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Da R. Piemonte nuovi sostegni per aziende agroalimentari

Da R. Piemonte nuovi sostegni per aziende agroalimentariRoma, 10 apr. (askanews) – Dalla Regione Piemonte nuove misure concrete per le filiere agroalimentari dei settori zootecnico, ortofrutticolo e vitivinicolo, in difficoltà a causa degli effetti del cambiamento climatico e dell’andamento dei mercati internazionali. Dopo la richiesta di riconoscimento di calamità naturale per la siccità del 2023, avanzata nell’ambito del confronto con i principali rappresentanti del mondo vitivinicolo, come Vignaioli Piemontesi, Piemonte Land of wine, Associazione dei Comuni del Moscato e alcune cantine sociali, “ci siamo attivati anche per rispondere alle istanze dei viticoltori del Brachetto e dei produttori dell’ortofrutta, come quelli della Mela rossa Cuneo Igp, e della carne di razza piemontese: così ci siamo rivolti al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per richiedere, a favore dei comparti colpiti dalla siccità, la proroga al 31 luglio dello stato di emergenza idrica, dichiarato con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 luglio e del 28 dicembre 2022”. Lo comunicano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, commentando le nuove misure di sostegno alle aziende agroalimentari.


La Regione ha inoltre richiesto la deroga al riconoscimento stesso della calamità naturale: le aziende agricole colpite possono effettuare la ricognizione dei danni subiti anche al fine di ottenere la moratoria dei mutui. “Dai numerosi incontri con le organizzazioni agricole, i consorzi di tutela e le associazioni di produttori – hanno aggiunto il presidente Cirio e l’assessore Protopapa – è emerso che le filiere hanno registrato negli ultimi anni una grave crisi di mercato dovuta al cambiamento climatico e, in particolare, alla siccità, oltre che all’andamento dei mercati internazionali. E adesso la loro sopravvivenza è a rischio. È quindi fondamentale l’intervento del Governo: queste produzioni di qualità certificata sono strategiche per l’economia del Piemonte e del Paese”. Come già comunicato, si conferma che le aziende agricole hanno tempo fino al 18 aprile per trasmettere ai Comuni di riferimento i dati relativi all’entità dei danni da siccità subiti nel 2023. I Comuni, a loro volta, qualora i danni segnalati siano superiori al 30% della produzione lorda vendibile aziendale, trasmetteranno le informazioni alla Regione entro la fine del mese.

Pecorino Toscano Dop e Gipolla di Margherita Igp insieme a tavola

Pecorino Toscano Dop e Gipolla di Margherita Igp insieme a tavolaRoma, 10 apr. (askanews) – Binomio a tavola tra una IGP e una DOP. A Firenze è stata presentata ieri al ristorante Belcanto la collaborazione tra due eccellenze, una pugliese, la Cipolla Bianca di Margherita Igp, e l’altra toscana, il Pecorino Toscano DOP. Presenti in conferenza Stefania Saccardi vicepresidente Regione Toscana e assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione presidente del Consorzio di Tutela e valorizzazione della Cipolla Bianca di Margherita Igp, Carlo Santarelli presidente del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP.


I due Consorzi si sono confrontati, unendo materie prime, risorse umane, metodi di preparazione, con l’obiettivo di tutelare e diffondere la conoscenza di prodotti, storia e ragioni che li rendono eccellenze certificate. “È una bella occasione di incontro fra due prodotti che raccontano storia e tradizioni, che portano sulle tavole sapori unici e inconfondibili – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – In questi anni è aumentata la collaborazione fra i Consorzi di Tutela attraverso i progetti di promozione, rendendo ancora più incisiva la conoscenza delle Dop, Igp e la loro tutela nel mondo. Iniziative come questa servono a rafforzare il legame fra le imprese e creare una percezione del Made in Italy sempre più forte all’estero. Il Pecorino Toscano Dop e la Cipolla Bianca di Margherita Igp sono due produzioni iconiche, che rappresentano un vero punto di forza della DOP Economy, il sistema economico e produttivo del comparto agroalimentare e vitivinicolo a Indicazione Geografica”.


