Vino Dop e Igp: in 2023 frenano quantità e valore, tiene exportRoma, 2 dic. (askanews) – Frena nel 2023 il vino DOP IGP, sia come produzione imbottigliata pari a 25,9 milioni di ettolitri (-0,7%) che come valore dell’imbottigliato che si attesta su 11 miliardi di euro (-2,3%), con andamento opposto fra DOP e IGP. Per i vini DOP il calo della domanda ha indotto gli operatori a imbottigliare di meno (-4%), per un valore pari a 9,08 miliardi di euro (-3,7%). Per i vini IGP cresce la quantità imbottigliata (+6%) per un valore di 1,95 miliardi Ç nel 2023 (+4,8%). Sono i dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
L’export raggiunge 6,89 miliardi di euro (-0,6% su base annua e +66% sul 2013), una sostanziale tenuta dopo il balzo del +10% registrato nel 2022. Numeri di una filiera composta da 107.175 operatori, 333mila occupati, 135 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 12 Organismi di controllo.
Nella Dop economy italiana lavorano oltre 847.000 personeRoma, 2 dic. (askanews) – Filiere che portano il nome dell’Italia nel mondo grazie all’export e che, in patria, danno lavoro a oltre 847.400 persone, il 60% delle quali lavora nella fase agricola.
Nella Dop eonomy italiana, complessivamente, sono occupate 510.260 nella fase agricola e 337.145 nella fase di trasformazione. Nel dettaglio, il settore vitivinicolo DOP IGP conta 332.506 occupati, mentre il comparto cibo 585.543. Alla base delle filiere DOP IGP vi sono 194.387 operatori, di cui 186.547 produttori e 31.197 trasformatori, che aderiscono ai disciplinari di produzione e si sottopongono ai controlli per la certificazione. Nel vino si contano 107.175 operatori e nel comparto cibo 87.212. Sono i dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 approfondisce quindi l’impatto della Dop economy sull’occupazione, elaborando i dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione delle filiere DOP IGP. Per quanto riguarda l’impatto territoriale, dopo due anni consecutivi con dati in aumento in diciotto regioni su venti, il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 descrive in questa edizione un quadro più variegato: su 107 province italiane 61 hanno valore della DOP economy più alto, il 17% con crescite a doppia cifra.
Prosegue il trend positivo nell’area Sud e Isole (+4,0%), sempre in crescita negli ultimi cinque anni, con buoni risultati soprattutto per Sardegna (+19%) e Abruzzo (+11%). Cresce anche il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia che supera per la prima volta i 2,5 miliardi di euro e cresce per il terzo anno consecutivo. Il Nord-Est ha risultati stabili nel complesso (-0,6%) e vale il 54% della Dop economy, con l’Emilia-Romagna che frena leggermente (-2,4%) e il Veneto che con 4,85 miliardi di euro si conferma regione leader. Nel Centro i risultati peggiori (-3,9%) con la Toscana (-5,5%) che rappresenta la gran parte del valore economico, con il Lazio unica regione in crescita (+8,8%).
Accordo Carlsberg-Crea per promuovere produzione italiana del luppoloMilano, 29 nov. (askanews) – Un protocollo d’intesa per promuovere la ricerca e l’innovazione nella produzione del luppolo italiano. Ha questi obiettivi il protocollo d’intesa siglato da Carlsberg Italia e Crea in occasione del convegno “La centralità della ricerca per lo sviluppo di una filiera brassicola sostenibile e made in Italy: l’esperienza del progetto LOB.IT” promosso dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea).
In particolare, attraverso l’accordo siglato, Carlsberg e Crea intendono fornire consulenza e supportare le aziende del luppolo nell’adozione di tecnologie di precisione per la gestione delle colture, svolgere attività di formazione per gli agricoltori impegnati nella produzione di luppolo o interessati ad avviarne la produzione, con particolare riferimento a tecniche colturali sostenibili nell’uso delle risorse naturali e ambientali oltre che relative al tema dell’innovazione genetica, promuovere il diretto coinvolgimento delle imprese agricole e delle loro rappresentanze nel processo di realizzazione e di progettazione dell’innovazione. La coltivazione del luppolo in Italia è in una fase di espansione: negli ultimi ha visto nascere anni aziende agricole specializzate. Carlsberg Italia da tempo promuove il luppolo coltivato in Italia, inserendolo nelle ricette delle birre del Birrificio Angelo Poretti e sostenendo realtà locali.
