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Tirreno Ct e Balnearia torna a Carrarafiera 23-26/02 del 2025

Tirreno Ct e Balnearia torna a Carrarafiera 23-26/02 del 2025Roma, 6 mar. (askanews) – Appuntamento al 2025 dal 23 al 26 febbraio per Tirreno C.T. e Balnearia con l’edizione numero 45. A Carrarafiere l’evento sulle tematiche dell’accoglienza e della ristorazione ha visto arrivare aziende espositrici da 77 province di 15 regioni italiane e da 3 stati esteri (4 espositori da Austria, Francia e Spagna). Per quanto riguarda le regioni, il gradino più alto del podio spetta alla Toscana, che è presente con il 32,5% degli espositori totali. Segue la Lombardia, con il 17,5%, l’Emilia Romagna con l’11,5%, il Veneto con il 9,5%, Liguria e Piemonte con poco meno del 6% ciascuna.


Per quanto riguarda le province, ovviamente Massa Carrara contribuisce più della altre, con il 12% degli stand complessivi. Segue la provincia di Lucca, con il 9%, poi Pisa e Milano con l’8% ciascuna, Firenze con il 5,5% e La Spezia con il 3,5%; infine, l’1,5% di aziende arriva da San Marino. Con oltre 300 mila imprese, 1,2 milioni di addetti e 46 miliardi di euro di valore aggiunto la ristorazione italiana è un asset fondamentale dell’economia e della società italiana. All’interno del settore ci sono poi alcuni comparti come il take away e delivery che negli ultimi 10 anni hanno registrato una crescita di oltre il 50%. Il mercato della ristorazione italiana è il secondo più grande in Europa, dopo quello spagnolo.

Birra Baladin: al via crowdfunding, superati i 2,5 mln in meno di 24 ore

Birra Baladin: al via crowdfunding, superati i 2,5 mln in meno di 24 oreMilano, 6 mar. (askanews) – In meno di 24 ore dall’avvio della raccolta di capitali, la birra artigianale Baladin di Teo Musso ha superato i 2,5 milioni di euro di raccolta da parte di oltre 800 investitori, quelli che il fondatore chiama “baladiniani”. Con il primo versamento sulla piattaforma Mamacrowd di Azimut di 250 euro alle 10.31 del 5 marzo, è partito il crowdfunding che nel 2028 dovrebbe portare l’azienda in borsa come aveva anticipato il figlio del fondatore, Isaac Musso qualche settimana fa: “Dopo il crowdfunding la nostra direzione preferita è quella di andare in borsa. E’ un tema che si porrà tra qualche anno ma la direzione è quella: sogniamo di fare un piccolo pezzo di storia. Io ho detto a Teo: ‘prima di andare in pensione facciamola ancora una cazzata insieme’”.


La risposta della comunità di baladiniani è stata tale che ieri è andato in down il sito di Mamacrowd per circa 3 ore, a conferma dell’interesse manifestato dalle oltre 3.000 iscrizioni all’early bird della campagna. Baladin punta ora a superare i 1.000 contributori e a raggiungere l’obiettivo massimo di 5 milioni di euro per sviluppare il proprio piano di sviluppo al 2028 che prevede una crescita significativa del fatturato del birrificio Baladin, la creazione di un ciclo dell’acqua circolare attraverso la costruzione di un pozzo e l’avvio di Open Hub, il primo birrificio condiviso d’Italia.


“La risposta alla campagna ‘Beer revolution’ sta andando oltre le più rosee aspettative. Il nostro principale obiettivo era quello di aprire il capitale dell’azienda a quante più persone possibile per crescere insieme alla nostra community e condividere il percorso di crescita che abbiamo immaginato – ha commentato Teo Musso, fondatore e Ceo del Birrificio Agricolo Baladin – Non cercavamo un singolo investitore ma una molteplicità di compagni di viaggio che condividessero con noi valori identitari e filosofia del birrificio. Avere a bordo, dopo poche ore, già 800 investitori è motivo di grande soddisfazione e ci conferma che la strada intrapresa è quella corretta. I Baladiniani non potevano farmi un regalo più grande per i miei 60 anni”.

