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Coldiretti: record agroalimentare spinge cucina italiana nel mondo

Coldiretti: record agroalimentare spinge cucina italiana nel mondoRoma, 19 nov. (askanews) – I record segnati dall’agroalimentare italiano nel mondo spingono la cultura enogastronomica, anche grazie al lavoro della prima Accademia dedicata alla promozione del Made in Italy a tavola che si preparara a lanciare la sua seconda edizione. L’iniziativa è promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica in occasione della settimana della cucina italiana nel mondo, con l’evento alla Farnesina, a Roma, alla presenza del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e dell’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.


Le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari si avviano a sfiorare quest’anno la cifra record di 70 miliardi di euro, con una crescita nei primi nove mesi del 2024 dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in controtendenza rispetto al dato generale delle esportazioni, in leggero calo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Cibo italiano che Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica hanno deciso di sostenere, assieme al Ministero italiano degli esteri e della cooperazione internazionale, con la creazione dell’Accademia della cultura enogastronomica italiana. Un’Accademia nata per favorire la formazione dei giovani aspiranti professionisti del settore: dalle scuole di cucina e alberghiere alle facoltà e dipartimenti universitari dedicati alle scienze gastronomiche, dell’alimentazione e agroalimentari, fino al mondo esteso dei professionisti che già operano sul cibo e nei servizi correlati. Ma tra i destinatari ci sono anche le reti estere di rappresentanza e di promozione del settore agroalimentare nel mondo, con il supporto attivo delle Ambasciate.


L’Accademia è stata realizzata sotto forma di piattaforma digitale asincrona accessibile da ogni device in lingua inglese. Per la prima edizione i contenuti e i materiali della piattaforma, totalmente gratuita, sono disponibili tradotti in 4 lingue: italiano, spagnolo, tedesco, giapponese. Non si tratta di una scuola di cucina – spiega Coldiretti – ma di un progetto di sensibilizzazione e formazione sull’infrastruttura culturale della cucina italiana e sul modello universale della Dieta mediterranea che punta anche a sostenere il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco. Non a caso si è avvalsa per la produzione dei contenuti di grandi esperti e professionisti del mondo accademico, culturale, economico e medico scientifico, ed è supportata da partners privilegiati di livello internazionale. Il piano formativo si articola in 8 moduli che affrontano i temi: innovazione e sostenibilità; geografia e storia del patrimonio enogastronomico italiano; ospitalità turistica in ambito rurale; salute e benessere alimentare; modello della dieta mediterranea; storytelling dell’italianità. Alla conclusione del percorso formativo l’Accademia rilascia l’attestato di “Custode della cultura enogastronomica italiana”.


Partner del progetto sono anche la World Farmers Markets Coalition e la Fondazione Evoschool (Fondazione, promossa da Coldiretti e dal Consiglio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati e supportata da Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano), oltre alla piattaforma I love Italian food.

Unionbirrai: consumo moderato birra artigianale alleato benessere

Unionbirrai: consumo moderato birra artigianale alleato benessereRoma, 19 nov. (askanews) – Apprezzare la birra artigianale attraverso un consumo moderato e un corretto stile di vita perché, con una prospettiva equilibrata, questo alimento divenuto parte integrante del made in Italy di qualità può rappresentare una componente significativa del benessere sociale e culturale. È questo il messaggio emerso dal convegno “Filiera della Birra Artigianale: stili di vita e benessere”, tenutosi questa mattina a Roma presso l’Auditorium Giuseppe Avolio della Cia-Agricoltori Italiani e organizzato da Unionbirrai, in collaborazione con Dagri Università di Firenze e ObiArt – Osservatorio Birre Artigianali.