“Siamo molto soddisfatti di questa intesa siglata con il Crea, centro di eccellenza in Italia dedicato alla valorizzazione della filiera agroalimentare – dichiara Olivier Dubost, managing director di Carlsberg Italia – Il Crea rappresenta per noi un partner strategico perché la ricerca e lo sviluppo tecnologico nei processi produttivi ricoprono da sempre un ruolo rilevante nel Gruppo Carlsberg: questa intesa ribadisce l’importanza anche in Italia di supportare il territorio agricolo locale per una filiera brassicola più sostenibile, efficiente e competitiva”. “Il Crea è un ente di ricerca applicata, con una forte vocazione sperimentale che lo caratterizza: per questo il supporto all’agroalimentare italiano e al sistema Paese è nel suo dna – commenta Andrea Rocchi, presidente Crea – E protocolli, come quello di oggi, che auspichiamo essere solo il primo di una lunga serie da siglare con le nostre tante eccellenze imprenditoriali, intendono favorire sinergie virtuose per creare veri e propri ecosistemi di innovazione, imprescindibili per raggiungere qualsiasi obiettivo di sviluppo sostenibile e per vincere la battaglia della competitività sui mercati”.
Fao: commercio globale puù favorire modelli alimentari sbagliatiRoma, 29 nov. (askanews) – Il commercio internazionale di prodotti alimentari e agricoli, cresciuto notevolmente negli ultimi decenni, può essere “un acceleratore di cambiamenti indesiderati nei modelli alimentari, aumentando il consumo di alimenti con basso valore nutrizionale e ricchi di grassi, zucchero e/o sale”. E’ quanto emerge dal rapporto The State of Agricultural Commodity Markets (SOCO) 2024 della Fao, pubblicato oggi.
Il rapporto sottolinea la necessità di rafforzare la coerenza delle politiche tra i settori del commercio e della nutrizione per garantire che il commercio non comprometta la qualità della dieta e non contribuisca all’aumento dei tassi di obesità e sovrappeso. Con l’aumento dei redditi, infatti, la domanda di importazioni di alimenti ultra-processati aumenta ancora più rapidamente. Tra gli aspetti positivi, il commercio internazionale raddoppia in media la diversità di alimenti disponibili in un paese, catalizzando una maggiore diversificazione dell’offerta alimentare e delle diete, il che rappresenta un vantaggio netto per gli obiettivi nutrizionali, soprattutto nei paesi con geografie meno diversificate come Kiribati o Norvegia. La diversità guidata dal commercio porta anche a una distribuzione più equa di nutrienti come vitamina C, calcio e zinco, il che è fondamentale, dato che la produzione alimentare nazionale di molti paesi non soddisfa i requisiti nutrizionali delle loro popolazioni. Ancora, i prezzi dei prodotti alimentari tendono a essere più bassi nei paesi aperti al commercio.
Sebbene però il commercio alimentare sia una pietra angolare della sicurezza alimentare, in alcuni contesti può produrre effetti indesiderati, in particolare l’obesità. Secondo il rapporto, un aumento del 10% del reddito si traduce in un aumento dell’11% della domanda di importazioni di alimenti ultra-lavorati e in un aumento del 7% della domanda di importazioni di alimenti non lavorati e minimamente lavorati. Il commercio pro capite di vitamina C e calcio dagli alimenti è aumentato di quasi il 90% tra il 2000 e il 2021. Gli alimenti ultra-elaborati hanno rappresentato il 7% delle calorie scambiate a livello globale e il 12% delle importazioni alimentari nei paesi ad alto reddito nel 2021. In termini monetari, il valore degli alimenti ultra-elaborati importati era molto più grande della loro quota calorica.
In conclusione, mentre la liberalizzazione commerciale ha numerosi benefici per la sicurezza alimentare, permangono dubbi sul fatto che essa favorisca diete sane. Il rapporto SOCO 2024 rileva anche che gli accordi commerciali regionali con un elevato numero di disposizioni sanitarie e fitosanitarie tendono ad aumentare le importazioni di alimenti ultra-processati, che sono anche notevolmente più sensibili alle variazioni di reddito.
