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Scoperti resti di bue domestico in Mesopotamia 10mila anni fa

Scoperti resti di bue domestico in Mesopotamia 10mila anni faRoma, 14 nov. (askanews) – I più antichi antenati del bue domestico sono stati scoperti nella valle dell’Indo e nella mezzaluna fertile in Mesopotamia: si tratta di resti di uro (Bos primigenius) risalenti a circa 10mila anni fa. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature e condotta dal Trinity College di Dublino e dall’Università di Copenaghen, ha coinvolto Luca Pandolfi, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, che da tempo si occupa dell’evoluzione e dell’estinzione dei grandi mammiferi continentali anche in relazione ai cambiamenti climatici.


Gli uri addomesticati erano animali abbastanza simili a quelli selvatici, ma un po’ più piccoli, soprattutto con corna meno sviluppate ad indicare una maggiore mansuetudine. Giulio Cesare nel De Bello Gallico (De Bello Gallico, 6-28) descrive infatti l’uro selvatico come un animale di dimensioni di poco inferiori all’elefante, veloce e di natura particolarmente aggressiva. Dai resti fossili emerge che gli uri selvatici potevano raggiungere un’altezza di poco meno di due metri, i 1000 kg di peso ed avere corna lunghe più di un metro. La loro presenza ha dominato le faune dell’Eurasia e del Nord Africa a partire da circa 650 mila anni fa, per poi subire un forte declino dalla fine del Pleistocene, circa 11mila anni fa, fino alla sua estinzione in età moderna. L’ultimo esemplare di cui si ha notizia fu abbattuto il Polonia nel 1627. “Lo studio su Nature ha analizzato per la prima volta questa specie per comprenderne la storia evolutiva e genetica attraverso resti fossili rinvenuti in diversi di siti in Eurasia, Italia inclusa, e Nord Africa”, dice Luca Pandolfi.


Dai reperti, che includono scheletri completi e crani ben conservati, sono stati estratti campioni di DNA antico. La loro analisi ha quindi permesso di individuare quattro popolazioni ancestrali distinte che hanno risposto in modo diverso ai cambiamenti climatici e all’interazione con l’uomo. Gli uri europei, in particolare, subirono una diminuzione drastica sia in termini di popolazione che di diversità genetica durante l’ultima era glaciale, circa 20 mila anni fa. La diminuzione delle temperature ridusse infatti il loro habitat spingendoli verso la Penisola Italiana e quella Iberica da cui successivamente ricolonizzarono l’intera Europa. “Nel corso del Quaternario, epoca che va da 2 milioni e mezzo di anni fa sino ad oggi, l’uro è stato protagonista degli ecosistemi del passato, contraendo ed espandendo il proprio habitat in relazione alle vicissitudine climatiche che hanno caratterizzato questo periodo di tempo – conclude Pandolfi – le ossa di questi maestosi animali raccontano ai paleontologi la storia del successo, adattamento e declino, di una specie di cui noi stessi abbiamo concorso all’estinzione e rivelano la complessità e fragilità delle relazioni che legano gli organismi viventi al clima del nostro Pianeta”.

Confagri Cuneo: servono iniziative urgenti per ortofrutta

Confagri Cuneo: servono iniziative urgenti per ortofruttaRoma, 14 nov. (askanews) – Servono iniziative urgenti per risollevare il settore ortofrutticolo locale e nazionale. “È necessario mettere in campo strumenti, finanziari e non, flessibili e tempestivi in grado di fornire un supporto efficace alle imprese agricole oggi in seria difficoltà a causa della continua riduzione della marginalità. La redditività sempre più esigua e la burocrazia sempre più complessa sono alcuni degli elementi che stanno allontanando i giovani dall’attività agricola ed il rischio che si sta correndo è la chiusura di molte imprese ortofrutticole”, a dirlo è Michele Ponso, presidente della FNP Ortofrutticola di Confagricoltura e della sezione Frutticoltura di Confagricoltura Cuneo interviene a margine dell’incontro annuale del Comitato misto ortofrutta di Italia, Francia, Spagna e Portogallo a cui ha partecipato nei giorni scorsi a Parigi.


