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Da R. Toscana 9,8 mln del Fosmit per rilanciare le aree montane

Da R. Toscana 9,8 mln del Fosmit per rilanciare le aree montaneRoma, 6 dic. (askanews) – Sostenere e rilanciare le aree montane per contrastare lo spopolamento e creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo. Per questo, per il 2024, la giunta toscana, su proposta della vicepresidente e assessora alle aree montane Stefania Saccardi, ha destinato 9 milioni e 800mila euro provenienti dal Fondo nazionale per lo sviluppo delle montagne italiane” (FOSMIT).

“Un atto in coerenza con gli indirizzi di governo, il bando residenzialità era infatti nel mio programma – ha detto il presidente Eugenio Giani – I territori montani devono diventare sempre più un elemento di crescita economica e sviluppo sociale e il pacchetto di interventi punta a questo obiettivo”. “Si tratta di un insieme di interventi molto vasto che gli enti locali hanno predisposto tenendo conto delle esigenze più sentite sui territori – ha spiegato la vicepresidente e assessora alle aree montane Stefania Saccardi – e questi fondi andranno a sostenere in maniera significativa la qualità della vita e le condizioni di sviluppo di queste aree alle quali vogliamo continuare a dare un’azione costante e incisiva”.

Nella ultima seduta di giunta è stata approvata la tranche toscana del fondo stabilendo di ripartirla così: 2 milioni e 800mila euro sul “Bando per incentivare la residenzialità in montagna” che rientra nella linea di intervento relativa a “Iniziative volte a contrastare lo spopolamento dei territori”, e 7 milioni di euro per avviare nei primi mesi del 2024 un bando di concessione di contributi utili alla realizzazione di progetti di investimento sui territori montani. Altri 3.089.999 euro andranno invece per la realizzazione di interventi riferibili a tutte le tipologie di azioni previste dal comma 8 dell’articolo 3 del decreto ministeriale.

Inoltre, la Regione ha intenzione di destinare, nel 2024, ulteriori 1,4 milioni di euro di fondi regionali per contributi agli enti montani per l’acquisto di attrezzature e mezzi per le attività di sgombero neve e per il trattamento antighiaccio.

Consorzio Vermouth Torino a Comm. Ue: rivedere norme etichettatura

Consorzio Vermouth Torino a Comm. Ue: rivedere norme etichettaturaRoma, 6 dic. (askanews) – E’ “insostenibile una norma che non lascia il tempo ai produttori di adeguarsi”: lo sottolinea il Consorzio Vermouth di Torino che chiede una modifica urgente delle Linee Guida “per evitare la distruzione di milioni di etichette già stampate o presenti sugli scaffali e in generale chiede sempre un periodo di tempo transitorio per l’applicazione di nuovi testi che arrivano sui produttori come un fulmine a ciel sereno”.

L’appello, che si unisce a quello di molti altri del mondo vino e spirits, arriva dopo che la settimana scorsa la Commissione Europea ha pubblicato una nuova interpretazione sulle norme dell’etichettatura per i vini, proprio alla vigilia della scadenza dell’8 dicembre 2023, quando i nuovi obblighi in materia di indicazioni nutrizionali e lista degli ingredienti entreranno definitivamente in vigore. In altre parole, i servizi della Commissione impongono che in 12 giorni le aziende stampino nuove etichette conformi. E quelle appena stampate sulla base della precedente interpretazione ufficiale della stessa Commissione sarebbero così da mandare al macero. Il Regolamento (UE) 2021/2117 pubblicato il 6 dicembre 2021, impone a partire dall’8 dicembre 2023, l’etichettatura obbligatoria dell’elenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati, che si può rendere disponibile anche per via elettronica (e-label).

