per molto tempo tra Milano, Londra e New York, vive e lavora attualmente a Berlino. Presenza emblematica, discreta e clandestina sulla scena artistica contemporanea, alterna varie discipline e linguaggi, come testimonia “The Last Wall”, mostra che prende il nome da uno dei suoi lavori forse più iconici: una lunga striscia in pittura spray e serigrafia, realizzata in collaborazione con i writers ticinesi BigTato e MrPlustik, chiaramente ispirata alla caduta del muro di Berlino, ma anche all’ultima apparizione in pubblico dei The Band e al titolo del film di Martin Scorsese The Last Waltz. La citazione storica si riallaccia alla riflessione sempre presente nel lavoro di Aldo Runfola sul ruolo dell’artista nella società contemporanea e, viceversa, su quello che la società di massa assegna all’arte contemporanea e, di conseguenza, all’artista. Anche nel lavoro “welcome – goodbye”, i diversi piani dell’attualità si intrecciano con le riflessioni sull’artista e il suo pubblico. “Erano tempi in cui la figura dello spettatore acquisiva una rilevanza crescente per entrare a far parte del processo creativo, ma erano ancora vive nella memoria le immagini del bastimento che, colmo di albanesi, cercava un approdo lungo le coste italiane”, racconta l’artista della sua opera realizzata per la galleria Rizzo nel 2003 a Venezia. I neon colorati installati all’entrata e all’uscita della mostra, con le scritte welcome e goodbye, “suggerivano che tutti, nessuno escluso, sono da considerarsi degli ‘albanesi’”.

Questa riflessione si estende non solo al pubblico dell’arte contemporanea ma anche alla critica, come esplicitato magistralmente nel suo famoso lavoro “Mi piace – Non mi piace”, sviluppato tra il 1990 e il 2002, in cui «si intrecciano ricordi di infanzia e letteratura», esprimendo il desiderio di sbarazzarsi della critica, di “farla finita con il giudizio, perché ogni opera d’arte è già critica e giudizio”.

Dal 28 settembre la nuova edizione del festival Romadiffusa

Dal 28 settembre la nuova edizione del festival RomadiffusaMilano, 13 set. (askanews) – Da giovedì 28 settembre a domenica 1 ottobre è in programma la nuova edizione di Romadiffusa. Si tratta del primo festival culturale itinerante a Roma che è riuscito a ribaltare la narrazione sulla capitale vista come “museo a cielo aperto”, città decadente, città maneggiona e affini, per dare spazio al racconto della Roma nascosta, non mainstream, vibrante, multietnica ed estremamente produttiva dal punto di vista culturale.

Il tutto attraverso decine di eventi in luoghi insoliti e inaspettati . Nascono così: mostre artistiche dal carrozziere, concerti nel retro di un forno, spaghettate notturne in teatro, reading nelle botteghe artigiane e così via. Si esibiscono gruppi di musicisti, gruppi di nicchia, gruppi multietnici.. viene data voce a una classe emarginata che però popola il tessuto sociale del quartiere e della città. Dopo l’edizione di settembre 2022, l’edizione di Natale scorso, una serie di eventi spin off più piccoli in diverse zone di Roma, il festival torna con l’edizione 2023: dal 28 settembre al 01 ottobre. E ogni volta protagonista è un quartiere diverso: ora tocca a Roma Barocca, il centro storico di Roma.

Romics d’oro al concept artist americano Richard Anderson

Romics d’oro al concept artist americano Richard AndersonRoma, 12 set. (askanews) – Richard Anderson sarà celebrato con l’assegnazione del Romics d’Oro durante la XXXI edizione del Festival, dal 5 all’8 ottobre 2023 in Fiera Roma. Con una carriera che spazia da oltre due decenni nell’industria del cinema, dei videogames, del mercato editoriale e dell’advertising, Anderson è oggi una delle firme di punta degli Studios e dei grandi publisher dell’entertainment mondiale.

Tra i suoi lavori più celebri figurano visionari blockbuster di fantascienza quali il prossimo The Creator di Gareth Edwards e Prometheus, supereroi per il grande schermo e per il mercato videoludico quali Moon Knight, Captain Marvel, Arkham Knight, Guardiani della Galassia e Eternals ed opere fantasy quali Guildwars 2. Anderson ha collaborato con Marvel, Warner Bros., Universal Pictures, Paramount, Sony Animation, 20th Century FOX, Disney, MPC, Framestore, NC Soft, Rocksteady Studios, Bungie, ArenaNet, Riot Games e Ubisoft. Ha inoltre contribuito con il suo talento all’immaginario di importanti case editrici quali Simon and Shuster e Random House.

