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Tengono consumi domestici di surgelati: 645 mila tonnellate nel 2023

Tengono consumi domestici di surgelati: 645 mila tonnellate nel 2023Milano, 28 feb. (askanews) – I consumi dei surgelati nel canale retail (quello dei consumi domestici) nel 2023 hanno raggiunto quota 645 mila tonnellate. Rispetto al 2022 si registra una leggera flessione a volume pari al -1,2%, “largamente prevista dopo anni di crescita record e continuativa e a seguito della ripresa dei consumi fuori casa post pandemia”. Il dato, tuttavia, è in crescita (+9,5%) se rapportato al 2019 (anno antecedente l’inizio della pandemia), quando il consumo di frozen food si era attestato a 589 mila tonnellate. A scattare la fotografia è l’Istituto italiano alimenti surgelati, resa nota in vista della “Giornata del cibo surgelato” (che si celebra il prossimo 6 marzo). Iias, tuttavia prevede che la flessione rispetto al 2022 possa essere compensata “da una plausibile crescita nei consumi di frozen food al di fuori della mura domestiche (i cui dati complessivi saranno resi noti a luglio)”.


“Il 2023 è stato un anno con non poche difficoltà: dai problemi di approvvigionamento delle materie prime, registrati nei primi mesi dell’anno e provocati da eventi climatici estremi (come la siccità), alle notevoli criticità incontrate dalla logistica e dai trasporti a livello globale, fino al perdurare dell’inflazione, soprattutto nel comparto alimentare – commenta Giorgio Donegani, presidente Iias – Nonostante questo contesto, il comparto dei frozen food ha mostrato una solida tenuta: a fronte di una leggera frenata del canale retail, peraltro ampiamente attesa dopo anni di aumenti senza precedenti, l’indice di penetrazione dei surgelati negli acquisti delle famiglie italiane si è mantenuta su livelli ragguardevoli, con una crescita di quasi dieci punti percentuali (+9,4%) rispetto agli anni pre-pandemici, confermando come i frozen food siano ormai stabilmente diventati parte integrante del carello della spesa degli italiani”. Ma quali sono state nel 2023 le categorie merceologiche surgelate più amate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto, frutto di scelte alimentari sempre più consapevoli ed equilibrate. Con 215.695 tonnellate consumate nel 2023 (rispetto alle 213.345 del 2019), i vegetali sono cresciuti del +1,1%. Seguono, con 110.532 tonnellate, le patate, che registrano la crescita più significativa, con un +35,8% sul 2019 (quando i consumi avevano raggiunto le 81.393 tonnellate). Al terzo posto figura il pesce surgelato (naturale e panato), che ha raggiunto quota 92.372 tonnellate, con un incremento del +2,25% rispetto alle 90.335 tonnellate del 2019. Da evidenziare, nel 2023, anche il boom ottenuto dai piatti pronti surgelati, con un trend di crescita nei consumi domestici del +34,3% fra il 2019 e il 2023. Discorso a parte merita il comparto delle pizze surgelate, dove a fronte di incrementi a due cifre nel 2020-2021, si è assistito ad un assestamento nel 2022-2023 essenzialmente dovuto alla ripresa dei consumi fuori casa.


“I dati 2023 relativi ai consumi domestici di surgelati – conclude il presidente Iias – testimoniamo come questi prodotti abbiano fatto un balzo in avanti tanto nella percezione quanto nelle scelte di acquisto dei consumatori italiani, che continuano a premiarli per le loro prerogative intrinseche: alta qualità organolettica, naturalità, disponibilità in tutti i mesi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà dell’offerta, trasparenza delle informazioni in etichetta”.

