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Ismea a Vinitaly: focus su enoturismo e gestione del rischio

Ismea a Vinitaly: focus su enoturismo e gestione del rischioRoma, 8 apr. (askanews) – Focus su enoturismo, gestione del rischio e innovazione in agricoltura per Ismea, che sarà presente alla 56ma edizione del Vinitaly, prevista a Verona Fiere dal 14 al 17 aprile prossimi, con un desk all’interno dell’area espositiva del Palaexpo riservata al ministero dell’Agricoltura. Saranno tre gli incontri promossi dall’istituto.


Nel dettaglio, lunedì 15 aprile 2024 alle 12, presso la sala Conferenze del Palaexpo Masaf si terrà il Convegno “Misure attive e passive di gestione del rischio nella filiera uva da vino”. Attraverso i contributi dei rappresentanti di ISMEA, del Ministero, dell’Agea e degli Organismi di difesa verranno approfonditi alcuni aspetti gestionali e operativi sugli interventi di risk management del PSP 2023-2027 alla luce dei fabbisogni espressi dagli agricoltori, in un comparto che assume un particolare rilievo in termini di valori assicurati e di adesione ai fondi mutualistici. Martedì 16 aprile sempre alle ore 12, nella Sala Talk Show del Palaexpo Masaf si parlerà di enoturismo, una proposta oggi in costante evoluzione e capace di coinvolgere una platea ampia di viaggiatori, con circa un terzo degli italiani che ha visitato una cantina o partecipato a un evento tematico. Da nord a sud del Paese, stanno nascendo nuove esperienze capaci di legare armoniosamente il vino con la cultura, il benessere, la sostenibilità. Nel convegno “In viaggio tra vigne e cantine: numeri, profili e tendenze dell’enoturista italiano” verranno presentati i nuovi dati del settore, su cui si confronteranno i maggiori esperti nazionali, i presidenti delle associazioni e dei movimenti che hanno contribuito a dare impulso a questo importante segmento del sistema vitivinicolo nazionale, assieme anche agli esponenti del mondo produttivo agricolo e industriale che porteranno le loro esperienze.


Infine, martedì 16 aprile alle 14.30 nella Sala Conferenze del Palaexpo Masaf il focus sarà invece sull’innovazione con l’evento dal titolo: “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”. Nel corso dei lavori, cui prenderanno parte esponenti del mondo cooperativo e accademico, verranno presentati i risultati di un’indagine condotta da Ismea presso aziende e cooperative vitivinicole, il cui scopo è stato esaminare gli ambiti di applicazione dell’innovazione, valutarne il grado di efficacia, individuare le criticità e delineare le prospettive sugli investimenti futuri.

Regione Piemonte: è il Brachetto il vitigno dell’anno 2024

Regione Piemonte: è il Brachetto il vitigno dell’anno 2024Roma, 8 apr. (askanews) – E’ il Brachetto il “Vitigno dell’anno” 2024 per la Regione Piemonte, nominato dall’assessorato Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione nell’ambito di un’iniziativa che da alcuni anni punta a valorizzare e raccontare i vitigni autoctoni del Piemonte al grande pubblico. Il passaggio di testimone con l’Erbaluce si terra a Vinitaly.


Il progetto “Vitigno dell’anno” mira a focalizzare l’attenzione su quelle produzioni di qualità certificate che caratterizzano profondamente interi territori e che pur presentando elevate qualità intrinseche del prodotto e potenzialità competitive sui mercati internazionali necessitano di specifiche azioni di valorizzazione sul territorio da parte della Regione, l’attenzione su questo vitigno durerà per tutto il 2024 accompagnando l’assessorato Agricoltura e Cibo in tutti i sui eventi. “Mi fa immenso piacere sostenere questo vitigno per un territorio altamente vocato per i vini aromatici. Un vitigno autoctono con caratteristiche uniche nel suo genere, con origini antichissime che risalgono leggendariamente ai tempi dell’Impero Romano, vitigno che si merita di essere valorizzato e considerato a livello nazionale ed internazionale proprio per la sua unicità. Produttori e Consorzio di Tutela sono tutti coinvolti in questa opportunità di promozione che vede le aziende agricole quali protagoniste di questo riconoscimento”, sottolinea in una nota l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa.


