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Coldiretti: bene apertura Ue a etichetta di origine

Coldiretti: bene apertura Ue a etichetta di origineRoma, 28 mag. (askanews) – L’apertura della Commissione Ue alla proposta avanzata dalla Germania di introdurre l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti in commercio “riconosce il ruolo storico dell’Italia di apripista nelle politiche di garanzia verso il consumatore”. Ad affermarlo è la Coldiretti in riferimento agli esiti del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione Europea.


La delegazione tedesca, appoggiata da Francia, Portogallo, Estonia e Finlandia, alle quali si sono poi aggiunti altri Paesi tra cui la Spagna, ha presentato un documento per l’introduzione dell’etichetta d’origine obbligatoria sui prodotti alimentari venduti su tutto il territorio dell’Unione, sul quale la Commissione si è detta disposta a lavorare, anche se la questione sarà più probabilmente portata avanti dal prossimo esecutivo. Un cambio di rotta importante anche rispetto all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto.


Grazie all’esempio dell’Italia “ci sono dunque le condizioni oggi per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nella Ue, che guardino alla trasparenza e alla naturtalità dei prodotti, rispetto ai troppi inganni permessi in passato e anche comntro i tentativi delle multinaziionali di indirizzarle verso i propri interessi”, conclude Coldiretti sottolineando che in questa ottica “è importante l’annunciata marcia indietro del Portogallo rispetto all’applicazione del sistema di etichettatura a semaforo Nutriscore”.

In Sicilia arriva miscuglio evolutivo frumento adatto a siccità

In Sicilia arriva miscuglio evolutivo frumento adatto a siccitàRoma, 28 mag. (askanews) – Una soluzione alla fragilità dei sistemi agricoli, in un areale, quale quello siciliano, tipicamente a clima semiarido, sempre più interessato da temperature alte e mancanza di acqua. Con questo obiettivo è nato il progetto Mixwheat, “Miscuglio evolutivo di frumento per l’adattamento ai cambiamenti climatici), inserito nella sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, del PSR Sicilia 2014-2022, i cui risultati verranno presentati domani, martedì 28 maggio, a Catania.


Il progetto della durata di tre anni, ha visto protagonisti l’Università di Catania (Di3A) e Rete Semi Rurali per gli aspetti scientifici; le aziende agricole, tutte operanti in regime di agricoltura biologica certificata, Dara Guccione Biofarm, Agricola Cavalli, Green Bio di Terre di Sant’Agata, Società Agricola di Pietro e Filippo Riolo, Terre Frumentarie di Giuseppe Li Rosi, Antichi Granai dei f.lli Mirella Santa e Salvatore Passamonte, e il Molino Quaglia. Il progetto si è proposto l’obiettivo di adattare e diffondere la popolazione evolutiva di grano tenero denominata “Furat Li Rosi”, costituita in Siria, introdotta in Italia, più di un decennio fa e coltivata continuativamente in Sicilia dal 2010. Dal 2018 è disponibile come semente certificata dal CREA-DC.


Le popolazioni evolutive sono il risultato del miglioramento genetico evolutivo, una metodologia che ricolloca la ricerca dalle stazioni sperimentali alle aziende agricole, mantenendo lo stesso rigore scientifico, con lo scopo di adattare le piante all’ambiente senza che questo debba essere modificato. La popolazione “Furat Li Rosi” in origine era costituita da un miscuglio dei prodotti di circa 2000 incroci. Al termine del progetto l’innovazione di processo verrà gestita direttamente dagli agricoltori e diffusa con una licenza open source per garantirne il più ampio accesso.

Coldiretti Puglia: con siccità aumentano scorribande cinghiali

Coldiretti Puglia: con siccità aumentano scorribande cinghialiRoma, 28 mag. (askanews) – Con la siccità che ha fatto seccare i raccolti e asciuga canali e torrenti, aumentano le scorribande dei branchi di cinghiali a caccia di cibo e acqua, spostandosi da un territorio all’altro, tanto che sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta. L’ennesima denuncia arriva da Coldiretti Puglia, dopo l’avvistamento di un branco di cinghiali in un’azienda agricola a Santeramo, con la necessità di adottare tempestivamente il piano regionale straordinario di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione.


