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Sammontana: 15 mln finaziamento da Cdp e Sace per linea produttiva green

Sammontana: 15 mln finaziamento da Cdp e Sace per linea produttiva greenMilano, 27 lug. (askanews) – Sace e Cdp sostengono lo sviluppo green di Sammontana per realizzare una nuova linea di produzione di gelati ad alta capacità produttiva e con standard tecnologici avanzati. Il finanziamento di 15 milioni di euro erogato da Cdp beneficia della garanzia green di Sace e consentirà all’azienda di incrementare i volumi di produzione e di consolidare la propria posizione di mercato soprattutto in Italia, come previsto nel business plan 2023-2026 di Sammontana, grazie a nuovi investimenti in efficientamento energetico e green economy.

La nuova linea produttiva e gli impianti saranno realizzati nel sito produttivo di Colognola ai Colli, in provincia di Verona, e saranno caratterizzati da un ridotto impatto ambientale grazie all’utilizzo di tecnologie volte al miglioramento dell’efficienza energetica e una serie di attività legate all’economia circolare, limitando l’utilizzo di materie prime primarie nei cicli produttivi e fornendo un contributo positivo alla lotta contro il cambiamento climatico. Sammontana, fondata negli anni ’40 a Empoli, in Toscana, è una società attiva nella produzione, distribuzione e commercializzazione di gelati, prodotti di pasticceria e snack surgelati. Il gruppo conta tre stabilimenti produttivi in Italia, mille dipendenti e una rete di oltre 200 concessionari e distributori.

Il futuro green di Eridania: Cristal Union spinge su sostenibilità

Il futuro green di Eridania: Cristal Union spinge su sostenibilitàMilano, 26 lug. (askanews) – A fronte di una crescente coscienza sostenibile degli italiani – oltre l’80% ritiene che tutelare territorio e mare sia molto importante per il benessere comune – le aziende non possono voltarsi dall’altra parte. Più di sette italiani su 10, oltre a ritenersi preoccupati per il Pianeta, chiedono, infatti, prodotti con un basso impatto ambientale, dai packaging riciclati e riciclabili.

In occasione della giornata mondiale per la conservazione della natura, Eridania, marchio saccarifero del gruppo francese Cristal Union, conferma il suo impegno sostenibile, in linea con gli obiettivi del gruppo che ha ulteriormente alzato l’asticella degli obiettivi con il suo ultimo rapporto di sostenibilità, puntando a ridurre le emissioni di gas serra di un ulteriore 23% entro il 2030, rispetto al 2019, lavorando per rendere i zuccherifici autosufficienti dal punto di vista energetico, utilizzando parte della polpa delle barbabietole per rifornirli di energia, entro il 2050 e puntando a non prelevare più acqua dall’ambiente naturale per far il funzionamento degli stabilimenti entro il 2030. In Italia, Eridania, dal canto suo, da dieci anni ha iniziato un percorso green. Dal 2014 è riuscita a ridurre del 35% le emissioni di Co2 e a ridurre il consumo di acqua ogni anno per un numero di litri equivalente a più di 500 piscine olimpioniche. Obiettivi e numeri importanti, che, dallo scorso anno, sono riportati anche sulle confezioni di Zucchero Classico, i cosiddetti “pack parlanti”.

“Dieci anni fa, quando abbiamo iniziato a inserire la tematica della sostenibilità tra i nostri obiettivi di business, per la maggior parte degli attori economici investire su questi temi non era considerata una priorità e, in generale, c’era una scarsa consapevolezza in materia ambientale – dichiara Alessio Bruschetta, amministratore delegato Eridania Italia – In Eridania, credevamo e crediamo tutt’oggi che un impegno concreto su questi temi non possa che essere premiante in tutti i sensi: per l’azienda, per i nostri consumatori, per il Pianeta. Continuiamo a muoverci nella direzione tracciata in questi anni e ribadiamo il nostro impegno, avendo bene a mente gli obiettivi della nostra casa madre Cristal Union: il raggiungimento, entro il 2030, di una riduzione del 10% del consumo di energia (vs 2015), una riduzione del 35% delle emissioni di Co2 delle attività industriali (vs 2015) e zero metri cubi d’acqua prelevata dalle strutture di produzione dello zucchero”. Il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale riguarda, tra i vari aspetti, anche i trasporti: già dal 2017, l’inaugurazione del terminal ferroviario all’interno del centro di confezionamento di Russi ha permesso di minimizzare l’impatto ambientale del trasporto primario, abbattendo le emissioni di gas a effetto serra nelle fasi di trasporto (nel 2022, -85% di emissioni di anidride carbonica rispetto al trasporto su gomma).

