Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Federdistribuzione: a ottobre segnali ripresa consumi, mdd +5,4% a volume

Federdistribuzione: a ottobre segnali ripresa consumi, mdd +5,4% a volumeMilano, 8 nov. (askanews) – “Seppur i dati di settembre confermino ancora una situazione di debolezza dei consumi, nel mese di ottobre si registrano i primi segnali positivi, da 12 mesi a questa parte, sull’andamento dei volumi nel comparto alimentare”. Lo riporta in una nota Federdistribuzione commentando i dati Istat relativi alle vendite al dettaglio, alimentari e non alimentari, del mese di settembre quando a fronte di un incremento tendenziale a valore del +1,3% si è registrato un calo a volume del -4,4%.

“L’analisi dei dati di NielsenIq, relativi a ottobre, indica un dato relativo ai volumi nel comparto grocery, totale Italia, per l’insieme dei canali della distribuzione moderna, a +1,7%, contro un -0,1% di settembre e con un’inflazione relativa a questo paniere che scende al +5%, dal +7% di settembre – si legge nella nota – È importante inoltre registrare che nel segmento dei prodotti a marca del distributore i dati risultano ben più significativi: il trend a volume registrato a ottobre indica +5,4%, contro +2,5% di settembre, mentre l’inflazione su questi prodotti segna un -3,1%, scendendo al 3,4% dal 6,5% di settembre. La quota di mercato della mdd raggiunge a ottobre il risultato storico del 32,9%, con una crescita di 0,5% rispetto a settembre”. Per quanto riguarda l’industria di marca, pur migliorandolo, registra un trend a volumi in terreno negativo, -0,5% a ottobre, contro -1,6% di settembre, con l’inflazione su questo segmento che scende dal +7,6% al +6,2%, e la quota di mercato che perde lo 0,5%.

“Ottobre è il primo mese del ‘trimestre anti-inflazione’, che ha visto l’adesione pressoché unanime delle imprese della distribuzione. I dati rilevati da Niq evidenziano chiaramente che le numerose attività messe in campo dalle aziende a sostegno dell’iniziativa attraverso l’offerta dei prodotti a marca del distributore stanno avendo un riscontro positivo da parte delle famiglie italiane, che ne apprezzano sempre più la qualità e la convenienza – ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione – È altresì evidente che il ruolo marginale che l’industria di marca ha avuto sull’iniziativa del trimestre, con interventi limitati a qualche proposta promozionale, ne determina un’ulteriore perdita di quota di mercato”. “Per poter raggiungere un obiettivo di riduzione strutturale dell’inflazione e un sostegno al rilancio dei consumi è però necessario il contributo anche da parte delle imprese dell’industria dei beni di largo consumo, che deve necessariamente passare attraverso un intervento per ridurre i prezzi di listino – ha concluso – Vedremo se nei prossimi mesi i dati del ‘trimestre anti-inflazione’ saranno confermati, possiamo però affermare fin d’ora che il ruolo delle aziende della distribuzione moderna è stato fondamentale e lo sarà anche nei prossimi mesi, per continuare a sostenere le famiglie italiane nella spesa quotidiana”,

Federdistribuzione: in trimestre anti inflazione ripresa consumi

Federdistribuzione: in trimestre anti inflazione ripresa consumiRoma, 8 nov. (askanews) – Anche se a settembre si registrava ancora una situazione di debolezza dei consumi, ad ottobre si registrano i primi segnali positivi, da 12 mesi a questa parte, sull’andamento dei volumi nel comparto alimentare. Lo sottolinea in una nota Federdistribuzione, spiegando che l’analisi dei dati di NIQ, relativi ad ottobre, indica un dato relativo ai volumi nel comparto grocery, totale Italia, per l’insieme dei canali della Distribuzione Moderna, a +1,7%, contro un -0,1% di settembre e con un’inflazione relativa a questo paniere che scende al +5%, dal +7% di settembre.