Le aziende che producono Vermouth di Torino, si spiega nella nota, “hanno accolto con favore il Regolamento (UE) 2021/2117, che fornisce un modo adeguato per informare i consumatori e si sono fortemente impegnate ad applicarlo”. Fino alla pubblicazione delle linee guida avvenuta il 24 novembre scorso, era considerato possibile identificare il QR-code con il simbolo registrato ISO 2760, universalmente noto per identificare un luogo in cui si trovano informazioni. Oggi, invece, secondo la nuova interpretazione, sarebbe necessario scrivere sopra il QR-code la parola “ingredienti”. Questo minimo cambiamento, del tutto ininfluente nella sostanza, imporrà costi e disagi. “Tenendo conto dei tempi indispensabili per modificare la grafica delle etichette e stamparle, i nostri Soci hanno iniziato da molti mesi a lavorare per rispettare la scadenza dell’8 dicembre. Hanno stampato moltissime etichette, pronte per essere utilizzate alla scadenza richiesta. Queste etichette appena stampate – sostiene Pierstefano Berta, Direttore del Consorzio del Vermouth di Torino – dovranno essere distrutte, ma non ci sarà il tempo di stamparne altre. Ci sembra irragionevole. Chiediamo quindi alla Commissione di modificare urgentemente le Linee Guida, oppure di dare la possibilità di stamparne altre nel rispetto dei tempi tecnici necessari.”

Accordo Unicredit-Confagri Mantova per sostenere agricoltori

Accordo Unicredit-Confagri Mantova per sostenere agricoltoriRoma, 6 dic. (askanews) – E’ stato siglato il rinnovo dell’accordo quadro tra Confagricoltura Mantova e Unicredit, in vigore ormai da un biennio, per dare sostegno alle imprese agricole locali che stanno fronteggiando una congiuntura globale sfavorevole.

Nell’accordo è compresa una serie di misure che puntano a sostenere al meglio chi opera nel settore primario, e che ora si trova a dover fare i conti con costi produttivi aumentati, materie prime alle stelle e un complicato scenario internazionale. UniCredit mette a disposizione delle aziende associate a Confagricoltura Mantova prodotti e servizi, come linee di credito chirografarie a supporto alle imprese che investono in ESG e transizione digitale.

“Siamo profondamente soddisfatti del rinnovo dell’accordo quadro con UniCredit – sottolinea il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – dal momento che riteniamo che l’accesso agevolato al credito sia una delle esigenze più importanti per quanto riguarda le nostre aziende associate”.

Piave Dop, Csqa controllerà filiera per prossimi 3 anni

Piave Dop, Csqa controllerà filiera per prossimi 3 anniRoma, 6 dic. (askanews) – L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (ICQRF) dei prodotti agroalimentari del ministero dell’Agricoltura ha rinnovato, con Decreto Ministeriale, l’autorizzazione a CSQA ad effettuare i controlli per la Denominazione di Origine Protetta Piave per i prossimi tre anni.

Il formaggio Piave DOP può contare oggi su una filiera da 1.900 tonnellate di produzione certificata, di cui il 12% destinato all’export, e 155 operatori capaci di generare 17,1 milioni di euro di valore alla produzione. Dal 2010 il Consorzio per la Tutela Formaggio Piave Dop salvaguarda e valorizza questa eccellenza con progettualità in Italia, Germania, Belgio, Stati Uniti, Canada e da quest’anno anche Cina e Giappone. La scelta di riconfermare CSQA, organismo di certificazione leader in Italia nel campo delle Indicazioni Geografiche, è dettata dalla volontà di continuare un percorso di tutela iniziato 13 anni fa, come spiega Modesto De Cet, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop: “dal 2010 l’impegno del Consorzio è di valorizzare e tutelare questo formaggio, in Italia e all’estero, e con la riconferma di CSQA rinnoviamo l’impegno costante ed imprescindibile di garantire ai consumatori e agli operatori una filiera certificata e controllata”.

Gruppo Selex: 20 mld fatturato 2023 (+9,3%), piano investimenti da 540 mln

Gruppo Selex: 20 mld fatturato 2023 (+9,3%), piano investimenti da 540 mlnMilano, 5 dic. (askanews) – Il gruppo Selex stima di chiudere il 2023 a un +9,3% rispetto al 2022, mentre il fatturato al consumo raggiunge quasi 20 miliardi di euro (19,9 Mld). Elemento chiave della crescita, la quota di mercato che supera oggi il 15% (15,1% fonte Circana: giugno 2023 – canali I+S+St+D). A trainare il risultato la marca del distributore che registra una crescita del 17,3% a valore. E’ quanto emerso dall’assemblea di fine anno delle 18 imprese socie del gruppo Selex.