Confagri Toscana: molte aziende agricole stanno abbandonando PacRoma, 28 nov. (askanews) – “La burocrazia, insieme alle problematiche degli ecoschemi e dell’informatica, sta spingendo molte aziende ad abbandonare la Politica Agricola Comune. Questa è una perdita per tutta l’agricoltura, poiché sembra che la Pac si stia allontanando sempre di più sia dall’agricoltura che dall’ambiente”. Lo ha detto Luca Giannozzi, vicepresidente di Confagricoltura Toscana, nel corso del convegno “Coltivare nella Pac”, organizzato da Confagricoltura Toscana e dedicato alle novità per la nuova campagna agraria a seguito delle ultime indicazioni fornite dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
“Lo scorso maggio l’Ue ha introdotto una mini-riforma della Pac che alleggerisce alcuni vincoli ambientali, per sostenere la produzione agricola – ha detto Giannozzi – In particolare, le Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali sono state riviste e la rotazione obbligatoria delle colture, che era biennale, è stata semplificata in una diversificazione annuale. Questo offre maggiore flessibilità agli agricoltori, nel rispetto degli obiettivi ambientali ma rispondendo anche alle necessità economiche e produttive.” “Stiamo lavorando a questo periodo di transizione con proposte come l’implementazione di rotazioni nello stesso anno solare attraverso colture secondarie e una gestione chiara tra ecoschemi e diversificazione – ha poi aggiunto Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana – L’auspicio, molto spesso vanificato, sarebbe quello di conoscere per tempo le direttive da rispettare. In campagna ci sono esigenze agronomiche che non si conciliano con i tempi del sistema legislativo. Non si può aggiustare una coltivazione in vegetazione”.
“La Pac negli ultimi anni ha deluso il suo obiettivo principale – dice Cavicchioli – abbandonando il concetto di quantità delle produzioni ed incrementando gli aspetti burocratici. Serve un nuovo modello di Pac, che veda al centro l’impresa e le produzioni, con attenzione alla qualità, ovviamente con forte attenzione alla sostenibilità”.
Prandini (Coldiretti): dazi preoccupano ma oggi non c’è evidenzaRoma, 28 nov. (askanews) – “Tutto ciò che riguarda la possibilità di un rallentamento della nostra economia come i dazi va attenzionato. Ora non abbiamo la certezza che ci saranno e che penalizzeranno in modo particolare il nostro comparto agroalimentare”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, a margine del Forum internazionale su agricoltura e alimentazione, in corso a Roma a Villa Miani oggi e domani.
“Crediamo che la diplomazia politica avrà un ruolo significativo e ci auguriamo che il rapporto importante del governo italiano con la nuova amministrazione Trump possa essere usato per evitare che questo possa avvenire. Per noi – ha ricordato Prandini – oggi gli Usa sono il secondo mercato più importante, quello cresciuto di più e potrebbe diventare il primo mercato nei prossimi anni”.
Lollobrigida:burocrati chiedono riduzione sforzo pesca 38% in 2025Roma, 28 nov. (askanews) – “Come Italia con la Francia e la Spagna abbiamo chiesto con un documento nell’ultimo Agrifish dei dati per capire a cosa abbia portato la riduzione dello sforzo di pesca, se abbia fatto bene al mare e a quali stock ittici. Abbiamo chiesto dei dati e abbiamo dato un indirizzo: eliminare la riduzione dello sforzo di pesca per il 2025. A questo documento i burocrati europei rispondono con un documento presentato ieri in cui si chiede una riduzione dello sforzo di pesca nel 2025 del 38%”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, chiudendo i lavori della mattina del forum internazionale su agricoltura e alimentazione di Coldiretti, in corso a Roma a Villa Miani oggi e domani.
“La burocrazia di Bruxelles risponde così ai governi di Italia, Francia e Spagna – ha aggiunto Lollobrigida – spiegando che per loro non vale il sistema democratico ma valgono le oligarchie”. In precedenza, Lollobrigida aveva detto che “i burocrati servono a fare funzionare bene lo Stato, la burocrazia è essenziale se non diventa autoreferenziale”.
Orange capital development acquisisce i piatti pronti surgelati GelitMilano, 28 nov. (askanews) – Orange capital development continua a investire in maniera decisa nel settore food e annuncia l’acquisizione del 100% di Gelit, da Consilium, Progressio e MMM, attraverso il veicolo di investimento Wealth venture fund Sicar.
La previsione di chiusura per il 2024 per Gelit è di circa 72 milioni di euro, con Ebitda di 13 milioni. L’obiettivo dichiarato di Orange Capital è portare il giro d’affari a 130 milioni di euro nel giro di 5 anni attraverso una strategia su più direttrici: investimenti in capacità produttiva in termini di espansione degli stabilimenti, sviluppo di nuove linee di prodotto e rafforzamento della presenza negli Usa, principale mercato estero di riferimento. Parallelamente si punterà a sviluppare anche il mercato europeo e a entrare in quello asiatico. Fondata nel 1977 con sede a Cisterna di Latina, Gelit è una società benefit certificata B Corp produttrice di piatti pronti surgelati. Caratterizzata da un’importante presenza sui mercati internazionali, la società ha prodotti che vanno dai primi piatti alle crepes, agli snacks dolci e salati fino ai semilavorati per operatori professionali del canale HoReCa e della ristorazione. Orange capital development, invece, gestisce veicoli di investimento di private equity supportati da capitali e aziende del Sud Est asiatico, interessate a investire sia in Europa che su scala globale in business caratterizzati da sostenibilità, innovazione e eccellenza operativa. Il focus attuale è nel settore delle energie rinnovabili, biocarburanti, nanotecnologie e food.