Ma la sostenibilità di Eridania non va intesa in un’ottica unicamente ambientale: “La sostenibilità è un elemento intrinseco in tutte le nostre attività: quelle che hanno a che fare con l’ambiente, con il territorio, ma anche con la salute e con il benessere delle persone. Proprio in questo concetto risiede la chiave della campagna, lanciata lo scorso anno, ‘Il futuro chiede dolcezza’: un manifesto del nostro impegno e un appello alle persone, ai tanti consumatori che quotidianamente ci scelgono, a fare ciascuno la propria parte per addolcire il futuro di tutti” conclude Bruschetta.

Per i formaggi italiani export +19,3% nel primo quadrimestre

Per i formaggi italiani export +19,3% nel primo quadrimestreMilano, 26 lug. (askanews) – L’export di formaggi italiani nei primi quattro mesi del 2023 ha registrato a volume un +6,4% in Europa e un +19,3% a livello globale. In particolare, sono i formaggi freschi con +10,4% e i grattugiati con +5,7% le due principali categorie casearie che trainano la crescita a volume dell’export. Anche a valore si assiste a una crescita del 21,7%, con tutte le categorie dei formaggi che rilevano variazioni a doppia cifra, complice gli aumenti dei prezzi (Fonte: Istat Coeweb, aprile 2023).

Sul fronte esportazione verso i Paesi europei, a trainare le vendite a volume sono la Polonia con +23,9% e la Spagna con +14,2%. Cresce invece di un +9,5% la Germania, Paese a cui si rivolge, insieme all’Italia, il progetto “Think Milk, taste Europe, be smart”, promosso dal settore lattiero caseario dell’Alleanza delle Cooperative, realizzato da Confcooperative e cofinanziato dalla Commissione Europea, volto a promuovere il latte e i suoi derivati. A confermarsi, invece, come il principale Paese destinazione di esportazioni casearie italiane è la Francia con una crescita a volume del 5,8%. Se a valore tutti i Paesi europei segnano performance positive di crescita a doppia cifra, guardando oltreoceano, gli Stati Uniti registrano un +1,6% trainati, in particolare, da mozzarella con +54,8% a valore e Gorgonzola con +42% a valore. Altrettanto positivo l’export in Giappone che si attesta, nel primo trimestre, su una crescita del +6,5% a valore.

“In un contesto produttivo incerto e in uno scenario geopolitico estremamente complesso, l’export resta un punto di riferimento saldo per l’economia del nostro settore”, dichiara Giovanni Guarneri, Coordinatore del settore lattiero caseario di Alleanza delle Cooperative, sulla base dell’ultimo aggiornamento dei dati Istat, che aggiunge: “Registrare un ulteriore aumento delle vendite rispetto ai già alti livelli del 2022, con una crescita dei valori del 19,3% dimostra quanto il settore debba continuare a puntare sull’aumento delle quote dei mercati esteri, sfruttando il grande interesse che il consumatore mondiale riserva ai prodotti caseari del made in Italy”. “Sono dati che, oltre a confermare l’andamento delle nostre performance globali, soprattutto in valore data la spinta inflattiva, fanno ben sperare rispetto ad un ulteriore sviluppo dei mercati europei che ancora oggi rappresentano circa il 70% delle nostre esportazioni” conclude Guarneri.