In Piemonte la zona di produzione del vitigno Brachetto si estende per 925 ettari e comprende il territorio nell’Alto Monferrato, con 26 comuni coinvolti, appartenenti alle province di Alessandria e Asti. Sono 380 le aziende vitivinicole produttrici e nell’annata 2023/2024 è stata rivendicata una produzione di circa 5 milioni kg / 5 mila tonnellate di Brachetto a Denominazione di origine.

A Matera centinaia di chef per l’assemblea annuale Federcuochi

A Matera centinaia di chef per l’assemblea annuale FedercuochiRoma, 8 apr. (askanews) – Centinaia di chef provenienti da ogni parte d’Italia e dalle associazioni estere FIC sono sbarcati a Matera in occasione dell’annuale assemblea della Federazione Italiana Cuochi, presieduta da Rocco Pozzulo e coordinata da Alessandro Circiello, organizzata in collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Lucani, presieduta da Antonio Zazzerini, e con il Gal Start 2020 presieduto da Angelo Zizzamia.


All’evento ha preso parte anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha evidenziato come il protocollo siglato con la Federcuochi sia anche un valido strumento per promuovere le esportazioni agroalimentari e tutelare la salute dei nostri cittadini. E ancora, la Ministra per le Riforme Istituzionali Elisabella Casellati e il Governatore della Regione Basilicata Vito Bardi. “Se negli ultimi anni di questa professione è stata data un’immagine mediatica spesso poco realista – ha dichiarato Pozzulo – con chef troppo artisti, troppo manager o raffinati sperimentatori di esperienze gastronomiche inusuali, la più genuina immagine della figura del cuoco resta sempre quella d’ambasciatore del territorio, interprete responsabile della sua cultura e suo saper fare”.

In Emilia Romagna prosegue progetto su prodotti Dop e Igp

In Emilia Romagna prosegue progetto su prodotti Dop e IgpRoma, 8 apr. (askanews) – Prosegue in Emilia Romagna il progetto sui prodotti Dop e Igp regionali “Nati qui, apprezzati in tutto il mondo” e il settore della ristorazione è sempre più ambasciatore dei prodotti Dop e Igp regionali e protagonista nella loro promozione. Si è conclusa infatti la seconda fase del progetto pluriennale avviato dal 2022 dall’Assessorato regionale all’Agricoltura in collaborazione con Apt Servizi Emilia-Romagna e Marr, e che ha visto anche la partecipazione dell’Enoteca regionale.


La presentazione si è svolta oggi presso l’Enoteca regionale, con la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura e Agroalimentare, Alessio Mammi, del presidente di Enoteca, Davide Frascari, e per Marr del responsabile commerciale, Antonio Giovanetti. Sono 110 gli operatori della ristorazione che lo scorso autunno-inverno hanno partecipato a quattro educational tour nei luoghi dove hanno origine alcuni dei 44 prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna, un primato europeo per numero, con un valore produttivo di 3,6 miliardi. Gli operatori hanno vissuto una esperienza complessiva delle denominazioni d’origine di Emilia e Romagna, visitando i luoghi di produzione di culatello di Zibello Dop, salame felino Igp, coppa di Parma Igp, squacquerone di Romagna Dop, formaggio di fossa di Sogliano Dop, olio extravergine di Brisighella Dop e piadina romagnola Igp, incontrando e confrontandosi con i produttori sui processi di lavorazione e degustando i prodotti, abbinati ai vini di cantine dei diversi territori (tra cui Lambrusco, Sangiovese, Albana, Gutturnio).


