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Bresaola Valtellina Igp, in primi 2 mesi 2024 produzione +9,44%

Bresaola Valtellina Igp, in primi 2 mesi 2024 produzione +9,44%Roma, 15 apr. (askanews) – Cresce del 9,44%, dopo un 2023 difficile, la produzione di Bresaola della Valtellina certificata nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Già nella seconda metà del 2023 abbiamo assistito ad una progressiva ripresa dei consumi che nel 2024 sta assumendo carattere di continuità nel segno positivo, dopo un periodo di effettiva contrazione – spiega in una nota Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – Quest’anno, anche in forza del nuovo Regolamento UE che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, come Consorzio di Tutela ci impegneremo a rafforzare ulteriormente la posizione dei produttori certificati nella catena del valore, per continuare a garantire al consumatore un sistema equo e trasparente, e per contrastare le frodi e l’utilizzo illecito della denominazione”.


Nel 2023, la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP riferita alle 15 aziende certificate si è attestata a poco meno di 11.900 tonnellate (-3,45% sul 2022), corrispondente alla totalità della produzione di Bresaola della Valtellina IGP certificata dall’Organismo di controllo CSQA. In totale, sono state avviate alla produzione poco più di 33.256 tonnellate di materia prima (-4,34%), di selezionata provenienza europea e mondiale. Sul fronte valore al consumo, il comparto ha segnato circa 451 milioni di euro (-8,28% sul 2022) con un impatto sulla provincia di Sondrio di oltre 225 milioni di euro. Il settore assicura circa 1400 posti di lavoro e fa parte di un distretto importante per l’economia del territorio, il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione corrispondente a 300 milioni di euro, la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%). Lato distribuzione, la GDO si conferma il principale canale di vendita della Bresaola della Valtellina Igp (83% della produzione totale).


L’export rappresenta il 5,09% della produzione, con un valore di 13,3 milioni di euro (-1,71%). Sono state esportate 603 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP, nei Paesi UE, con il 73% del totale (Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ed extra UE con il 27% del totale (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Hong Kong, Kenya, Libano, Norvegia, Canada, Regno Unito, Serbia, Svizzera), registrando un +10,7% rispetto al 2023. Sulla crescita dell’extra UE, vale la pena menzionare in incremento di export (e relativo consumo) in Medio Oriente soprattutto nei paesi di religione islamica.

Nasce l’Accademia itinerante del risotto al pesce persico

Nasce l’Accademia itinerante del risotto al pesce persicoRoma, 15 apr. (askanews) – Nasce l’accademia itinerante del risotto al pesce persico, ideata dalla famiglia Castelnovo di Cremia, giunta alla quarta generazione di ristoratori, titolare del locale specializzato in cucina territoriale La Baia, con lo scopo di far conoscere a visitatori storia e interpretazioni di un piatto in cui dialogano due materie prime che da secoli caratterizzano la tradizione culinaria locale, ovvero il persico e il timo.


L’Accademia del risotto al pesce persico, i cui eventi sono totalmente gratuiti, prevede uno showcooking interattivo seguito da degustazione e si declina per il suo primo anno di vita in tre appuntamenti in tre località lacustri: lungolago di Gravedona il 18 maggio, lungolago di Cremia il 21 settembre e Piazza della Chiesa a Civate il 4 ottobre 2024. Il risotto al pesce persico ha sempre avuto particolare importanza sul Lago di Como. Tutto parte dalle bonifiche benedettine della Bassa Lombarda e dall’avvio nel Quattrocento della coltivazione del riso, che hanno trovato sintesi gastronomica nel risotto alla certosina, che spesso prevedeva la presenza di pesce persico. La trasposizione lariana di tale ricetta è il riso in cagnone, ovvero lessato e condito con burro, aglio e salvia, arricchito da i filetti di pesce persico infarinati e fritti nello stesso condimento.


