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Al via la digitalizzazione dell’Erbario Centrale italiano

Al via la digitalizzazione dell’Erbario Centrale italianoRoma, 11 giu. (askanews) – Al via la digitalizzazione dell’Erbario Centrale italianoo: con oltre 2 milioni di campioni botanici stimati, l’Erbario del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, è il più grande erbario italiano e tra i più importanti al mondo.


Grazie all’impegno del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, sostenuto con 320 milioni di euro dal PNRR Next Generation – EU, ha preso avvio, con un finanziamento di quasi 7 milioni di euro, il piano di digitalizzazione massiva dell’Erbario Centrale Italiano, e di altre collezioni naturalistiche italiane, per un totale di 4 milioni e 200mila campioni, la cui conclusione è prevista per la fine di agosto 2025. Le collezioni naturalistiche sono fonti indispensabili per lo studio della biodiversità del nostro pianeta. “Il piano di digitalizzazione massiva si inserisce tra le azioni concrete che NBFC è chiamato a operare per la ricerca e la valorizzazione della biodiversità in Italia”, spiega Luigi Fiorentino, presidente del National Biodiversity Future Center.


L’Erbario Centrale di Firenze contiene almeno 2 milioni stimati di campioni, tra piante a seme (Erbario fanerogamico) e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni (Erbario crittogamico), oltre a un vasto deposito che raccoglie centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati. Inoltre qui sono conservate alcune tra le collezioni botaniche storiche più importanti in Italia, vere e proprie testimonianze della sistematica e della tassonomia vegetali, tra cui la collezione privata del botanico e naturalista Philip Barker Webb (1793-1854) raccolta principalmente tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento che, con i suoi 250mila campioni provenienti da ogni area del mondo, è ancora oggi uno degli erbari più consultati dai botanici. Per un’operazione su larga scala, come quelle già sperimentate in passato con successo negli erbari di Leida, Washington, Parigi o Helsinki, e come quella ora in programma a Firenze, è fondamentale la collaborazione tra i curatori del museo coinvolto e la ditta specializzata nella digitalizzazione. L’incarico è stato assegnato, grazie a un bando internazionale dell’Università di Padova, a Picturae, un’azienda che opera a livello mondiale. Utilizzando la tecnologia a nastro trasportatore ogni giorno vengono digitalizzati circa 10.000/12.000 campioni.

Vino, Mediobanca: in Italia vendite 2024 stimate a +2,6% dopo 2023 piatto

Vino, Mediobanca: in Italia vendite 2024 stimate a +2,6% dopo 2023 piattoMilano, 11 giu. (askanews) – Dopo un 2023 sostanzialmente piatto, in Italia i maggiori produttori di vino si attendono per il 2024 una crescita delle vendite complessive del 2,6%, con +3% l’export. Non si arresta l’ottimismo delle bollicine (+3,7% i ricavi complessivi), soprattutto oltreconfine (+6,8% l’export), mentre i vini fermi si aspettano una crescita del 2,3% (+2,2% l’export). E’ quanto emerge dall’indagine sul settore vinicolo dell’Area Studi di Mediobanca.


Il 2023 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso senza variazioni significative (-0,2% sul 2022) con un leggero peggioramento sul mercato interno (-0,7%) rispetto a quello estero (+0,3%). Spiccano le buone performance oltreconfine dei vini frizzanti (+2,5%). L’Ebit margin ha riportato un aumento dell’1,4% sul 2022, il rapporto tra il risultato netto e il fatturato del 4,2%. Nel 2023, sono stati in diminuzione del 4,5% i quantitativi venduti su tutti i canali. L’inflazione, spiega Mediobanca, ha eroso il potere di acquisto delle famiglie penalizzando i vini di fascia intermedia (-10,1%) a conferma di una maggiore polarizzazione del mercato. In leggero calo i vini di fascia bassa (-1,7%, market share al 44,2%). Mercato sempre più premium (+12,7% i vini di fascia molto alta sul 2022, con una quota di mercato del 18,6%) e sostenibile (+1,4% i vini biologici, 5,4% di market share; +9,6% i vini vegani, 2,7%, +1,8% i vini naturali, 1%).