Imballaggi, filiera agroalimentare chiede principio reciprocità

Imballaggi, filiera agroalimentare chiede principio reciprocitàRoma, 5 mar. (askanews) – Dopo l’accordo raggiunto in sede di trilogo, l’intera filiera agroalimentare italiana rappresentata da Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil continua a sostenere con forza il principio di reciprocità voluto in questa materia da Parlamento europeo e Consiglio.


Per le associazioni così come era strutturata, la proposta di regolamento della Commissione Ue avrebbe di fatto colpito due dei settori del Made in Italy più esportati all’estero, il vino e il florovivaismo, le cui vendite hanno raggiunto nel 2023, rispettivamente, la quota record di 8 miliardi di euro e 1,25 miliardi di euro. “Tuttavia anche sul testo attuale, migliorato pure grazie alla sensibilizzazione fatta dalle associazioni delle imprese e dei produttori del Made in Italy, auspichiamo ulteriori miglioramenti”, spiegano. “Auspichiamo – si legge in una nota congiunta – che nel negoziato in corso ci possano essere ulteriori scelte a difesa delle imprese europee che evitino l’inquinamento e lo spreco alimentare, come avverrebbe con alcune proposte ora sul tavolo che non tutelano a sufficienza alcuni settori quali l’ortofrutta”.


“Abbiamo evitato incomprensibili ed impraticabili decisioni come l’obbligo di riuso delle bottiglie di vino o il divieto dei vasi per le piante dei nostri florovivaisti – ricordano le associazioni – Ci siamo impegnati in questi mesi in un intenso lavoro di squadra con gli europarlamentari e il Governo italiano per difendere l’agroalimentare Made in Italy e la salvaguardia di tutte le filiere coinvolte comprese quelle industriali”. Per le associazioni l’intesa provvisoria raggiunta, pur essendo peggiorativa rispetto alla posizione del Parlamento europeo, rappresenta un passo in avanti sulla proposta iniziale della Commissione “che avrebbe avuto un effetto devastante sulle nostre imprese. Auspichiamo che si possano avere ancora miglioramenti validi per il settore dell’ortofrutta – chiedono quindi – in quanto mantenere in capo agli Stati membri la possibilità di concedere deroghe può frantumare il mercato europeo rendendolo ingestibile per chi esporta. Abbiamo lavorato con convinzione anche per favorire l’utilizzo di bioplastiche totalmente biodegradabili e compostabili, che rappresentano un vero strumento di transizione ecologica e che non sono ancora sufficientemente supportate”.


“Continuiamo a pensare – concludono – che dovranno essere valorizzate le esperienze di Paesi come l’Italia che hanno superato l’80% della raccolta e riciclo costituendo dei veri e propri modelli di economia circolare”.

Assitol: filiera punta su extravergine e benefici per salute

Assitol: filiera punta su extravergine e benefici per saluteRoma, 5 mar. (askanews) – La filiera italiana dell’olio punta sull’extravergine e sulle sue qualità salutistiche. E’ quanto emerso nel corso di Olio Officina Festival a Milano, dove Assitol ha discusso di come mettere al centro della strategia di filiera il valore dell’olio extra vergine, puntando soprattutto sui benefici salutistici. Nell’ultima campagna olearia la minore disponibilità di materia prima, causata dal cambiamento climatico, ha provocato l’aumento delle quotazioni ed il calo dei consumi, in Italia come all’estero. Nonostante la Puglia, la regione a maggiore vocazione olivicola, abbia registrato una produzione superiore alle aspettative, le previsioni per il futuro appaiono poco brillanti. Tutto il Mediterraneo ha sofferto per mesi la siccità, che ha dimezzato i quantitativi della Spagna, il più grande produttore al mondo.


