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Giuseppe Ambrosoli: una mostra sull’opera del santo medico missionario

Giuseppe Ambrosoli: una mostra sull’opera del santo medico missionarioMilano, 21 mar. (askanews) – “Il Senso della Vita” è il titolo della mostra fotografica video documentaristica dedicata alla figura di padre Giuseppe Ambrosoli, chirurgo e missionario comboniano beatificato nel 2022 da Papa Francesco. Ospitata nella “IsolaSET” di Palazzo Lombardia dal 21 al 27 marzo, la mostra – che include immagini dell’archivio storico fotografico della Fondazione, insieme a un reportage realizzato dall’agenzia PhotoAid – dà conto dell’opera svolta da Giuseppe Ambrosoli Uganda, a Kalongo, dove ha fondato un ospedale, il “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital” e la scuola specialistica di ostetricia “St. Mary”


Il reportage fotografico offre uno sguardo profondo e coinvolgente sulla vita quotidiana di mamme, bambini, medici e operatori sanitari che, insieme, trovano significato nella reciproca solidarietà e nell’impegno a servire i più vulnerabili. La comunità di Kalongo, nel nord dell’Uganda, ha sempre difeso e curato l’ospedale e la sua scuola, da sempre un punto di riferimento per centinaia di migliaia di persone. Nei volti e nei sorrisi di queste persone risiede “il senso della vita” ricercato da padre Giuseppe Ambrosoli, che dà il titolo alla mostra. Il video documentario “Giuseppe” ripercorre la figura e i valori di Padre Ambrosoli che continuano a essere trasmessi grazie alla Fondazione e al lavoro dei numerosi medici e volontari che sostengono l’ospedale e la scuola. Il “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital” di Kalongo è l’unico ospedale del Distretto di Agago, con un bacino di utenza di circa 500.000 persone, provenienti anche dai 6 distretti confinanti, in cui non sono presenti strutture ospedaliere. Ogni anno sono in media 50.000 le persone assistite: in oltre 60 anni di attività oltre 3 milioni di pazienti hanno ricevuto assistenza sanitaria, di cui il 70% donne e bambini sotto i 5 anni. Dalla sua nascita nel 1959 la St Mary Midwifery School ha trasformato più di 1.650 giovani donne in ostetriche altamente qualificate e fortemente motivate ed è oggi riconosciuta come una delle migliori del Paese.


“L’importanza del diritto alla salute, soprattutto in Africa, è un tema cruciale che richiede attenzione e azione a livello globale – ha detto Giovanna Ambrosoli, presidente della Fondazione Ambrosoli – In Africa, come in molte altre parti del mondo, l’accesso a cure mediche di qualità è spesso limitato dalla mancanza di risorse e infrastrutture sanitarie adeguate, dall’estrema povertà delle fasce più vulnerabili di popolazione e da enormi disuguaglianze socio-economiche. Il diritto alla salute è un pilastro fondamentale per il benessere e lo sviluppo di ogni individuo e della sua comunità, e deve essere garantito in modo equo e universale, soprattutto in contesti come l’Africa, dove le sfide sanitarie sono enormi e urgenti”. Alla inaugurazione della mostra hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, e Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento d Malattie Infettive Ospedale Sacco di Milano.