“Abbiamo voluto questa innovativa giornata di studio per approfondire come il consumo moderato e consapevole di birra artigianale, realizzata con prodotti di qualità, possa conciliarsi all’interno di uno stile di vita sano per promuovere convivialità e benessere psico-fisico – ha detto Andrea Soncini, vicedirettore di Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici artigianali indipendenti – Superando le demonizzazioni sui singoli alimenti, le autorevoli relazioni di oggi ci hanno mostrato come l’impatto vada valutato nella sua globalità, attraverso un approccio olistico. La birra è a tutti gli effetti un alimento, che nei secoli ha rivestito come tale anche un ruolo importante, con rilevanti aspetti culturali, sociali e di piacere personale che non devono assolutamente essere tralasciati”. Per Unionbirrai nello stato di salute di un individuo, occorre valutare l’impatto del consumo di birra all’interno dello stile di vita e dell’alimentazione complessiva “dove occorre tenere conto sia degli effetti favorevoli del luppolo e dei numerosi macronutrienti, che di quelli dell’alcol. Ciò deve guidare la filiera della birra artigianale e i nostri produttori – ha concluso Soncini – a promuovere un suo consumo consapevole e moderato attraverso esperienze che diano valore a tutti gli aspetti correlati al benessere”.


“La birra artigianale sta vivendo uno sviluppo molto importante – ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini – Sono in aumento i consumi, ma soprattutto sta crescendo la cultura del bere birra, legata alla distintività e alla qualità delle produzioni. Proprio queste sono le caratteristiche che devono continuare a premiare i nostri birrifici, facendo leva sulle materie prime agricole 100% Made in Italy. Ora l’obiettivo è incentivare sempre di più gli agricoltori a produrre e creare al contempo nuovi sbocchi di mercato. È un’opportunità per tutti, da chi produce a chi trasforma a chi vende, e può trasformare la birra artigianale e agricola in un importante punto di riferimento per tutta la filiera brassicola nazionale”. Il convegno è stato anche l’occasione per la Premiazione dei vincitori del III Concorso Birra dell’Anno – Harvest Beers 2024, dedicato alle birre artigianali con luppolo appena raccolto dove hanno trionfato il birrificio Picobrew di Milano nella categoria “Fresh Hop” e il birrificio Labeerinto di Modena nella categoria “Wet Hop”.

Fedagripesca: bene impegno Governo a difesa settore per il 2025

Fedagripesca: bene impegno Governo a difesa settore per il 2025Roma, 19 nov. (askanews) – “Apprezziamo l’impegno delmMinistro Lollobrigida e del Governo a difesa del settore ittico italiano, per scongiurare ulteriori riduzioni delle giornate di pesca nel 2025, in particolare nel Mediterraneo Occidentale. Il documento congiunto promosso dall’Italia, insieme a Francia e Spagna diventa così fondamentale per arrivare con una posizione più forte e comune al Consiglio Agrifish di dicembre che deciderà le possibilità di pesca per il prossimo anno”. Così in una nota Francesca Biondo, direttrice di Federpesca. Per Federpesca è fondamentale non prevedere ulteriori riduzioni nel 2025, “per lasciare il tempo di valutare i risultati degli scorsi anni e prendere decisioni per garantire un futuro al settore, che sia sostenibile a livello economico, ambientale e sociale”.


Il 16 settembre, la Commissione europea ha pubblicato la sua Proposta per le possibilità di pesca 2025. Per il Mediterraneo Occidentale prevede di entrare in una “fase permanente” dopo gli ultimi anni di “fase transitoria”, che hanno visto misure per ridurre le possibilità di pesca del 40%. “Tuttavia, non si è mai parlato di un piano a due fasi, del quale non si conosce il futuro delle decisioni prese per gestire la pesca in quest’area, che potrebbe comportare ancora una riduzione dello sforzo di pesca. Un approccio intollerabile che umilia ancora una volta il nostro comparto – spiega Biondo – Come Federpesca, ci siamo impegnati fin da subito a sostenere questo approccio, sottoscrivendo due lettere unitarie, insieme alle rappresentanze datoriali e sindacali di Francia e Spagna, per rafforzare la posizione dell’Italia in vista del Consiglio Agrifish di fine anno e non trovare compromessi su ulteriori riduzioni delle possibilità di pesca”.


Il documento congiunto promosso dall’Italia rappresenta pertanto “una volontà comune da parte di più Paesi membri nel garantire che le misure che andranno ad avere un impatto su migliaia di pescatori e famiglie vengano prese in modo equo e basate su un processo decisionale trasparente, partecipativo e efficace. Non costruito su scelte improvvisate all’ultimo momento, ma fondato su una riflessione attenta e pianificata, capace di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni a lungo termine”.