I branchi di cinghiali si spingono fin dentro i centri urbani e”con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno – spiega il direttore di Coldiretti puglia, Pietro Piccioni – divenute l’eldorado dei cinghiali, con una frequenza preoccupante di incidenti stradali, ma devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi”. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole, denuncia Coldiretti, viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Ortofrutta, mele e banane regine del carrello della spesa

Ortofrutta, mele e banane regine del carrello della spesaRoma, 28 mag. (askanews) – Mele e banane sono le regine del carrello della spesa degli italiani in materia di ortofrutta, complice la facilità di consumo. Ma avanzano anche prodotti esotici come ananas, avocado e zenzero.


Sono i risultati di una ricerca effettuata da Orsero, leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi. L’indagine “Dare buoni frutti – Gli italiani e le ‘nuove’ abitudini di consumo di frutta”, fa il punto su opinioni, bisogni e meccanismi di consumo che guidano gli italiani nella scelta della frutta. Un’indagine approfondita e a tutto campo condotta in collaborazione con l’istituto di ricerche IPSOS e l’editore RCS e che ha coinvolto un campione di oltre 1.000 intervistati e intervistate, tra i 18 e i 65 anni. Il risultato? La frutta è immancabile nella dieta, a prescindere dallo stile alimentare, ed è riconosciuta importante per le sue proprietà nutrizionali, in particolare in termini di vitamine. Gli italiani in media consumano 7 tipi diversi di frutta al mese.


Accanto a mele (78%), banane (78%) e arance (69%) che rimangono le varietà più gettonate per prezzo e consuetudine di acquisito, hanno sempre maggior presenza nei carrelli degli italiani altre varietà che sfoderano il loro potenziale di crescita e gradimento come fragole (59%) e kiwi (40%), e poi ananas (31%), avocado (17%), zenzero (12%) e i frutti di bosco (21%), che hanno beneficiato di un lavoro della filiera agroalimentare su varietà, qualità percepita e gusto uniforme, permettendo al consumatore di poterli scegliere tutto l’anno. In merito alle quantità di frutta consumate rispetto al passato, il 45% degli italiani dichiara di non aver registrato cambiamenti, e il 45% che invece menziona un aumento, lo fa in relazione all’adozione di una dieta più sana, e all’aumento di occasioni di consumo durante la giornata. Gli italiani sono anche attenti alla stagionalità (51%), ma rapporto qualità-prezzo (44%) e gusto (42%) rimangono requisiti inderogabili.


“Negli ultimi quindici anni, in Italia, la quantità di frutta consumata è rimasta fondamentalmente costante; ciò che è cambiato è il mix di prodotti consumati. Abbiamo osservato uno spostamento dei volumi di consumo dai frutti tradizionali, come le pere, verso quelli esotici, come l’avocado”, commenta Raffaella Orsero, VP e CEO del gruppo.

Federalimentare: bene Portogallo su Nutriscore, ora Europa cambi strada

Federalimentare: bene Portogallo su Nutriscore, ora Europa cambi stradaMilano, 27 mag. (askanews) – “La notizia che il Portogallo non applicherà la norma sul Nutriscore, riferita dal ministro Lollobrigida, è molto importante. In primo luogo perché riporta l’unità tra i Paesi del Mediterraneo su questo tema, in secondo perché conferma il progressivo arretramento del Nutriscore in tutta Europa”. Lo scrive in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ringraziando il ministro Lollobrigida a margine del Consiglio dell’Agricoltura e della Pesca a Bruxelles.


“Negli ultimi mesi – ha ricordato Mascarino – in Francia e in Germania alcuni importanti marchi hanno deciso di non esporre più l’etichetta a semaforo, mentre in Svizzera, dopo che entrambi i rami del Parlamento si sono espressi per limitare ‘gli effetti problematici del Nutriscore’, anche la più grande catena di distribuzione e il principale fornitore di prodotti lattiero-caseari hanno abbandonato il sistema francese”. “Considerato che la Spagna ne ha da tempo bloccato l’adozione e che in Romania il Nutriscore è vietato per legge poiché ingannevole per i consumatori, crediamo che i tempi siano maturi affinché l’Europa decida di orientarsi su modelli meno fallaci e discriminatori, capaci di indurre realmente i cittadini a seguire diete più sane e bilanciate”, conclude Mascarino.

Fao: tecnologia nucleare applicata agricoltura ha ruolo cruciale

Fao: tecnologia nucleare applicata agricoltura ha ruolo crucialeRoma, 27 mag. (askanews) – “Le tecnologie nucleari sono strumenti molto importanti per misurare, gestire e controllare la sicurezza alimentare e sono complementari all’approccio One Health”, poiché la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento alimentare sono “fondamentali per la trasformazione dei sistemi agroalimentari”.


