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Salame Piemonte Igp, vendite affettato superano prodotto intero

Salame Piemonte Igp, vendite affettato superano prodotto interoRoma, 25 nov. (askanews) – Primi nove mesi con il segno positivo per il Salame Piemonte Igp, che vede crescere la produzione del 17%, le vendite del 21% e l’affettato in vaschetta del 25%. E per la prima volta le vendite dell’affettato arrivano al 54%, superando quelle del prodotto intero. Per quello che riguarda le previsioni di chiusura di fine anno, il Consorzio si dichiara moderatamente ottimista, contando di riuscire a mantenere l’attuale trend di crescita, trainato da tre fattori: crescita dell’affettato, ampliamento della gamma clienti retail e, non ultimo, il favorevole riscontro che il Salame Piemonte sta registrando all’estero.


Daniele Veglio, presidente del Consorzio, si dice molto soddisfatto dei risultati ottenuti “poiché la crescita della produzione è dovuta ad un aumento degli ordini e all’acquisizione di nuovi clienti nel canale GDO. La crescita straordinaria dell’affettato è dovuta, invece, alla scelta delle aziende di diversificare i formati, immettendo sul mercato le nuove confezioni da 80 e 60 grammi, che vengono incontro alle diverse esigenze nutrizionali dei consumatori, che richiedono porzioni ridotte o monodose, ideali, ad esempio, per un consumo pratico e veloce nella pausa pranzo”. Sul fronte dei canali di vendita viene confermata la predominanza del canale moderno (GDO + Discount) che rappresenta il 60% delle vendite, seguito dal canale vendita tradizionale, costituito dal normal trade e dai grossisti, che rappresenta il 30% delle vendite. Il restante 10% è rappresentato dall’estero. Sul fronte export, la Svezia, dove recentemente il Salame Piemonte ha incontrato un crescente interesse, sale al 1° posto, seguita da Francia e Germania e dalla Svizzera, new entry nella lista dei Paesi export. Rispetto all’anno passato, si registra un aumento della quota export, non ancora in grado di compensare la perdita del Giappone, mercato che il Consorzio spera possa presto riaprire le porte all’import dei salumi italiani.

Clima pesa su campagna bieticola ma produzione tiene a 147mila ton

Clima pesa su campagna bieticola ma produzione tiene a 147mila tonRoma, 25 nov. (askanews) – La campagna bieticola 2024 è stata penalizzata dagli eventi climatici estremi ha scelte mirate hanno contribuito a mitigare parzialmente le ripercussioni sugli standard produttivi abitualicon una produzione conclusiva che si attesta a quota 147mila tonnellate prodotte a fronte delle 155mila dello scorso anno. Lo rende noto Coprob-Italia Zuccheri, realtà produttiva che da oltre 60 anni unisce 7000 aziende agricole, di cui 4000 soci.


Un dato che è frutto di una primavera piuttosto limitante in Veneto e solo in parte favorevole nell’area emiliano-romagnola, dove molteplici aree produttive hanno subìto estesi allagamenti a causa dei fenomeni estremi e sul quale hanno inciso pesantemente, dopo le elevatissime temperature estive anche i violenti e distruttivi fenomeni precipitativi e alluvionali dell’autunno che non hanno consentito alla cooperativa di prolungare oltremodo, come da consuetudine, le tempistiche per il conferimento del prodotto in stabilimento. La campagna bieticola di quest’anno è stata infatti caratterizzata dall’incidenza di molteplici fattori idro-climatici che ne hanno per lo più condizionato l’andamento. L’avvio della campagna aveva generato inizialmente un cauto ottimismo, ma l’arrivo di una prolungata ondata di calore, nell’estate più calda di sempre, unita alle continue e distruttive precipitazioni autunnali nel comprensorio produttivo, hanno pesato inevitabilmente sulle performances, anticipando anche la conclusione della stessa raccolta.


