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”Amore è poesia”, viaggio nel cuore della vita con versi Marco Rinaudo

”Amore è poesia”, viaggio nel cuore della vita con versi Marco RinaudoRoma, 12 mar. (askanews) – Un viaggio nel cuore della vita, affidato ai versi della poesia che diventa un ponte tra passato e presente. Una raccolta di ricordi, immagini, volti, sono al centro del nuovo libro di Marco Rinaudo “Amore è poesia”. Pagina dopo pagina l’autore ripercorre impressioni, sentimenti, dolore e meraviglia, con il desiderio di comunicare emozioni e narrare esperienze ma anche far riflettere, talvolta con ironia, su temi quotidiani delicati. Dopo il successo del romanzo d’esordio: “Il Capo Tonnara. Storie di mafia e di tonni”, un avvincente racconto ambientato nella splendida Favignana, isola siciliana appartenente all’arcipelago delle Egadi, Marco Rinaudo propone la sua prima selezione di poesie, edita da Il Cuscino di Stelle, con le quali esprime ancora di più la passione per la scrittura.


Il libro sarà presentato il 18 marzo 2024 ore 18.00, ingresso gratuito su prenotazione, nello storico Teatro delle Muse a Roma in via Forlì, lo spazio culturale, diretto da Rino Santoro, che ha ospitato in passato Compagnie primarie come quelle di Aldo Giuffrè, Gigi Reder, Luigi De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Lando Buzzanca, Giacomo Rizzo, Ugo D’Alessio, Pietro De Vico, Enzo Turco, Luisa Conte e moltissimi altri altisonanti del panorama del repertorio classico napoletano e teatrale nazionale più in generale. Sul palco con l’autore l’editrice Milena Criscuolo e l’attore e regista Geppi Di Stasio, che interpreterà alcune poesie. Marco Rinaudo, nato a Trapani, e primo di cinque figli, si appassiona alla scrittura dopo numerose esperienze nel ramo commerciale e marketing per grandi realtà editoriali. Inizia a comporre poesie, con le quali partecipa a svariati concorsi letterari e poi, come giornalista, firma centinaia di articoli per le testate “Info”, “Roma Sud” e collabora anche con “Metro” e “Avvenire”.

Arte: Sostantivo Femminile, premiate nove donne di cultura

Arte: Sostantivo Femminile, premiate nove donne di culturaMilano, 11 mar. (askanews) – Si tiene questa sera nella Salone delle Colonne della Galleria d’Arte Moderna di Roma la premiazione della 16esima edizione del Premio Arte: Sostantivo Femminile, il riconoscimento ideato dall’Associazione A3M – Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia, mecenati della Galleria Nazionale, che celebra l’impegno delle donne nel plasmare il panorama culturale, artistico e imprenditoriale nazionale e internazionale.


A ricevere il Premio Arte: Sostantivo Femminile 2024, sarà la fumettista Bianca Bagnarelli, insignita della medaglia d’oro dalla Society of Illustrators nella categoria “short form” durante la Comic and Cartoon Art Competition, e le cui illustrazioni sono frequenti sulle pagine del New York Times e del New Yorker. Sarà Signora dell’Arte 2024 anche Monica Biagiotti, Executive Vice President, Global Consumer Marketing and Sponsorships di Mastercard, attualmente responsabile delle attività di brand e delle campagne pubblicitarie Priceless e alla guida della strategia di engagement dei consumatori in tutto il mondo. L’importante riconoscimento andrà inoltre al soprano lirico e Cavaliere della Repubblica Eleonora Buratto, nota per la sua versatilità vocale, la tecnica impeccabile e la presenza scenica magnetica grazie alle quali ha conquistato il pubblico nei più prestigiosi teatri d’opera del mondo. Otterrà il Premio anche la Presidente del Museo Egizio Evelina Christillin, con una lunga carriera non solo nella cultura ma anche nello sport, tanto da essere stata la prima donna in Italia dirigente sportivo con delega speciale alle Olimpiadi.


