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Confagri: su olio evo più info e promozione per salvare filiera

Confagri: su olio evo più info e promozione per salvare filieraRoma, 26 nov. (askanews) – Aumenta la produzione di olio, ma non in Italia: il nostro Paese, stando alle ultime stime di campagna, perde un terzo dei quantitativi rispetto allo scorso anno e chiude il 2024 con circa 224mila tonnellate di olio di oliva (-32%). Nel bacino mediterraneo la produzione globale sarà maggiore del 30% e del 12% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Per effetto dell’alternanza produttiva, ma anche dei cambiamenti climatici, il nostro Paese per la prossima campagna sarà il quinto produttore al mondo dopo Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia.


Oltre a una minore produzione generale di olive, quest’anno i produttori italiani, tranne in alcune zone, hanno dovuto scontare una resa in olio fra le più basse mai registrate. L’appello di Confagricoltura in occasione della giornata mondiale dell’olivo è di salvaguardare il giusto valore della filiera, che vede ancora costi di produzione elevati e in particolare di frangitura, ma anche evitare speculazioni e mantenere a un livello adeguato il prezzo minimo. Il mercato, infatti, non remunera adeguatamente il produttore: dai 9.9 Euro/kg dello scorso anno si è passati in questi giorni ad alcuni scambi dell’olio extravergine italiano a 7.8 Euro/kg. “L’Italia è il Paese olivicolo con più biodiversità al mondo, con oli EVO di altissima qualità, unici per proprietà organolettiche e analitiche di cui si deve tenere conto: non si può ridurre tutto a un mero calcolo algebrico – dice Walter Placida, presidente della Federazione Olivicola Olearia di Confagricoltura -. Mai come in questa stagione il prodotto italiano assume un connotato di rarità e prestigio; mai come in questa stagione, falcidiata in termini produttivi da un’alternanza esasperata e da eventi climatici acuti, va riconosciuto il giusto pregio all’EVO italico. Dobbiamo prestare attenzione alle speculazioni e ai tentativi di quotazioni al ribasso, richiamando alla responsabilità tutti gli attori della filiera, con il supporto delle istituzioni”.


In quest’ottica, ad avviso di Confagricoltura, sarà di aiuto anche implementare efficaci azioni di controllo sugli oli in commercio, soprattutto di provenienza estera, per accertarne l’origine e la qualità. Queste azioni, unitamente a una corretta informazione al consumatore, sono di vitale importanza per la tutela e sviluppo del prodotto olio extravergine di oliva italiano. Non dimentichiamo poi, aggiunge la Confederazione, che alcune zone in cui la coltivazione dell’olivo è secondaria rispetto ad altri comparti produttivi sono sovente aree di grande vocazione turistica: l’eventuale abbandono o incuria degli uliveti causerebbe un grave danno economico all’intero territorio.


“Oltre alla necessità di attivare specifiche campagne informative ed educative sulle peculitarità dell’olio di oliva italiano – conclude Placida – riteniamo utile attivare percorsi di consumo guidato nella ristorazione e nei consueti canali di distribuzione organizzata. Una maggiore consapevolezza della qualità del nostro prodotto non può che rafforzare il comparto”.

D’Eramo: a fine gennaio sintesi proposte su marchio biologico

D’Eramo: a fine gennaio sintesi proposte su marchio biologicoRoma, 26 nov. (askanews) – “Il marchio sul biologico è attesissimo dal settore: il bando è stato pubblicato circa 2 mesi fa e sono arrivate oltre 35 domande: questo marchio non deve essere solo un esercizio grafico ma una sintesi rappresentativa del nostro biologico. A breve, spero per fine gennaio avremo una sintesi delle proposte per poi stabilire la scelta definitiva del marchio biologico italiano”. Lo ha detto il sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo, intervenuto oggi alla Camera alla conferenza stampa “Il Bio dentro di Noi”, nel corso della quale è stato studio innovativo che esplora l’impatto di un’alimentazione bio sulla salute umana.


