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Caffè: consumiamo quasi 3 mld di capsule l’anno, solo 6% sono compostabili

Caffè: consumiamo quasi 3 mld di capsule l’anno, solo 6% sono compostabiliMilano, 25 ott. (askanews) – Il caffè in capsule o cialde è ormai un’abitudine quotidiana per milioni di italiani. Bastano pochi dati per fotografare il fenomeno: ogni 100 grammi di caffè torrefatto venduto in Italia, secondo i dati Mediobanca sul 2022, oltre 37 sono contenuti nelle capsule monouso e altri sei nelle cialde. In parole povere: poco meno della metà, una cifra sostanzialmente analoga a quella della moka (47,5 grammi). In termini numerici, ogni anno, il mercato delle capsule, secondo i calcoli della società Ami Consulting, si attesta sugli 80 miliardi di unità vendute nel mondo ed è previsto che superi i 90 miliardi entro i prossimi cinque anni. Circa 50 miliardi di capsule sono consumate in Europa e 2,8 miliardi nel nostro Paese. Il fenomeno ha ovviamente implicazioni non solo di strategia industriale e commerciale ma anche di tipo ambientale. È infatti essenziale organizzare adeguati sistemi di gestione del fine vita di cialde e capsule, in modo da conferirle correttamente nella raccolta differenziata e ridurne l’impronta ecologica. In tal senso, gli investimenti dei grandi player del settore in favore di una “transizione al compostabile” dei materiali utilizzati per le capsule è importante, ma la strada da fare è ancora lunga: ad oggi, è compostabile solo il 6% delle capsule utilizzate, a fronte del 22% in alluminio e 72% in plastica.


Per far luce sulle dinamiche del comparto e per sottolineare i vantaggi garantiti dall’uso di materiali compostabili per una corretta gestione del fine vita delle capsule, Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, ha organizzato un incontro pubblico in occasione dell’undicesima edizione di TriestEspresso Expo, la più importante fiera dedicata al mondo del caffè. “Al di là del modo in cui ci concediamo il piacere del caffè, è fondamentale che gli scarti del prodotto e gli imballaggi utilizzati per contenerli vengano smaltiti nel modo giusto – dichiara Carmine Pagnozzi, direttore generale di Biorepack – In caso contrario, milioni di chili di caffè, invece di essere conferiti tra i rifiuti umidi, rischiano di finire nell’indifferenziato e, da lì, in discarica. E ciò impedisce di inviare agli impianti di trattamento grandi quantità di scarti organici da trasformare in prezioso compost, con il quale riportare sostanza organica e fertilità ai nostri terreni agricoli. È quindi importante sostenere gli sforzi in senso circolare delle aziende del comparto”. Milano, 25 ott. (askanews) – Peraltro, le buone pratiche non mancano. A dimostrazione che già oggi l’uso di materiali compostabili per realizzare le capsule (e permettere quindi ai consumatori di conferire tutto fra i rifiuti umidi, evitando errori e perdite di tempo) rappresenta una valida alternativa ai materiali tradizionali. “Grazie alla nostra filiera industriale oggi possiamo offrire tre tecnologie di trasformazione per capsule compostabili in Mater-Bi come pure soluzioni ad alta barriera per l’imballaggio – ha spiegato durante l’incontro Alberto Castellanza, director of markets and products development di Novamont – e anche capsule che possono raggiungere fino al 100% di contenuto rinnovabile e con carbon footprint verificata in accordo con lo standard internazionale ISO 14067:2018”.