“E’ molto importante dare valore alle nostre produzioni di qualità – ha detto Mammi -, che rappresentano cultura e identità territoriali, posti di lavoro nel settore agroalimentare, secondo per volumi economici di produzione a livello regionale, e cibi buoni e sicuri”. I quattro educational fanno seguito alla prima fase di “Nati qui, apprezzati in tutto il mondo”, che aveva visto, nella Pasqua 2022, il coinvolgimento di 420 strutture, tra alberghi e ristoranti delle città d’arte e della riviera adriatica dell’Emilia-Romagna.

Domani in Aula alla Camera Pdl su costi produzione agroalimentari

Domani in Aula alla Camera Pdl su costi produzione agroalimentariRoma, 8 apr. (askanews) – Approda domani in Aula alla Camera la proposta di legge 851-A recante modifiche al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, in materia di considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari. La Pdl contiene anche una delega al Governo per la disciplina delle filiere di qualità nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari. La proposta di legge era stata presentata in prima lettura alla Camera il primo febbraio del 2023 da Davide Bergamini, Riccardo Molinari, Mirco Carloni, Francesco Bruzzone e Attilio Pierro. Ed era stata assegnata in sede referente in Commissione Agricoltura il 10 marzo del 2023: il 13 marzo scorso la Commissione Agricoltura della Camera ne ha concluso l’esame.


La Pdl, modificata nel corso dell’esame in sede referente, si compone di tre articoli e punta ad attribuire rilevanza ai costi di produzione per la determinazione dei prezzi dei prodotti agroalimentari nell’ambito dei contratti di cessione. Inoltre, è prevista una delega al Governo per la disciplina delle filiere di qualità nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari. Infine, sono previste campagne informative-istituzionali per la sensibilizzazione del consumatore. La finalità della proposta di legge “è quella di tutelare la redditività delle imprese agricole, prevedendo criteri che stabiliscano chiaramente quali siano i fattori che concorrono alla formazione del prezzo inserito nel contratto di cessione”, anche alla luce del fatto che “la produzione agricola è caratterizzata anche da un’estrema incertezza dovuta sia alla dipendenza dai processi biologici sia all’esposizione ai fattori meteorologici”.


L’articolo 1 introduce la definizione di “costi di produzione” come quei “costi, sostenuti dal fornitore, elaborati sulla base del costo delle materie prime, dei servizi connessi al processo produttivo ed alla commercializzazione, del costo dei mezzi tecnici e dei prodotti energetici, del differente costo della manodopera negli areali produttivi nonché del ciclo delle colture, della loro collocazione geografica, delle tecniche di produzione, dei periodi di commercializzazione diversi, della vulnerabilità dei prodotti e dei volumi di produzione rispetto alle influenze delle condizioni di natura climatica e degli eventi atmosferici eccezionali”. E prevede che questi costi vengano tenuti in considerazione sia nella definizione dei prezzi stabiliti nel contratto di cessione tra il fornitore e l’acquirente che nelle condizioni contrattuali definite nell’ambito di accordi quadro aventi ad oggetto la fornitura dei prodotti agricoli e alimentari stipulati dalle organizzazioni professionali maggiormente rappresentative a livello nazionale.


L’articolo 1 dispone anche che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), nel chiedere agli acquirenti e ai fornitori di rendere disponibili tutte le informazioni necessarie al fine di condurre indagini sulle eventuali pratiche commerciali vietate, provveda anche all’acquisizione dei documenti contabili relativi alle attività di vendita e dei relativi servizi. L’articolo 2, delega il Governo ad adottare entro dodici mesi dall’entrata in vigore della presente legge un decreto legislativo per la disciplina delle filiere rispettose di parametri determinati di qualità, sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari.