Nel segmento dei prodotti a Marca del Distributore (MDD) i dati risultano ben più significativi: il trend a volume registrato a ottobre indica +5,4%, contro +2,5% di settembre, mentre l’inflazione su questi prodotti segna un -3,1%, scendendo al 3,4% dal 6,5% di settembre. La quota di mercato della MDD raggiunge ad ottobre il risultato storico del 32,9%, con una crescita di 0,5% rispetto a settembre. Per quanto riguarda l’Industria di Marca (IDM), pur migliorandolo, registra un trend a volumi in terreno negativo, -0,5% a ottobre, contro -1,6% di settembre, con l’inflazione su questo segmento che scende dal +7,6% al +6,2%, e la quota di mercato che perde lo 0,5%. “Ottobre è il primo mese del ‘trimestre anti-inflazione’, che ha visto l’adesione pressoché unanime delle imprese della distribuzione – commenta in una nota Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione – I dati rilevati da NIQ evidenziano chiaramente che le numerose attività messe in campo dalle aziende a sostegno dell’iniziativa attraverso l’offerta dei prodotti a marca del distributore stanno avendo un riscontro positivo da parte delle famiglie italiane”. Per Buttarelli è anche “evidente che il ruolo marginale che l’Industria di Marca ha avuto sull’iniziativa del trimestre, con interventi limitati a qualche proposta promozionale, ne determina un’ulteriore perdita di quota di mercato. Per poter raggiungere un obiettivo di riduzione strutturale dell’inflazione e un sostegno al rilancio dei consumi è però necessario il contributo anche da parte delle imprese dell’industria dei beni di largo consumo, che deve necessariamente passare attraverso un intervento per ridurre i prezzi di listino”.

“Vedremo – conclude il presidente di Federdistribuzione – se nei prossimi mesi i dati del ‘trimestre anti-inflazione’ saranno confermati, possiamo però affermare fin d’ora che il ruolo delle aziende della Distribuzione Moderna è stato fondamentale e lo sarà anche nei prossimi mesi, per continuare a sostenere le famiglie italiane nella spesa quotidiana”.

Unionfood: su IV gamma urge tavolo al Masaf con gdo, settore in sofferenza

Unionfood: su IV gamma urge tavolo al Masaf con gdo, settore in sofferenzaMilano, 7 nov. (askanews) – Un tavolo al ministero dell’Agricoltura sulla filiera della IV gamma, il comparto che comprende verdura, ortaggi e frutta freschi conservati in sacchetti pronti all’uso, a cui sieda anche la grande distribuzione. L’obiettivo: “valorizzare una filiera corta e stressata” che oggi “sta soffrendo”. A chiederlo è il direttore generale di Unione italiana food, Mario Piccialuti, in occasione di un’iniziativa del gruppo IV gamma presso lo stabilimento di Ortoromi a Borgoricco, nel Padovano. Una richiesta che lo stesso Piccialuti ha detto di portare avanti ormai da due anni ma che si fa ancora più urgente alla luce degli ultimi dati del comparto: al 30 settembre infatti il fatturato è sceso a 850 milioni di euro, con una perdita che se a a valore è stata dello 0,8%, a volume ha toccato un -5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.

“Chiediamo al governo di metterci intorno a un tavolo”, ha detto spiegando che “si tratta di “un tavolo simile a quello convocato dal Masaf di recente sulla filiera grano-pasta. Riguarda esclusivamente una filiera, in questo caso la IV gamma, ma per quanto ci riguarda deve comprendere anche l’ultimo anello e quindi le rappresentanze della distribuzione”. Il motivo è lo stesso Piccialuti, in rappresentanza del gruppo IV gamma di Unionfood, a chiarirlo: “La grande distribuzione ci deve essere non solo perché ha una quota di mercato e quindi ha un suo interesse attraverso il marchio privato, ma anche perché c’è una gestione di un prodotto deperibile che nelle ultime fasi è affidata proprio a loro”. Oggi la grande distribuzione, attraverso la propria private label, copre il 70% del mercato dei prodotti di IV gamma che ha chiuso il 2022 con un fatturato che ha sfiorato il miliardo. Ed è proprio lei che deve garantire il mantenimento della catena del freddo nelle fasi di commercializzazione, catena del freddo che l’industria raccomanda di rispettare fino al momento del consumo. Oggi, come ha detto Piccialuti, il comparto della IV gamma sta soffrendo. Da una parte l’inflazione e la conseguente erosione del potere d’acquisto delle famiglie che penalizza un prodotto ad alto contenuto di servizio con un prezzo medio che è più alto del corrispondente prodotti di prima gamma, frutta e verdura fresca sfusa. Ma “c’è anche una pressione enorme sul valore della filiera: il rovescio di avere una filiera cortissima come questa è la pressione esercitata sia dall’agricoltura che dalla gdo. Non esiste settore stressato dalla programmazione degli ordini come la IV gamma”. Per l’industria questa difficoltà è in parte imputabile proprio al ruolo della grande distribuzione, forte della sua posizione dominante sul mercato. “Ci sono catene che entro sera ci mandano un pre-ordine con un margine di sicurezza dell’80% sugli ordini e per noi è molto importante – ha detto Cristiano Detratti, ad di Ortoromi azienda associata al gruppo IV Gamma di Unionfood – ma ci sono catene che alle 11 del mattino, ma anche prima di mezzogiorno non hanno mandato gli ordinativi e questo è un problema per noi che abbiamo un importante apporto del lavoro dell’uomo”.

