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Al Museo di Roma in Trastevere in mostra 100 scatti di Lou Dematteis

Al Museo di Roma in Trastevere in mostra 100 scatti di Lou DematteisRoma, 5 dic. (askanews) – Dal 6 dicembre al 24 marzo 2024 il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra “A Journey Back/Un viaggio di ritorno (Fotografie in Italia 1972-1980)”, progetto espositivo dedicato alle foto realizzate in Italia dal fotoreporter statunitense di origine italiana Lou Dematteis.

La mostra, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotta e realizzata dall’associazione culturale Errata Corrige, in collaborazione con Big Sur, Officina Visioni, Cinema del Reale, con il contributo di Fondazione Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Franco Pinna. Servizi museali Zètema Progetto Cultura. “A Journey Back/Un viaggio di ritorno” è il diario visivo, espresso attraverso la fotografia, di quattro viaggi che Dematteis compie in Italia nel 1972, 1977, 1979 e 1980. La mostra si sviluppa attraverso un percorso di oltre 100 fotografie, per la maggior parte inedite, selezionate tra le migliaia scattate da Dematteis in Italia e riprodotte in massima parte in forma di stampe ai sali d’argento.

Durante quei quattro viaggi, Dematteis si confronta con una realtà fino ad allora solo immaginata, e attraversa la Penisola in lungo e in largo toccando, oltre ai paesi d’origine dei nonni paterni, tra Piemonte e Liguria, Milano, Venezia, Bologna, le coste della Romagna, Firenze e la Toscana, Roma, Napoli e la costiera amalfitana, la Lucania e la Calabria, spingendosi fino in Sicilia. Un Grand Tour iniziatico, affrontato dall’autore con slancio e curiosità, spostandosi unicamente in treno, che il percorso espositivo cerca di restituire sia in senso cronologico che geografico, per evidenziare anche il processo di rapida trasformazione della società italiana di quegli anni.

Attraverso quell’esperienza Lou Dematteis ha modo di verificare l’efficacia della fotografia come forma di comunicazione e azione politica, per adottarla infine come scelta professionale e di vita negli anni immediatamente successivi, quando diventerà un fotoreporter a tutti gli effetti per l’agenzia Reuters New Pictures. Quello che le foto italiane di Dematteis documentano, oltre che uno spaccato di quasi dieci anni della nostra società, è anche lo sguardo di un giovane americano, di idee radicali e in conflitto con le scelte politiche del suo Paese di provenienza, che cerca risposte nelle proprie origini anagrafiche, al cospetto di una cultura e di un contesto politico-sociale profondamente differente. In esse troviamo l’essenza dell’Italia di allora, quella “ufficiale”, le battaglie popolari per i diritti e la vita nelle strade, il quotidiano della gente comune, i riti sociali, la fabbrica e la scuola, il lavoro nero e quello nei campi, in un carosello di volti e luoghi che sollecitano memoria e immaginario collettivo.

