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I pastai italiani si danno nuove regole per pubblicità più trasparenti

I pastai italiani si danno nuove regole per pubblicità più trasparentiMilano, 21 mag. (askanews) – I pastai di Unione italiana food hanno deciso di adottarare un disciplinare per la autoregolamentazione dei claim volontari utilizzati nella comunicazione pubblicitaria della pasta: un percorso volontario con cui i produttori italiani di pasta si impegnano a fornire al consumatore informazioni sempre più chiare. Il nuovo disciplinare arriva a cinquantasette anni dalla Legge di purezza con cui hanno fissato i parametri qualitativi e i criteri ai quali, ancora oggi, ci si deve attenere per la loro produzione: l’obbligo di impiegare esclusivamente grano duro nel rispetto di precisi parametri analitici, quali umidità, proteine ed acidità e definendo puntualmente le denominazioni di vendita del prodotto, in base a precisi parametri di riferimento.


Proposto e approvato all’unanimità dai produttori di pasta di Unione italiana food, con riferimento anche alla pasta a denominazione tutelata, obiettivo del Disciplinare è quello di garantire una comunicazione sulla pasta imparziale, trasparente e rigorosa. Il documento fornisce indicazioni sui claim di natura volontaria utilizzati nella comunicazione pubblicitaria della pasta, per assicurare che il contenuto dei messaggi sia non solo conforme alla vigente normativa europea, nazionale ed autodisciplinare in materia di corretta e leale comunicazione pubblicitaria, ma anche alla normativa in tema di claim etici che stabiliscono un’implicazione sociale sul consumo di un prodotto, o una correlazione tra l’acquisto di un prodotto e la sua positiva ricaduta sociale. Dalle caratteristiche organolettiche e nutrizionali della pasta e delle materie prime impiegate ai diversi metodi di produzione, fino ai formati funzionali ai condimenti e alle ricette, il disciplinare prevede che ogni claim pubblicitario utilizzato per promuovere la pasta deve sempre ispirarsi ai principi di onestà, veridicità e correttezza con affermazioni verificabili, non ingannevoli, che garantiscano un valore aggiunto ancora presente al momento dell’acquisto e del consumo, basate su dati scientifici pertinenti o certificazioni di autorità pubbliche e coerenti con la normativa applicabile.


Le categorie di claim su cui si è concentrata l’attenzione del disciplinare riguardano gli ingredienti (grano duro, semola o acqua): caratteristiche della materia prima utilizzata come origine o antichità e specie varietale; il prodotto (pasta): caratteristiche della pasta e/o suoi aspetti qualitativi come tenuta in cottura, tenacità, colore; il processo produttivo: caratteristiche di processo relative alla materia prima e alla pasta come la macinazione, la decorticazione e la lavorazione del grano così come fasi, processi e tecniche di produzione della pasta; la definizione di “artigianalità” riferita alla pasta; la sostenibilità/circolarità del processo produttivo, dal campo alla tavola o in una specifica fase del processo produttivo; riciclabilità e sostenibilità degli imballaggi; sicurezza alimentare del prodotto; proprietà nutrizionali; riduzione di rischio di una malattia, in riferimento all’esistenza di un rapporto tra una categoria di alimenti o dei relativi componenti e un beneficio per la salute. “Questo disciplinare è un’ulteriore conferma del nostro impegno a garantire al consumatore informazioni sempre più chiare – commenta Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai italiani di Unione italiana food – Un percorso di natura volontaria che i pastai italiani hanno voluto intraprendere per rafforzare l’immagine della pasta italiana e a valorizzarne la produzione. Per difendere e tutelare un prodotto baluardo della tradizione italiana, che continua a riscuotere successi a livello nazionale e internazionale, oggi rinnoviamo l’impegno garantendo una comunicazione sulla pasta obiettiva, trasparente e rigorosa affinché il consumatore possa compiere la propria scelta d’acquisto liberamente e consapevolmente”.