In questa fase di “sofferenza” del comparto, il gruppo IV gamma di Unionfood arriverà al tavolo governativo con una proposta di aggiornamento della della legge 77 del 2011 e della normativa prevista dal decreto ministeriale 3746 del 2014. “Vorremmo portare una proposta di miglioramento, anzi di vero e proprio aggiornamento della legislazione vigente sulla IV gamma”, ci ha spiegato precisando subito che “l’aggiornamento normativo che vogliamo proporre al ministero non fa sconti alla sicurezza e alla qualità, anzi tutti coloro che non si adeguano possono essere tagliati fuori perchè l’obiettivo principale è portare a vantaggio del consumatore tutti gli investimenti in sicurezza e qualità fatti dalle aziende”. Nel dettaglio, la richiesta principale riguarda la vita a scaffale dei prodotti. “Vorremmo che si portasse da sei a otto giorni la shelf life di questi prodotti in modo da ridurre lo spreco alimentare – ha detto – ma ci sono richieste che riguardano anche il processo di lavorazione, come la fase di lavaggio, temi che riguardano il tempo di lavorazione, le temperature di conservazione”. C’è poi un ulteriore punto che sembra di mera nomenclatura ma che nasconde una delle principali innovazioni che negli ultimi anni sta attraversando il settore, quella delle colture idroponiche. “Si sono sviluppate nuove tecniche come l’idroponica, il vertical farming che prevedono una produzione in ambiente chiuso e protetto, senza o poco uso di acqua – ha affermato Piccialuti – quel prodotto per sua natura non viene lavato in vasca come avviene nella IV gamma tradizionale per cui paradossalmente non posso immetterlo sul mercato perchè tecnicamente i prodotti di IV gamma sono lavati e pronti all’uso. Quiindi c’è bisogno di un aggiornamento terminologico che se non avvenisse taglierebbe fuori tutto il vertical farming”.

Oiv: nel 2023 produzione vinicola più bassa degli ultimi 60 anni

Oiv: nel 2023 produzione vinicola più bassa degli ultimi 60 anniRoma, 7 nov. (askanews) – Il 2023 sarà ricordato come l’anno con la più bassa produzione vinicola degli ultimi 60 anni, complici le condizioni meteo avverse pressocchè ovunque: secondo le anticipazioni sui volumi della vendemmia nel mondo rese note oggi dall’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vite e del vino, la produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2023 è stimata tra 241,7 milioni di ettolitri e 246,6 milioni, con una stima media pari a 244,1 milioni di ettolitri. Un calo del 7% rispetto al volume già inferiore alla media del 2022. Un dato ancora più basso di quello del 2017, quando la produzione fu di appena 248 milioni di ettolitri.

La stima si basa sulle informazioni raccolte in ventinove paesi, che rappresentavano il 94% della produzione mondiale nel 2022. Sui quantitativi pesa soprattutto il basso volume di produzione dell’Unione Europea, dove Italia, Spagna e Grecia registrano un calo significativo rispetto al 2022 a causa di condizioni climatiche sfavorevoli che hanno portato peronospora e siccità. La Francia diventerà il più grande produttore mondiale nel 2023, con un volume leggermente superiore alla media quinquennale. Eccezione a questo calo generalizzato sono Germania, Portogallo e Romania, che hanno registrato condizioni climatiche favorevoli che hanno portato a volumi nella media o superiori alla media. Bene anche per quanto riguarda gli Stati Uniti, dove secondo le prime previsioni di raccolto il volume di produzione sarà non solo superiore a quello del 2022, ma anche superiore alla media osservata negli ultimi anni.