In queste fotografie, a distanza di quasi mezzo secolo da quegli scatti e da quell’Italia, oltre all’evidenza del documento storico, di sapore fotogiornalistico, c’è il “documento emotivo”, il come eravamo, la coscienza di ciò che si è irrimediabilmente perduto. L’intero percorso della mostra sarà scandito dalle parole del poeta beat Lawrence Ferlinghetti (1919-2021), in brevi estratti dai suoi versi e dai suoi diari, il quale come Lou Dematteis, di cui è stato buon amico, ha riflettuto spesso sul rapporto con le proprie radici italiane. Inserito nel percorso espositivo, un breve film documentario realizzato per la circostanza da Paolo Pisanelli e Matteo Gherardini, racconterà attraverso le parole dell’autore la sua vicenda professionale e umana, e i “viaggi di ritorno” nella sua seconda patria. Louis (Lou) Frank Dematteis è nato a Palo Alto (California) nel 1948 ed è cresciuto ascoltando le storie di immigrati o raccontate da immigrati. Influenzato dalla fotografia sociale di Jacob Riis e Lewis Hine, dall’esperienza della Farm Security Administration, e dai fotografi della Magnum Photo, in particolare la poetica del “momento decisivo” di Henri Cartier-Bresson. Dalla metà degli anni Settanta inizia a collaborare con diverse testate internazionali e nel 1985 entra stabilmente nello staff dell’agenzia Reuters New Pictures. Inviato in Centroamerica, Dematteis documenterà per cinque anni i conflitti di quelle regioni. In Nicaragua, una sua celebre foto del mercenario al soldo della C.I.A. catturato dall’esercito locale diventa la prova del coinvolgimento del governo statunitense nelle pratiche segrete tese a rovesciare gli esiti della rivoluzione sandinista, e gli varrà numerosi riconoscimenti internazionali, inclusa una menzione della World Press Photo e l’inclusione nella selezione delle foto dell’anno del “New York Times” e della National Press Photographers Association. A partire dai primi anni 2000 ha iniziato l’attività di filmmaker e autore documentarista realizzando nel 2010 il film “Crimebuster”. Un figlio alla ricerca di suo padre, dedicato alla vita e alla carriera di Louis B. Dematteis, papà di Lou, famoso procuratore distrettuale a Redwood City, pilastro della locale comunità italoamericana. Nel 2022 esce il suo secondo documentario “Keeper of the Fire”, dedicato al poeta e attivista Alejandro Murguía. Ha pubblicato diversi fotolibri: “Nicaragua: A Decade of Revolution”, nel 1991; “A Portrait of Viet Nam”, nel 1996; “Crude Reflections: Oil, Ruin and Resistance in the Amazon Rainforest”, nel 2008; “Lowriders”, nel 2016. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo. Sette fotografie della serie Lowriders sono state recentemente acquisite dal San Francisco Museum of Modern Art per la propria collezione permanente. Nell’estate del 2023 la Festa del Cinema del Reale e dell’Irreale gli ha dedicato una mostra antologica nel castello di Corgliano d’Otranto (LE) (“Five From Ore. Cinque paesi, cinque storie”). Vive a San Francisco e attualmente è impegnato nella produzione di documentari di carattere sociale.

Presentato a Roma “Romanzo digitale” del giornalista Antonio Pascotto

Presentato a Roma “Romanzo digitale” del giornalista Antonio PascottoRoma, 30 nov. (askanews) – Una hall gremita per la presentazione di “Romanzo digitale”, il nuovo libro del caporedattore di Tgcom24, Antonio Pascotto. La presentazione – trasmessa in diretta sulla piattaforma digitale “Eurocomunicazione” – si è tenuta nei giorni scorsi presso l’incantevole cornice di “Palazzo delle Esposizioni”, a Roma.

Tanti gli illustri ospiti presenti, numerosi i giornalisti, tra i quali: Simone Massetti, direttore della rivista Nexus Next Time, Enrico Rondoni, vicedirettore del Tg5, Fabrizio Summonte, vicedirettore di Tgcom24 e altrettanti volti noti dello showbiz. Spicca, tra tutti, la presenza del professore, il sociologo Derrick De Kerckhove, erede intellettuale di Marshall McLuhan e a tutti gli effetti universalmente considerato come il “padre dell’intelligenza connettiva” e del nuovo mondo digitalizzato. Non solo una presentazione, ma un vero e proprio evento culturale, organizzato dalla giornalista e addetta stampa Lisa Di Giovanni e promosso dalla “Confederazione AEPI (Associazioni Europee di Professionisti e Imprese) insieme ad “Azienda speciale Palaexpo” e “Banca Generali Private”. In merito all’aspetto culturale, si sono svolte, prima dell’evento, delle visite private all’esclusive mostre in cartellone: quelle del fotoreporter inglese McCullin e dell’ucraino Boris Michajlov, con una guida d’eccezione, Marco Delogu, direttore di “Azienda speciale Palaexpo”, che con competenza ha illustrato il percorso artistico di questi due “fotografi sociali”.