“Siamo entusiasti di accogliere Gelit nella nostra famiglia e mettere a disposizione del Ceo Stefano Mattioli e del management team le risorse necessarie per supportare una nuova fase di sviluppo in cui crediamo fermamente, proprio per la qualità dei suoi prodotti – ha commentato Davide Salvatore, founder e managing director di Orange capital development – Puntiamo ad accelerare il percorso di ampliamento della capacità produttiva e internazionalizzazione di Gelit per rafforzarne ulteriormente la posizione di leadership, mettendo sempre al centro sostenibilità, soddisfazione del cliente, qualità del prodotto, innovazione ed eccellenza operativa. Grazie alla visione innovativa e alle solide fondamenta, Gelit si integra perfettamente sia con le altre società del nostro portafoglio sia con la strategia di creare un polo aggregativo di eccellenza nel settore food. Nel progetto di sviluppo per il prossimo futuro non escludiamo la possibilità di crescere ulteriormente con nuove acquisizioni”.
Lollobrigi: in Ue ci sia pragmatismo e rapida inversione tendenzaRoma, 28 nov. (askanews) – In Europa “ci deve essere una rapida inversione di tendenza” e io “auspico una stagione di pragmatismo, in cui non sia vietato essere critici, per riappropriarci di una centralità anche in rapporto al nostro ruolo geografico proiettato verso il Mediterraneo, perché in Europa non siamo tutti orientati allo stesso modo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, chiudendo i lavori della mattina del forum internazionale su agricoltura e alimentazione di Coldiretti, in corso a Roma a Villa Miani oggi e domani.
“In Europa – ha aggiunto Lollobrigida – è arrivato il tempo di invertire alcuni punti di riferimento che hanno dato luogo a certezze che si stanno smontando una dopo l’altra. Ci ha aiutato il Covid a capire che puoi perdere la libertà anche se non hai commesso crimini, o che puoi avere l’energia pagandola poco e non producendola più perché era un buon affare. E questo rischio c’è anche sul sistema alimentare”.
Nasce sulle colline toscane l’Oasi della Finocchiona IgpRoma, 28 nov. (askanews) – Nasce sulle colline toscane l’Oasi della Finocchiona Igp. Un progetto per sensibilizzare verso la tutela degli impollinatori e della biodiversità unendo tradizione, sostenibilità e innovazione tecnologica. Grazie alla collaborazione con 3Bee, azienda leader nella tecnologia per la protezione degli ecosistemi, e realtà locali come l’apicoltura Golden Eyes di Farnetani Stefano e la Sapori della Toscana di Giuseppe Genca, il Consorzio della Finocchiona Igp rafforza il proprio impegno per l’equilibrio ambientale e per sostenere la produzione di fiori e semi di finocchio utilizzati nella produzione della Finocchiona IGP.
L’Oasi, che sorgerà nei pressi dei campi di finocchio dell’azienda agricola Sapori della Toscana, sarà un ecosistema vivente progettato per favorire la coesistenza armoniosa tra agricoltura e natura. L’area ospiterà: alveari tecnologici Hive-Tech dotati di sensori avanzati per il monitoraggio dello stato di salute delle api, parametri ambientali e impatto sulla biodiversità e rifugi per impollinatori selvatici. Verranno piantumati alberi e arbusti nettariferi, che forniranno cibo e rifugio agli impollinatori e contribuiranno all’assorbimento di anidride carbonica e saranno introdotte le coccinelle, utili alleate naturali per proteggere le coltivazioni di finocchio dagli afidi in modo sostenibile e naturale.
Negli ultimi mesi sono state messe a dimora le piante che daranno vita al piccolo bosco destinato a diventare il cuore dell’Oasi della Finocchiona IGP. Si tratta di cinquanta specie autoctone: tigli, ciliegi, meli, biancospini e prugnoli, affiancati dall’immancabile rosmarino. L’Oasi della Finocchiona IGP verrà ampliata nel corso del tempo e nei prossimi mesi si terranno iniziative educative.