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Grano, Lollobrigida: puntiamo ad aumentare produzione tutelando agricoltori

Grano, Lollobrigida: puntiamo ad aumentare produzione tutelando agricoltoriRoma, 3 nov. (askanews) – “Non siamo contrari all’import. Noi dobbiamo garantire i controlli, da questo nasce la cabina di regia di oggi, controlli che esistono e che possono essere coordinati meglio. Puntiamo a una crescita di produzioni dove siamo deficitari. Quella del grano è una delle produzioni in cui abbiamo criticità e maggiore spazio di crescita, tutelando però il primo anello della catena. Dobbiamo mettere in condizione l’imprenditore agricolo di produrre al giusto prezzo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, incontrando la stampa dopo la cabina di regia sul grano al Masaf.

Crea: produrre un chilo di miele italiano costa tra i 9 e i 10 euro

Crea: produrre un chilo di miele italiano costa tra i 9 e i 10 euroMilano, 3 nov. (askanews) – Produrre un chilo di miele in Italia ha un costo che oscilla tra gli 8,9 e i 9,7 euro, mentre le rese di miele per alveare si differenziano in base alla modalità di allevamento: per il nomadismo la resa media è di circa 22 chili di miele per alveare, per gli stanziali si attesta intorno ai 12 chili. A calcolare questi valori è stato il Crea che, con il suo centro di politiche e bioeconomia, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale miele, ha realizzato l’indagine statistica Honey cost, con l’obiettivo di determinare i costi di produzione del miele, identificati per la prima volta attraverso una metodologia scientifica, rigorosa e precisa.

Di fronte al trend positivo del comparto nell’ultimo decennio, testimoniato sia dal numero crescente di alveari e di apicoltori sia dall’incremento del valore registrato dal comparto in termini economici, il Crea ha cercato di definire in maniera attendibile e sistematica i costi per misurare la sostenibilità tecnica ed economica delle aziende e l’efficienza gestionale. Se confrontiamo i costi italiani a quelli del contesto europeo, sebbene manchino statistiche sul prezzo medio, osserviamo una serie di stime con prezzi piuttosto differenziati, dai circa 3-4 euro nei paesi dell’est Europa (Polonia, Ungheria, Romania) ai 15-20 euro dell’Austria, della Germania, dell’Irlanda; in Spagna, il maggior produttore in Europa, il prezzo stimato si attesta sui 7 euro.

Nel contesto nazionale, da una prima analisi, il Crea deduce buone performance economiche: la produttività unitaria degli alveari (resa in miele), rispetto al prezzo riconosciuto agli apicoltori, si posiziona sopra la soglia minima delle rese unitarie, consentendo di coprire i costi di produzione – ad eccezione delle aziende del gruppo “piccole – stanziali”. I costi di produzione sono distinti in tre livelli, ciascuno con componenti di costo che si aggiungono passando da un livello all’altro. Un primo livello – spese variabili, quelle correnti e quelle sostenute per il confezionamento e la commercializzazione del prodotto – pari mediamente a 4,1 euro per chilo di miele prodotto, un secondo livello – i costi fissi, quelli del lavoro retribuito, degli affitti, delle manutenzioni ordinarie e degli ammortamenti – che ammontano mediamente a 3,2 euro per chilo di miele, e un terzo livello – con la stima del costo opportunità del lavoro familiare non retribuito – che raggiunge i 13 euro per chilo di miele.

Il campione oggetto di indagine è composto da 434 aziende rappresentative del contesto produttivo nazionale e regionale, la cui produzione standard è superiore a 8 mila euro, con una dimensione minima di 120 alveari per un totale di 6.100 apicoltori rappresentati. I dati (2021 e 2022) sono stati rilevati a partire da 392 questionari. Il 70% delle aziende rispondenti praticano il nomadismo e oltre il 30% è di tipo biologico; il 45% delle aziende rilevate sono grandi (con una consistenza media di oltre 240 alveari), corrispondente a oltre 50 mila euro di produzione standard. Circa un terzo si caratterizza, invece, dall’essere di dimensione piccola (meno di 25 mila euro di produzione Standard e una consistenza media di 65 alveari). “Comprendere quanto costa all’apicoltore produrre un vasetto di miele – ha spiegato Milena Verrascina, I tecnologa Crea politiche e bioeconomia e una degli autori dell’indagine – è un importante elemento per determinare le strategie e pianificare gli investimenti aziendali. Per quanto il settore sia soggetto infatti a variabilità, dipendenti da clima, ambiente esterno e eventi non facilmente prevedibili, avere chiaro il costo può aiutare l’apicoltore a pianificare attività, avviare azioni di rafforzamento, intervenire su minacce e problematiche, valutare piani assicurativi adeguati. La determinazione del costo di produzione è un parametro di valutazione anche per il consumatore, che spesso viene attirato dal prezzo basso per la sua scelta di acquisto”. “Un miele di qualità – conclude – prodotto dagli apicoltori italiani che possono contare su una grande varietà di ambienti, di essenze e specie botaniche, di biodiversità, non può avere un costo particolarmente basso, bisogna diffidare”.