“Tante di queste proposte – detto D’Eramo, sono arrivate da scuole superiori e università, c’è una consapevolezza dell’importanza del settore”. Il sottosegretario ha ricordato che “Dieta Mediterranea e biologico sono un connubio vincente: insieme hanno un potenziale enorme sia per quanto riguarda il tema della salute, sia della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della biodiversità territoriale”. “Siamo la nazione che meglio interpreta la varietà del biologico – ha aggiunto – entro il 2030 è necessario che il 25% della Sau sia a biologico, oggi noi siamo già oltre il 20% e in sei regioni abbiamo superato la quota del 30%. Siamo il punto di riferimento per i mercati internazionali”.


Ovviamente, ha riconosciuto D’Eramo, “una politica che sostenga il consumo, anche interno, del biologico è fondamentale. Su questo stiamo portando avanti delle riflessioni”.

Cursano (Fipe): negli ultimi anni hanno chiuso 20.000 bar

Cursano (Fipe): negli ultimi anni hanno chiuso 20.000 barRoma, 26 nov. (askanews) – “La gente pensa che non ci sia crisi perché non riesce a prenotare al ristorante, troppo spesso sempre pieno, ma la situazione per gli altri settori ben diversa: per esempio i bar italiani sono in profonda crisi. Solo negli ultimi anni hanno chiuso la serranda più di 20000 bar, e questo è dovuto sia dall’aumento dei costi generali in bolletta, sia dal prezzo del caffè”. Lo ha dichiarato Aldo Cursano, rappresentante Fipe Confcommercio, nel corso della trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ in onda su Cusano Italia Tv.


“Mentre nella ristorazione con un po’ di strategia imprenditoriale si può avere una prospettiva di guadagno dovuta ai prezzi più elevati, i bar lavorando su prezzi molto piccoli strada facendo sono destinati a soccombere”, ha spiegato. “Stiamo assistendo a un processo di desertificazione delle imprese, con luci di attività che si spengono e chiudono la serranda dei nostri paesi e centri storici. Non è difficile capire – spiega – che quando le spese superano le entrate vuol dire che il modello economico ha fallito. Bisogna ripensare questo modello, cercando di avvicinare i giovani che oggi fuggono dal nostro Paese”.


Cursano termina il proprio intervento analizzando le motivazioni che spingono i giovani a lasciare l’Italia “quando non hai prospettive non resta che andartene. C’è una fragilità di sistema tale che non permette di fornire certezze e prospettive, e quindi non ci sono idee né investimenti. Oggi le nuove imprese chiudono dopo 6-12 mesi, vuol dire che c’è uno stile di vita e un modello che non possiamo più permetterci”.

850 studenti hanno partecipato a Oleario, gioco quiz Crea su olio

850 studenti hanno partecipato a Oleario, gioco quiz Crea su olioRoma, 26 nov. (askanews) – Sono stati 850 gli alunni di 6 istituti scolastici superiori di diverse regioni italiane che hanno partecipato al primo Torneo Nazionale Trivia Game, Gioca con Oleario, appena concluso. Si tratta di un gioco a carattere interdisciplinare, realizzato dai Centri Crea politiche e bioeconomia, olivicoltura frutticoltura agrumicoltura, alimenti e nutrizione nell’ambito di “Oleario. Dove l’Italia lascia il segno”, il progetto finanziato dalla Rete rurale nazionale per far conoscere e approfondire l’immenso patrimonio culturale, varietale, economico e sociale dell’olio evo italiano, non un semplice condimento, ma un vero alimento alla base della dieta mediterranea.