Durante la riunione è stata analizzata la situazione di mercato dei principali prodotti ortofrutticoli, per evidenziare le sempre maggiori difficoltà con cui le imprese agricole si scontrano quotidianamente e per indicare le priorità di intervento necessarie alla ripresa del comparto. Dall’analisi è emerso che per tutte le produzioni dei Paesi partecipanti al Comitato si riscontra una riduzione della produzione, principalmente a causa delle avversità climatiche (minore resa, maggiore scarto) e della proliferazione dei patogeni, unita alla riduzione di molecole con cui risulta sempre più complesso impostare una adeguata difesa fitosanitaria. Da sottolineare, parallelamente, l’aumento dei costi di produzione, il calo dei consumi e la difficoltà a reperire manodopera. Confagricoltura ha anche evidenziato la necessità di arrivare ad una razionalizzazione dei diversi sistemi di certificazione che sono estremamente costosi e complessi da gestire da parte delle imprese agricole. Tra gli altri argomenti affrontati, molta attenzione è stata posta sul tema fitosanitario, con la richiesta di maggiore disponibilità di principi attivi per il settore e di armonizzazione degli utilizzi in Europa, mentre c’è forte preoccupazione nel mondo della produzione riguardo i risvolti dell’applicazione del Regolamento Imballaggi.


“Sarebbe importate, inoltre, riuscire ad avere, per il futuro, maggiori risorse per la gestione del rischio, anche in considerazione della sempre più complessa possibilità di accesso alla copertura assicurativa da parte delle aziende”, ha concluso Michele Ponso. L’accento su queste difficoltà del comparto frutticolo è stato posto anche nel corso della presentazione dei dati dell’annata agraria da parte di Confagricoltura Piemonte a Torino. Nonostante, in generale, la campagna frutticola abbia fatto registrare buoni risultati sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, il 2024 è stato un anno complicato dal punto di vista della gestione agronomica, a causa dell’andamento climatico, con costi in deciso in rialzo.

Mastro Tortello: crowdfunding per nuove aperture, target raccolta 1,2 mln

Mastro Tortello: crowdfunding per nuove aperture, target raccolta 1,2 mlnMilano, 13 nov. (askanews) – Mastro Tortello, brand nato a Milano nel 2021 per offrire in un bistrot pasta fresca fatta a mano, ha avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd con l’obiettivo di raccogliere 1,2 milioni di euro. I fondi saranno destinati all’apertura di almeno due nuovi locali in zone particolarmente frequentate (centri commerciali o strade ad alto flusso) e alla creazione di un’unità produttiva centralizzata per migliorare l’efficienza e continuare a garantire la massima qualità della pasta.


La campagna di equity crowdfunding vede il coinvolgimento dell’imprenditore Ettore Riello, che ha deciso di investire in Mastro Tortello, riconoscendo il potenziale della startup e supportando la visione del brand. Inoltre, una partnership strategica con il pastificio Fioravanti ha portato alla creazione della linea “Tortellino Fioravanti by Mastro Tortello”, una nuova specialità che sarà disponibile a breve. Nel 2023, grazie a una gestione ottimizzata e agli oltre 20.000 clienti di 89 nazionalità diverse, il brand ha registrato una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Questo risultato evidenzia la solidità del sistema produttivo e distributivo, pronto per sostenere l’espansione su larga scala anche oltre i confini nazionali.


Mastro Tortello nasce dall’idea di Marco Pagnussat, Riccardo Urso e dello chef stellato Umberto De Martino, ed è caratterizzato da un format che unisce innovazione e tradizione, prendendo spunto dai “Plin”, preparazione caratteristica del Piemonte, nata a metà del 1800 e il cui nome deriva dal pizzico che viene dato alla pasta per racchiudere il ripieno, stretto in una sfoglia sottile. “Il nostro obiettivo è di portare la qualità della pasta fresca a un pubblico sempre più ampio, unendo la tradizione culinaria italiana a un’esperienza moderna e accessibile – afferma Marco Pagnussat, CEO di Mastro Tortello – L’espansione che stiamo pianificando con questa raccolta ci consentirà di continuare a costruire un brand solido, capace di unire tradizione e innovazione in modo unico”.