In piazze italiane clementine Confagri contro violenza donne

In piazze italiane clementine Confagri contro violenza donneRoma, 19 nov. (askanews) – Sono oltre novanta le donne uccise dall’inizio dell’anno. Per la maggior parte, i reati sono avvenuti in ambito familiare o affettivo. C’è ancora molto da fare per fermare la violenza di genere. Per questo motivo, Confagricoltura Donna conferma il suo impegno per promuovere una cultura della consapevolezza e sostenere i Centri antiviolenza sul territorio italiano, attraverso una raccolta di fondi tramite la consueta distribuzione delle clementine nelle piazze, che si tiene annualmente a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria, Veneto: sono le regioni dove quest’anno sarà possibile trovare le clementine offerte da Confagricoltura Donna e contribuire all’iniziativa benefica.


“Confagricoltura Donna si impegna ogni giorno per promuovere una cultura inclusiva e per valorizzare l’apporto delle donne all’economia, al lavoro e alla società. La sensibilizzazione verso la parità di genere e l’opposizione totale alla violenza passano anche da una maggiore coscienza civile che deve permeare tutta la società, da una profonda educazione delle nuove generazioni e le donne del mondo agricolo sono sempre consapevoli che un prodotto migliore si fa migliorando i semi”, ha dichiarato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna. “Le clementine sono un simbolo importante per il mondo agricolo: ci aiutano a ricordare Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro, massacrata dall’ex fidanzato, in un agrumeto nella piana di Sibari. Siamo in prima linea per costruire consapevolezza e fermare i femminicidi” ha concluso Oddi Baglioni. L’iniziativa, che si ripete dal 2013, è promossa da Confagricoltura Donna insieme a Soroptimist International d’Italia e rientra nella campagna dell’ONU “Orange the world”. Sul sito di Confagricoltura è possibile trovare l’elenco completo delle piazze e le date in cui verranno organizzati i banchetti di distribuzione delle clementine. Il programma è sostenuto da una campagna di comunicazione sui social network di Confagricoltura, attraverso gli hashtag #OrangeTheWorld #OrangeConfagri #Coltiviamoconsapevolezza

Roncadin alla conquista degli Usa: nuovo impianto pizze surgelate a Chicago

Roncadin alla conquista degli Usa: nuovo impianto pizze surgelate a ChicagoMilano, 19 nov. (askanews) – Le pizze surgelate di Roncadin alla conquista del mercato americano. Il gruppo friulano ha aperto un nuovo stabilimento a Chicago – Vernon Hills (Illinois): un polo produttivo da 7.000 metri quadri e 100 addetti per iniziare, dove la prima linea produttiva installata potrà sfornare fino a 30 milioni di pizze surgelate all’anno, destinate al mercato nordamericano, che vale 6 miliardi di dollari. Per il 2025 il fatturato previsto di Roncadin Inc è di 78 milioni di dollari; a regime arriverà a 200 milioni di dollari.


L’inaugurazione del nuovo plant è avvenuta il 18 novembre (nella notte tra il 18 e il 19, ora italiana), in concomitanza con la fiera Plma di Chicago, la più grande manifestazione nordamericana dedicata al mondo della private label. Roncadin, infatti, produce pizze per la grande distribuzione nazionale e internazionale con un fatturato che nel 2023 ha raggiunto i 175 milioni di euro. “Il nuovo stabilimento di Chicago, frutto di un investimento di 30 milioni di euro, è un passo importantissimo per la crescita di Roncadin, la realizzazione di un progetto al quale lavoriamo duramente da anni e che aprirà a nuove e grandi opportunità per il gruppo Roncadin e le sue persone, nonché per la filiera e il made in Italy legato alla produzione della pizza surgelata – afferma l’amministratore delegato Dario Roncadin, presente con suo padre Edoardo all’inaugurazione – Produrre direttamente negli Usa per noi vuol dire poter servire al meglio un mercato strategico, dove siamo entrati nel 2013 importando le pizze prodotte a Meduno”. In tutto il Nordamerica (Usa e Canada) il 68% delle pizze Roncadin “sono destinate alle marche dei distributori locali, mentre il brand rappresenta il 32% delle vendite” ha aggiunto l’ad.