Ogni scuola ha ricevuto in dono un albero di ulivo, segno tangibile della nostra comune identità culturale. Vincitore per il biennio è stato il gruppo guidato da Viola Torresani della prima C dell’Istituto Stanga di Cremona, mentre per il triennio ha vinto il gruppo della 4 E dell’istituto I .I.S. CIUFFELLI-EINAUDI di Todi. Questa prima edizione del torneo Nazionale è stata organizzata in collaborazione con l’associazione “Donne dell’Olio”, che, dal 2000, si propone di promuovere la cultura e la conoscenza dell’olivicoltura e dell’olio, di sostenere la custodia dell’ambiente e del paesaggio, di generare opportunità inclusive e sinergie professionali. Le “Donne dell’Olio”, attraverso le socie presenti su tutto il territorio nazionale, si sono impegnate a proporre il “trivia game – Gioca con Oleario” ad un’ampia platea di studenti.


Il trivia game, ideato dal gruppo di lavoro di Oleario del CREA coordinato da Milena Verrascina, prima tecnologa del CREA Politiche e Bioeconomia, mette a disposizione un insieme di materiali didattici e approfondimenti, organizzati in un insieme di domande suddivise per tematiche con diversi livelli di approfondimento. Oleario si prefigge, anche mediante questo gioco, di aiutare il consumatore cittadino/studente a riconoscere un olio EVO di qualità, dotandolo delle conoscenze necessarie.

Coopfond e Fondo Sviluppo in Conapi, capitale sociale +17,5%

Coopfond e Fondo Sviluppo in Conapi, capitale sociale +17,5%Roma, 26 nov. (askanews) – I due fondi mutualistici Coopfond (Legacoop) e Fondo Sviluppo (Confcooperative) entrano in Conapi: così il capitale sociale del Consorzio Nazionale Apicoltori si incrementa del 17,5%, con un apporto complessivo di 650.000 euro, raggiungendo i 4,38 milioni di euro.


L’annuncio ha fatto da sfondo all’assemblea dei soci tenutasi lo scorso 23 novembre, in cui è stato approvato all’unanimità anche il bilancio d’esercizio 2023/24. La chiusura del bilancio vede un fatturato complessivo di 23,5 milioni di euro, in crescita del +5% rispetto all’esercizio precedente. Di questi, 22,2 milioni di euro derivano dal valore della produzione caratteristica, costituita da miele e prodotti dell’alveare, un dato particolarmente rilevante e che ha registrato un incremento significativo del +8%. Giorgio Baracani, presidente di Conapi, ha spiegato che l’ingresso di Coopfond e Fondo Sviluppo rappresenta un intervento di grande fiducia nei confronti della solidità e della visione strategica del Consiglio di amministrazione e del management di Conapi.


Conapi è la più grande cooperativa italiana di apicoltori in Europa. Conta oltre 600 apicoltori, 250 soci conferitori e 17 sovventori, gestisce oltre 100.000 alveari, di cui il 45% biologici e tutela oltre 5 miliardi di api. La produzione annua supera i 3.000 tonnellate di miele, trasformati nello stabilimento di Monterenzio (Bo), un centro produttivo all’avanguardia di 6.400 mq, capace di lavorare fino a 4.000 tonnellate l’anno di miele e preparati. Secondo i dati Nielsen (Totale Italia, 52 settimane al 27 ottobre 2024), il mercato italiano del miele ha raggiunto un valore complessivo di oltre 152 milioni di euro, supportato da una crescita dello 0,9% in termini di valore, del 3,4% a volume (kg) e del 3,1% nel numero di confezioni vendute. Sempre a Totale Italia, Mielizia, marchio premium di Conapi, mostra un incremento dell’11,7% a valore, del 7,8% a volume e del 16,2% per numero di confezioni. Nei canali ipermercati e supermercati, dove il marchio è maggiormente presente, la crescita è del 12,1% a valore, del 7,8 a volume e del 16,4% in termini di confezioni, segnalando una buona penetrazione nelle grandi superfici di vendita.


In questo panorama di dati positivi, emerge purtroppo il dato negativo dell’andamento dei raccolti che per il secondo anno (campagna 2023 e 2024) risultano insoddisfacenti sia per il futuro delle aziende socie, sia per rispondere alla domanda del mercato.