Nel talk “Mercato dell’olio in fibrillazione, le possibili strategie per il futuro”, Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol, ha ricordato questo quadro complesso, rilanciando sulla necessità di promuovere le grandi qualità dell’extra vergine. “L’olio d’oliva è una spremuta di olive, non un detersivo, è inaccettabile trattarlo da commodity, la sua capacità di regalare benessere è unica. Questo è il momento storico giusto per trasmettere al consumatore che l’extra vergine ha un valore ben preciso, quindi va pagato in modo adeguato, come già succede con il vino”, ha spiegato. In questo senso, la prossima “frontiera” del mercato oleario è il ristorante, vetrina finora poco utilizzata anche a causa della scarsa conoscenza che gli stessi operatori hanno del prodotto. “Abbiamo proposto già in passato di presentare l’olio in piccole confezioni, da assaggiare a tavola e acquistare – ha ricordato Carrassi – Un altro modo per raccontare l’olio nella ristorazione potrebbe essere il Pane e Olio di benvenuto, abbinando il pane fresco artigianale all’extra vergine all’inizio del pasto”.


L’impatto positivo dell’olio sulla salute è certamente il driver da privilegiare. Peccato, però, che non sia così semplice adottare i claim salutistici autorizzati dall’Unione europea per l’extra vergine. Durante il talk “Succo di olive. E’ tutta salute”, Dora Desantis, vicepresidente del gruppo olio di oliva di Assitol, ha illustrato i risultati della ricerca, svolta presso l’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, sulle criticità di applicazione del claim collegato ai polifenoli, gli agenti anti-ossidanti dell’olio. Il vero problema, però, è normativo: i claim, che in sostanza sono messaggi da inserire in etichetta, sono scritti in un linguaggio troppo scientifico ed i consumatori non li comprendono. In questi anni ASSITOL ha promosso una migliore conoscenza del prodotto-olio, attraverso pubblicazioni e iniziative specifiche. Ora, però, “il pericolo è che, oltre a perdere quote di mercato, si metta a rischio la salute degli italiani. Per questa ragione abbiamo chiesto alle istituzioni di lanciare una grande campagna di promozione dedicata all’olio d’oliva, evitando così che l’olio scompaia dalle nostre tavole”.

Fedagripesca: direttiva Imballaggi, no stop monouso in ortofrutta

Fedagripesca: direttiva Imballaggi, no stop monouso in ortofruttaRoma, 5 mar. (askanews) – “Accogliamo con soddisfazione l’appello rivolto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida al Consiglio Ue per invitarlo a mantenere nel testo finale del Regolamento imballaggi una maggiore flessibilità, scongiurando il divieto di confezioni monouso per prodotti ortofrutticoli di peso inferiore a 1,5 kg. Se il divieto dovesse infatti essere confermato nel testo finale, si tratterebbe di una sconfitta per l’intera filiera ortofrutticola europea”. Così il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini in merito agli esiti del trilogo che ieri sera hanno portato all’approvazione di un primo testo di compromesso sul Regolamento degli imballaggi.


In attesa di conoscere i contenuti del documento, il presidente Piccinini esprime inoltre perplessità rispetto alla “situazione di confusione ed incertezza che potrebbe venire a prospettarsi con il nuovo Regolamento in merito alle condizioni, alle varie deroghe e alla stessa tempistica di applicazione. Ciò potrebbe anche dar luogo molto probabilmente a difficoltà e oggettive limitazioni anche nel commercio tra i vari Stati della Ue”, conclude.

Ok a progetto multifiliera del Distretto rurale Toscana Sud

Ok a progetto multifiliera del Distretto rurale Toscana SudRoma, 5 mar. (askanews) – Al via il primo Progetto Integrato di Distretto Multifiliera dal titolo “Innovazione e tradizione delle filiere del Distretto Rurale della Toscana del Sud”. Lo ha approvato la Regione, un sì che adesso permetterà la liquidazione di un contributo complessivo di 4,5 milioni a fronte di oltre 13 milioni di investimenti, a favore di 20 aziende che operano nel comparto agroalimentare (vitivinicolo, oleicolo, ortofrutticolo, cerealicolo e zootecnico), localizzate in Val di Cornia, Maremma e Val di Chiana Senese.