Si tratta di una ricetta relativamente giovane, dato che il persico, di origine nord-europea, è comparso nelle acque dolci italiane, soprattutto di Lombardia e Lazio, nel corso del Settecento dopo essere stato introdotto dalla Svizzera per mano dell’uomo. Comunemente utilizzato come secondo, alla griglia, fritto, oppure lessato e servito con salse a base di aglio, olio, sale, limone e prezzemolo, il persico trova la sua massima espressione come primo piatto proprio nel risotto delle sponde del Lago di Como, dove è stato protagonista di diverse evoluzioni e reinterpretazioni. Un ingrediente storicamente abbinato al persico è il timo, pianta aromatica che cresce spontanea su tutto il territorio comasco e che da sempre è utilizzata nella preparazione delle ricette lariane, soprattutto a base di pesce, motivo per il quale viene localmente definita erba di pèss.


L’adesione all’Accademia è aperta ai ristoratori del lago che hanno in menu il risotto al pesce persico e che condividono gli stessi obiettivi divulgativi e di valorizzazione territoriale.”Con questo progetto intendiamo avviare un processo di divulgazione della nostra tradizione culinaria, poco conosciuta fuori dai confini lariani”, spiega Corrado Castelnovo.

Il 20 e 21 aprile torna Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano

Il 20 e 21 aprile torna Caseifici Aperti del Parmigiano ReggianoRoma, 15 apr. (askanews) – Dopo il successo delle due edizioni 2023, che hanno registrato 24.500 partecipanti con un aumento del 19,5% sul 2022, i caseifici del Parmigiano Reggiano riaprono le porte al pubblico: sabato 20 e domenica 21 aprile torna l’edizione primaverile di Caseifici Aperti.


Promosso dal Consorzio, l’appuntamento darà a tutti la possibilità di partecipare e immergersi nella produzione della Dop. L’iniziativa coinvolge 52 caseifici in tutte le province della zona di origine del Parmigiano Reggiano, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po. Lo scopo di Caseifici Aperti e dell’accoglienza turistica nei caseifici è quello di contribuire a generare una relazione con i turisti che transitano nel territorio e che possa continuare anche dopo la visita, offrendo la possibilità di acquistare e ricevere il Parmigiano Reggiano direttamente a casa attraverso gli e-commerce proprietari di ciascun caseificio e il portale shop.parmigianoreggiano.com.


Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Di questi, 44.600 visitatori (+19% sul 2022), di cui la metà provenienti dall’estero, hanno prenotato la visita tramite il portale dedicato sul sito del Consorzio. Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, spiega che “quella degli appassionati che desiderano scoprire i luoghi di produzione della Dop è una domanda in costante aumento. Pertanto, abbiamo salutato con grande favore la firma del nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che dovrà essere attuato dalle prossime settimane e rafforzerà ulteriormente il ruolo dei Consorzi, la protezione di Dop e Igp e la trasparenza verso i consumatori. Finalmente viene stabilito con chiarezza che le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine”.

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce export

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce exportRoma, 15 apr. (askanews) – E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. Lo riporta una analisi Coldiretti su dati del centro studi Divulga diffusa al Vinitaly in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy istituita il 15 aprile. I dati sono stati resi noti nello stand di Casa Coldiretti, dove il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha preso parte alla Consulta nazionale del vino.


Proprio il vino rappresenta, infatti, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy, per un valore di 7,8 miliardi nel 2023. Presentato oggi in anteprima anche il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.


Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Primati che vanno però, sottolinea Coldiretti, difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. Su questo fronte è partita dal Brennero una mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a Vinitaly

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a VinitalyRoma, 15 apr. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle forestem Francesco Lollobrigida, ha premiato oggi le cantine cooperative italiane ultracentenarie alla fiera internazionale del Vinitaly presso lo stand di Confcooperative. “Le cooperative rappresentano un valore aggiunto perché sono sempre state capaci di offrire nuovi stimoli da cui è possibile trarre insegnamento. Il mondo cooperativo ha una storia antica ed è uno strumento che va rafforzato”, ha detto il ministro.