Miglioramento Valtellina Casera Dop: risultati del progetto Simca

Miglioramento Valtellina Casera Dop: risultati del progetto SimcaRoma, 26 nov. (askanews) – Come migliorare la qualità del Valtellina Casera Dop e supportare l’aggiornamento del disciplinare. Sono stati presentati il 22 novembre i risultati del progetto SIMCA, cofinanziato da Regione Lombardia “PSR 2014/2020 operazione 16.201 Progetto pilota e sviluppo di innovazione” e condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto di Biologia e Biotecnologie Agrarie e l’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR.


Il progetto ha valutato oltre 450 campioni in due anni, svolgendo più di 25 sessioni di prove analitiche e sensoriali. I risultati confermano l’assenza totale di lattosio e galattosio, una buona presenza di diversi elementi nutritivi e il forte potenziale per migliorare ulteriormente la qualità del Valtellina Casera DOP. Una produzione stabile e in continua crescita con oltre 230.000 forme all’anno. Marco Deghi, presidente del Consorzio Tutela Valtellina Casera e Bitto, ha spiegato che sono stati studiati “i processi di trasformazione, le caratteristiche del latte, le variabili produttive e le innovazioni che negli ultimi 25 anni hanno influenzato la storia di questo formaggio. Si tratta di un approccio nuovo, che affianca alla tradizione un’importante base scientifica, necessaria e fondamentale per affrontare con solide evidenze il progetto di modifica del disciplinare”.


A distanza di quasi trent’anni dalla pubblicazione, infatti, il disciplinare del Valtellina Casera DOP richiede un riesame per riflettere i cambiamenti socioeconomici, tecnologici e di mercato che hanno interessato la filiera del latte valtellinese. Alcune prescrizioni relative all’allevamento e al processo produttivo risultano poco definite, nonostante il loro impatto sulle caratteristiche del prodotto finito. Grazie al progetto SIMCA, è stato possibile verificare come variabili quali razza bovina, foraggi, trattamenti termici del latte, modalità di pressatura e stagionatura influenzino la qualità e i profili sensoriali del formaggio.

In vista Natale acquisti in pasticceria +1,5%, ma prezzi in salita

In vista Natale acquisti in pasticceria +1,5%, ma prezzi in salitaRoma, 26 nov. (askanews) – A Natale al dolce non si rinuncia, ma il dessert, se comprato in pasticceria, diventa sempre più caro. In Europa, infatti, gli acquisti in pasticceria valgono 11,4 miliardi di euro con consumi in crescita dell’+1,5%: ma il cambiamento climatico incide sui costi. A fotografare i consumi e i trend del mondo della pasticceria in vista del Natale è l’Osservatorio Sigep, il salone internazionale di Gelateria, Pasticceria, Panificazione, Caffè – e da quest’anno anche della Pizza – di IEG – Italian Exhibition Group.


I dati europei che emergono sono positivi: +1,5% rispetto al 2023 per i consumi della pasticceria, mentre gli acquisti si attestano a 11,4 mld di euro. “Per contrastare il carovita, il consumatore introduce strategie diverse tra nord e sud Europa: mentre in Italia e Spagna rinuncia talvolta ad alcune proposte del menù come il dessert, nel resto d’Europa si concentra sulle occasioni esperienziali proprie della pasticceria, massima espressione di edonismo nei consumi fuori casa. Ciononostante, in Italia i consumi nel settore pasticceria rappresentano il 40,6% sul totale dei consumi nella categoria a livello europeo”, spiega Matteo Figura, Out of Home Market Expert e direttore area Foodservice per Circana Italia. Come è emerso dalle interviste dell’Osservatorio Sigep by IEG 2024 ai grandi maestri pasticceri europei, il comparto affronta il caro prezzi delle materie prime: il cambiamento climatico ha ridotto la produzione delle nocciole con un conseguente +40% dei costi che inevitabilmente ricade anche sul consumatore finale; un balzo che raggiunge il +50% nel caso del cioccolato.