NIQ-Gfk: spesa più leggera, gli italiani si aggrappano alle promozioni

NIQ-Gfk: spesa più leggera, gli italiani si aggrappano alle promozioniMilano, 27 feb. (askanews) – Per il 2024 il 30% degli italiani dice di vivere in una condizione economica peggiore del 2023. Prezzi alimentari e bollette sono in cima alle loro preoccupazioni, ma nel primo caso l’aumento dei prezzi del cibo ci preoccupa meno dei cugini europei. Tuttavia in l’Italia c’è una percezione di perdurante crisi e questo perchè accanto a una inflazione allineata alla media del Continente non si registra un parallelo aumento dei salari con una diminuzione di quelli reali del 7,3%. A scattare questa fotografia l’ultima analisi di NIQ “Consumer outlook 2024” dedicata alle prospettive dei consumatori, alla percezione e alle intenzioni di spesa degli italiani per il 2024.


A oggi, il fenomeno dell’erosione della retribuzione, se paragonato ad altri stati europei, è una criticità tutta italiana poiché i valori registrati in Germania (-3,3%), Gran Bretagna (-2,9%), Francia (-1,8%) e Spagna (-1,2%) rivelano un controbilanciamento dell’inflazione con un innalzamento dei compensi. Questo per la quasi totalità delle famiglie italiane (il 96%) ha comportato un cambio della propria strategia di spesa. Dallo studio di NIQ, il 50% degli italiani segue puntualmente la lista dei prodotti necessari ed il 63% presta maggiore attenzione agli sprechi (vs 58% degli europei). C’è poi un 50% dei consumatori del Bel Paese – contro il 40% degli europei – che sceglie di acquistare prodotti in promozione e fare scorte oppure comprare all’ingrosso quando la marca prediletta è soggetta a sconto (32% vs 29% Europa). “Rispetto agli europei gli italiani si aggrappano di più alle promozioni che al prezzo più basso perchè siamo meno disposti a rinunciare alla qualità di quello che acquistiamo – ha spiegato Christian Centonze, western Europe commercial lead, consumer analytics di NIQ – La cultura alimentare italiana tende a non andare nella parte più bassa del prezzo”. Vero a guardare i dati come è vero che il carrello della spesa si alleggerisce: il numero dei prodotti scende del 6,5%, con una riduzione delle quantità soprattutto per l’ortofrutta, mentre per forza di cose aumentano le visite al punto vendita (+4,8%). Un altro trend comune a tutta l’Europa è il calo della quota dei prodotti premium a favore di proposte più convenienti. Ma, avverte Centonze “Occorre non cadere nella trappola della media: bisogna garantire risparmio a chi ne ha bisogno e valore aggiunto a chi lo chiede”. Questo discorso si lega direttamente all’andamento demografico del Paese e con il suo assetto sociale. “In Italia non esistono famiglie con figli ad alta disponibilità di reddito. La quasi totalità di famiglie con figli sono in una condizione di reddito in difficoltà”, ha osservato Centonze. Seguendo l’andamento della curva demografica si impone la necessita di analizzare la domanda di consumo, con una divisione, strettamente legata alla variabile di reddito con tre grandi gruppi familiari: con figli, senza figli e maturi. Questo rivela che se le famiglie giovani con figli affrontano una fase di declino e contrazione dei consumi, quelle più mature e benestanti risultano relativamente meno colpite, evidenziando un legame diretto tra l’età anagrafica e la distribuzione del reddito. Le famiglie giovani con figli hanno diminuito del 5,1 % i volumi in 5 anni mentre le famiglie mature li hanno aumentati (+4,1%) a fronte di un incremento dei prezzi del 28,7% per le prime molto più alto del 20,5% delle famiglie senza figli. Le differenze nel carrello della spesa riguardano anche le categorie merceologiche con un dato che vede penalizzati i consumi di frutta e verdura nelle famiglie giovani con figli a vantaggio di quelle più mature. Ma se nel primo caso parliamo del segmento di riferimento per le grandi marche, nel secondo c’è una maggior presenza della marca del distributore. Tra questi due poli ci sono le famiglie senza figli (il 25,7%) attente al benessere che spingono i consumi di cibi proteici o a base vegetale, che hanno un animale da compagnia e che spingono i consumi legati alla convivialità, come aperitivi e birra. “Emergono nuove consapevolezze e nuovi trend che testimoniano un’evoluzione dei consumatori – ha detto l’amministratore delegato di NIQ & GfK in Italia, Enzo Frasio – Da un lato, tematiche come il benessere, la salute e la sostenibilità offrono nuove opportunità per i brand. Dall’altra, l’analisi delle famiglie italiane mette in luce differenze sempre più marcate, alle quali le aziende e la distribuzione sono chiamate a fornire risposte coerenti. Per navigare in questa complessità, è fondamentale avere una visione olistica e concreta del mercato e quindi dei consumatori”.