“La gente di Kalongo lo aveva chiamato ‘Doctor Ladit’, ‘grande medico’. Termine affettuoso che non ha tanto a che fare con la sua competenza medica, seppur grande anche quella, ma con la sua grandezza di umanità – è stato il ricordo dell’arcivescovo Delpini – Il suo modo di trattare i pazienti con competenza e umiltà, la sua disponibilità verso tutti i malati e soprattutto i più bisognosi, la sua profonda spiritualità e la vita di preghiera lo rendevano grande agli occhi della gente per cui ha speso la propria vita in testimonianza alla Carità di Cristo”. “Un uomo coraggioso e un visionario: Giuseppe Ambrosoli avrebbe potuto lavorare nell’azienda di famiglia, a Ronago, in provincia di Como, notissima in Italia e nel mondo per la produzione del miele e delle caramelle che tutti abbiamo assaggiato – ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – ma scelse di diventare medico e missionario. Per noi è certamente motivo di orgoglio ricordarlo a Palazzo Lombardia anche perché alla nostra terra lo legano, oltre ai natali e agli affetti familiari, anche l’esperienza acquisita all’Ospedale di Tradate, dove ha completato il suo praticantato di Chirurgia durante gli anni in cui studiava teologia a Venegono Superiore per la sua formazione missionaria, tra il 1951 e il 1955. Un luogo che è stato importante nella sua vita in quanto fu ricoverato e curato proprio in questo ospedale quando è tornato in Italia a causa di alcuni problemi di salute”. (nella foto: Giovanna Ambrosoli, presidente della Fondazione Ambrosoli, e l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, durante l’inaugurazione della mostra “Il Senso della Vita”)

Dall’8 aprile a Milano il progetto Italia 70 – I nuovi mostri

Dall’8 aprile a Milano il progetto Italia 70 – I nuovi mostriMilano, 21 mar. (askanews) – Dall’8 aprile 2024 e per le successive due settimane – in concomitanza con miart, l’Art Week e la Design Week – con il progetto ITALIA 70 – I NUOVI MOSTRI, a cura di Massimiliano Gioni, la Fondazione Nicola Trussardi riporta l’arte nelle strade di Milano diffondendo centinaia di immagini realizzate da 70 artisti.


Era il 2004 quando, con I NUOVI MOSTRI – UNA STORIA ITALIANA, la Fondazione aveva disseminato tra le strade di Milano, dal centro alla periferia, centinaia di poster realizzati da sedici giovani artisti italiani: un’antologia di sguardi sull’Italia e la sua mutevole identità che diventò un’irriverente occupazione degli spazi pubblici. A vent’anni da quell’esperimento pionieristico – tra le prime incursioni con cui la Fondazione Nicola Trussardi iniziava a portare l’arte contemporanea nei luoghi più inaspettati della città – la Fondazione torna a quel format coinvolgendo questa volta 70 artisti che operano in Italia, tra grandi maestri e talenti emergenti, per un intervento di arte pubblica che sviluppa ed espande l’idea di museo mobile con cui la Fondazione Nicola Trussardi trasforma da tempo la città in un grande palcoscenico per l’arte contemporanea.


I 70 artisti coinvolti sono stati invitati dalla Fondazione a produrre ognuno un’immagine inedita o a scegliere un’opera speciale da riprodurre su centinaia di manifesti: tutte le immagini realizzate saranno dunque protagoniste di una massiccia campagna di affissioni pubbliche che tappezzerà le strade e le piazze e che coinvolgerà addetti ai lavori e curiosi in una caccia al tesoro da un estremo all’altro della città, disegnando una nuova mappa di Milano, dal Cimitero Monumentale al Centro Storico, da City Life a Porta Romana. Insieme, le immagini di ITALIA 70 compongono una collezione temporanea di arte a cielo aperto: un museo metropolitano, nascosto tra le comunicazioni commerciali, che riflette i desideri e inquietudini dell’Italia di oggi.

Giornate Fai Primavera, in Lombardia 129 siti visitabili in 51 comuni

Giornate Fai Primavera, in Lombardia 129 siti visitabili in 51 comuniMilano, 20 mar. (askanews) – Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero in tutta Italia.


In Lombardia saranno 129 i beni che apriranno le loro porte in 51 comuni grazie ai Volontari delle 17 Delegazioni, degli 8 Gruppi FAI e dei 16 Gruppi FAI Giovani attivi in tutta la regione (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it). Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi più importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano e regionale. Un’esclusiva opportunità di scoprire beni della regione poco noti al grande pubblico, luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi città ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese.


Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato. È questa la missione del FAI: “curare il patrimonio raccontandolo”, a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante l’anno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia e 129 in Lombardia grazie a migliaia di Delegati e Volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono. Un racconto corale e concreto che si fonda sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale con un unico obiettivo: conoscere e riconoscere il valore del patrimonio italiano per tutelarlo con il contributo di tutti, perché appartiene a tutti. “Raccontare il patrimonio culturale per educare la collettività a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera – ha spiegato residente del Fondo per l’Ambiente Italiano Marco Magnifico – dando vita, e poi corpo, e poi forza ad una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicità e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne è ora aggiunto un altro: quello della fisicità e del ruolo che essa ha per un vero apprendimento”.

Milano-Bicocca, oltre 1000 presenze per la Giornata delle Università

Milano-Bicocca, oltre 1000 presenze per la Giornata delle UniversitàMilano, 20 mar. (askanews) – Un tuffo tra le stelle, giochi in piazza per riflettere sulle insidie e le opportunità della rete, attività al Vivaio per parlare di transizione ecologica e di mobilità sostenibile.


Da Milano a Monza, oltre 1000 persone hanno partecipato agli eventi organizzati dall’Università di Milano-Bicocca in occasione di “Università svelate” la giornata che la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha istituito per il 20 marzo. Tra gli eventi organizzati dall’ateneo, un premio per i giovani sociologi in memoria di Guido Martinotti, un torneo di scacchi, laboratori di matematica e di scienza per toccare con mano la ricerca e un career day per fare il punto sulle opportunità lavorative per i giovani laureati. E ancora, le ricerche in tema ambientale – dalla ricostruzione del clima passato fino all’immersione in una realtà 3D virtuale e lo studio dell’inquinamento rumoroso -, un viaggio nei laboratori dove si progettano le auto a guida autonoma e una visita tra le collezioni “speciali” della biblioteca per sfogliare documenti inediti e scoprire alcune curiosità del passato.

Teatro alla Scala, per la prima volta musicisti rom come solisti

Teatro alla Scala, per la prima volta musicisti rom come solistiMilano, 20 mar. (askanews) – In occasione della celebrazione della ricorrenza annuale della Giornata internazionale dei Rom e Sinti dell’8 aprile, il violinista Gennaro Spinelli e il rinomato compositore Santino Spinelli si esibiranno al Teatro alla Scala di Milano giovedì 10 aprile alle ore 15.00 da solisti accompagnati da alcuni musicisti della sezione Anpi del Teatro alla Scala e da alcuni musicisti dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro.


Il traguardo raggiunto da padre e figlio non ha precedenti a livello italiano e segna un importante passo simbolico per l’intero Paese e per la comunità Rom e Sinti, sia a livello culturale che sociale, verso una maggiore inclusione. “La musica parla a tutti ed è il linguaggio più immediato per l’integrazione e lo scambio culturale” ha dichiarato Gennaro Spinelli, tra i più noti violinisti rom a livello internazionale, ambasciatore dell’International Romanì Union per l’arte e la cultura romanì nel mondo e presidente dell’Unione della Comunità Romanés in Italia (UCRI). Ad affiancarlo sul palco del celebre Teatro sarà il padre Santino Spinelli, musicista e celebre compositore già commendatore dell’Ordine Al merito della Repubblica Italiana. Eletto Vice Presidente al parlamento dell’Unione Internazionale Romaní(IRU), organizzazione non governativa attiva nel campo dei diritti dei popoli romaní alla quale è stato garantito lo status consultivo presso alcuni organi delle Nazioni Unite, ha dedicato la sua vita alla diffusione e alla valorizzazione della musica e della cultura romanì nel mondo.