Ad essere premiata sarà poi Teresa Ciabatti, scrittrice e sceneggiatrice italiana, autrice noti romanzi tra i quali La più amata (Mondadori), con il quale è stata finalista al Premio Strega 2017, e Sembrava bellezza (Mondadori), finalista al Premio Strega 2021. Riceverà il riconoscimento di Signora dell’Arte 2024 anche la Presidente e CEO del gruppo Artemide Carlotta de Bevilacqua, imprenditrice e designer, considerata una delle principali protagoniste della progettualità e della visione imprenditoriale contemporanea. Verrà premiata anche la linguista Valeria Della Valle, Accademica corrispondente della Crusca e socia ordinaria dell’Arcadia, nonché membro Comitato direttivo della Fondazione Bellonci e del Consiglio Direttivo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. Per la 16esima edizione del Premio Arte: Sostantivo Femminile verrà inoltre premiata l’artista e pittrice Francesca Leone, selezionata nel 2023 dal Museo Maxxi di Roma, su incarico del MiC, per rappresentare l’Italia al Bihar Museum di Patna in occasione del G20 nel progetto Together We Art. Premiata, infine, Francesca Pennini, coreografa, regista e danzatrice, fondatrice e direttrice artistica di CollettivO CineticO, per il quale ha firmato oltre 60 creazioni, creando spettacoli anche per il Balletto di Roma e la compagnia Nazionale di Malta. La presenza di Francesca Pennini, artista profonda e consapevole, rappresenta anche un riconoscimento per la ricerca sperimentale a livello di danza contemporanea, che porta sotto i riflettori di un premio istituzionalizzato anche le frange più innovative della scena artistica, e questo è certamente un buon segnale per chi si occupa di pratiche d’avanguardia.


“L’arte ha il potere unico di riuscire a celebrare ed esprimere il concetto di diversità in molteplici modi – ha commentato la presidente dell’Associazione A3M Maddalena Santeroni – attraverso infinite possibilità di forme e narrazioni.Attribuire ogni anno, proprio nel nome dell’arte, questo Premio a donne che, grazie alla loro unicità, si sono distinte in settori così diversi fra loro, significa per noi non solo premiarne il talento e l’impegno, ma anche contribuire a difendere i valori della diversità e dell’inclusione in una società che ci vorrebbe sempre più omologati, ma senza riconoscere a tutte e tutti eguali diritti”.

Il Liceo Tasso si fa museo, in mostra opere classiche pubbliche inedite rubate o dimenticate

Il Liceo Tasso si fa museo, in mostra opere classiche pubbliche inedite rubate o dimenticateRoma, 3 mar. (askanews) – “Il ritmo dell vita degli uomini”: Roma 16 marzo-19 maggio”. Ovvero opere d’arte classiche inedite recuperate dal nucleo antifrodi dei Carabinieri o che vivono abitualmente minuziosamente archiviate ma altrettanto consapevolemte abbandonate al buio dei magazzini dei Musei pubblici italiani e collezioni private che riprendono vita e tornano a vedere la luce da metà marzo a metà maggio nella storica aula magna del liceo classico statale di Roma Torquato Tasso di Roma, grazie a lavoro e fatica di studenti e insegnanti della ben nota scuola di formazione classica della capitale.


Il Tasso infatti per due mesi sta per diventare anche museo aperto al pubblico (su prenotazione) con studenti medi nelle vesti di allestitori e guide quella stessa aula magna tardo ottocentesca di via Sicilia a Roma che ha fatto da oltre un secolo del Tasso uno dei più noti autorevoli e storici licei classici statali dall’ Italia unita in poi. Luogo di formazione di molti esponenti della classe dirigente politica e culturale italiana ed insieme culla delle proteste studentesche degli anni settanta e ottanta. E che solo pochi mesi fa è stato teatro apripista della nuova stagione di occupazioni studentesche dei licei che sta attraversando il Paese. I riflettori sul Tasso per due mesi saranno accesi sulla sua identità di luogo simbolo del “made in Italy Cultura” che il liceo classico rappresenta, unicum modello ed eccellenza pressochè mondiale nel sistema di istruzione media. Con il valore doppio di essere geograficamete situato al centro del Muncipio numero uno – ovvero il più centrale- di Roma: il centro del centro mondiale dell’ arte classica .