Le performance, in positivo, dei formaggi italiani all’estero rientrano in un quadro altrettanto ottimistico del commercio estero dei prodotti lattiero caseari dell’UE che, nel primo trimestre 2023, ha registrato un +15% rispetto allo stesso periodo del 2022 (Fonte: Eurostat Comext, giugno 2023).

Chef Express e Alice Pizza: 30 aperture in 5 anni in scali e autostrade

Chef Express e Alice Pizza: 30 aperture in 5 anni in scali e autostradeMilano, 26 lug. (askanews) – La pizza romana di Alice Pizza sbarca nel mondo travel. E’ stato infatti siglato un accordo quadro quinquennale tra Chef Express, azienda della ristorazione controllata dal gruppo Cremonini, e Alice Pizza per portare il format in ferrovie, aeroporti e autostrade.

La partnership, già avviata con la recente apertura all’interno della Stazione Porta Garibaldi di Milano e l’ormai prossima nell’aeroporto di Milano Malpensa T1, prevede un minimo di 30 nuove aperture nei prossimi cinque anni nei canali aeroportuali, autostradali e ferroviari. L’operazione rientra nella strategia già intrapresa da Chef Express, che conta attualmente 410 punti vendita, di ampliare il proprio portafoglio brand ed è coerente con il percorso di crescita iniziato quattro anni fa da Alice Pizza – 200 punti vendita in tutta la Penisola ad oggi – con l’ingresso del fondo di investimento italiano, IDeA Taste of Italy.

“Questa partnership con Alice Pizza è per noi un’opportunità importante per presidiare un segmento, quello della pizza romana, con un brand che rappresenta un’eccellenza nel panorama nazionale – ha commentato Cristian Biasoni, Ceo di Chef Express – In questo contesto l’accordo risulta in linea con la nostra strategia di ampliamento del portafoglio di brand che ci permette di selezionare i formati più indicati per soddisfare le esigenze dei viaggiatori nelle varie location”. “La collaborazione con Chef Express, consolidata con questo nuovo accordo – afferma Claudio Baitelli, Ceo di Alice Pizza – si inserisce all’interno di un progetto molto più ampio di sviluppo della rete Alice Pizza in Italia attraverso nuovi canali, come quello del travel. Chef Express ci aiuterà a portare avanti la tradizione della pizza in teglia di Alice per farla apprezzare a un pubblico sempre più ampio”.

Campari: nel I sem utile netto a 217 mln (+8,9%), vendite salgono del 16%

Campari: nel I sem utile netto a 217 mln (+8,9%), vendite salgono del 16%Milano, 26 lug. (askanews) – Il gruppo Campari nei primi sei mesi di quest’anno ha registrato un utile netto pari a 216,9 milioni, in crescita dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima mentre l’utile rettificato è stato di 233,9 milioni (+6,2%). Le vendite hanno toccato gli 1,46 miliardi, con una variazione totale pari al 16%. La crescita organica è stata del 14,2%, “con una dinamica sostenuta dei brand anche nel secondo trimestre (+10,1%) in particolare negli aperitivi, tequila e premium bourbon, rafforzata anche dall’effetto prezzo”. E’ quanto si legge nella nota sulla approvazione della semestrale al 30 giugno.

L’Ebit rettificato è stato di 359,7 milioni, pari al 24,7% delle vendite, con una variazione totale del +15,7%. L’indebitamento finanziario è pari a 1,8 miliardi al 30 giugno 2023, in aumento di 268 milioni rispetto al 31 dicembre 2022, “principalmente dovuto al forte assorbimento di cassa derivante dall’accumulo di magazzino”. Durante il primo semestre, inoltre, si è registrato un effetto cambio negativo (-1,9%), principalmente dovuto al deprezzamento del dollaro statunitense nel secondo trimestre 2023 e un effetto perimetro positivo (+2,5%). La performance nel secondo trimestre, si legge nella nota, riflette l’attesa inversione degli effetti temporanei del primo trimestre, oltre che le condizioni meteo molto avverse in tutta l’Europa centrale e meridionale, e dal delisting temporaneo da parte di alcuni rivenditori europei a seguito delle negoziazioni commerciali legate agli aumenti di prezzo, successivamente effettuati con successo.

