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La Pietra incontra ministro Agricoltura Ecuador Danilo Palacios

La Pietra incontra ministro Agricoltura Ecuador Danilo PalaciosRoma, 12 mar. (askanews) – “Lavoriamo al rafforzamento degli scambi commerciali agroalimentari tra Italia ed Ecuador per determinare importanti ritorni economici grazie anche al ruolo strategico che potrà esercitare l’Ice, il nostro Istituto Commercio Estero”. Queste le prime parole del sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra a margine dell’incontro bilaterale con il ministro ecuadoregno dell’agricoltura, Danilo Palacios.


L’Italia, oltre ai crostacei, importa dall’Ecuador principalmente banane, di cui il Paese è il maggior esportatore al mondo, mentre il prodotto più esportato sono le nostre mele, con un incremento in forte crescita, che si attesta su un +46% rispetto al 2021. In crescita anche l’esportazione di vino e olio(+3%) e soprattutto della pasta italiana, con un incremento del 33%. “Le relazioni bilaterali tra Italia ed Ecuador – ha aggiunto il sottosegretario La Pietra – sono già forti, anche grazie alla presenza di una forte comunità italiana, pienamente integrata nel tessuto sociale e produttivo, ma abbiamo la volontà comune di incrementarle, sia sul versante dell’agricoltura, sia su quello della pesca e della silvicoltura. Con il ministro Palacios – ha spiegato La Pietra – siamo in perfetta sintonia sull’importanza della identificazione del prodotto agroalimentare, punto sul quale ho dato tutta la disponibilità del Masaf a condividere la nostra esperienza nel settore delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche agricole. Su questo tema specifico partiamo da una base importante, rappresentata dall’importante accordo commerciale UE-Colombia-Perù-Ecuador, finalizzato proprio alla protezione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche reciprocamente protette”.


Inoltre, il sottosegretario spiega di avere registrato “una forte comunità di intenti, sia sui temi fitosanitari e della tutela dell’ambiente, sia sulla necessità di lavorare sull’abbassamento del trattamento fiscale eccessivamente oneroso sui vini, così da poter ovviare alle attuali penalizzazioni per le produzioni di maggiore valore e qualità, quale è quella italiana. Oggi – conclude La Pietra – abbiamo fatto un importante passo avanti nelle relazioni tra Italia ed Ecuador e sono certo che altri ne seguiranno, con reciproco profitto, nel prossimo futuro”.

Cia presenta proposta di legge per dare più valore ad agricoltura

Cia presenta proposta di legge per dare più valore ad agricolturaRoma, 12 mar. (askanews) – Accrescere il peso economico e la forza negoziale dell’agricoltura all’interno della filiera; redistribuire equamente il valore aggiunto tra tutti gli attori, intervenendo contro le pratiche commerciali sleali e per una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi; valorizzare i percorsi di alleanza tra agricoltori e consumatori, sui quali ricade gran parte della crisi tra costi di produzione alle stelle e caro inflazione. Sono questi i tre pilastri della proposta di legge messa a punto da Cia-Agricoltori Italiani e annunciata stamattin alla Conferenza organizzativa presso Roma Eventi Fontana di Trevi, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.


“Il testo su cui stiamo lavorando da mesi – ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – è pronto a sbarcare in Parlamento e rappresenta quel passaggio cruciale e urgente per riportare l’agricoltura al centro. Vogliamo salvaguardare il mondo agricolo con una legge ad hoc. Il settore merita il riconoscimento definitivo del proprio valore nella catena agroalimentare attraverso prezzi più stabili e redditi dignitosi”. Cia, per aiutare il comparto a superare il perdurare dell’impasse emergenziale, ha presentato al ministro Lollobrigida non solo la proposta di una legge, ritenuta “strategica” per la tenuta del settore, ma anche il richiamo a questioni dirimenti che stanno imbrigliando il comparto.


