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A causa del maltempo danni ai seminativi da Polesine al Padovano

A causa del maltempo danni ai seminativi da Polesine al PadovanoRoma, 16 mag. (askanews) – Bombe d’acqua e allagamenti stanno creando problemi ai seminativi in Veneto. Le abbondanti piogge di ieri e della notte scorsa, concentrate in pochissime ore, hanno infatti sommerso parecchi appezzamenti nell’Alto Polesine e nel Basso Padovano, causando problemi soprattutto al mais e alla soia, appena seminati. Ma anche al frumento e all’orzo, che si stanno allettando. Preoccupazione anche nella pianura veronese, con alcuni torrenti dell’Est Veronese che sono esondati. Nel Veneziano pioggia e freddo stanno rallentando e complicando le fasi di semina delle più importanti coltivazioni.


Chiara Dossi, presidente della sezione cereali alimentari di Confagricoltura Veneto e titolare di un’azienda prevalentemente cerealicola ad Adria, in provincia di Rovigo, spieg che le piogge di ieri sono state il culmine di un periodo particolarmente abbondante in termini di precipitazioni. È vero che l’acqua, da un lato, ha portato grande beneficio alle falde e alle semine, ma dall’altro ha creato problemi soprattutto al mais, insieme alle basse temperature”. I danni sono a macchia di leopardo: nell’Alto Polesine sono già stati riseminati parecchi ettari, anche a causa delle grandinate di un paio di settimane fa, e anche quello appena seminato è a rischio, se dovesse continuare a piovere. Anche nel Basso Padovano molti campi sono andati sott’acqua, con il rischio di asfissia delle piante. Ma la preoccupazione è anche per il frumento.


L’anno scorso a preoccupare era stato il lungo periodo di siccità tra l’autunno e l’inverno, che aveva portato a un calo delle rese del frumento. Quest’anno la situazione è esattamente opposta, dato che in due mesi e mezzo è scesa l’acqua che di solito si vede in un anno. “Il clima ci sta mettendo a dura prova – spiega Giuliano Bonfante, presidente della sezione seminativi di Confagricoltura Padova – Nel Padovano la situazione è particolarmente critica a Montagnana, Merlara, Borgo Veneto e Casale, dato che ieri sono caduti 200 millimetri di pioggia, con terreni saturi d’acqua o allagati”. Si temono danni per il mais, ma anche la soia, appena seminata, marcirà se rimarrà a lungo sommersa. Inoltre, l’orzo e il frumento, dove le piogge sono state abbondanti, stanno allettando.


Nel Veronese il quadro è critico a Sud ed Est, dove alcuni torrenti hanno tracimato in alcuni punti. La tensione tra gli agricoltori è alta: “ci auguriamo che chi coltiva cereali abbia impostato un piano programmato contro le fitopatie – rimarca Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona – In caso contrario, il rischio di infezioni fungine è alto”.

Agea incontra Olaf: Italia esempio strategia antifrodi agricoltura

Agea incontra Olaf: Italia esempio strategia antifrodi agricolturaRoma, 16 mag. (askanews) – Italia ed Europa fanno fronte comune per la prevenzione delle frodi nel settore agricolo. Un incontro strategico e proficuo quello tra Agea e Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, a Bruxelles. Sul tavolo uno degli obiettivi principali dell’Italia e della PAC 2023-2027: prevenire e contrastare le frodi in Agricoltura.


Agea da mesi lavora in questa direzione, grazie all’indirizzo ricevuto con il Dm del 4 agosto 2023 numero 410739 del ministro Francesco Lollobrigida, attuato da Agea il 5 marzo 2024: “ciascun organismo pagatore adotta una strategia antifrode, coerente integrata e armonizzata a quella definita da Agea, che promuove la diffusione di strumenti di contrasto e buone pratiche per l’attuazione efficace di tali misure”. Agea ha presentato ad Olaf la propria strategia, che ad oggi ha ottenuto risultati preliminari incoraggianti. La strategia prevede: l’utilizzo dell’applicativo “Arachne”, un sistema informatico sviluppato dalla Commissione Europea, che tra l’altro arricchisce i dati già in possesso alle Autorità di Gestione dei fondi con informazioni disponibili pubblicamente al fine di identificare, sulla base di un insieme di indicatori di rischio, i progetti, i beneficiari, i contratti e gli appaltatori che possono essere soggetti a rischio di frodi, conflitto di interesse e irregolarità; l’integrazione di questo strumento con “Sas”, una piattaforma che, grazie ad un sistema di algoritmi, offre un ulteriore raffinamento e completamento degli indicatori di rischio e consente di evidenziare i finanziamenti potenzialmente esposti a tentativi di frode più articolati e complessi.