È stato proprio Delogu ad aprire l’incontro, ricordando come Roma sia da sempre legata alla nascita della tecnologia. “È stato proprio un ingegnere romano di origine cinese, Mario Tchou a produrre qui il primo calcolatore, per Olivetti, prima di morire in circostanze misteriose a 37 anni, forse proprio ad opera della concorrenza americana”. Sulla stessa scia Mino Dinoi, presidente AEPI ed esponente del consiglio d’amministrazione di “Azienda speciale Palaexpo” che ha ribadito “l’importanza dell’Intelligenza Artificiale nel mondo di oggi e la necessità di doverci fare i conti”. Un tema, questo dell’IA, che non è centrale solo nel romanzo di Pascotto, ma che infuoca il dibattito mediatico, coinvolgendo non solo gli esperti di comunicazione e informatica, ma anche i giuristi che dovranno disciplinare questo nuovo status quo. Lo ribadisce la giurista Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personale. “Il metaverso è un’esperienza immersiva – dice – ma che necessita di essere regolamentata per proteggere i dati sensibili: l’IA non è uno strumento, ma un “nuovo mondo” che è stato inaugurato proprio dal Garante italiano: il primo ad aprire a “ChatGPT””. Definisce, invece il libro di Pascotto come “un viaggio tra realtà e dimensione onirica, tra l’essere e il dover essere, suddiviso in diversi filoni narrativi – il covid, l’intelligenza artificiale e il tempo – in relazione all’uomo e alle sue fragilità”. Su questo nuovo “mondo digitalizzato” si è espresso anche l’autore: “L’intelligenza artificiale, seppur “pensante”, non potrà mai ragionare come un essere umano e dovremo trovare soluzioni per conviverci; così come si dovrebbe trovare un sistema per etichettare le immagini prodotte dall’IA, al fine di non creare confusione e fake news”. Su questo stesso tema, non poteva mancare l’illustre parere del professore Derrick De Kerckhove: “L’IA non è intelligente, calcola i risultati grazie a un codice algoritmico e alla prompt engineering (la cosiddetta “scienze delle domande”). – E prosegue: “Siamo di fronte a una transizione epocale tra due diversi ordini cognitivi, il nostro e quello della “macchina”. Nella nostra mente, però, c’è, un esteso laboratorio di pensiero e di vita: meno leggiamo e più esauriamo questo nostro esclusivo serbatoio di conoscenza. In questo senso, il libro di Pascotto risulta davvero “profetico”: significativa anche la copertina, davvero bravo!”.

Sulla digitalizzazione, è intervenuta, anche la patron di “Miss Italia”, Patrizia Mirigliani. “Durante la pandemia, mi sono presto resa conto che la bellezza ha bisogno di verità: non può esistere un concorso di “Miss Italia” via web, a causa dell’eccessiva mistificazione della rete”. Presenti, in veste di relatrici, anche le giornaliste Mediaset: Alessandra Viero, conduttrice di “Quarto grado” e Safiria Leccese, conduttrice del programma politico “Super Partes”. Entrambe hanno introdotto il volume, ponendo l’accento sulla grande attualità delle tematiche trattate, dal rischio di fake news legato all’uso di ChatGPT, alla riflessione sull’intelligenza emotiva. “Nel libro, si parla di un futuro in realtà abitato dal passato – afferma Safiria Leccese – non mancano i ricordi d’infanzia dello stesso autore descritti in un filone temporale alterato, ricco di emozioni”. “È un libro che guarda al futuro, senza dimenticarsi del passato” conclude lo stesso, Pascotto. Con il plauso del suo editore, Fabio Gimignani, a capo delle “Edizioni Jolly Roger”, entusiasta “che la cultura attiri ancora tante persone, in un paese agli ultimi posti negli indici di lettura”. Per soddisfare la curiosità dei lettori, sono stati letti alcuni brani, che incarnano la “vis” del romanzo, tra futuro e nostalgia, dalla voce suadente di Massimiliano Buzzanca, figlio del compianto attore.