La decisione di costruire uno stabilimento a Chicago, la “città del food” statunitense, al centro di un’area di notevole importanza logistica, si è concretizzata nel 2023 con l’acquisto della struttura. Nell’estate dello scorso anno, poi, sono stati assemblati in Italia i materiali che costituiscono la linea produttiva attuale, il cui montaggio è iniziato a dicembre 2023. A questa linea, nei progetti dell’azienda, se ne affiancherà a breve una seconda (sempre della capacità di 30 milioni di pizze all’anno, che porterà quindi a raddoppiare i volumi); Roncadin sta inoltre valutando la possibilità di installare una linea dedicata alle pinse. Ogni linea richiede il lavoro di 100 addetti circa. A Chicago opera un reparto R&D indipendente e la direzione dell’azienda è affidata ad Alessio Lucchese, Ceo di Roncadin Inc: friulano, si è trasferito nel 2013 negli Usa con la famiglia per seguire il progetto sin dall’inizio ed elaborare il piano di sviluppo della produzione per i prossimi anni.


“Il business di Roncadin avrà grandi benefici dalla possibilità di rispondere ancora più velocemente alle richieste del mercato locale, dove essere presenti direttamente rappresenta, per i nostri clienti, una garanzia di affidabilità. Al contempo – prosegue Dario Roncadin – si libera capacità produttiva nel nostro stabilimento di Meduno, attualmente quasi al limite: perciò potremo servire meglio anche il mercato italiano ed europeo. Non dover trasportare i prodotti dall’Italia agli Usa inoltre comporta un significativo risparmio di emissioni inquinanti, e questo per una Società Benefit e B Corp come Roncadin è un tema importante. Infine, avere uno stabilimento a Chicago sarà un’opportunità per tutti i dipendenti del gruppo, che se vorranno potranno partecipare a programmi di scambio e fare esperienza negli Stati Uniti. Stiamo anche pensando di organizzare iniziative che coinvolgano i figli dei nostri dipendenti”. Per l’internazionalizzazione Roncadin ha ricevuto un finanziamento da 14 milioni di euro da parte di Intesa Sanpaolo, che si inserisce nell’accordo di collaborazione fra le due realtà sul tema delle filiere.

Leone 1857 apre due negozi monomarca a Shanghai e Hangzhou

Leone 1857 apre due negozi monomarca a Shanghai e HangzhouRoma, 19 nov. (askanews) – Leone 1857, storica azienda dolciaria italiana fondata ad Alba, in Piemonte, sbarca in Asia e apre i suoi due primi annuncia con orgoglio l’apertura dei suoi primi negozi monomarca in Cina, a Shanghai e Hangzhou.


“Siamo entusiasti e orgogliosi di inaugurare i primi due store monomarca di Leone in Cina, un passo strategico per consolidare la nostra presenza a livello internazionale e portare l’eccellenza dell’arte della confetteria italiana anche in Asia” ha detto Michela Petronio, presidente dell’Azienda. Gli eventi di apertura hanno avuto luogo il 15 e 17 novembre scorsi: i negozi sono situati nei centri commerciali di lusso Raffles City a Shanghai e Hangzhou Kerry Centre a Hangzhou. Al loro interno, i visitatori possono scoprire le tre principali linee di prodotto di Leone: caramelle, cioccolato e gelato. Questo progetto rappresenta una tappa significativa il brand e segna un passo nel percorso di crescita internazionale dell’azienda, che conferma il suo impegno all’espansione in nuovi mercati.

Accordo Fai-Cisl e sindacato marocchino Fnsa-Umt per formazione

Accordo Fai-Cisl e sindacato marocchino Fnsa-Umt per formazioneRoma, 19 nov. (askanews) – È stato siglato a Casablanca il Memorandum di cooperazione e sostegno reciproco tra la Fai-Cisl e l’omologo sindacato marocchino Fnsa-Umt, con l’obiettivo di rafforzare reciprocamente l’efficacia delle attività in difesa degli interessi dei lavoratori, in particolare degli immigrati di origine marocchina impiegati nel settore agroalimentare e negli altri settori della categoria. In Italia, risiedono oltre 400.000 cittadini marocchini. Nel settore agricolo i lavoratori marocchini sono 38.000 e rappresentando il 15,4% dei braccianti non comunitari sono la prima comunità straniera tra quelle extra Ue.


