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Siglato manifesto per sostenibilità digitale settore zootecnico

Siglato manifesto per sostenibilità digitale settore zootecnicoRoma, 29 mag. (askanews) – Siglato oggi al Senato il Manifesto “SMART MEAT 2030 – Sustainable Management and Advanced Responsible Technologies for Meat Ecosystems and Agri-food Tracking” per la sostenibilità digitale del settore zootecnico italiano. Il Manifesto è stato firmato nel corso della conferenza stampa per la presentazione del Rapporto “La transizione digitale delle filiere italiane della carne”, indetta su iniziativa del Senatore Antonio De Poli in collaborazione con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale.


Lo studio è stato realizzato dalla Fondazione con il contributo scientifico del centro studi di Carni Sostenibili, l’associazione che riunisce le principali sigle dei produttori di carni e salumi in Italia. SMART MEAT 2030 nasce per sostenere le aziende del settore zootecnico italiano nel loro percorso verso gli obiettivi europei 2030 di sostenibilità. Sono 10 i puntiche costituiscono il Manifesto e disegnano un percorso di sensibilizzazione verso i temi più urgenti per supportare le aziende del settore verso la transizione digitale in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Lo studio scatta una fotografia dettagliata dell’intero comparto. Oggi in Europa ci sono 9,1 milioni di aziende agricole, di cui 3,2 milioni di aziende sono zootecniche e miste, la produzione agricola complessiva nei Paesi europei ammonta a 537,5 miliardi di euro, di cui 206 miliardi derivanti dalla produzione animale.


Nel nostro Paese, invece, ci sono 166.460 aziende zootecniche (131.110 specializzate nell’allevamento del bovino, 28.550 per il suino e 6.800 per il settore avicolo), per 513.000 addetti (358.000 per il settore bovino, 91.000 per il settore suino e 64.000 per il settore avicolo). In totale il settore zootecnico vale 33 miliardi di euro (11 miliardi per la fase agricola, 22 miliardi per quella industriale). L’Italia con 3,69 milioni di tonnellate di carne prodotta si colloca al 5° posto in Europa – dopo Germania (7,92 mln/tons) Spagna (7,16 mln/tons), Francia (5,42 mln/tons) e Polonia (5,13 mln/tons) – ma al penultimo posto nei consumi pro-capite di carni con 72 kg di consumo apparente all’anno, a cui corrispondono circa 35,5 kg di consumo reale, considerando solo la parte edibile di carne (al netto di ossa, cartilagini e grasso).

La Pietra: con riunione Coi Italia a centro attenzione su olio

La Pietra: con riunione Coi Italia a centro attenzione su olioRoma, 29 mag. (askanews) – Conclusi gli Stati generali dell’olivicoltura, organizzati a Siena dal sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, è iniziata la riunione del COI, Comitato consultivo dell’olio d’oliva e delle olive da tavola, al quale prendono parte delegazioni italiane e internazionali di tutti i principali Paesi produttori olivicoli dell’area del Mediterraneo e non solo.


A trenta anni dall’ultima edizione l’Italia torna quindi al centro dell’attenzione del settore olivicolo internazionale, dando un segnale forte di volontà di rilancio del settore. Un evento che il sottosegretario La Pietra ha così commentato nel suo intervento davanti alla platea e al direttore del Coi, Jamie Lillo: “durante i lavori degli Stati generali dell’olivicoltura abbiamo letto un passo dello statuto della città di Siena, risalente al ‘400, nel quale si fa riferimento all’agricoltura e all’importanza dell’olio di oliva. Basterebbe già – ha detto – a dare il senso di quanto questo territorio, la Toscana e tutta l’Italia abbiano una storia fortemente legata alla coltivazione e alla produzione dell’olio, che non mi stancherò mai di ribadire come non vada considerato un semplice condimento, bensì un magnifico alimento, che racchiude in sé valori alimentari, gastronomici e culturali, che hanno il gusto ineguagliabile di una storia unica al mondo”.


“Venendo al presente confido – ha proseguito La Pietra – che dai lavori odierni e dai prossimi impegni che ci attendono si possa trovare le soluzioni utili ad affrontare una situazione che si prospetta complessa per il comparto, così come lo è stata negli ultimi anni, non solo per l’Italia. Dobbiamo tutti insieme riuscire a far apprezzare alle persone – ha concluso il sottosegretario – il valore e la qualità di questo prodotto, concentrandoci sull’importanza della sostenibilità, che intendo a 360 gradi, quindi dal punto di vista ambientale e anche in termini economici per i nostri agricoltori, perché questa è la missione che ci deve accomunare nel progettare il futuro del settore”.