I risultati ottenuti dall’incrocio di questi due sistemi vengono prima valutati da Agea, e poi forniti agli organismi pagatori e alle forze dell’ordine per ulteriori indagini. Un processo illustrato a Bruxelles e che ha impressionato positivamente i rappresentanti di Olaf, che hanno manifestato apprezzamento per le potenzialità in termini di prevenzione ed individuazione delle frodi dell’innovativa strategia di Agea. Olaf, si spiega in una nota, ha sottolineato come tale strategia sia perfettamente in linea con le ripetute raccomandazioni rivolte nei confronti degli Stati Membri dalla Commissione in ottica di digitalizzazione della lotta anti-frode attraverso l’uso di strumenti informatici, il potenziamento dell’interoperabilità fra piattaforme nazionali ed europee e lo scambio di dati, al fine di elevare il livello di prevenzione e contrasto delle frodi.


Da qui, l’apprezzamento di Olaf per il nuovo sistema applicato in Italia, che potrebbe diventare un laboratorio antifrode. Il direttore di Agea Fabio Vitale ed il direttore generale di Olaf Ville Itälä hanno quindi deciso di darsi appuntamento in autunno a Roma per fare il punto della situazione e poter analizzare lo stato di avanzamento della nuova piattaforma antifrode di Agea, che dovrebbe essere messa a regime nel 2025, anticipando di fatto di due anni, i tempi auspicati dalla Commissione Europea sull’ utilizzo di “Arachne”.

Crea: per grano duro annata non facile, puntare su ricerca

Crea: per grano duro annata non facile, puntare su ricercaRoma, 16 mag. (askanews) – Annata difficile per il grano duro made in Italy. Le previsioni del Crea, rese note oggi nel corso dei Durum Days a Foggia, indicano un calo produttivo di circa l’8% su base annua,”dovuto alle condizioni climatiche particolarmente gravi che hanno interessato l’areale meridionale di coltivazione, soprattutto in Sicilia, mentre, in tutto il resto delle regioni italiane, invece, le stime produttive sono molto buone.


“Unica incognita è legata all’andamento meteorologico delle prossime settimane che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura. È chiaro che in un quadro così delicato, con gli effetti dei cambiamenti climatici a farla da padrone, diventa fondamentale il contributo della Ricerca”. Lo ha detto Nicola Pecchioni, direttore del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali, intervenendo all’appuntamento annuale per fare il punto con tutti gli attori della filiera, sulla produzione di grano attesa in Italia e nel mondo, che si è svolto oggi presso la Camera di Commercio di Foggia. La durogranicoltura in questi ultimi anni affronta scenari più complessi, sia per la crescita dell’impatto dei cambiamenti climatici, sia per la diversità di scelte del consumatore e di sistemi colturali possibili. Le aziende cerealicole hanno estremamente bisogno di stabilità di produzione e qualità e la genetica assieme alla rivoluzione digitale in agronomia possono davvero rappresentare la svolta. Il genoma del grano duro, infatti, non è stato soltanto decifrato, ma costituisce oggi una risorsa per nuovi modelli di selezione basati sulla conoscenza del DNA e facilita lo sviluppo delle TEA, Tecnologie di Evoluzione Assistita.


Le ricerche in corso presso la sede CREA di Foggia stanno sfruttando le nuove tecnologie NGS (Next Generation Sequencing) per caratterizzare l’agrobiodiversità coltivata del grano duro e successivamente identificare il ruolo che le diverse varianti genetiche hanno sui caratteri importanti per la produzione, come, per esempio, quelle che regolano le fasi del ciclo del grano, le resistenze a tre diverse specie di ruggine (malattie fogliari del grano) la pigmentazione della granella per lo sviluppo di alimenti funzionali: tutte individuate e pubblicate in riviste scientifiche internazionali.

Coldiretti: semine in tilt e terreni allagati per clima estremo

Coldiretti: semine in tilt e terreni allagati per clima estremoRoma, 16 mag. (askanews) – Sono sessantadue gli eventi estremi, tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento che hanno colpito il Nord Italia nelle ultime 24 ore con centinaia di ettari di mais, grano, soia e ortaggi finiti sott’acqua, terreni franati e danni ai vigneti. E’ quanto emerge dall’analisi su dati Eswd della Coldiretti che ha effettuato un primo monitoraggio della situazione nelle campagne con l’allerta meteo in otto regioni.