Sonia Bergamasco con Rita Marcotulli e Damiani in “Marilyn and I”

Sonia Bergamasco con Rita Marcotulli e Damiani in “Marilyn and I”Roma, 30 nov. (askanews) – “Marilyn and I, un incontro” è la passeggiata musicale sulle tracce di un’attrice indimenticabile (tratto dal libro “La bellezza di Marilyn” di Truman Capote ed. Contrasto e da “Marilyn Monroe Fragments”, a cura di Bernard Comment e Stanley Buchthal ed. Feltrinelli) in programma venerdì 1 dicembre 2023 al Teatro Studio (alle 21) dell’Auditorium Parco della musica di Roma, produzione originale della 26esima edizione del festival di jazz e musiche improvvisate “Una striscia di terra feconda”.

Alla voce di Sonia Bergamasco si uniscono il pianoforte di Rita Marcotulli e il contrabbbasso di Paolo Damiani. Il festival di jazz e musiche improvvisate Una striscia di terra feconda, nato nel 1998, è organizzato dall’associazione Teatro dell’Ascolto e da ormai anni si svolge a Roma alla Casa del Jazz e in Auditorium Parco della Musica, grazie all’accordo con la Fondazione Musica per Roma. I direttori artistici Paolo Damiani e Armand Meignan e Roberto Catucci.

La rassegna è dedicata ad artisti italiani e francesi spesso invitati a suonare insieme; questa idea di festival implica ben altri rischi rispetto al semplice scritturare gruppi in tour, come avviene nella maggioranza di manifestazioni apparentemente simili. A seguire, sabato 2 dicembre alla Casa del jazz, alle 21, altra produzione originale “Barbara” – cantautrice, pianista e inizialmente interprete di Brel, Brassens e altri fenomeni – con David Riondino voce narrante, Sara Jane Ceccarelli voce, Christian Pabst pianoforte a coda, tastiere, Paolo Ceccarelli chitarra elettrica.

Il 3 dicembre sempre alla Casa del jazz, alle 21, “We improvise better at night”, altra produzione originale con Maria Pia De Vito voce ed elettronica, Anais Drago violino ed elettronica, Michele Rabbia alle percussioni ed elettronica. Da una frase di Emily Dickinson, poetessa che amava la musica e si dilettava ad improvvisare, preferibilmente di notte, prende forma la performance che Maria Pia De Vito, Anais Drago e Michele Rabbia presenteranno a una Striscia di terra feconda Il 4 dicembre alla Casa del Jazz alle 21 si terrà inoltre il Premio Siae 2023, con esibizioni di Mariasole De Pascali (flauto solo); Alessandro Presti (tromba), e Roberto Tarenzi (pianoforte) duo, in collaborazione con il mensile Musica Jazz assegnato ai primi due classificati ex-aequo nella categoria TOP Jazz nuovi talenti.

