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Stoppani (Fipe): politiche riconoscano a ristorazione suo ruolo

Stoppani (Fipe): politiche riconoscano a ristorazione suo ruoloRoma, 11 apr. (askanews) – Il settore della ristorazione italiana “è in trasformazione come è testimoniato anche dalla spinta ad investire e ad innovare. Oltre il 50% degli imprenditori ha effettuato uno o più investimenti nel 2023 in chiave green e digitale e un numero altrettanto importante prevede di investire quest’anno. Sono segnali di fiducia che meriterebbero di essere ulteriormente sostenuti da politiche che riconoscano alla ristorazione il ruolo che ha nell’economia e nella società”. Lo ha detto Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio, intervenendo a Roma alla presentazione del Rapporto sulla Ristorazione 2024 di Fipe-Confcommercio.


“Il 2023 – ha detto – è stato un buon anno per la ristorazione italiana e per il 2024 le aspettative degli imprenditori restano prudentemente positive. Nonostante le sfide legate all’inflazione e all’incertezza del quadro geopolitico, i consumi, l’occupazione e il valore aggiunto sono sensibilmente cresciuti tornando, quantomeno in valore, al di sopra dei livelli pre-pandemia”. Quanto alla contrazione dell’1,2% del numero delle imprese della ristorazione, “non è necessariamente una cattiva notizia – ha detto – se si traduce in un rafforzamento delle competenze e un aggiornamento dei format, grazie al progressivo apporto di tante imprenditrici e di tanti giovani che decidono di mettersi in proprio”.


Di fatto, spiega Stoppani nella prefazione al Rapporto, nel 2023 9 imprese su 10 del settore hanno migliorato o confermato il fatturato dell’anno precedente e “si aspettano un 2024 in crescita o, quantomeno, stabile”. E stabilità “non significa immobilità del settore, che sta invece cambiando pelle sia dal punto di vista della domanda sia dal punto di vista dell’offerta”. “Se infatti dall’osservare quanto consumiamo – scrive Stoppani – si passa a guardare con più attenzione come consumiamo, è possibile notare un costante, sensibile cambiamento degli stili di vita degli italiani, che si rivelano meno abitudinari che in passato e più consapevoli nelle scelte”.


D’altra parte, aumenta la spesa per chi consuma fuori casa: “l’aggiustamento dei listini – spiega Stoppani – è stata una inevitabile conseguenza dell’aumento dei costi e dell’impennata dell’inflazione. Il 2023 si chiude comunque con un +5,8% dei prezzi del settore, tra i valori più contenuti a livello dei 27 Paesi della UE”.

Zone montane svantaggiate, in Toscana bando da oltre 10 mln

Zone montane svantaggiate, in Toscana bando da oltre 10 mlnRoma, 11 apr. (askanews) – Sono in arrivo le indennità compensative per le zone montane svantaggiate in Toscana. Anche per il 2024 la giunta ha approvato l’attivazione della misura 13 “Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici” che quest’anno ha una dotazione di oltre 10 milioni di euro. Con la prossima uscita del bando sarà possibile presentare le richieste, tramite il sistema Artea entro il 15 maggio.


La misura prevede di destinare per un anno 5 milioni per le zone montane tramite l’erogazione di un’indennità ad ettaro di superficie agricola utilizzata; altri 5 milioni per le zone soggette a vincoli naturali significativi. E infine 50.000 euro per le indennità da corrispondere alle altre zone soggette a vincoli specifici. La Regione, su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, ha richiesto alla Commissione europea di incrementare le risorse con ulteriori 11,8 milioni di euro. Se dunque l’Europa accetterà, la dotazione complessiva della misura ammonterà a quasi 22 milioni di euro.