“Possiamo essere soddisfatti di questi risultati, soprattutto perché ottenuti in un anno complicato che ci ha visto in prima linea nella difesa del potere di acquisto dei consumatori, anche attraverso l’adesione alle iniziative delle istituzioni – , spiega Alessandro Revello, presidente di Selex gruppo commerciale – Coesione, investimenti e innovazione sono parole chiave per continuare a guardare con fiducia ai prossimi anni. L’attenzione alle persone e ai territori in cui operiamo sono elementi distintivi su cui si basano le nostre imprese e che continueremo a sviluppare anche nel 2024”. Una soddisfazione, spiega una nota, che si traduce in una spinta positiva in termini di investimenti anche per il 2024, anno che segna il 60esimo anniversario della fondazione del gruppo. Per l’anno 2024, le previsioni di fatturato al consumo sono di 20,8 miliardi di euro, per una crescita pari al 4,5% rispetto alla chiusura del 2023, ed il piano degli investimenti del gruppo ammonta a 540 milioni di euro, con l’apertura di 65 nuovi negozi e 94 ristrutturazioni per quanto concerne quelli esistenti.

Continuerà inoltre, in maniera sempre più strutturata, il presidio di temi e progetti relativi all’innovazione digitale, all’omnicanalità, alla modernizzazione dell’offerta ed alla sostenibilità. Per il 2024 il Gruppo Selex riconferma l’impegno a rafforzare e sviluppare le partnership strategiche con la centrale d’acquisto Esd Italia e la Centrale Emd per le negoziazioni internazionali.

“I risultati ottenuti quest’anno sono sicuramente molto incoraggianti e, seppur il quadro economico generale che si profila per il 2024 ci impone un approccio prudenziale, stiamo avviando numerosi nuovi progetti, con orizzonte a breve e medio termine – commenta Maniele Tasca, direttore generale Selex Gruppo Commerciale – Le iniziative nel nuovo anno saranno ancora prioritariamente indirizzate a mantenere una forte competitività per le nostre insegne con politiche di prezzi e promozioni mirate, senza penalizzare la qualità della nostra offerta. Un’attenzione particolare da parte di tutte le aziende socie del gruppo verrà riservata alla revisione assortimentale. Proseguirà poi il focus sulla marca del distributore, un progetto in cui investiamo molto e dal quale ci aspettiamo un’ulteriore crescita”.

Montenegro rinnova tradizione della grappa con Libarna: target millennial

Montenegro rinnova tradizione della grappa con Libarna: target millennialMilano, 5 dic. (askanews) – E’ un tipico prodotto della distilleria italiana e nel mercato degli spirits si posiziona al quarto posto dopo aperitivi, amari e gin, questi ultimi investiti da una rigogliosa primavera. Parliamo della grappa, un distillato che porta con sè il concetto di italianità e artigianalità. In una parola di tradizione. E’ da qui che è partito gruppo Montenegro per il rilancio del suo brand, grappa Libarna, che già nella forma, riproduzione di un capitello di colonna romana, richiama le origini, quell’insediamento romano lungo lo Scrivia.

Le tradizioni, però, avverte Mauro Ferraresi, sociologo dei consumi all’Università Iulm di Milano “non sono ferme e immutabili. Cambiano nel tempo, sotto la spinta dei singoli o delle comunità”. E il motore di questa rigenerazione dei consumi di grappa a quanto pare sono i millennial sebbene anche i boomer, soprattutto nel fuori casa, spingono un cambio nelle abitudini di consumo. Del resto se più della metà degli italiani ritiene importante tramandare le tradizioni, i millennial (quasi 1 su 3) sono i primi fautori del loro rinnovamento, come emerge da una indagine commissionata da Grappa Libarna ad AstraRicerche. Prendiamo il Natale, la tradizione più importante da tramandare, che per il 51,2% è un momento da vivere in famiglia: al sui cospetto baby boomers (58,3%), Gen X (48%) e millennial (43%) sono d’accordo sul fatto che sia una ricorrenza da mantenere viva più di tutte le altre, sia come giornata di festa che come insieme di rituali. E guarda caso tra i riti immancabili nel Natale c’è il consumo di grappa. Per circa il 40% degli italiani, in particolare i millennial (48%) seguiti dalla Gen X (39%), il Natale è l’occasione più adatta per il consumo di questo distillato.