Per rendere concreta la transizione al compostabile, gli investimenti industriali sono stati essenziali. “Sin dal 2013 Fi-Plast ha dedicato gran parte delle sue risorse di ricerca e sviluppo a trovare soluzioni biocompostabili tecnicamente funzionali per l’applicazione capsule caffè. Già due anni dopo, i nostri clienti erano presenti negli scaffali con capsule biocompostabili che ancora oggi sono perfettamente attuali”, ha spiegato Gianluigi Mariani, direttore generale di Fi-Plast. Ma gli investimenti sono indispensabili anche per garantire al consumatore che le nuove soluzioni tecnologiche, oltre ad agevolare lo smaltimento del caffè esausto, non intacchino qualità e aroma del prodotto. “Oggi le capsule compostabili sono analoghe, come prestazioni, a quelle di altri materiali. A livello organolettico, di protezione e di funzionamento con i macchinari, sia professionali sia domestici” sottolinea Mariani. Una conferma arriva anche da Gise, start-up bolognese, che, a TriestEspresso ha presentato la capsula compostabile per il sistema chiuso Gise. “Su questo tema i consumatori stanno mostrando sempre maggiore interesse: ridurre il nostro impatto sul Pianeta è infatti una sfida collettiva – osserva Andrea Palmieri, food & sensory manager – Master of coffee di Gise – Le capsule compostabili sono una indubbia risposta a questa richiesta del mercato perché confermano di lavorare molto bene, a livello di caratteristiche meccaniche, di infusione, di resistenza alle temperature. Sono quindi un salto in avanti indubbio a livello di sostenibilità. Soprattutto perché velocizzano le operazioni di smaltimento una volta consumate minimizzando i rischi di un errato conferimento”.

World Pasta Day, CealiachiaFacile: simbolo cucina italiana anche per celiaci

World Pasta Day, CealiachiaFacile: simbolo cucina italiana anche per celiaciRoma, 24 ott. (askanews) – “La pasta è il piatto simbolo della cucina italiana, e i celiaci non devono rinunciarvi per nessuna ragione”. Michele Mendola, fondatore della community CeliachiaFacile, nata proprio per aiutare chi soffre di intolleranza al glutine a affrontare la vita di tutti i giorni, lo afferma in occasione del World Pasta Day, la giornata che in tutto il mondo rende omaggio a una delle bandiere culinarie italiane.


“Esistono moltissime aziende che producono pasta senza glutine – spiega Mendola in una nota – e anche i grandi marchi hanno lanciato una linea dedicata a chi deve rinunciare al glutine. Alcuni utilizzano mix di farine più classiche come mais bianco, mais giallo e riso integrale, senza aggiunta di amidi. Altri utilizzano solo farina di mais che conferisce un’ottima tenuta in cottura e maggiore capacità di trattenere i condimenti. E ci sono anche delle varianti con aggiunta di farina di quinoa, amaranto, teff, avena, grano saraceno. Questi prodotti hanno a oggi raggiunto standard elevatissimi e non hanno nulla da invidiare alla pasta tradizionale sia in termini di gusto, sia per quanto riguarda la consistenza”. Esistono inoltre molte tipologie di pasta fresca, come lasagne, tagliatelle, gnocchi, e quelle ripiene come tortellini o ravioli. “Alcune produzioni sono anche semi artigianali – aggiunge Mendola, ma per chi vuole preparare della pasta fatta in casa, in negozio si possono trovare tantissimi mix di farine specifici per pasta fresca, per cucinare al meglio le proprie ricette preferite”.


Con la pasta senza glutine è possibile preparare senza problemi anche le ricette più elaborate, persino quelle che richiedono la risottatura. “La pasta gluten-free contiene meno amido della tradizionale, ma basta seguire qualche accorgimento – spiega il fondatore di CeliachiaFacile. – Se si sbollenta la pasta per qualche minuto, occorre usare meno acqua, di modo che ci sia una maggiore concentrazione di amido. Se invece la pasta viene cotta direttamente con il sugo, allora è meglio utilizzare il brodo, e non dell’acqua, quando il condimento è troppo denso”. Le pasta senza glutine non richiede nessuna procedura speciale, si cuoce allo stesso modo della pasta normale. Ma, come per ogni altro cibo, è necessario seguire qualche accortezza particolare per evitare contaminazioni che potrebbero risvegliare l’intolleranza. “La regola d’oro – ricorda Mendola, – è di utilizzare pentole e stoviglie dedicate per cucinare i cibi senza glutine. E nel caso della pasta va rispettata con uno scrupolo ancora maggiore, se possibile. Questo perché mestoli, pentole e soprattutto gli scolapasta potrebbero nascondere qualche residuo della pasta che è rimasto incollato nonostante il lavaggio. E quel residuo potrebbe alla fine contaminare le pietanze senza glutine. Per lo stesso motivo, se si cucina per tante persone, alcune celiache e alcune no, conviene preparare la pasta senza glutine per tutti, nessuno si accorgerà della differenza”.