Fedagripesca Toscana: serve patto per promuovere olio italiano

Fedagripesca Toscana: serve patto per promuovere olio italianoRoma, 29 mag. (askanews) – “Serve un patto tra istituzioni, associazioni di categoria e singoli produttori per promuovere l’olio toscano e italiano. Dobbiamo lavorare insieme, ognuno con le sue competenze, per raccontare le caratteristiche dell’olio italiano, che ha una grande qualità che spesso non viene percepita, e ha un ruolo fondamentale per il mantenimento del paesaggio e per favorire l’economia sociale di molti luoghi collinari”.


A dirlo è Mario Mori, consigliere di Fedagripesca Toscana in occasione dell’evento sugli Stati Generali dell’Ovicoltura Nazionale e Internazionale che si è tenuto ieri a Siena. “L’Italia è il primo paese consumatore di olio, con 460mila tonnellate, ed è anche il primo paese importatore – continua Mori -. L’Italia produce 330 mila tonnellate, importa 535mila tonnellate ed esporta 360mila tonnellate. La Toscana ha circa 85 mila ettari di olivi, l’8 % della nazione. Il nostro olio è di grande qualità, ma questa caratteristica spesso non viene percepita dai consumatori. Dobbiamo lavorare sulla promozione, per spiegare che la scelta dell’olio è fondamentale per l’alimentazione”.


“Il 26% delle aziende toscane sono infatti molto piccole, da 0,5 a 1 ettaro – conclude Mori – In Toscana si produce una media di 16 mila tonnellate di olio, il 5% produzione nazionale. L’olio è un prodotto con moltissime qualità terapeutiche e nutrizionali, quindi è fondamentale valorizzarlo facendo conoscere le sue caratteristiche”.

Patata Bologna Dop, concluso progetto Psr per ottimizzare filiera

Patata Bologna Dop, concluso progetto Psr per ottimizzare filieraRoma, 29 mag. (askanews) – Si concluderà il 31 maggio il progetto Psr per l’innovazione del processo produttivo e per lo sviluppo di un modello di best practices per la filiera della Patata di Bologna DOP, la prima patata Dop in Italia, messo a punto dal Consorzio e dall’università di Bologna.


Il percorso ha avuto una durata di 15 mesi e ha visto il coinvolgimento del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP come capofila, il Dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna come partner scientifico, l’ente di formazione bolognese Dinamica e tre aziende socie del Consorzio. “Il progetto si conclude contemporaneamente alla fine della campagna 2023/2024, che ha visto una riduzione significativa degli ettari certificati (-24%) e delle rese produttive – spiega Davide Martelli, presidente del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP – Il progetto ha consentito al Consorzio di monitorare in tempo reale lo stato dei terreni durante una delle campagne produttive più sfidanti, condizionata da fenomeni atmosferici avversi”. “È evidente a tutti – ha aggiunto – la sfida della sostenibilità dei nostri sistemi colturali, tra cambiamenti climatici, agenti patogeni e redditività dei produttori. È una sfida che interessa l’intero comparto agricolo, e come Consorzio vogliamo contribuire a trovare le giuste risposte a queste tematiche”.


“I dati raccolti ci hanno fornito importanti indicazioni per definire un modello di best practices da integrare nella filiera produttiva della Patata di Bologna DOP – conclude Martelli – Per noi si tratta solo di un primo passo in un percorso a lungo termine, che intendiamo proseguire osservando almeno tre campagne di studio, attraverso un nuovo progetto da attuare su un arco temporale di 36 mesi. L’obiettivo sarà quello di supportare i nostri produttori nell’affrontare le problematiche in campo, aumentando le rese e il livello qualitativo di un prodotto che rappresenta un unicum per il territorio bolognese”.

Lollobrigida a Caprarola incontra produttori nocciole viterbese

Lollobrigida a Caprarola incontra produttori nocciole viterbeseRoma, 29 mag. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si è recato a Caprarola per incontrare i produttori di nocciole del viterbese. Lo rende noto lo stesso ministro su Facebook.