Il 5 dicembre si torna all’Auditorium Parco della musica (Teatro Studio ore 21) con “Carosonamente”: si ride con le canzoni di Renato Carosone interpretato da Peppe Servillo (voce), Vincenzo Di Donna (violino), Luigi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola) e Antonio Di Francia (cello e chitarra). Venerdì 8 alla Casa del Jazz alle 10 del mattino è la volta di The Winner is: “Marcovaldo”, Cristiano Arcelli direttore, Produzione originale per bambini in collaborazione con IJVAS, una piccola suite per giovani improvvisatori sui racconti di Calvino. La sera invece concerto di Zoe Pia (clarinetto) e Cettina Donato (pianoforte). Sabato 9 dicembre alle 18 prima nazionale di “Jazzmigration” con Juliette Meyer, vocalist, cantautrice e improvvisatrice, e la bassista, compositrice e improvvisatrice Fanny Lasfargues; a seguire alle 21 Javier Girotto (sassofoni) e Jean Pierre Como (pianoforte) offriranno un viaggio musicale luminoso. Infine, domenica 10 alle 18 lo “Yoann Loustalot Trio” con il trombettista Yoann Loustalot che eseguirà il repertorio del suo nuovo album Yéti, con Gianni Caserotto (chitarra) e Stefano Lucchini (batteria). Il grande maestro italiano di tromba Enrico Rava ha detto di lui: “Yoann Loustalot è come un fiore rarissimo che, quando appare in un giardino, fa sparire tutti gli altri fiori”. Alle 21 “Operaquartet” con Luigi Cinque (sassofoni, live eletronics), la star del clarinetto Louis Sclavis, Anais Drago (violino, live eletronics) e Paolo Damiani (contrabbasso).

Alla Casa delle donne a Roma l’incontro con le donne palestinesi

Alla Casa delle donne a Roma l’incontro con le donne palestinesiRoma, 30 nov. (askanews) – “Cultura e resistenza contro l’oblio. Parlano le donne palestinesi”: è il titolo dell’incontro in programma sabato 2 dicembre dalle 15.30 alle 20 alla Casa Internazionale delle Donne a Roma (via della Lungara 19), promosso da Casa internazionale delle donne, Cultura è Libertà, Gaza Free style, Nazra, Movimento degli studenti palestinesi in Italia.

Nel corso della giornata gli interventi di donne Palestinesi – Rania Hammad, Yasmine Jarba, Maya Issa – si alterneranno con letture di poesia e letteratura palestinese con Dalal Suleiman e Antonietta Bello, musica con Ziad Trabelsi all’oud, Corti del Nazra film festival e video del Conservatorio nazionale di Musica Edward Said. Dopo il benvenuto della presidente Maura Cossutta e la presentazione della giornata a cura di Giorgia Pometti e Alessandra Mecozzi, la Casa si collegherà in Palestina con Meri Calvelli, direttrice del Centro di scambi culturali Palestine-Italia di Gaza.

Ci saranno una mostra fotografica su Gaza a cura di Nastassia e Susan Issawi e una di opere dell’artista di Gaza Yasmine Jarba. L’incontro al pubblico – spiegano le organizzatrici – intende dare la possibilità di conoscere aspetti della cultura palestinese che già il grande poeta Mahmoud Darwish definiva come uno strumento potente contro la cancellazione della memoria storica e per la conservazione della identità palestinese, la cui conoscenza è tanto più necessaria nella drammatica attuale situazione distruttiva umana e strutturale di Gaza e della Palestina da parte delle disastrose politiche del Governo israeliano, fase estrema di una occupazione che dura da più di 56 anni.

Roma Arte in Nuvola, 35mila visitatori per la terza edizione

Roma Arte in Nuvola, 35mila visitatori per la terza edizioneMilano, 29 nov. (askanews) – Oltre 35.000 visitatori per la terza edizione di “Roma Arte in Nuvola”, la Fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. e promossa con EUR Spa, con la direzione artistica di Adriana Polveroni e la consulenza di Valentina Ciarallo, che si è conclusa domenica 26 novembre.

“Gli ottimi risultati di questa terza edizione – ha dichiarato Alessandro Nicosia, direttore generale di Roma Arte in Nuvola – sono la dimostrazione che la manifestazione si è ormai pienamente affermata fra le grandi fiere d’arte nazionali ed internazionali. Un successo legato all’alta qualità delle gallerie partecipanti, quest’anno oltre centocinquanta, oltre che alla collaborazione attiva con il ministero della Cultura e quello degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che hanno contribuito con opere inedite e con una proposta artistica straordinaria che il pubblico ha potuto ammirare in esclusiva nei suggestivi spazi della Nuvola di Fuksas. L’impegno per il futuro – continua Nicosia – è quello di continuare a crescere, coinvolgendo un pubblico ancora più ampio e diversificato e rafforzando quella che, ad oggi, rappresenta la cifra distintiva di Roma Arte in Nuvola: una vincente sinergia fra l’idea di fiera e quella di mostra, fra l’aspetto commerciale e quello curatoriale”.