Ha vinto il Gold Spectrum Award nel 2011, l’Art Director Guild Award per l’eccellenza nella scenografia in Guardiani della Galassia e nel 2018, il Gemmell Award per la migliore copertina fantasy. Originario del Montana, si è diplomato nel prestigioso Art Institute of Seattle dove ha creato rapidamente uno sguardo innovativo e unico nel panorama mondiale della concept art: la dinamicità delle pose, la capacità di sintesi in pochi tratti in cui alterna eyeliner e tratto spesso, le vedute di taglio e ricche di particolari in sospensione sono i tratti più riconoscibili del suo lavoro.

Durante la XXXI edizione di Romics, in un incontro dedicato ripercorrerà la sua carriera artistica che sarà celebrata in fiera anche con la prima mostra italiana di stampe dei suoi lavori più noti.

”Notti imperiali”, tornano le visite serali alle Terme di Caracalla

”Notti imperiali”, tornano le visite serali alle Terme di CaracallaRoma, 12 set. (askanews) – Dal 14 settembre fino al 26 ottobre, per un totale di nove serate, la Soprintendenza Speciale di Roma apre in via straordinaria le Terme di Caracalla dalle 20 alle 22, con due diverse modalità di fruizione: una passeggiata “libera” nei sotterranei e nel Mitreo, oppure una visita guidata che consentirà anche di scoprire le Terme di Caracalla in superficie, tra le palestre, la natatio, il frigidarium e gli splendidi mosaici.

“Le visite serali alle Terme di Caracalla sono un appuntamento a cui sono affezionati i visitatori – ha spiegato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – e che si rinnova ogni estate e autunno. Ad attrarre i turisti e soprattutto i romani è il fascino del più importante impianto termale imperiale che si svela alla luce del crepuscolo e della notte: una opportunità unica di accedere al monumento oltre l’orario consueto di apertura”. Un’occasione rara per conoscere le maestose rovine al chiaro di luna, ma anche per scendere nei sotterranei, fulcro della vita delle terme, insieme al Mitreo due luoghi ricchi di fascino, non sempre accessibili al pubblico. Nella penombra della sera, si ammanteranno di una nuova magia anche le fotografie in bianco e nero di Letizia Battaglia che, fino al 5 novembre, saranno in esposizione negli spazi delle Terme all’interno della mostra Letizia Battaglia Senza fine.

“Dopo i successi delle aperture straordinarie della Domenica al museo, e l’importante riscontro della mostra ancora in corso dedicata a Letizia Battaglia, le Terme di Caracalla – ha commentato Mirella Serlorenzi, direttrice del sito – si preparano ad accogliere i visitatori nell’orario notturno, proponendo un’offerta culturale sempre nuova e ricca di vitalità, prima delle novità in serbo per la stagione autunnale. Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un labirinto di grandi gallerie carrozzabili, 6 metri di altezza per 6 di larghezza all’incirca, dove si trovavano depositi di legname, un mulino, l’impianto di riscaldamento con i forni e le caldaie, ma anche quello idrico”. Le visite serali permettono di passeggiare nel sontuoso parco delle Terme tra i grandi ambienti dove sono ancora visibili meravigliosi mosaici ancora nel luogo dove furono realizzati. Nei sotterranei i visitatori potranno vedere le raffinate e funzionali tecniche ingegneristiche del mondo romano, non solo per le possenti fondazioni, ma per la modernità della macchina termica e idraulica che alimentava l’intero impianto, il riscaldamento delle acque e degli ambienti al piano terra e in quello superiore.

Il calendario delle serate previste: 14, 28 settembre e 26 ottobre, ingresso al Mitreo e ai sotterranei libero, con i visitatori che verranno accompagnati dal personale in servizio; costo biglietto 8 euro. Il 21, 30 settembre e 5, 12, 19, 20 ottobre visita guidata al monumento e ai sotterranei compreso il Mitreo, costo del biglietto 20 euro.

”EffectUs”, a Roma fiera effetti speciali e make-up cinematografico

”EffectUs”, a Roma fiera effetti speciali e make-up cinematograficoRoma, 6 set. (askanews) – Si terrà il 16 e 17 settembre alla Città dell’altra economia (Cae) a Roma la nona edizione di EffectUs, evento italiano dedicato agli effetti speciali e al make-up cinematografico.