Le situazioni peggiori si registrano in Veneto e in Lombardia. Nel Padovano, spiega Coldiretti, sono stati allagati terreni di cereali e verdure, sommergendo il mais appena spuntato, il grano quasi vicino alla raccolta, oltre a soia e zucche appena seminate. Per una stima completa dei danni occorrerà attendere i prossimi giorni, quando l’acqua si sarà ritirata. Frane si registrano in altre zone della regione, con la terra che ha invaso campi e vigneti. In Lombardia si segnalano semine in tilt per mais e riso, con il pericolo di doverle abbandonare del tutto se le condizioni meteo dovessero perdurare. Ma ci sono anche orzo e frumento a rischio asfissia, prati danneggiati dalla troppa pioggia e trapianti di pomodoro bloccati. Danni anche alla produzione di foraggio per gli animali.


Per un Nord sott’acqua c’è, invece, un Sud ancora alle prese con la siccità, in un’Italia letteralmente spaccata in due dal meteo. La situazione resta grave in Sicilia dove gli allevatori non riescono più a garantire l’alimentazione delle mucche e delle pecore, con mangiatoie e abbeveratoi vuoti. Dopo i danni alla raccolta delle arance, la siccità sta devastando anche il grano, con cali in alcune zone che arrivano al 70%. Produzione di grano in calo anche in Puglia, continua la Coldiretti, dove la siccità sta compromettendo il 20/30% del raccolto in quello che è il granaio d’Italia. E gravi danni si registrano anche in Basilicata e Sardegna.

Lollobrigida: immagino in 2025 cucina italiana Patrimonio Unesco

Lollobrigida: immagino in 2025 cucina italiana Patrimonio UnescoRoma, 16 mag. (askanews) – “Abbiamo chiesto il riconoscimento della cucina italiana a patrimonio Unesco, immagino che nel 2025 avremo lo stesso titolo della cucina coreana, francese, giapponese e messicana”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla Giornata della Ristorazione 2024, le cui celebrazioni sono in corso a Roma presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.


“Siamo orgogliosi dell’Italia – ha aggiunto il ministro – ma l’orgoglio non porta economia, la consapevolezza invece sì, consapevolezza di ciò che siamo, nei nostri 3000 anni di storia. In Italia ci ssono le culture del mondo conosciuto in Occidente, le culture dei popoli del Nord, gli arabi, abbiamo avuto contatti con ogni lembo del pianeta e qualcosa ci è stata lasciata da tutti. Dobbiamo sfruttare al massimo questo potenziale”, ha concluso Lollobrigida.

Ricerca UniPisa: slitte da trebbiatura usate già nel 6.500 a.C.

Ricerca UniPisa: slitte da trebbiatura usate già nel 6.500 a.C.Roma, 16 mag. (askanews) – E’ stato uno dei primi macchinari agricoli in Europa, in uso fino a pochi decenni fa per separare la paglia dal grano in moltissimi paesi Mediterranei, dalla Turchia fino alla Spagna: è la slitta da trebbiatura, che avrebbe fatto la sua comparsa in Grecia già nel 6500 a.C. A dirlo è uno studio recente condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Pisa, che applicando metodi analitici avanzati alle industrie in selce, tra cui la microscopia confocale, sono stati in grado di tracciare l’adozione precoce di questa tecnologia.


La ricerca, in collaborazione con il CSIC in Spagna e l’Università Aristotele di Salonicco, anticipa così i precedenti record di questa tecnologia in Europa di almeno 3.000 anni, fornendo nuove intuizioni sulle innovazioni tecnologiche delle società neolitiche. “Da anni lavoriamo per ricostruire le vie e i meccanismi di diffusione dell’agricoltura dal Vicino Oriente al resto del Mediterraneo – spiega il professor Niccolò Mazzucco dell’Università di Pisa, ricercatore principale del lavoro -L’uso della slitta da trebbiatura, anche nota con il termine romano tribulum, permette di aumentare notevolmente la quantità di grano lavorato e di accelerarne la lavorazione. In passato, si riteneva che questa innovazione fosse legata alla nascita dei primi stati, ma il nostro studio dimostra che il suo primo uso è assai più antico”.