Giornata mondiale api, Crea per le sentinelle dell’ambiente

Giornata mondiale api, Crea per le sentinelle dell’ambienteRoma, 20 mag. (askanews) – Dal monitoraggio alle pratiche di apicoltura sostenibile, dalle tecnologie digitali con sensori ed arnie di ultima generazione fino ai programmi di miglioramento genetico: il gruppo di ricerca di Apidologia del CREA Agricoltura e Ambiente, il più importante in Italia, lavora per proteggere le api e per aiutarle ad essere più resilienti ai cambiamenti climatici, studiandone la biodiversità e le avversità, promuovendone il benessere, salvaguardando le tipicità delle diverse popolazioni, caratterizzando le produzioni di miele delle api locali.


Il laboratorio API del CREA, inoltre, svolge analisi accreditate (Accredia) per imprese, associazioni e istituzioni, in particolare nel campo della valorizzazione qualitativa delle produzioni apistiche, del biomonitoraggio ambientale (progetto Beenet), per la caratterizzazione della sottospecie di Apis mellifera per gli iscritti all’Albo Nazionale Allevatori di Api Regine e per gli apicoltori/associazione di apicoltori. Tutto ciò è realizzato in collaborazione con altri enti di ricerca a livello nazionale e internazionale, con associazioni agricole e di apicoltori, tramite progetti di ricerca e attività di formazione. Ecco i progetti più rilevanti su cui si sta lavorando: BeeGuards (Resilient beekeeping and breeding to safeguard natural genetic resources and pollination services) mira a ad una gestione apistica sostenibile, a nuove strategie di selezione per la resilienza e a strumenti digitali e di previsione che consentiranno al settore dell’apicoltura di adattarsi ai cambiamenti climatici. Genapis.IT, un progetto finanziato dal MASAF nell’ambito del Regolamento UE a sostegno del settore apistico, che il CREA-AA svolge insieme a due associazioni nazionali per mappare la costituzione morfo-genetica delle popolazioni italiane di Apis mellifera, come base di linee genetiche autoctone su cui operare programmi di miglioramento genetico per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

La ciliegia rossa di Marostica Igp festeggia 80 anni

La ciliegia rossa di Marostica Igp festeggia 80 anniRoma, 20 mag. (askanews) – Festeggia ottant’anni la Ciliegia di Marostica Igp: è tutto pronto per il ritorno della tradizionale Festa nella città veneta della Partita a scacchi a personaggi viventi. La ciliegia di Marostica è stata la prima in Italia ad ottenere il marchio di qualità Igp: una sfera con un calibro di almeno 23 millimetri, una polpa succosa e molto soda, rigorosamente coltivata e raccolta, con le sue 38 varietà, nel territorio riconosciuto dal disciplinare di produzione. Il 26 maggio tornerà quindi la festa con la sua mostra mercato.


“Il maltempo di questi giorni ha seriamente compromesso le varietà precoci – commenta Giuseppe Zuech, presidente del Consorzio – Stiamo costantemente monitorando le previsioni meteo, nella speranza che il sole nei prossimi giorni possa salvare la raccolta delle varietà medio-tardive”. La Ciliegia di Marostica I.G.P. è coltivata nell’area di tutela, tra l’Astico e il Brenta, in una zona collinare caratterizzata da un clima ideale per la produzione di questa autentica primizia. La sua coltivazione coinvolge, oltre che Marostica, i vicini comuni di Pianezze, Colceresa, Breganze, Fara Vicentino, Salcedo, Schiavon e Bassano del Grappa.

Alla Fao il Gran premio mondiale ell’Acqua di Re Hassan II

Alla Fao il Gran premio mondiale ell’Acqua di Re Hassan IIRoma, 20 mag. (askanews) – “A nome dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), sono lieto di accettare il prestigioso Gran Premio Mondiale dell’Acqua del Re Hassan II del Marocco. È un onore ricevere questo Premio che riconosce e premia le azioni che promuovono la protezione e la conservazione delle risorse idriche, il miglioramento della loro gestione e il riutilizzo delle acque reflue, nonché la sensibilizzazione della popolazione sulle questioni idriche”. Lo ha detto QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), commentando la decisione di assegnare all’organizzazione il Gran Premio Mondiale dell’Acqua Re Hassan II del Marocco in occasione del decimo Forum Mondiale dell’Acqua, tenutosi a Bali. Il premio viene assegnato ogni tre anni nel corso di una speciale cerimonia che si tiene durante il World Water Forum.