Sostenibilità, Sanpellegrino: in 6 anni risparmiati 329 mln litri di acqua

Sostenibilità, Sanpellegrino: in 6 anni risparmiati 329 mln litri di acquaMilano, 13 nov. (askanews) – Sanpellegrino, azienda del settore acque minerali e bibite non alcoliche del gruppo Nestlè, grazie a progetti per la riduzione, il riutilizzo e il riciclo di acqua nei processi industriali, negli ultimi 6 anni ha risparmiato 329 milioni di litri. Con interventi sulle macchine riempitrici e sui meccanismi di regolazione, l’azienda è arrivata a consumare 0,05 litri di acqua di processo per ogni litro di acqua minerale imbottigliato, in diminuzione rispetto agli 0,07 litri di acqua utilizzati nel 2022.


Inoltre per garantire una gestione della risorsa idrica responsabile e sostenibile entro la fine del 2025 prevede di certificare tutti gli stabilimenti secondo lo standard internazionale Aws (Alliance for water stewardship). La certificazione riconosce e premia, infatti, il modo in cui le imprese si prendono cura dell’acqua attraverso il rispetto del bilancio idrico, la partecipazione attiva nella gestione efficace e sostenibile delle risorse idriche locali e l’identificazione e lo sviluppo di progetti fondamentali per la loro salvaguardia. A oggi sono stati certificati i siti produttivi di Ruspino e Scarperia in cui vengono imbottigliati i due brand internazionali di acqua minerale, S.Pellegrino e Acqua Panna. Lo stabilimento di Cepina otterrà la certificazione nei prossimi mesi e San Giorgio in Bosco entro la fine del 2025. Sanpellegrino quindi sviluppa interventi di tutela dell’acqua che si estendono anche ai bacini idrici dei territori in cui sono presenti i suoi siti produttivi. Sono stati quindi identificati una serie di progetti da sviluppare con università, consorzi e stakeholder locali, i cui risultati vengono misurati attraverso la metodologia del volumetric water benefit accounting (Vwba) del World resources institute. A Cepina Valdisotto (SO), dove è presente lo stabilimento di Levissima, nel 2023 il gruppo ha avviato le operazioni per rigenerare i pendii boschivi colpiti dalla tempesta Vaia nel 2018. Nel Comune di Barberino del Mugello, territorio di origine di Acqua Panna, è intervenuto nell’ambito del progetto Fonte Voltone per il potenziamento dell’acquedotto integrando nel servizio pubblico la sorgente “Voltone”, che attualmente non utilizza e far fronte alla storica difficoltà di garantire l’approvvigionamento idrico alle frazioni montane di Santa Lucia e Monte di Fò. Mentre nel Padovano, dove è presente il sito produttivo di San Giorgio in Bosco, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica del Brenta ed Etifor, ha realizzato uno studio per individuare soluzioni per fronteggiare l’impoverimento delle acque sotterranee del bacino idrico del fiume Brenta dovuto al cambiamento climatico.