Tra i punti dell’accordo, siglato dai vertici della Federazione agroalimentare della Cisl e della Fédération Nationale du Secteur Agricole dell’Umt, lo scambio di informazioni ed esperienze, la realizzazione di incontri e seminari di studio, iniziative sindacali e culturali di interesse comune, la costruzione di reti di solidarietà e l’implementazione dell’efficacia delle campagne congiunte nell’ambito delle Federazioni internazionali del settore agroalimentare. L’accordo, rende noto la Fai Cisl, punta inoltre a tutelare i diritti sindacali e contrattuali dei lavoratori, riguardanti condizioni di lavoro e di sicurezza, aumenti salariali, tutela dell’occupazione, a sostenerne la partecipazione e la formazione attraverso l’utilizzo di fondi nazionali ed europei, che siano focalizzati all’inserimento lavorativo e sociale dei lavoratori migranti del settore agroalimentare e anche nell’ambito dei decreti flussi stagionali.


“Con 600 miliardi di fatturato e 70 di export – ha detto il leader della Fai-Cisl Onofrio Rota commentando con soddisfazione la sigla del Memorandum – l’agroalimentare è diventato uno dei settori trainanti dell’economia italiana: il ruolo dei lavoratori immigrati è sempre più determinante ma occorre valorizzarlo puntando su formazione e competenze, su corridoi migratori legali, su un mercato del lavoro più efficiente e tracciabile per debellare qualsiasi forma di sfruttamento ed economia sommersa. Governare l’immigrazione in modo più strutturato e garantendo le opportune dinamiche di inclusione – ha aggiunto – vuol dire anche dare risposte concrete all’inverno demografico e alla drastica diminuzione di lavoratori attivi, visto che nel 2040 ne usciranno dal mercato del lavoro 4 milioni e nel 2050 circa 7 milioni”.

Dal 29 novembre a 1 dicembre Sovicille festeggia Cinta senese Dop

Dal 29 novembre a 1 dicembre Sovicille festeggia Cinta senese DopRoma, 19 nov. (askanews) – Dal 29 novembre al primo dicembre, nelle campagne senesi tra i comuni di Sovicille e Murlo, si festeggia uno degli animali più famosi al mondo per le sue caratteristiche organolettiche: la Cinta Senese DOP. In questi giorni, infatti, è in programma “La Festa della Cinta Senese DOP”, evento voluto dal Consorzio di Tutela della Cinta Senese DOP, che rappresenta un vero e proprio traino per un turismo sostenibile legato alle eccellenze gastronomiche di questa terra.


Il territorio di Sovicille, nel cuore della campagna senese, rappresenta l’essenza della Cinta Senese DOP grazie ad un ambiente che conserva l’autentica varietà paesaggistica Toscana. Al centro della Festa c’è un programma ricco di iniziative enogastronomiche e di conoscenza delle caratteristiche del prodotto, oltre a percorsi di Trekking della Cinta Senese DOP, Masterclass promossa dal Consorzio con Fondazione Qualivita per gli operatori professionali con esperti di produzione e gastronomia. E infine un Concorso Internazionale di taglio del prosciutto da Cinta Senese DOP con la partecipazione dei celebri cortadores spagnoli, da anni impegnati a valorizzare le caratteristiche organolettiche distintive dei prodotti iberici. L’iniziativa prevede un vero e proprio concorso dove sei tagliatori professionisti, tre spagnoli e tre italiani, si sfideranno nella realizzazione dei piatti, mentre Mirko Giannella, tagliatore esperto di livello internazionale, racconterà gli elementi di un corretto e consapevole consumo e di un servizio ottimale.

Le pastiglie del Leone sbarcano in Cina con 2 store a Shanghai e Hangzhou

Le pastiglie del Leone sbarcano in Cina con 2 store a Shanghai e HangzhouMilano, 19 nov. (askanews) – Leone 1857, azienda dolciaria italiana nota per le sue pastiglie, apre i suoi primi negozi monomarca in Cina, a Shanghai e Hangzhou. Con questo debutto in Asia, spiega l’azienda piemontese, Leone consolida la propria presenza internazionale, rafforzando la connessione con i mercati esteri e portando avanti l’impegno di promuovere la tradizione dolciaria italiana a livello globale.