In primis, la gestione della fauna selvatica: per Cia serve affidare il coordinamento, per il controllo della popolazione dei cinghiali, al Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri; dotare di specifiche professionalità gli Uffici di pianificazione faunistico-venatoria della Pa; superare il regime de minimis per gli indennizzi; rafforzare l’autodifesa degli agricoltori, partendo dallo snellimento delle pratiche burocratiche, come ricercare la densità ottimale della specie lupo. Fuori classifica, poi, il nodo liquidità. Cia chiede l’utilizzo immediato delle risorse finanziarie per il sostegno al credito, a partire da quelle della legge di Bilancio; la creazione di un Fondo Nazionale per l’abbattimento degli interessi dei finanziamenti a medio-lungo termine; il potenziamento del Fondo di Garanzia Pubblica e una moratoria a livello comunitario per i debiti contratti dagli agricoltori.


Il contributo di Cia alla revisione della Pac passa, invece, per gli interventi che l’Europa dovrebbe concretizzare già nel breve periodo. Non solo con la semplificazione delle procedure di approvazione di eventuali modifiche dei Piani strategici nazionali, consentendo maggiore autonomia agli Stati membri, ma anche assicurando più flessibilità sull’applicazione delle regole di condizionalità, senza prevedere sanzioni in caso di inottemperanza. Per Cia bisogna aggiornare e facilitare gli eco-schemi, rendere le OCM meno rigide per facilitare la spesa, alzare le percentuali sugli aiuti accoppiati per sostenere gli agricoltori in caso di crisi e aggiornare e potenziare il budget per la gestione del rischio. “Per l’agricoltura non c’è più tempo da perdere – ha concluso Fini – Dobbiamo continuare a lavorare per dare speranza e futuro al settore”.

Berberè apre a Bologna Casa madre, un polo formativo per il personale

Berberè apre a Bologna Casa madre, un polo formativo per il personaleMilano, 12 mar. (askanews) – Un polo formativo a Bologna, dove tutto è partito 14 anni fa, per garantire standard e continuità in tutte le pizzerie e sopperire a una carenza di personale che sembra ormai cronica. Berberè in primavera apre Casa madre, il suo primo centro di formazione permanente in Via Murri, nei locali occupati in precedenza da Fourghetti.


Il brand di pizzerie dei fratelli Aloe, che oggi conta 19 locali in otto città italiane e a Londra, gestiti tutti in forma diretta da 350 dipendenti, ha legato la sua attività all’investimento nella formazione continua del personale. Il nome dello spazio richiama il lievito madre: non solo un ingrediente delle pizze Berberè, ma anche il simbolo della artigianalità del processo produttivo di tutte le pizzerie del marchio. Casa Madre sarà il punto di inizio per chi arriva, dove imparare il mestiere e avviare un percorso professionale appagante, con la possibilità di continuare a crescere e a imparare a ciclo continuo, proprio come il lievito madre. La nuova sede bolognese, che occuperà i locali dell’intera palazzina in via Murri, diventerà il cuore del brand dove oltre ai locali destinati alla formazione, sarà attiva la centrale operativa di Berberè e una pizzeria aperta tutti giorni. La struttura avrà ampi spazi per la didattica teorica. La cucina sarà disegnata in modo funzionale alla formazione on job durante i servizi: avrà due forni e un’ampia zona dedicata agli impasti.