Sono queste le ragioni che hanno fatto nascere la prima mostra pubblica in una scuola pubblica. Nell’anno in cui si sono aperte le prime iscrizioni on line al nuovo “liceo del made in Italy” news entry nel sistema di istruzione italiano, insomma, è stato altresì siglato quest’accordo di sprimentazione senza precedenti all’insegna del valore del liceo classico quale eccellenza del “made Italy” culturale italino. A metterci la firma sono stati il ministero della Cultura nella persona del direttore generale dei Musei di Stato Massimo Osanna insieme a studenti, insegnanti e preside del liceo classico statale Tasso. Con benedizione e patrocinio di Comune di Roma e Regione Lazio. Più precisamente, a realizzare il progetto sono stati gli studenti di alcune classi che erano state negli anni scorsi in visita agli scavi di Pompei incontrando lì per la prima volta Osanna in qualità allora di Sopraintendente, il dirigente scolastico della scuola Paolo Pedulà, un gruppo di insegnanti di lettere classiche coordinato dalle professoresse Marirosa Bruno e Giuseppina Pirro. Aiutati da un gruppo di genitori che si sono appassionati al progetto. E di alcune grandi aziende che hanno accettato di fare da Mecenate economico e/o tecnico per una iniziativa comunque non alla portata delle sole magre casse di qualsivoglia scuola pubblica del nostro Paese: Ferrovue Poste Italiane, Ferrovie dello Stato Italiane,CompySis, Agenzia Italia Nasce e si apre al pubblico così: “Il ritmo della vita degli uomini”, slogan con copyright d’autore di successo garantito plurimillenario: Archiloco….


Ecco dunque la genesi di “Il ritmo della vita degli uomini Archiloco, fr.128 W. Liceo Torquato Tasso, Roma Esposizione temporanea 16 marzo – 19 maggio 2024 . I busti di Eracle ed Afrodite, le teste votive fittili, vasi di diversa forma e funzione quali kylikes, anfore, crateri, piatti (provenienti prevalentemente dall’Etruria Meridionale) – promette il comunicato stampa redatto dagli studenti del Tasso- sono solo alcuni esempi di quanto è esposto.Un arco temporale ampio, che va dal VII sec. a.C. al II sec. d.C., materiali differenti (marmo, terracotta, ceramica, bronzo, pasta vitrea) sono i “testimoni” di una vita raccontata attraverso il mito, la devozione, la quotidianità”. “Il percorso del visitatore sarà avvincente, dal momento che egli non sarà da solo, ma gli studenti lo accompagneranno rendendolo partecipe della narrazione”, asscurano la scuola e il Mibac. “La Direzione generale Musei e l’Istituzione scolastica hanno collaborato alla realizzazione di un progetto che, nel suo genere, rappresenta un unicum. Una mostra temporanea di cinquanta reperti, la maggior parte dei quali mai esposti, recuperati da Musei, collezioni private e università statunitensi grazie al prezioso intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, e provenienti soprattutto da tombe scavate clandestinamente”.


L’idea nasce dalla proposta “visionaria” del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, in occasione di una giornata di dibattito dedicata a Pompei e ai musei italiani organizzata dal Liceo classico, che aveva invitato il professore per un dialogo con gli studenti. È la prima volta che un Liceo accoglie un’esposizione e ne fa propria la descrizione, la “contestualizzazione letteraria” e la divulgazione dei contenuti oggetto di approfondimento. Il valore aggiunto che la scuola, in quanto Liceo Classico, ha potuto ascrivere all’ideazione della mostra, risiede proprio nella “contestualizzazione letteraria”, ovvero nel racconto della suggestione visiva esercitata dai reperti attraverso gruppi di versi tratti da Omero, i Lirici greci, Eschilo, Sofocle, Euripide e Virgilio, Il metodo seguito è stato quello di incardinarne il racconto all’ interno di quattro temi portanti (UOMO – DIO – CORAGGIO – AMORE) grazie ai quali è possibile comprendere appieno la bellezza del mondo antico.Ad ogni tema è stato attribuita una notazione di colore, ben visibile agli occhi del visitatore, al fine di facilitarne l’associazione con gli oggetti descritti. Appuntamento per la presentazione alle stampa venerdi 15 marzo alle 15 al Liceo Torquato Tasso di Roma in via Sicilia 168. E dal giorno dopo, per due mesi no stop, scuola pubblica in mostra aperta al pubblico.