Tra gli ospiti dell’evento i prestigiosi makeup artist inglesi Nick Dudman (Harry Potter, Star Wars, Batman Begins) e Stuart Bray (Game of Thrones, Doctor Who, The Windsors) e gli italiani Andrea Leanza vincitore del David di Donatello per Hammamet, ma anche Emanuele e Davide De Luca vincitori del David di Donatello per Freaks Out. Una due giorni nata nel 2015 dalla necessità di scambio dei membri di questa comunità artistica: fornitori di materiali, laboratori di settore, produttori, specialisti, scuole, studenti, amatori e cinefili. Sono così nate interazioni importanti, collaborazioni, opportunità lavorative e di crescita, sia artistica che professionale. Un’occasione anche per curiosi e famiglie che potranno assistere a workshop, conferenze, proiezioni di cortometraggi, mostre d’arte, spazio fieristico, dimostrazioni dal vivo, scultura dal vivo, contest e molto altro.

Special Make-up Effects è il nome internazionale degli Effetti Speciali di Trucco, l’arte che consente di modificare il volto umano per raggiungere nuove sembianze, mettendo in atto una metamorfosi della fisionomia, utilizzata in particolar modo nel mondo dello spettacolo (cinema, televisione, teatro) oppure per eventi particolari. EffectUs è una commistione tra un salotto d’artista, momenti di formazione e spazio fieristico basato sul principio della crescita formativa peer to peer e intragenerazionale. Fondamentali gli spazi di dialogo e didattici come conferenze workshop e masterclass, ma anche momenti di intrattenimento tra mostruosi zombie, corpi sanguinanti e modelli animatronici.

L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale EffectUs in collaborazione con Baburka Production e Viva FX.

Roma Film Music Festival torna dal 30 settembre, le novità

Roma Film Music Festival torna dal 30 settembre, le novitàRoma, 1 set. (askanews) – Bugs Bunny, Daffy Duck e Willy il Coyote come non li avete mai sentiti, in un rincorrersi di battute, musica e suoni che in questa combinazione arriva per la prima volta in Europa ed è al centro della festa più pazza dell’anno. Jack Sparrow e la sua ciurma all’arrembaggio in esclusiva per l’Italia. Sul grande schermo le immagini e sul palco una grande orchestra che esegue dal vivo le musiche dei film in perfetto sincrono con le immagini. Ancora, un vero regalo per gli appassionati: tre solisti di fama internazionale salgono sul palco per svelare la magia nei capolavori di John Williams.

  Questi i primi appuntamenti annunciati dal Roma Film Music Festival all’Auditorium della Conciliazione di Roma, il primo evento internazionale in Italia dedicato alle colonne sonore e ai loro protagonisti torna per la sua seconda edizione dal 30 settembre al’8 ottobre nella Capitale. Apre la manifestazione la grande festa per famiglie “Bugs Bunny at the Symphony” sabato 30 settembre (ore 19) e domenica 1 ottobre (ore 15); mentre “Pirati dei Caraibi. La Maledizione della Prima Luna – In concerto” sbarca venerdì 6 ottobre (ore 20,30) e sabato 7 ottobre (due repliche alle 15 e alle 20,30). Due titoli iconici e celebri in tutto il mondo, firmati rispettivamente da Warner Bros e Disney, per festeggiare insieme e con il giusto ritmo i 100 anni della fondazione dei colossi dell’intrattenimento. Gli spettacolari contenuti visivi saranno sonorizzati dal vivo grazie all’Orchestra Italiana del Cinema: oltre 80 elementi in sala eseguiranno in perfetto sincrono con le immagini le colonne sonore dei film. Bacchette d’eccezione sul podio: il Maestro George Daugherty per il coniglio più scaltro dei cartoni animati e il Maestro Ludwig Wicki per la ciurma di Jack Sparrow-Johnny Depp. Domenica 1 ottobre (ore 20,30) è la volta de “Il Meraviglioso Mondo di John Williams”: un concerto per raccontare l’avventura artistica di un gigante che ha saputo conquistare ben cinque premi Oscar (e 53 nomination). Ed è solo l’inizio. Il Festival – che l’anno scorso ha intercettato la passione di oltre 10.000 spettatori con “Star Wars A New Hope In Concert” e ha portato sul palco tra gli altri Franco Micalizzi (premiato per la carriera), Mario Biondi e Amii Stewart – annuncerà nei prossimi giorni un programma con incontri, masterclass, e premiazioni. Protagonisti: compositori, musicisti, registri e produttori. Appassionati e addetti ai lavori sono chiamati a raccontare e svelare il mondo delle colonne sonore che rendono il nostro cinema così magico. Guidato dalla direzione artistica di Marco Patrignani, il festival è ideato e prodotto dai Forum Studios, i leggendari studi di registrazione fondati da Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Piero Piccioni e Luis Bacalov. Gli stessi studi dov’è nata l’Orchestra Italiana del Cinema e che recentemente hanno donato al parco Archeologico del Colosseo, attraverso una raccolta fondi, il nuovo ascensore panoramico per consentire anche alle persone con difficoltà motorie di raggiungere la vista mozzafiato dell’Anfiteatro Flavio. Il festival è realizzato con il patrocinio e il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo; il patrocinio di: Comune di Roma Assessorato Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda; Nuovo Imaie e Anec; con la collaborazione di ACMF (Associazione Compositori Musica per Film). Main Sponsor del Festival è Unipol Gruppo. Mobility partner: Mooney Go; Hospitality partner: Radisson Roma; Media partner: RDS.