A Sigep 2025 5 grandi filiere del food e si amplia spazio pizza

A Sigep 2025 5 grandi filiere del food e si amplia spazio pizzaRoma, 11 giu. (askanews) – Sigep, la fiera del gelato più importante al mondo, diventa sempre più internazionale e amplia l’attenzione verso l’universo pizza, settore che secondo le più recenti stime ha un valore mondiale superiore ai 153 miliardi di dollari. E per l’edizione 2025 si presenterà con una veste rinnovata, a partire dal pay-off che diventerà: “Sigep World – The World Expo for Foodservice Excellence”.


L’appuntamento, organizzato da Italian Exhibition Group, si terrà alla fiera di Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025. Oltre al gelato, saranno protagonisti le migliori selezioni di tecnologie foodservice e ingredienti per il mondo di pasticceria, pizza, panificazione e caffè, abbracciando una community sempre più ampia: nell’ultima edizione, infatti, sono arrivati visitatori da 160 paesi, anche grazie ai 1.200 brand espositori provenienti da 35 nazioni. E nell’ultima edizione Sigep ha ospitato oltre 500 buyer da 84 paesi creando più di 5.200 business meeting. La 46esima edizione manterrà le 5 grandi filiere. Ci sarà il gelato e, a fianco del gelato, pasticceria, panificazione, cioccolato e caffè. Tra le novità ci sarà il grande spazio dedicato alla pizza: Sigep World sarà quindi la vetrina più importante per il prodotto e le sue tecnologie, diventando un vero e proprio punto di riferimento. Italian Exhibition Group inoltre amplierà l’area fieristica, potenziando il settore espositivo con due nuovi padiglioni nella zona est fino a toccare i 140mila metri quadrati di superficie espositiva, a sostegno della crescita del grande evento.


Grande spazio sarà dedicato ai più importanti talk di tutte le communities presenti. In particolar modo, quello di apertura sarà incentrato sulle più aggiornate tendenze del foodservice, sia nazionali che soprattutto internazionali. IEG, in collaborazione con l’Agenzia ICE, ha portato a Rimini lo scorso gennaio numerose presenze estere provenienti da Europa, Area Balcani, Africa, Nord America, Centro Sud-America, Asia e Sud est asiatico. E l’impegno per l’edizione 2025 sarà raddoppiato con un road show europeo previsto in autunno per coinvolgere giornalisti e buyer, anche grazie alla collaborazione dei regional advisor del gruppo, con particolare focus su importatori, distributori, catene foodservice e alberghiere.

G7, Lollobrigida inaugura spazio Made in Italia a Bari

G7, Lollobrigida inaugura spazio Made in Italia a BariRoma, 11 giu. (askanews) – Oggi, 11 giugno, alle 16.30 all’interno della Fiera del Levante di Bari presso l’International Media Centre, allestito in occasione del G7, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, presenterà alla stampa lo spazio dedicato ai prodotti Made in Italy DOP e IGP.


In questa area i giornalisti potranno degustare alcuni tra i prodotti certificati più rappresentativi della Puglia e dell’intera Nazione. Le degustazioni saranno realizzate e guidate dai Consorzi di tutela con la collaborazione di Origin Italia, con il contributo degli studenti dell’Istituto professionale “Domenico Modugno” di Polignano a Mare e dei sommelier della FIS – Fondazione Italiana Sommelier. Inoltre, in occasione dell’inaugurazione di questo spazio, verrà presentata un’edizione speciale in lingua inglese dell’Atlante Qualivita-Treccani, “G7 Italia 2024”, realizzato da Fondazione Qualivita e edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italia – Treccani con il supporto del Masaf, scelto dal Governo Meloni come uno dei doni per i Capi di Stato dei Paesi che parteciperanno al G7 in programma in Puglia. Sarà presente il direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati.

CSVnet e Slow Food Italia insieme per sistema alimentare equo

CSVnet e Slow Food Italia insieme per sistema alimentare equoRoma, 11 giu. (askanews) – Supportare l’azione sui territori di chi è impegnato a promuovere il diritto a un cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti. È l’obiettivo dell’accordo di durata triennale siglato tra CSVnet, l’associazione che riunisce i 49 Centri di servizio per il volontariato (Csv) e Slow Food Italia Aps, l’organizzazione costituita da oltre 260 associazioni che operano su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di dare il giusto valore al cibo, praticando e diffondendo il rispetto verso chi lo produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.