Infine occorre sfatare un falso mito: “La pasta senza glutine non è meno calorica di quella normale – sottolinea il fondatore di CelachiaFacile. – È un alimento studiato per le persone intolleranti al glutine, e quindi ha grossomodo le stesse proprietà nutritive della pasta tradizionale. Purtroppo, non è di grande aiuto per chi vuole perdere peso, anche perché l’apporto calorico dipende principalmente dal condimento e dalle quantità. Insomma – conclude Mendola, – il vero problema è che non si può dire di no a un buon piatto di pasta”.

Torna Eccellenze del Piemonte in vestrina a scoperta dei sapori

Torna Eccellenze del Piemonte in vestrina a scoperta dei saporiRoma, 24 ott. (askanews) – Per oltre un mese, dal 23 ottobre e fino a fine novembre, tornano sul territorio gli eventi di “Eccellenze del Piemonte in vetrina” per presentare il buono e il bello della nostra regione, che vanta una cucina di altissimo livello e produzioni di grande pregio.


Il progetto, giunto alla quinta edizione, è ideato dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba in collaborazione con Visit Piemonte, promosso da Regione Piemonte e realizzato in collaborazione con le ATL Alexala, ATL del Cuneese, Distretto Turistico dei Laghi, Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, ATL Terre dell’Alto Piemonte – Biella, Novara, Valsesia e Vercelli e ATL Turismo Torino e Provincia. “Eccellenze del Piemonte in vetrina” è partito nel 2020 come progetto pilota e con gli anni è diventato un evento diffuso: ad aprire il calendario dell’edizione 2024 è stato, il 23 e 24 ottobre, il Biellese con esperienze sul territorio e la cena al Ristorante “Il Patio” di Pollone dello chef Sergio Vineis.


A questo primo appuntamento seguiranno: il 7 e 8 novembre il fascino del Monferrato astigiano; il 12 e 13 novembre l’incontro con le eccellenze di Alessandria e del suo territorio; il 14 e 15 novembre le suggestioni del Cuneese tra le Valli Grana e Maira; il 20 e 21 novembre i tesori di Novara e del Novarese; il 25 e 26 novembre l’insolita Torino; il 26 e 27 la magia di Varallo e della Valsesia; il 28 e 29 novembre l’incanto di Stresa e della Val d’Ossola.

Ivsi porta la cultura dei salumi al Festival della Scienza

Ivsi porta la cultura dei salumi al Festival della ScienzaRoma, 24 ott. (askanews) – Ivsi, l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani porta la cultura dei salumi italiani al Festival della Scienza di Genova, dal 2003 evento di riferimento a livello internazionale per diffondere la cultura scientifica, con un laboratorio permanente dal titolo “Il Gusto della Sfida”, presso la Piazza delle Feste, Area porto antico di Genova.


Da oggi, 24 ottobre, al 3 novembre, i visitatori potranno cimentarsi in una sfida che a suon di fette (di salame) e di ingredienti provenienti dalle varie regioni italiane, aiuterà capire quanto sappiamo veramente di alimenti tradizionali e di uso comune come i salumi. I salumi italiani sono circa 700: potremmo mangiare un salume diverso ogni giorno per quasi due anni. Di questi, però, quanti ne conosciamo veramente? Alcuni sono di largo consumo, altri sono prodotti di nicchia che si trovano solo localmente. Ma proprio questo è il bello dell’Italia e della nostra tradizione alimentare: la varietà. E proprio questa varietà verrà esplorata con l’aiuto degli animatori scientifici del Festival, che accompagneranno i visitatori in un viaggio tra gusto e innovazione per conoscere più a fondo parole e sensazioni di un settore colmo di storia e sapienza produttiva.


L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani sarà presente anche il 29 ottobre con un evento programmato alle 18 presso il Mercato Orientale di Genova, dal titolo ‘Sfida all’ultima fetta’ dove in concorrenti divisi in gruppi si metteranno alla prova, tra domande e curiosità su alcuni di questi protagonisti delle nostre tavole. Una gara tra storia, cultura, arte e scienza che si concluderà con una degustazione e un aperitivo all’insegna dell’eccellenza della gastronomia italiana.