“E’ stata nei fatti una stagione veramente penalizzata dal maltempo in tutte le sue fasi temporali – ha commentato il presidente di Coprob Italia Zuccheri Luigi Maccaferri – nonostante gli sforzi collettivi della cooperativa per fare il meglio possibile in corso di lavorazione, tenendo conto dello scenario climatico negativo, abbiamo mantenuto il livello produttivo che, ad ogni modo, non può ritenersi soddisfacente. Andiamo comunque da subito incontro alle necessità dei soci, soprattutto quelli che hanno maggiormente subìto i danni più gravi alle loro coltivazioni, con indennizzi e, come ulteriore novità importante, presenteremo, già nei prossimi giorni all’interno delle assemblee itineranti dei nostri soci, la nuova programmazione per la prossima campagna bieticola con novità rilevanti sia in ambito agricolo che commerciale”.

Olio di oliva, esport in crescita del 59% in primi 9 mesi

Olio di oliva, esport in crescita del 59% in primi 9 mesiRoma, 25 nov. (askanews) – Torna in positivo il saldo della bilancia commerciale dell’olio made in Italy: tra gennaio e agosto 2024, infatti, gli oli di oliva italiani hanno registrato vendite fuori confine per oltre 2 miliardi di euro, mettendo così a segno una crescita a valore del 59% sul pari periodo 2023. Sono le elaborazioni di Sol2Expo sulla base degli ultimi dati Istat in occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo che si celebra domani, 26 novembre. Un balzo, spinto anche dall’aumento dei listini, che ha riportato dopo 4 anni in positivo il saldo delle esportazioni (a +5,2 milioni di euro) e che rappresenta una buona notizia per un comparto tricolore alle prese con due campagne olearie consecutive particolarmente leggere.


Al netto della dinamica inflattiva, l’analisi di Sol2Expo rileva infatti una crescita del 5,4% anche sul fronte dei volumi, trainata dai mercati extra-europei (+9,6% il risultato a volume dei primi 8 mesi 2024) – in particolare Usa (+9,6%), Giappone (+6,1%) e Canada (+12,9%) – ma anche dalla Germania, secondo partner commerciale tricolore (a +17,9%). A fare da ambasciatore, l’olio extravergine di oliva (“EU Cat.1”), responsabile per circa l’85% delle vendite estere tra gennaio e agosto di quest’anno (supera gli 1,7 miliardi il consuntivo degli 8 mesi) con un surplus commerciale di quasi 107 milioni di euro.


Un risultato importante per il prodotto più rappresentativo di una coltura, quella dell’olivo, particolarmente strategica per il Belpease anche per il suo ruolo nella conservazione del territorio. Secondo i dati del Ministero delle Politiche agricole più del 70% dei 1,1 milioni di ettari dell’olivicoltura italiana è infatti situata in aree di collina o di montagna, dove svolge un ruolo importantissimo non solo in termini paesaggistici e culturali, ma anche di prevenzione del dissesto idrogeologico. Con una storia millenaria e un’adattabilità senza pari, l’olivo è coltivato su oltre 11 milioni di ettari nel mondo, con una presenza capillare in tutti i continenti. Sol2Expo – Full Olive Experience si terrà dal 2 al 4 marzo a Veronafiere.

Lollobrigida: su servizio civile agricolo un ottimo riscontro

Lollobrigida: su servizio civile agricolo un ottimo riscontroRoma, 25 nov. (askanews) – “Oggi lo stanziamento economico per il servizio civile in agricoltura prevede una copertura fino a 1.000 giovani e in tre anni dovremmo arrivare a 4.000 l’anno, ovviamente valutando le risposte. Dobbiamo utilizzare in maniera attenta le risorse dello Stato e quindi verificare di non prevedere delle risorse in assenza di domande ma da quello che sappiamo c’è un ottimo riscontro rispetto a questo tipo di valorizzazione dell’impegno civile di tanti giovani in tanti ambiti anche in quello a contatto con la natura attraverso il mondo dell’Agricoltura”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo a margine delle celebrazioni per il 50esimo anniversario della nomina a ministro dell’Agricoltura del senatore Giovanni Marcora, che si sono svolte stamattina al Masaf a Roma.