“Di fatto con questo riconoscimento si stanziano e si liquidano le prime risorse alle aziende agricole toscane direttamente associate al concetto di Distretto Rurale, a distanza di 30 anni dai primi approcci teorici sull’argomento”, ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi. L’approvazione del PID della Toscana del Sud è l’atto finale di un progetto ampio, finanziato nel Giugno 2020 nell’ambito delle risorse del PSR 2014/2022, in cui la Regione Toscana ha creduto per prima in Italia. L’arco di tempo impiegato per portare a termine il percorso è stato di tre anni e mezzo che, al netto delle proroghe richieste direttamente dal capofila per conto dei partecipanti diretti, rende l’idea di quanto siano stati compressi, praticamente inesistenti, i tempi morti degli uffici regionali. Il risultato è stato ottenuto grazie all’apporto di tutti gli uffici regionali e potrebbe rappresentare un modello utile e ripetibile per la corretta gestione dei flussi, fondato su un presidio costante di tutte le fasi procedimentali e sulla collaborazione tra diversi settori”.


Il rispetto, per quanto possibile, dei tempi istruttori indicati nei bandi è un valore sia per la Regione Toscana che per le aziende beneficiarie, che hanno così la possibilità di programmare gli investimenti finanziati con maggiore sicurezza e tranquillità e di rientrare, almeno per una parte delle spese sostenute, entro scadenze ragionevoli.

Le lenticchie di Gotland, in Svezia, iscritte in registro Dop

Le lenticchie di Gotland, in Svezia, iscritte in registro DopRoma, 5 mar. (askanews) – Le ‘Gotlandslins’, ovveroo il seme essiccato della lenticchia tradizionalmente coltivata a Gotland, in Svezia, sono state iscritte nel registro delle denominazioni di origine protetta (DOP).


Grazie all’adattamento delle piante di lenticchie alle condizioni naturali di Gotland, la ‘Gotlandslins’ presenta alcune caratteristiche tipiche: è una lenticchia relativamente piccola, con buccia sottile e polpa soda. Data la sua variazione genetica, presenta una gamma unica di sfumature di colore, dall’arancione puro all’arancione con sfumature gialle e/o verdi. La zona di produzione comprende le isole di Gotland e Fårö, nonché le isole minori adiacenti, ad eccezione di Stora Karlsö e Lilla Karlsö. A causa della crescita relativamente lenta della pianta della lenticchia, le ‘Gotlandslins’ hanno un profilo gustativo complesso, con ricordi di legumi e note di burro, semi di girasole tostati e nocciole che passano a un leggero erbaceo, note minerali marcate e un sapore speziato, rotondo e tocco aromatico. Inoltre, queste lenticchie richiedono un tempo di cottura relativamente breve, che contribuisce a conferire un sapore più intenso e una sensazione in bocca più elegante.

Filiera Italia: accordo stop lavoro forzato tutela agroalimentare

Filiera Italia: accordo stop lavoro forzato tutela agroalimentareRoma, 5 mar. (askanews) – “Il divieto di importazione da Paesi terzi di prodotti ottenuti attraverso lo sfruttamento del lavoro è un passo importante di tutela e salvaguardia dell’intera filiera agroalimentare, dalla produzione agricola, all’industria ed i consumatori, dalla concorrenza sleale”: così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, alla luce dell’accordo raggiunto tra Consiglio Ue e Parlamento sul Regolamento Ue, che vieta l’immissione e la messa a disposizione nel mercato comunitario di qualsiasi prodotto realizzato attraverso una moderna forma di schiavitù, che si ricorda riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori.