L’acqua è ora pienamente integrata nel Quadro strategico della FAO 2022-2031, è al centro delle strategie tematiche della FAO sul cambiamento climatico, su scienza e innovazione, e sui relativi piani d’azione, ed è ben integrata in tutto il lavoro della FAO. L’anno scorso, per la prima volta nella storia dell’Organizzazione, l’acqua è stata il tema della 43a Sessione della Conferenza Ministeriale della FAO, il massimo organo di governo dell’Organizzazione. La stessa Conferenza ha approvato il tema della gestione delle risorse idriche per il biennio 2024-25, di conseguenza l’acqua è stata all’ordine del giorno di tutti gli organi direttivi e dei comitati tecnici della FAO nei due anni successivi, per concentrare le discussioni sulla mobilitazione delle conoscenze e delle risorse necessarie per portare avanti il lavoro della FAO sull’acqua.


L’acqua è stata anche il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione 2023, che commemora la fondazione della FAO il 16 aprile 1945, ed è stata celebrata durante il World Food Forum: “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Senza lasciare indietro nessuno”.

Fruitimprese denuncia: in Gdo frutta e verdura a 0,99 chilo

Fruitimprese denuncia: in Gdo frutta e verdura a 0,99 chiloRoma, 20 mag. (askanews) – Nella settimana in cui è stato pubblicato il DL Agricoltura, per recepire una serie di legittime istanze avanzate dal mondo agricolo, una importante catena distributiva promuove la vendita di frutta e verdura a 0,99 € al pezzo o al kg. La tempistica di questa pubblicità solleva preoccupazioni significative e interrogativi importanti sulle dinamiche del mercato agroalimentare, denuncia in una nota Fruitimprese.


“Promuovere frutta e verdura a un prezzo così basso – commenta Giancarlo Minguzzi, presidente Fruitimprese Emilia Romagna e n.1 della omonima OP di Alfonsine (RA) – potrebbe sembrare vantaggioso per i consumatori, ma nasconde problematiche profonde che riguardano la sostenibilità economica e sociale del settore agricolo. Vendere prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione danneggia gravemente le imprese agricole, che si trovano in una posizione di debolezza contrattuale rispetto alle grandi catene di distribuzione. Questa debolezza è amplificata dal fatto che i prodotti agricoli, essendo deperibili, devono essere venduti rapidamente, spesso a qualsiasi prezzo, per ridurre le perdite”. La questione della debolezza contrattuale dei produttori rispetto ai distributori è cruciale. “I prodotti industriali, che hanno una maggiore durata e possono essere stoccati per periodi più lunghi, non sono soggetti alla stessa pressione di vendita – aggiunge – Questo rende le imprese agricole particolarmente vulnerabili a pratiche commerciali sleali, come quelle che il DL Agricoltura cerca di contrastare. La nuova normativa intende creare un equilibrio più giusto nel mercato, garantendo che i prezzi di vendita riflettano i costi di produzione e impedendo che i produttori siano costretti a vendere sottocosto”.


La pubblicità della catena distributiva appare quindi in aperto contrasto con l’intento del provvedimento, continua Minguzzi. “Promozioni sottocosto, come questa, fanno capire che le pratiche sleali sono ancora diffuse. La questione minaccia la sostenibilità economica dei produttori, che sono costretti a competere in un mercato dove i grandi distributori dettano le regole. Le imprese agricole, incapaci di coprire i propri costi, rischiano di essere espulse dal mercato, portando a una maggiore concentrazione del potere economico nelle mani di pochi grandi attori. Questo non solo riduce la varietà e la qualità dei prodotti disponibili ai consumatori, ma mina anche l’economia locale e la resilienza del settore agroalimentare”.

Asiago Dop per l’ambiente: pianta 1000 alberi per riforestazione

Asiago Dop per l’ambiente: pianta 1000 alberi per riforestazioneRoma, 20 mag. (askanews) – Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago in campo per l’ambiente: sabato 18 maggio ha messo a dimora di 1000 nuovi alberi in una zona boschiva dell’Altopiano di Asiago colpita, nel 2018, dalla tempesta Vaia e, dal 2022, afflitta dal bostrico, un pericoloso parassita che sta causando gravi danni ai boschi.