La mostra dedicata alle cantine ultracentenarie allestita nello stand di Confcooperative è un evento inserito nel calendario delle attività per la Giornata del Made in Italy che si celebra oggi in tutta Italia. Il ministro Lollobrigida ha premiato con una targa celebrativa 18 cooperative che hanno superato i 100 anni di vita, alla presenza dei vertici dell’organizzazione cooperativa.


“Le cantine ultracentenarie a cui oggi va il nostro tributo – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – hanno vissuto e superato tutte le crisi di questo paese: dalle guerre mondiali al Covid. Con le loro notevoli capacità di resilienza, sono state capaci di trovare le energie necessarie per rigenerarsi, rinnovarsi e riuscire ad affrontare le sfide del futuro”. Questo l’elenco delle cantine ultracentenarie: Cantina Terlano (1893), Cadis 1898, Cantina Tramin (1898), Cantina di carpi e Sorbara (1903), Cantine Mezzacorona (1904), Cantina d’Isera (1907), Cantina di San Martino in Rio (1907), Cantina San Michele Appiano (1907), Cantina di Santa Croce (1907), Terre D’Oltrepo’ (1907), Cantina Forlì Predappio (1908), Cantina Masone Campogalliano (1908), Vivallis – Viticoltori in Vallagarina (1908), Cantina Aldeno (1910), Cantina rovere’ della luna (1919), Cantina Formigine Pedemontana (1920), Cantina Garlin (1923), Cantina Pauli’s di Monserrato (1924).

Prandini: made in Italy, serve più trasparenza su mercati mondiali

Prandini: made in Italy, serve più trasparenza su mercati mondialiRoma, 15 apr. (askanews) – “Grazie per il lavoro che il Ministero sta facendo non solo all’interno dei confini nazionali ma soprattutto giocando una partita legata all’internazionalizzazione”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della Consulta nazionale vino a Casa Coldiretti, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy, alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.


“Qualcuno deride o diciamo così sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – ha aggiunto Prandini ricordando la mobilitazione con diecimila agricoltori alle frontiere – È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture”. “E’ per questo – ha ricordato il presidente della Coldiretti – abbiamo lanciato la raccolta di 1 milione di firme in sette Stati membri per arrivare ad ottenere l’obbligo dell’origine su tutti i prodotti in tutti i Paesi a livello europeo”.

Anicav: derivati pomodoro sono eccellenza 100% made in Italy

Anicav: derivati pomodoro sono eccellenza 100% made in ItalyRoma, 15 apr. (askanews) – Nel 2023 le esportazioni di tutti i derivati del pomodoro hanno registrato una crescita in valore, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente, per un totale di circa 3 miliardi di euro. I derivati del pomodoro sono “simbolo dell’italianità e il pomodoro conservato può, a tutti gli effetti, essere annoverato tra i protagonisti della Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita dal MIMIT per promuovere il valore e la qualità dei prodotti del nostro Paese”. Così in una nota Anicav, che ricorda come oltre il 60% della produzione di pomodoro italiano sia destinato all’export.


“La costante crescita delle esportazioni non lascia spazio a dubbi: le nostre conserve di pomodoro sono apprezzate in tutto il mondo per l’elevata qualità della materia prima coltivata dai nostri agricoltori, per il saper fare dei nostri imprenditori e per gli elevati livelli di sicurezza e si confermano un’assoluta eccellenza della produzione agroalimentare italiana”, commenta Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. L’Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale, “tutti ottenuti da pomodoro 100% italiano di alta qualità che deve essere lavorato entro 24 ore dalla raccolta. Tempi di lavorazione del tutto incompatibili con quelli che sarebbero necessari a importare la materia prima da altri Paesi”.