“Da questi territori nasce un prodotto straordinario dalle infinite qualità e benefici – ha detto Lollobrigida – Una filiera, quella delle nocciole della Tuscia, che per tradizione e capacità produttive ha pochi eguali nel settore. Continuiamo ad ascoltare e tutelare i nostri produttori, esaltando le unicità che rendono grandi i prodotti italiani nel mondo”, ha concluso.

Torna festa del Culatello di Zibello dal 31 maggio al 2 giugno

Torna festa del Culatello di Zibello dal 31 maggio al 2 giugnoRoma, 29 mag. (askanews) – Mostre mercato, degustazioni, musica e percorsi “gastro-naturalistici” per gli appassionati delle biciclette con possibilità di noleggio gratuito. Sono solo alcuni degli appuntamenti che animeranno la 37esima edizione della Festa del Culatello, in programma a Zibello, nella Bassa Parmense, da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno. Un evento che l’anno scorso ha fatto registrare ben 7mila presenze con oltre 450 chili di culatello affettato, e che vede il Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello Dop tra i principali partner della manifestazione.


Il Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello Dop quest’anno promuoverà attivamente le iniziative sostenibili della tre giorni. Tra queste, domenica c’è la prima edizione del ‘Giro dei 2 Ponti’ organizzata dall’associazione locale Bassa Bike: due percorsi da 60 chilometri sia su strada che per MTB con una guida e degustazione finale a base di Culatello. La giornata proseguirà poi con alcune dimostrazioni pratiche delle lavorazioni del Culatello di Zibello, a cura di Strada del Culatello e del Consorzio di Tutela, e del Parmigiano Reggiano. Romeo Gualerzi, presidente del Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello, spiega che la festa è “un momento importante per celebrare questa eccellenza apprezzata in tutto il mondo, vero e proprio patrimonio e ricchezza della Bassa Parmense. Come Consorzio siamo felici di rinnovare il nostro supporto alla festa, in collaborazione con la Pro Loco e al fianco degli altri attori istituzionali e locali coinvolti”.

Aprono bandi per investimenti infrastrutture irrigue in Piemonte

Aprono bandi per investimenti infrastrutture irrigue in PiemonteRoma, 29 mag. (askanews) – Venerdì 31 maggio apriranno i bandi 2024 del Complemento di sviluppo rurale del Piemonte (Csr 2023-2027) a sostegno dei Consorzi irrigui ed enti irrigui gestori di canali appartenenti al demanio o al patrimonio della Regione, per investimenti in infrastrutture irrigue e di bonifica extra-aziendali su tutto il territorio regionale. La dotazione finanziaria complessiva dei bandi è di 20 milioni di euro. I bandi scadono il 27 novembre 2024.


Nello specifico il primo bando, con un finanziamento di 10 milioni di euro, è relativo alla misura del CSR 2023-2027, intervento SRD08 “Investimenti per infrastrutture con finalità ambientali” – Azione 3 “Infrastrutture irrigue e di bonifica” che ha come obiettivo lo sviluppo delle aree rurali attraverso investimenti finalizzati a realizzare, adeguare e/o ampliare infrastrutture a servizio delle imprese rurali (agricole e non), delle comunità rurali con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale. Il secondo bando, con un finanziamento di 10 milioni di euro, è relativo all’intervento SRD07- “Investimenti in infrastrutture per l’agricoltura e per lo sviluppo socio-economico delle aree rurali” – Azione 7 “Infrastrutture irrigue extra-aziendali, che comportano un aumento netto della superficie irrigata” che prevede investimenti per la modernizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture extra aziendali per l’irrigazione che comportano un aumento netto della superficie irrigata.

Unaprol: serve tutela qualità, traccibilità e trasparenza olio

Unaprol: serve tutela qualità, traccibilità e trasparenza olioRoma, 29 mag. (askanews) – “Per valorizzare la filiera degli oli di oliva vergini chiediamo di attivare quanto prima delle misure specifiche volte a garantire la piena rintracciabilità delle produzioni olearie italiane e contrastare eventuali attività fraudolente a tutela della qualità degli oli di oliva vergini”. E’ quanto chiede David Granieri, presidente Unaprol, per la valorizzazione della filiera degli oli di oliva vergini David Granieri.