Stabilisce inoltre i principi e i criteri direttivi a cui il decreto legislativo dovrà attenersi: sostenibilità ambientale, sociale ed economica; agevolazioni fiscali, sistemi premianti; incentivi per la costituzione di consorzi; assicurare la piena compatibilità e coerenza, anche operativa, con gli strumenti legislativi vigenti in materia di Classyfarm, Sistema Qualità Nazionale Zootecnia, Sistema Qualità Nazionale Benessere Animale. L’articolo 3 prevede la promozione di campagne divulgative e programmi di comunicazione istituzionale per favorire una corretta informazione presso il consumatore sulla composizione e formazione dei prezzi dei prodotti agroalimentari, da parte del ministero dell’Agricoltura di concerto con il ministero delle Imprese e del made in Italy. Agli oneri, valutati in 500.000 euro per l’anno 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili.

Agroalimentare,Lollobrigida: in linea con chi vuole più controlli

Agroalimentare,Lollobrigida: in linea con chi vuole più controlliRoma, 8 apr. (askanews) – “Il Governo Meloni è costantemente impegnato per proteggere il vero Made in Italy nel settore agroalimentare. Chiunque manifesti, come accade oggi al Brennero con la Coldiretti, ci troverà sempre in linea con loro nella richiesta di effettuare più controlli”.


Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida che in una nota sottolinea come quella di avere sempre maggiori controlli nel settore sia “una richiesta che, come Ministero, proponiamo da mesi, anche a livello europeo, come ho avuto modo di fare durante l’ultimo incontro Agrifish, dove abbiamo proposto di creare un osservatorio sulla trasparenza dei prezzi chiedendo che in UE ci siano regole chiare a tutela dei nostri produttori e dei nostri prodotti, fino alla persona che consuma e acquista”. Lollobrigida ricorda anche che attraverso la Cabina di Regia interforze nel settore agroalimentare “abbiamo delineato una strategia che impedisca ai Paesi che non rispettano l’ambiente e i diritti dei lavoratori di poter esportare in Italia a costi che metterebbero in difficoltà i nostri agricoltori, che operano in conformità alle normative. La protezione del nostro patrimonio agroalimentare – conclude il ministro – rimane una priorità assoluta per garantire la sicurezza e l’autenticità dei prodotti sulle tavole degli italiani”.

Confagricoltura a Vinitaly: focus su consumi, clima e mercati

Confagricoltura a Vinitaly: focus su consumi, clima e mercatiRoma, 8 apr. (askanews) – Consumi, clima, mercati e formazione: questi i focus di Confagricoltura a Vinitaly, dal 14 al 17 aprile. La Confederazione torna a Verona con uno stand di 600 metri quadrati, nel padiglione D, che ospita convegni, degustazioni, incontri e approfondimenti, dando spazio ai territori con le loro peculiarità produttive, anche alla luce della delicata situazione che sta vivendo il comparto.


Cambia infatti il consumo di vino in Italia e nel mondo, e cambia il clima al punto da disegnare nuovi contorni alle produzioni. I dati definitivi dell’ultima vendemmia attestano che l’annata è stata la più leggera dal dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri e un calo del 23,2% rispetto al 2022. Una diminuzione che impone un approccio coraggioso, da parte di tutti, al tema del cambiamento climatico e delle conseguenti fitopatie. Se ne parlerà domenica 14 alle 14.30, insieme al presidente della FNP Vino Federico Castellucci, al direttore del CREA-VIT Riccardo Velasco, al professor Stefano Poni dell’Università Cattolica di Piacenza e all’europarlamentare Herbert Dorfmann. Le conclusioni sono affidate al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.


E’ anche l’andamento del mercato a destare l’attenzione degli operatori. Il 2023 si è chiuso per l’Italia con un calo del 4,4% in volume e del 7,3% in valore nelle prime cinque piazze mondiali: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone. Soffrono maggiormente i vini rossi, anche di pregio. A questo tema è dedicato il convegno in programma lunedì 15 aprile alle 16, sempre nello stand di Confagricoltura, con Castellucci, Tiziana Sarnari di Ismea, i presidenti del Consorzio Valpolicella Christian Marchesini, dell’istituto Marchigiano Tutela Vini Michele Bernetti, di AVITO Francesco Mazzei, e il vicepresidente della DOC Friuli Michelangelo Tombacco. Conclude Massimiliano Giansanti. Tra gli appuntamenti, di rilievo la presentazione del corso di alta formazione a cura dell’Enapra sul “Wine tourism design” martedì 16 alle 14.30, che si prospetta come novità assoluta; il convegno organizzato da Agronetwork lunedì 15 aprile alle 14.30 dedicato alle bevande in Italia, con i vertici delle associazioni nazionali di riferimento; l’incontro e degustazione dei Giovani di Confagricoltura sulla sostenibilità e l’eleganza dei vini giovani.


