Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Coldiretti: in 2023 export ortofrutta record a 5,8 miliardi

Coldiretti: in 2023 export ortofrutta record a 5,8 miliardiRoma, 8 mag. (askanews) – Nel 2023 il valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca sfiora i 5,8 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. Ma sul comparto pesa il blocco dei traffici sul Mar Rosso, che ha quasi dimezzato le esportazioni in quantità di frutta e verdura italiane in Asia (-47%) a gennaio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat diffusa oggi in occasione dell’inaugurazione del Macfrut Fruit and Veg Professional Show all’Expo Centre di Rimini, in cui si mettono in luce i primi effetti concreti della guerra in Medio Oriente per i produttori di ortofrutta nazionale.


L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez e a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato infatti ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga, mentre i tempi di percorrenza sono aumentati mediamente di 7-10 giorni. E a risentirne sono stati soprattutto i prodotti più deperibili, a partire dall’ortofrutta. Le produzioni più a rischio sono i derivati del pomodoro, che valgono complessivamente circa 270 milioni all’anno, davanti alle mele, le cui vendita in Asia ammontano a 170 milioni, assieme ai kiwi, secondo una stima Coldiretti su dati Istat del 2023. Ma tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Cina e negli altri Paesi, oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono anche la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi lo scorso anno.

Urso e Lollobrigida inaugurano a Parma la 22esima edizione di Cibus

Urso e Lollobrigida inaugurano a Parma la 22esima edizione di CibusMilano, 7 mag. (askanews) – Sono stati i ministri delle Imprese e dell’Agricoltura, Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, a inaugurare la 22esima edizione di Cibus, in scena negli stand di Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio. Un’edizione con numeri record dicono gli organizzatori: oltre 3.000 espositori su una superficie di 120mila metri quadrati (e una lista di attesa di 600 aziende) accanto alla presenza di 3.000 top buyer provenienti provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente.


“Il made in Italy – ha detto Il ministro Urso che ha preso parte al convegno inaugurale col collega Lollobrigida – ormai è sinonimo in tutto il mondo di prodotto di qualità ed eccellenza. Cibus di fatto oggi fa la sua vera e grande riapertura dopo gli anni dei cigni neri e sono lieto di essere qui con tutte le altre istituzioni ma soprattutto con le imprese che sono i veri attori dell’economia. Il nostro Paese, infatti, è composto da imprese e da persone che sono l’espressione autentica della peculiarità del nostro sistema industriale che porta sul mercato prodotti capaci di stare nel mondo perché considerati quelli belli, buoni e ben fatti e per questo nella gamma della produzione internazionale noi siamo nella serie A e lo siamo grazie all’alimentazione”. “La nostra Nazione, grazie all’impegno del governo Meloni e al duro lavoro dei nostri agricoltori, produttori e imprenditori, sta dimostrando incoraggianti segnali di crescita. L’Italia si conferma terra di eccellenza e vincente nei mercati esteri – ha detto Lollobrigida – Uno straordinario risultato che evidenzia la qualità dei prodotti made in Italy, la solidità del nostro tessuto imprenditoriale e la nostra capacità di fare sistema per conquistare i mercati globali”. Nel corso della giornata inaugurale sono stati presentati i dati della ricerca realizzata dal Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica, in collaborazione con Fiere di Parma. Lo studio evidenzia in particolare come nel decennio 2013 – 2023 la crescita italiana nell’export agrifood è stata del 27% rispetto al 12% della media europea. Un risultato che ha portato i prodotti agroalimentari italiani venduti all’estero a sfiorare i 64 miliardi di dollari, circa il 10% dell’export europeo (679 miliardi di dollari), collocando il nostro Paese al quarto posto nel 2023 per sviluppo dell’export in Europa


A livello globale, l’Europa mantiene la leadership mondiale, con una quota di mercato del 2022 superiore al 40%; in particolare dal 2020 si può notare una leggera riduzione della quota di mercato dell’Europa a vantaggio di America e Asia: nel 2022, il 22,4% del food export mondiale è asiatico, mentre il 29,5% americano. Quote di mercato inferiori rispetto a quella del nostro continente, ma sicuramente rappresenta una dinamica “erosiva” da tenere sotto osservazione. L’andamento emerge più chiaro se si guardano le serie storiche indicizzate, assumendo come base l’anno 2013. Qui emerge chiaramente la diversa velocità relativa di crescita (e decrescita) negli anni delle macroaree. Il dato mondo, infatti, è la composizione di un’ America e un’Asia capaci di totalizzare rispettivamente +51% e +49%, a fronte di Europa cresciuta “solo” del 33%.