Per questo motivo “non trovano alcun fondamento i continui attacchi, rivolti ai trasformatori, che mettono in discussione l’origine dei prodotti confondendo i consumatori e inducendo a credere che non ci siano differenze tra i derivati del pomodoro e che tutto ciò che arriva sulle nostre tavole è di dubbia origine, danneggiando così l’immagine di un intero settore”, spiega Anicav. “La preoccupazione della nostra filiera – continua De Angelis – è legata alle importazioni, in Europa e quindi in Italia, di pomodoro semilavorato proveniente da Paesi extra UE che non applicano i nostri stessi standard etico-sociali ed ambientali facendo, in questo modo, concorrenza sleale alle nostre imprese”.


Per Anica un Paese che ha una forte vocazione all’export soprattutto nell’agroalimentare, “non può invocare politiche restrittive ma ha l’obbligo e il dovere di chiedere ed applicare il principio di sussidiarietà. Tutti devono avere e rispettare le stesse regole. Questo è quello che chiediamo con forza all’Europa a tutela del nostro sistema produttivo, superando posizioni demagogiche fuorvianti e dannose per la reputazione di un’industria e di un prodotto, il pomodoro conservato, che da secoli è alfiere del Made in Italy nel mondo”.

Giansanti: in 2024 export agrifood verso nuovo record, +6%

Giansanti: in 2024 export agrifood verso nuovo record, +6%Roma, 15 apr. (askanews) – “Si profila un nuovo record per il ‘Made in Italy’ agroalimentare. Nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto i 64 miliardi di euro, circa il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia. Alla fine di quest’anno potrebbero far registrare un ulteriore aumento in valore nell’ordine di sei punti percentuali”. Lo annuncia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione della giornata del ‘Made in Italy’.


“Sulle prospettive dell’economia pesano le crescenti tensioni internazionali, l’aumento del costo dei trasporti navali e dei prodotti energetici, ma se le previsioni saranno confermate, risulterebbe sostanzialmente colmato il divario nei confronti della Spagna. Un risultato che sembrava fuori portata fino a pochi anni fa”, sottolinea Giansanti. In tutto il mondo, infatti, alle produzioni italiane oggi vengono riconosciuti requisiti di gusto, qualità e sostenibilità difficilmente eguagliabili, anche perché legati all’eccellenza della Dieta Mediterranea. Dietro ai successi c’è anche l’impegno costante di tutte le imprese della filiera per interpretare i segnali che arrivano dal mercato, anticipare l’evoluzione della domanda e far crescere, grazie agli investimenti e alle innovazioni, la competitività, spiega Confagricoltura.


I punti di forza del sistema italiano sono costituiti dalla differenziazione produttiva, dalla flessibilità e dall’apertura alle innovazioni tecnologiche. Proprio per valorizzare al massimo questi requisiti competitivi sul mercato interno e a livello internazionale, Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno costituito “Mediterranea”. “L’agricoltura italiana è stabilmente ai primi posti in Europa per valore aggiunto. Aggiungendo, quindi, ai punti di forza del settore industriale, la qualità e l’eccellenza delle produzioni agricole italiane, risulta evidente che il settore agroalimentare del Paese ha le potenzialità per diventare il ‘numero uno’ al mondo. Le nostre esportazioni possono salire nel medio termine fino a 100 miliardi di euro”, puntualizza il presidente della Confagricoltura.


Certo, spiega Giansanti, occorre migliorare la logistica per abbattere i costi di trasporto più alti rispetto alla concorrenza. Va rafforzata l’assistenza alle imprese che intendono cimentarsi sui mercati internazionali. Occorre puntare sull’apertura di nuovi sbocchi e sul miglioramento della presenza dove, come nel continente asiatico, risulta attualmente inferiore alle potenzialità che sono significative. In Cina, ad esempio, le esportazioni agroalimentari italiane sono attestate a soli 580 milioni di euro. In Giappone, il consumo pro-capite del ‘Made in Italy’ di settore è di soli otto euro, contro i 20 che si registrano negli Stati Uniti. “Resta il fatto – conclude Giansanti – che per esportare di più occorre, prima di tutto, produrre di più. Obiettivo che può essere centrato solo se le imprese della filiera, dal campo, dagli allevamenti al prodotto finito, sono efficienti, competitive e in grado di assicurare una adeguata marginalità economica”.