Questa rilevazione è la prima di ulteriori analisi, nelle annualità successive, che costituiranno serie storiche utili ad analizzare, anche nel lungo periodo, gli andamenti dei fattori, non solo economici, presi in considerazione. L’indagine, infatti, proseguirà con un’azione specifica nell’ambito della Rete rurale nazionale.

Starbucks: nel quarto trimestre vendite globali in rialzo dell’8%

Starbucks: nel quarto trimestre vendite globali in rialzo dell’8%Milano, 2 nov. (askanews) – Starbucks nel quarto trimestre dell’anno ha registrato ricavi netti consolidati in crescita dell’11%, raggiungendo la cifra record di 9,4 miliardi di dollari. Le vendite comparabili a livello globale sono aumentate dell’8%. Le azioni a Wall Street hanno beneficiato dei risultati oltre le attese con un rialzo, a metà seduta, del 10,4%.

Nel Nord America e negli Stati Uniti l’aumento è stato dell’8%, mentre a livello internazionale sono aumentate del 5%. In Cina, mercato su cui la catena di caffetterie ha deciso di puntare con decisione, le vendite sono aumentate del 5%, guidate da +8% di transazioni comparabili e da un calo del 3% nel prezzo medio dello scontrino. L’azienda nel quarto trimestre ha aperto 816 nuovi negozi, chiudendo a 38.038 punti vendita, di cui il 52% gestito dall’azienda e il 48% in licenza. Alla fine del quarto trimestre, i negozi negli Stati Uniti e in Cina rappresentavano il 61% del portafoglio globale dell’azienda.

L’utile per azione è stato di 1,06 dollari, in crescita del 31% rispetto all’anno precedente. “Abbiamo chiuso il quarto trimestre e l’intero anno fiscale in modo positivo, posizionandoci al livello più alto delle nostre linee guida per l’intero anno. Il nostro piano Reinvention sta andando avanti rispetto al programma, alimentando la crescita dei ricavi, l’efficienza e l’espansione dei margini – ha commentato l’amministratore delegato Laxman Narasimhan – Di fronte all’incertezza macroeconomica restiamo fiduciosi nello slancio in tutta la nostra attività e nei margini di manovra a livello globale. Ci aspettiamo uno slancio sostenuto in tutta l’azienda per gli anni a venire”. “La forte performance nell’intero anno fiscale 2023 ha dimostrato la nostra crescita duratura a lungo termine e l’esecuzione del piano – ha commentato Rachel Ruggeri, direttore finanziario – Siamo orgogliosi che la nostra guidance per l’intero anno fiscale 2024 sarà basata su un equilibrio tra crescita dei ricavi ed espansione dei margini”.

Frantoi oleari, da R. Toscana 8,3 mln per l’ammodernamento

Frantoi oleari, da R. Toscana 8,3 mln per l’ammodernamentoRoma, 2 nov. (askanews) – E’ stato pubblicato dalla Regione Toscana il bando attuativo per la concessione di contributi che permettono la sostituzione e l’ammodernamento dei frantoi oleari. Grazie a una dotazione di 8 milioni e 335mila euro saranno concessi contributi a fondo perduto per favorire la sostituzione o l’ammodernamento dei frantoi esistenti. Il rinnovo degli impianti tecnologici, spiega la Regione in una nota, è finalizzato anche al miglioramento della qualità degli olii e a un generale incremento della sostenibilità della filiera olivicolo – olearia.

“I frantoi oleari, che sono tra i simboli della Toscana, sono i protagonisti di uno degli interventi più rilevanti degli ultimi venti anni – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Questo bando, atteso e fondamentale per l’ammodernamento o il rinnovo totale dei frantoi, ha una duplice valenza: quella dell’innovazione, prima di tutto, e quella della sostenibilità ambientale. I risultati saranno infatti interventi che puntano a rafforzare la competitività di tutto il settore olivicolo e al contempo a migliorare l’impatto ambientale che produce questa attività, tenendo sempre elevata, e anzi migliorando, la qualità stessa del nostro olio extravergine”. L’intensità del sostegno è pari al 65% e pari all’80% per gli investimenti realizzati da parte dei giovani agricoltori; L’importo massimo del contributo va da un minimo di 30.000,00 euro a un massimo di 600.000 euro. Sarà possibile l’erogazione di un anticipo pari al 30% della spesa ammissibile, sulla base di apposita richiesta del beneficiario. Le domande di aiuto potranno essere presentate a partire dal 10 novembre 2023 ed entro il 15 gennaio 2024, tramite il sistema informativo del SIAN.