Il Poldi Pezzoli riunisce il polittico agostiniano di Piero della Francesca

Il Poldi Pezzoli riunisce il polittico agostiniano di Piero della FrancescaMilano, 20 mar. (askanews) – “Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito” è la proposta presentata dal Museo Poldi Pezzoli di Milano dal 20 marzo al 24 giugno 2024. Si tratta di una esposizione unica e irripetibile: per la prima volta si possono ammirare, esposte insieme, le otto tavole del polittico del 1469 – smembrato e disperso – che sono state fino ad oggi rintracciate e custodite a New York, Lisbona, Londra e Washington, oltre che a Milano. L’esposizione permette inoltre di scoprire e comprendere i segreti dello straordinario capolavoro rinascimentale grazie alla campagna di analisi diagnostiche condotte con il sostegno della Fondazione Bracco. L’opera, fra quelle di maggiore impegno di Piero della Francesca, andò dispersa entro la fine XVI secolo. Oggi ciò che resta del polittico agostiniano – ovvero otto pannelli, mentre la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate – si trova in musei in Europa e negli Stati Uniti, oltre che al Museo Poldi Pezzoli, proprietario del pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che componevano la parte centrale del polittico. In passato alcuni musei avevano già provato a riunire il polittico, ma si era potuto proporre solo ricostruzione “virtuale”. Dal 20 marzo 2024, grazie alla collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti – la Frick Collection di New York (San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant’Agostino), la Na-tional Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e la National Gallery of Art di Washington (Sant’Apollonia) – sarà possibile ammirare riuniti tutti i frammenti del polittico. La mostra – resa possibile grazie al sostegno di importanti istituzioni come la Fondazione Bracco, main partner, e Intesa Sanpaolo, partner istituzionale con Gallerie d’Italia – è stata ideata da Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, e curata da Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston). “Oggi siamo testimoni di un evento davvero eccezionale, che è stato reso possibile dalla collaborazione di grandi musei prestatori a iniziare dalla Frick Collection di New York, di cui ho uno splendido ricordo – ha detto Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco – L’impegno per l’arte è nel DNA della mia famiglia, e nel corso del tempo abbiamo affiancato grandissime istituzioni culturali nazionali e internazionali in occasioni di mostre di alto livello, da Canaletto a Caravaggio. Diffondere e valorizzare la cultura e l’arte italiane fa parte della mission di Fondazione Bracco. Un’altra costante dell’impegno culturale di Bracco è il coniugare arte e scienza, un binomio che consideriamo vincente. Come nostra consuetudine, anche per questa mostra abbiamo voluto dare vita a un progetto scientifico: un’articolata campagna di analisi non invasive svolte con le tecnologie dell’imaging diagnostico, settore in cui Bracco è leader mondiale, ha permesso di scoprire le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Condotte attraverso immagini ad alta risoluzione nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini ci consentono di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto, grazie anche agli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale”.


L’organizzazione della mostra è a cura di Lavinia Galli, conservatrice, e Federica Manoli, collection manager, del Museo Poldi Pezzoli, con il coor-dinamento di Arianna Pace, dell’ufficio mostre. Presentati in un allestimento a cura dell’architetto Italo Rota e dello studio internazionale di design CRA-Carlo Ratti Associati, i pannelli sono accostati tra loro con le cornici che li hanno “accompagnati” in questi secoli di storia collezionistica. “Milano è al centro di questa operazione culturale di livello internazionale – dichiara Alessandra Quarto – che non è ‘solo’ una mostra, ma è un lavoro di squadra interdisciplinare che come ogni ricerca scientifica richiede competenze diverse, di altissimo livello, e grande affiatamento e dedizione. Nel polittico agostiniano Piero della Francesca ‘ha fatto scendere il cielo in terra’. il Poldi Pezzoli di Milano ripete, per una sola imperdibile volta, questo miracolo” “Ci è parso irrinunciabile essere al fianco di un importante museo italiano, in occasione di questo progetto unico che unisce il lavoro di grandi istituzioni internazionali intorno a un capolavoro del Rinascimento, permettendo di ammirare a Milano, per la prima volta riunita, la straordinaria opera di Piero della Francesca – ha aggiunto Michele Coppola, executive director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo – Il Museo Poldi Pezzoli e le vicine Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo hanno costruito negli anni una storia di proficua collaborazione che trova oggi un ulteriore e significativo momento di condivisione. Ad accomunarci è il forte impegno ad arricchire con esposizioni, iniziative e contributi di valore l’offerta culturale milanese” La diagnostica per immagini sul “San Nicola da Tolentino” del Poldi Pezzoli – voluta da Fondazione Bracco e realizzata in situ dal team di ricercatori dell’Università di Milano, dello spinoff IUSS Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Con-servazione e Restauro La Venaria Reale, coordinato dalla professoressa Isabella Castiglioni – , ha permesso di ripercorrere le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Si è potuto così esaminare in modo inedito l’opera d’arte, dagli strati pittorici superiori, visibili ad occhio nudo, agli strati preparatori più profondi, ottenendo una rappresentazione visiva e intuitiva delle caratteristiche e della distribuzione superficiale dei materiali. La pratica pierfrancescana per il disegno prevedeva strumenti e tecniche diverse: i punti di spolvero dei cartoni ancora si rilevano perfettamente, infatti, in alcune aree del dipinto mentre altrove furono forse cancellati dall’artista stesso nel momento in cui tracciava il disegno. I raggi X hanno poi evidenziato che si tratta di una sola tavola di legno di pioppo, che reca tracce delle traverse rimosse e che fu assottigliata. Condotte attraverso immagini ad alta risoluzio-ne nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini hanno permesso di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposi-zione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, ricavandone un capolavoro.