Nell’emisfero australe, hanno sottolineato oggi in conferenza stampa gli esperti dell’Oiv, i volumi di produzione di vino dovrebbero essere ben al di sotto delle cifre del 2022. Australia, Argentina, Cile, Sud Africa e Brasile sono stati infatti tutti pesantemente colpiti da condizioni meteorologiche avverse e hanno registrato variazioni negative su base annua comprese tra il -10% e il -30%. Fa eccezione la Nuova Zelanda, l’unico paese con un livello di produzione nel 2023 superiore alla media quinquennale. “I dati di quest’anno – spiega Oiv – dovrebbero tuttavia essere presi con cautela, poiché ci sono ancora grandi paesi come la Cina, le cui informazioni non sono ancora disponibili. Inoltre, l’elevata volatilità dei volumi di produzione osservata negli ultimi anni sia a livello nazionale che regionale rende l’esercizio di previsione ancora più difficile”.

Imballaggi, Unionfood: c’è compromesso, fiduciosi su voto in Plenaria

Imballaggi, Unionfood: c’è compromesso, fiduciosi su voto in PlenariaMilano, 7 nov. (askanews) – Un danno per le aziende, per i consumatori e per l’ambiente con un aumento, in primis, dello spreco alimentare. Questo rappresenta per Unione italiana food il nuovo regolamento per gli imballaggi, la cosiddetta Ppwr (packaging and packaging waste regulation) approvata lo scorso 24 ottobre in commissione ambiente del Parlamento europeo e che dal prossimo 20 novembre sarà al vaglio della assemblea plenaria. Su quella votazione tuttavia c’è cauto ottimismo da parte di Unionfood che confida in un emendamento dell’articolo incriminato, il numero 22, che, come specifica l’allegato V, vieta l’uso di imballaggi di plastica monouso per confezioni da meno di 1,5 chili di frutta e verdura fresche, “a meno che non sia dimostrata la necessità di evitare perdite di acqua o turgore, rischi microbiologici o urti”.

“Il 20 novembre spero si possa rimediare con l’ultima votazione, la soluzione di compromesso è stata trovata – ci ha detto Mario Piccialuti, direttore generale di Unionfood – c’è stato un errore nell’ultima votazione ma si deve rimediare perchè se all’articolo 22 di questa proposta di regolamento tolgo tutte le monoporzioni e la quarta gamma arreco un danno enorme sicuramente alle aziende perchè smettono di commercializzare una certa porzionatura ma anche al consumatore”. Un danno quindi per tutto il comparto come la IV gamma che comprende la frutta, la verdura come le insalate e, in generale, gli ortaggi freschi come gli spinaci o le erbette confezionati e pronti per il consumo o per la cottura. Ma il regolamento riguarda anche tutte le monoporzioni “destinati al consumo nei locali del settore alberghiero, della ristorazione e del catering”. “Proviamo a immaginare tutto quello che va al foodservice, dalle bustine di miele alle confetture piccoline – ha osservato Piccialuti – Occorre quindi raggiungere un obiettivo di miglior sostenibilità ambientale ma dobbiamo ricordare che non esiste sostenibilità ambientale che non tenga conto degli altri due paradigmi: sostenibilità economica e sociale. Per esempio quale famiglia comprerebbe una busta da 1,5 chili di prodotti di quarta gamma come l’insalata? Finirebbe sicuramente per sprecarne una parte”. Tutto il comparto IV gamma ha da subito contestato il regolamento europeo dal momento che, per la natura del prodotto specifico messo in commercio, a oggi non può rinunciare all’uso della plastica nel confezionamento. “Non c’è alternativa alla plastica al momento – ci ha detto Cristiano Detratti, amministratore delegato di Ortoromi azienda associata al Gruppo IV gamma di Unionfood – la confezione col film di plastica è essenziale per garantire la qualità e la shelf life del prodotto al consumatore: qualcuno ha provato a usare per esempio il Mater-B ma la durata del prodotto a scaffale scende a quattro giorni perchè il sacchetto si deteriora”. C’è, tuttavia, un fronte su cui Detratti conviene si possa intervenire con una semplificazione ed è quello dei formati, in termini di peso, a oggi presenti sullo scaffale. “Da 60 grammi a un chilo ci sono una trentina di formati, scendere a 15 tipologie di confezioni permetterebbe di ridurre di un 10-15% il consumo di plastica, su questo sono sicuramente d’accordo come produttore della IV gamma”. Ma in questo caso occorre sensibilizzare anche la grande distribuzione che con la marca privata rappresenta circa 70% del mercato della IV gamma. “Noi – ha raccontato Detratti – abbiamo lavorato negli anni perchè il packaging dei nostri prodotti fosse al 100% riciclabile. A oggi oltretutto fino a un 40-50% della plastica utilizzata da noi in azienda per le confezioni è riciclata”. Ma queste azioni, che sono alla base del paradigma del riciclo a cui il regolamento europeo contrappone quello del riuso, non sono state recepite dall’Europa, almeno nella attuale formulazione del provvedimento.