Anche Banca Ifis sostiene la mostra su Giacomo Matteotti a Roma

Anche Banca Ifis sostiene la mostra su Giacomo Matteotti a RomaRoma, 29 feb. (askanews) – Banca Ifis in prima fila per promuovere la cultura e l’arte sostenendo una mostra che ripercorre la vita di uno dei padri fondatori della Democrazia in Italia. La Banca è infatti main partner di “Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia”, l’introspettiva organizzata dal Museo di Roma che dal primo marzo al 16 giugno 2024 ripercorrerà il cammino politico e la drammatica fine di uno dei protagonisti della storia italiana.


“Matteotti è stato una delle figure più iconiche del primo Novecento italiano e ancora oggi, a cent’anni dalla sua scomparsa, i suoi valori e ideali ispirano la nostra democrazia. Come Banca attenta al mondo della cultura e dell’arte, siamo perfettamente consapevoli di come la conoscenza del passato sia fondamentale per costruire un futuro migliore. Per questo, ci impegniamo attivamente nel promuovere iniziative culturali come questa, che favoriscano una maggiore consapevolezza civica basata sulla comprensione della nostra storia”, ha dichiarato Ernesto Fuerstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis. Curata da Mauro Canali, la rassegna propone numerosi materiali inediti tra documenti, lettere, fotografie, e filmati dell’Archivio Storico Luce e della Rai.


La mostra “Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia” vanta il Patrocinio del Ministero della Cultura e il sostegno attivo dell’Archivio Centrale dello Stato, degli Archivi di Stato di Rovigo e di Roma, delle Fondazioni Anna Kuliscioff, Circolo Fratelli Rosselli, Giacomo Matteotti e Filippo Turati.

”Piero Calamandrei, tra diritto e politica”, convegno a Colleferro

”Piero Calamandrei, tra diritto e politica”, convegno a ColleferroRoma, 26 feb. (askanews) – “Piero Calamandrei, tra diritto e politica itinerari di un percorso umano e spirituale” è il titolo del convegno – organizzato da Pierluigi Sanna, sindaco di Colleferro e vicesindaco Metropolitano – che si terrà martedì 27 febbraio alle ore 17.30 presso l’Auditorium Fabbrica della Musica di Colleferro.


Parteciperanno all’incontro, oltre a Sanna: la giornalista e scrittrice Claudia Conte, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il giurista e vice-presidente della Corte Costituzionale Giulio Prosperetti, la presidente Anci Giovani Lazio Federica Battafarano e il magistrato Stefano Amore. Padre costituente, citato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso sul 25 aprile dello scorso anno, Piero Calamandrei ha rappresentato, e rappresenta, una delle figure principali della nostra storia politica e culturale. Sostenitore della Resistenza, ha fondato le proprie passioni civili e la sua fede nel diritto, partendo dall’Italia liberale e giolittiana, attraversando gli anni del regime fascista, per poi regalarci, nel primo decennio repubblicano, una matura testimonianza civile e politica che ancora oggi è patrimonio a cui attingere.

Tolfa, incontro con la fotografa Valentina Vannicola

Tolfa, incontro con la fotografa Valentina VannicolaRoma, 24 feb. (askanews) – Oggi alle 17.30 si terrà al Teatro Claudio di Tolfa (Roma) un evento speciale: l’incontro con la fotografa Valentina Vannicola, per presentare e raccontare La Processione mistica, un’opera fotografica lunga oltre 7 metri creata nell’ambito del suo progetto sul Purgatorio, realizzata con il sostegno del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e acquisita nel 2022 nella Collezione di Fotografia del Museo stesso. L’opera è ospitata fino al 3 marzo 2024 nella mostra Fuori Tutto: il nuovo allestimento della Collezione che mette in mostra la sperimentazione della scena creativa più attuale, tra le acquisizioni più recenti, i grandi maestri e le giovani generazioni.