“La grappa si conferma una protagonista del Natale. Il bicchiere a fine pasto è un rito per i nostri connazionali e fa parte delle tradizioni di questo periodo. Ma resistono con forza anche altre occasioni di consumo, come la cena a casa con familiari o amici (34,6%) e il pranzo della domenica (36%). La storicità della marca è il principale criterio di scelta di una grappa o di un altro distillato (33,5%), in particolare per la Gen X – spiega Gianluca Monaco, marketing & new businesses director di Gruppo Montenegro – Tuttavia, contano anche il metodo di produzione e l’invecchiamento (29,1%), soprattutto per millennials e baby boomers, nonché il consiglio di persone esperte, per 1 italiano su 4, prevalentemente donne della Gen X”. Grappa Libarna, con le sue radici piemontesi e una storia secolare iniziata con la Distilleria Gambarotta nel 1906, queste caratteristiche le racchiude e ora vuole rilanciarle per accrescere la sua posizione nel mercato, un mercato che nel 2022 a volume è cresciuto del 15% ma che, al netto di picchi e assestamenti tra pandemia e post, si mantiene stabile. Un mercato dove il target principale da coinvolgere per incrementarne il consumo sono soprattutto i millennial.

Del resto la stessa ricerca ci dice che tra il 64% del campione che dice di consumarla, ci sono prevalentemente uomini e millennial, con un consumo che per 7 su 10 avviene tra le mura domestiche mentre a spingere quello fuori casa, al ristorante (27,6%) e nei locali (22,3%), sono soprattutto i boomer. “I dati confermano la grande passione degli italiani per la grappa – continua Gianluca Monaco – che, oltre ad essere ormai riconosciuta come il distillato simbolo di italianità e artigianalità, è sempre più associata all’idea di convivialità, esperienza e tradizione, anche fuori casa. E chi la sceglie ha le idee chiare: per un terzo degli italiani guida la scelta il legame del brand con il territorio e la sua autenticità e per un altro terzo il fatto che sempre più si cerchi nel consumo un’esperienza”. Nel mercato della grappa, stando a quanto suggerisce la ricerca, è da tenere d’occhio anche il consumo da parte delle donne che sono meno rispetto agli uomini ma con un interesse e una conoscenza crescenti, premesse per un ulteriore ampliamento dei target. Più impervia, invece, la crescita dei consumi attraverso la destagionalizzazione: il consumo resta prettamente invernale, un contesto che consente di apprezzare meglio un distillato che oscilla intorno al 40% di volume alcolico. Qualche spinta alla crescita potrebbe arrivare dall’estero anche se la grappa resta un distillato italiano nella produzione quanto nel consumo.

Dal Fooi un manifesto per rilanciare l’olio extravergine d’oliva

Dal Fooi un manifesto per rilanciare l’olio extravergine d’olivaRoma, 5 dic. (askanews) – Un manifesto dedicato all’olio extra vergine d’oliva, promosso da tutta la filiera per valorizzare il prodotto e tutti gli attori del settore coinvolgendo la controparte istituzionale. E’ con questo documento che FOOI, l’Interprofessione dell’olio d’oliva, intende definire modalità e idee per il rilancio di un prodotto simbolo della Dieta mediterranea. Il documento programmatico si chiama “Valore Extra ” e l’organismo interprofessionale ne ha già stilato i principi essenziali. “L’attuale situazione dell’olio d’oliva, caratterizzata da quantitativi sotto la media e quotazioni alte, deve essere l’occasione per rivedere l’approccio al consumo di questo prodotto”, spiega in una nota Anna Cane, presidente del FOOI.

Il manifesto si prefiggere l’obiettivo di riconoscere, una volta per tutte, il grande valore dell’olio: economico, sociale, salutistico. “L’olio regala gusto e salute – sottolinea la presidente dell’Interprofessione, il suo valore è altissimo, ma non viene riconosciuto. L’olio non nasce sugli alberi, ma è il risultato di un impegno costante, che comincia sul campo, passa per i frantoi, per poi giungere nelle aziende olearie”. FOOI sottolinea anche come tutti i passaggi di produzione dell’extra vergine, dal campo fino alla tavola, siano essenziali per la produzione dell’olio extra vergine, nessuno escluso, e rappresentino segmenti economici, con ricadute significative sul tessuto imprenditoriale e sociale del territorio.