Tornando all’Italia, il nostro Paese ha registrato una crescita in tutti i quattro principali comparti dell’agroalimentare: nel dairy la quota di mercato passa dal 3,46% dal 2013 al 4,75% del 2022, con un valore dell’export di 5,4 miliardi di dollari); nei prodotti a base di cereali il valore dell’export nel 2022 è di 8,3 miliardi di dollari, corrispondenti a una quota di mercato dell’8,34% (era il 7,95% nel 2013), nelle conserve e nei preparati di frutta e verdura l’export del 2022 vale 5 miliardi di dollari, con una quota di mercato del 6,46% (6,38% nel 2013) e nel settore beverage l’Italia ha anche scalato una posizione, passando dal terzo al secondo posto del ranking, con un valore nominale dell’export nel 2022 pari a 12,6 miliardi di dollari, corrispondenti ad una quota di mercato dell’8,5%. A conferma di quanto è emerso dai dati precedenti, in questi settori Francia e Germania hanno subito un’erosione delle proprie quote di mercato. Mostrano un trend di crescita anche Belgio, Olanda e Polonia. Il presidente di Fiere di Parma, Franco Mosconi, nel suo intervento ha evidenziato come “questa edizione di Cibus cada in un momento particolarmente intenso sotto il profilo strategico per la nostra società. Nella prima metà del 2023 abbiamo raggiunto un importante accordo societario con Fiera Milano, la quale ha conferito a Fiere di Parma il ramo d’azienda TuttoFood. Oggi inauguriamo Cibus 2024, e stiamo già lavorando all’edizione 2025 di TuttoFood che si terrà a Milano dal 5 all’8 maggio del prossimo anno. I due grandi player nazionali hanno deciso di unire le forze per guardare allo sviluppo internazionale del settore agrifood italiano. È proprio qui che s’innesta la seconda dimensione strategica”. “Dal 2016 il polo fieristico – prosegue – ha in essere una proficua collaborazione con Koelnmesse nel settore meccano-alimentare. E basti pensare ai numeri della recente edizione di Cibus Tec. Ebbene, forti di questi due passaggi, stiamo ora lavorando a un terzo, di cruciale importanza: ossia, il rafforzamento della partnership fra FdP e Koelnmesse lungo la direttrice Parma-Milano-Colonia”.

Confagri e Crédit Agricole: più valore a agrifood con il credito

Confagri e Crédit Agricole: più valore a agrifood con il creditoRoma, 7 mag. (askanews) – Dare valore alla filiera agroalimentare è indispensabile non solo per garantire reddito alle imprese, dal campo alla tavola, ma anche per migliorare ulteriormente l’apporto che l’intero settore dà all’economia italiana in termini di PIL e di export. Il ricambio generazionale e l’incremento del numero di giovani capi azienda è un processo qualificante che va sostenuto seguendo modelli virtuosi di crescita.


È quanto emerso oggi a Cibus, il salone internazionale dell’agroalimentare che si è aperto a Parma, nell’incontro dedicato alle soluzioni finanziarie a favore delle imprese agricole, organizzato da Confagricoltura e Crédit Agricole Italia, con un focus particolare sulle imprese condotte da giovani under 40. Protagonisti il direttore generale di Confagricoltura Annamaria Barrile, il presidente nazionale dei Giovani Agricoltori – ANGA Giovanni Gioia, insieme a Vittorio Ratto, vicedirettore generale Retail e Digital di Crédit Agricole Italia, e Marco Perocchi, responsabile Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia.


Nel corso del dibattito sono stati approfonditi gli strumenti del credito di cui possono beneficiare gli operatori della filiera agroalimentare e le iniziative di valorizzazione della catena di fornitura dei prodotti agricoli. Le aziende agricole condotte da under 40 in Italia rappresentano il 9% del totale, ma le loro realtà risultano più performanti in termini di dimensione media, redditività e approccio alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. Uno standard elevato di partenza che rappresenta un valore che si ripercuote su tutta la filiera di trasformazione e di distribuzione. Un elemento sul quale Crédit Agricole Italia sta lavorando a vantaggio di tutte le aziende del comparto.