“Tra le tante cose importanti che il ministro Giovanni Marcora lasciò in eredità a questa nazione ci fu nel 1972 dell’obiezione di coscienza come possibilità di servire la Patria non in armi – ha ricordato Lollobrigida – La legge fu modificata nel 2001 durante il Governo Amato, inserendo il servizio civile in agricoltura. Ricordo – ha proseguito il ministro – che non si tratta di un lavoro, chi lo svolge riceve solo un rimbordo per fare una esperienza a contatto con un mondo che li appassione ed è una scelta del tutto volontaria. Si fa nei settori ambientali, presso i comuni, in diversi ambiti sociali e anche quello dell’agricoltura”. “Il bando – ha proseguito ancora Lollobrigida – viene promosso attraverso i canali formali del terzo settore e mette in condizione l’associazionismo di presentare delle proposte che sono visionate da una commissione specifica che crea un elenco e approva dei progetti nel cui ambito chi fa domanda può essere impiegato”


“Oggi diventa così realizzabile – ha concluso il ministro – una esperienza per i tanti giovani che nell’associazionismo agricolo possono svolgere una funzione di racconto e di presentazione dei prodotti a contatto con le imprese. Per poi aumentare la loro esperienza anche curricolare che gli darà peraltro anche la possibilità con una riserva di posti nell’ambito pubblico del 15% di avere un vantaggio competitivo in quest’ottica”.

In Toscana il 27 e 28 novembre il forum nazionale Agriturist

In Toscana il 27 e 28 novembre il forum nazionale AgrituristRoma, 25 nov. (askanews) – Imprenditori, personalità ed esperti del settore turistico e agrituristico a confronto sulla storia, il presente e le prospettive del comparto, tra i più dinamici dell’economia nazionale. L’appuntamento è a Firenze, il 27 e 28 novembre, al Forum nazionale di Agriturist, la prima associazione in Italia dedicata all’ambiente e al territorio, fondata da Confagricoltura nel 1965.


L’evento in Toscana celebra anche il grande lavoro di quel territorio che per primo, anticipando la nascita dell’organizzazione nazionale, ha saputo valorizzare il grande patrimonio agricolo e turistico in una nuova ottica. Mercoledì 27 è in programma “Agriturist racconta l’agriturismo italiano. Passato, presente e futuro”, che avrà luogo nell’azienda Fattoria di Maiano, a Fiesole, a partire dalle 10. In Italia gli agriturismi sono quasi 26.000, per l’84% in aree collinari e montane. La domanda agrituristica ha superato i valori pre-pandemia, con oltre 4 milioni di arrivi e più di 15,5 milioni di presenze. Le aziende agrituristiche mostrano anche una SAU media di 25,3 ettari, circa due volte e mezzo superiore rispetto alla media delle aziende agricole italiane.


“Il Forum nazionale rafforza le sinergie tra agricoltura e ospitalità rurale in un momento che richiede ancora maggiore attenzione alle varie dinamiche. Il nostro comparto – dice il presidente di Agriturist Augusto Congionti – fa della sostenibilità, economica, sociale e ambientale i propri elementi caratterizzanti. Agriturist e Confagricoltura da sempre mirano a creare un sistema integrato che promuova le risorse locali, le tradizioni e la cultura. Un turismo sostenibile che offre servizi di qualità negli agriturismi associati”. Giovedì 28, alla Leopolda di Firenze, Agriturist e Confagricoltura saranno presenti al BTO – Be Travel Onlife, l’evento di riferimento in Italia su Turismo Digitale, Innovazione e Formazione, quest’anno dedicato al “BALANCE: AI Confluence in Travel”. L’appuntamento è alle 10, nel panel “Agricoltura e turismo: come e perché sviluppare il settore agrituristico italiano e le aree rurali”.


A seguire, il panel: “Come facilitare la visibilità online di un agriturismo e delle strutture ricettive grazie all’intelligenza artificiale”. Agriturist e Confagricoltura intendono così inquadrare le condizioni e le azioni alla base di un ulteriore sviluppo dell’agriturismo in Italia, che può sfruttare al meglio di altri Paesi il trend di crescita a livello mondiale. Ma non si può prescindere dai due grandi temi che riguardano l’economia mondiale: sostenibilità e accelerazione digitale.