“Abbiamo da tempo fortemente sollecitato l’Unione Europea affinché fossero bloccate le importazioni di qualsiasi prodotto, a partire da quelli agroalimentari, ottenuti irregolarmente dal punto di vista sociale e ambientale”, aggiunge Scordamaglia, “a partire dal caso del concentrato di pomodoro proveniente dalla regione cinese dello Xinjiang, dove è noto che il governo cinese pratica da tempo politiche di repressione e lavoro forzato della popolazione locale degli Uiguri”. E continua Scordamaglia, “le importazioni in Italia di tale prodotto sono in costante aumento con un differenziale di prezzo crescente rispetto al pomodoro italiano e ciò genera un inaccettabile effetto dumping a danno di aziende agricole e imprese di trasformazione italiane”. “Ci auguriamo che con l’applicazione di tale Regolamento tutto questo abbia fine: far valere il principio di reciprocità, a cominciare dal lavoro regolare, è una battaglia che deve vedere l’Europa sempre più compatta e determinata”, conclude Scordamaglia.

Bonvicini confermato a presidenza Confagri Emilia Romagna

Bonvicini confermato a presidenza Confagri Emilia RomagnaRoma, 5 mar. (askanews) – L’imprenditore reggiano Marcello Bonvicini è stato confermato alla presidenza di Confagricoltura Emilia Romagna, proseguirà il suo mandato per altri quattro anni fino al 2027. Lo ha stabilito l’assemblea dei delegati svoltasi stamattina a Bologna che ha visto la partecipazione del presidente nazionale e del direttore generale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e Annamaria Barrile.


Bonvicini ricopre la stessa carica anche in Confagricoltura Reggio Emilia e conduce dal 1996 la cooperativa agricola “La Libertà” a Santa Vittoria di Gualtieri (RE), produttrice di cereali, barbabietole da zucchero, riso e orticole. Saranno al suo fianco in qualità di vicepresidenti Andrea Betti, al secondo mandato, che produce vino a Riolo Terme ed è l’attuale numero uno di Confagricoltura Ravenna e Roberto Gelfi, allevatore parmense e produttore di latte per il Parmigiano Reggiano nonché presidente di Confagricoltura Parma.


“Ripartiamo coesi impegnandoci per il territorio, coinvolgendo la nostra base associativa nell’attività sindacale con l’obiettivo di orientare sempre più l’impresa al mercato e riscrivere la Politica agricola comune – ha detto Bonvicini – Vogliamo raggiungere una reale coesistenza tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica perché le norme in vigore mettono a rischio l’indipendenza alimentare della UE assottigliando i margini degli agricoltori. Priorità sarà riconoscere il giusto prezzo all’origine ma anche tutelare le produzioni varando il ‘terzo pilastro’ della Pac per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi”.

Lollobrigida a Tokyo: cucina italiana radicata in tutto il mondo

Lollobrigida a Tokyo: cucina italiana radicata in tutto il mondoRoma, 5 mar. (askanews) – I ristoranti italiani in Giappone “dimostrano quanto sia radicata la cucina italiana in tutto il mondo e, in particolare, nelle nazioni dove viene apprezzata la qualità”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervistato ai microfoni della Rai in occasione dell’inaugurazione della fiera Foodex di Tokyo, la più importante manifestazione fieristica agroalimentare del Giappone, dove l’Italia è presente con un padiglione di oltre 3mila mq e quasi 200 aziende, contribuendo a rafforzare anche la candidatura della Cucina italiana a Patrimonio Immateriale dell’Unesco.


Per il ministro i ristoranti italini sparsi per il mondo “sono delle piccole ambasciate nelle quali poter distribuire i nostri prodotti eccezionali, perché la buona cucina è frutto di cultura, tradizione, trasformazioni, ma anche ovviamente prodotti alla cui base c’è rispetto per il lavoro, per l’ambiente, per i disciplinari di qualità, ed è per questo che siamo così forti e dobbiamo esserlo ancora di più: generare ricchezza per avere una nazione che possa creare equità sociale senza dover fare debito o svendere le cose più importanti che ha”, conclude Lollobrigida.