“La nostra cipolla bianca ha due ingredienti in comune con il Pecorino Toscano Dop: storie secolari e il legame stretto con il proprio territorio. Il Pecorino ha una storia antica, che va dagli Etruschi fino ai giorni nostri, come anche la nostra cipolla che ha alle spalle due secoli e ogni anno lunghi tempi di lavorazione – ha dichiarato Giuseppe Castiglione presidente del Consorzio di Tutela e valorizzazione della Cipolla Bianca di Margherita Igp – Ci auguriamo che questo gemellaggio possa continuare nel tempo”. “Il Pecorino Toscano Dop è sempre aperto alla sperimentazione e a nuove combinazioni di sapori – ha detto Carlo Santarelli, presidente del Consorzio tutela Pecorino Toscano Dop -. In questo caso, la Toscana incontra la Puglia grazie alla Cipolla Bianca di Margherita Igp. Questo è l’inizio di una sinergia che ci auguriamo duri in futuro. Saremo lieti di ospitare a fine maggio i produttori del Pecorino Toscano DOP in Puglia, a Margherita di Savoia (Bt), in occasione di due giorni di eventi dedicati alla nostra cipolla, nel periodo clou della sua raccolta”.


In questa occasione il Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP ha presentato l’edizione 2024 di “Caseifici Aperti”, l’iniziativa organizzata con il contributo della Regione Toscana, che ogni anno racconta tutti i segreti dell’arte casearia. La manifestazione, che prevede visite guidate gratuite presso i caseifici del Consorzio, quest’anno è in programma dal 2 maggio al primo giugno, presso quattro caseifici.

Emilia Romagna prima per numero trasformatori prodotti bio

Emilia Romagna prima per numero trasformatori prodotti bioRoma, 10 apr. (askanews) – L’Emilia-Romagna punta entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) con pratiche a basso input, di cui più del 25% a biologico. Questo partendo dal dato che vede la regione, a inizio 2023, prima in Italia come numero di produttori e trasformatori di prodotti biologici, con 1.277 trasformatori e 6.053 produttori, per un totale di 7.330 operatori biologici.


Inoltre, negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata certificata biologica è cresciuta del 125%: con oltre 200mila ettari rappresenta un quinto, circa il 20%, delle intere aree coltivate. Percentuale superiore alla media italiana (pari a circa 17%) ed europea (circa 10%). L’agricoltura sostenibile è il tema dell’approfondimento che si può trovare online da oggi sul nuovo sito tematico dedicato al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione nel 2020 con oltre 60 tra istituzioni e forze economiche e sociali. Con notizie, video e una campagna social che raccontano gli obiettivi e le politiche realizzate negli ultimi quattro anni, spiegandone anche l’impatto sulla società emiliano-romagnola.


Le misure agroambientali sono tra le linee di intervento fondamentali condivise dai firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima. Nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della transizione ecologica’, il Patto indica con chiarezza la necessità di promuovere la sostenibilità ambientale dei sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo svolto nella salvaguardia del territorio e nella creazione di occupazione. Un sistema di politiche condivise, che punta a sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei consumi idrici, per ridurre gli apporti chimici. Ma anche la sostenibilità ambientale, la salvaguardia della biodiversità e la produzione energetica pulita.


Dall’inizio della nuova programmazione di sviluppo rurale 2023-2027 emanati già 20 bandi per un totale di oltre 160 milioni a chi adotta pratiche a basso impatto.

Generazione Formaggi, 3 Dop unite a difesa territori svantaggiati

Generazione Formaggi, 3 Dop unite a difesa territori svantaggiatiRoma, 10 apr. (askanews) – Tre Dop italiane si uniscono per una operazione di difesa culturale e sociale a favore dei territori svantaggiati e a rischio di spopolamento. Sono la Casciotta d’Urbino Dop (Marche e provincia Rimini – Emilia Romagna) il Piave Dop (provincia Belluno – Veneto) e il Provolone Valpadana Dop (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Provincia autonoma di Trento). Fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano, le Dop svolgono un ruolo chiave nel panorama del Made in Italy italiano ed europeo con un valore di produzione di circa 5,2 miliardi e 8,6 miliardi di valore al consumo.


Oggi le Dop sono importantissime per la tutela della sostenibilità ambientale ma si trovano oggi ad affrontare sfide sempre più complesse, fondamentali per evitare la dispersione di valore e ricchezza e il drastico spopolamento dei territori. I Consorzi di Casciotta d’Urbino, Piave e Provolone Valpadana ieri, nella sala stampa di Montecitorio, hanno rafforzato questa unione nonchè il rilancio di una zootecnia che li veda di nuovo protagonisti di un percorso di rivitalizzazione dei territori e delle aree interne, sempre più interessate da desertificazione economica, culturale e sociale. L’unione avviene sotto l’egida di Aecis, l’Associazione Europea di Cultura Innovazione e Sostenibilità, il cui principale obiettivo è quello di cogliere la sfida della transizione verso sistemi alimentari sostenibili. L’associazione si propone di sviluppare una serie di azioni, a carattere divulgativo, formativo, scientifico, che abbiano come denominatore comune la correlazione tra lo sviluppo del sistema dei regimi di qualita’ europei e la capacita’ effettiva delle filiere agroalimentari di implementare principi e pratiche quotidiane di sostenibilita’, anche misurandone la relativa attuazione.