L’evento al Teatro Claudio sarà un focus sulla genesi dell’opera fotografica comunitaria di Valentina Vannicola – dal territorio al museo, dal museo al territorio – che riporta quest’imponente opera nei luoghi della sua creazione: a Tolfa, nelle campagne della Tuscia a nord di Roma. Il progetto è stato realizzato in collaborazione del Museo Civico Archeologico di Tolfa, dell’Accademia d’alta moda e d’arte del costume Koefia di Roma e con il supporto del Comune di Tolfa. Insieme all’artista, interverranno Simona Antonacci, Responsabile Fotografia MAXXI Architettura, Benedetta Cestelli Guidi, docente universitaria e storica dell’arte e Giordano Iacomelli, direttore del Museo Civico Archeologico di Tolfa. Esponente della staged photography – la tendenza della fotografia contemporanea a presentare come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie della cinematografia – Valentina Vannicola ha esposto i suoi progetti in diverse gallerie e festival in Italia e all’estero: Brasile, Australia, Germania, Quatar, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Malta. Con La Processione mistica prosegue il suo progetto di ricerca sulla Divina Commedia di Dante Alighieri iniziato nel 2011 con L’Inferno di Dante.


Presentata nell’allestimento insieme a quattro ritratti, una video installazione, disegni, materiali di lavoro, abiti, accessori e il documentario di Alessandro Toscano, l’opera si ispira alla processione descritta da Dante nel XXIX Canto del Purgatorio. Al centro della foresta del Paradiso terrestre si dispiega un corteo di simboli: i sette candelabri, che segnano il passaggio dalla ragione alla luce della fede; i ventiquattro bianchi seniori; gli animali dell’Apocalisse, con le loro ali riveste di occhi; il grifone dorato, bianco e vermiglio, simbolo della natura terrena e divina di Cristo. (segue)

’Reality: Optional’, Miaz Brothers dialogano con opere del XX secolo

’Reality: Optional’, Miaz Brothers dialogano con opere del XX secoloRoma, 23 feb. (askanews) – È stata inaugurata oggi la mostra “Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX Secolo” (aperta dal 24 febbraio al 26 maggio 2024) alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale (Gam), alla presenza dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, della direttrice della direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, Ilaria Miarelli Mariani, del direttore della galleria Wunderkammern, Giuseppe Pizzuto, del curatore, Claudio Crescentini, e degli artisti.


L’esposizione, la prima di un percorso artistico e culturale che la Sovrintendenza Capitolina intende proporre per celebrare il centenario dell’istituzione della Galleria d’Arte Moderna (1925-2025), nasce dall’incontro tra alcuni capolavori della Gam e il linguaggio artistico dei Miaz Brothers. Un progetto espositivo con circa 60 opere totali, in cui lo spettatore diventa elemento attivo all’interno di un gioco di rimandi, omaggi, richiami, tutti incentrati sui meccanismi di percezione o meno della realtà. La coppia di artisti fratelli è stata infatti chiamata a cimentarsi nella reinterpretazione dei grandi maestri della collezione capitolina (e non solo) attraverso uno stile ritrattistico innovativo, in cui i soggetti originali, riconoscibili nei tratti principali, appaiono fuori fuoco. I Miaz Brothers, ovvero i fratelli Roberto (1965) e Renato (1968), sono da anni impegnati sul tema della percezione e sulla relazione fra realtà e immaginazione e la mostra “Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX secolo” risulta un loro punto di arrivo importante. Durante il loro processo creativo, i due artisti si sono ispirati direttamente – o indirettamente secondo i casi – ad alcuni capolavori del museo, focalizzando in particolare l’attenzione creativa sul tema, oggi molto sentito e dibattuto, della “post-verità”. Le loro immagini, quindi, non sono mai predeterminate, non c’è una verità che deve essere rivelata, in modo che la realtà resti aperta e inafferrabile.