Mercoledì 17 alle 10.30 sarà la volta del pegno rotativo nel mondo del vino, organizzato da Confagricoltura e Crédit Agricole, prima banca italiana ad operare con questo strumento. Partecipano, tra gli altri, il DG di Confagricoltura Annamaria Barrile e il vicedirettore generale di Crédit Agricole Italia, Vittorio Ratto. Il calendario si arricchisce di altri numerosi convegni e degustazioni a cura delle sedi provinciali e di incontri con parlamentari italiani ed europei. Le autorità sono attese alla cerimonia del taglio del nastro, alle 16 di domenica. Torna anche la Galleria delle regioni, con la vetrina sulle etichette di pregio delle zone vitivinicole italiane: uno spazio che quest’anno sarà ancora più attivo nell’ospitare eventi.


Importante, infine, la presenza a SOL nel padiglione C, stand 47, dedicata al comparto dell’olio di oliva, con uno spazio che sarà gestito da Unapol, con cui Confagricoltura ha stilato un protocollo di intesa.

Cia a D’Eramo: serve piano emergenza su fitopatie, anche europeo

Cia a D’Eramo: serve piano emergenza su fitopatie, anche europeoRoma, 8 apr. (askanews) – È urgente un piano di emergenza contro le fitopatie più pericolose a difesa delle produzioni tipiche Made in Italy. Questa la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani nella lettera inviata al sottosegretario al Masaf, Luigi D’Eramo, per esprimere la forte preoccupazione rispetto al possibile ingresso in Ue dai Paesi terzi di patogeni e organismi dannosi per le colture. “È arrivato il tempo di agire, in Italia e in Europa, con un’efficace strategia preventiva sui protocolli di importazione dai Paesi terzi, mettendo in campo le migliori competenze e adottando misure di controllo più rigorose”, spiega l’associazione agricola.


Secondo Cia, le attuali misure sull’import adottate dall’Europa risultano “inefficaci e insufficienti a garantire un adeguato livello di protezione”. Questo conferma la necessità di poter disporre in tempi brevi del piano di emergenza nazionale per gli organismi nocivi prioritari, come previsto dal Regolamento Ue del 2016, “che contenga le informazioni sui processi decisionali, i protocolli da seguire e le risorse da mettere in campo nel caso di presenze sospette o confermate, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni agricole”, spiega Cia in una nota. Allo stesso tempo, secondo l’associazione degli agricoltori occorre lavorare a un piano di prevenzione europeo che includa il rafforzamento del coordinamento scientifico e maggiori fondi dedicati.


Cia da tempo segnala i forti rischi fitosanitari per i sistemi produttivi ed è in prima linea su settori particolarmente esposti come quello agrumicolo, vulnerabile specificatamente a tre organismi nocivi attualmente assenti in Europa, ma in circolazione in aree che hanno stretti rapporti commerciali con l’Ue, responsabili di malattie devastanti quali la macchia nera degli agrumi e il citrus greening e di danni enormi come quelli causati dalla falsa cidia. In particolare, a testimonianza della debolezza delle disposizioni vigenti, per il citrus black spot “si continuano a registrare un numero elevato di intercettazioni di prodotto contaminato proveniente da paesi come il Sudafrica (principale esportatore in Ue nel 2023 con oltre 860mila tonnellate di agrumi) mentre per la prima volta è stata rilevata la macchia nera in una spedizione di arance dall’Egitto (balzato la scorsa campagna al secondo posto dei fornitori Ue di agrumi con 488mila tonnellate)”.