Alla presentazione del progetto sono intervenuti il presidente di Aecis Libero Giovanni Stradiotti, presidente del Consorzio Tutela Casciotta d’Urbino Dop, Gianluigi Draghi, Modesto De Cet, presidente Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop, il presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, Giovanni Guarneri e Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Da Fao e Ue 15 mln per sostenibilità settore forestale Uganda

Da Fao e Ue 15 mln per sostenibilità settore forestale UgandaRoma, 10 apr. (askanews) – L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha lanciato un progetto da 15 milioni di euro finanziato dall’Unione Europea per aiutare il settore forestale dell’Uganda a contribuire in modo più sostenibile all’economia e all’ambiente.


L’iniziativa quinquennale “Catene del valore sostenibili a base di legno in Uganda” mira a garantire l’approvvigionamento sostenibile di materia prima legnosa legale proveniente da foreste piantate, migliorare la capacità di lavorazione e la domanda di mercato per i prodotti del legno e migliorare la disponibilità di e accesso a finanziamenti a prezzi accessibili. Le foreste del Paese, spiega la Fao in una nota, sono sempre più a rischio a causa dell’invasione, della deforestazione, del disboscamento illegale e del degrado forestale. Nel 1990 quasi un quarto del territorio dell’Uganda era costituito da foreste, ma nel 2017 la percentuale si era quasi dimezzata, arrivando a solo il 13%.


“L’Unione Europea è orgogliosa del suo costante impegno a investire in modo significativo nel progresso dell’industria forestale commerciale dell’Uganda. Sfruttando gli sforzi di collaborazione del partenariato Team Europe Forestry e fornendo finanziamenti supplementari per la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti del legno, l’UE si impegna a promuovere la crescita di un settore robusto e sostenibile che prospera sia dal punto di vista ambientale che commerciale”, ha detto l’Ambasciatore dell’UE a Uganda, Jan Sadek, Il progetto mira ad aumentare la qualità e il valore delle foreste piantate promuovendo pratiche migliori e strutture di lavorazione più efficienti che, a loro volta, aggiungeranno più valore alla materia prima del legno. Ciò è essenziale per incentivare il mantenimento e l’espansione delle risorse forestali, migliorando al tempo stesso i mezzi di sussistenza.


Un altro obiettivo è quello di realizzare economie di scala aggregando un numero maggiore di piccoli coltivatori di alberi e trasformatori di legno del paese. L’accesso a finanziamenti a prezzi accessibili per le piccole e medie imprese del settore del legno è un’altra sfida che l’iniziativa cerca di affrontare, attraverso misure quali l’offerta di alfabetizzazione finanziaria, supporto di consulenza nella gestione aziendale e migliori collegamenti con il settore finanziario. Poiché la domanda di prodotti in legno aumenta a livello nazionale e regionale, è cruciale per l’Uganda, sia dal punto di vista economico che ambientale, sviluppare una catena del valore sostenibile basata sul legno che possa aiutare il paese nella transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Un requisito essenziale a tal fine è la lotta al commercio illegale di legname. Ciò provoca perdite sostanziali in termini di entrate fiscali e, insieme alla continua dipendenza dal carbone per l’energia in molte aree urbane, contribuisce alla deforestazione.


Se le piantagioni forestali dell’Uganda fossero gestite in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, la pressione sulle risorse naturali potrebbe essere ridotta e consentire una crescita economica legale e priva di deforestazione. Negli ultimi 15-20 anni, con il sostegno dell’UE, della FAO e di altri partner, sono stati fatti investimenti sostanziali nel settore forestale, il che significa che si prevede che il volume di legno prodotto aumenterà sostanzialmente nei prossimi anni.

Alimentare, Unionfood: nel 2023 esportazioni salgono dell’8% a 21 miliardi

Alimentare, Unionfood: nel 2023 esportazioni salgono dell’8% a 21 miliardiMilano, 10 apr. (askanews) – Le esportazioni di prodotti alimentari dell’industria italiana nel 2023 hanno registrato una crescita complessiva superiore all’8% a valore, oltre i 21 miliardi di euro. Per capire le dimensioni occorre immaginare un consumo all’estero di 3 miliardi di piatti di pasta, oltre 500 milioni tra coni e coppette gelato, 55 miliardi di tazzine di caffè, quasi un miliardo di chili tra biscotti, crackers e dolci da ricorrenza come panettoni,colombe&co. Queste infatti sono alcune delle categorie merceologiche rappresentate da Unione italiana food, l’associazione che riunisce 530 industrie italiane cui fanno capo oltre 900 marchi del mondo alimentare, che in occasione della prima Giornata nazionale del made in Italy, il prossimo 15 aprile, ha misurato il “gradimento” all’estero dei prodotti che rappresenta elaborando i dati Istat sul commercio estero 2023. Unionfood, infatti, rappresenta oltre 20 settori merceologici con aziende dislocate su tutto il territorio nazionale che danno lavoro a oltre 100mila persone.