Lollobrigida: made in Italy, siamo consapevoli di ciò che abbiamo

Lollobrigida: made in Italy, siamo consapevoli di ciò che abbiamoRoma, 15 apr. (askanews) – “Oggi nella Giornata Nazionale del Made in Italy è fondamentale acquistare maggiore consapevolezza di quello che abbiamo. Dobbiamo difendere i nostri prodotti, sapere che rappresentano un’eccellenza in termini di qualità, che deve essere riconoscibile alle persone che acquistano”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, a Vinitaly a margine di un evento Coldiretti, in occasione della Giornata del Made in Italy.


“Proteggere il valore aggiunto che ha il Made in Italy è un dovere per garantire un processo culturale che metta tutti nella condizione di guardare all’Italia come esempio – ha continuato il ministro – Quest’anno abbiamo voluto dimostrare come la storia della nostra agricoltura, in questo caso del vino, sia radicata nei millenni e ce la portiamo fino ad oggi, guardando al futuro”. “Proprio per questo – ha ricordato Lollobrigida – in occasione di questa Giornata del Made in Italy premierò il nostro futuro, che sono i ragazzi delle scuole degli Istituti Agrari, dove si formano gli agricoltori di domani, quelli che conoscono la tecnologia, la capacità di ricerca, il valore aggiunto di ogni modello produttivo. Devono sapere che questo Governo Meloni gli è vicino per garantire loro il giusto reddito”, ha concluso il ministro Lollobrigida.


Oggi, infatti, presso l’Auditorium Verdi al Vinitaly si terrà l’VIII edizione del concorso enologico Masaf-Istituti Agrari alla presenza del ministro Lollobrigida e del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. I due ministri saranno intervistati da Bruno Vespa e premieranno i ragazzi vincitori provenienti da 24 scuole con 68 vini in gara.

Nati 13 punti promozione prodotti locali in Piemonte

Nati 13 punti promozione prodotti locali in PiemonteRoma, 15 apr. (askanews) – L’inaugurazione di 13 nuovi “nidi” nella Langa Astigiana, in Piemonte: punti di promozione del territorio attraverso le specialità del paniere che qui possono essere acquistate e degustate. E’ il risultato dell’ultimo anno di ROB-IN, che chiude la sua seconda progettualità anche aggiungendo 8 nuove aziende alla rete di produttori coinvolti. Ideato per sostenere la cooperazione di filiera, orizzontale e verticale, attraverso attività di promozione per lo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali nel territorio compreso tra l’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida” e la “Langa Astigiana tra Monferrato, Appennino Ligure e Alpi”, ROB-IN è nato nel 2019 con il sostegno dell’Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte.


E ora il progetto è pronto a ripartire con una nuova fase e con la futura inaugurazione di 2 nuovi Nidi: uno presso Tenuta Miranda di Cassinasco e uno presso il Circolo Cà Bianca di Mombaldone. Grazie al lavoro di promozione territoriale coordinato dal Consorzio di Tutela del Roccaverano DOP, capofila del progetto, fino ad oggi ha aggregato complessivamente 21 piccole e medie imprese agroalimentari che producono le più significative eccellenze enogastronomiche di quest’area del Piemonte.


La cerimonia per festeggiare questi traguardi raggiunti si è tenuta lo scorso venerdì 12 aprile presso la Scuola del Roccaverano, quando è stato anche presentato ufficialmente il video emozionale che riassume in pochi minuti il percorso intrapreso e i risultati raggiunti. ROB-IN ha anche creato una rete virtuosa che, oltre ai produttori, comprende istituzioni, associazioni, guide naturalistiche, operatori in ambito turistico come “LangaMyLove”, e professionisti del giornalismo e della comunicazione.