”Libri al Museo”, al Museo Napoleonico si presenta libro su Napoleone

”Libri al Museo”, al Museo Napoleonico si presenta libro su NapoleoneRoma, 29 nov. (askanews) – In occasione dell’uscita nelle sale cinematografiche italiane del film biopic “Napoleon” di Ridley Scott, la Sala Impero del Museo Napoleonico ospita venerdì primo dicembre alle 16 uno speciale incontro della rassegna Libri al Museo dedicato alla monografia Napoleone del Prof. Luigi Mascilli Migliorini, un dialogo a più voci sul personaggio Napoleone e sulla sua discussa, ma indubbia “epicità”.

Il libro, ripubblicato in un’edizione aggiornata e accresciuta da un nuovo ampio capitolo introduttivo, ha vinto il Grand Prix della Fondation Napoléon, ed è considerato una delle maggiori biografie su Napoleone, una lettura completa, ma anche avvincente, arricchita da numerosi particolari aneddotici e riferimenti a fonti letterarie. Il libro, più che celebrare l’uomo d’armi o il politico, narra la storia dell’uomo, “spettatore e attore” della propria esistenza nel qui ed ora del periodo storico di appartenenza. Il Museo Napoleonico fa da cornice e sfondo all’incontro del ciclo “Libri al Museo”, ponendo le sue opere, i suoi ambienti e la sua storia in dialogo con l’autore e gli argomenti trattati.

L’incontro verrà introdotto dall’Assessore alla Cultura Miguel Gotor. A seguire interverranno Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina), Luigi Mascilli Migliorini (Storico e accademico dei Lincei e autore del volume), Alessandra Necci biografa storica e docente Luiss. Libri al Museo è il ciclo a cura della Sovrintendenza Capitolina, che ospita in varie sedi museali la presentazione di pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte, alla museologia e ai beni culturali. Aperte al pubblico, le presentazioni coinvolgono autori ed esperti del settore, mettendo al corrente i visitatori sulle novità e sul dibattito attuale. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

Al via la seconda edizione del Festival della Cultura Americana

Al via la seconda edizione del Festival della Cultura AmericanaRoma, 22 nov. (askanews) – Dal 22 novembre al 1° dicembre si terrà a Roma la seconda edizione del Festival della Cultura Americana. L’evento, nato dalla collaborazione tra il Centro Studi Americani e i principali atenei italiani e statunitensi della Capitale, è dedicato al tema “Bridging cultures: gli americani in Italia”, un approfondimento sulle storie degli americani in Italia tra ieri e oggi e al loro contributo alla società e alla cultura italiana

L’edizione di quest’anno prevederà un calendario ricco di appuntamenti, disponibile a questo link. Ad organizzare gli eventi saranno: l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, American Academy in Rome, American University in Rome, Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, Capri Art, Festival della Diplomazia, Fulbright Italy, John Cabot University – Guarini Campus, Loyola University Chicago Rome Center, Università degli Studi Roma Tre, Sapienza Università di Roma e Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Al Centro Studi Americani si riuniranno esperti, accademici e rappresentanti istituzionali provenienti dagli USA, dall’Italia e da ogni parte d’Europa, per dibattere le più attuali tendenze nel campo della letteratura, dell’economia, della musica e dell’arte e celebrare le storie di successo che hanno legato l’evoluzione parallela della società italiana e americana negli ultimi decenni.