La riforestazione è stata fatta nella zona boschiva di Enego, comune dell’Altopiano di Asiago. Avviata con una passeggiata guidata condotta da esperti di Etifor, spin-off dell’Università di Padova che trasforma le conoscenze scientifiche in impatti positivi per l’ambiente e la comunità, l’impianto dei nuovi alberi, tra abeti rossi, faggi e larici, ha confermato l’importanza di trasformare le scelte globali del Green Deal europeo e gli obiettivi condivisi sulla biodiversità in azioni concrete locali ed individuali prendendo parte direttamente al processo di rinascita e tutela. Il nuovo gesto di restituzione si inserisce in un percorso di testimonianza del forte legame che unisce il formaggio Asiago DOP al suo luogo d’origine, preceduto, negli anni scorsi, da varie azioni come quelle dedicate al ripristino di malghe danneggiate da eventi naturali, il sostegno alla ricerca delle radici storiche e culturali del territorio fino alle attività di promozione e valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico dell’altopiano più grande d’Europa.


“Essere testimoni di questo territorio – ha affermato Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – vuol dire, per tutti i produttori di Asiago DOP, scegliere ogni giorno di agire concretamente per garantire il suo futuro e quello delle prossime generazioni. La posa di questi alberi è un gesto simbolico di restituzione e un impegno condiviso con quanti hanno a cuore il pianeta e vogliono essere parte attiva della sua cura insieme a noi”. La messa a dimora dei 1000 alberi, simbolicamente a rappresentare ognuna delle mille aziende che compongono la filiera produttiva dell’Asiago DOP e gli oltre mille anni di storia di questo prodotto, è inserita in questo progetto e segna anche il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di adozione di una porzione di bosco che ora tornerà a crescere ed offrire il suo prezioso contributo al mantenimento dell’equilibrio naturale.

Siccità, Coldiretti: grave crisi in Sicilia anche per animali

Siccità, Coldiretti: grave crisi in Sicilia anche per animaliRoma, 20 mag. (askanews) – Centinaia di allevamenti che non riescono più a sfamare i propri animali per la mancanza di acqua e foraggio bruciato dalla siccità, con il serio rischio di vederli morire. E’ ormai drammatica la situazione nelle campagne della Sicilia dove è arrivato il primo carico del milione e mezzo di chili di fieno donati da Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Bonifiche Ferraresi, Associazione italiana allevatori e Fedama – Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza per dare un aiuto alle stalle dell’isola, letteralmente in ginocchio a causa della siccità.


Il foraggio viene trasportato e distribuito nelle aziende più in difficoltà, ma è solo un aiuto parziale che non potrà da solo salvare mucche e pecore ormai allo stremo in tutta la regione, a partire dalle zone interne, ormai arse con campi di grano e pascoli completamente secchi a causa della perdurante mancanza di pioggia. Coldiretti Sicilia è impegnata in questa fase a portare anche acqua nelle zone più in difficoltà. Le stime attuali parlano di un calo del 70% del raccolto, ma se la situazione dovesse perdurare c’è il concreto rischio di un vero e proprio azzeramento. E gli allevatori sono costretti a comprare prodotto fuori regione a costi difficili da sostenere, considerata la grave crisi. Ma la preoccupazione riguarda ormai tutti i comparti dell’agroalimentare siciliano, vittima di anni di incapacità ad investire su un sistema infrastrutturale capace di non far disperdere l’acqua e in grado di garantire alle aziende la sopravvivenza.

Il 28 maggio al Masaf riunione tavolo filiera apicoltura e miele

Il 28 maggio al Masaf riunione tavolo filiera apicoltura e mieleRoma, 20 mag. (askanews) – “Il 28 maggio ho convocato al ministero una nuova riunione del tavolo di settore. Con l’ok definitivo alla Direttiva Breakfast, grazie alla determinazione dell’Italia in Ue abbiamo ottenuto uno straordinario risultato all’insegna di una maggiore trasparenza in etichetta”. Lo ha detto il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, partecipando al convegno organizzato in occasione della Giornata mondiale delle api a Rocca San Giovanni, in provincia di Chieti, da Miele in Cooperativa e Confcooperative Fedagripesca nell’ambito di “Generazione Honey”, campagna di comunicazione promossa da Agri Rete Service e finanziata dal Masaf.