Una parte della collaborazione riguarda infatti la promozione di accordi specifici fra i Csv e le diramazioni territoriali di Slow Food, al fine di realizzare iniziative di formazione per i volontari e lo sviluppo di strumenti che consentano le organizzazioni locali, anche quelle più piccole o meno strutturate, di sviluppare e gestire progetti che abbiano un forte impatto sociale. Un altro obiettivo quello di mettere in rete le diverse realtà per favorire un dialogo concreto con le istituzioni per concorrere alla definizione di politiche alimentari più eque e sostenibili. Tra le azioni previste dall’accordo, la definizione di interventi che favoriscano il ricambio generazionale tra i volontari e l’istituzione di una cabina di regia per analizzare i bisogni delle organizzazioni territoriali.

Da consorzio Cinta senese corso benessere animale e allevamento

Da consorzio Cinta senese corso benessere animale e allevamentoRoma, 11 giu. (askanews) – L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT) ospiterà il 12 giugno il quarto incontro del Percorso In-Formativo “Allevare la Cinta Senese. Benessere animale e tecniche di allevamento”. Il corso, organizzato dal Consorzio di Tutela della Cinta Senese DOP e rivolto a veterinari, allevatori e produttori, ha come obiettivo la salvaguardia del patrimonio suinicolo toscano, che vanta la presenza di una razza unica al mondo, la Cinta Senese DOP.


Il programma prevede interventi di veterinari e professionisti con competenze specifiche, e offrirà spunti pratici su tecniche produttive e protocolli sanitari efficaci su tematiche come la corretta alimentazione, aggiornamenti epidemiologici, gestione sanitaria, offerta diagnostica e applicazione delle norme minime di biosicurezza. “Condividere questo progetto ha un valore molto importante per l’Istituto – dichiara in una nota il direttore sanitario Giovanni Brajon – e la sede di Siena continua ad essere un punto di riferimento a livello provinciale e regionale, per gli allevatori e i medici veterinari e le imprese”.


Il Consorzio di Tutela ha promosso un percorso informativo per i soci e gli allevatori che affrontano criticità e problematiche veterinarie nella gestione quotidiana dell’allevamento. “Come Consorzio – sostiene il presidente Nicolò Savigni – crediamo sia importante coinvolgere e mettere a sistema tutti gli attori presenti nel nostro settore per conoscere le difficoltà e trovare soluzioni”.

In osservatorio filiera bufalina focus su duello con Francia

In osservatorio filiera bufalina focus su duello con FranciaRoma, 11 giu. (askanews) – Torna il report dell’osservatorio economico della filiera bufalina, che sarà presentato il 18 giugno alle ore 11 al Next di Paestum. Quest’anno il focus sarà sulla “disfida” tra Italia e Francia sul ruolo dei formaggi e in particolare della mozzarella di bufala campana Dop. Al centro dell’analisi ci sono il mercato italiano e quello francese, partendo dai cambiamenti nel consumo dei formaggi italiani Oltralpe, per arrivare al trend, alla percezione e all’approccio al consumo che hanno i francesi rispetto alla Bufala Dop, prodotto che ha proprio nella Francia il primo Paese di destinazione per l’export.


L’osservatorio economico è nato nel 2023 ed è un’iniziativa del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, in collaborazione con Nomisma e UniCredit. Come si comportano i consumatori italiani e francesi nel campo dei formaggi, in particolare quelli a pasta filata? Quali fattori determinano le scelte di acquisto? Che ruolo hanno fattori come il packaging e il prezzo o valori come la sostenibilità? A queste domande risponderà lo studio di Nomisma, commissionato dal Consorzio di Tutela, che intende così rilevare il posizionamento sia in Italia che in Francia della mozzarella di bufala campana Dop, ma ha anche l’obiettivo di tracciare gli scenari futuri, cercando di intercettare gli elementi che potrebbero incrementare il consumo di questa icona del Made in Italy, attraverso anche un’analisi sociodemografica e l’identikit del consumatore tipo. Oltre al “duello” Italia-Francia, l’Osservatorio presenterà anche i dati produttivi e di vendita in Italia confrontandoli con quelli dello scorso anno. L’evento di Paestum ha per titolo “Made in Italy e mercati, scenari di sviluppo della Mozzarella di Bufala Campana Dop”.