“Finanziare questa misura significa impegnarsi per la salvaguardia delle zone marginali e svantaggiate della Toscana – ha detto il presidente Eugenio Giani – che rappresentano un elemento chiave per la tutela della biodiversità del territorio. La permanenza qua di agricoltori e allevatori contribuisce al presidio, alla cura e alla tutela degli ambienti rurali rispetto ai fenomeni di dissesto idrogeologico, erosività e perdita di fertilità dei suoli, tutti problemi legati al cambiamento climatico in atto”. “Nelle zone svantaggiate si concentra la maggior parte delle attività agricole e zootecniche di maggior valore qualitativo, ambientale e paesaggistico della nostra regione – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – E le carenze strutturali relative alla compagine demografica ed economica di queste aree, accentuano il rischio di abbandono dell’attività agricola che svolge invece un ruolo essenziale di presidio del territorio. Abbiamo perciò deciso di dare un’iniezione significativa di risorse a questa misura che va a sostegno delle imprese agricole laddove il mantenimento dell’attività agricola è funzionale, non solo a livello economico, ma anche per l’importante contributo che il tessuto produttivo agrozootecnico riveste nelle zone marginali e svantaggiate”.

Dop e Igp: da maggio in vigore le nuove regole europee

Dop e Igp: da maggio in vigore le nuove regole europeeRoma, 11 apr. (askanews) – Saranno in vidore da maggio le nuove regole europee su Dop e Igp. Lo annuncia Paolo De Castro, relatore per l’Eurocamera del nuovo testo unico sulla qualità europea, rendendo onoti gli ultimi passi procedurali prima dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento.


“Con la firma di oggi alle 14 del nuovo Regolamento UE sulle Indicazioni Geografiche, alla presenza della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e della Presidenza belga del Consiglio, parte ufficialmente il count-down per mettere a disposizione dei nostri agricoltori e produttori di DOP e IGP nuovi strumenti che li renderanno ancora più competitivi e tutelati”. E’ infatti prevista entro la fine di aprile la pubblicazione in gazzetta ufficiale e, venti giorni dopo, la definitiva entrata in vigore.


“Trent’anni di investimenti e riforme delle nostre politiche agricole – sottolinea l’eurodeputato PD – hanno portato alla creazione di una vera politica di qualità, decisiva nel rendere la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità del cibo e sostenibilità dei processi di produzione, anche grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione di tanti prodotti sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio”. De Castro sottolinea anche come questa riforma non possa rappresentare un punto di arrivo, “ma l’inizio di una nuova fase di sviluppo delle filiere DOP e IGP: esistono infatti potenziali di crescita enormi se i nostri produttori di qualità sapranno sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento”.


“Nel frattempo, però, l’Unione non può rimanere a guardare. Per questo – conclude De Castro – sono già iniziate le prime riflessioni sulla creazione di un piano d’azione europeo per le Indicazioni Geografiche, sulla scorta di quanto fatto con il settore biologico, che potrà ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile e che coinvolge milioni di operatori a livello europeo”.

Presentato modello monitoraggio prezzi filiera agroalimentare

Presentato modello monitoraggio prezzi filiera agroalimentareRoma, 11 apr. (askanews) – Presentato il modello di monitoraggio dei prezzi lungo la filiera agroalimentare, che include i dati all’ingrosso del sistema camerale. In questo modo, il sistema camerale contribuisce al progetto di trasparenza e monitoraggio dei prezzi del Garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo. L’Unioncamere, BMTI e tutta la rete di rilevazione dei prezzi delle singole Camere di commercio hanno avuto il ruolo, innanzitutto, di rappresentare la fase dell’ingrosso nel modello di monitoraggio nelle tre fasi di osservazione dei prezzi, all’origine (Ismea), all’ingrosso (appunto, sistema camerale) e al consumo (Istat).


Per ognuna delle filiere prese in esame nel progetto, ovvero riso e cereali, latte, formaggi e uova, oli e grassi, frutta e verdura, i dati prodotti dal Sistema Camerale hanno consentito di poter analizzare le dinamiche in atto, dal 2019 ad oggi, sia dei prezzi all’ingrosso che dei prezzi di alcuni dei principali fattori della produzione, tra cui i materiali per il packaging (carta, cartone, vetro). Oltre a mettere a disposizione questi dati, Unioncamere – si spieta in una nota – ha lavorato attivamente col Garante alla costruzione e allo sviluppo della strumentazione di monitoraggio.