“La sostenibilità è da sempre parte integrante della nostra cultura aziendale perché abbiamo la responsabilità di preservare una risorsa preziosa come l’acqua, e portarla sulle tavole dei nostri consumatori. Il nostro modello di business si basa, quindi, su una crescita sostenibile nel rispetto dell’ambiente e delle risorse per promuovere un futuro di qualità per le persone, le comunità e il Pianeta – ha dichiarato Michel Beneventi, amministratore delegato del gruppo Sanpellegrino – Proprio per questo ci impegniamo a sviluppare progetti capaci di amplificare l’impatto positivo delle nostre attività e di ridurre allo stesso tempo la nostra impronta ecologica. Per genere un reale e crescente impatto positivo coinvolgiamo anche tutti i nostri stakeholder in un percorso di sostenibilità condiviso. Questo approccio ci ha consentito di confermare, se non addirittura di migliorare, anno dopo anno, le performance dei principali indicatori della gestione responsabile della nostra azienda, in particolare il nostro impatto ambientale, la catena di fornitura, la logistica e il packaging”. Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, fin dal 2011 tutti i siti produttivi del gruppo utilizzano il 100% di energia elettrica acquistata proveniente da fonti rinnovabili. Sul fronte del packaging nel 2023 il gruppo ha utilizzato 12.950 tonnellate di R-PET, il 79% in più rispetto alle 7.246 tonnellate del 2022, riducendo ulteriormente il quantitativo di PET vergine. Inoltre, dal 2023 tutto il portafoglio Levissima è composto da almeno il 25% di R-PET, una scelta attuata con due anni di anticipo rispetto all’obbligo di legge previsto dall’Unione Europea. Mentre per Acqua Panna e S.Pellegrino si è raggiunto il 30% di R-PET su tutta la gamma dei prodotti. Per quanto riguarda i prodotti commercializzati all’estero, l’88% è venduto in Paesi dove il gruppo collabora a iniziative per il riciclo e per la riduzione dei rifiuti dispersi nell’ambiente. Sanpellegrino si impegna anche sul fronte logistio: oggi, grazie ai progetti implementati negli anni, il 71% dei prodotti del gruppo in Italia viene trasportato su mezzi a basso impatto ambientale: il 20% viaggia in treno, il 17% via mare, mentre il 55% dei prodotti trasportati su strada viaggia su mezzi alimentati a GNL e Bio-GNL. Nel contesto dell’utilizzo di questi carburanti, anche nel 2023, Sanpellegrino ha collaborato con il Gruppo Maganetti e con Air Liquide per il navettaggio da San Pellegrino Terme all’hub di Madone e con Logistica 1 per la tratta Cepina Valdisotto-Genova, risparmiando complessivamente l’equivalente di oltre 14.100 tonnellate di CO2. Un altro importante traguardo è stata l’inaugurazione ad aprile 2023 del primo camion 100% elettrico a zero emissioni dedicato a Levissima.

Coldiretti premia le contadine italiane protagoniste del settore

Coldiretti premia le contadine italiane protagoniste del settoreRoma, 13 nov. (askanews) – Dallo yoga tra i campi di lavanda, all’agri gelateria che rivitalizza un piccolo borgo, passando dalla lana trasformata in abito alla fattoria sociale che accoglie lavoratori stranieri fino ad arrivare all’eco-rotaia in vigna. Sono alcune delle iniziative premiate nella seconda edizione del Premio “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo”, presentato a Roma a Palazzo Rospigliosi dalle Donne Coldiretti alla presenza del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, di quello dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e, attraverso un video messaggio, di quello dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini. 


Il premio è dedicato alle imprenditrici agricole che, con passione e determinazione, stanno portando avanti pratiche virtuose che combinano tradizione e innovazione, con un forte impegno per la tutela dell’ambiente e non solo. Le donne contadine costituiscono una comunità straordinaria, con quasi 200mila imprese “rosa” pari al 30% delle aziende agricole italiane. Le imprenditrici agricole italiane, sottolinea Coldiretti, mostrano una notevole capacità di coniugare rispetto per l’ambiente, impegno sociale, qualità della vita, valorizzazione dei prodotti tipici e biodiversità, affrontando con coraggio le sfide di un mercato in continua evoluzione. Il premio rappresenta una grande vetrina per le Donne Coldiretti, celebrando l’impegno, la passione e la dedizione delle imprenditrici green. L’obiettivo è promuovere l’agricoltura al femminile, valorizzare il lavoro dei campi e far conoscere un mondo in cui le donne sono sempre più centrali, rinnovando il settore agroalimentare con creatività e spirito innovativo.


“L’agricoltura oggi rappresenta non solo una fondamentale risorsa economica, ma anche un patrimonio culturale e sociale dell’Italia – sottolinea Ettore Prandini, presidente Coldiretti – In questo contesto, le donne stanno emergendo come protagoniste, portando innovazione, sostenibilità e passione in ogni campo. Il profilo delle imprenditrici agricole oggi è molto alto – conclude Prandini – ben il 25% di loro ha una laurea e il 50% associa all’attività primaria (semplice coltivazione) tante altre attività come agriturismo, agriasili, fattorie didattiche, agri cosmesi e una particolare attenzione al sociale. E’ una realtà in continua crescita”. “In un settore spesso considerato prerogativa maschile – afferma Mariafrancesca Serra, responsabile Donne Coldiretti – è fondamentale sottolineare come le imprese agricole a conduzione femminile siano le più resilienti, capaci di scommettere e vincere difficili sfide imprenditoriali dimostrando di possedere grandi capacità gestionali”.