Al via in Puglia la transumanza, pratica patrimonio Unesco

Al via in Puglia la transumanza, pratica patrimonio UnescoRoma, 7 mag. (askanews) – Al via la transumanza in Puglia, dichiarata patrimonio dell’Umanità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco, una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano. Lo ricorda la Coldiretti Puglia, sottolineando il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”.


La transumanza avviene a maggio perché gli animali hanno bisogno di partire, avvertono il caldo, lo patiscono, abbisognano di temperature più fresche dell’alpeggio. Sul Gargano il viaggio dura 4 giorni con 3 soste per riposare a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. Restano a casa solo gli animali più piccoli, perché non ce la farebbero. La transumanza si snoda attraverso i vecchi tratturi de L’Aquila-Foggia, il famoso ‘tratturo del re’, incrociato a San Paolo di Civitate, del Celano-Foggia e del Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e bracci tratturali da raccordo e tratti di strade statali, provinciali e comunali”. “Il riconoscimento Unesco tutela un’attività ad elevato valore ecologico e sociale poiché – continua la Coldiretti – si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio”.

Nasce il primo olio “made green in Italy” targato Zucchi

Nasce il primo olio “made green in Italy” targato ZucchiRoma, 7 mag. (askanews) – Nasce il primo olio extravergine di oliva 100% italiano e sostenibile con il marchio “made green in Italy” del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energica. E’ dell’Oleifico Zucchi. Lo standard Made Green in Italy è uno schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti e coniuga la misurazione degli impatti sull’ambiente di un prodotto o di un servizio nel suo intero ciclo di vita con la dimensione del “made in Italy”, legata alle eccellenze del sistema produttivo nazionale, tramite la metodologia europea PEF (Product Environmental Footprint), che consente di calcolare l’impronta ambientale misurando l’impatto del prodotto in ogni singola fase del ciclo di vita.


Lo schema “Made Green in Italy” prevede la certificazione da parte di un organismo di certificazione accreditato a garanzia della competenza, della serietà e della robustezza della valutazione. “Il riconoscimento per l’Oleificio Zucchi è un marchio di garanzia per i suoi prodotti ma anche una certificazione per i consumatori – ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin – Oggi si punta a cicli produttivi sempre più sostenibili, che uniscono il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari nazionali. Per attribuire questa certificazione si valutano le prestazioni ambientali di un prodotto, dall’approvvigionamento delle materie prime al fine vita, e si verifica se sono organizzate al fine di ridurre gli impatti ambientali. In un mercato sempre più agguerrito e globalizzato – prosegue – poter contare su un marchio come Made Green in Italy, che ha valore europeo, è la prova che Oleificio Zucchi guarda avanti per costruire un futuro aziendale sempre più sostenibile per accrescere la propria competitività su tutti i mercati nel segno della qualità italiana”.


L’olio EVO 100% Italiano Sostenibile Zucchi è un prodotto che racconta una storia fatta di qualità, sicurezza, benessere, abbraccia non solo la condivisione di valori di natura ambientale, economico e sociale, ma anche di tipo nutrizionale ed etica. “La sostenibilità rappresenta una delle sfide globali più importanti che la nostra società deve affrontare per poter garantire un futuro alle prossime generazioni – ha detto Alessia Zucchi, AD di Oleificio Zucchi. – Ottenere questo importante riconoscimento è per noi motivo di grande orgoglio: come azienda olivicola siamo da tempo fortemente impegnati sul fronte dello sviluppo sostenibile del comparto e ci facciamo promotori di una crescita in termini di qualità della filiera”.

In Sardegna prosegue l’esperienza del Pecorino etico solidale

In Sardegna prosegue l’esperienza del Pecorino etico solidaleRoma, 7 mag. (askanews) – Prosegue in Sardegna l’esperienza del Pecorino etico etico solidale, una delle risposte virtuose messe in campo per arginare la crisi del prezzo del latte che aveva investito la Sardegna nel recente passato, attivata da Coldiretti Sardegna insieme a Biraghi, azienda di eccellenza del settore caseario nazionale.