Oltre allo staff stabile della pizzeria, in questa sede si concentreranno le figure più esperte interne all’azienda, per trasmettere alle persone neo assunte in formazione le conoscenze riguardanti la pizza e il lievito madre, il modello Berberè di gestione di una pizzeria ma anche i valori del brand e l’ecosistema delle aziende che forniscono le materie prime. La formazione non sarà riservata solo alle persone appena assunte, ma sarà erogata anche a coloro che lavorano in azienda già da tempo. Lo spazio infatti ospiterà delle masterclass, tenute da professioniste e professionisti del settore e dedicate a store manager e responsabili di cucina delle pizzerie, area manager e a tutte le altre figure manageriali, in modo da continuare a investire nella cultura e nel coinvolgimento attivo delle persone che gestiscono le singole pizzerie e il brand in generale. Nel 2024 sono stati già programmati alcuni dei corsi di formazione di Casa madre, tra cui La storia della pizza in Italia e nel mondo, ma anche un corso di leadership e comunicazione per gestire i team di lavoro e il corso Safe at work, curato da Fondazione Libellula, per riconoscere e fronteggiare discriminazione e molestie. “Il progetto – dice Salvatore Aloe – è dedicato alle persone che credono che questo sia un mestiere serio e bellissimo, che hanno voglia di imparare e intraprendere strade che letteralmente possano portarli in tutto il mondo. Ma anche a chi questo lavoro lo fa già da tempo e desidera continuare a crescere, o a chi ha bisogno di un nuovo inizio e ha solo la necessità di una guida per imparare e rimettersi in gioco. Casa Madre di Berberè è la celebrazione stessa del lavoro, la nostra risposta positiva e proattiva a chi crede che sviluppare un brand nel mondo del food significhi annullare l’artigianalità del lavoro. È il manifesto dell’industria più rappresentativa del Paese, quella della ristorazione, che vuole lasciare un messaggio lungimirante di immaginazione del futuro e investimento per realizzarlo. È, infine, l’impegno concreto nel fornire strumenti per reagire alla carenza di personale nel settore”. Continua Matteo Aloe: “Vogliamo dare la possibilità a chi è assieme a noi di imparare sempre qualcosa di nuovo, anno dopo anno, anche solo per il piacere di farlo. Al progetto imprenditoriale farà bene, perché avremo, sempre e sempre di più, persone gentili che servono pizze buonissime in posti bellissimi”.

Quotazioni grano sempre più giù, persi 50 euro tonn. da gennaio

Quotazioni grano sempre più giù, persi 50 euro tonn. da gennaioRoma, 12 mar. (askanews) – Cinquanta euro a tonnellata persi da inizio anno. Le quotazione del grano duro sono sempre più bassi e i costi di produzione sono vicini alla soglia di non ritorno, ovvero a superare il fatturano delle aziende. A dare l’allarme è Marco Caliceti, vice-presidente di Confagricoltura Bologna, in merito all’ennesimo abbassamento del prezzo riscontrato in Borsa Merci: una contrazione di altri 20 euro rispetto all’ultima quotazione.


“In quei 50 euro alla tonnellata che il grano duro ha perso da gennaio ad oggi c’è la sopravvivenza di tante aziende agricole bolognesi: giovedì scorso alla Borsa Merci di Bologna, il nuovo crollo delle quotazioni dei cereali ha dato l’ennesimo colpo agli agricoltori che lavorano e investono in questo comparto cruciale della filiera agroalimentare – spiega – un crollo determinato dal massiccio ingresso di frumento da Paesi al di fuori dall’Unione Europea che stanno inaspettatamente sopravanzando la tradizionale origine dal Canada, in particolare Turchia e Russia. Per questo è urgente un intervento delle Istituzioni comunitarie e nazionali, per garantire la tutela vitale del mercato interno ed evitare distorsioni sui mercati. La situazione è davvero allarmante”. “Questo succede davanti a una sostanziale stabilità dei costi produttivi per gli agricoltori che, lo ricordiamo, sono aumentati sino a raggiungere livelli record nell’estate 2022, per poi assestarsi su valori elevati, senza particolari cali – argomenta il dirigente di Confagricoltura Bologna – Se a questo sommiamo il fatto che, per quasi tutta l’Italia, il 2023 è stata una delle peggiori annate produttive della storia recente, in termini di rese per ettaro e di qualità, dovuta al pessimo andamento meteo-climatico, ciò si traduce in una marginalità che si è andata via via annullando per diventare ormai negativa”.