E l’associazione punta giustamente l’indice contro la pratica dwl sottocosto, che !ha svilito negli anni la reputazione dell’extra vergine, convincendo il consumatore che l’olio costa poco perché vale poco. Questa gara al ribasso invita il consumatore alla ricerca del prezzo minore, inteso come unico criterio di scelta dell’extra vergine. Per queste ragioni, la filiera lavora da anni ai limiti della sostenibilità. Per il FOOI, “questo periodo di quotazioni maggiori deve servire a riposizionare l’olio a scaffale, attribuendogli il valore che merita e remunerando la stessa filiera, in particolare la parte agricola, in modo adeguato”. Ancora, il mondo dell’olio deve rafforzare la sua competitività rispetto agli altri Paesi, sempre più forti e aggressivi, modernizzando impianti e processi produttivi. Senza tralasciare la parte salutistica, visto che se la Dieta Mediterranea è ritenuta la dieta più salutare e sostenibile al mondo, lo deve anche all’apporto dell’olio d’oliva.

Insomma, per il Fooi “l’olio extra vergine d’oliva deve essere al centro di una grande campagna di sensibilizzazione, capace di raccontare l’extra vergine a tutto tondo, trasmettendo la sua insostituibilità nella dieta gli italiani”, rilanciando al contempo il dialogo tra il mondo olivicolo-oleario e le istituzioni, attraverso un tavolo permanente, in modo da costruire una nuova politica di valorizzazione e promozione dell’extra vergine d’oliva, basata su una strategia condivisa.

Arriva il super zucchino bolognese, resistente e saporito

Arriva il super zucchino bolognese, resistente e saporitoRoma, 5 dic. (askanews) – Dalla ricerca del Consorzio Sativa, con la consulenza di Ri.Nova, arriva un super zucchino made in Bologna che mantiene la forma caratteristica a botticella e le proprietà organolettiche della varietà Giambo ma che sia più resistente alle malattie che ne limitano la produzione, in primis patologie fungine e virosi, per aumentare la competitività della filiera dello zucchino da mercato fresco puntando sulla tipicità e sul legame con il territorio emiliano-romagnolo.

Il progetto Zucchin-Bo, finanziato dal programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e presentato da Consorzio Sativa si avvia a conclusione dopo un anno e mezzo di lavoro sul fronte del miglioramento genetico. A fine gennaio 2024, infatti, è previsto il meeting di chiusura con presentazione dei risultati. Scopo ultimo, spiega Stefania Delvecchio, referente di Ri.Nova per Zucchin-Bo, è creare uno Zucchino Bolognese resistente alle fitopatie che più lo colpiscono, studiando al contempo soluzioni innovative nel campo del packaging ecosostenibile e individuando nuovi canali di vendita specifici per questa produzione dalle origini antiche e tipica del territorio bolognese, sebbene diffusa in tutta la regione e oltre.

La sfida è mantenere inalterate le caratteristiche dello Zucchino Bolognese, sia nella forma che nel gusto, operando però sul fronte di un miglioramento genetico già sperimentato con altre varietà. Chiara Milanesi, referente scientifica del progetto e breeder di Sativa, spiega: “oggi, dopo diversi cicli di campo, abbiamo ottenuto alcuni ibridi resistenti ai principali virus e patogeni target adattabili alle condizioni micro-climatiche: le valutazioni effettuate nelle coltivazioni estive e autunnali dell’areale bolognese sono positive. Nel 2024 si procederà a un ulteriore screening su ampia scala degli ibridi selezionati per identificare 1 o 2 varietà di zucchino ‘made in Bo’ buono e resistente da iscrivere nel Registro Nazionale”.

Barilla primo contibutore Banco Alimentare: 16 ton prodotti donati

Barilla primo contibutore Banco Alimentare: 16 ton prodotti donatiMilano, 5 dic. (askanews) – Nella Giornata mondiale del volontariato Barilla fa sapere di essere la prima contributrice di Banco alimentare, per quantità di eccedenze di cibo donate in termini quantitativi. Sono stati 160 i dipendenti che, nella giornata del volontariato d’impresa voluta dal gruppo, spontaneamente, in 10 regioni diverse hanno dedicato il proprio impegno nella preparazione di pacchi alimentari destinati alle famiglie più bisognose per un totale di 16 tonnellate di prodotti donati. Iniziative che non solo rispondono al problema della povertà e dello spreco alimentare, ma aprono all’inclusione e al rispetto verso l’altro.