Tutti i settori di Unionfood hanno fatto registrare performance positive nell’export nel raffronto 2023 sul 2022. Tra questi spiccano in particolare i brodi, minestre, salse e sughi (+20,7%), chips e snacks (+22,4%), le confetture e le conserve di frutta (+11,2%), i prodotti da forno (+13,2%), i prodotti della panificazione (+12,7%), i vegetali in aceto, salamoia, olio e altri (+12,6%) e gli integratori alimentari (+10%). Secondo Paolo Barilla, presidente di Unionfood, “L’eccellenza del made in Italy nel settore alimentare è una preziosa eredità che le nostre aziende stanno già proiettando verso il futuro con un costante impegno per la sostenibilità e l’innovazione. Le aziende italiane rappresentano da sempre un punto di riferimento nel mondo per la gioia del cibo di qualità. Il made in Italy alimentare è un modello unico dove le pmi operano in maniera integrata con medie imprese più strutturate e le grandi imprese competitive sui mercati internazionali. Un esempio virtuoso di radicamento territoriale, fatto soprattutto di realtà familiari, dalla storia anche centenaria, che generano occupazione, ricchezza e valore condiviso”.


Secondo un rapporto elaborato da Fondazione Edison nel 2023, considerando i principali comparti di Unione italiana food, l’Italia è al primo posto in Europa (davanti a Germania, Francia e Spagna) per valore della produzione e numero di occupati. Tanto che oggi un prodotto agroalimentare italiano su due consumato nel mondo proviene dal ‘perimetro’ di Unione italiana food. In occasione della Giornata nazionale del made in Italy, l’associazione con le aziende ha organizzato una serie di iniziative sul territorio che animeranno tutta la settimana dal 15 al 21 aprile. Dalla Amarelli Fabbrica di liquirizia che aprirà le porte del suo museo e dello stabilimento di Rossano (CS) a Barilla che organizzerà, nel corso dell’anno e in particolare a maggio, eventi e incontri negli stabilimenti di Novara, Castiglione, Melfi, Rubbiano e Parma. Passando per Esserre Pharma, che lavora nel settore della nutraceutica e aprirà i propri laboratori a scuole e studenti universitari, Heinz Italia con l’apertura dello stabilimento Plasmon di Latina, Nestlé che organizza “Entra nel mondo della Casa del Cioccolato Perugina” e Pastificio Felicetti che oltre a un talk con gli atleti del biathlon il 19 aprile inaugurerà la rassegna “conversazioni in quota”. Inoltre ci sarà la possibilità di realizzare visite virtuali in sette stabilimenti alimentari che hanno deciso di aprire le proprie porte a 7 giovani creator per mostrare come nascono alcuni prodotti che finiscono sulle nostre tavole.

Lollobrigida: bene Cambiale Ortofrutta, fondi finiti in poche ore

Lollobrigida: bene Cambiale Ortofrutta, fondi finiti in poche oreRoma, 8 apr. (askanews) – “Alla chiusura dello sportello telematico Ismea per la compilazione delle domande relative al prestito cambiario ortofrutta, al primo giorno di apertura, sono state convalidate oltre 500 domande per un importo pari a 15.280.279 di euro e ne sono in validazione altre 413, del valore di oltre 3 milioni di euro. I fondi di oltre 19milioni di euro sono in esaurimento”. Lo annuncia il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.


“Sono numeri – dice – che confermano il successo della nuova linea di credito dell’Ismea per il sostegno della filiera ortofrutticola. Il numero delle domande presentate, in così poche ore, dimostra che il Governo lavora nella giusta direzione e dà risposte puntuali alle imprese”. “Con la cambiale ortofrutta – continua il ministro Lollobrigida – diamo la possibilità alle piccole e medie imprese di ottenere fondi immediati e rilanciamo il settore ortofrutticolo. Ringrazio Ismea, la direttrice Maria Chiara Zaganelli, il presidente Livio Proietti e tutto il personale dell’Istituto per aver lavorato con puntualità e aver così contribuito a rendere un successo questa misura”, ha concluso il ministro.

