D’Eramo (Masaf): quanto prima il marchio del biologico italianoRoma, 17 lug. (askanews) – Il rapporto Bio in Cifre, presentato oggi da Ismea a Bracciano, “è un’ulteriore conferma della consolidata leadership del nostro Paese a livello europeo, e non solo. L’Italia del biologico continua a crescere, sia per superfici sia per numero di operatori. Quasi il 20% di Sau agricola è bio, un dato che ci proietta a raggiungere prima del 2030 il target Ue del 25%”. Lo ha detto il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo.
“Un trend positivo – ha proseguito D’Eramo – che potrà ulteriormente migliorare grazie alle numerose misure messe in campo in questi mesi: dall’approvazione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica ai provvedimenti a sostegno dei biodistretti e delle filiere bio” “Puntiamo ora a realizzare quanto prima il Marchio del biologico italiano: unito a una corretta informazione e comunicazione potrà sostenere un rilancio dei consumi interni e la crescita sui mercati esteri, per continuare così anche in futuro a essere leader nel settore”, ha concluso il sottosegretario.
Ismea: Italia leader in Ue, un ettaro su 5 di Sau è biologicoRoma, 17 lug. (askanews) – L’Italia è paese leader nella Ue per superfici coltivate a biologico e numero di aziende coinvolte: un ettaro su cinque di Sau agricola è biologico. Il 2023, primo anno di applicazione della nuova PAC, ha visto dunque crescere in Italia le superfici investite a biologico e il numero di operatori coinvolti. Nel 2023 l’agricoltura biologica italiana con i suoi 2,5 milioni di ettari, pari a quasi il 20% della Sau nazionale, riduce ulteriormente la distanza dal target del 25% fissato, entro il 2030, dalla Strategia Farm to Fork. Risultati che rafforzano la leadership dell’Italia tra i Paesi dell’Ue, ormai pluriennale.
I dati del rapporto Bio in cifre, curato da Ismea in collaborazione con il Ciheam Bari nell’ambito del programma Masaf “Dimecobio” presentato oggi a Bracciano in occasione di “Appuntamento con il bio”, indicano un incremento del 4,5% della Sau biologica sul 2022, mentre il numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori) cresce dell’1,8%, un ritmo molto più blando rispetto al +7,7% dell’anno precedente. “Il biologico è centrale nelle ambizioni green dell’Europa e dell’Italia – ha detto il presidente Ismea Livio Proietti – e lo dimostra anche la pluralità di interventi normativi e di azioni strategiche che il nostro Paese ha riservato al settore, tra cui il Piano nazionale per la produzione biologica, varato quest’anno, e il decreto del 2023 che esalta il ruolo e l’importanza dei biodistretti”.
“Dopo anni difficili, dovuti soprattutto ai forti aumenti dei prezzi seguiti allo shock energetico del 2022, il settore deve adesso recuperare appeal agli occhi dei consumatori – ha aggiunto Proietti – oggi disorientati dai tanti prodotti che si fregiano di messaggi allusivi alla salute e alla sostenibilità, ma che a differenza del biologico, non sono sottoposti a rigidi controlli e a rigorose regole di produzione”.
Crea: in 2023 export agroalimentare oltre 46 mld, +8% sul 2022Roma, 17 lug. (askanews) – L’export del Made in Italy agroalimentare, cioè dei prodotti ad alto valore aggiunto riconosciuti all’estero come tipici del nostro Paese, supera i 46 miliardi di euro nel 2023. È in crescita dell’8% rispetto al 2022, facendo meglio dell’agroalimentare nel complesso. A questo risultato contribuiscono sia i prodotti trasformati (come prodotti da forno e formaggi), sia i prodotti agricoli, come quelli orticoli (+20% in valore). E’ quanto emerge dal rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.
L’area dell’UE27 concentra il 59,4% esportazioni agroalimentari dell’Italia e il 70,5% delle importazioni, quote in aumento rispetto al 2022. Si riduce l’incidenza del mercato asiatico, dopo gli incrementi degli ultimi anni, con un calo dell’import dall’Indonesia e dalla Cina rispettivamente del 16% e del 21,5%. Tali dinamiche possono essere in parte ricondotte alla crisi che sta interessando il Mar Rosso a partire dagli ultimi mesi del 2023. Cresce di circa il 10% l’export verso Germania e Francia, primi due mercati di destinazione per l’agroalimentare italiano. Come pure rilevante è l’aumento in valore delle vendite verso il Regno Unito (+7,8%), mentre risulta più contenuto quello verso gli Stati Uniti (+2%).
Lollobrigida: dati export agroalimentare successo sistema ItaliaRoma, 17 lug. (askanews) – “Questi dati rappresentano un successo per il Sistema Italia, una testimonianza della forza e della qualità dei nostri prodotti nel mondo”. Così il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida commenta i dati del Rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.
“L’azione del Governo Meloni, sin dal primo momento rivolta a tutelare le nostre eccellenze e le nostre aziende, sta dando i suoi frutti. Continueremo a rafforzare la presenza del nostro agroalimentare all’estero, consapevoli che il Made in Italy rappresenta un traino fondamentale per la crescita delle esportazioni”, ha concluso il ministro.