Dal 4 al 12 novembre al via Cantine aperte a San Martino

Dal 4 al 12 novembre al via Cantine aperte a San MartinoRoma, 2 nov. (askanews) – Ritorna dal 4 al 12 novembre Cantine aperte a San Martino, il tradizionale appuntamento del post-vendemmia che celebra l’autunno organizzato dal Movimento Turismo del Vino alla scoperta delle eccellenze enologiche di tutto lo Stivale e in particolare all’assaggio del vino nuovo.

“Siamo pronti e entusiasti di dare il via alla nuova edizione di Cantine Aperte a San Martino – spiega in una nota Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino – e non vediamo l’ora di far apprezzare al pubblico i profumi di un calice di vino nuovo. Un tipo di vino spesso poco conosciuto che le cantine MTV vogliono valorizzare con un programma ricco di esperienze per tutti i gusti e tutte le età”. In calendario passeggiate in vigna, degustazioni guidate di vecchie e nuove annate, escursioni all’aria aperta, visite nei luoghi di rilevanza storico-culturale, performance musicali, laboratori didattici. In Abruzzo sono 5 le cantine che apriranno le porte, oltre 40 in Friuli Venezia Giulia, 16 nelle Marche, 2 in Puglia, 14 in Piemonte e 8 in Veneto.

Cia: stop alla criminalizzazione del grano italiano

Cia: stop alla criminalizzazione del grano italianoRoma, 2 nov. (askanews) – Criminalizzare il grano italiano “fa male all’intera filiera e questo gli agricoltori non lo possono permettere”. Non è “ammissibile” affermare che il frumento nazionale è “di qualità pessima” quest’anno, quando ha da sempre valori nutritivi, livelli di salubrità e standard di sicurezza alimentare indiscutibili. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando le dichiarazioni del presidente della sezione molini a grano duro di Italmopa, Enzo Martinelli, al Sole24Ore.

“Il 2023 è stato un anno molto difficile per i produttori di grano, perché la crisi climatica ha sicuramente condizionato i raccolti. Ma in un momento così complicato per il settore, alle prese anche con prezzi in discesa del 40% e costi di produzione alle stelle, guerre e concorrenza sleale, queste parole sono irrispettose e irresponsabili – spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – tanto più che i cerealicoltori continuano a lavorare per mantenere l’eccellenza del nostro grano duro, che ha il primato europeo per produzione con oltre 1,3 milioni di ettari, ed è alla base della pasta, simbolo del Made in Italy nel mondo”. “Noi non vogliamo criminalizzare le importazioni, come afferma Martinelli – continua Fini – Vogliamo semplicemente valorizzare il prodotto 100% italiano perché è di qualità ed è ricercato dai consumatori. Inoltre, garantire la tracciabilità non significa essere contro l’import, ma al contrario colere più trasparenza per tutti. Quanto alla questione se il differenziale di prezzo con gli altri cereali salverà le semine? In realtà, gli agricoltori italiani stanno riflettendo se seminare o meno perché sanno già che, con questi prezzi bassi, lavoreranno in perdita e non è più sostenibile”.

Da cimice asiatica gravi danni a raccolta nocciole in Lazio

Da cimice asiatica gravi danni a raccolta nocciole in LazioRoma, 2 nov. (askanews) – Una massiccia infestazione di cimice asiatica sta mettendo a repentaglio la continuità della produzione di nocciole e minaccia anche gli investimenti effettuati da aziende come la Ferrero, che da anni si rifornisce dalle aziende locali per la produzione della Nutella. La cimice asiatica è una specie aliena senza predatori naturali ed è notoriamente difficile da contrastare. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno favorito la proliferazione del parassita cosicché le perdite stimate per quest’anno superano i 60 milioni di euro e costituiscono un duro colpo per l’intera regione.

A denunciare la gravità della situazione è il presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (Uci), Mario Serpillo, che in una nota sottolinea la necessità di trovare “soluzioni efficaci per combattere la crescente minaccia delle specie aliene che, come nel caso della cimice asiatica nella Tuscia, sta provocando nell’arco di pochi anni danni sempre più gravi ai noccioleti”. Di fronte al continuo ripetersi di situazioni emergenziali provocate dalle infestazioni delle specie aliene a danno delle colture agricole e del settore ittico, “si devono mettere in atto strategie efficaci – spiega – Serve una risposta concreta da parte delle Istituzioni e degli organi di governo in sostegno delle aziende agricole ed il proficuo coinvolgimento del mondo accademico e della ricerca”, conclude Serpillo.

