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Coldiretti-Filiera Italia: patto inflazione rilancia consumi cibo

Coldiretti-Filiera Italia: patto inflazione rilancia consumi ciboRoma, 28 set. (askanews) – È importante rilanciare i consumi alimentari, visto che per l’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023. Così il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia in occasione dell’incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il ministro delle Imprese Adolfo Urso per la sigla del patto sul trimestre anti-inflazione.

“Il paniere anti-inflazione – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia in una nota – deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione”. Insomma, occorre evitare che il peso dell’iniziativa si scarichi sugli anelli più deboli della catena “salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli e degli operatori della trasformazione, industrie e cooperative, che sono stati i più colpiti dall’incremento dei costi di produzione, tutelando il tessuto produttivo e l’occupazione”.

Per questo le associazioni guardano “con estremo favore all’iniziativa di dialogo promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il contrasto all’inflazione” e si impegnano “a dare la più ampia informazione alle imprese associate affinché possano, su base volontaria, aderire alle iniziative di contenimento dei prezzi che saranno realizzate in questo ambito nel periodo ottobre/dicembre 2023, compatibilmente con le rispettive strutture dei costi di produzione”.

Torna il 21 ottobre Salumi da Re all’Antica Corte Pallavicina

Torna il 21 ottobre Salumi da Re all’Antica Corte PallavicinaRoma, 28 set. (askanews) – Torna in presenza dopo quattro anni, l’appuntamento con Salumi da Re, l’evento organizzata da Gambero Rosso e dai fratelli Spigaroli, dal 21 al 23 ottobre nell’Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense, nella Bassa Parmense. Un raduno a livello nazionale di allevatori norcini e salumieri per far conoscere le migliori espressioni della salumeria nazionale e aprire un confronto su alcuni temi caldi per tutta la filiera.

L’evento permetterà di scoprire il cambiamento che sta vivendo il settore negli ultimi anni. “La salumeria non è sempre uguale a sé stessa – spiega Mara Nocilla, curatrice della guida Grandi Salumi del Gambero Rosso – nelle realtà artigianali evolute e nelle linee premium dell’industria la qualità è cresciuta, si fa un uso minore di additivi e conservanti e stanno aumentando i salumi prodotti con le carni di antiche razze suine per specialità di supernicchia”. Le tre giornate offriranno percorsi gustosi tra banchi di assaggio in abbinamento a vini, birre artigianali e spirits, visite al Museo del Culatello e del Masalén, passeggiate alla scoperta del bosco di golena del Po, concorsi, gare e premiazioni e convegni.

Crolla lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, in Italia -25%

Crolla lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, in Italia -25%Roma, 28 set. (askanews) – Crolla nel 2023 lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, complice il fatto che i consumatori di ogni latitudine faticano con il carrello della spesa, tanto che 7 su 10 hanno tagliato gli acquisti. In Italia, lo spreco alimentare è sceso del 25% e si è assestato su 469,4 grammi settimanali, ovvero 125,9 grammi in meno rispetto all’estate 2022. Persino negli Usta, storicamente il paese meno sensibile alla tematica dello spreco alimentare, lo spreco scende del 35% circa, arrivando a quota 859,4 grammi settimanali, con un calo di 479 grammi rispetto al 2022. Ancora, in Europa le nazioni più virtuose sono Spagna e Francia, rispettivamente con uno spreco settimanale pro capite di 446 e 459 grammi, mentre la Germani riduce enormemente lo spreco medio del 43% a quota 512,9 grammi di cibo sprecato. Qual è l’alimento più sprecato del paese? Ovviamente il più deperibile: la frutta fresca.

E’ quanto emerge dal rapporto firmato da Waste Watcher, International Observatory on Food and Sustainability e promosso dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos. Una indagine realizzata in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma in occasione della quarta Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite. Sempre di più lo spreco alimentare è identificato innanzitutto come spreco di denaro in famiglia: insomma, dall’Italia agli Stati Uniti, l’inflazione e il rincaro della vita battono lo spreco alimentare e in media 7 consumatori su 10 dichiarano di dover drasticamente tagliare i loro acquisti, riducendo il costo della spesa.