La mostra a Milano è quindi un’occasione eccezionale per tutto il pubblico e fondamentale ai fini della ricerca e dello studio da parte degli esperti di tutto il mondo; verranno infatti organizzate conferenze, giornate di studio e confronto fra i grandi conoscitori di Piero della Francesca e della sua pittura, oltre a numerose attività per le famiglie e i bambini.

20 marzo, “Università svelate”: la giornata indetta dalla Crui

20 marzo, “Università svelate”: la giornata indetta dalla CruiMilano, 19 mar. (askanews) – Un tuffo tra le stelle, giochi in piazza per riflettere sulle insidie e le opportunità della rete, attività all’aperto per parlare di transizione ecologica e di mobilità sostenibile. Da Milano a Monza sono più di 30 gli eventi organizzati dall’Università di Milano-Bicocca in occasione di “Università svelate” la giornata che la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha istituito per il 20 marzo, in coincidenza con la Giornata internazionale della felicità e all’interno della Settimana della Minerva, dedicata alla celebrazione del sapere e dell’istruzione.


Durante l’evento organizzato da Milano-Bicocca si parlerà anche dei temi che toccano da vicino la comunità accademica, come l’emergenza abitativa per i giovani a Milano, con particolare riferimento agli studenti universitari. Ad aprire la giornata sarà infatti un seminario durante il quale verrà presentata l’indagine, svolta dall’università di Milano-Bicocca e a cui hanno partecipato quasi 20mila studenti iscritti, ideata per fornire un quadro del bisogno abitativo degli studenti, delle esperienze degli studenti fuorisede e per discutere delle possibili politiche per rispondere ai bisogni. La presentazione avverrà alla presenza della rettrice Giovanna Iannantuoni, l’assessore all’Università, ricerca e innovazione Alessandro Fermi (Regione Lombardia) e l’assessore Casa e piano quartieri Pierfrancesco Maran (Comune di Milano). Tra gli eventi organizzati dall’ateneo, un premio per i giovani sociologi in memoria di Guido Martinotti, un torneo di scacchi, laboratori di matematica e di scienza per toccare con mano la ricerca e un career day per fare il punto sulle opportunità lavorative per i giovani laureati. E ancora, le ricerche in tema ambientale – dalla ricostruzione del clima passato fino all’immersione in una realtà 3D virtuale e lo studio dell’inquinamento rumoroso -, un viaggio nei laboratori dove si progettano le auto a guida autonoma e una visita tra le collezioni “speciali” della biblioteca per sfogliare documenti inediti e scoprire alcune curiosità del passato. Infine, presso il Vivaio Bicocca, un’occhiata alla nostra salute con i suggerimenti su come promuovere la salute in modo sostenibile per il pianeta.