Cibus 2024 si annuncia una edizione record con 3mila espositori

Cibus 2024 si annuncia una edizione record con 3mila espositoriMilano, 27 feb. (askanews) – Tutto esaurito a Cibus 2024, in calendario a Parma dal 7 al 10 maggio. La 22esima edizione della manifestazione dedicata all’agroalimentare made in Italy, frutto della collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare supererà ogni altra per numero di espositori con oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende. Anche sul fronte dei buyer della grande distribuzione italiana e internazionale ad oggi se ne contano più di 1.000 già registrati, provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.


Il salone si dimostra attivo anche sullo scenario mondiale, con una strategia che punta a creare quella che Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, definisce “un sistema di alleanze nazionali e internazionali che consolidi l’agroalimentare italiano ed europeo come riferimento per un consumo consapevole e sostenibile a livello globale. La finalizzazione della partnership con Koelnmesse rientra in questa strategia”. Un accordo, quello recentemente siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco, uno dei principali attori del mercato fieristico nel mondo, si occuperà dello sviluppo internazionale sia di Cibus sia di Tuttofood, la cui gestione è passata in capo a Parma alla luce dell’accordo stretto nel 2023 con Fiera Milano. In particolare l’accordo con Colonia porterà visitatori internazionali a Cibus ed espositori dall’estero per Tuttofood. “Con il supporto di Koelnmesse, le due manifestazioni potranno contare su più visitatori ed espositori internazionali, anche grazie a una riprogrammazione dei calendari che armonizzerà Cibus, Tuttofood e Anuga, la fiera del food and beverage di Koelnmesse. Cibus potrà così consolidare il suo ruolo di facilitatore dello sviluppo dell’export dell’agroalimentare italiano, mentre Tuttofood nel giro di due edizioni vedrà crescere gli espositori esteri dall’attuale 10% ad almeno il 50%”, commenta Cellie.


Cibus – 120mila mq di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni – offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano. A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia Ice, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati. Saranno altresì presenti le realtà di riferimento a livello internazionale per l’horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il made in Italy nel mondo Novità di questa edizione sarà l’area “Cibus delle idee”, che valorizzerà la spinta innovativa delle aziende espositrici della manifestazione. Lo spazio, all’ingresso del padiglione 7 (ingresso Ovest), ospiterà alcune aree di successo di Cibus, come l’Innovation corner – la vetrina espositiva delle novità di prodotto presentate in fiera dagli espositori – e la Startup area nata in collaborazione con Le Village di Crédit Agricole. Per la prima volta a Cibus T-OWN: un progetto che, in modo originale, presenterà le idee e le iniziative messe in campo dalle aziende agroalimentari per informare i consumatori finali delle caratteristiche sociali, energetiche e nutrizionali dei singoli prodotti.

Al Mercato Centrale di Roma racconti di arte, cibo e letteratura

Al Mercato Centrale di Roma racconti di arte, cibo e letteraturaRoma, 27 feb. (askanews) – Racconti attorno al cibo in una narrazione che attinge da novelle, vite di santi, romanzi, documenti d’archivio, opere d’arte, storie di chef e delle loro invenzioni, dal mondo antico alla contemporaneità. E’ il ciclo di conferenza “L’Arte presa per la gola. Racconti di arte cibo e letteratura”, a cura di Fabiana Mendia, organizzata al Mercato Centrale di Roma. L’evento è un dibattito d’arte, ma anche un aperitivo e un menù degustazione ispirato al tema della serata.