Ancora una volta è la frutta fresca l’alimento più sprecato del pianeta, soprattutto in Italia (33%) e Spagna (40%), seguite da Germania (30%) e Stati Uniti (32%). A contendersi il secondo posto di alimento più sprecato sono le insalate (in Italia al 24% e in Francia, Regno Unito e USA). In Germania capita di sprecare in misura notevole affettati e pane confezionato, in Spagna pane fresco, in Azerbaijan persino la carne rossa. Ma quali possono essere le misure pubbliche utili a ridurre lo spreco? I cittadini chiedono di puntare sull’istruzione nelle scuole e sulle etichette fronte pacco, considerate un elemento significativo per il contrasto allo spreco alimentare. Infatti, 7 italiani su 10 (71%) leggono l’etichetta di un prodotto alimentare prima di acquistarlo. Un dato record al quale si avvicina la Spagna (70%), mentre in Germania meno di un consumatore su 2 legge le etichette alimentari (45%), quasi come in Olanda (49%), mentre in Francia saliamo al 66%.

L’analisi delle percezioni dei consumatori riguardo le etichette fronte-pacco evidenzia ancora che per gli italiani (62% dei rispondenti) e i francesi (56% dei rispondenti) la provenienza del prodotto è molto più rilevante che per gli altri Paesi. Altrettanto interessante da rilevare è che le informazioni nutrizionali, pur non essendo caratteristica di primaria importanza per nessun Paese analizzato, rappresentano una determinante di scelta rilevante per Italia (53%) e Spagna (52%), che sono anche i Paesi più dubbiosi sull’applicazione del Nutriscore come modello di etichettatura europeo. Una curiosità: nella rilevazione 2023 del Cross Country Report fa il suo ingresso l’Azerbaijan, che svetta nella rilevazione, con 1116,3 grammi di cibo gettato nel corso di una settimana pro capite. Un dato che si avvicina alle stime 2022 degli Stati Uniti, e dimostra l’utilità della campagna diffuse di sensibilizzazione sul tema.

Pesca, Lollobrigida premia laureati vincitori progetto Legacoop

Pesca, Lollobrigida premia laureati vincitori progetto LegacoopRoma, 28 set. (askanews) – “Congratulazioni ai vincitori del premio e a chi, con entusiasmo, ha partecipato a questo concorso con la propria tesi di laurea. Il valore di queste ricerche, infatti, rappresenta la base per trattare temi importanti, come ad esempio la sicurezza alimentare”. Oggi il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida è intervenuto alla cerimonia di premiazione del premio “Pesca e acquacoltura sostenibili: dalla governance alla filiera”, indetto da Legacoop Agroalimentare in collaborazione con Randstad Italia, che si è svolta nella sala Cavour del Masaf. Dieci i laureati vincitori. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2022-2024, annualità 2023.

“La risposta per raggiungere la sicurezza alimentare non può essere quella di trasformare il modello di produzione – ha aggiunto Lollobrigida – allontanandolo dalle attività tradizionali come pesca, agricoltura e allevamento. È importante mettere al centro la ricerca, incentivando così le nuove generazioni di studenti a restare in Italia anche dopo la laurea creando nuove opportunità lavorative”, conclude il ministro Lollobrigida.

Nestlé investe 6,5 mln su Perugina: produrrà cioccolato bianco per Europa

Nestlé investe 6,5 mln su Perugina: produrrà cioccolato bianco per EuropaMilano, 28 set. (askanews) – Nestlé ha annunciato oggi alle organizzazioni sindacali un investimento di 6,5 milioni di euro per lo stabilimento Perugina di San Sisto, in provincia di Perugia, finalizzato ad aumentare la centralità dell’hub internazionale per il gruppo. Grazie a questo investimento, si legge in una nota della multinazionale svizzera, lo stabilimento diventerà il polo produttivo esclusivo delle tavolette di cioccolato bianco a marchio Galak e Milkybar destinate a tutto il mercato europeo di Nestlé.

Questo investimento consentirà di ammodernare la linea di produzione del cioccolato bianco che sarà operativa a partire dalla metà del 2024. Sarà rinforzata in particolare la fase di packaging delle tavolette con una tecnologia più evoluta e performante. A seguito di questo ammodernamento, Nestlé prevede già dal 2025 un incremento del 15% dei volumi produttivi sulla linea delle tavolette di cioccolato bianco rispetto alla produzione attuale. “Lo stabilimento di San Sisto riveste un ruolo sempre più centrale nella strategia di crescita del gruppo Nestlé, come dimostra questo nuovo investimento sulla linea del cioccolato bianco, che contribuirà a rendere la fabbrica ancora più competitiva all’interno del gruppo a livello internazionale – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del gruppo Nestlé in Italia – Le straordinarie capacità dello stabilimento si confermano in grado di rispondere alle esigenze sia locali sia internazionali in modo brillante”

“Siamo particolarmente felici di essere un punto di riferimento per gli altri mercati in cui opera il gruppo – ha commentato Marco Muratori, Direttore dello stabilimento Perugina di San Sisto – Grazie a questo investimento, lo stabilimento sarà sempre più all’avanguardia e grazie alle persone che ogni giorno vi lavorano con dedizione, continueremo a coniugare tradizione e innovazione”.