Pwc: formaggi strategici per alimentare italiano, fatturato 2023 a 13 mld

Pwc: formaggi strategici per alimentare italiano, fatturato 2023 a 13 mldMilano, 10 giu. (askanews) – Il 9% del latte vaccino prodotto nell’Unione Europea nel 2023 è arrivato dall’Italia, 13 milioni di tonnellate sulle 145 totali. Una quantità a livello di sistema-Europa che eccede del 39% rispetto ai consumi. Per il made in Italy quello lattiero-caseario è un comparto strategico che detiene il primato nella nostra industria alimentare. Lo scorso anno infatti ha realizzato circa 19 miliardi di euro di fatturato, di cui il 68%, pari a circa 13 miliardi, che arriva dal segmento dei formaggi. A scattare la fotografia è Pwc in una ricerca diffusa in occasione della presentazione di B2Cheese, il salone internazionale organizzato riservato a buyer e operatori del settore lattiero-caseario in programma il 25 e 26 settembre 2024 alla Fiera di Bergamo.


A livello europeo negli ultimi sei anni, la produzione di formaggio da latte vaccino è cresciuta del 6%, con 9,6 milioni di tonnellate prodotte solo lo scorso anno (l’1,4% in più rispetto a un anno prima). L’Italia in questo contesto si pone come il terzo produttore con 1,2 milioni di tonnellate di formaggio, dopo Germania (2,5) e Francia (1,7). La produzione tricolore rappresenta il 13% di quella europea, con una crescita che dal 2018 è stata in linea con l’Ue (+6%). In questo contesto, vanno Pwc ricorda che i 57 formaggi a denominazione Dop e Igp generano ormai stabilmente più di 5 miliardi di fatturato per volumi che, nel 2023, hanno raggiunto 593.000 tonnellate (45% del totale formaggi) con le Dop Grana Padano e Parmigiano Reggiano a farla da padrone per valore alla produzione. “Il mercato lattiero-caseario italiano, e in particolare il segmento dei formaggi – ha spiegato Andrea Guerini, senior manager di Pwc illustrando i dati elaborati dall’Ufficio Studi di PwC Italia – rappresenta un comparto altamente strategico per il made in Italy, di cui detiene il primato per fatturato complessivo nell’industria alimentare. L’Italia ha contribuito significativamente all’aumento della produzione europea, che si attesta oggi a +6% rispetto al 2018, e alla crescita dell’export dei prodotti sia intra-Ue che extra-Ue. La trasformazione agroalimentare e l’innovazione tecnologica nel settore, inoltre, impatteranno positivamente sull’intera filiera”.


Il formaggio, che assorbe quasi un quarto del latte prodotto nell’Unione Europea, è protagonista delle esportazioni del Vecchio Continente: su un totale di 61,2 miliardi di export della filiera il 51% arriva dal formaggio, oltre un quarto del quale valica i confini europeo. La filiera lattiero casearia italiane, dal canto suo, nel 2023 ha registrato un saldo della bilancia commerciale positivo per 510 milioni. Elemento determinante per l’intero settore è stato, infatti, l’export che ha registrato un fatturato record di 5,44 miliardi di cui quasi 5 solo di formaggi. Più del 70% del volume dell’export è realizzato intra-Ue, quota in crescita rispetto al 2022 in risposta a maggiori scambi con Francia, Germania e Spagna, e maggiori difficoltà in Canada, Giappone e Corea del Sud. Crescono anche le esportazioni verso l’Est Europa, le quali negli ultimi 10 anni sono quasi triplicate, spinte principalmente dalla Polonia che ha registrato un +30% a valore rispetto al 2022 anche se sul totale il perso è del 2%. Anche il mercato cinese registra buone performance, diventando la quinta destinazione extra-UE per export caseario.