Masaf: riconosciuti 3 nuovi Consorzi, in tutto ora sono 217

Masaf: riconosciuti 3 nuovi Consorzi, in tutto ora sono 217Roma, 12 nov. (askanews) – Con l’ingresso del Consorzio Olio DOP “Terra d’Otranto”, del Consorzio per la tutela e valorizzazione della Pesca di Verona IGP, e del Consorzio di tutela Tintilia del Molise, si rafforza la rete dei consorzi di tutela che proteggono e promuovono il legame unico tra i prodotti di eccellenza italiani e i loro territori d’origine. Il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha formalizzato questo riconoscimento con tre nuovi decreti: due per il comparto agroalimentare e uno per il settore vitivinicolo.


Con il riconoscimento ministeriale, salgono quindi a 182 i Consorzi di tutela riconosciuti nel settore agroalimentare ed a 135 quelli riconosciuti nel settore vitivinicolo, consolidando un sistema di aggregazione che la nostra Nazione detiene da anni per i prodotti di qualità. I consorzi di tutela, ricorda il Masaf, giocano un ruolo cruciale nella gestione delle Indicazioni Geografiche, garantendo la protezione, la promozione e la valorizzazione di prodotti che rappresentano le eccellenze italiane, sia a livello nazionale che internazionale. Grazie al loro impegno, ogni prodotto rimane fedele alle tradizioni locali, offrendo ai consumatori la garanzia di qualità, autenticità e origine, pilastri fondamentali del Made in Italy.

Fao: da trasformazione sistemi agroalimentare risposte a crisi clima

Fao: da trasformazione sistemi agroalimentare risposte a crisi climaRoma, 12 nov. (askanews) – La trasformazione dei sistemi agroalimentari contiene soluzioni per la crisi climatica e l’unico modo “per ridurre le emissioni di carbonio e ripristinare la natura sulla strada per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius è trasformare i nostri sistemi agroalimentari”. Lo ha detto oggi il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), QU Dongyu, alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) a Baku, in Azerbaigian.


Questa trasformazione verso sistemi agroalimentari globali più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili è sempre più riconosciuta come essenziale per raggiungere l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Il cambiamento “contiene soluzioni per la crisi climatica e le sfide interconnesse di cibo, acqua, terra e biodiversità”, ha affermato Qu, sottolineando che i sistemi agroalimentari devono essere integrati nei piani nazionali e considerati prioritari negli accordi ambientali multilaterali. Guardando al futuro, la FAO propone di riunirsi nuovamente alla COP30 per discutere su come accelerare gli sforzi per combattere la deforestazione, che è un aspetto critico dell’azione per il clima necessaria per trasformare i sistemi agroalimentari, ha affermato il Direttore generale. È quindi fondamentale indirizzare i finanziamenti ai sistemi agroalimentari e garantire che raggiungano efficacemente le comunità agricole.

Masaf: nasce la nuova Carte forestale italiana fatta dal Crea

Masaf: nasce la nuova Carte forestale italiana fatta dal CreaRoma, 12 nov. (askanews) – Arriva la nuova Carta Forestale Italiana (CFI2020), consultabile sul sito del Sistema informativo nazionale delle foreste e delle filiere forestali (SINFor) e al link (sian.it/SinForGrafClient/), realizzata dal Crea su incarico della Direzione Foreste del Masaf. Lo comunica il Masaf in una nota.