Inoltre, Cia ricorda come, a distanza di oltre dieci anni dal primo rilevamento in Puglia, la Xylella fastidiosa rappresenti ancora una sfida aperta e un temibile pericolo non solo per l’olivicoltura ma anche per altri sistemi produttivi.

Lollobrigida: settore vinicolo è asset strategico per economia

Lollobrigida: settore vinicolo è asset strategico per economiaRoma, 8 apr. (askanews) – “L’Italia senza vino sarebbe una Nazione più povera, da tutti i punti di vista. Dal punto di vista economico, perchè è un asset strategico della nostra economia, con più disoccupazione, perché al vino e al suo indotto sono legati migliaia e migliaia di posti di lavoro”. Cosi il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, a Wine News in vista della Conferenza Internazionale sul Vino (Wine Ministerial Meeting), in programma in Franciacorta e a Verona dall’11 al 13 aprile 2024 e del Vinitaly.


Senza il comparto vitivinicolo l’Italia “sarebbe una Nazione con più problemi ambientali perchè basta guardarsi intorno quando attraversi le colline del Chianti, le terre del Prosecco, dell’Amarone e dovunque ci sono vigneti, e si vede una natura che viene protetta e ben tenuta. Sarebbe una Nazione che perde un pezzo della sua cultura, come si vede anche nell’arte, perchè il vino è stato un soggetto importante anche per tanti pittori, poeti, artisti e così via”, ha concluso il ministro.

Il kiwi della Calabria sbarca in Giappone

Il kiwi della Calabria sbarca in GiapponeRoma, 8 apr. (askanews) – Il kiwi calabrese si prepara a conquistare il palato dei giapponesi. È il risultato che potrebbe scaturire dall’assenso prestato dalla Regione Calabria all’ingresso del Comitato per la promozione del kiwi calabrese nel gruppo di lavoro istituito presso il Sevizio fitosanitario nazionale del ministero dell’Agricoltur.


Il tema è stato oggetto di un incontro svoltosi nei giorni scorsi in Cittadella, presenti i referenti del Comitato, coordinato da Filippo Zerbi, e l’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo. Al centro del confronto, le prospettive future di un settore in espansione: la Calabria rappresenta, dopo Lazio ed Emilia Romagna, il terzo produttore di kiwi in Italia. Un trend in continua crescita con circa 3.500 ettari di coltivazione riservati al frutto che nella nostra terra trova una condizione di sviluppo ottimale grazie al clima, caldo-umido, e alla tipologia dei terreni. A confermarlo anche la resa qualitativa: il kiwi endogeno è considerato tra i migliori al mondo per le sue peculiari caratteristiche organolettiche. Da qui la scelta di guardare anche al Paese del Sol Levante, il cui mercato si contraddistingue per una domanda di prodotto superiore all’offerta disponibile. E il Masaf è attualmente impegnato a negoziare con le autorità nipponiche la messa a punto di un protocollo fitosanitario condiviso.


“L’adesione della Regione Calabria – commenta l’assessore Gallo – segna un passo in avanti nella concretizzazione di un’occasione commerciale d’eccezione per l’intero comparto agroalimentare calabrese. Favoriremo questo percorso con convinzione” Il Servizio fitosanitario centrale del Ministero dell’agricoltura ha programmato l’effettuazione dei test necessari per il prossimo ottobre, in concomitanza con l’inizio della nuova campagna di produzione. Il Comitato, da parte sua, tramite i propri corrispondenti in Giappone, è già impegnato in attività di promozione presso i maggiori buyer ortofrutticoli del Paese, che hanno mostrato grande interesse al brand Calabria. Anche le organizzazioni di produttori calabresi hanno manifestato ampia disponibilità, dichiarandosi pronte ad aderire alla campagna di verifiche del Masaf, alla presenza delle autorità fitosanitarie giapponesi presso i propri stabilimenti.