“Guardando al resto del 2023, rimaniamo fiduciosi sullo slancio positivo del business nelle combinazioni chiave di brand e mercato rispecchiando la stagionalità e l’attesa normalizzazione della crescita dei volumi, grazie alla forza dei nostri marchi, e al buon andamento del canale on-premise – commenta il ceo Bob Kunze-Concewitz – Con riferimento alla marginalità, ci aspettiamo che l’andamento rifletta l’evoluzione del mix delle vendite e le diverse basi di confronto per gli aumenti di prezzo, nonché l’iniziale rallentamento dell’inflazione sul costo dei materiali oltre al phasing nelle spese di pubblicità e promozione e agli investimenti sostenuti per rafforzare gli assetti commerciali del gruppo”. A livello annuo “confermiamo la previsione di margine Ebit rettificato stabile in percentuale sulle vendite nette a livello organico nel 2023 nell’attuale contesto macroeconomico caratterizzato da continua volatilità. Inoltre, ci aspettiamo un’accelerazione dell’andamento negativo dell’effetto cambio per riflettere l’indebolimento del dollaro statunitense e di altre valute chiave del gruppo, mentre ci aspettiamo che l’effetto perimetro generi circa 10-15 milioni di Ebit rettificato su base annua”. “Riguardo al medio periodo, rimaniamo fiduciosi di continuare a realizzare un sostenuto sviluppo delle vendite e della marginalità a livello organico – conclude il ceo – facendo leva sul miglioramento del mix e sulla normalizzazione dell’inflazione sui costi di produzione”. A livello geografico le vendite nell’area Americhe (43% del totale) hanno registrato una crescita organica del 10,6%. Il mercato principale del gruppo, gli Stati Uniti, è cresciuto del +11,7%. nell’area Sud Europa, Medio Oriente e Africa (30% del totale) la crescita è stata del 16,6%. Il mercato principale l’Italia, ha registrato un +13,4%, con un secondo trimestre molto sostenuto (+8,1%), trainato dagli aumenti prezzo, compreso quello più recente, nonostante l’inversione degli effetti temporanei del primo trimestre e le condizioni meteo molto avverse. Nell’area Nord, Centro ed Est Europa (19% del totale) invece la crescita organica è stata del 14,5% mentre le vendite in Asia Pacifico (7% del totale) sono cresciute organicamente del 26,2%.

La pasta, integratore di felicità: al via la campagna istituzionale

La pasta, integratore di felicità: al via la campagna istituzionaleMilano, 25 lug. (askanews) – Uno campagna per promuovere la pasta, prodotto simbolo della nostra cucina e della Dieta Mediterranea, attraverso i volti della nazionale di pallavolo. Il progetto, finanziato dal ministero dell’Agricoltura e realizzato da Ismea col supporto di Unione italiana food, punta alla valorizzazione della pasta, patrimonio culturale dell’Unesco, attraverso uno spot televisivo realizzato proprio in collaborazione con la Federazione italiana pallavolo che da settembre sarà on-air sulla tv nazionale.

Lo spot “La pasta, integratore di felicità” ha coinvolto la nazionale maschile di volley capitanata da Simone Giannelli, con i giocatori trasformati in cuochi sotto la guida del coach De Giorgi per trasmettere un messaggio in sintonia con l’importanza della pasta nella nostra dieta e nella nostra cultura. “Vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per la preziosa collaborazione che si è instaurata tra Unione italiana food e il Masaf e il ruolo di quest’ultimo svolto a favore della nostra eccellenza, nel segno di un percorso di valorizzazione della pasta tracciato proprio con il ministero stesso. E’ proprio questo il tipo di sinergia e di sostegno che ci attendiamo dal Governo – ha dichiarato Margherita Mastromauro, presidente del gruppo pastai di Unione italiana food – Identico apprezzamento va nella direzione dei ministri dello Sport e della Salute, a conferma che il binomio sport e sana alimentazione è inscindibile e che la pasta sta nel primo come nella seconda in maniera del tutto naturale”.