Si tratta del primo innovativo strumento, dopo la Carta della Milizia Forestale del 1936, in grado di trasmettere una conoscenza approfondita del territorio e della consistenza del Patrimonio forestale nazionale elaborata in modo integrato rispetto ai dati degli Inventari forestali nazionali. La CFI2020 rappresenta uno strumento fondamentale di supporto per le scelte politiche e per l’adozione di opportune azioni di programmazione forestale, a garanzia di una gestione e pianificazione efficace del patrimonio boschivo nazionale. La Carta permette di visualizzare, a scala 1:10.000, la superficie forestale distinta secondo le definizioni di bosco previste sia a fini normativi (da quella nazionale del TUFF, Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali, a quelle regionali qualora presenti) sia per fini statistici (definizione FAO in coerenza con quanto previsto dall’Inventario forestale nazionale). Si tratta di una dettagliata e funzionale rappresentazione vettoriale, derivante dall’aggiornamento e mosaicatura di cartografie tematiche, regionali e locali, basata sulle ortofoto AGEA ad oggi più recenti per l’intero territorio nazionale, a risoluzione geometrica di 20 cm.


Tutte le informazioni georeferenziate disponibili in materia forestale e riguardanti aspetti diversi del territorio italiano, vengono in tal modo messe a disposizione di privati, amministrazioni, enti pubblici e/o competenti sul territorio.

Al via II edizione premio donne Coldiretti ‘Amiche della terra’

Al via II edizione premio donne Coldiretti ‘Amiche della terra’Roma, 12 nov. (askanews) – Al via la seconda edizione del Premio “Amiche della Terra – Storie di donne che nutrono il mondo”, in cui si celebreranno le donne contadine e il loro ruolo sempre più centrale nel settore agricolo. L’appuntamento è il 13 novembre alle 9 al Centro congressi di Palazzo Rospigliosi, sede della Coldiretti, in via XXIV Maggio 43 a Roma.


Attraverso un’esposizione allestita all’esterno, sarà possibile scoprire le realtà delle imprenditrici agricole che stanno rivoluzionando l’agricoltura italiana. Tra le storie in evidenza, la fattoria sociale che accoglie lavoratori extracomunitari, l’agrigelateria che salva il piccolo borgo, la lana che dalla stalla arriva all’atelier, l’eco-rotaia che si muove tra le vigne e lo yoga che si pratica tra il suggestivo sfondo dei campi di lavanda. Il premio delle Donne Coldiretti è dedicato alle imprenditrici agricole che stanno portando avanti pratiche virtuose che combinano tradizione e innovazione, con un forte impegno per la tutela dell’ambiente e non solo. All’evento saranno presenti oltre al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, al segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo e alla responsabile nazionale di Donne Coldiretti Mariafrancesca Serra, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone e quello dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida. Inoltre, interverranno personaggi dello spettacolo che hanno puntato sull’agricoltura e donne straordinarie, da sempre vicine alle imprenditrici agricole con iniziative di solidarietà contro la violenza di genere.

Sindacati Ue chiedono stop a riduzione sforzo in pesca in 2025

Sindacati Ue chiedono stop a riduzione sforzo in pesca in 2025Roma, 12 nov. (askanews) – I sindacati e le imprese della pesca europea chiedono alle istituzioni dell’Ue di non procedere a ulteriori riduzioni dello sforzo di pesca nel 2025 e di attendere di poter valutare i risultati, in termini di ripopolamento delle risorse ittiche, del piano pluriennale per il Mediterraneo occidentale (2019-2024) che ha già imposto una riduzione del 40% delle attività di pesca, con conseguenti gravi ricadute economiche ed occupazionali.


È quanto prevede una risoluzione congiunta, sottoscritta dal sindacato europeo dei lavoratori della pesca (Etf) e dalle associazioni datoriali Europeche e Cogeca, che è stata approvata oggi a Bruxelles dalla sessione plenaria del Comitato per il dialogo sociale per la pesca marittima, organo consultivo della Commissione europea. Ne danno notizia Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca, presenti alla riunione di Bruxelles, che sottolineano l’importanza di questa risoluzione nella quale, tra l’altro, si chiede all’Unione europea di adottare un approccio, completamente diverso rispetto al passato, nel determinare le possibilità di pesca e le misure tecniche per il Mediterraneo, attuando una nuova strategia che integri l’aspetto economico e sociale con quello ambientale.