Crea: in 2023 esport agroalimentare +6,6% su 2022 a 63,1 mldRoma, 17 lug. (askanews) – Nel 2023 l’agroalimentare segna nuovi record per gli scambi con l’estero dell’Italia. In particolare, l’export agroalimentare cresce del 6,6% rispetto al 2022, raggiungendo il record di 63,1 miliardi di euro (nel 2018 non superava i 42 miliardi di euro). Primato anche per le importazioni che raggiungono i 64,7 miliardi di euro, con un aumento del 4,1% rispetto al 2022. Un andamento che ha come risultato, nel 2023, un miglioramento della bilancia agroalimentare. E’ quanto emerge dal rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia.
Ottima la performance per le esportazioni del Made in Italy agroalimentare, con una crescita dell’8% nel 2023, superiore a quella dell’agroalimentare nel complesso. A trainare l’andamento sono sia i prodotti agricoli sia quelli trasformati. Numeri che “raccontano molto della nostra competitività sui mercati internazionali – ha detto il presidente Crea Andrea Rocchi – e dell’attrattività che il modello alimentare italiano, fatto di qualità, cultura, tradizione e cura, esercita sul consumatore globale. In questo quadro, innovazione e ricerca, sono strategici per mantenere al passo con i tempi identità e leadership del made in Italy agroalimentare”.
Nel 2023 l’incremento in valore delle esportazioni agroalimentari italiane riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti. Crescono in valore e in quantità le vendite all’estero di carni preparate e formaggi, primi fra tutti Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+8,3% in valore e +6,1% in quantità). Per le importazioni l’andamento è più diversificato: dopo il netto incremento generalizzato dello scorso anno, complice l’aumento dei prezzi internazionali delle commodities, nel 2023 l’import di prodotti come olio di semi, caffè greggio e mais, si riduce in valore e in quantità. Anche nel 2023 l’andamento dei prezzi internazionali produce un disallineamento tra l’andamento dei valori e quello delle quantità, ma più contenuto rispetto al 2022. Nel corso del 2023 l’import mostra una progressiva attenuazione della crescita tendenziale, fino a una contrazione negli ultimi mesi dell’anno, mentre l’export rimane sempre su valori positivi. Ciò determina, soprattutto nel secondo semestre, un netto miglioramento della bilancia agroalimentare, il cui disavanzo nel 2023 si attesta a 1,64 miliardi di euro, riducendosi di 1,34 miliardi rispetto all’anno precedente.
Crea: in primi 3 mesi 2024 export agroalimentare +6,7% su 2023Roma, 17 lug. (askanews) – Nel primo trimestre del 2024 le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre le importazioni sono diminuite del 2,5%. Sono gli ultimi dati del Rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.
I dati dei primi tre mesi 2024, analizza il rapporto Crea, confermano l’andamento riscontrato nell’ultima parte del 2023, evidenziando quindi un ulteriore aumento delle esportazioni a fronte di un calo delle importazioni. Queste dinamiche producono un miglioramento della bilancia agroalimentare, che risulta positiva nel primo trimestre. Le esportazioni di conserve di pomodoro e pelati crescono, in valore e quantità, di oltre il 10% rispetto al primo trimestre 2023. E in generale, tutti i principali prodotti di esportazione segnano aumenti del valore e dei volumi venduti all’estero.
Il Consorzio Olio di Brisighella Dop entra in Origin ItaliaRoma, 17 lug. (askanews) – Il Consorzio dell’olio di Brisighella DOP entra in Origin Italia, che ad oggi rappresenta con questo nuovo socio 81 Consorzi di tutela, una associazione di settore, la Afidop, e oltre il 95% della produzione italiana delle Indicazioni Geografiche.
“E’ con grande soddisfazione che il Cda del Consorzio Olio Brisighella DOP ha deciso di aderire all’unanimità a Origin Italia, associazione che raccoglie e rappresenta le eccellenze del food made in Italy – commenta il presidente del Consorzio, Igor Barnabè – dopo l’evento catastrofale dell’alluvione avvenuto nella primavera 2023, siamo ripartiti per rilanciare la nostra DOP e l’adesione a Origin Italia è uno dei passaggi fondamentali per ricominciare e per dare ai nostri associati tutto il supporto di cui hanno bisogno”. La zona di produzione e trasformazione dell’olio extravergine di oliva Brisighella DOP interessa il territorio di alcuni comuni nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena, nella regione Emilia-Romagna. L’olio extravergine d’oliva Brisighella DOP è ottenuto dai frutti della specie Olea europaea L., varietà Nostrana di Brisighella, che deve essere presente negli oliveti in misura non inferiore al 90%.
La DOP è stata riconosciuta già dal 1996 e l’anno scuccessivo è sorto il Consorzio, ma l’olio extravergine di oliva Brisighella DOP vanta origini antichissime, confermate anche dal recente ritrovamento di un piccolo frantoio a uso familiare risalente all’epoca romana. Il passaggio da una produzione destinata principalmente all’autoconsumo a una destinata alla commercializzazione è invece storia recente, iniziata con la fondazione del frantoio sociale della Cooperativa Agricola Brisighellese nel 1970.