Milano, in mostra 100 artisti contemporanei del progetto ARTbite

Milano, in mostra 100 artisti contemporanei del progetto ARTbiteMilano, 13 mar. (askanews) – Fino al 17 marzo Palazzo Lombardia ospita una selezione di 100 artisti del progetto ARTbite con lavori inediti e new-entries per addentrarsi nell’arte contemporanea e scoprirla in modo originale. All’inaugurazione della mostra ‘Bite and Go’ è intervenuto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana insieme a Nicoletta Rusconi, fondatrice del progetto Artbite e a Sole Castelbarco Albani, curatrice della sezione ‘Equilibrio Precario’.


ARTbite nasce nel 2019 da un’idea di Nicoletta Rusconi, scegliendo Instagram come piattaforma su cui promuovere arte. L’obiettivo del progetto è quello di offrire un ‘piccolo morso’ di arte contemporanea, scegliendo opere di piccole dimensioni e dai prezzi contenuti con il fine di favorire ogni tipologia di collezionismo. Successivamente, nell’epoca trans-pandemica, nasce la necessità di creare una versione fisica della vetrina online e, nel 2021, viene ideato Bite&Go, mantenendo sempre le sue caratteristiche di dinamicità e trasversalità. “Si rinnova a Palazzo Lombardia l’appuntamento con l’arte contemporanea proposta dalla mostra ‘Bite and Go’ – ha sottolineato il presidente Fontana – riconfermando il ruolo centrale della sede della Regione come luogo aperto ad ogni forma di cultura e come crocevia di contaminazioni artistiche. Un’esposizione che i cittadini possono visitare gratuitamente cogliendo questa occasione anche per scoprire spazi e artisti poco conosciuti al grande pubblico”.


In continuo rinnovamento e itineranza, Bite&Go trova nella Regione Lombardia lo spazio perfetto per poter affermare la sua natura mutevole, inclusiva e originale. Nasce, quindi, Salon Bite&Go: non una fiera, non un’istituzione, non una galleria. “Un appuntamento unico per la città di Milano, che fa eco ai Salon parigini di fine Ottocento – commenta Rusconi – capaci di sconvolgere l’arte francese e di ospitare la pittura rivoluzionaria degli impressionisti, trasformando così lo sguardo e il pennello dell’artista per sempre”. In occasione di questa edizione, Sole Castelbarco Albani, curatrice esterna, presenta una sezione dedicata al concetto di ‘Equilibrio Precario’. La selezione comprende dieci artisti italiani che, attraverso diverse prospettive e linguaggi artistici, indagano i molteplici significati racchiusi nella concezione di equilibrio precario. La varietà di queste opere offre una panoramica delle svariate interpretazioni e sfumature legate a tale concetto, tanto astratto quanto presente nelle nostre vite odiernamente.

Al MITA di Brescia la storia persiana nella mostra Persia Felix

Al MITA di Brescia la storia persiana nella mostra Persia FelixMilano, 5 mar. (askanews) – Persia Felix è la seconda mostra di MITA a Brescia ed è un viaggio nell’impero persiano tra il 1500 e il 1700, dove si raccontano le città, le antiche dimore, i giardini, l’eleganza, quella cultura tanto libera, diffusa, felice attraverso tappeti della Collezione Zaleski e una serie di oggetti tra miniature e metalli.


Dalla capitale Isfahan, dalla quale provengono spettacolari tappeti fioriti a giardino – ha detto Giovanni Valagussa, curatore della mostra e della collezione di Fondazioen Tassara – andiamo a Heritz con i suoi tappeti invece geometrici e in seta, oppure ci spostiamo a Kirman che sviluppa una decorazione vegetale più essenziale e rarefatta di nobilissima indole, e raggiungiamo Tabriz a nord con il suo gusto più schematico e geometrico che si avvicina a quello del Caucaso. E non mancano alcuni tappeti più moderni che risalgono alla fine dell’Ottocento o inizio Novecento, con trionfi naturalistici di gusto quasi Art Nouveau, che sembrano grandi voliere multicolori con centinaia di curiose presenze zoomorfe. Una mostra su una Persia felice, colta ed elegantissima, che ci testimonia la sua grande tradizione e la varietà delle sue espressioni. Circa 40 manufatti, tra tappeti dalla collezione di Fondazione Tassara, insieme ad alcuni prestiti dalle collezioni di Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica (Genova) e The NUR Islamic Metalworks Collection (Milano), consentono di avere un panorama della cultura sviluppata nelle città fiorite durante l’impero safavide, in particolare tra il 1501 e il 1736, una sorta di Rinascimento persiano, grazie alla liberalità e all’apertura intellettuale dell’epoca, in grado di far crescere la società e di sviluppare le arti nella zona che oggi viene fatta coincidere con l’Iran.