Lo ha detto QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), in un videomessaggio in occasione dell’apertura del “Simposio internazionale sulla sicurezza e il controllo alimentare” a Vienna. L’evento è organizzato dalla FAO e dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) attraverso il Centro congiunto FAO/AIEA di tecniche nucleari per l’alimentazione e l’agricoltura. QU Dongyu ha sottolineato la necessità di controllare la sicurezza alimentare fin dall’inizio – dal suolo, dall’acqua, dalle pratiche agricole e post-raccolta – sottolineando l’aspetto cruciale ruolo che le tecnologie nucleari possono svolgere nella definizione di standard alimentari basati sulla scienza. Il Direttore Generale della FAO ha anche sottolineato l’urgenza e la rilevanza degli sforzi congiunti: “le conseguenze dell’impennata dei prezzi alimentari ed energetici, dei disastri naturali e provocati dall’uomo, della crisi climatica, nonché dei conflitti in corso, stanno influenzando in modo significativo la disponibilità, l’accessibilità e l’accessibilità economica del cibo a livello globale”.


Sotto il tema “Cibo sicuro per una vita migliore”, il simposio di Vienna mira a evidenziare il ruolo significativo delle tecniche nucleari nel migliorare la sicurezza alimentare e la produttività agricola e nel facilitare lo scambio di informazioni tra ricercatori, funzionari e altri partner chiave di paesi sviluppati e in via di sviluppo. Le tecnologie nucleari offrono infatti soluzioni competitive e spesso uniche per combattere la fame, ridurre la malnutrizione, migliorare la sostenibilità ambientale e garantire la sicurezza e l’autenticità degli alimenti. La FAO e l’AIEA hanno una partnership strategica per aiutare i paesi membri a utilizzare queste tecnologie in modo sicuro ed efficace. Il Centro sostiene ogni anno più di 200 progetti di cooperazione tecnica nazionale e regionale per trasferire queste tecnologie ai paesi membri.

Lollobrigida:agricoltori pagati per produrre, non per non produrre

Lollobrigida:agricoltori pagati per produrre, non per non produrreRoma, 27 mag. (askanews) – “In Ue c’è stato un passo avanti molto rilevante sulla questione della Pac, c’è una inversione di tendenza: si pagano gli agricoltori per produrre, non per non produrre. L’Italia è tornata protagonista in Europa”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervistato su Sky TG24 Live In Milano.


Il ministro ha quindi ricordato che quello italiano è il “modello agricolo più virtuoso del pianeta, ma se diminuiamo le produzioni diventiamo soggetti all’acquisto di prodotti provenienti dai paesi che non rispettano nessuna regola”. Insomma, “se si eccede dal punto di vista della sostenbilità ambientale – ha sottolineato Lollobrigida – in norme e vincoli, limitando troppo le nostre produzione, il cibo lo dobbiamo comprare da luoghi che non rispettano alcuna regola. I nostri agricoltori sono i più virtuosi e controllati in Europa e servono politiche ambientaliste che siano compatibili con il contesto economico e sociale”.

Lollobrigida: in Agrifish posta attenzione su allevamenti intensivi

Lollobrigida: in Agrifish posta attenzione su allevamenti intensiviRoma, 27 mag. (askanews) – “Oggi abbiamo trattato diversi temi, dalla stabilità dei mercati alle contingenze legate alla crisi dovuta all’aggressione dell’Ucraina”: lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervistato su Sky TG24 Live In Milano e riferendosi alla riunione in corso dell’Agrifish.


“Dall’Italia è stata posta attenzione anche sugli allevamenti estensivi – ha detto – tra i tanti argomenti sollevati in plenaria anche quello della necessità di un sistema assicurativo che vada incontro alle esigenze degli agricoltori”. Il ministro ha poi annunciato di avere tenuto anche diversi incontri bilaterali rilevanti e di avere incontrato anche il nuovo ministro del Portogallo “che come nazione ci preoccupava peché ha adottato recentemente il Nutriscore: abbiamo avuto però rassicurazioni – ha annunciato Lollobrigida – il ministro portoghese ci ha garantito che quel provvedimento o verrà annullato naturalmente dalla loro Corte oppure verrà revocato. Credo sia un successo”.