Mulino Bianco punta sui biscotti con frutta: arriva Cuor di Bosco

Mulino Bianco punta sui biscotti con frutta: arriva Cuor di BoscoRoma, 24 ott. (askanews) – Mulino Bianco punta su biscotti con la frutta, un segmento quello dei biscotti ripieni di frutta, cresciuto del 28,8% a valore e del 9,7% a volume negli ultimi tre anni, e lancia Cuor di Bosco: pastafrolla con farcitura ai lamponi, mirtilli e amarene, prodotti nello storico stabilimento di Novara.


La tendenza di crescita del segmento è confermata dall’andamento dell’ultimo anno, con una aumento tra il 2023 e il 2024 del 2,9% in volume e del 7,2% a valore. A trainare il mercato è proprio Mulino Bianco in Italia con referenze come il Cuor di Mela, presenti oggi nelle case di circa 2 milioni di famiglie, e i Settembrini, con confettura di fichi. Saranno prodotti nello stabilimento di Novara, un impianto che dal 1953 sforna svariati tipi di biscotti. Ogni anno il sito produttivo, con 10 linee produttive, sforna oltre 55mila tonnellate di prodotti, che arrivano ogni anno sulle tavole degli italiani, tra cui più di 330 milioni di Nascondini, 100 milioni di Cioccograno, 110 milioni di Cuor di mela e oltre di 520 milioni di Abbracci.

Startup Saporeeto punta a 1 mln piatti pronti al mese entro 2027

Startup Saporeeto punta a 1 mln piatti pronti al mese entro 2027Roma, 24 ott. (askanews) – Un milione di piatti pronti al mese entro il 2027 e un fatturato di 14 milioni di euro entro il 2027. Sono gli obiettivi di Saporeeto, startup food-tech di piatti pronti fondata nel 2023 e guidata dal General Manager Tommaso Pelladoni, che ieri a Bovolone (VR) ha presentato il proprio progetto imprenditoriale, mettendo in luce risultati ottenuti e obiettivi futuri.


La startup ha una capacità produttiva di 250.000 porzioni al mese e prevede un fatturato di un milione per quest’anno. “Saporeeto è una startup di pasti pronti che si muove tra tradizione e innovazione, con un impegno costante nella ricerca, ha detto Pelladoni. Nel corso del’evento si è svolto anche uno show cooking e degustazione curatc dallo Chef Rudy Casalini che ha deciso di mostrare la preparazione di un risotto allo zafferano, con l’aggiunta di un topping gourmet a base di pesce.

Giani: Buyfood valorizza la Toscana dei primati agroalimentari

Giani: Buyfood valorizza la Toscana dei primati agroalimentariRoma, 24 ott. (askanews) – “Il BuyFood arrivato alla sua sesta edizione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale, capace di fornire dati, conoscenza e instaurare relazioni fra gli operatori di un settore, come l’agricoltura, che in Toscana mostra davvero elementi di soddisfazione perché tanti sono i primati”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenuto oggi al convegno “Dop e Igp tra identità e promozione – La Toscana del cibo: un viaggio nel gusto tra prodotti, persone e territori” organizzato nell’ambito della seconda giornata di Buyfood Toscana 2024 a Palazzo Bastogi, a Firenze.


“I primati – continua il presidente – iniziano col numero di occupati in agricoltura in Toscana, un più 12,8%, in controtendenza con la media nazionale. Per continuare con la superficie coltivata a biologico, il 37,5%, che oltre a rappresentare un dato di qualità dei prodotti rappresenta anche uno stile di vita. E poi, il record degli Igp e dei Dop. addirittura 90, una realtà che si lega a una enogastronomia altrettanto speciale di cui si possono fregiare i tantissimi agriturismi, una rete di oltre 5500, il più alto numero in Italia, dove l’agricoltura si sposa al paesaggio, al turismo, una rete che abbiamo arricchito e articolato con leggi che oggi si occupano anche di enoturismo e oleoturismo”. “Il bilancio di BuyFood è sempre molto positivo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – possiamo contare su percentuali altissime di contatti trasformati in contratti e le imprese sono sempre molto soddisfatte perché riscontrano una crescita costante dei loro clienti e la possibilità di raggiungere paesi esteri che altrimenti non avrebbero potuto raggiungere. Quest’anno agli Stati Uniti e alla Germania si è aggiunto un ritorno importante, quello dei Paesi dell’Est e poi Taiwan, una new entry, e il Giappone”.


Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo si è detto “felice di ospitare nel Salone delle Feste di palazzo Bastogi questa iniziativa”. “Le produzioni del nostro territorio – ha affermato – rispecchiano la nostra idea di Toscana, terra di benessere e di qualità”. “L’agrifood toscano – ha detto Massimo Manetti, presidente della Camera di Commercio di Firenze – con le sue eccellenze, é uno dei punti di forza dell’economia e dell’immagine della Toscana nel mondo. BuyFood Toscana, evento B2B per eccellenza, è la vetrina internazionale di questa realtà che vede collaborare con successo da anni la Regione Toscana e la Camera di commercio di Firenze attraverso la sua azienda speciale PromoFirenze”.

Birra, al via la prima edizione di Beermylover a Brescia

Birra, al via la prima edizione di Beermylover a BresciaRoma, 24 ott. (askanews) – Più di 40 espositori, un ricco calendario di incontri, approfondimenti, degustazioni e intrattenimento: è stata presentata oggi, alla Camera di Commercio di Brescia, Beer my Lover, la nuova exhibition sulla birra artigianale e sul food di qualità, grazie alla collaborazione tra ProBrixia e Brescia Artigianale. L’evento si svolgerà dal 22 al 24 novembre 2024 presso il Brixia Forum.


Gli espositori, tra birrifici e stand gastronomici, sono stati selezionati tra i migliori del Paese, conferendo all’evento una portata nazionale, con oltre l’80% degli espositori provenienti da fuori provincia. Ci saranno degustazioni con abbinamenti insoliti come birra-dolci, birra-cioccolato e birra-luxury food. Roberto Saccone, il presidente della Camera di Commercio di Brescia, sottolinea l’importanza della manifestazione, che si inserisce in un panorama di iniziative più ampio: “dalla fine della pandemia, la Camera di Commercio di Brescia e ProBrixia sono impegnate in un’intensa attività di rilancio del centro espositivo bresciano, sia attraverso l’acquisizione di manifestazioni organizzate da terzi, sia attraverso manifestazioni organizzate in proprio. Beer my Lover esalta un’altra eccellenza bresciana, la filiera brassicola artigianale e del food di qualità, e arricchisce sempre più il calendario fieristico del Brixia Forum”.


Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento hanno partecipato Roberto Saccone, presidente della CCIAA di Brescia, Maria Chieppa, direttrice di ProBrixia, e Lorenzo “Kuaska” Dabove, esperto di birra, degustatore, scrittore e giudice internazionale, nonché direttore artistico di BEERmyLOVER.

Cia: agricoltori uniti per dare più forza al settore primario

Cia: agricoltori uniti per dare più forza al settore primarioRoma, 24 ott. (askanews) – L’adattamento al climate change e la gestione della risorsa idrica, sono solo alcuni dei temi discussi da Cia-Agricoltori Italiani a Bucarest all’undicesimo Congresso degli agricoltori europei, momento fondamentale di dialogo e confronto per il Copa-Cogeca e i suoi membri, cooperative e organizzazioni agricole di tutta l’Ue.


“Gli agricoltori europei, insieme, possono trovare soluzioni condivise per rispondere alle sfide del cambiamento climatico – ha dichiarato il presidente di Cia, Cristiano Fini -. Se da una parte serve un approccio multidisciplinare, orientato da ricerca e innovazione sostenibile, dall’altra è essenziale una forte azione da parte dell’Europa a partire dal regolamento sulle TEA”. Riguardo alla gestione dell’acqua, per Fini: “C’è bisogno di interventi strutturali. A partire dalla nostra Conferenza economica abbiamo attivato un confronto serrato con le istituzioni nazionali ed europee e i principali stakeholder, sottoponendo ai decisori politici una strategia di governo comune della risorsa idrica, con un piano mirato per lo stoccaggio, la riduzione, le perdite e il riuso delle acque”. “Partecipare a eventi come il congresso europeo del Copa-Cogeca rappresenta una straordinaria occasione per costruire ponti tra agricoltori, cooperative, università e altri attori fondamentali del settore agricolo”.