“Bugs Bunny at the Symphony” è l’evento di apertura del festival targato Warner Bros.  Ogni età ha la sua colonna sonora: per questo il Festival quest’anno parte con un regalo pensato per i più piccoli e per le loro famiglie: una grande festa nel foyer dell’Auditorium Conciliazione con animatori, personaggi Looney Tunes, musica e soprattutto la straordinaria partecipazione dei maestri d’orchestra che “giocheranno alla musica” con i piccoli ospiti, chiamati a diventare esecutori con gli strumenti più vari (età consigliata tra i 6 e gli 11 anni).  Finita la festa (l’inizio è previsto un’ora prima dello spettacolo), si entra in sala per godere di una prima europea che atterra in Italia dopo aver fatto il giro del mondo a colpi di sold out per ben tre decenni con le più grandi orchestre e nelle più prestigiose sale da concerto, dalla New York Philharmonic alla Sydney Opera House passando per la Royal Philharmonic. Bugs Bunny e Daffy Duck, Silvestro e Titti sono gli intramontabili protagonisti di questo spettacolo che in ogni Paese ha saputo conquistare tanto i più piccoli quanto gli adulti, in un sorprendente show adatto ad ogni età, che non a caso ha fatto scrivere al Los Angeles Times: “Vedere questo show all’Hollywood Bowl è uno dei motivi per cui vale la pena vivere in questa città”. L’Orchestra Italiana del Cinema è diretta all’Auditorium della Conciliazione dal leggendario Maestro George Daugherty (un Emmy conquistato nel ’96 e una collezione di altre 5 nomination), ideatore del format insieme a David Ka Lik Wong. Ad accompagnare il pubblico tra inseguimenti e trabocchetti, esilaranti battute e geniali tranelli, ecco eseguite dal vivo e in perfetto sincrono le colonne sonore di Carl Stalling e Milt Franklyn, ispirate ai grandi capolavori della musica classica. Da Richard Wagner al “Barbiere di Siviglia” di Rossini, passando per J. Strauss, Liszt, Tchaikovsky, Mendelssohn, Ponchielli o Donizetti (solo per citarne alcuni), l’astuto coniglio e compagnia sapranno avvicinare con grazia e simpatia i più giovani ai capolavori della musica sinfonica.

“Pirati dei Caraibi – La maledizione della Prima Luna In Concerto” è l’anteprima per festeggiare i 100 anni della Walt Disney. Il primo capitolo della saga interpretata da Johnny Depp sbarca per la prima volta in Italia con l’intero film proiettato in alta definizione su grande schermo e la travolgente colonna sonora eseguita in sincrono con le immagini dagli oltre 80 musicisti dell’Orchestra Italiana del Cinema diretti dal Maestro Ludwig Wicki, autentica autorità riconosciuta in tutto il mondo tra i migliori interpreti del genere. Sono trascorsi esattamente 20 anni da quando, nel 2003, nei cinema del pianeta approdarono le avventure dello strampalato pirata che ha cambiato per sempre il genere, fondendo avventura e magia agli indimenticabili temi musicali composti da Klaus Badelt e Hans Zimmer. “Il Meraviglioso Mondo di John Williams” è un piccolo miracolo: il flauto di Sara Andon, il pianoforte di Simone Pedroni e il violoncello di Cecilia Tsan accompagneranno metaforicamente il pubblico nello studio del più grande autore vivente di colonne sonore. Da “Star Wars” a “Hook. Capitan Uncino”, da “Schindler’s List” a “Dracula”, fino a “Memorie di una Geisha”, “Sabrina”, Jane Eyre” (e molti altri), i suoi capolavori verranno riletti in una chiave sonora delicatissima, per un concerto da camera dove flauto, pianoforte e violoncello si intrecciano in trame sonore inedite. La grande avventura artistica di John Williams rivive sul palco in un prezioso concerto che nessun appassionato della grande musica (non solo per il cinema) può lasciarsi sfuggire. Perché – come ci ricorda Steven Spielberg – “Senza John Williams le biciclette non volano”.