“Negli ultimi anni – aggiunge Mazzucco – sono emerse sempre maggiori evidenze che i primi animali domestici non fossero usati esclusivamente come fonte alimentare, ma anche come forza lavoro. E le slitte da trebbiatura rientrano proprio in un più ampio processo d’innovazione tecnologica che coinvolge l’uso degli animali in questo senso”. I risultati dello studio coordinato dall’Università di Pisa, presentati nell’ultimo numero della rivista Journal of Archaeological Science: Reports, dimostrano così che il settore agricolo fu terreno d’innovazione tecnologica sin dalla Preistoria e solleva questioni significative sulla trasmissione delle conoscenze tecnologiche tra le diverse regioni del Mediterraneo. Ciò che fino a qualche decennio fa era considerato un’innovazione tardiva, oggi si dimostra essere, infatti, una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa.

Crea: grano duro, in 2024 in Italia attese 3,5 mln tonn.: -8%

Crea: grano duro, in 2024 in Italia attese 3,5 mln tonn.: -8%Roma, 16 mag. (askanews) – Nel 2024 la produzione nazionale di grano duro dovrebbe attestarsi intorno alle 3,5 milioni di tonnellate, con un decremento del 10-15% rispetto alla media di lungo periodo e un calo dell’8% su base annua. Previsioni invece al rialzo nei paesi extra Ue, primo tra tutti il Canada, dove la raccolta è prevista in aumento del 40%. Sono le previsioni del Crea, rese note oggi a Foggia durante i Durum Days, l’evento internazionale organizzato dai principali protagonisti del comparto, a poco meno di un mese dall’inizio delle operazioni di raccolta nei campi.


Ad incidere in maniera significativa sul calo produttivo italiano, oltre alla riduzione della superficie coltivata e alle difficoltà legate alle tensioni internazionali, sono state le condizioni climatiche sfavorevoli, che hanno interessato principalmente l’areale meridionale di coltivazione; molto complicata, infatti, è la situazione della Sicilia, soprattutto se confrontata con la produzione dello scorso anno, così come quella della Puglia e della Basilicata, il cui potenziale produttivo è stato in parte compromesso. In tutto il resto delle regioni italiane, invece, le condizioni della coltura sono ottime e le stime produttive risultano molto buone. In queste aree l’unica incognita è legata all’andamento meteorologico delle prossime settimane, che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura. I Durum Days, che si svolgono alla Camera di Commercio di Foggia, sono organizzati e promossi da Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con il patrocinio della Siga (Società Italiana Genetica Agraria), la collaborazione del Crea e la partecipazione tra i relatori di Areté e ICG (International Grains Council) e degli sponsor Basf e Corteva.


Rispetto al quadro internazionale sulle produzioni mondiali di grano, delineato dagli analisti di Areté, dopo il calo dello scorso anno, le produzioni di grano duro a livello mondiale quest’anno sono globalmente viste in ripresa, con aumenti nell’ordine del 10%, grazie alle maggiori produzioni di importanti paesi esportatori: Canada (+40%), Stati Uniti (+25%), Russia (+20%), Turchia (+5%). Si tratta di aumenti che contribuiranno a incrementare le scorte finali di grano duro a livello globale per valori anche superiori all’8-10%, percentuale che rappresenta il dato di consenso degli analisti. Le scorte finali resteranno tuttavia lontane dalle medie di lungo periodo. Un contesto che spiega bene le ragioni per cui i prezzi si manterranno lontani dai picchi registrati nelle ultime campagne, pur restando a valori storicamente alti.

Confagri: dazi Usa su prodotti Cina, si rischia guerra commerciale

Confagri: dazi Usa su prodotti Cina, si rischia guerra commercialeRoma, 15 mag. (askanews) – Il drastico aumento dei dazi americani su alcune produzioni in arrivo dalla Cina che è stato annunciato negli USA “è comprensibile sul piano economico”, ma “resta il fatto che la decisione dell’amministrazione USA rischia di innescare una guerra commerciale che può influire negativamente sull’andamento economico globale. La Cina ha già reagito, facendo sapere che adotterà ogni misura necessaria. Vale a dire, ritorsioni sulle importazioni dagli Stati Uniti”. Lo dichiara in una nota il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.