Formazione settore carni: quattro partnership per MEatSCHOOL

Formazione settore carni: quattro partnership per MEatSCHOOLRoma, 27 mag. (askanews) – Electrolux Professional Chef Academy, Zanussi Professional, UMANA e Forma. Sono le nuove 4 partnership siglate da MEatSCHOOL, l’Academy dedicata alla formazione, informazione e diffusione della cultura della carne bovina, che nel 2023 è entrata a pieno regime, totalizzando oltre 200 persone formate e 130 studenti attualmente in corso, tra lezioni rivolte al personale aziendale, agli aspiranti professionisti e ai meat lovers.


Le aziende, oltre a investire nell’evoluzione formativa dei propri dipendenti, sono alla ricerca di partner per individuare nuove risorse da inserire nei loro organici. In questo contesto, risulta strategico l’accreditamento ottenuto da MEatSCHOOL da Forma.Temp, il Fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori interinali, che rende così la scuola il luogo ideale per la formazione destinata ai lavoratori in somministrazione. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie alla collaborazione con UMANA – Agenzia per il lavoro, che affiancherà l’Academy in questa nuova proposta formativa. Di rilievo anche le partnership che sono state siglate recentemente fra l’Academy e alcune realtà aziendali leader del settore della ristorazione: a partire dalla collaborazione con Electrolux Professional Chef Academy, che permetterà ai docenti MEatSCHOOL e ad un team di oltre 70 mentori culinari provenienti da diverse parti del mondo dell’Academy Electrolux, di scambiare conoscenze e sperimentare continuamente, con l’obiettivo di valorizzare al massimo la materia prima.


Fino all’accordo con Zanussi Professional, che metterà a disposizione del progetto i suoi migliori dispositivi all’interno della cucina professionale di MEatSCHOOL. Da segnalare anche la collaborazione, nata in occasione di CIBUS 2024, con Carpigiani Gelato University e con Italpepe.

Patatine San Carlo: nel 2023 ricavi a 367 mln, utile sale a 21,7 mln

Patatine San Carlo: nel 2023 ricavi a 367 mln, utile sale a 21,7 mlnMilano, 27 mag. (askanews) – Il 2023 per le patatine San Carlo si è chiuso con ricavi consolidati pari a 366,74 milioni di euro, in aumento del 13,27% rispetto ai 323,77 milioni dell’anno precedente mentre l’utile netto è salito del 36,75% a 21,69 milioni di euro (dai 15,86 milioni nel 2022). Il margine operativo lordo (Ebitda) si è attestato a 56,76 milioni di euro (+36,52% rispetto ai 41,58 milioni del 2022), pari al 15,4% dei ricavi netti, grazie a una crescita significativa dei volumi e al maggior assorbimento dei costi fissi in relazione al miglioramento delle vendite e della produzione. Il risultato operativo (Ebit) è stato pari a 36,46 milioni di euro (+62,98% rispetto al 2022). La posizione finanziaria netta si è mantenuta stabile rispetto a un anno prima a 127 milioni di euro.


Lo scorso anno San Carlo ha “consolidato in Italia la leadership nel mercato chips e snack salati – spiega l’azienda in una nota – Il successo dell’innovazione e del piano di crescita dei volumi nel fuori casa sono le due leve commerciali che hanno fondamentalmente compensato un quadro di costi delle materie prime ancora molto critico. Alla crescita del gruppo contribuisce anche la ripresa dello sviluppo del brand sul fronte internazionale”. Anche l’assemblea di Unichips Finanziaria, la holding che controlla San Carlo gruppo alimentare, ha approvato il bilancio civilistico che registra un utile di 8,9 milioni di euro, in crescita rispetto agli 8,1 milioni dell’anno precedente.


“Sono molto soddisfatta – dichiara Susanna Vitaloni, presidente e amministratore delegato di San Carlo gruppo Alimentare – dei buoni risultati di bilancio in un anno ancora difficile. Abbiamo puntato sull’innovazione di prodotto, sulle nuove tecnologie e sull’efficienza della catena logistica. Questa strategia, accompagnata da un grande lavoro di squadra, è stata premiante in questi anni di turbolenza dei mercati. Abbiamo affrontato insieme le sfide del momento e ne siamo usciti ancora più forti”. Il gruppo ha inoltre intrapreso un significativo percorso di valutazione e potenziamento della sostenibilità aziendale in ottica Esg, elaborando un piano di sostenibilità che guiderà le azioni future.