Ogni incontro è approfondito dall’analisi di opere d’arte (mosaici, affreschi, dipinti, sculture, incisioni) che illustrano il racconto attraverso una selezione iconografica legata alla tavola e agli alimenti. Accompagna il percorso una selezione di testi critici e letterari che lasciano spazio all’immaginazione. Il terzo incontro, in programma mercoledì 28 febbraio, si chiama “DOPPIO GIOCO. Maccheroni e pomodori. Un abbinamento di successo: quadri in tavola”. La narrazione parte dalla prima menzione della pasta essiccata e della sua preparazione nella Sicilia tramandata da Idrisi, geografo di Ruggero Il e autore del celebre Libro di Ruggero, pubblicato nel 1154 per arrivare in varie tappe tra quadri e letture di testi letterari al 1800 e all’idea di condire i Maccheroni con i pomodori, da attribuire a Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, che nel 1839 pubblicò la ricetta dei “Vermicelli co’ lo pomodoro” nel suo trattato intitolato Cucina teorico pratica.

Francia a Comm. Ue:serve calendario preciso azioni per agricoltura

Francia a Comm. Ue:serve calendario preciso azioni per agricolturaRoma, 27 feb. (askanews) – Serve “un calendario concreto e preciso di azioni per soddisfare le aspettative degli agricoltori europei e consolidare la sovranità alimentare dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri”. E’ quanto chiesto dalla Francia alla Commissione europea tramite il proprio ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Marc Fesneau, che ha partecipato lunedì 26 febbraio al Consiglio Agrifish riunito a Bruxelles per dare risposte alla crisi che colpisce il settore agricolo dell’Unione Europea.


“È fondamentale dare prospettive chiare a livello europeo agli agricoltori che si sono mobilitati per settimane – ha detto Fesneau – fornendo risposte a brevissimo termine, ma anche articolando queste risposte con una visione politica a medio termine, riaffermando l’importanza dell’atto di produzione e della questione della sovranità alimentare europea. Le prime proposte della Commissione europea vanno nella giusta direzione, ma dobbiamo andare oltre e darci un calendario d’azione chiaro, fissando delle tappe fondamentali”. Pur accogliendo con interesse le prime proposte che la Commissione ha presentato nel Non Paper pubblicato il 22 febbraio scorso, Fesneau ha chiesto ai suoi omologhi che le proposte della Commissione siano chiarite nel loro contenuto e integrate da misure aggiuntive.


Secondo il ministro francese, “risposte rapide e concrete si possono trovare nel brevissimo termine, in particolare sui temi della semplificazione della PAC e soprattutto per quanto riguarda le regole di condizionalità” ma, al di là delle questioni di semplificazione, per la Francia è fondamentale che vengano date delle “risposte europee sulla questione del reddito”. Nel dettaglio, riporta in una nota il ministero francese dell’Agricoltura, il ministro “ha detto che si aspetta proposte rapide da parte della Commissione per rafforzare il posto degli agricoltori nella catena del valore. Ha inoltre ricordato le preoccupazioni legate alle perturbazioni causate dalle esportazioni ucraine e ha chiesto alla Commissione europea di fare il punto su queste preoccupazioni attuando un monitoraggio più approfondito del mercato ed esplorando tutte le possibili opzioni per ripristinare l’equilibrio sul mercato europeo dei cereali”.

Fedagripesca: bene Lollobrigida in Ue, serve revisione Pac

Fedagripesca: bene Lollobrigida in Ue, serve revisione PacRoma, 27 feb. (askanews) – Bene i contenuti del documento che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha presentato ieri all’Agrifish con le principali richieste italiane sulla revisione della Politica Agricola Comune (PAC). Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Carlo Piccinini commenta la posizione con le richieste per il comparto agricolo illustrata oggi dal Ministro Francesco Lollobrigida nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina al Masaf.