Giansanti (Mediterranea): sorpresi da Portogallo su Nutriscore

Giansanti (Mediterranea): sorpresi da Portogallo su NutriscoreRoma, 8 apr. (askanews) – “Siamo francamente sorpresi dall’ordinanza con cui il governo portoghese ha annunciato l’applicazione del Nutriscore”. Lo dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Mediterranea, a distanza di pochi giorni dal provvedimento con cui Lisbona esprime la volontà di introdurre il sistema di etichettatura “a semaforo” dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari in commercio.


L’ordinanza del governo lusitano incarica la Direzione Generale della Salute nazionale di definire, entro 120 giorni, il processo di adozione del sistema, compresi l’iter procedurale per gli operatori economici e una campagna di comunicazione dedicata. “Non si tratta del primo caso di Paese del Bacino Mediterraneo che si esprime a favore del Nutriscore – aggiunge Giansanti – Ricordiamo la Spagna, con le evidenti conseguenze negative per importanti produzioni agricole, in primis quella dell’olio d’oliva”.


“Auspichiamo che il governo portoghese torni sui propri passi. E restiamo fiduciosi che le Istituzioni Ue – conclude il presidente di Mediterranea – prendano finalmente posizione scegliendo un sistema di comunicazione dei valori nutrizionali che non tenga conto solo dei componenti, ma che faccia riferimento anche al consumo equilibrato e responsabile, fattore alla base della Dieta Mediterranea”.

Integratori contro disturbi del sonno: +155% vendite in 10 anni

Integratori contro disturbi del sonno: +155% vendite in 10 anniMilano, 8 apr. (askanews) – In Italia ci sono circa 13,4 milioni di persone che soffrono disturbi legati al sonno, secondo l’Associazione italiana medicina del sonno. Di fronte a questo scenario i nostri connazionali fanno sempre più spesso ricorso agli integratori alimentari. Stando a una elaborazione di Integratori & salute su dati New Line riferiti al canale farmacia, negli ultimi 10 anni, nel nostro Paese, le vendite in volume di integratori alimentari legati al benessere mentale e ai problemi legati al sonno sono aumentate del 155%. In particolare, nel 2023, in Italia sono state vendute 9,6 milioni di confezioni di integratori per disturbi legati al sonno e per il benessere mentale (contro i 3,8 milioni di confezioni del 2013), per un valore di 146 milioni di euro. Questo aumento della domanda è stato inoltre amplificato dall’impatto della pandemia da Covid-19, che ha causato un aumento significativo dei problemi legati al sonno e all’ansia nella popolazione.


Anche un recente studio del Future concept lab sottolinea come il 65% degli italiani consideri gli integratori come un supporto per il mantenimento del benessere psicofisico. Dall’indagine è emerso in particolare che un italiano su cinque (20%) ritiene l’utilizzo di integratori estremamente utile per contrastare i disturbi legati al sonno. Gli integratori che mirano a migliorare la qualità del sonno sono stati sperimentati da circa il 22% degli italiani almeno una volta nella vita, con una percentuale leggermente più alta (27%) tra coloro che hanno più di 55 anni. È interessante notare che più della metà della popolazione italiana (56%) ricorre agli integratori solo per il periodo di tempo necessario.

Portogallo annuncia applicazione Nutriscore, Giansanti: sbagliano

Portogallo annuncia applicazione Nutriscore, Giansanti: sbaglianoRoma, 8 apr. (askanews) – “Siamo francamente sorpresi dall’ordinanza con cui il governo portoghese ha annunciato l’applicazione del Nutriscore”. Lo dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, a distanza di pochi giorni dal provvedimento con cui Lisbona esprime la volontà di introdurre il sistema di etichettatura “a semaforo” dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari in commercio.


L’ordinanza del governo lusitano incarica la Direzione Generale della Salute nazionale di definire, entro 120 giorni, il processo di adozione del sistema, compresi l’iter procedurale per gli operatori economici e una campagna di comunicazione dedicata. “Non si tratta del primo caso di Paese del Bacino Mediterraneo che si esprime a favore del Nutriscore – aggiunge Giansanti – Ricordiamo la Spagna, con le evidenti conseguenze negative per importanti produzioni agricole, in primis quella dell’olio d’oliva”.


“Auspichiamo che il governo portoghese torni sui propri passi. E restiamo fiduciosi che le Istituzioni Ue – conclude il presidente di Confagricoltura – prendano finalmente posizione scegliendo un sistema di comunicazione dei valori nutrizionali che non tenga conto solo dei componenti, ma che faccia riferimento anche al consumo equilibrato e responsabile, fattore alla base della Dieta Mediterranea”.