Aviaria, Efsa: proteggere polli e allevamenti da uccelli selvatici

Aviaria, Efsa: proteggere polli e allevamenti da uccelli selvaticiRoma, 28 set. (askanews) – Protegerre pollame e altri animali da allevamento evitando loro ogni contatto con uccelli selvatici per scongiurare la diffusione dell’aviaria. Infatti, mentre la situazione della diffusione del virus dell’influenza aviaria tra il pollame si è attenuata durante l’estate, la malattia ha continuato a colpire gli uccelli marini in Europa, soprattutto lungo le coste. Per questo, con l’inizio della stagione migratoria autunnale, si dovrebbe dare priorità alla protezione del pollame e degli altri animali d’allevamento dagli uccelli selvatici e la biosicurezza dovrebbe essere rafforzata negli allevamenti di animali da pelliccia. Lo sottolinea l’Efsa in una nota.

Tra il 24 giugno e il primo settembre 2023, secondo l’ultimo rapporto sull’influenza aviaria redatto dall’Efsa, sono stati segnalati focolai di HPAI tra uccelli domestici (25) e selvatici (482) in 21 paesi europei. I carnivori selvatici e domestici hanno continuato a essere le specie di mammiferi più colpite, con la Finlandia che ha segnalato 26 focolai in allevamenti di visoni americani, volpi rosse e artiche e procioni comuni. La fonte di introduzione più probabile è stato il contatto con i gabbiani selvatici, spiega l’Efsa, ma la trasmissione tra allevamenti non può essere completamente esclusa. La trasmissione all’interno dell’allevamento si è verificata con alcuni animali a contatto che non mostravano alcun segno clinico di infezione. Secondo l’Efsa, il rischio di infezione da virus HPAI in Europa rimane basso per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o in altro modo a uccelli o mammiferi infetti.

7 e 8 ottobre Caseifici Aperti: alla scoperta del Parmigiano Dop

7 e 8 ottobre Caseifici Aperti: alla scoperta del Parmigiano DopRoma, 28 set. (askanews) – I caseifici del Parmigiano Reggiano riaprono le porte al pubblico: sabato 7 e domenica 8 ottobre torna Caseifici Aperti, l’iniziativa che permette al pubblico di partecipare e immergersi nella produzione del Parmigiano Reggiano Dop. L’iniziativa coinvolge 49 caseifici in tutte le province della zona di origine, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po.

Non si tratta infatti di semplici visite guidate ai caseifici, alle stalle e ai magazzini di stagionatura, ma di un tour nella zona d’origine del Parmigiano, ricca di storia, arte e cultura. Per partecipare basta consultare on line l’elenco dei caseifici aderenti, “Dopo il successo dell’edizione precedente, in cui oltre 13.000 visitatori hanno partecipato alla due giorni, siamo orgogliosi di lanciare l’edizione autunnale di Caseifici Aperti – spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – Quella degli appassionati che desiderano scoprire i luoghi di produzione della Dop è una domanda in costante aumento: basti pensare che nell’arco del 2022 sono stati ben 150.000 i turisti che hanno visitato i caseifici del Parmigiano Reggiano. Se consideriamo inoltre che nel 2021 un turista straniero su due ha visitato il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia, è evidente quale peso abbiano le eccellenze dell’agroalimentare nella promozione dell’Italia nel mondo”.

Copagri Lombardia: prezzo del latte, non abbassare la guardia

Copagri Lombardia: prezzo del latte, non abbassare la guardiaRoma, 28 set. (askanews) – “A fronte di un quadro generale che possiamo definire non negativo, caratterizzato da una sostanziale tenuta al rialzo del prezzo del latte, è importante non abbassare la guardia per scongiurare ingiustificati e deleteri cali, che farebbero ripiombare nell’incertezza migliaia di allevamenti lombardi”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere intervenendo ieri al Tavolo latte in Regione Lombardia presieduto dall’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi.