Valtellina Casera: verso revisione “scientifica” disciplinare Dop

Valtellina Casera: verso revisione “scientifica” disciplinare DopMilano, 22 nov. (askanews) – A distanza di quasi trent’anni dalla pubblicazione, il disciplinare del Valtellina Casera Dop si avvia a una rivisitazione per riflettere i cambiamenti socioeconomici, tecnologici e di mercato che hanno interessato la filiera del latte valtellinese. Per fare questo il Consorzio di tutela delle due Dop, Casera Valtellina e Bitto, ha avviato due anni fa il progetto Simca, Soluzioni innovative per il miglioramento delle tecnologie di produzione del Valtellina Casera Dop nel percorso di rivisitazione del disciplinare, giunto ora al termine.


Cofinanziato da Regione Lombardia e realizzato in collaborazione con l’Università di Milano, l’istituto di biologia e biotecnologie agrarie e l’istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr, il progetto ha portato a delle evidenze scientifiche che forniscono al Consorzio di tutela elementi utili, prima di tutto, per una puntuale revisione del disciplinare e per supportare una differenziazione del formaggio all’interno della Dop, ad esempio con un Valtellina Casera DOP di “sola razza Bruna”. Le variabili indagate in fase di studio hanno visto per esempio un confronto fra l’utilizzo di latte crudo e latte pastorizzato nel processo caseario, l’uso di fermenti autoctoni e protettivi, l’analisi dei tempi di pressatura cagliata (tradizionale lenta vs moderna veloce), l’utilizzo di latte di sola razza Bruna, l’ampliamento dell’areale di produzione al Pian di Spagna, la possibilità di dare una forma non cilindrica ma a sezione parallelepipeda solo per il formaggio destinato a lavorazioni successive (affettamento, cubettatura etc.) o la relazione tra tre diversi tempi di stagionatura e il contenuto residuo lattosio e galattosio.


Dall’analisi di quasi 500 forme sperimentali di formaggio, e più di 25 sessioni di prove analitiche e sensoriali, è emersa l’assenza totale di lattosio e galattosio, una buona presenza di diversi elementi nutritivi e il forte potenziale per migliorare ulteriormente la qualità del Valtellina Casera Dop, di cui vengono prodotte oltre 230.000 forme all’anno. “I risultati raggiunti dal progetto forniscono elementi scientifici e operativi per una possibile modifica del disciplinare – ha spiegato Ivano De Noni, del dipartimento di Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente dell’Università degli Studi di Milano – Questo supporta i produttori nell’adozione di pratiche zootecniche e di caseificazione utili per migliorare la qualità del prodotto, individuando al contempo soluzioni di commercializzazione capaci di rispondere alle esigenze del mercato attuale”. “Il nuovo disciplinare deve garantire la tutela del Valtellina Casera Dop anche per il futuro, assicurando che i consumatori possano continuare a trovare nei nostri prodotti i sapori autentici e tipici della Valtellina” ha aggiunto Attilio Tartarini, consulente tecnico del Consorzio.


I risultati del progetto sono stati presentati presso la sede di Confindustria Lecco e Sondrio, in occasione di un incontro sul tema a cui hanno preso parte tutti i protagonisti del partenariato. “Siamo giunti oggi alla conclusione di due anni di intenso lavoro sperimentale, un’esperienza unica per il nostro settore – ha dichiarato Marco Deghi, presidente del Consorzio di tutela – In passato ci siamo spesso affidati alle pratiche tradizionali, senza approfondire in modo sistematico i fenomeni alla base della produzione. Oggi, invece, abbiamo voluto entrare in un maggior dettaglio, studiando i processi di trasformazione, le caratteristiche del latte, le variabili produttive e le innovazioni che negli ultimi 25 anni hanno influenzato la storia di questo formaggio. Si tratta di un approccio nuovo, che affianca alla tradizione un’importante base scientifica, necessaria e fondamentale per affrontare con solide evidenze il progetto di modifica del disciplinare”.

Giovanni Guarneri riconfermato presidente gruppo latte del Copa-Cogeca

Giovanni Guarneri riconfermato presidente gruppo latte del Copa-CogecaMilano, 22 nov. (askanews) – Giovanni Guarneri è stato rieletto a Bruxelles presidente del gruppo di lavoro latte del Copa-Cogeca, la principale organizzazione di rappresentanza agroalimentare europea. Guarneri, dal 2022 presidente del comitato di settore lattiero caseario di Confcooperative Fedagripesca, è stato eletto in rappresentanza di Alleanza cooperative agroalimentari e sarà affiancato da due vicepresidenti, provenienti da Francia e Polonia.