E tra le tendenze del 2024, oltre al classico panettone è in risalita il pandoro, ma anche il panettone in versione cioccolato. Luigi Biasetto, maestro pasticciere veneto e accademico AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), prevede vendite in aumento del 22% per il pandoro, mentre Marta Boccanera, maestra pasticciera in Roma e vicepresidente APEI (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana) stima un aumento delle vendite di panettone intorno al 10-15% e volumi raddoppiati per il pandoro.

In Sicilia emergenza formica di fuoco, chiesto piano prevenzione

In Sicilia emergenza formica di fuoco, chiesto piano prevenzioneRoma, 26 nov. (askanews) – Alzare la soglia di attenzione sull’emergenza rappresentata dalla formica di fuoco (Solenopsis invicta), una specie aliena invasiva la cui recente scoperta in Sicilia ha portato la Commissione Europea ad avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per la mancata gestione del fenomeno. La senatrice Daniela Ternullo e l’onorevole regionale Riccardo Gennuso (di Forza Italia) hanno presentato interrogazioni parlamentari, rispettivamente al Senato e all’Assemblea Regionale Siciliana, per chiedere un piano di prevenzione e monitoraggio, oltre alla previsione di indennizzi per gli agricoltori.


I recenti avvistamenti di 88 nidi a Siracusa, primo caso ufficiale in Europa, pongono infatti gravi rischi per biodiversità, salute pubblica ed economia regionale. La senatrice Ternullo ha sottolineato “la urgenza di un piano di prevenzione e monitoraggio, unito alla formazione degli agricoltori e dei cittadini nelle aree colpite”, mentre Gennuso ha ribadito la “necessità di prevedere indennizzi per gli agricoltori e misure di sostegno economico per mitigare i danni”. Entrambi i rappresentanti azzurri hanno espresso l’importanza di un’efficace collaborazione tra governo regionale e nazionale e la loro “piena fiducia nell’attenzione delle istituzioni, perché solo una strategia condivisa potrà garantire risultati concreti”. Hanno inoltre ribadito la necessità di interventi tempestivi, di una sensibilizzazione diffusa e di un coordinamento rafforzato con le autorità europee per proteggere la biodiversità siciliana e l’economia locale.


“La Sicilia – concludono Ternullo e Gennuso – già vulnerabile per le sue peculiarità climatiche e geografiche, non può affrontare da sola sfide di questo tipo ed è indispensabile il supporto di tutte le istituzioni per gestire l’emergenza e prevenire ulteriori danni al territorio e alle comunità”.

Coldiretti: bene record export olio italiano ma no a speculazioni

Coldiretti: bene record export olio italiano ma no a speculazioniRoma, 26 nov. (askanews) – E’ record storico in valore per le esportazioni di olio d’oliva italiano che nei primi otto mesi del 2024 hanno già superato i 2 miliardi di euro fatturati in tutto il 2023 grazie ad un aumento del 59% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ l’analisi Coldiretti/Unaprol su dati Istat sul commercio estero relativi a gennaio-agosto diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’olivo, varata dall’Unesco e promossa dal Coi il 26 novembre per celebrare un prodotto fondamentale per la Dieta mediterranea e per la salute. Circa un terzo del totale esportato in valore finisce negli Stati Uniti che rappresentano il primo mercato per l’olio d’oliva italiano, davanti a Germania e Francia.