Non solo, il gruppo Barilla ha attivato una serie di iniziative solidali nei diversi Paesi in cui opera: nel 2022 con circa 3.200 tonnellate di prodotti donati, si è impegnato a favorire l’accesso al cibo a un numero crescente di persone. Alle donazioni di prodotto si affianca anche il sostegno economico teso a finanziare interventi sul territorio: 2,2 milioni di euro nel 2022, a cui si aggiunge il milione di euro donato nel 2023 alla Protezione Civile a sostegno degli interventi di ricostruzione nelle aree dell’Emilia-Romagna colpite dalla terribile alluvione; inoltre, per il tramite della Protezione Civile, lo scorso novembre, Barilla ha sostenuto una donazione di 50 quintali di prodotto, tra pasta, prodotti da forno e sughi a supporto delle comunità toscane anche in questo caso colpite dal maltempo. All’interno del gruppo lo spirito solidale permea tutta l’organizzazione: gli “Angeli Barilla” sono, infatti, dipendenti dell’azienda volontari della Protezione Civile, che in più occasioni sono partiti con la Colonna mobile d’Emergenza Barilla, per offrire cibo, solidarietà e soccorso alle popolazioni in difficoltà e ai Volontari di Protezione Civile. Realizzata nel 2014 da Barilla, in collaborazione con la Protezione Civile di Parma, la colonna mobile si compone di sei mezzi: 2 camion con cucina mobile attivabile quattro ore dopo la chiamata d’emergenza e in grado di erogare fino a 500 pasti caldi l’ora, un camion isotermico, due pullman per il trasporto dei volontari e 1 autocarro dotato di gruppo elettrogeno.

A Bauli il premio Assochange per innovazione e internazionalizzazione

A Bauli il premio Assochange per innovazione e internazionalizzazioneMilano, 5 dic. (askanews) – È Bauli la vincitrice della dodicesima edizione del premio Assochange 2023. “Il premio Assochange 2023 è stato conferito al Gruppo Bauli – ha spiegato Moira Masper, vicepresidente Assochange – per avere avviato un forte processo di cambiamento culturale a supporto dello sviluppo della nuova strategia del gruppo, legata ai fattori chiave di innovazione, internazionalizzazione ed estensione a nuovi canali distributivi e per avere accompagnato questo processo con un importante programma di change, funzionale e pervasivo, che prevede una nuova struttura organizzativa, un nuovo modello di leadership e una condivisione dei nuovi valori aziendali più diffusa e basata su un alto coinvolgimento di tutte le persone a ogni livello”.

Il riconoscimento è stato consegnato in occasione del convegno di presentazione dei risultati del decimo osservatorio sul change management in Italia, realizzato da Assochange in collaborazione con il Politecnico di Milano e con la sponsorship di Saipem, PwC e Anima Sgr. “Ricevere un riconoscimento così importante non può che renderci estremamente orgogliosi – ha dichiarato l’ad Fabio Di Giammarco – un riconoscimento che testimonia come il nostro gruppo sia oggi protagonista di un percorso di trasformazione profonda, volto a mettere in atto una strategia ambiziosa che pone al centro lo sviluppo di nuove categorie di prodotto, di canali di vendita e di mercati geografici. Un’espansione tridirezionale che traghetterà il gruppo verso un futuro sempre più orientato alla creazione di valore, custode della propria tradizione secolare e allo stesso tempo proteso verso l’innovazione lungo tutta la filiera. Alla guida di questo percorso abbiamo integrato una nuova leadership team di grande esperienza e talento, abbiamo definito nuovi valori aziendali e una nuova mission & vision. Così vogliamo ispirare tutte le persone del Gruppo, che sono la vera forza propulsiva del cambiamento”.

Istituito nel 2012, il premio Assochange è stato voluto per premiare iniziative di persone, aziende e istituzioni, finalizzate ad attivare processi di cambiamento riferiti a realtà complesse. In passato è stato assegnato a: Comune di Milano (2012), Ferrovie dello Stato (2013), Dallara (2014), Pirelli (2015), ACEA (2016), ENEL (2017), Gruppo Mondadori (2018), ENI (2019), Nestlé (2020), Amplifon (2021), Poste Italiane (2023).