Nel suo discorso di insediamento Guarneri ha evidenziato le principali priorità della legislatura appena avviata: l’attrattività e l’immagine del settore, gli sviluppi in materia di commercio internazionale in un contesto di relazioni internazionali particolarmente complesso e l’evoluzione della normativa comunitaria in materia di sostenibilità, che dovrà conciliare gli aspetti socio-economici e ambientali senza mettere a repentaglio la competitività di imprese agricole e cooperative. Laureato in scienze e tecnologie alimentari, specializzato in economia agro-alimentare al master Smea dell’Università Cattolica, Guarneri conduce, in società con suo fratello, un allevamento di 400 vacche e 250 ettari in provincia di Cremona dal 2001. La sua azienda agricola è socia della Cooperativa Fattorie Cremona-PLAC, di cui Guarneri è vice presidente. Guarneri riveste anche la carica di presidente del consorzio per la tutela del provolone Valpadana ed è membro del consiglio d’amministrazione del consorzio per la tutela del Grana padano.

Pomodoro industria, Anicav: Italia terza al mondo, ma preoccupa +31% Cina

Pomodoro industria, Anicav: Italia terza al mondo, ma preoccupa +31% CinaMilano, 22 nov. (askanews) – L’Italia si conferma il terzo Paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale con 5,3 milioni di tonnellate in calo dell 2,5% rispetto all’anno precedente, dopo la Cina quest’anno ha registrato un incremento del 31% rispetto al 2023 e del 68% sul 2022, e gli Usa, la cui produzione è in calo del 14% sulla scorsa campagna. L’incremento produttivo della Cina, spiega Anicav in una nota, rappresenta un’importante fonte di preoccupazione per l’industria italiana della trasformazione del pomodoro.


Pur non riguardando direttamente le nostre produzioni – l’Italia è infatti il primo esportatore al mondo di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale – l’aumento delle esportazioni in ambito UE da parte di Paesi che producono sotto le soglie minime di sostenibilità ambientale e sociale rischia di incidere sulle dinamiche commerciali interne danneggiando lavoratori, consumatori e ambiente. Per questo motivo, a tutela della filiera, l’Anivav ritiene necessario porre in essere una serie di iniziative in sede UE finalizzate, da un lato, ad introdurre il principio di reciprocità per cui tutti devono avere e rispettare le stesse regole e, dall’altro a estendere a livello europeo la norma, già vigente in Italia, in base alla quale la passata deve essere ottenuta solo da pomodoro fresco e riportare in etichetta lo Stato di produzione del pomodoro e, qualora il ciclo produttivo lo consenta, anche la zona dove il pomodoro è stato coltivato.

Anicav: in 2024 traformati 5,3 mln ton pomodoro, circa -10% su previsioni

Anicav: in 2024 traformati 5,3 mln ton pomodoro, circa -10% su previsioniMilano, 22 nov. (askanews) – La campagna di trasformazione del pomodoro 2024 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate, in leggera riduzione (-2,5%) rispetto al 2023, ma con una sostanziale flessione rispetto alle programmazioni fatte, pari a circa il 10%, in particolare nel bacino Nord, nonostante un maggiore investimento in ettari a livello nazionale (+11% sul 2023).


Una campagna molto complessa con siccità a Sud e sovrabbondanza di piogge al Nord che hanno causato frequenti fermi fabbrica e allungato il periodo di lavorazione fino ad inizio novembre. Andando ad analizzare nel dettaglio, al Centro Sud sono state trasformate 2,87 milioni di tonnellate (+10% rispetto al 2023) mentre nel bacino Nord il trasformato finale è stato di 2,4 milioni di tonnellate (-14% rispetto allo scorso anno). Tutto ciò nonostante l’incremento delle aree trapiantate rispetto alla scorsa campagna di trasformazione. Si è registrato un peggioramento delle rese agricole, in maniera più marcata al Nord, e delle rese industriali, in entrambi i bacini produttivi, stante la necessità di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire gli elevati standard qualitativi che, da sempre, caratterizzano le nostre produzioni, con un significativo impatto sui costi di produzione.