Il 19 luglio a Roma l’assemblea nazionale di ColdirettiRoma, 17 lug. (askanews) – Appuntamento venerdì 19 luglio con l’assemblea nazionale della Coldiretti a Roma, dalle 10, nel centro congressi di Palazzo Rospigliosi. Saranno presenti il presidente nazionale Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, assieme ad agricoltori e agricoltrici provenienti da tutte le regioni italiane.
Ai lavori interverranno, tra gli altri, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Un’occasione, annuncia Coldiretti in una nota, per fare il punto della situazione sullo stato del Paese e delle istituzioni europee dopo la recente tornata elettorale, ma anche sulle minacce al Made in Italy a tavola. Un focus sarà dedicato al tema della fauna selvatica.
A Ispica una giornata alla scoperta del pomodoro Pachino IgpRoma, 17 lug. (askanews) – Arriva il sesto appuntamento stagionale con gli educational tour dedicati ai prodotti agroalimentari siciliani e questa volta il protagonista sarà il Pomodoro di Pachino IGP. Dopo i primi cinque educational tour che hanno avuto come protagonista prima l’Olio Monti Iblei DOP poi il Latte Vaccino QS ed i suoi derivati, la Carota Novella di Ispica IGP, il formaggio Ragusano DOP ed infine il Piacentinu Ennese DOP, è la volta del Pomodoro di Pachino di presentarsi al pubblico durante l’incontro organizzato per giovedì 18 Luglio 2024.
L’evento è coordinato da DOS Sicilia, l’associazione di Consorzi per la promozione e valorizzazione di produzioni tipiche agroalimentari siciliane a marchio DOP, IGP e QS e si terrà in due luoghi di produzione vicino Ispica nel ragusano. La zona di produzione del Pomodoro di Pachino IGP ricade nei comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto e Ispica, nelle province di Siracusa e Ragusa, nella Regione Sicilia.
La coltivazione del pomodoro avviene in ambiente protetto, esclusivamente in serre. Il trapianto viene eseguito nel periodo agosto- febbraio, con l’eccezione della tipologia Cherry e Plum e Miniplum per le quali può essere effettuato tutto l’anno. La forma di allevamento è in verticale; si eseguono la potatura verde e, secondo necessità, anche la cimatura. L’irrigazione viene effettuata utilizzando acque di falda provenienti da pozzi situati nel territorio di produzione. La raccolta è manuale, di solito ogni 3-4 giorni. Le prime coltivazioni del Pomodoro di Pachino IGP risalgono al 1925 ed erano localizzate lungo la fascia costiera, in aziende che potevano disporre di acqua per l’irrigazione proveniente da pozzi freatici. A partire dagli anni Cinquanta si assistette a un’ampia diffusione del pomodoro che è proseguita fino ai giorni nostri, dovuta in particolare all’avvento delle prime serre, in forma di capanne artigianali, e alla profonda crisi che investì la viticoltura di queste zone negli anni Settanta. Questo portò alla nascita delle prime forme associative che iniziarono la commercializzazione del prodotto sia sui mercati nazionali che esteri.
In totale gli incontri dedicati alle eccellenze agroalimentari siciliane nel biennio 2023/24 saranno 17, tutti della durata di un giorno. I prossimi appuntamenti riguarderanno il Pistacchio di Bronte, il Consorzio QS Agnello ed Agnellone ed il Consorzio QS Latte Ovino.
La Pietra (Masaf): Consulta ippica lavora su calendario corse 205Roma, 17 lug. (askanews) – Si è tenuta ieri a Roma, presso il Masaf, la riunione della Consulta dell’ippica presieduta dal sottosegretario Patrizio La Pietra. Classificazione degli ippodromi, criteri per il calendario delle corse ippiche 2025 e presentazione del nuovo handicapper senior, Marco Trentini, sono stati i principali punti della riunione.
“Stiamo lavorando di concerto con tutti i soggetti interessati alla stesura del calendario corse 2025 – ha detto La Pietra – così da poter consentire una adeguata programmazione degli appuntamenti previsti per il prossimo anno. Parametro cardine per l’organizzazione del calendario sarà il numero dei cavalli stanziali sui vari territori, in modo da garantire una distribuzione il più possibile omogenea tra gli ippodromi in attività, evitando inoltre – ha proseguito – sovrapposizioni tra ippodromi limitrofi per specialità, in base alla collocazione geografica e al bacino di utenza”. La Pietra ha spiegato che “ci sarà grande attenzione per la classificazione stessa degli ippodromi che ospiteranno gli eventi. Come già ribadito vogliamo valorizzare tutti gli ippodromi nei quali il concetto di ospitalità, di accoglienza degli spettatori sono considerate la priorità. L’ippica tornerà a crescere – ha garantito il sottosegretario – anche grazie a un calendario corse che tenga conto di tutte le esigenze dei protagonisti del settore, ma allo stesso tempo dobbiamo saper offrire un’adeguata e innovativa esperienza a vecchi e nuovi appassionati di questo splendido sport”.