La campagna è la continuazione di un primo progetto lanciato la scorsa estate dall’allora ministro Teresa Bellanova. La nuova edizione si propone di continuare a promuovere a livello nazionale la pasta come simbolo della nostra tradizione culinaria, nonché come alimento salutare e sostenibile. L’Italia è il primo Paese produttore di pasta (con circa 3,7 milioni di tonnellate precediamo Usa e Turchia) e vanta il maggiore consumo pro-capite (23 chili). Secondo un’elaborazione di Unione italiana food su dati Istat, nel 2022 sono state esportate nel mondo quasi 2,4 milioni di tonnellate di pasta italiana (+5,2% rispetto al 2021), per un valore di 3,7 miliardi di euro (+31,0% sul 2021).

Hyle capital investe in Berberè: 20 nuove prizzerie in 4 anni

Hyle capital investe in Berberè: 20 nuove prizzerie in 4 anniMilano, 25 lug. (askanews) – Hyle capital partners, sgr che investe nel capitale di piccole e medie imprese italiane, investe in Berberè, catena di pizzerie italiana, e lanciano un piano di crescita per i prossimi quattro anni.

I fratelli Aloe, fondatori della catena, assieme ad Hyle hanno rilevato la quota del 23,5% detenuta da MiScusi da maggio del 2022 in Berberè e pianificano cinque nuove aperture all’anno in Italia e Europa nel prossimo quadriennio. Ai 17 locali che il brand gestisce in sei città italiane (Milano, Bologna, Torino, Firenze, Roma, Verona) e a Londra, si aggiungeranno circa 20 nuove aperture. Si inizia con l’espansione del brand nella sua regione di nascita, l’Emilia Romagna, con le aperture di Modena e Rimini, previste per l’autunno.

Berberè è il quarto investimento del fondo “Finance for food one”, con cui Hyle punta sul made in Italy all’interno del macro settore del food. Hyle ha scelto di dare fiducia, attraverso un’importante iniezione di capitale, ai valori e al modello imprenditoriale dei fratelli Aloe, che rimarranno alla guida del brand con una quota di maggioranza, si legge in una nota. Archiviato il biennio 2020 e 2021, condizionato dai lockdown, Berberè registra oggi tassi di crescita a doppia cifra e, partendo dai 20 milioni di euro attesi per il 2023, ha come obiettivo il raggiungimento di un fatturato di almeno 50 milioni di euro in tre anni.

Oggi le 17 pizzerie della catena sono gestite tutte in forma diretta, con un management ad alta percentuale femminile.

Rinnovo ccnl alimentare, Assica-Unaitalia: riconoscere specificità settori

Rinnovo ccnl alimentare, Assica-Unaitalia: riconoscere specificità settoriMilano, 25 lug. (askanews) – L’associazione industriali delle carni e dei salumi (Assica) e quella delle imprese avicole (Unaitalia) in occasione dell’avvio delle trattative sindacali per il contratto nazionale dell’industria alimentare hanno sottolineato “l’importanza delle buone relazioni industriali nell’ottica di addivenire a soluzioni condivise e utili sia per le aziende che per i lavoratori”.

Anica e Unaitalia, che hanno partecipato all’incontro con Fai, Flai e Uila per la costituzione di uno specifico coordinamento in materia sindacale, hanno tuttavia voluto rimarcare che “i due settori stiano affrontando una situazione economica particolarmente difficile: le specificità dei comparti suinicolo e avicolo, come noto, contraddistinti da esigenze organizzative peculiari legate alle tipologie di lavorazione, dovranno essere riconosciute in un apposito protocollo”, si legge in una nota. “Abbiamo apprezzato il clima costruttivo – hanno affermato i direttori di Assica Davide Calderone e di Unaitalia Lara Sanfrancesco – e siamo certi che le nostre istanze verranno considerate con la dovuta attenzione”.