Carloni (Comagri): agricoltura diventi realtà economica robusta

Carloni (Comagri): agricoltura diventi realtà economica robustaRoma, 7 nov. (askanews) – “La resilienza, specialmente in agricoltura, non può essere l’unica risposta. Abbiamo visto che ormai alcune crisi che mettono in discussione più volte i nostri mercati, la nostra capacità produttiva, sono emergenze strutturali. Quindi non si tratta più di resistere o di flettersi, si tratta proprio di creare una attività economica che sia più robusta”. Così il presidente della commissione Agricoltura, il deputato della Lega Mirco Carloni, intervenendo durante la relazione annuale della Fondazione Enpaia, l’ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura, presentata oggi al Senato.

Dalle relazione annuale è emerso che il valore complessivo del patrimonio nel 2022 è stato pari a oltre 2 miliardi di euro, con un utile di oltre 10 milioni di euro e un rendimento netto complessivo del portafoglio pari ad un +5,03% rispetto al 4,88% del 2021. “La Lega – ha detto Carloni – vuole dare forza al settore agricolo. Ma questa forza non si inventa, si realizza rendendo le aziende più competitive. Il nostro obiettivo è chiaro: combattere la fragilità e la marginalità delle imprese, promuovendo la considerazione e il valore sociale dell’agricoltore”.

De Noia (Anabio) entra nel comitato presidenza di Federbio

De Noia (Anabio) entra nel comitato presidenza di FederbioRoma, 7 nov. (askanews) – Anabio, l’associazione per la promozione del biologico di Cia-Agricoltori Italiani, consolida la sua presenza all’interno di Federbio il presidente di Anabio Giuseppe De Noia entra infatti sia nel Comitato di Presidenza della Federazione sia nella Sezione Soci Produttori, in qualità di vice coordinatore.

“Il mio impegno – commenta De Noia in una nota – sarà diretto, da un lato, a sostenere il ruolo strategico del biologico nel comparto agroalimentare italiano e, dall’altro, ad accrescere e ampliare la rappresentatività di Federbio, con la certezza che proprio l’unità di intenti e azioni di tutti gli attori del mondo del bio rappresenti la risposta fondamentale alle esigenze dei nostri agricoltori e dell’intera filiera produttiva biologica”.

A Livorno dall’11 al 13 novembre la XII edizione di Mare DiVino

A Livorno dall’11 al 13 novembre la XII edizione di Mare DiVinoRoma, 7 nov. (askanews) – Dai Presidi Slow Food ai vitigni “dimenticati”: tornano i profumi e i sapori della Toscana per la XII edizione di MareDiVino, che quest’anno si terrà dall’11 al 13 novembre al terminal crociere di Livorno. 111 espositori totali e oltre 450 etichette in assaggio con produttori che, per la prima volta, arrivano anche dalla Maremma e la giornata di lunedì dedicata agli operatori del settore per creare accordi di filiera, queste le novità principali della XII edizione di MareDiVino.