Per l’arte dei Miaz Brothers le associazioni e le interpretazioni degli osservatori sono fondamentali perché contribuiscono alla definizione dell’opera stessa in un continuo scambio fra artista e pubblico. Questo lungo processo di trasmissione e di ricerca passa attraverso quattro distinte sezioni che compongono il percorso espositivo.


Si comincia con Old Masters, in cui i due fratelli si rivolgono direttamente ai capolavori della storia dell’arte per rileggerli attraverso la tecnica della sfocatura che, mai come in questo caso, rappresenta il filtro ideale verso qualcosa lontano da loro e dall’attualità. In confronto/scontro con loro sono alcuni dei capolavori della collezione capitolina: da Giacomo Balla a Camillo Innocenti, da Auguste Rodin a Bruno Saetti e Adolf Wildt. Si passa, poi, alla sezione Fake Duets, in cui alcuni ritratti femminili della collezione come il “Ritratto di Annina Levi della Vida” (1930-1940) di Giacomo Balla e la “Ragazza alla finestra” (1935) di Contardo Barbieri, scelti perché considerati più affini alla realtà pittorica dei due artisti, entrano in contatto con la loro maniera riproduttiva caratterizzata dall’uso dell’aerografo e dalla riproduzione fuori fuoco.


A seguire, nella terza sezione, Blurred Personalities, sono esposti una serie di ritratti in bianco e nero in cui i confini del volto sono deformati mentre altri presentano porzioni del viso cancellate tramite pittura bianca. Anche in questo caso le opere originali dei Miaz Brothers si affiancano alle fonti di ispirazione provenienti dal museo attraverso le opere di Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Sironi, Antonio Mancini e altri. E proprio di Antonio Mancini è presente in questa sezione il suggestivo e poco noto ritratto femminile del primo ventennio del XX secolo, Figura in giardino. La Spagnola, arrivato eccezionalmente per questo confronto con l’arte dei Miaz Brothers grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Dai maestri del passato a quelli più recenti. Nell’ultima sezione New Trends and Experiments, il gioco di ispirazione visuale si porta a un livello più ampio: nelle opere dei due fratelli artisti, appaiono figure femminili nude e sfocate, che ammirano di spalle alcuni capolavori dei grandi dell’arte contemporanea come Warhol, Hirst, Lichtenstein. A specchiarsi con loro altre opere della collezione Gam con maestri del ‘900 come Giacomo Balla, Adolfo De Carolis, Filippo De Pisis, Ferruccio Ferrazzi, Mario Mafai, Giorgio Morandi, Luigi Spazzapan, a loro volta fonte di ispirazione per gli stessi artisti contemporanei evocati nei quadri dei Miaz Brothers. Un’attenzione particolare è stata dedicata all’accessibilità: per le persone con disabilità visiva è stato progettato un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audiodescrizioni, con traduzioni in braille a cura dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sezione Territoriale di Roma – Ets. Sono inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Wunderkammern. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura e Wunderkammern. A cura di Claudio Crescentini e Wunderkammern. Media Partner: Artuu Magazine. Sponsor tecnico: BIG – Broker Insurance Group. Catalogo: Silvana Editoriale.

A Roma lo spettacolo sulla vita del cabarettista ebreo Fritz Grunbaum

A Roma lo spettacolo sulla vita del cabarettista ebreo Fritz GrunbaumRoma, 19 feb. (askanews) – Il Goethe Institut di Roma ospita il 22 febbraio alle 21 “Stasera ho deciso di venirmi a trovare per fare due chiacchiere con me stesso”, uno spettacolo musicale improntato sulla storia di Fritz Gruenbaum, eccelso cabarettista ebreo, regista e librettista austriaco, mai rappresentato in Italia, che per oltre trenta anni divertì con sketch, riviste e operette irriverenti il pubblico di Vienna e Berlino, prima che il nazismo silenziasse in un colpo solo il doppio personaggio a cui aveva dato vita albergandolo in un unico corpo.