Giornata mare, Coldiretti: valorizzare pescatori-sentinelle

Giornata mare, Coldiretti: valorizzare pescatori-sentinelleRoma, 11 apr. (askanews) – Per difendere il mare occorre valorizzare il ruolo dei pescatori come sentinelle, riconoscendo la loro importanza di custodi e pulitori dei fondali. E’ quanto afferma la Coldiretti Impresapesca in occasione della Giornata nazionale del mare che si celebra l’11 aprile. “Come gli agricoltori per la terra, anche i pescatori sono i primi ambientalisti – spiega Coldiretti – sono loro a leggere quotidianamente lo stato di salute del mare e a preservarne l’ecosistema, poiché è da questo equilibrio che dipende la loro attività, potendo peraltro contare su un esercito di 12000 imbarcazioni e 28000 lavoratori”.


Un ruolo di tutela dell’habitat marino che è stato inserito nella cosiddetta legge “Salva mare”, sulla quale “è ora importante accelerare sui decreti attuativi per dare piena applicazione alla norma, a partire dalla diffusione di isole ecologiche in tutti i porti italiani. I pescatori italiani possono infatti contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività”, aggiunge la confederazione agricola. Una possibilità che prima della “Salva mare” era di fatto di difficile applicazione, vista la poca chiarezza delle norme, con le imbarcazioni costrette, in molti casi, a rigettare in acqua i rifiuti trovati per non incorrere in gravi sanzioni. “Una volta svuotate le reti, i pescatori – spiega Coldiretti – possono così dividere il pescato dal materiale plastico eventualmente trovato che viene prima stoccato a bordo e poi consegnato nei porti al loro ritorno. Negli ultimi tempi sono nati in questa ottica anche diversi progetti con il coinvolgimento di associazioni”.

Fedagripesca: in rete pescatori italiani 3000 tonn. rifiuti anno

Fedagripesca: in rete pescatori italiani 3000 tonn. rifiuti annoRoma, 11 apr. (askanews) – Nelle reti dei pescatori italiani ogni anno finiscono circa 3000 tonnellate di rifiuti, che possono arrivare anche a 6000 tonnellata dopo eventi climatici estremi come alluvioni o forte mareggiate. Dagli penumatici, agli elettrodomestici. Dagli imballaggi alimentari, alle buste di plastica vero pericolo per le tartarughe marine.


“Non si tratta di pesca miracolosa ma del pegno che pagano gli operatori ittici a causa dell’inquinamento dei mari. Se la flotta da pesca italiana ad ogni uscita potesse portare a terra tutto quello che rimane impigliato nelle reti oltre al pesce, in 10 anni libererebbe il mare da oltre 30000 tonnellate di rifiuti; spazzatura che messa in fila andrebbe a ricoprire 15 volte il giro della terra. E purtroppo è una tendenza in aumento”. Così Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative-Fedagripesca in occasione della giornata nazionale del mare in programma giovedì 11 aprile. “Per non vanificare gli sforzi fatti dai nostri pescatori che sono sempre più i guardiani del mare, occorre creare una filiera virtuosa del rifiuto per dare nuova vita a quello che soffoca mari e spiagge”, prosegue Tiozzo.


Sui litorali nazionali si accumulano dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Un problema che può trasformarsi in risorsa se opportunamente gestita. Nel 2022, il valore economico generato in Italia dal riciclo e dal recupero degli imballaggi è stato di circa 3 miliardi di euro. Ma sono ancora troppe le tracce, difficili da cancellare, che lasciamo lungo le nostre spiagge e nelle nostre acque evidenzia Fedagripesca, che indica i tempi medi di degrado di alcuni dei materiali di più comuni: dai 4000 anni per una bottiglia di vetro ai 500 anni per una bottiglia di plastica, passando per i 400 anni per le mascherine usa e getta, ai 20 o 30 anni per un cotton-fioc, per arrivare ai 5 anni per una gomma da masticare o un mozzicone di sigaretta.