Coldiretti: 500mila persone al lavoro nei campi, bene protocollo caldo

Coldiretti: 500mila persone al lavoro nei campi, bene protocollo caldoMilano, 25 lug. (askanews) – “E’ apprezzabile l’impegno ad affrontare tempestivamente la necessità di garantire condizioni di lavoro compatibili con le alte temperature”. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al tavolo convocato dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone sull’emergenza caldo, nel corso del quale la ministra ha annunciato una norma ad hoc anche per l’utilizzo ad ore della Cisoa, la cigo per gli operai agricoli a tempo indeterminato e anche la deroga al contatore dei 90 giorni annui massimo di utilizzo.

Per le operazioni agronomiche in campagna in questo periodo si stiamo siano occupate quasi mezzo milione di persone dalla raccolta della frutta a quella della verdura mentre c’è la vendemmia alle porte. La Cisoa, secondo la Coldiretti, non è comunque lo strumento che risolve il problema perché non è sempre possibile fermare la produzione nelle campagne dove occorre garantire le forniture alimentari, salvare i raccolti di prodotti deperibili e tutelare la salute dei lavoratori. Per garantire la sicurezza dei lavoratori, secondo la Coldiretti, vanno sostenuti gli accordi tra le parti sociali per adottare strategie ad-hoc, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione allo stop alla raccolta nelle ore più calde fino al lavoro notturno. Una esperienza adottata in molte realtà come Verona dove allo scopo di contenere il rischio del colpo di calore il datore di lavoro potrà prevedere, in deroga al contratto collettivo, una diversa distribuzione dell’orario di lavoro giornaliero anticipando (prima delle 6) e posticipando (dopo le 22) l’inizio e il termine della prestazione lavorativa considerando l’intero orario come ordinario.

Al via trattativa sindacale per rinnovo contratto industria alimentare

Al via trattativa sindacale per rinnovo contratto industria alimentareMilano, 25 lug. (askanews) – Si è aperta a Roma la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria alimentare, in scadenza il 30 novembre. A darne notizia sono i sindacati di categoria, che hanno espresso soddisfazione per una prima giornata di confronto generale con le parti datoriali nella quale sono state già concordate tre date per i prossimi incontri tecnici di approfondimento: 18 settembre, 25 settembre e 3 ottobre.

Nel presentare la piattaforma unitaria, i segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza hanno messo in evidenza la crescita del settore in termini di export, fatturato, produttività e occupazione: “Nonostante le difficoltà derivanti dal contesto internazionale, il settore ha dimostrato di essere in salute, con doti anticicliche e ulteriori potenzialità di crescita – affermano i sindacati – il nuovo contratto nazionale sarà fondamentale per dare risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori, sia sul piano economico che normativo, con l’obiettivo di governare i cambiamenti in corso, soprattutto in termini di transizione ecologica e digitale, consolidando e innovando l’organizzazione del lavoro in chiave sempre più partecipativa e condivisa”. Ai lavori hanno partecipato in presenza tutte le associazioni di imprese dei diversi comparti che avevano sottoscritto l’ultimo rinnovo del 2020: Ancit, Anicav, Assica, Assitol, Assobibe, Assobirra, Assolatte, Federvini, Mineracqua, Unaitalia, Unione Italiana Food.

Assenti, invece, le tre associazioni non firmatarie, Assalzoo, Assocarni e Italmopa. “Non lasceremo mai soli i lavoratori e le lavoratrici delle imprese aderenti a queste associazioni – hanno dichiarato Rota, Mininni e Mantegazza – per cui confermiamo il blocco degli straordinari e delle flessibilità in corso nei siti produttivi interessati, dove non si applica il contratto nazionale di settore, e annunciamo che saranno intraprese nuove azioni di lotta per scongiurare che nel comparto esistano lavoratori di serie A e altri di serie B”.