Una mostra mercato organizzata dalla Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori) delegazione di Livorno in collaborazione con Slow Food Toscana e la Condotta di Livorno che si avvale del gemellaggio con la Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) che sarà presente con una rappresentanza di produttori. “In questi giorni di eventi drammatici che sta vivendo la nostra regione e di grandi difficoltà che non hanno risparmiato neppure la costa e tutti i produttori, mi fa piacere sostenere una bella iniziativa di promozione di vini di un territorio straordinario – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che ha un’industria vitivinicola che si sta sviluppando nelle isole”.

Si potranno degustare i vini della provincia di Livorno, primi tra tutti quelli di Bolgheri e della Val di Cornia, ma anche dell’area limitrofa di Montescudaio e di Riparbella, delle zone del Terratico di Bibbona e delle Isole d’Elba e Capraia, e da quest’anno anche i vini della Maremma, incontrando direttamente i produttori, che potranno vendere al banco i propri prodotti. Nell’area gastronomica saranno presenti i prodotti degli agricoltori ed allevatori che condividono ed applicano il principio di Slow Food del “buono, pulito e giusto per tutti” e 11 presidi Slow Food che rappresentano prodotti rari e a rischio di estinzione.

Domani la prima giornata internazionale Wine in Moderation Day

Domani la prima giornata internazionale Wine in Moderation DayRoma, 7 nov. (askanews) – Una giornata dedicata alla cultura del bere con moderazione: è in programma per domani il Wine in Moderation Day, la prima giornata internazionale dedicata al consumo moderato e responsabile di vino, che punta a sensibilizzare e coinvolgere gli stessi consumatori nella promozione di una cultura del “bere con moderazione”, attraverso la diffusione del claim “The greatest wine? The one that you will remember”.

“È bene ricordare come il vino in Italia sia già sinonimo di moderazione – ha detto il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – Come ha evidenziato l’Osservatorio Uiv lo scorso giugno, nel nostro Paese negli ultimi 15 anni si è registrata una diminuzione del 22% dei consumi quotidiani: un cambiamento delle abitudini al consumo che, a fronte di un aumento del 35% del numero di consumatori saltuari di vino, testimonia un approccio sempre più culturale al prodotto”. Uiv sostiene quindi il Wine in Moderation e il suo presidente, Sandro Sartor (vicepresidente Uiv) “nel promuovere questa occasione non solo di promozione, ma anche di riflessione, consapevolezza e coinvolgimento del consumatore nel difendere l’irrinunciabile valore aggiunto culturale dell’esperienza del vino”, conclude Frescobaldi in una nota.

L’agnello di Sardegna Igp punta al mercato degli Emirati Arabi

L’agnello di Sardegna Igp punta al mercato degli Emirati ArabiRoma, 7 nov. (askanews) – L’agnello di Sardegna Igp punta al mercato degli Emirati Arabi e vola a Dubai per lo Speciality Food Festival, che si svolge da oggi al 9 novrembre. Con un consumo medio annuale di 7 kg a persona di carne ovina (in Italia la media è di 0,5 kg), gli Emirati rappresentano un mercato dalle grandi potenzialità per il settore agropastorale sardo.

Oltre 3 mila espositori provenienti da 80 paesi, distribuiti in 21 padiglioni espositivi. Il presidente del Contas Battista Cualbu spiega che la Sardegna sta cercando di “ampliare i suoi canali commerciali puntando sulla grande qualità dei propri prodotti certificata a tutti i livelli, anche e soprattutto con il marchio Halal, ossia con le certificazioni religiose, che garantiscono il rispetto dei precetti islamici durante la macellazione e la lavorazione delle carni”. Fondamentali le collaborazioni inoltre tra gli attori della filiera. La presenza della carne d’agnello in questi giorni a Dubai è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’azienda di export Is Mellus, realtà presente negli Emirati Arabi e in Giappone e che punta a promuovere prodotti come l’Agnello di Sardegna.

“Il mercato di riferimento dell’agnello IGP, viste le sue qualità uniche, sarà principalmente quello dell’alta ristorazione – spiega Alberto Caddeo, fondatore e manager della piattaforma di scambio commerciale tra la Sardegna e il resto del mondo – ma anche hotel di lusso e ristoranti delle migliori guide mondiali come la Michelin. Il prodotto verrà reso disponibile anche al pubblico privato tramite una rete di vendita specifica che ne garantisca freschezza e disponibilità continua nel mercato”.