Un successo trainato dalla nuova sensibilità verso il prodotto certificato 100% italiano che negli ultimi anni è ormai arrivato a rappresentare quasi quattro bottiglie di dieci tra quelle prodotto, secondo un’analisi Ismea. A livello di consumi l’extravergine Made in Italy non ha, infatti, registrato flessioni negli acquisti anche nelle annate di minor produzione, quando i prezzi sono inevitabilmente cresciuti, secondo Unaprol, a testimonianza di una accresciuta cultura dell’origine del prodotto che ha premiato coloro che hanno scommesso sulla tracciabilità e sulla trasparenza. L’olio extravergine d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, grazie all’impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali per garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia ha la leadership in Europa per il maggior numero di oli extravergini a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp). L’Italia è anche il primo consumatore mondiale di olio, con 8,3 litri all’anno a persona, oltre che il secondo produttore ed esportatore Dop.


Un patrimonio del Paese sul quale, sottolinea Coldiretti, bisogna però tenere alta la guardia rispetto al rischio di manovre speculative che hanno l’obiettivo di mettere all’angolo i produttori italiani di extravergine, costringendoli a vendere sottocosto. “In piena raccolta, l’olio extravergine d’oliva italiano è vittima di speculazioni sul prezzo all’origine, aggravate da un’impennata ingiustificata delle importazioni da Spagna, Portogallo, Tunisia e Turchia – denuncia David Granieri, Vice Presidente Coldiretti e Presidente Unaprol – Le grandi multinazionali puntano a dimezzare il valore del nostro oro verde, ma Coldiretti non accetta questo gioco al ribasso che penalizza olivicoltori e frantoiani, custodi della qualità del nostro prodotto. Un olio venduto a prezzi stracciati non è italiano né di qualità”. Per questo “contro frodi e speculazioni, chiediamo controlli severi per proteggere un prodotto unico, pilastro della Dieta Mediterranea e simbolo dell’Italia nel mondo. La filiera deve riconoscere un equo valore ai produttori: senza di loro, non esiste futuro per l’olio extravergine italiano”.


E sul futuro degli olivi italiani pesa anche la Xylella, arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina, che fino ad oggi ha contagiato oltre 21 milioni di piante.

Dal 29 novembre tre giorni di Fiera dei Tartufi d’Abruzzo

Dal 29 novembre tre giorni di Fiera dei Tartufi d’AbruzzoRoma, 25 nov. (askanews) – Parte il countdown per la Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo, l’appuntamento dedicato a uno dei tesori enogastronomici più importanti della Penisola che, per il terzo anno, va in scena in una delle sue terre d’elezione. L’Abruzzo, infatti, rappresenta una delle migliori aree di produzione di tartufi italiani, sia in termini di eterogeneità vantando ben nove varietà, sia in termini di volume con una produzione annua di 800 quintali, di cui 380 commercializzati all’interno della regione per un fatturato di oltre 5 milioni di euro.


Un patrimonio di biodiversità simbolo di un territorio ricco di tradizioni e sapori autentici che L’Aquila, proclamata Capitale della Cultura 2026, è pronta a celebrare da venerdì 29 novembre a domenica 1 dicembre, a Piazza del Duomo, nel cuore del capoluogo abruzzese. Emanuele Imprudente, vice presidente della Regione Abruzzo, spiega: “come sempre l’obiettivo è quello di aprirci al mondo, per conquistare nuovi mercati, da qui la presenza di ben 15 buyers provenienti dall’estero, in linea con la strategia di internazionalizzazione dell’agrifood abruzzese, di cui il tartufo rappresenta una punta di diamante, che non teme rivali, sia come materia prima, sia come prodotto trasformato”.


La Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo, giunta alla sua terza edizione, quest’anno vede la partecipazione di oltre 50 aziende, 18 ristoranti del territorio e una nutrita presenza di food truck per assaporare e vivere appieno l’Abruzzo con un calendario di attività ricco e variegato. Al centro della manifestazione gli stand delle aziende dove assaggiare e acquistare i prodotti locali, conoscere il legame tra il tartufo e le zone di raccolta abruzzesi e approfondire le differenti caratteristiche sensoriali delle nove varietà, attraverso il racconto dei produttori. Ma anche degustazioni, masterclass e cooking show con chef della zona e di fama internazionale per conoscere le molteplici potenzialità del tartufo.