“Nonostante il lieve incremento del prezzo del latte, infatti, va registrato un analogo aumento dei costi di produzione e delle materie prime, a partire dall’energia, schizzati alle stelle già a seguito della fase pandemica e del drammatico conflitto in atto sul versante comunitario orientale”, ha proseguito Cavaliere, evidenziando che “sulla base di nostre elaborazioni, il costo di produzione del latte è aumentato di circa 10 centesimi al litro nel 2022 e di altri 2,5 centesimi al litro nel 2023, superando i 53 centesimi al litro circa”. Tra i costi a carico degli allevamenti, a farla da padrone restano i mangimi e gli alimenti, aumentati di 4 centesimi al litro nel 2022 e di quasi 1 centesimo al litro nel 2023, con incrementi significativi anche per le spese agricole, l’acquisto di carburanti e il prezzo dell’energia.

“Nell’esprimere cauta soddisfazione per l’attuale contingenza, nella quale le aziende riescono a coprire i costi di produzione, fatto questo senza precedenti negli ultimi quindici anni, ribadiamo la necessità – ha aggiunto il presidente – di continuare a lavorare per addivenire a una individuazione strutturale e una certificazione del costo di produzione del latte, in modo da orientare il settore e soprattutto le conseguenti dinamiche di prezzo e di intervento, a totale beneficio della trasparenza del filiera e del mercato”. “Tale intento, oltre che in sede regionale, andrà declinata anche a livello nazionale, tenendo sempre presente che dalla Lombardia, dove operano quasi seimila allevamenti, dipende circa la metà della produzione lattiero-casearia del Paese”, ha rimarcato Cavaliere.

Granchio blu, nuovo fondo da 500mila euro in Decreto Asset

Granchio blu, nuovo fondo da 500mila euro in Decreto AssetRoma, 28 set. (askanews) – Un fondo da 500mila euro destinato alla copertura dell’esonero parziale, nel limite del 50%, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle imprese dell’acquacoltura, anche per i loro dipendenti: è quanto previsto dall’emendamento al Decreto Asset approvato ieri sera e presentato dal senatore e presidente della IX Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Luca De Carlo.

Queste risorse vanno ad aggiungersi a quelle annunciate ieri dal ministro Lollobrigida, pari a 10 milioni di euro, e ai 2,9 milioni di euro stanziati con il decreto di inizio agosto. “Parliamo – sottolinea De Carlo – di oltre 13 milioni di euro complessivi per sostenere un settore messo in grave difficoltà dall’invasione del granchio blu nei nostri mari. Non va poi dimenticato come il ministro abbia anche anticipato come si sia al lavoro per far accedere anche il mondo dell’acquacoltura al Fondo di Solidarietà Nazionale, andando ad equiparare queste realtà a quelle agricolo”, conclude De Carlo.

Poke mania, Glovo: in un anno consegnate oltre 556mila insalate hawaiane

Poke mania, Glovo: in un anno consegnate oltre 556mila insalate hawaianeMilano, 27 set. (askanews) – Nell’ultimo anno gli ordini a domicilio di poke, il piatto originario della cucina hawaiana, sono aumentati del 15%, con un totale di 556.184 poke consegnati (settembre 2022 vs settembre 2023), con il mese di luglio che ha fatto registrare il picco con circa 62.000 ordini. A scattare la foto è Glovo, la piattaforma di consegne a domicilio multi-categoria, in occasione dell’international poke day, che si celebra il 28 settembre.

Dall’analisi emerge che gli italiani amano ordinare il poke soprattutto a cena, alle 20, preferibilmente nel weekend, con il venerdì come giorno preferito, seguito dal sabato. Tra piatti più gettonati sui social, il poke ha tra le proteine più ordinate quelle del salmone, seguito da pollo e tonno, mentre tra i green a farla da padrone è l’avocado, seguito da edamame e alga wakame. La novità degli ultimi mesi è la Fruit Poke, interamente a base di frutta fresca e yogurt o gelato guarnita con gustosi topping. E nella classifica delle città “golose” di poke chi primeggia? Al primo posto troviamo Milano, seguita da Roma, Torino e Bari. E proprio nel capoluogo lombardo c’è un utente divoratore di poke che ne ha ordinati 140 in un solo anno e sempre nel capoluogo meneghino un cliente ha speso la bellezza di 2.389 euro in poke, seguito da un utente di Agropoli, nel Salernitano, che ne ha spesi 1.961 e uno di Olbia con 1.642 euro.