I tappeti in mostra, originariamente realizzati per ornare palazzi e dimore di alto rango, sono arrivati in Europa soprattutto attraverso le esportazioni ottocentesche. Creazioni immaginifiche sul tema del giardino, in cui intrecci di tessuto diventano rami, sentieri, stagni e ruscelli abitati da un bestiario tra fantasia e documentario. Orsi e giaguari, cani e cavalli, daini e arieti animano anche le pagine miniate e calligrafate esposte, che testimoniano la millenaria tradizione letteraria della Persia, ricca di scrittori, filosofi, matematici, scienziati e poeti, i cui versi scandiscono l’allestimento e definiscono il percorso museale. Questo viaggio ha inizio grazie ai volumi di Jean Chardin (Parigi, Francia, 1643 – Chiswick, Gran Bretagna, 1713) autore dei Voyages de monsieur le chevalier Chardin en Perse et autres lieux de l’Orient (Viaggi del cavalier Chardin in Persia e in altri luoghi orientali), considerati fino a oggi come testimonianza attendibile, dettagliata e approfondita sulla storia e sulla società dell’epoca. Allo scritto di Chardin (presente in mostra un esemplare del 1686 con disegni di Grelot) è dedicato un video con la regia di Wladimir Zaleski e musica originale di ZÖJ, duo australiano e persiano che produce musica persiana contemporanea.


Il percorso si completa grazie ad alcuni rari oggetti in metallo che permettono di avere uno scorcio sulle attività quotidiane del periodo, spesso con funzioni legate al tema centrale dell’acqua: alcune brocche e un bacile dalle decorazioni fittissime e fluenti, a ghirigori e arabeschi, fino alle forme zoomorfe di una lampada a olio che si trasforma in una lepre dalle orecchie aguzze e di una maniglia in fattezze leonine con l’obiettivo di scoraggiare gli ospiti non graditi.

Regione Lombardia pronta a investire 3 mln in restauro Duomo Milano

Regione Lombardia pronta a investire 3 mln in restauro Duomo MilanoMilano, 28 feb. (askanews) – “Regione Lombardia è pronta a mettere in campo 3 milioni di euro nel prossimo triennio per valorizzare la cattedrale del Duomo finanziando interventi di restauro al fine di garantire la salvaguardia del complesso monumentale”. Lo ha annunciato l’assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Francesca Caruso, in occasione della sua visita istituzionale alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.


“Siamo da sempre impegnati – ha sottolineato Caruso – nella tutela dei nostri preziosi tesori culturali. Questo ulteriore stanziamento conferma l’attenzione ai ‘gioielli’ della Lombardia, patrimonio inestimabile della nostra regione. L’obiettivo è preservare l’integrità storica e artistica di un luogo simbolo di Milano e di tutta la Lombardia”. Tra gli interventi in programma c’è il restauro di Capocroce Nord, la cui conclusione è prevista entro la fine del 2024 con il recupero di piloni, finestroni, guglie, statue, gabbioni e mensole che arricchiscono i tre lati e la copertura della zona che abbraccia la Cappella della Madonna dell’Albero, all’interno del Duomo. Entro la fine del 2024 sarà completato anche il ripristino del Transetto Nord Est esterno.


I lavori interesseranno anche il Basso Tiburio, ovvero il grande ottagono dalla cui copertura sorge la Gran Guglia che sorregge la Madonnina, e termineranno entro il 2025 assicurando stabilità alla struttura. Infine, è previsto il restauro dell’Antico Organo del Duomo: l’intervento si concluderà nel 2026.