Sondaggio: per 74% francesi il Foie gras è inaccettabile

Sondaggio: per 74% francesi il Foie gras è inaccettabileRoma, 11 apr. (askanews) – Il Foie gras è “inaccettabile” e il 74% dei francesi ritiene che pratiche come l’alimentazione forzata non siano giustificabili. E’ quanto emerge da un sondaggio dell’Institut français d’opinion publique, condotto in Francia, pubblicato a gennaio 2024: la contrarietà al Foie gras è in crescita del 3% rispetto al 2022. E’ quanti riporta in una nota Animal Equality.


Nonostante questo, la Francia è attualmente il maggior produttore e consumatore al mondo di foie gras, con circa 18mila tonnellate di prodotto consumate all’anno. I francesi non sono gli unici a contestare la pratica dell’alimentazione forzata: anche in Spagna (82%), Belgio (70%) e Italia (74%) la maggior parte degli intervistati in uno studio di Doxa si dice contraria a questa pratica, che è ancora ammessa, all’interno dell’Unione europea, in Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio (solo nella Vallonia). In Italia il consumo di foie gras è tra i più bassi al mondo, pari ad appena l’1% del consumo in Francia. Pur essendo vietata la produzione di foie gras ottenuto tramite alimentazione forzata dal 2007, nel nostro Paese questo prodotto continua a essere venduto in alcune gastronomie, nei ristoranti e online.


Animal Equality ha chiesto al governo italiano di supportare con forza la richiesta di un divieto europeo dell’alimentazione forzata in tutte le sedi necessarie per porre fine a questa pratica. “La volontà dei cittadini europei è chiara: l’alimentazione forzata va fermata e i migliaia di animali sfruttati per produrre il foie gras devono essere preservati da questa pratica crudele e vergognosa che oggi non può più essere consentita. Il governo italiano non si volti dall’altra parte ma scelga di fare la sua parte per gli animali” dice Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa.

Al via nuova edizione del tour gastronomico Aria di San Daniele

Al via nuova edizione del tour gastronomico Aria di San DanieleRoma, 11 apr. (askanews) – Al via una nuova edizione di Aria di San Daniele, il tour gastronomico itinerante che porta in giro per tutta Italia il Prosciutto di San Daniele DOP. In questa edizione, la settima, il tour prenderà avvio da Milano lunedì 6 maggio e, nel corso dei prossimi mesi, farà tappa in alcune delle più importanti città italiane.


Anche quest’anno è previsto un calendario ricco di appuntamenti, grazie a eventi che avranno luogo in una serie di locali selezionati, come ristoranti, enoteche e osterie, per promuovere e presentare il Prosciutto di San Daniele DOP ai consumatori e agli operatori del settore Ho.Re.Ca. La novità dell’edizione 2024 è rappresentata dall’inedita interazione tra il prodotto e il locale che ospita la tappa del tour. Oltre alla degustazione gratuita di prosciutto sarà infatti possibile partecipare ad appuntamenti e cene a tema, gustare piatti a base di San Daniele DOP e provare abbinamenti con drink e vini ideati per esaltare al meglio le peculiari caratteristiche del Prosciutto di San Daniele.


Aria di San Daniele sarà a Milano dal 6 al 9 maggio, mentre dal 20 al 23 maggio farà tappa a Torino e ancora a Genova dal 26 al 30. A giugno, invece, nei giorni dal 3 al 6 sarà la volta del Lago di Garda (nello specifico Sirmione, Desenzano del Garda e Rivoltella del Garda). Dopo l’estate il tour raggiungerà le città di Roma, Napoli e Bari. “Aria di San Daniele è un format che il Consorzio ha ideato con l’obiettivo di far conoscere e apprezzare i valori del San Daniele DOP attraverso uno dei canali più dinamici in Italia, quello della ristorazione – spiega in una nota Mario Emilio Cichetti, Direttore Generale del Consorzio – Il tour, avviato per la prima volta nel 2017, ha infatti generato, nelle prime sei edizioni, oltre 250 serate visitando altrettanti selezionati locali e incontrando oltre 40.000 consumatori”.