“Tre giorni ricchi di incontri, dibattiti, mostre ed eventi per celebrare i rapporti tra Italia e Stati Uniti e promuovere la cultura americana nel Belpaese”, ha dichiarato Roberto Sgalla, Direttore del Centro Studi Americani. “Il Festival si pone come obiettivo quello di approfondire argomenti che costituiscono la base di un sentire comune e di una condivisione di valori di democrazia e di libertà, che rendono così uniti Italia e Stati Uniti”. L’evento di lancio dell’edizione 2023 del Festival di terrà il 22 novembre alle 18:00. A intervenire saranno Roberto Sgalla, Direttore, Centro Studi Americani, Paolo Mazzoni, Head of Government Affairs di 3M, Daniele Fiorentino, Professore di Storia degli Stati Uniti all’Universita? degli Studi Roma Tre, e Francesco Rutelli, Fondatore e Presidente di Soft Power Club. Nei tre giorni di manifestazione, il pubblico potrà partecipare ad attività di divulgazione, culturali e di natura accademica presso le sedi degli istituti organizzatori dell’evento. A supporto dell’evento ci saranno gli sponsor 3M, Compagnia di San Marco, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Meridian Group e TSM, insieme ai media partner APCO Worldwide, Askanews, Giornale Diplomatico, Formiche, I Say, Ital Communications, Radio Radicale, Rai Cultura, Rai Italia e Rai Storia.

Per ulteriori informazioni sul programma completo, i partecipanti e gli eventi, si prega di visitare il sito ufficiale del Festival: https://centrostudiamericani.org/festival-della-cultura-americana-gli-americani-in-italia/.

Il format “La Storia a processo” giudica George Orwell-Gianni Riotta

Il format “La Storia a processo” giudica George Orwell-Gianni RiottaRoma, 18 nov. (askanews) – Martedì 21 novembre il palcoscenico del Teatro Parioli sarà trasformato in un’aula di Tribunale e George Orwell, che avrà il volto del giornalista e scrittore Gianni Riotta, sarà chiamato a processo “tra ironia e approfondimento in un contraddittorio serrato.

“Partiremo con il dibattimento processuale dalla profezia orwelliana per arrivare alla più stretta attualità dell’Intelligenza Artificiale – commenta l’ideatrice e curatrice del format teatrale Elisa Greco – Infatti, come da più parti si sostiene, ‘il 1984 di Orwell potrebbe diventare realtà nel 2024’ e allora George Orwell è stato profetico?”. In scena si svolgerà il processo sapientemente condotto dalla presidente della Corte, l’avvocata Paola Severino, Presidente della Luiss School of Law, mentre sarà Gianni Riotta, direttore del Centro di Ricerca Data Lab della Luiss, ad assumere emblematicamente il ruolo del protagonista George Orwell.

In un confronto dialetticamente vivace si fronteggeranno le parti a braccio e seguendo le dinamiche processuali. Da un lato sosterranno le proprie tesi accusatorie il Pubblico Ministero Eugenio Albamonte, Pubblico Ministero presso la Procura di Roma, già Presidente ANM, insieme ai combattivi testimoni dell’accusa dalla Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali Ginevra Cerrini Feroni all’amministratore delegato Q10, il giornalista e manager Giancarlo Leone. Dall’altro a sostenere le motivazioni orwelliane saranno l’avvocato difensore Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto Costituzionale di Roma tre con un’altrettanta agguerrita linea testimoniale che vede impegnati la giornalista Elisa Anzaldo vice direttrice TG1 e il professore di etica delle Tecnologie Università Gregoriana Paolo Benanti.

Colpevole o Innocente? A deciderlo saranno il pubblico con il proprio voto e la giuria formata dagli studenti dell’Università Luiss Guido Carli, che si esprimeranno attraverso il verdetto “social” di Radio Luiss.

A Roma artQ13: performance “Parallel Perspectives. Seen/Unseen”

A Roma artQ13: performance “Parallel Perspectives. Seen/Unseen”Roma, 18 nov. (askanews) – artQ13, spazio indipendente per la ricerca e la sperimentazione artistica, presenta a Roma sabato 25 novembre alle 20 la performance Parallel Perspectives. Seen/Unseen, ideata da Britta Lenk e a cura di Angelica Gatto, con i danzatori Luca della Corte e Valentina Sansone e assieme ai fotografi Sebastiano Luciano e Giorgio Benni.