Per valorizzare il miele Made in Italy nel corso del tavolo sarà condivisa con il settore “una prima stesura del Sistema di qualità nazionale. Nelle prossime settimane, inoltre, partirà la campagna di promozione realizzata con Ismea per valorizzare il miele come prodotto di qualità garantita proveniente dai nostri territori”, ha annunciato il sottosegretario. “La giornata di oggi offre l’occasione per ricordare non solo l’importanza delle api e degli altri impollinatori per salvaguardare la biodiversità e la produzione agricola, ma anche il ruolo e il lavoro degli apicoltori, essenziale per la loro sopravvivenza. Siamo consapevoli – ha aggiunto D’Eramo – delle criticità che sta affrontando in questo momento la filiera, dai cambiamenti climatici all’inquinamento, dalla concorrenza sleale alle frodi fino alla crisi dei consumi. Per questo stiamo lavorando a misure che, sia nel breve sia nel medio periodo, possano aiutare i nostri produttori”.


“Vogliamo continuare su quella strada, promuovendo anche un’intensificazione dei controlli che tuteli consumatori e apicoltori da prodotti di provenienza Extra Ue, spesso di scarsa qualità, adulterati e venduti a prezzi stracciati”, ha concluso.

Lollobrigida: su farine di insetti in Italia etichette chiare

Lollobrigida: su farine di insetti in Italia etichette chiareRoma, 20 mag. (askanews) – “L’Unione Europea ha autorizzato l’utilizzo di farine derivanti da insetti con l’approvazione dei Governi che hanno preceduto il nostro. In Italia abbiamo imposto etichette che in lingua Italiana evidenzino la presenza di prodotti derivanti da insetti negli alimenti, i pericoli che possono derivarne e che gli stessi siano collocati in specifici scaffali separati. Chi vorrà potrà comprarli ma nessuno sarà costretto a mangiare insetti a sua insaputa”. E’ quanto ha scritto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, sui propri canalei social.

Giornata api, Confcooperative: serve patto con i consumatori

Giornata api, Confcooperative: serve patto con i consumatoriRoma, 20 mag. (askanews) – “Non è possibile salvare le api se non salviamo anche gli apicoltori, obiettivo che si può raggiungere stringendo un’alleanza tra apicoltori e consumatori. Sono questi, infatti, attraverso le loro scelte di acquisto consapevoli di prodotti di qualità, legati al territorio e a chi li produce, che possono salvare il miele italiano e gli apicoltori”.


Lo ha detto Riccardo Terriaca, segretario generale di Miele in cooperativa, associazione che fa capo a Confcooperative Fedagripesca, intervenendo al convegno “La giornata mondiale delle api e degli apicoltori”, svoltosi alla Cantina Frentana di Rocca San Giovanni (Chieti). “Vorremmo che a partire da oggi la Giornata mondiale delle api diventi anche la Giornata degli apicoltori”, ha dunque spiegato Terriaca. “I consumatori hanno una funzione fondamentale che può fare la differenza perché sono le loro scelte che possono determinare il futuro degli apicoltori”.


“Se i consumatori continueranno ad orientarsi verso prodotti di scarsa qualità, che arrivano con prezzi inferiori a 2 euro al chilo – ha proseguito Terriaca – il miele italiano continuerà a soffrire della concorrenza sleale del miele importato e spesso frutto di sofisticazioni e si rischierà lo spopolamento del mondo agricolo. Se invece le scelte di acquisto saranno orientate a preferire prodotti di qualità e salubri, che rispettano rigide regole produttive, mieli che siano direttamente collegati agli apicoltori e al territorio in cui essi operano, allora i consumatori contribuiranno a tutelare migliaia di produttori e insieme anche le tante biodiversità del nostro paese, dando un aiuto concreto all’ambiente e alla custodia dei nostri straordinari paesaggi”.