L’agricoltore del futuro, tra produzione cibo ed energia

L’agricoltore del futuro, tra produzione cibo ed energiaRoma, 11 apr. (askanews) – L’agricoltore del futuro non produrrà solo cibo ma anche energia: biogas, biometano e fotovoltaico agricolo. Una via che, però, deve essere intrapresa con preparazione e professionalità. Questo il concetto alla base dell’incontro formativo promosso da Confagricoltura Foggia e svoltosi presso la sede foggiana dell’organizzazione di categoria.


Ad illustrare le nuove opportunità di queste che possono diventare fondamentali filiere agro-energetiche sui territori, i vertici nazionali di ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori). A Foggia sono intervenuti il presidente, Nicola Gherardi, accompagnato dal direttore tecnico, Tommaso Honorati e dal responsabile trading, Matteo Ferri. L’incontro promosso da Confagricoltura, oltre a fare il punto sulla situazione complessiva della bieticoltura in Italia, è stato incentrato sulle opportunità di nuovi investimenti in materia di agro-energia. Toccati i punti salienti della normativa sulla produzione di energie alternative, le caratteristiche tecniche degli impianti e le modalità di finanziamento in caso di investimento. L’obiettivo per l’associazione di categoria foggiana è, infatti, quello di garantire ai propri associati interessati un affiancamento qualificato nella costruzione di un progetto su misura per il territorio, con una consulenza specialistica. Obiettivo che si affianca a quello di favorire l’aggregazione tra aziende, che in questa come in altre azioni, rimane indispensabile per ottimizzare i risultati.


Il presidente provinciale e componente della Giunta nazionale di Confagricoltura, Filippo Schiavone ha rimarcato l’impegno dell’associazione nel favorire la crescita complessiva del settore agricolo. “La centralità del mondo agricolo per un territorio come il nostro – ha evidenziato nel suo indirizzo di saluto – si consoliderà solo se come imprenditori agricoli sapremo affiancare al patrimonio di conoscenze ed esperienze dei nostri padri, la capacità di innovare e di guardare al futuro per i nostri figli”.

Luigi Scordamaglia nuovo vicepresidente della Fesass

Luigi Scordamaglia nuovo vicepresidente della FesassRoma, 11 apr. (askanews) – Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, è stato eletto all’unanimità nuovo vicepresidente della Fesass, la Federazione europea per la salute animale e la sicurezza sanitaria, con delega alla sicurezza alimentare in rappresentanza dell’Associazione Italiana Allevatori (Aia).


“Nei prossimi anni la Fesass potrà e dovrà giocare un ruolo fondamentale in Europa per la difesa e la promozione di un settore chiave per l’economia rurale e per il settore agroalimentare dell’Ue, come quello zootecnico”, ha detto Scordamaglia. “Gli allevatori italiani e di tutta l’UE, così come l’A.I.A., la Fesass e tutte le organizzazioni che ne fanno parte, hanno tra i loro obiettivi prioritari la salute e il benessere degli animali da allevamento e ciò è il prerequisito per la produzione di alimenti sicuri e di qualità per il consumatore finale, così come per un settore zootecnico UE sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale”, ha concluso Scordamaglia. La Fesass riunisce a partire dal 2001 le più importanti organizzazioni responsabili della salute degli animali in 10 Stati Membri e rappresenta l’85% del patrimonio bovino dell’UE ed il 75% del patrimonio suino, ovino e caprino. Rappresenta anche altri settori zootecnici come quello avicolo, cunicolo e apistico.