Per Piccinini le posizioni italiane “si pongono l’obiettivo di ridare centralità al comparto agricolo europeo puntando in primo luogo ad un adeguamento del budget destinato alla PAC, ad una riduzione della burocrazia e ad una semplificazione delle procedure amministrative, nonché ad una conciliazione tra attività agricola e tutela dell’ambiente. Assolutamente condivisibile è poi la grande attenzione alla questione della reciprocità negli accordi internazionali con i paesi terzi per proteggere gli elevati standard qualitativi dei prodotti europei”. Secondo Piccinini, “la revisione della PAC richiede un approccio collaborativo e inclusivo che coinvolga attivamente tutte le parti interessate e per questo motivo auspichiamo si tenga conto delle esigenze delle cooperative nella progettazione e nell’implementazione della nuova PAC”. “A medio lungo termine – prosegue il presidente di Fedagripesca Confcooperative – abbiamo chiesto una profonda revisione della Pac che, abbandonando definitivamente un approccio di tipo assistenzialistico, sia strutturata per dare risorse e aiuti alle imprese per aiutarle ad essere più competitive sul mercato”.


Fedagripesca sta anche seguendo da vicino gli ultimi dossier ancora in fase di approvazione in questa legislatura, a partire dalla proposta di Regolamento imballaggi che dovrebbe essere approvato nel trilogo fissato tra il 4 e il 5 marzo prossimo.

Cia: bene documento italiano su agricoltura ma c’è fattore tempo

Cia: bene documento italiano su agricoltura ma c’è fattore tempoRoma, 27 feb. (askanews) – Dalla semplificazione della Pac alle proteste dei trattori, alla fauna selvatica. Questi alcuni dei temi sollevati dal presidente Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa organizzata oggi al Masaf dal ministro Francesco Lollobrigida all’indomani dell’Agrifish.


“La proposta italiana portata a Bruxelles è condivisibile – ha dichiarato Fini – e contiene molte istanze che sono da tempo cavallo di battaglia della nostra associazione. Riteniamo, dunque, possa portare benefici al mondo agricolo, che non può più aspettare. A questo punto il fattore tempo è, però, determinante. Serve concretezza per invertire il trend fortemente negativo in atto nel settore”. Secondo Cia, il tema della semplificazione è prioritario, una revisione della Pac non si può dissociare dallo smaltimento del pesante carico burocratico che la contraddistingue. “Sugli eco-schemi sono stati commessi degli errori e bisogna intervenire in emergenza. Dobbiamo ascoltare le voci della protesta a livello europeo, il malessere cui assistiamo viene da lontano – prosegue Fini – Rispetto al tema del debito siamo d’accordo con la proposta del ministro sulla moratoria europea per gli agricoltori e auspichiamo un intervento anche a livello nazionale sui mutui. Le nostre aziende hanno sofferto il terribile impatto negativo del climate change e ora hanno meno risorse dalla Pac rispetto al passato per farvi fronte”. Cia è, inoltre, favorevole a proseguire con il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, prevedendo maggiori margini di manovra economica per dare un sostegno concreto alle aziende”.


Sulla questione fauna selvatica e gestione ungulati, Cia ritiene sia giunto il tempo di superare l’impasse che si è creata: bisogna intervenire sia a livello europeo, che a livello governativo e regionale. “A Bruxelles si deve invertire il paradigma che punta a raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale mettendo in secondo piano il mondo produttivo agricolo. Chiediamo a tutte le istituzioni un approccio che non sia più ideologico ma solo scientifico, altrimenti non raggiungeremo alcun risultato e causeremo lo spopolamento delle nostre campagne, creando in quel modo un vero danno ambientale ai territori”.

Copa Cogeca: in Europarlamento no riscontro a sostegno agricoltura

Copa Cogeca: in Europarlamento no riscontro a sostegno agricolturaRoma, 27 feb. (askanews) – Una legge che è stata “viziata fin dall’inizio”, “attualmente inaccettabile” e la cui attuazione “causerà seri problemi alle comunità agricole e forestali d’Europa”. Così in una nota il Copa e la Cogeca dopo l’approvazione da parte del Parlamento Europeo della legge sul ripristino della natura, approvata con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astensioni.