“Quella appena conclusa è stata una campagna molto complicata – dichiara Marco Serafini, presidente di Anicav – Le problematiche legate alla gestione delle risorse idriche, in particolare, hanno avuto un importante impatto sull’andamento della campagna e, se non si correrà ai ripari, la situazione sia al Nord che al Sud potrebbe, nei prossimi anni, diventare insostenibile. C’è bisogno, quindi, di interventi infrastrutturali finalizzati all’efficientamento della filiera e a scongiurare i rischi legati all’emergenza idrica: la costruzione della diga di Vetto nel bacino Nord e la creazione di un’opera infrastrutturale di collegamento tra la diga di Occhito, in provincia di Foggia, e quella del Liscione, in provincia di Campobasso, rappresenterebbero una prima importante risposta per il nostro settore”. Oltre alla variabile climatica a pesare sulle aziende rimane sempre il prezzo della materia prima che continua ad essere il più alto al mondo anche a causa dei costi elevati cui la parte agricola deve far fronte. “Per restare competitivi sarà prioritario, in un contesto sempre più globalizzato come quello in cui le nostre imprese operano, cominciare a lavorare, sia al Nord che al Sud, per un riequilibrio dei prezzi del pomodoro – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav – A tal fine non è più procrastinabile adoperarsi per trovare soluzioni innovative che possano portare a un efficientamento produttivo puntando, ancor più e meglio, sulla ricerca varietale, sull’evoluzione delle tecniche produttive e ripensando l’organizzazione ed il livello dimensionale delle imprese agricole, sempre salvaguardando la qualità e la sicurezza delle produzioni e il rispetto dei lavoratori”.


Su queste tematiche di grande importanza e attualità per il settore si discuterà nel corso dell’assemblea pubblica di Anicav, Il filo rosso del Pomodoro. Tra infrastrutture strategiche e tutela del made in Italy – in programma a Parma, presso l’Auditorium Paganini, il prossimo 3 dicembre – alla quale interverranno rappresentanti delle istituzioni e del Governo e i principali player del comparto della trasformazione del pomodoro e della rappresentanza professionale agricola.

Benessere animale, Italia leader nel settore suinicolo

Benessere animale, Italia leader nel settore suinicoloRoma, 21 nov. (askanews) – L’Italia e il Mezzogiorno possono diventare una guida per il benessere animale nel settore suinicolo, un tema sempre più centrale nelle scelte dei consumatori di tutto il mondo. A confermarlo il Compassion in World Farming (CIWF), la più importante organizzazione no profit del mondo nell’ambito del benessere e della protezione degli animali da allevamento, che a Parigi in occasione del SIAL (Salone Internazionale dell’Alimentazione) ha consegnato il Good Pig Award a cinque realtà, tutte italiane, che si impegnano ad elevare gli standard di vita negli allevamenti di maiali.


A brillare per il Sud Italia è Madeo, che ottiene il riconoscimento per la sua filiera di suino calabrese Dop. Per l’azienda di San Demetrio Corone (Cosenza) si tratta di un bis, dopo il premio già ottenuto per la filiera del suino nero italiano. L’azienda, infatti, da sempre alleva gli animali tutelandone il benessere psicofisico secondo i più elevati standard: allevamento rigorosamente all’aperto, rispetto dei naturali ritmi di accrescimento e riproduzione, alimentazione sana e assenza di antibiotici fin dalla nascita. I suini si nutrono, come da natura, di erbe, radici, ghiande e olive del territorio a cui poi vengono integrati i cereali della filiera (mais, orzo, favino) e vegetali di stagione. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato l’amministratore delegato e presidente, Anna Madeo – è portare di nuovo in alto la zootecnia in Calabria, puntando su una cultura diffusa che valorizzi la qualità e i piccoli numeri”. Il percorso sul benessere animale intrapreso dall’azienda ha portato alla definizione di un “Metodo Madeo”, considerato come riferimento per gli standard più elevati nell’ambito suinicolo, ben oltre le recenti linee guida che verranno inserite nel nuovo regolamento europeo in materia, in vigore dal 2027.