Per Confagri Bologna si sta materializzando un contesto di mercato che potrebbe spingere i produttori di grano ad abbandonare questa coltura optando per altre scelte produttive, laddove possibile. Con il risultato di ridurre ulteriormente il tasso di auto-approvvigionamento dei cereali per il nostro Paese. “È ormai del tutto evidente l’assoluta e improcrastinabile necessità di introdurre meccanismi di salvaguardia dei prezzi delle derrate agricole strategiche come il frumento – conclude Caliceti – proprio perché non si capisce da dove venga prodotto a così basso costo, sotto forma di dumping commerciale vero e proprio. Chi trae vantaggio da questa congiuntura schizofrenica?”.

Anche Confagricoltura a manifestazione Copa-Cogeca a Strasburgo

Anche Confagricoltura a manifestazione Copa-Cogeca a StrasburgoRoma, 12 mar. (askanews) – Anche Confagricoltura partecipa alla manifestazione pacifica, organizzata dal Copa-Cogeca, in corso davanti al Parlamento europeo a Strasburgo. Il presidio, animato da bandiere colorate, tra le quali spiccano quelle verdi della Confederazione italiana, intende esternare il proprio disaccordo verso alcune delle votazioni che si stanno svolgendo, in sessione plenaria, al Palazzo d’Europa.


In particolare, quella sulle emissioni industriali (IED – industrial emission directive). Confagricoltura, insieme al Copa-Cogeca, contesta l’inserimento dell’agricoltura tra i settori industriali e l’abbassamento delle soglie per l’applicazione dell’AIA (autorizzazione di impatto ambientale) per le aziende avicole e suinicole. “Chiediamo di mantenere lo status quo. Se oggi passeranno le misure proposte dopo il voto del trilogo, ancora una volta verrà richiesto al settore primario uno sforzo non commisurato per raggiungere obiettivi di tutela ambientale non in linea con la salvaguardia della produttività delle nostre imprese”, spiega Cristina Tinelli, Direttrice Relazioni UE e internazionali di Confagricoltura.


A rappresentare la Confederazione alla manifestazione, sono presenti anche Rudy Milani, FNP suini Confagricoltura e Simone Menesello, FNP avicunicola Confagricoltura.

Dal 18 al 20 marzo Emilia Romagna ospita ambasciatori del gusto

Dal 18 al 20 marzo Emilia Romagna ospita ambasciatori del gustoRoma, 12 mar. (askanews) – Dal 18 al 20 marzo in Emilia-Romagna approda FUTURA 2024, l’evento annuale ideato e organizzato dall’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (ADG), durante il quale il mondo dell’enogastronomia fa squadra con il territorio. Un think-tank dedicato all’incontro-confronto tra enti, istituzioni, filiera e addetti ai lavori che dopo il grande successo registrato in Trentino-Alto Adige nel 2023 arriva in Emilia-Romagna, precisamente a Reggio Emilia.


Una tre giorni di incontri tematici, talk con esperti, degustazioni, scoperta dei territori e visite nelle aziende locali. Il tema dell’edizione 2024 sarà “Il valore di fare squadra” come spiega il presidente Alessandro Gilmozzi: “FUTURA nasce come momento di incontro per gli addetti ai lavori del nostro comparto. Siamo molto felici di approdare in Emilia-Romagna, una regione che rappresenta al meglio l’eccellenza enogastronomia italiana. Durante questa edizione vogliamo accendere un faro sull’importanza e sulla forza di fare squadra, a tutti i livelli, e per farlo al meglio abbiamo invitato massimi esperti e straordinari campioni dello sport”.

Coldiretti: in 2023 record importazioni, da patate e grano

Coldiretti: in 2023 record importazioni, da patate e granoRoma, 12 mar. (askanews) – Dalle patate egiziane al grano russo, il 2023 ha segnato per l’Italia il record storico degli arrivi di cibo importato, che hanno raggiunto quota 65 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Lo rende noto la Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero delle regioni italiane. Spesso, denuncia la Coldiretti, si tratta di prodotti provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.


“Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale spingendo – sottolinea Coldiretti – il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento” . Il prodotto simbolo di questa invasione è senza dubbio il grano. In Italia nel 2023 sono più che raddoppiate le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato, secondo modalità vietate a livello nazionale, arrivate a un totale di oltre il miliardo di chili. Ma se il Paese dell’acero resta il primo fornitore, “la vera invasione che ha segnato il 2023 è quella di grano russo e turco aumentati rispettivamente del +1004% e del +812% secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga. Un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del prodotto italiano”, spiega la confederazione agricola. Aumentano anche gli arrivi di frutta e verdura dall’estero, in aumento del 14% in quantità ma con punte del 39% per le patate, con una vera e propria invasione di prodotto francese, tedesco ed egiziano, con quest’ultimo Paese che ha addirittura più che raddoppiato le importazioni in Italia.


Ma a pesare ci sono anche gli accordi commerciali agevolati, come quelli sul riso asiatico che viene coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, ma che entra in Italia grazie al dazio zero. O quello sulle lenticchie canadesi, anch’esse fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese. Ci sono poi le arance egiziane, oggetto di notifiche dal Rassf, il sistema di allerta rapido dell’Ue, per la presenza di Clorpirifos un pesticida bandito nell’Unione Europea dal 2020; le nocciole turche su cui pesa anche l’accusa del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti di essere coltivate con lo sfruttamento del lavoro minorile; i limoni argentini coltivati usando pesticidi tra cui propiconazolo, vietato dal 2019. Senza dimenticare il concentrato di pomodoro cinese fatto grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici “Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole – chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – Un primo passo dopo la nostra cibi su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato, una moderna forma di schiavitù che riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori”.

Federpesca: soddisfatti per ricorso Italia regolamento controlli

Federpesca: soddisfatti per ricorso Italia regolamento controlliRoma, 12 mar. (askanews) – Una notizia fondamentale per tutto il settore della pesca. Così Federpesca commenta la decisione del Governo italiano che, su proposta del ministro Lollobrigida, ha ieri depositato alla Corte di Giustizia dell’Ue un ricorso contro il nuovo Regolamento sui controlli nella pesca. In questi anni Federpesca aveva più volte rappresentato la propria contrarietà all’impostazione ideologica di questo Regolamento, che non ha precedenti in altri settori.


In particolare, la misura dell’obbligo delle telecamere a bordo, che considera gli operatori della pesca presuntamente colpevoli, “rappresenta un assunto basato sulla sfiducia nei confronti del settore e dei lavoratori, che riteniamo inammissibile e che non ha letteratura in alcun altro settore. Un approccio ideologico che compromette la difesa della dignità di una categoria di lavoratori che già tanti sacrifici ha dovuto affrontare in questi anni e che riteniamo inaccettabile”, spiega Federpesca in una nota. “In questo senso avevamo chiesto un impegno al Ministro Lollobrigida che ringraziamo insieme a tutto il Governo per questa decisione coraggiosa, ancora una volta a difesa di un comparto fondamentale per l’economia del Paese”, conclude la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca.

Per Pallini fatturato +17% e punta a consolidare mercati esteri

Per Pallini fatturato +17% e punta a consolidare mercati esteriRoma, 12 mar. (askanews) – Un aumento di fatturato del 17% nel 2023 e l’obiettivo di consolidando il proprio export nei mercati negli USA, in Germania e Regno Unito, oltre al segmento Duty Free e Travel Retail.


Pallini, la storica distilleria romana, l’unica ancora attiva nella capitale dai primi del Novecento, continua a crescere: sia in termini di fatturato, superando i 18 milioni del 2022 con un incremento del +17% e arrivando così a quota 21,5 milioni, sia in termini di espansione globale. E, tra i progetti per il 2024, c’è il restyling del Limoncello Pallini, diventato il limoncello premium più venduto al mondo, con un market share global a valore oltre il 15%, grazie alla crescita nei mercati domestici e all’apertura di nuovi canali nel duty free. L’azienda oggi è presente nei cocktail bar, nella ristorazione e nelle enoteche di tutto il mondo con un’offerta di oltre 100 prodotti che comprende sciroppi, amari, una gamma di bagne per pasticceria professionale e domestica, liquori e distillati.