Effetti positivi anche in un momento in cui il prezzo del latte in Sardegna resta a buoni livelli, rafforzati dai numeri del progetto che nel 2023, con il Grattugiato Fresco al Pecorino Etico Solidale, aveva registrato un +33% di export e segnato il successo del prodotto frutto dell’accordo sancito nel 2017 tra l’azienda casearia piemontese, Coldiretti Sardegna e Filiera Agricola Italiana Spa. Nell’isola sono coinvolti ancora con una rinnovata partnership anche la Cooperativa Pastori Dorgali, che raggruppa 190 aziende del territorio e l’Armentizia Moderna, sinonimi di latte di qualità di allevamenti del territorio con il pascolo naturale e dai sapori autentici dell’isola. E ora arriva anche il restyling del logo con la nuova identità di marca. E se il nuovo pack sarà pronto negli scaffali tra circa un mese, già oggi si potranno vedere ancora tangibili gli effetti del progetto che è distribuito in più di 6.000 punti vendita sul territorio italiano e registra una distribuzione ponderata pari al 41% su tutta Italia, in aumento rispetto al 2022. Significativo anche l’interesse proveniente dal mercato estero: il prodotto viene esportato in 17 Paesi – Germania, Croazia e Polonia su tutti – e l’export ha registrato +33% di vendite rispetto al 2022.


“L’accordo di filiera che garantisce un prezzo minimo continua a ricevere apprezzamenti positivi dal mercato, dimostrando che è possibile assicurare un prezzo equo lungo tutta la catena di produzione, a partire dagli allevatori – sottolineano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore Coldiretti Sardegna – i consumatori apprezzano sempre di più i prodotti 100% made in Italy, riconoscendo il valore dietro ogni prodotto e il lavoro degli agricoltori locali”.

Alto Capital V acquista maggioranza pizzerie Fradiavolo

Alto Capital V acquista maggioranza pizzerie FradiavoloRoma, 7 mag. (askanews) – Alto Partners, tramite il fondo Alto Capital V, ha acquistato il 76% di Fragesa, realtà nel settore del food retail che gestisce la catena di pizzerie a marchio “Fradiavolo”. Fondata nel 2018 da Mauro D’Errico e Gianluca Lotta la società, con sede a Torino e 273 dipendenti, gestisce attualmente 24 punti vendita diretti e 3 in Franchising nelle principali provincie Italiane a cui si aggiungerà nelle prossime settimane un’apertura a Miami. I ricavi, sulla scia delle nuove aperture, sono triplicati nell’ultimo biennio con l’obiettivo di raggiungere Euro 25 milioni nel 2024.


Alto Capital V ha rilevato le quote detenute da Gioia Spa (basket company del food retail che annovera tra i brand Cioccolatitaliani e Bun Burgers), Saint Food e una parte delle quote di Kappagroup (holding di Mauro D’Errico e Gianluca Lotta) e dotato la società di nuova finanza a supporto del piano di sviluppo. L’operazione rappresenta il quarto investimento di Alto Capital V.

Coldiretti: domani al Macfrut il punto sull’ortofrutta

Coldiretti: domani al Macfrut il punto sull’ortofruttaRoma, 7 mag. (askanews) – Domani, 8 maggio, la Coldiretti metterà al centro della giornata inaugurale del Macfrut di Rimini le conseguenze di guerre e tensioni internazionali sull’ortofrutta Made in Italy. All’Expo Centre, nello spazio Coldiretti, sarà presente del presidente nazionale Ettore Prandini.


Dai blocchi al commercio internazionale legati ai conflitti in corso fino a quelli che limitano la circolazione dei prodotti anche all’interno degli stessi confini europei, la situazione internazionale, ricorda Coldiretti, minaccia i record della frutta e della verdura italiane, con effetti negativi sull’export di quello che è uno dei settori più presenti sulle tavole estere. Sarà presentata anche una analisi sull’andamento dei consumi delle famiglie italiane di quello che è un prodotto fondamentale per la salute, soprattutto delle giovani generazioni.

Consumi Dop-Igp +6%, Cia e Italia Olivicola: puntare su promozione

Consumi Dop-Igp +6%, Cia e Italia Olivicola: puntare su promozioneRoma, 7 mag. (askanews) – Quasi 9 miliardi di euro di valore all’origine del comparto cibo Dop e Igp, per un fatturato al consumo finale superiore ai 17 miliardi di euro, pari a una crescita del 6%. Inoltre, il valore aggiunto delle Dop e Igp sta anche in quel 76% degli italiani che acquista prodotti alimentari certificati almeno una volta al mese, e in quel 45% di cittadini che non riconosce l’origine in uno specifico territorio.