“Le parole sull’agricoltura non trovano riscontro negli emendamenti al Parlamento europeo”, spiegano Copa e Cogeca sottolineando che “la comunità europea degli agricoltori, dei proprietari forestali e delle cooperative si rammarica fortemente della mancanza di sostegno alla modifica della Legge sul Ripristino della Natura”. I sindacati degli agricoltori e delle cooperative agricole europee sono sempre stati favorevoli al ripristino della natura nel suo insieme, “ma non al modo in cui questa legge è stata costruita o portata avanti”. Nodo principale, “il modo in cui questa legge sarà finanziata e il modo in cui i gestori e i proprietari terrieri saranno supportati per realizzare attivamente cambiamenti a lungo termine con fondi a breve termine”.

Ok Camera a Ddl delega su florovivaismo, ora va al Senato

Ok Camera a Ddl delega su florovivaismo, ora va al SenatoRoma, 27 feb. (askanews) – L’Aula della Camera ha approvato con 210 voti favorevoli e 52 astenuti, il disegno di legge delega al governo in materia di florovivaismo, che passa ora all’esame del Senato. “Con l’approvazione del Ddl in materia di florovivaismo alla Camera, il comparto florovivaistico, tra i più colpiti durante la pandemia COVID-19, inizia a vivere una nuova stagione di rilancio”, annuncia Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione agricoltura a Montecitorio.


Il disegno di legge delega al governo verte sulla disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico, primo firmatario il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Lo scopo è dare al settore e alla filiera florovivaistica un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità. Il decreto legge delega impegna il Governo ad adottare entro 24 mesi disposizioni integrative e correttive dei medesimi decreti legislativi. Tra le azioni previste c’è la creazione di un coordinamento nazionale che individui “le misure di indirizzo al settore florovivaistico anche attraverso l’eventuale istituzione, presso il Masaf, di un Ufficio per la filiera del florovivaismo, di livello non generale, per garantire l’efficace gestione del settore e la valorizzazione delle attività”.


Ancora, si dispongono strumenti organizzativi finalizzati “all’adozione di atti di indirizzo e coordinamento attraverso l’utilizzo degli esperti del Tavolo tecnico di settore che supportino l’Amministrazione nella predisposizione del Piano di settore, atto di indirizzo e programmazione”. Prevista anche, con cadenza quinquennale, “la predisposizione di un Piano nazionale del settore florovivaistico quale strumento programmatico e strategico” e l’istituzione di un marchio unico distintivo che garantisca le produzioni nazionali. E ancora, la definizione delle figure professionali che operano nel comparto florovivaistico. “È doveroso ringraziare il ministro Lollobrigida ed il sottosegretario La Pietra per la costante e coerente attenzione dimostrata verso il mondo del florovivaismo”, prosegue Caretta spiegando che “riordinare il settore, confermare certezze sul piano legislativo e dare modo a tutte le componenti della filiera di avere il giusto riconoscimento sono le direttrici per traghettare verso il futuro un comparto di grande valore e con enormi potenzialità”.

Coldiretti: con ripristino natura più burocrazia e meno produzione

Coldiretti: con ripristino natura più burocrazia e meno produzioneRoma, 27 feb. (askanews) – “Quella sul ripristino natura è una legge senza logica che, tra le altre cose, diminuisce la produzione agricola. Un compromesso al ribasso rispetto alla proposta del Parlamento, anche se meno negativa della prima proposta della Commissione europea”. Così in una nota il presidente della Coldiretti Ettore Prandini commenta l’approvazione del regolamento sul ripristino della natura da parte del Parlamento europeo.


Prandini sottolinea anche quanto fatto insieme agli europarlamentari “per far cadere una serie di vincoli, come ad esempio l’abbandono del 10% delle superfici agricole e disincentivi alla manutenzione del territorio. Tutte misure che avrebbero ulteriormente ridotto la capacità produttiva. La legge – ribadisce il presidente della Coldiretti – resta però un controsenso perché mette in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale. Non è allontanando gli agricoltori dalla terra che si preserva l’ambiente”. “Mentre continuiamo a chiedere e a spingere sul tema della semplificazione come ribadito anche ieri a Bruxelles – conclude Prandini – questa legge va ad appesantire gli aspetti burocratici e i piani nazionali per le misure di ripristino che sarebbero molto complicati”.