Così, il vicepresidente di Cia, Matteo Bartolini che ha accompagnato il presidente Fini nel viaggio a Bucarest: “lo scambio di informazioni e buone pratiche su scala europea è essenziale per far fronte alle sfide attuali e future, promuovendo uno sviluppo economico realmente sostenibile”, ha dichiarato Bartolini. Le prossime settimane saranno decisive per dare chiare indicazioni alla nuova Commissione e “dare finalmente la svolta” al settore. Cia sta già lavorando con il nuovo parlamento ed è pronta a collaborare anche con il commissario all’agricoltura e il commissario italiano, Raffaele Fitto, per portare le priorità del settore all’attenzione del mondo politico europeo. “Lavoreremo anche insieme a tutti gli agricoltori e le cooperative europee rappresentate dal Copa-Cogeca per dare più forza al settore e portare avanti azioni per ottenere risultati non più rimandabili”, ha concluso Fini.

Sindacati europei e imprese a difesa conserve ittiche europee

Sindacati europei e imprese a difesa conserve ittiche europeeRoma, 24 ott. (askanews) – È stata siglata oggi in Spagna, a Santiago di Compostela, una dichiarazione tra Ugt-Fica Spagna, Fai-Cisl nazionale, Ugt Portogallo, insieme alle associazioni datoriali del settore delle conserve ittiche, a tutela del comparto produttivo europeo, che sarebbe colpito dal possibile accordo di libero scambio tra Europa e tre importanti Paesi della regione ASEAN: Thailandia, Indonesia e Filippine.


“Un tale accordo, se non negoziato in termini di giustizia, reciprocità e sostenibilità sociale, economica ed ambientale – ha sottolineato il segretario nazionale della Fai-Cisl Massimiliano Albanese partecipando all’iniziativa – porterebbe un grave impatto negativo sull’occupazione e la tenuta industriale di tutto il settore conserviero ittico del continente europeo”. L’industria della trasformazione dei prodotti ittici nell’Ue si caratterizza infatti come un settore ad alta intensità di manodopera, con uno dei più alti tassi di occupazione femminile nell’industria; ha un fatturato di 29,4 miliardi di euro e consiste in circa 3.200 imprese, con una dimensione media di 30 dipendenti, una forte componente familiare e profondamente radicate nel territorio europeo, principalmente situate in regioni costiere altamente dipendenti dalla pesca, che insieme impiegano circa 111.604 persone. Spagna, Italia e Portogallo insieme rappresentano quasi il 95% della produzione di conserve ittiche nell’Unione Europea.


Il tonno in scatola, che guida produzione e consumo, si conferma come uno dei settori più virtuosi dell’industria alimentare italiana, al secondo posto, come produttore, dopo la Spagna a livello europeo. Va sottolineato inoltre che la destinazione principale della produzione europea è il mercato stesso dell’Ue, che rappresenta oltre il 90% della produzione: pertanto, gli accordi di libero scambio non aprono opportunità per le conserve di tonno europee, ma piuttosto riducono direttamente il mercato. “La dichiarazione sottoscritta – ha affermato Albanese – rappresenta la volontà di sollecitare le istituzioni europee sulla necessità, nel perseguire questi accordi commerciali, di coinvolgere le parti sociali, per una effettiva valutazione delle conseguenze sul tessuto produttivo e sull’occupazione, nonché sul bisogno di prestare attenzione a condizioni di parità tra Paesi che evitino le ripercussioni di una concorrenza sleale”.


“Così come abbiamo chiesto al Governo italiano e all’Europa di opporsi all’accordo Ue-Mercosur, affinché non saranno introdotti principi di reciprocità e regole condivise per tutelare la filiera e il lavoro agroalimentare – spiega il segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota – anche questa dichiarazione serve a sollecitare accordi sostenibili dal punto di vista sociale, economico e ambientale, nell’ottica di un miglioramento delle condizioni di lavoro sia per le persone che rappresentiamo che per i lavoratori di altre parti del mondo, senza pregiudicare le imprese europee, la qualità e quantità dei prodotti agroalimentari che quotidianamente giungono sulle nostre tavole”.