“La vendita dei cosiddetti ‘condimenti’, per i quali risulta inapplicabile il divieto alla commercializzazione delle miscele di oli di oliva con altri oli vegetali, cosi come previsto dall’art. 23 del R.D.L. n. 2033/19252, pone una seria questione relativa alla necessità di verificare la congruità dell’indicazione in etichetta della percentuale di olio rispetto al peso netto totale del condimento stesso – spiega – Tenuto conto di questo, si chiede di intensificare i controlli al fine di verificare che la percentuale di olio contenuta nel prodotto ‘condimento’ corrisponda a quanto dichiarato in etichetta”. Ai fini dei controlli sulla tracciabilità dell’origine, Unaprol chiede di attivare una cabina di regia volta a stabilire le necessarie misure informatiche, uno strumento di indagine aggiuntivo che permetta di mettere in comunicazione e far dialogare le informazioni della scheda oleicola del fascicolo aziendale e la materia prima registrata dagli operatori obbligati alla tenuta del Registro Telematico di cui al DM 23 dicembre 2013.


“E’ fondamentale inoltre intensificare i controlli al fine di verificare che la percentuale di olio contenuta nel prodotto ‘condimento’ corrisponda a quanto dichiarato in etichetta – prosegue Granieri – e attivare quanto prima le misure necessarie volte a stabilire le modalità di registrazione, nell’ambito del SIAN, della consegna delle olive da olio ai frantoi oleari da parte dei commercianti di olive. Sarebbe auspicabile inoltre estendere il sistema di tracciabilità telematico attualmente vigente in Italia agli altri stati europei, in modo che il modello italiano diventi un modello europeo”.

Filippo Schiavone confermato in giunta nazionale Confagricoltura

Filippo Schiavone confermato in giunta nazionale ConfagricolturaRoma, 29 mag. (askanews) – Filippo Schiavone, presidente di Confagricoltura Foggia, è stato confermato nella Giunta nazionale di Confagricoltura nel corso dall’Assemblea Generale svoltasi a Roma lunedì 27 maggio.


Rimane nella squadra composta di 9 persone che coadiuverà il presidente Massimiliano Giansanti, rieletto all’unanimità, per il prossimo quadriennio. Una scelta nel segno della continuità per proseguire in un percorso difficile tra pandemia, conflitti e cambiamenti climatici, ma ricco di traguardi raggiunti. “La conferma nella squadra nazionale di Confagricoltura è per me un onore e un impegno complesso – commenta in una nota Filippo Schiavone – Il voto dei colleghi alla mia persona lo ritengo più che un riconoscimento personale, la testimonianza della centralità dell’agricoltura pugliese nel contesto economico nazionale. Una centralità che dovremmo imparare a valorizzare anche sul nostro territorio”.

Coldiretti in porti Salerno e Bari contro import sleale

Coldiretti in porti Salerno e Bari contro import slealeRoma, 29 mag. (askanews) – Sono partiti i blitz nei porti di Salerno e Bari per difendere il nostro made in Italy dall’invasione di prodotti stranieri. Le operazioni di denuncia sono ancora in corso, con gli agricoltori di Coldiretti che, una volta saliti sui gommoni, hanno avvicinato le navi al grido di “No fake in Italy” lanciato durante la mobilitazione al Brennero di qualche mese fa.


“Stop falso cibo italiano” e “Basta import sleale” alcuni degli slogan esposti dalle imbarcazioni, per “rilanciare ancora una volta la richiesta della revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale sull’origine dei cibi, quello che oggi permette il furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy e fa vendere come italiano un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero”. “Come Coldiretti oggi siamo ai porti di Bari e Salerno contro le importazioni sleali fatte con lo sfruttamento dei lavoratori cinesi o senza rispettare gli standard europei. Vogliamo che venga rimesso in discussione il principio del codice doganale sull’origine dei cibi, dove ciò che conta è solo l’ultima trasformazione – ha rilanciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dall’audizione al Senato dove è intervenuto sul tema Dl agricoltura – Bene che il ministro Lollobrigida abbia aperto a questa possibilità, che è per noi la madre di tutte le battaglie a livello europeo. Riteniamo che non può e non deve essere l’ultima trasformazione, ma il prodotto che viene utilizzato, che ne deve esaltare quella che è l’italianità”.


“Per questo – ha aggiunto Prandini – siamo oggi nei porti, per denunciare questa stortura che mette a rischio il nostro made in Italy e le nostre aziende e per questo stiamo raccogliendo 1 milione di firme per la richiesta di una legge popolare europea per ottenere l’obbligo di origine su tutti i prodotti in tutta Europa”.