“Siamo entusiasti e orgogliosi di inaugurare i primi due store monomarca di Leone in Cina, un passo strategico per consolidare la nostra presenza a livello internazionale e portare l’eccellenza dell’arte della confetteria italiana anche in Asia – ha dichiarato la presidente Michela Petronio – Il nostro costante impegno nella selezione di ingredienti di alta qualità, forte di oltre 160 anni di heritage, ci consente di offrire non solo una vasta gamma di prodotti dolciari, ma una vera e propria esperienza di gusto che aspira a creare momenti di felicità capaci di unire culture e tradizioni diverse”. L’inaugurazione dei due store monomarca Leone sono avvenute il 15 e 17 novembre scorsi, all’interno di due centri commerciali di lusso, Raffles City a Shanghai e Hangzhou Kerry Centre a Hangzhou. All’interno dei due negozi, i visitatori troveranno le tre principali linee di prodotto: caramelle, cioccolato e gelato, con le iconiche pastiglie, accanto ai Cri Cri, “i cioccolatini vestiti da caramella”, e una selezione di gusti di gelato artigianale.

A Turi nuova struttura Crea su ricerca sperimentale in enologia

A Turi nuova struttura Crea su ricerca sperimentale in enologiaRoma, 19 nov. (askanews) – E’ stata inaugurata oggi a Turi, nel barese, la nuova struttura Crea dedicata alla ricerca sperimentale in enologia, unica sede Crea Viticoltura ed Enologia nel Sud Italia. Finanziata in un primo momento con fondi comunitari come istituto di formazione, prevede anche una piccola foresteria per accogliere ricercatori e studenti. Grazie all’utilizzo di fondi interni, inoltre, si arricchisce oggi con i laboratori di enologia e di microbiologia enologica, diventando un vero e proprio centro di ricerca destinato all’enologia, l’unico Centro Crea dedicato nel Sud d’Italia. Un supporto aggiuntivo in grado di far fare un salto di qualità alla ricerca sperimentale nell’enologia non solo a Turi, ma anche per il Sud Italia.


“Il settore vitivinicolo pugliese, oltre ad essere una eccellenza nazionale, rappresenta uno straordinario patrimonio culturale ed economico del territorio – ha detto il presidente del Crea, Andrea Rocchi – che si trova a far fronte a sfide fondamentali come la resilienza agli effetti del cambiamento climatico e la competitività sui mercati. In questo quadro, il nostro ente è in prima linea, qui a a Turi, unica sede Crea Viticoltura ed Enologia nel Sud Italia e l’inaugurazione di oggi ne è testimonianza. Raccogliamo, infatti, i frutti di un lavoro importante, che attraverso la ricerca e la sperimentazione arricchisce ancora di più di significato e di centralità un territorio, già di per sé ricco e storicamente vocato in questo ambito”. Il CREA Viticoltura ed Enologia ha una consolidata esperienza sul territorio, storicamente vocato come quello della Regione Puglia, grazie alle partecipazioni al Consorzio di Gioia DOC e al Distretto del Vino di Puglia e alle collaborazioni con tutte le maggiori realtà pugliesi: dal Consorzio del Primitivo di Manduria alle cantine Due Palme, da Tormaresca (gruppo Antinori) ai programmi per il rilancio della spumantizzazione dei bianchi e dei rosati pugliesi.


“L’evento di oggi – ha dichiarato Riccardo Velasco, direttore del Crea Viticoltura ed Enologia – è un momento di grande soddisfazione per il nostro Centro, ma anche per il territorio, celebrato di fronte a istituzioni, scuole e stakeholders. La struttura che abbiamo inaugurato è strategica per dare un nuovo impulso alla ricerca sperimentale nel settore enologico, anche al Sud, che dopo la chiusura della storica sede di Barletta, si era indebolito. Il Crea – conclude – vuole posizionarsi sempre più, in Puglia e nel resto del Sud Italia, come riferimento non solo per l’uva da tavola ma anche per l’uva da vino e l’enologia e supportare un comparto in crescita”.