A Roma gli Stati Generali del mercato Food and Beverage

A Roma gli Stati Generali del mercato Food and BeverageRoma, 2 nov. (askanews) – Si svolgeranno domani, venerdì 3 novembre, alle 11, presso l’Auditorium della tecnica di Confindustria a Roma, gli Stati Generali del mercato Food and Beverage organizzati dalla Federazione Italgrob, per discutere della crisi che coinvolge le catene distributive e i mercati di sbocco delle produzioni Food and Beverage, un asset fondamentale per l’economia del Paese.

Gli Stati Generali, si spiega in una nota, nascono dall’esigenza impellente di affrontare nella loro complessità e in maniera sinergica e collaborativa le problematiche urgenti del mercato Food & Beverage. Per la prima volta sono coinvolti tutti i principali player del mercato, dai produttori (Centromarca) ai Ristoratori (Fipe) e i due principali canali di sbocco delle produzioni Food & Beverage, ovvero il canale dei consumi domestici, rappresentato da Federdistribuzione, e il canale Horeca rappresentato dalla Federazione Italgrob. Nel corso dell’evento verranno presentati una serie di studi delle più importanti società di ricerca del comparto. All’evento prenderanno parte: Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati; Sergio Marchi, capo della Segreteria Tecnica di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, su delega del Ministro; Antonio Portaccio, presidente di Italgrob.

Oemv: commercio mondiale di vino -4,7 in volume, +3,6% in valore

Oemv: commercio mondiale di vino -4,7 in volume, +3,6% in valoreMilano, 31 ott. (askanews) – Il commercio mondiale di vino è diminuito del 4,7% in volume su base annua, arrivando a 10.269 milioni di litri. Tuttavia, è cresciuto del 3,6% in valore, a 37.634 milioni di euro, mentre il prezzo medio è aumentato dell’8,7% a 3,66 euro/litro. In pratica, si sono persi circa 500 milioni di litri di vino rispetto a giugno 2022, ma il fatturato è aumentato di 1,3 miliardi di euro. E’ il dato principale che emerge dal report realizzato dall’Osservatorio del mercato del vino spagnolo (Oemv), dedicato ai “Principali esportatori mondiali di vino” e relativo al mese di giugno 2023.

La Francia in valore e l’Italia in volume guadagnano quota come principali esportatori, mentre la Spagna ha perso volume ma ha fatturato un po’ di più. Forte aumento delle vendite dalla Nuova Zelanda, con un crollo dei volumi esportati dai tre grandi fornitori americani: Cile, Argentina e Stati Uniti. Per quanto riguarda la tipologia di vino, è cresciuto solo il volume esportato dei bag-in-box (+1,4%), mentre sono diminuiti in valore solo i prodotti sfusi (-0,5%). L’imballato si conferma il più esportato con il 53% del volume e il 67% del valore totale: salgono tutte le categorie, soprattutto gli spumanti, anche se meno che nei periodi precedenti.

Il primo novembre si celebra il World Vegan Day

Il primo novembre si celebra il World Vegan DayRoma, 31 ott. (askanews) – Si celebra il primo novembre il World Vegan Day. Secondo l’Eurobarometro della Commissione Ue la maggioranza di cittadini europei (84%) e italiani (88%) desidera che gli animali allevati a scopo alimentare siano maggiormente tutelati.

“Il World Vegan Day è un’occasione per riflettere sull’importanza di compiere scelte critiche e consapevoli a tavola, ma non solo – spiega in una not Ombretta Alessandrini, Coordinatrice delle Campagne di Animal Equality Italia – Negli allevamenti intensivi, gli animali sono infatti vittime di abusi e maltrattamenti. Smettere di consumarli significa opporsi al sistema di sfruttamente estremo e crudele che li opprime”, Come rivela l’Eurobarometro, la maggioranza dei cittadini europei vuole che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia maggiore. In particolare, il 94% degli europei e il 93% degli italiani ritiene che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali. L’89% dei cittadini europei e il 91% di quelli italiani è favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole.

“Eppure – ricorda Animal Equality Italia – finora la Commissione europea ha disatteso le aspettative dei suoi cittadini, non pubblicando la proposta di revisione della normativa sul benessere animale attesa entro la fine del 2023, che avrebbe potuto rendere il sistema alimentare europeo più equo, sano e sostenibile”. La revisione avrebbe dovuto sostituire norme obsolete con misure di maggiore tutela degli animali allevati, tra cui anche il divieto legislativo di allevamento in gabbia.