All’estero oggi Pallini esporta per l’85% del suo fatturato in 58 paesi: tra questi, nell’ultimo anno si sono aggiunti Grecia, Polonia, Francia, Svizzera, Portogallo, Paraguay, Filippine, Cipro e Brasile. Amaro Formidabile, l’amaro di punta della società prodotto e imbottigliato negli stabilimenti storici dell’azienda, che lo scorso anno è stato lanciato fuori dai confini nazionali, ha registrato un aumento delle vendite del 20%. L’obiettivo per il 2024 è il lancio di Amaro Formidabile sul mercato USA e su quello tedesco. “In generale, il 2023 si è confermato un anno di grande crescita, soprattutto per quel che riguarda il segmento Duty Free, dove Limoncello Pallini è leader globale, cresciuto del 30%, e i mercati inglese, canadese e di alcuni paesi nordici europei come la Danimarca – commenta in una nota Micaela Pallini, amministratore delegato di Pallini e presidente di Federvini – Notevole anche il fermento registrato in altri mercati, come in Spagna, Portogallo e Paesi Baltici, per le iniziative focalizzate sulla strategia del Limoncello Spritz, che ha visto l’aggiunta del prodotto pronto sia in lattina che alla spina”.

Confagri: includere cereali e semi oleosi tra prodotti sensibili

Confagri: includere cereali e semi oleosi tra prodotti sensibiliRoma, 12 mar. (askanews) – Cereali e semi oleosi vanno inseriti nella lista dei prodotti sensibili per i quali è previsto un freno di emergenza nel caso di ulteriori aumenti delle importazioni dall’Ucraina. E’ la richiesta rilanciata da Confagricoltura in vista del voto dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento per la proroga della sospensione dei dazi e dei contingenti sui prodotti agroalimentari ucraini destinati al mercato dell’Unione.


Confagricoltura ha chiesto agli europarlamentari italiani di sostenere gli emendamenti annunciati in linea con la posizione espressa dalla Commissione Agricoltura. Secondo il progetto legislativo dell’Esecutivo della UE, il freno di emergenza (in pratica il ripristino dei dazi ordinari) scatterebbe solo per zucchero, uova e pollame se le importazioni dall’Ucraina superassero la media del periodo 2022-2023.


“Con la nostra richiesta – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – non intendiamo in alcun modo rimettere in discussione il giusto e indispensabile sostegno all’agricoltura ucraina. Il nostro obiettivo è di fare in modo che il sostegno eviti la destabilizzazione dei mercati nella UE. Le forti tensioni che si sono registrate negli ultimi tempi nei Paesi membri limitrofi all’Ucraina, dal blocco delle frontiere alla distruzione dei prodotti ucraini, non giovano a nessuno”. I prezzi dei cereali e dei semi oleosi, girasole in particolare, hanno fatto registrare nella Ue una drastica contrazione. L’indice FAO relativo ai cereali è diminuito di oltre il 22% in media lo scorso febbraio rispetto allo stesso mese del 2023.


I dati diffusi dalla Commissione europea indicano che, per effetto della sospensione dei dazi e dei contingenti, le esportazioni dell’Ucraina verso la Ue sono quasi raddoppiate nel giro di un anno. Nel 2021 ammontavano a 7 miliardi di euro; alla fine del 2022 sono salite a più di 13 miliardi. Nel periodo gennaio – novembre 2023 si è registrata una riduzione, sempre secondo i dati della Commissione. L’import di cereali, invece, è continuato a crescere. In Italia – evidenzia Confagricoltura – la situazione è particolarmente pesante per il grano duro, con un vero e proprio crollo delle quotazioni dovuto alle importazioni dalla Federazione Russa. Da gennaio a novembre 2023 sono ammontate a circa 400mila tonnellate: erano 32mila nello stesso periodo del 2022.