Protagonista in scena l’attore e regista Bruno Maccallini, co-autore dell’opera insieme ad Antonella Ottai, che con il suo libro “Ridere rende liberi” (Ed. Quodlibet) ne ha ispirato la scrittura scenica. Dalle scene viennesi a quelle dei lager nazisti, lo spettacolo racconta una delle tanti tristi avventure di tanti artisti vittime della Shoah: di Gruenbaum sarà ripercorsa l’arte narrativa e scenica attraverso molti dei suoi monologhi, tradotti e adattati per l’occasione, in cui dialoga con un “secondo io”, litigando sempre con se stesso. Uno sdoppiamento a lui familiare con cui riuscì a intrattenere fino alla fine anche i suoi “colleghi” internati a Dachau: “Prima di affrontare il pubblico – asseriva – parlo sempre con me stesso: non è che parlo da solo, parlo con l’altro me ed è proprio lui che si beve tutto il fiele che mi esce fuori. Perché? Il fatto è che il mio dentro è arrabbiato con il mio fuori.” D’altra parte questo suo “stile”, o anche strategia, di inferocirsi con il proprio io, al punto da considerarsi divorziato da se stesso, gli consentì di esserlo ancora di più con l’epoca storica in cui si trovò ad operare e di affrontare con disinvolta irriverenza i suoi contemporanei più illustri.


Dotato degli accenti e delle tematiche tipiche dell’umorismo ebraico, Gruenbaum assunse a cifra della sua scena comica la struttura del doppio creando così non solo una straordinaria sintonia con lo spirito del tempo, ma riuscendo a conferire agli enunciati di Freud o di Einstein, per citare i riferimenti più celebri in cui incorrevano i suoi sketch, la formula aurea del paradosso comico. Così come sprofondava nel non senso il delirio politico che individuava come Hitler o il generalissimo Franco stavano agitando sulla scena internazionale. Se non fossero risultate sufficienti le sue origini ebraiche, non appena invasa l’Austria, a questi affronti il nazismo non avrebbe mancato di presentare il conto, internandolo nei lager dove trovò la morte. “Attraversarne il crescendo nell’ampio repertorio dell’artista – afferma Maccallini – provoca non solo la risata amara nei confronti di un grande racconto storico consegnatoci dallo sguardo – anzi dai due sguardi sempre divergenti – di chi ne è stato acuto osservatore, ma lascia scoprire anche il valore, assolutamente attuale, della lotta fra l’eversione del comico e l’inesorabilità degli eventi”.


Una performance d’attore, condita dalle musiche di Pino Cangialosi interpretate dal vivo da Livia Cangialosi e integrata dall’inserimento di brani multimediali collegati all’epoca storica trattata, che interpreta la dialettica dello sdoppiamento appoggiandosi in scena ai dispositivi di riproduzione tecnica della persona, nati anch’essi nel tempo che fu di Gruenbaum, moltiplicando la sua presenza in un gioco delle parti, degli specchi e delle loro rifrazioni. Lo spettacolo, una produzione della Società per Attori, è a margine del Laboratorio “Una risata allunga la vita” in programma dal 6 marzo a fine aprile al Goethe (www.unarisatalab.com) e si integra alla trilogia delle opere drammaturgiche scritte da Antonella Ottai: oltre a “Stasera ho deciso di venirmi a trovare”, il ciclo comprenderà infatti “Diva. Una sinfonia per Weimar”, in programma sempre al Goethe il 29 febbraio, e “Grotesk! Ridere rende liberi”, in calendario il 24 aprile al Teatro Vascello di Roma.

A Roma dal 20 febbraio una mostra sul pittore Toti Scialoja

A Roma dal 20 febbraio una mostra sul pittore Toti ScialojaRoma, 17 feb. (askanews) – “La pittura è semplicemente sindone, impressione dell’uomo interno scoperto, trasudante, carico di quel liquido che è il suo vivere, il suo trascorrere, la sua memoria di ogni cosa dell’universo”. Con queste parole Toti Scialoja descriveva il senso del suo dipingere. Un senso che si ritrova tutto nella esposizione che si tiene dal 20 al 23 febbraio, ad Arcadia Casa d’Aste, a Roma (Palazzo Celsi – Corso Vittorio Emanuele II, 18) in collaborazione con la Fondazione Toti Scialoja.