Le importazioni di formaggi, invece, lo scorso anno hanno raggiunto i 2,6 miliardi di euro, di cui la quasi totalità (96,9%) è realizzato intra-Ue. La Germania si conferma leader con il 45% del totale dei formaggi importati in Italia. Particolarmente rilevante è il comparto dei formaggi freschi (inclusi siero di latte e latticini), spiega Pwc, che rappresentano oltre il 50% di tutti i formaggi tedeschi nel nostro Paese. Per quanto riguarda i formaggi francesi, le importazioni in Italia valgono solamente un quinto delle esportazioni di formaggi italiani verso la Francia.

Masaf: domani a Fiera Levante spazio enogastronomia Dop e Igp

Masaf: domani a Fiera Levante spazio enogastronomia Dop e IgpRoma, 10 giu. (askanews) – Domani, 11 giugno, alle 16.30 presso l’International Media Centre della Fiera del Levante di Bari, si terrà la presentazione dello spazio dedicato ai prodotti made in Italy DOP e IGP. Per l’occasione, verrà presentata un’edizione speciale in lingua inglese dell’Atlante Qualivita-Treccani, “G7 Italia 2024”, realizzata da Fondazione Qualivita ed edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italia – Treccani, con il supporto del Masaf, che raccoglie e racconta l’identità del patrimonio agroalimentare italiano certificato. Lo annuncia il Masaf in una nota.


Interverranno alla presentazione il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e il Direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati. L’edizione speciale dell’Atlante, con la prefazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro Lollobrigida, è stato scelto dal Governo italiano tra i doni per i Capi di Stato dei Paesi che parteciperanno al G7 in programma in Puglia, a Borgo Egnazia (Fasano) dal 13 al 15 giugno, per offrire agli ospiti internazionali un’espressione di punta della cultura e dell’eccellenza made in Italy.


L’iniziativa, che si prolungherà fino al 15 giugno, ha l’obiettivo di promuovere le eccellenze enogastronomiche valorizzando prodotti DOP e IGP dell’intera Nazione e della Puglia. Le degustazioni saranno realizzate e guidate dai Consorzi di tutela con la collaborazione di Origin Italia e il coinvolgimento degli studenti dell’Istituto professionale “Domenico Modugno” di Polignano a Mare e dei sommelier della FIS – Fondazione Italiana Sommelier. L’Italia vanta il primato di prodotti agroalimentari DOP IGP, che contribuiscono ad esprimere la cultura nazionale e il valore delle filiere territoriali.

Per il maltempo mancano fieno e mais in allevamenti padovani

Per il maltempo mancano fieno e mais in allevamenti padovaniRoma, 10 giu. (askanews) – Nei 370 allevamenti della provincia di Padova mancano fieno e mais a causa del maltempo. Le continue e intense piogge e le poche giornate di sole hanno causato infatti non solo la perdita della prima semina del mais, destinato in gran parte ai mangimi per gli animali, ma anche quella del primo raccolto di foraggere e prati stabili per la produzione di fieno. Di conseguenza, i costi di produzione sono destinati ad aumentare, dato che gli allevatori dovranno provvedere ad approvvigionamenti di mangimi extra-aziendali, a prezzi molto più alti rispetto a quelli del 2023.


“Il maggengo, cioè il primo taglio di fieno, ormai è andato, a causa di tutta l’acqua caduta in maggio – sottolinea Enrico Piantella, responsabile degli uffici di Cittadella e Piazzola sul Brenta per Confagricoltura Padova – E, oltre al fatto che il primo taglio è il più importante, si teme anche una scarsa qualità del prossimo raccolto. Per quanto riguarda il mais sia le aziende zootecniche, sia quelle che producono seminativi, non sono riuscite finora a portare a buon fine le semine. La maggior parte degli agricoltori ora si sta orientando sulla soia, l’ultima spiaggia per fare seminativo, ma questo porterà ad un surplus del prodotto e quindi ad un deprezzamento, a fronte di costi di produzione più alti rispetto allo scorso anno”. Gran parte degli allevatori, che per il 75% si trovano nell’Alta Padovana, è costretta a dover acquistare il mais dai commercianti, con aggravio di costi aziendali. In tutta la provincia la situazione è compromessa dal mese di piovosità anomala. Si calcola che siano oltre 12.000 gli ettari di terreni interessati dagli allagamenti.