L’iniziativa nasce dal progetto editoriale Seen/Unseen, pubblicato da Kettler, a cura di Britta Lenk e prodotto da artQ13, che raccoglie le testimonianze di fotografi d’arte e di studiosi di diverse discipline: l’obiettivo è quello di comprendere il modo in cui la fotografia, con la sua evoluzione tecnologica, sta trasformando il mondo dell’arte e non solo e riflettere sull’immagine come un prodotto dell’artista o dello spettatore e su come cambia la nostra percezione in relazione a un’immagine e al suo contesto. La performance, che esprime la riflessione degli artisti su questo ambito, è stata a pensata per gli spazi di artQ13 nel quale i due danzatori/performer e i due fotografi professionisti entrano in relazione tramite gestualità, pause, ripetizioni. I danzatori e la performance vengono documentati dal fotografo Sebastiano Luciano, la cui macchina fotografica è collegata a un computer che trasmette in tempo reale gli scatti, proiettati sulla parete; a sua volta, il fotografo Giorgio Benni riprende e documenta l’intera azione. Come in un gioco di scatole cinesi, l’immagine reale/riprodotta si amplifica e moltiplica, lo sguardo, al contempo, si disperde e cambia traiettoria.

Il fotografo è il tramite attraverso cui si attiva un cortocircuito visivo e una sovrapposizione dello sguardo legato al punto di vista: il pubblico può decidere di seguire le azioni dal vivo oppure di osservare le proiezioni sulla parete. Tramite l’ausilio di una Intelligenza Artificiale istruita da Marco Accardi, input e output si alternano a generare un tracciamento, un plot immaginifico che anticipa la visione, la prefigura, restituendo – fantasmaticamente – lo sguardo stesso del fotografo e al contempo, una sonorizzazione, ideata da Carlo Caloro, fa da contrappunto al ritmato alternarsi dei punti di vista. sabato 25 novembre 2023, alle 20 artQ13, viale della Piramide Cestia 1, 00153 Roma Ingresso libero

”Tolkien. Uomo, professore, autore”: una mostra a Roma

”Tolkien. Uomo, professore, autore”: una mostra a RomaRoma, 14 nov. (askanews) – A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, Roma ospiterà dal 16 novembre all’11 febbraio 2024 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta.

TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore ci racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa, la forza poetica: un viaggio senza eguali che permetterà agli appassionati e al grande pubblico di essere introdotti nella grandezza di questo scrittore e di comprendere quanto la sua vita e la straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo. E’ la prima esposizione di queste dimensioni mai dedicata in Italia allo scrittore. Rispetto alle grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone Tolkien al centro di tutto. Per la prima volta viene raccontato l’uomo, padre e amico; accademico, autore di studi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese; narratore e sub-creatore della Terra di Mezzo. Ci sarà anche spazio per tutto ciò che ha ispirato nell’arte, nella musica e nel mondo dei fumetti. L’immersione nell’universo da lui creato si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. Uomo del suo tempo, romanziere, linguista e filologo, il Professore di Oxford viene raccontato nella sua complessità artistica e umana.

Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia: “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo”, si legge in una sua lettera, e nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese. Spazio anche agli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar. Ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia, TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte: l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque Alpha dell’Università di Liegi, l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery.

Il catalogo che accompagna la mostra si avvale dei contributi di Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino. La Capitale sarà la prima tappa di un percorso che proseguirà nel 2024 in altre città italiane. Grazie al MiC, che ne ha promosso e sostenuto la progettazione con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di tutti alla vita culturale, sarà possibile visitare la mostra senza alcun costo aggiuntivo, semplicemente esibendo il biglietto d’ingresso alla GNAM.