Sostenuta da generosi sussidi pubblici, la capacità produttiva cinese infatti continua a superare largamente e in misura crescente la domanda interna: auto elettriche, pannelli solari, i semiconduttori Made in China hanno letteralmente invaso i mercati internazionali. Secondo le ultime previsioni del WTO, gli scambi internazionali di merce dovrebbero crescere quest’anno solo del 2,6%, dopo la contrazione di oltre un punto percentuale registrata nel 2023. Confagricoltura ricorda che la Commissione europea sta conducendo un’indagine sui sussidi pubblici cinesi alla produzione di auto elettriche. Anche alla luce delle decisioni annunciate a Washington, il rialzo dei dazi della UE potrebbe essere deciso nel giro di poche settimane.


“A quel punto – evidenzia Giansanti – dovremo mettere in preventivo la possibilità di misure di ritorsione da parte delle autorità di Pechino che potrebbero riguardare anche le importazioni agroalimentari dalla UE”. La Cina è il terzo mercato di sbocco per le produzioni di settore degli Stati membri. Secondo i dati della Commissione europea, le vendite sul mercato cinese sono ammontate a 14,6 miliardi di euro alla fine del 2023. L’export agroalimentare dell’Italia si attesta attorno ai 18 miliardi di euro, con potenzialità di crescita di tutto rilievo. Vini, olio d’oliva, lattiero-caseari e salumi, i prodotti più richiesti. “La situazione che si profila – conclude il presidente di Confagricoltura – aggiunge nuove tensioni in uno scenario internazionale già ad alta instabilità. Paghiamo il prezzo di aver messo da parte le regole multilaterali per la governance del commercio internazionale”.

Coldiretti: firma Mattarella su Dl Agricoltura risposta importante

Coldiretti: firma Mattarella su Dl Agricoltura risposta importanteRoma, 15 mag. (askanews) – Soddisfazione da parte di Coldiretti per la firma del Dl agricoltura da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poiché “è la conferma che quanto contenuto nel decreto rappresenta un segnale importante per il mondo agricolo e una risposta concreta alle richieste di misure a sostegno del settore”, spiega Coldiretti in una nota.


Una su tutte è la possibilità di beneficiare della moratoria dei debiti per 145mila imprese agricole, della pesca e acquacoltura che hanno registrato una diminuzione pari almeno al 20% del volume d’affari dell’anno 2023 rispetto a quello dell’anno 2022. Fondamentale era poi per Coldiretti mantenere lo stop al fotovoltaico selvaggio. “Ora è stato fatto un giusto intervento per fermare le speculazioni dei grandi fondi di investimento che in molte aree del Paese sta mettendo in difficoltà la produzione agricola”, spiega la confederazione agricola. Per quanto riguarda la fauna selvatica, prosegue Coldiretti, ora sarà necessario un cambio di passo da tutte le regioni. “Con questo decreto Dl firmato oggi – conclude – ci saranno aiuti importanti per le filiere in difficoltà, risposte concrete anche sul tema delle pratiche sleali, con pagamenti più rapidi per gli agricoltori che vengono danneggiati e dove si rafforza il lavoro di Ismea sui costi medi di produzione”.

Cia: bene Dl Agricoltura, ora migliorarlo in Parlamento

Cia: bene Dl Agricoltura, ora migliorarlo in ParlamentoRoma, 15 mag. (askanews) – Con la firma del Dl Agricoltura da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le aziende agricole avranno a disposizione strumenti urgenti e adeguati per far fronte alla crisi, dalla moratoria dei mutui agli aiuti alle filiere in sofferenza, come sollecitato più volte dalla Confederazione. Così in una nota il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che aggiunge: “ora auspichiamo che il decreto venga ancora migliorato e potenziato in Parlamento, tramite la presentazione degli emendamenti”.


In particolare, Cia chiede la reintroduzione di Granaio Italia, “fondamentale per riportare trasparenza sui mercati, e più fondi dedicati alle emergenze di alcune filiere, includendo anche la Xylella per la quale serve nominare finalmente un commissario straordinario”. Intanto, aggiunge Fini, “sono utili e importanti per il settore – ricorda Fini – oltre al sostegno al credito delle imprese, anche il rafforzamento della norma sulle pratiche sleali; l’avvio di una regolamentazione del fotovoltaico a terra, che non intralci le coltivazioni; la spinta sugli abbattimenti dei cinghiali, anche con l’esercito, per contrastare la peste suina. Tutte misure necessarie a difendere e sostenere gli agricoltori in una fase molto complicata”.