Le Dop e le Igp italiane con la distintività dei territori d’origine, rappresentano un volano importante per la crescita competitiva dell’agroalimentare nazionale e per il rilancio del turismo enogastronomico lungo lo stivale. Questo il messaggio portato a Cibus da Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola che a Cibus hanno presentato una retrospettiva sul settore e le opportunità da capitalizzare. Al convegno sono intervenuti anche l’assessore regionale Alessio Mammi e l’onorevole Paolo De Castro. Per Cia e Italia Olivicola è arrivato il momento, infatti, di dare gambe al testo unico europeo sulla qualità per tracciare, fattivamente, la strada sul fronte della valorizzazione e della promozione, partendo da un vero patto tra agricoltori e cittadini.


Nel focus il primato italiano nel comparto, una leadership per numero di produzioni certificate, 855 tra cibo e vino, e un fatturato di 20 miliardi, rispetto ai 3.500 prodotti registrati Ue per un giro d’affari di 80 miliardi. Cia e Italia Olivicola ricordano che la conquistata riforma del Regolamento Ue sulle Indicazioni geografiche rappresenta un importante passo in avanti nella salvaguardia e nella promozione dei prodotti Dop e Igp. “Ora, per essere davvero efficace nella sua attenzione alla qualità e all’innovazione rispetto a trasparenza e a sostenibilità, deve saper puntare sulla centralità del rapporto tra produttori e consumatori”. Il richiamo di Cia e Italia Olivicola è a quell’alleanza stabile in grado di accrescere il peso decisionale dei due anelli della filiera agroalimentare. “Dobbiamo condividere con il Paese un’operazione trasparenza – ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Il caro-vita va affrontato anche favorendo iniziative per una corretta informazione rispetto alla reale formazione dei prezzi dal campo allo scaffale, per una maggiore consapevolezza nelle scelte di acquisto che metta a fuoco la tracciabilità, ma anche il legame con l’autenticità e l’unicità di specifiche zone geografiche. Dop e Igp costituiscono un significativo elemento di valorizzazione dei sistemi produttivi e dei territori. Sono uno strumento per la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità”.

Consorzio Clementine Igp Calabria si promuove al Macfrut

Consorzio Clementine Igp Calabria si promuove al MacfrutRoma, 7 mag. (askanews) – Promozione internazionale e la partecipazione a un convegno per fare conoscere una eccellenza e il marchio a denominazione. Il Consorzio Clementine di Calabria IGP, parteciperà con i propri vertici a Macfrut 2024, l’evento internazionale dedicato alla filiera dell’ortofrutta in programma a Rimini da mercoledì 8 maggio a venerdì 10 maggio.


“Il Consorzio – afferma il direttore Giovanni Mastrangelo nell’annunciare la partecipazione a Macfrut – rappresenta oggi un fondamentale strumento di tutela, vigilanza e promozione della Clementina di Calabria. Una garanzia per consumatore, ma anche per il produttore che riceve supporto e assistenza in tutte le sue fasi produttive”. L’8 maggio il presidente del Consorzio Giorgio Salimbeni sarà anche tra gli ospiti del convegno organizzato da Confagricoltura “Indicazioni geografiche: novità, sfide e opportunità del nuovo regolamento”. L’attenzione si concentrerà sull’analisi delle indicazioni geografiche, un aspetto significativo per la valorizzazione e la protezione dei prodotti agroalimentari di eccellenza.


Nel frattempo, il Consorzio di Tutela delle Clementine di Calabria IGP sta valutando la stagione di produzione 2023; nonostante un ritardo nella produzione di circa 10-20 giorni, i dati annuali della produzione certificata sono in linea con quelli dell’anno precedente, segnalando una chiusura in crescita della campagna 2023-2024 e confermando un trend positivo degli ultimi anni. Attualmente, il Consorzio conta circa 150 soci e gestisce oltre 980 ettari distribuiti in quattro aree produttive principali. La produzione supera i 100.000 quintali di prodotto certificato, ma con un potenziale di oltre 2,5 milioni di quintali. Recentemente, è stato approvato un nuovo disciplinare di produzione, finalizzato a migliorare la qualità e la diffusione del prodotto, con l’introduzione di parametri qualitativi specifici e l’aggiornamento delle tecniche di coltivazione.