“Senso della mostra è riportare l’attenzione del pubblico sull’ultimo periodo della produzione artistica di Scialoja, un periodo intenso, felice, assolutamente contemporaneo, in cui si ritrova tutta la forza, la corporeità, dell’astrattismo materico che ha caratterizzato la sua arte”, spiega il presidente della Fondazione Toti Scialoja, Arnaldo Colasanti. “E per questo la mostra si intitola il ‘Segno di Scialoja’. Nelle ventuno opere esposte si ritrova il senso più profondo del suo dipingere, in cui, come ha affermato il Maestro: ‘Ogni pennellata possiede in sé la forza del germe e la forza della chiusura, la forza dell’alba e della notte, la forza dell’animo, dell’eterno ritorno su sé stessi’”. Fabrizio d’Amico, tra le figure più importanti della critica d’Arte tra gli anni sessanta e ottanta, ebbe a dire: “Soprattutto nelle opere realizzate dopo l’ispirazione ricevuta guardando le pitture di Goya al Prado negli anni ottanta, si ha in Scialoja un vero ‘corpo a corpo’ con la tela, che viene assalita dipingendo a terra, con colpi di spalla, gomito, polso, realizzando una delle pitture più dinamiche e cariche di energia del novecento italiano”.


(Nella foto: Ostenda – 1986, vinilico su tela di canapa – 140×284 cm)

Alla mostra in Vaccheria all’Eur arriva la Regina Schrecker di Warhol

Alla mostra in Vaccheria all’Eur arriva la Regina Schrecker di WarholRoma, 13 feb. (askanews) – Dal 16 febbraio due nuove opere, una scultura di Francesco Messina e una serigrafia di Andy Warhol, andranno ad arricchire la mostra “Dal Futurismo all’Arte Virtuale”, ospitata fino al 31 marzo alla Vaccheria, lo spazio espositivo di Roma Capitale nato dalla convenzione urbanistica “Eur – Castellaccio” e collocato nel paesaggio urbano contemporaneo dell’Eur. Lo annuncia il Municipio IX Roma Eur.


Oltre alle opere dei più grandi artisti del ‘900 esposte nella mostra dal Futurismo all’Arte Virtuale, a cura di Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei, i visitatori potranno ammirare anche la scultura “Beatrice” (bronzo dorato, 1950) di Francesco Messina e il “Ritratto di Regina Schrecker su fondo bianco” (serigrafia eseguita a mano con telai di seta su tela, 1983) di Andy Warhol. Inoltre, venerdì 16 febbraio alle 18 presso lo spazio espositivo ad inaugurare l’opera a lei dedicata dal maestro della pop art, ci sarà la stessa Regina Schrecker, fashion designer, artista e imprenditrice dai mille talenti, già Lady Universo, ispiratrice di alcune opere di Andy Warhol e nota anche per la creazione dei costumi di opere liriche. All’appuntamento sarà presente anche il Collezionista Gianfranco Rosini.


Provenienti da due Collezioni private e raccolte per l’occasione dalla Collezione Rosini Gutman a cura di Gianfranco Rosini ed Elisabetta Cuchetti, la mostra Dal Futurismo all’Arte Virtuale mette assieme alcuni grandi capolavori dell’arte del secolo scorso in un percorso espositivo che dalle avanguardie più riconosciute arriva direttamente ai giorni nostri. Concentrata in quattro “capsule” differenziate ovvero quattro “set” a tema, l’esposizione è pensata per dare protagonismo allo spettatore, chiamato a immergersi in ambientazioni oniriche con installazioni contemporanee di arte digitale per scoprire da vicino la carica rivoluzionaria di artisti del calibro di Balla e Calder, Modigliani e Duchamp, Burri e Rauschenberg, oltre a Dalì, Manzoni, Fontana, Boetti, Klein, Lichtenstein, Vasarely, Beuys, Warhol, Niki de Saint Phalle, de Chirico e molti altri.